I dati raccolti dall’Osservatorio dell’Istituto Trento Doc hanno evidenziato per il 2021 una significativa crescita a volume e a valore rispetto al 2020 e al 2019.
L’accelerazione è del 40% rispetto al 2020, anno che aveva evidenziato una flessione dovuta al contesto pandemico, e del 23% in confronto al 2019. Le vendite hanno superato i 12 milioni di bottiglie e il fatturato complessivo del settore ha raggiunto i 150 milioni di euro.
«Il 2021 è stato per la produzione Trentodoc un anno di grandi soddisfazioni – afferma il Presidente dell’Istituto Trento Doc, Enrico Zanoni -. Oltre alla prevedibile ripresa nei confronti del 2020, ha confermato ed accelerato l’importante trend di crescita degli ultimi anni. Si conferma, inoltre, il consumo maggiore di Millesimati e riserve, a riprova della crescente reputazione della nostra produzione e che il rigoroso lavoro dei nostri associati viene riconosciuto e premiato dal mercato».
A trainare le vendite è il mercato italiano guidato dal Trentino, dove la proposta degli operatori di settore, ormai diventati veri e propri ambasciatori del territorio, ha incrementato sensibilmente la domanda di Trentodoc.
Anche nelle regioni meridionali, le bollicine di montagna sono sempre più diffuse con una crescita sostenuta. L’estero conferma un peso sul fatturato assoluto per il 15%. Europa e Nord America sono le aree internazionali di maggior sviluppo.
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Cavit brinda a un fatturato consolidato che sale a 271 milioni di euro (+29%). Si rafforza la posizione finanziaria netta (38,3 milioni di euro). Crescono le vendite nel canale Gdo, che compensano le criticità del settore Horeca. E volano le vendite della spumantistica Metodo Classico TrentoDoc. Queste, in sintesi, le voci che confermano il buono stato di salute del gruppo trentino.
L’assemblea annuale dei soci Cavit, riunitasi oggi presso il Centro Congressi di Riva del Garda, ha approvato il bilancio consolidato del Gruppo per l’esercizio 2020–2021, chiuso a maggio 2021.
Un anno definito senza mezzi termini «fuori dell’ordinario», ma che segna una crescita molto rilevante. «Complice – ammette la dirigenza – la situazione eccezionale generata dall’emergenza Covid-19, che ha visto mutare profondamente le abitudini di consumo a livello globale», in favore dei vini in vendita al supermercato.
L’assemblea ha confermato la Presidenza vigente, conferendo un secondo mandato triennale a Lorenzo Libera. Scandagliando le carte, il fatturato consolidato del Gruppo è cresciuto del 29% passando da 209,7 milioni di euro dello scorso esercizio a 271 milioni di euro. Un risultato ottenuto sia per crescita organica che per effetto del consolidamento a 12 mesi delle società di recente acquisizione.
Il Gruppo è oggi composto dal Consorzio Cavit Sc a cui fanno capo le società Cesarini Sforza SpA, Casa Girelli SpA e Glv Srl (quest’ultima all’80%) acquisite nel dicembre 2019, oltre che la società tedesca Kessler Sekt controllata al 50,1%. Si rafforza ulteriormente la posizione finanziaria netta del Gruppo Cavit (Pfn: al 31/05/21 38,3 milioni di euro) che ritorna ai livelli preacquisizione, nonostante l’impiego di risorse finanziarie utilizzate per l’operazione.
I COMMENTI
«Molto soddisfacente anche quest’anno la remunerazione delle Cantine Associate da parte del Consorzio – evidenzia la dirigenza – che ha continuato ad assicurare un elevato livello di servizio e di supporto. Dando prova di rappresentare, anche e soprattutto nel difficile scenario della pandemia, un chiaro valore per il sistema trentino delle Cantine sociali».
Nel contesto generalizzato di sofferenza dei mercati a causa della crisi Covid-19, Cavit ha potuto contare su una «consolidata diversificazione del portfolio prodotti e dei canali distributivi presidiati, nonché sull’ampio ventaglio di Paesi di esportazione».
«Siamo particolarmente soddisfatti dei risultati raggiunti – dichiara Lorenzo Libera – che, seppure in un contesto complesso e difficile, hanno garantito anche quest’anno buone remunerazioni dei vini conferiti dai Soci viticoltori. In un periodo critico come quello che abbiamo vissuto, Cavit ha dimostrato quanto il suo ruolo sia cruciale per l’intera filiera vitivinicola trentina.
«Il nostro modello cooperativo, in questo momento più che mai prezioso – conclude il presidente – ha la missione di sostenere le Cantine sociali di 1° grado e i viticoltori ad esse collegati a prescindere dalla situazione contingente. Sono lieto di essere stato riconfermato alla Presidenza del Consorzio e continuerò a impegnarmi per garantire il miglior supporto alle Cantina associate».
«La strategia di forte diversificazione di prodotti, canali e Paesi di esportazione implementata in questi anni – aggiunge il direttore generale Enrico Zanoni – insieme alle acquisizioni compiute con un preciso obiettivo strategico, hanno reso il Gruppo Cavit una struttura organizzata e diversificata, capace di cogliere le opportunità del mercato e di difendere le posizioni raggiunte».
