Un weekend insolito per scoprire un territorio unico attraverso i suoi prodotti tipici: il vino Erbaluce, le mele, il riso di Baraggia, unica Dop di riso italiano e il miele. È l’occasione offerta dall’E-Bike Food Festival della Serra Morenica, kermesse alla prima edizione in programma a Roppolo, in provincia di Biella, sabato 11 e domenica 12 maggio. Promosso da Biella & Buona e Slowland Piemonte, l’E-Bike Food Fest della Serra Morenica è un viaggio tra sapori e paesaggi lungo le rive del Lago di Viverone, situato a meno di un centinaio di chilometri da Milano e a poco più di cinquanta da Torino.
IL PROGRAMMA DELL’E-BIKE FOOD FESTIVAL DELLA SERRA MORENICA
Sabato 11 maggio, con partenza dal Castello di Roppolo alle 14.30, è possibile scegliere tra due facili percorsi di 30 chilometri, uno sul lato biellese e uno sul versante canavesano. Per entrambi il costo è di 15 euro e include le degustazioni, il noleggio dell’e-bike e la guida ciclo-turistica. Per chi vuole partecipare con una propria bicicletta il costo è di 5 euro. La prenotazione è sempre obbligatoria e si può effettuare qui per entrambi i circuiti.
Domenica 12 maggio il tour del gusto prosegue nelle vie intorno all’antico e misterioso Castello di Roppolo con il mercato contadino e le altre specialità gastronomiche del luogo. Sarà inoltre disponibile uno spazio per il noleggio di e-bike per conoscere, questa volta in autonomia, tutte le aziende agricole visitate il giorno precedente. Qui maggiori dettagli e prenotazioni obbligatorie.
PAOLA GIANOTTI MADRINA DELL’EVENTO
“Gli itinerari dell’E-Bike Food Fest attraversano alcune delle aree più suggestive della Serra Morenica», spiega Paola Gianotti, madrina dell’evento e ultraciclista detentrice di quattro record del mondo registrati nel Guinness dei primati, incluso quello di donna più veloce del pianeta ad aver fatto il giro del mondo in bici.
«Le mie radici sono qui – continua – mi alleno qui da sempre. Per preservare questi luoghi è importante che siamo conosciuti da tutti, il turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente è la strada da percorrere. Roppolo è un paese che ben rappresenta l’attenzione per le nuove tendenze del turismo lento, non a caso sarà il centro di questo evento. Un paese che in questi ultimi anni è giustamente stato riscoperto per il suo castello, le vedute sul paesaggio e la natura».
E-BIKE FOOD FEST 2024
Mercoledì 8 maggio Convegno: Innovare nelle zone rurali. Area vasta tra Biellese, Vercellese e Canavese Ore 18.00, Salone Polivalente, Roppolo (BI) Via Marconi, Cortile della Posta
Evento gratuito. Interverranno: Filippo Barbera, RiAbitare l’Italia; Nazarena Lanza, Slow Food Travel Montagne Biellesi e Città Arcipelago Fondazione Pistoletto; Enrico Giacopelli, coordinatore del progetto del Museo a cielo aperto dell’architettura moderna d’Ivrea. Presenta: Pancrazio Bertaccini, Assessore al turismo Comune di Roppolo.
Sabato 11 maggio Itinerario 1: in e-bike dai produttori del Biellese con guida ciclo-escursionistica Partenza dal Castello di Roppolo alle 14 con rientro attorno alle 19 Lunghezza: 30 km – Difficoltà: facile Costo: 15 € con noleggio e-bike; 5 € con bici muscolare o assistita propria.
Visite: Ca’ Riunci –Canavese Doc Rosato Guerrini – Riso di Baraggia Dop Cascina Torrine – Erbe spontanee e allevamento Pozzo – Vino Erbaluce di Caluso Docg
Itinerario 2: in e-bike dai produttori del Canavese con guida ciclo-escursionistica Partenza dal Castello di Roppolo alle 14 con rientro attorno alle 19 Lunghezza: 30 km – Difficoltà: facile Costo: 15 € con noleggio e-bike; 5 € con bici muscolare o assistita propria. Prenotazione obbligatoria qui.
