I Consorzi di Tutela dei vini a Denominazione d’Origine, in base alla legge in vigore, possono infatti richiedere contributi a chi rivendica la Denominazione, anche se non soci, per finanziare le proprie attività. Questo a condizione che gli associati siano almeno il 40% dei produttori e che producano almeno il 66% del vino certificato.
La legge però prevede anche che le voci di spesa di cui si chiede contribuzione ai non soci debbano avere un bilancio separato. Molte delegazioni Fivi locali hanno segnalato che i Consorzi stanno inviando richieste di contribuzione ai non soci. Questo senza specificare né dare visibilità a quali azioni intraprese tali contributi si riferiscano. Addirittura, a queste richieste non si accompagna il bilancio dedicato previsto dalla legge.
Sempre sullo stesso tema, la Fivi ha di recente richiesto al Ministro Martina di rivedere il meccanismo di attribuzione dei voti all’interno dei Consorzi di Tutela, in modo da dare più spazio ai Vignaioli, evitando il dominio delle cooperative di primo e secondo grado nei consorzi più importanti.
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