I MERCATI DI CAVIT
In Italia, così come nei mercati esteri, Cavit ha incrementato notevolmente le vendite nel canale Gdo (il mondo dei supermercati), che è stato il principale driver di crescita del fatturato, grazie all’aumento dei consumi in casa generato dagli stili di vita adottati durante i periodi di lockdown e di smart working diffuso.
In particolare, Cavit ha consolidato ulteriormente la propria posizione come brand di riferimento per l’offerta di vini trentini, segnando in particolare ottimi risultati con il vino Müller Thurgau. Nel canale Horeca, nonostante la chiusura prolungata di bar e ristoranti e la conseguente riduzione dei consumi “fuori casa”, si evidenzia un trend decisamente positivo nel segmento della spumantistica premium con un +27%.
Ottimi risultati anche per Cesarini Sforza Spumanti Spa, che con i suoi metodo Classico TrentoDoc registra un fatturato di 5,7 milioni di euro nei due canali Horeca e Gdo, segnando una crescita complessiva del +30%. La controllata tedesca Kessler Sekt & Co Kg, nonostante la flessione del canale Horeca in cui si concentra prevalentemente, chiude l’anno fiscale con un giro d’affari di circa 9,5 milioni di euro. Mantiene così la sua posizione, stabile rispetto all’anno precedente.
L’EXPORT
Nei mercati internazionali, che rappresentano oggi il 75% del fatturato del Gruppo Cavit, l’emergenza sanitaria ha prodotto le medesime conseguenze osservate in Italia relativamente al cambiamento degli stili di vita e di consumo, spingendo i consumi domestici e penalizzando il canale del “fuori casa”.
Ottima la performance del Gruppo Cavit sul mercato nordamericano (Stati Uniti e Canada +25%), che rappresenta storicamente la destinazione primaria delle esportazioni del Consorzio: i consumatori d’oltre oceano hanno premiato i marchi più consolidati generando per le etichette di Cavit risultati superiori all’andamento del mercato.
Buoni risultati anche in diversi altri mercati di esportazione, come Belgio, Olanda, Svezia, Danimarca, Germania, Repubblica Ceca, Svizzera, Austria e Russia, mentre non sono mancate le criticità in alcuni mercati specifici, come la Cina e il Regno Unito.
In Asia, a differenza che in Occidente, le restrizioni alla circolazione delle persone e il regime di smart working diffuso hanno provocato infatti una perdita netta di fatturato, non compensata da un maggiore ricorso degli acquisiti nella Gdo. D’altro canto, il fenomeno della Brexit ha causato una forte contrazione della domanda e numerose difficoltà nella logistica, penalizzata dalle criticità subite dai servizi di trasporto.
Nel corso dell’esercizio è continuato con particolare impegno il programma di supporto organizzativo e tecnologico offerto dal team di agronomi Cavit agli oltre 5.250 viticoltori associati, con l’obiettivo di garantire assistenza anche nei periodi di maggiore criticità per l’emergenza sanitaria, nonché di migliorare costantemente il livello qualitativo del prodotto, all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione.
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Si è tenuta oggi in modalità telematica l’assemblea di approvazione di bilancio. quest’anno anche elettiva, dell’Istituto Trento Doc. Il Presidente Enrico Zanoni e tutto il Consigli di amministrazione uscente sono stati riconfermati all’unanimità.
Oltre al Presidente Enrico Zanoni (di Altemasi), fanno parte del Cda Roberta Giuriali (di Maso Martis), Lucia Letrari (di Letrari), Andrea Buccella (di Cesarini Sforza), Stefano Fambri (di Rotari), Matteo Lunelli (di Cantine Ferrari), Carlo Moser (di Moser Trento) come Vicepresidente, Andrea Pisoni (di Pisoni F.lli) e Federico Simoni (di Cantine Monfort).
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Un “sostanziale incremento delle vendite da parte delle imprese vinicole italiane”. E’ quanto emerge dai dati annuali del canale on-trade analizzati dall’Osservatorio del Vino italiano. Da luglio 2015 a giugno 2016, crescono in valore del 5,9% e in volume del 2,3% rispetto all’anno precedente (lug14-giu15). “Un segnale positivo – commenta Paolo Castelletti, Segretario Generale Unione Italiana Vini – che ci deve stimolare a proseguire nel cammino di sviluppo fino ad ora intrapreso. Auspichiamo che questa ripresa venga accompagnata dalla stabilità di Governo del Paese, indispensabile anche per il riordino del quadro legislativo del comparto a partire dai decreti attuativi del Testo Unico appena approvato in Parlamento, al quale abbiamo lavorato con solerzia e impegno negli ultimi tre anni”.
Occasione di confronto è stato il Convegno organizzato dall’Osservatorio del Vino nell’ambito di Wine2Wine a Veronafiere, dal titolo: “I trend del vino nell’Horeca: fu vera crescita?”. Oltre ai dati relativi alle vendite di vino da parte delle aziende italiane nel periodo luglio 2015 – giugno 2016 nel canale Horeca, sono stati diffusi quelli su comportamenti e abitudini di consumo di vino nel nostro Paese.