Visite: Il Frutteto di Marta e Maria – mele di antiche varietà Le Querce – miele con Presidio Slowfood Castello di Azeglio – Erbaluce Docg e vino passito Tenuta Campera – Vino della vigna di “Sape neire” – vino rosso e bianco dell’oste della Trattoria Tarello
Domenica 12 maggio – Castello di Roppolo Mercatino e bancarelle di produttori del Biellese e del Canavese Dalle 10:00 alle 16:00
Laboratorio di riparazione d’urgenza delle bici e e-bike Ore 11 e 15 presso lo stand di “A ruota libera”
Stand di noleggio e-bike per visite su appuntamento dai produttori: Agricola Pastoris – Vino Erbaluce di Caluso Docg biologico Azienda Agricola Pozzo – Vino Erbaluce di Caluso Docg Azienda Agricola Manfrinati – Vino biologico Azienda Agricola Davide Zola – Frutta e verdura Amedeo Ferragatta – zafferano
Strutture convenzionate a Roppolo
Per mangiare (prenotazione obbligatoria) Ristorante Tarello Tenuta Variselle
Per dormire Tenuta Variselle B&B Le Lune Casa del Movimento lento Villa Emilia
Per chi arriva in treno Navetta dalla stazione di Santhià (a pagamento con Bellotti autonoleggio)
Winemag.it, giornale italiano di vino e gastronomia, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online, sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze dell’enogastronomia italiana e internazionale. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, vincitore di un premio giornalistico nazionale nel 2024. Editiamo con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Apprezzi il nostro lavoro? Abbonati a Winemag.it, con almeno un euro al mese: potrai così sostenere il nostro progetto editoriale indipendente, unico in Italia.
Con circa 450 ettari vitati e una produzione di uva da vino di soli 27.500 quintali (fonte Istat 2020) la Valle d’Aosta è la regione più piccola d’Italia. Areali in pendenza, spazi limitati con proprietà parcellizzate e rese basse non hanno scoraggiato i produttori che negli anni hanno saputo mantenere vivi e valorizzare i diversi vitigni autoctoni della regione, dando vita a produzioni d’eccellenza.
La Valle d’Aosta offre ai suoi visitatori un paesaggio davvero speciale nel quale i vigneti, allevati con pergole basse o ad alberelli e delimitati da veri e propri mosaici di muretti a secco aggiungono bellezza ai luoghi circostanti.
D’altronde, come scriveva William Blake, «quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono». Un piccolo scrigno di gioielli naturalistici e beni storico-architettonici unici nel loro genere ai quali si aggiunge un’offerta gastronomica fatta di vere chicche come la Fontina Dop, il Lardo di Arnad o il Jambon de Bosses.
La produzione vinicola locale, per numerica e distribuzione è ancora poco conosciuta. Ma merita assolutamente di essere scoperta, partendo perché no, da qualche cantina che offre ospitalità. Ovviamente in provincia di Aosta.
La Source si trova nel cuore della Valle D’Aosta, a Saint Pierre ed è il luogo ideale per chi ama le vacanze rural-chic. La struttura dispone di eleganti camere doppie e triple arredate in stile tipico valdostano, alcune con vista sullo spettacolare Castello di Saint Pierre, uno dei simboli della regione.
Presso la wine farm sarà possibile organizzare degustazioni di vini prodotti dai principali vitigni locali come Petit Rouge, Cornalin e Fumin ma anche vitigni internazionali quali Chardonnay, Syrah e Gamay.
Il Vallée D’Aoste Dop 2019 Petit Arvine de La Source è entrato nei migliori vini del Nord Italia della Guida Top 100 di Winemag 2022. Una ragione in più per non perdersi il bianco vallesano. E scoprire i vini della cantina La Source, approfittando dell’ospitalità.
A Introd, lungo la strada che porta a Courmayeur e verso il Parco Nazionale del Gran Paradiso sorge l’agriturismo Lo Triolet. A disposizione degli ospiti sei graziosi appartamenti accoglienti e funzionali. Il più grande, Heritage, è un trilocale di 55 mq mansardato con scala interna.