“Al quesito ‘Il vino nell’Horeca, fu vera crescita?’ ritengo di rispondere che fu e sarà ‘vera evoluzione'”. Così Josè Rallo, titolare Donnafugata. “Siamo un popolo che consuma abitualmente cibo fuori casa, per cui l’Horeca è un canale così importante che a noi produttori tocca avere consapevolezza della continua evoluzione della domanda – continua Josè Rallo –. Negli ultimi 10 anni l’Horeca per Donnafugata ha sempre avuto una rilevanza vitale. Negli anni di difficile congiuntura ci siamo sforzati di innovare per rispondere alle sfide di un mercato in forte evoluzione. Abbiamo lavorato soprattutto per creare valore attraverso l’incremento della qualità, con continui investimenti in vigna ed in cantina – conclude Josè Rallo. I risultati sono stati positivi: nel mercato domestico, negli ultimi 36 mesi, abbiamo registrato una buona crescita e contiamo di chiudere il 2016 con un +8-10% sull’anno precedente, sia nel canale Horeca che su tutti i canali serviti”.
I DATI
“I consumi fuori casa in Italia aumentano rispetto allo scorso anno come registrato anche da altri istituti di ricerca (IRI e TRADE LAB) – ha aggiunto Enrico Zanoni, Direttore Generale di Cavit -. Si parla di circa 80 miliardi di Food&Beverage previsti per il 2017, distribuiti tra 290.000 punti di consumo in costante crescita grazie anche ad un’offerta di ristorazione che è molto cambiata diventando più smart, accessibile, dinamica. Con il vino che ha assunto un ruolo centrale nel momento del consumo premiando un aumento delle vendite. Certo l’onda positiva può stabilizzarsi e diventare strutturale se continueremo ad investire in qualità del prodotto e professionalità della proposta. E’ vera crescita, ma per mantenerla bisogna crederci e investire”.
“Desidero rivolgere un plauso all’Osservatorio del Vino che lavora per conoscere e diffondere i numeri dei consumi nel settore Horeca – ha sottolineato Emilio Pedron, Amministratore Delegato Bertani Domains, più cauto sui dati di ripresa. L’Horeca, è un settore fondamentale per il vino di qualità. Il calo del consumo del vino fuori casa ha origini lontane: dai controlli alla guida, allo stile alimentare e alla crisi economica. I dati che oggi dimostrano una ripresa dei consumi, possono essere visti come una sorta di rimbalzo tecnico legato alla ripresa degli ordini per esaurimento delle scorte più che per incremento dei consumi”. “Oggi – ha concluso Pedron – la sfida del produttore che vuole mantenere fidelizzato il cliente ristoratore, consiste nel cercare di offrire il prodotto adatto al relativo target di clientela, rispondere alle richieste in termini di consegna, favorire occasioni e modalità moderne di consumo”.
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Si apre con l’edizione 2016 la collaborazione tra Trentodoc e Ais Associazione italiana sommelier per il Concorso che tradizionalmente assegna il titolo di miglior sommelier italiano e candida il vincitore alle finali mondiali. L’accordo, già approvato ufficialmente dai rispettivi vertici, prevede un impegno triennale che sarà siglato congiuntamente al prossimo Vinitaly tra i presidenti Antonello Maietta per Ais ed Enrico Zanoni per Trentodoc. Nelle prossime tre edizioni l’annuale competizione assumerà la denominazione Concorso Miglior Sommelier d’Italia – Premio Trentodoc. Il Concorso rappresenta la vetrina più prestigiosa nell’ambito della sommellerie italiana e ha come obiettivo la promozione della cultura vitivinicola nazionale attraverso la figura professionale del sommelier. I candidati, superate le selezioni per il titolo regionale, devono affrontare una serie di impegnative prove scritte e pratiche, che assegneranno al più preparato comunicatore del vino il titolo di Campione e il Premio Trentodoc. “È per noi motivo di orgoglio – dichiara il Presidente Ais Antonello Maietta – poter avere al nostro fianco un organismo che fin dalla sua fondazione, nel 1984, ha fatto della tutela del territorio e della valorizzazione della qualità il suo vessillo”. L’Istituto promuove il marchio territoriale Trentodoc, che identifica la produzione spumantistica di Metodo Classico trentina. “Siamo molto felici della collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier – evidenzia Enrico Zanoni, presidente dell’Istituto Trentodoc – organizzazione di assoluto valore, così come della partnership relativa al concorso miglior sommelier d’Italia. Si tratta di un passo fondamentale per affermare la qualità e l’unicità di Trentodoc, bollicine di montagna, rappresentato oggi da 43 case spumantistiche trentine”. La sintonia di intenti volta alla qualificazione di una figura professionale di crescente importanza nel panorama della promozione delle eccellenze italiane è il miglior auspicio per il rinnovato successo dell’evento targato Ais, dove un partner quale l’Istituto Trento Doc rappresenta “il suo ideale completamento”.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
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