Il comune di Introd, bandiera arancione per il turismo, è un ottima base di partenza per una vacanza all’insegna della pace e della natura. E’ noto per essere stato, dal 1995 al 2002, il luogo di villeggiatura prescelto da Giovanni Paolo II.
L’azienda Lo Triolet produce 50 mila bottiglie da vitigni come il Pinot Grigio, Gewürztraminer, Moscato Bianco, Gamay, Pinot Nero e Fumin.
Lo Triolet Loc. Le Junod, 7 11010 Introd (AO) + 39 0165 95 437 +39 339 13 87 092 info@lotriolet.it
Les Granges si trova nell’omonima località a Nus, paese da cui prende il nome il vitigno autoctono a bacca nera “Vien de Nus”. La struttura, interamente realizzata in bioedilizia, dispone di cinque camere tra doppie e triple arredate in stile rustico tipico di montagna che possono ospitare fino a 12 persone ed offre pernottamento con colazione.
L’agriturismo dispone anche di una sala ristorante dove è possibile, su prenotazione, organizzare pranzi e cene. L’azienda agricola Les Granges opera in regime biodinamico dal 2012 e produce vini naturali principalmente da vitigni autoctoni.
Nei pressi di Nus è possibile visitare l’Osservatorio Astronomico di Saint-Barthélemy e il Planetario, il Castello di Pilato oppure raggiungere a piedi, con un percorso di circa tre ore il Santuario mariano di Cuney, il più alto in Europa che “svetta” a ben 2656 mt di altezza.
Les Granges Società Agricola Loc. Les Granges, 8 11020 Nus (AO) + 39 333.4585454 info@lesgrangesvini.com
Clos Blanc si trova a Jovençan al confine con il comune di Aymavilles, al centro della regione. Una zona costellata di vigneti e frutteti dai quali partire si può partire per visitare il Castello di La Sarre, antica dimora di caccia dei Savoia.
La struttura dispone di 5 alloggi che possono ospitare 4 persone ciascuno. Appartamenti arredati in stile moderno e con tutti i comfort. Clos Blanc produce circa 30 mila bottiglie a base di Merlot, Cornalin, Fumin, Pinot Noir, Chardonnay, Müller Thurgau.
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Buon Primo Maggio a tutti i lavoratori, in particolare a quelli del mondo del vino e della ristorazione. Che sia un Primo Maggio di ripartenza e di speranza, di fiducia e di ottimismo. Buon Primo Maggio a chi, di questo settore, conosce gioie e dolori e sa trovare le energie più dalle notti insonni che dalle foto “glam”.
Buon Primo Maggio ai profittatori e parassiti del mondo del vino, che questo 2021 sia l’ultimo per voi. Buon Primo Maggio a chi usa il vino per abbeverare l’io, al posto di farsi strumento di divulgazione sincera, appassionata e oggettiva: che questo giorno sia l’inizio di una vostra riflessione profonda sul nulla che lascerete al mondo.
Buon Primo Maggio a tutti quelli che fanno informazione in questo settore e sanno quanto sia faticoso ma straordinariamente appagante arrivare a fine mese con la schiena dritta.
Buon Primo Maggio ai lavoratori che credono nella giustizia e mettono le persone al centro, prima di tutto, anche di se stessi. Buon Primo Maggio a noi, che quotidianamente proviamo a tenervi un po’ di compagnia. Auguri sinceri e affettuosi, lavoratori
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EDITORIALE – Non ho mai pensato neppure per un secondo che cambiare le cose fosse una missione semplice o priva di rischi, anche dal punto di vista personale. Quando ho fondato la prima testata del network WineMag Editore, vinialsupermercato.it, sapevo perfettamente che avrei dovuto combattere con una schiera di enofighetti e fighetti disinformati, per affermare la dignità del vino in vendita nella Grande distribuzione e il diritto di ogni bevitore, esperto o meno, di poter bere una bottiglia dignitosa, senza spendere una fortuna.
Dopo qualche anno, a Vinialsuper si è affiancato WineMag.it, seconda testata interamente dedicata al mondo Horeca. Vinialsupermercato.it e WineMag.it costituiscono oggettivamente un unicum editoriale, a livello internazionale. Un successo di pubblico, di lettori fidelizzati a suon di credibilità e di scelte editoriali lineari e coerenti con i canoni dell’informazione libera, che fa paura a un “sistema” che o ci ignora, o ci odia.
Dobbiamo sprecare molto del nostro tempo a leggere qua e là, tra social e blog più vicini al gossip che all’enogastronomia, ingiuriosi commenti e interpretazioni psichedeliche (per non dire psichiatriche o quantomeno fantasiose) del nostro agire quotidiano nel mondo della comunicazione.
Veniamo tacciati di farci pagare per scrivere articoli; di farci pagare per inserire vini nelle nostre Guide; di odiare terre del vino che invece amiamo; di essere dei marchettari e dei calunniatori; viene (miseramente) messa in dubbio anche l’iscrizione delle testate in Tribunale e all’ordine dei giornalisti; chi più ne ha, più ne metta, insomma.
Il punto è sempre quello dell’incipit: cambiare le cose, in Italia, è rischioso, specie se chi ci sta provando non guarda in faccia a nessuno se non all’etica e alla deontologia e ha 34 anni, ma ne dimostra pure meno. Il “sistema” malato dell’informazione enogastronomica è talmente rodato da ammettere “intrusioni” esclusivamente allineate.
Il virus della mala comunicazione e della mala informazione è talmente in circolo, nel cadavere del giornalismo enogastronomico italiano, da aver generato anticorpi talmente potenti da far sembrare – almeno agli occhi dei meno esperti ed “introdotti” – il vaccino come una variante del virus stesso. La cura, una malattia più grave.
Lungi da noi, pur vivendo questa come una missione, voler passare per martiri (viventi, si spera ancora a lungo!) o salvatori della patria. Fatto sta che rifiutarsi di pubblicare comunicati stampa di carattere pubblicitario e non informativo, dire “no” a svariati enti e organismi del vino che pretendono spazio gratuito sulle nostre colonne per confondere i lettori a nostro nome, come abituati a fare su altre testate, ci sta costando caro. Carissimo.
Il nostro rifiuto tassativo di mescolare pubblicità e informazione, a tutela dei lettori, di chi ci conosce, di chi ci segue, di chi si fida di noi e dei nostri giudizi da anni, sta ingenerando una voragine d’odio che ci porta oggi ad uscire allo scoperto e dire, senza mezzi termini: «Siamo sotto attacco». Giusto che lo sappia, chi ci conosce e ci vuole bene.
In un mondo dell’informazione enogastronomica in cui contano più i follower comprati e due cuoricini su Instagram rispetto a un articolo di giornale scritto con coscienza ed etica; in un mondo dell’informazione enogastronomica dove sembra aver più potere decisionale un pr rispetto al titolare o al presidente di una cantina o di un Consorzio.
In un mondo dell’informazione enogastronomica in cui sei bravo se pubblichi gratis la pubblicità o “I tre vini per non sfigurare a San Valentino” che, casualmente, sono suggeriti dalla medesima agenzia di stampa, noi restiamo volutamente, fedelmente, ostinatamente, fieramente e garbatamente Diversi.
Piaccia o no a chi tenta di dipingerci per quello che non siamo – perché l’informazione libera fa paura – noi restiamo quelli che eravamo all’inizio: lontani dai personalismi, lontani dall’ego, lontani dalla voglia di apparire davanti al calice, davanti a una bottiglia.
Noi, quelli dietro ai riflettori, quelli più imitati e copiati senza citare la fonte (e poi querelati per aver sputtanato i copioni, lesa maestà degli appartenenti al “sistema”!), quelli che si guardano allo specchio con dignità. La stessa di quando siamo nati.
La stessa che ci accompagnerà sempre, fino a quando riusciremo a resistere, anche grazie a chi crede in noi e ci supporta, alla luce del sole. Chiunque abbia dubbi sul nostro modo di agire nel mondo del giornalismo enogastronomico ci/mi scriva. Saremo/sarò lieto di rispondere. Prosit. (Image: copyright 2019, Eric Drooker, http://www.drooker.com/illustrations)
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Prosegue in Emilia Romagna il tour di WineMag.it tra le cantine che offrono ospitalità in Italia. Dopo Oltrepò Pavese, Lazio e Campania, tocca alle aziende agricole non lontane dalle città emiliane e romagnole e alle loro proposte di (eno) turismo di prossimità “Covid-free”: Bologna, Reggio Emilia, Forlì Cesena, Parma, Piacenza, Modena e Rimini.
Come emerso durante la presentazione “Piccoli comuni e cammini d’Italia” della Fondazione Symbola con Ifel e da numerose proiezioni Coldiretti, in occasione dell’estate 2020 un italiano su 4 sceglierà come meta delle proprie vacanze una località all’interno della propria regione.
Il turismo nazionale vale 102 miliari di euro all’anno e la vacanza a “km zero” è un faro nella notte per la ripresa del settore. Non fa eccezione l’Emilia Romagna, regione che ha tutte le carte in regola – grazie alle numerose cantine in grado di garantire ottimi vini e un eccellente livello di ospitalità – per offrire soluzioni per tutte le tasche e portafogli.
I vigneti, del resto, sono distribuiti in tutte le province. Dalla “bassa”, alle colline, dall’appenino fino alla riviera romagnola, sono tante le opportunità per concedersi qualche giorno di relax e di degustazioni tra Lambrusco, Gutturnio, Ortrugo, Trebbiano, Malvasia, Albana di Romagna e, naturalmente, Sangiovese, il vino che identifica la romagna.
PROVINCIA DI BOLOGNA
AZIENDA AGRICOLA BONFIGLIO
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A Monteveglio, a metà strada tra Bologna e Modena ha sede l’azienda agricola Bonfiglio. Con la ristrutturazione di un vecchio casolare sono state ricavate cinque camere ed un mini appartamento con cucina, il Baraldesco.
Le “Stanze di Bacco” portano i nomi dei vini prodotti, sono tutte arredate in stile moderno con bagno privato. Comode bici elettriche son ad uso degli ospiti per partire alla scoperta della Valsamoggia.
Monteveglio, dove si trovano anche le colonnine di ricarica delle biciclette, è famosa per l’Abbazia. Luogo di pace e di relax merita una visita. Sarà ristoratrice anche una passeggiata lungo i sentieri natura del Parco dell’Abbazia, adatti anche ai meno esperti.
Presso l’azienda sarà possibile degustare i vini dei Colli Bolognesi con il Pignoletto protagonista anche in versione passita. Non mancano vini rossi fermi e frizzanti a base di Cabernet Sauvignon, Barbera e Merlot anche accoppiati nel Barbarot.
Cantina Bonfiglio – Le stanze di Bacco
via Cassola 20 Valsamoggia
40053 Monteveglio, (Bo) +39 051 830758
+39 3332767030 info@bonfigliovini
FLORIANO CINTI
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La proposta di ospitalità della cantina Floriano Cinti di Sasso Marconi è l’agriturismo l’Isola del Sasso. Quattro camere doppie e tre mini appartamenti con angolo cottura con particolare attenzione alle famiglie con disabili cui è riservata una camera doppia al primo piano.
Tutte le stanze dispongono di bagno privato, aria condizionata, TV led e connessione wi-fi e si affittano colazione inclusa. Dolci, marmellate, salumi e affettati homemade per viziare gli ospiti già dal mattino.
Al ristorante dell’agriturismo la parola d’ordine è territorialità: l’80% delle materie utilizzate in cucina proviene dall’azienda, il resto da fornitori locali.
L’Isola del Sasso è la tappa perfetta per la prima sosta lungo il cammino degli Dei. Si tratta, per chi non lo conoscesse, di un itinerario di media difficoltà lungo 130 km da Emilia Romagna a Toscana. Si cammina per sei giorni, dalla “Piazza Grande” di Lucio Dalla fino a Firenze.
L’agriturismo dista solo 3,5 km dal percorso ufficiale e fa parte delle strutture convenzionate per il timbro della “credenziale”, il passaporto che certifica il tratto compiuto.
Inoltre, se ai vini di Floriano Cinti volete abbinare un po’ di cultura a poca distanza potete visitare Villa Griffone. Casa paterna di Guglielmo Marconi, monumento nazionale ed oggi sede del museo. Lì il premio Nobel diede inizio ai suoi primi esperimenti di trasmissione radio.
Cantine Floriano Cinti
Agriturismo Isola del Sasso Via Gamberi, 50 40037 Sasso Marconi (Bo) +39 0516751646 info@isoladelsasso.it
TENUTA FOLESANO
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Se il Medioevo vi affascina, Tenuta Folesano fa al caso vostro. L’agriturismo si trova proprio all’interno di borgo dell’età di mezzo, appartenuto ai Conti di Panico famiglia di potenti e belligeranti feudatari bolognesi.
Ma l’epoca dei guelfi e dei ghibellini è passata. L’atmosfera adesso è pacifica ed accogliente. Il palazzo, finemente ristrutturato secondo i dettami delle belle arti è un piccolo gioiello che si erge dai vigneti intrisi di storia.
Le camere con pavimento in pietra di Gerusalemme, i soffitti con le travi a vista sono gioia la per la vista, ambienti di una rivista shabby chic. Per la prima colazione una sala da pranzo con cucina hi-tech eventualmente a disposizione. I vini prodotti dalla Tenuta sono cinque e biologici. Tra questi il Balanzone, dedicato alla maschera bolognese più famosa.
La versione rossa, che rientra nella denominazione Bologna Dop è a base di Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese ed affina in piccole botti di rovere. Fa parte invece della Doc Pignoletto quella bianca frizzante a base di Grechetto Gentile con affinamento 3 mesi sur lies.
LA PALAZZONA DI MAGGIO
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Siamo a Ozzano Emilia, comune della città metropolitana di Bologna nella zona della Doc Colli Imola e Romagna. Dagli anni 60 la famiglia Perdisa coltiva Sangiovese e Albana affiancato a vitigni internazionali.
Associati Fivi, con certificazione biologica Icea producono circa 50 mila bottiglie all’anno. Tra le etichette in gamma il vino “Dracone”, un Cabernet Franc anche in versione riserva, “Le Armi” Sangiovese Riserva ma anche lo Chardonnay, “Maleto”.
Il B&B Le Vigne è stato realizzato nell’antica casa del fattore di Villa Palazzona, antica dimora storica che domina la tenuta circondata da un giardino all’inglese che viene utilizzata anche per meeting e matrimoni. Per gli ospiti del B&B sono riservate due camere matrimoniali.
Il salone, la cucina, la sala lettura ed il giardino con barbecue sono di libera fruizione. Anche gli animali sono ben accetti e troveranno una ciotola tutta per loro. La colazione è a km zero ed incontra tutti i gusti, dal dolce al salto.
Tenuta Palazzona di Maggio B&B Le vigne Via Panzacchi 16 40064 Ozzano dell’Emilia (Bo) +39 335 397030 lapalazzona@gmail.com
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
LE BARBATERRE
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Situata nelle terre matildiche ai piedi dell’Appennino Tosco Emiliano, a Bergonzano, le Barbaterre sono un’azienda a conduzione biologica ed ecosostenibile. La cantina è nata nel 200.
In gamma tre rifermentati in bottiglia (Lambrusco dell’Emilia, Marzemino e Sauvignon), spumanti Metodo classico anche con lunghi affinamenti come il Blanc de Noirs Marandalè (oltre i 60 mesi sui lieviti) e vini rossi fermi a base di Pinot Nero e Cabernet Sauvignon.
Sul fronte dell’ospitalità, Le Barbaterre offre tre camere con servizi igienici indipendenti e wifi. La cucina del ristorante propone i piatti della cucina tipica reggiana. Il contesto è poco antropizzato per una full immersion nel verde e un ricongiungimento con la natura.
Le Barbaterre Via Cavour, 2/A – Bergonzano 42020 Quattro Castella (Re) +39 0522 247573 agriturismo@barbaterre.it
VENTURINI BALDINI [metaslider id=”50335″]
Roncolo 1888, dal nome della frazione di Quattro Castella in cui si trova è il wine resort della cantina Venturini Baldini. Nove camere e due suites all’interno di Villa Manodori, edificio del ‘500 che fu dimora di alcune famiglie nobili, tra cui, a fine 800 i Marchesi Manodori. L’azienda propone diversi pacchetti relax ed enogastronomici.
L’azienda Venturini Baldini è stata una tra le prime, in Emilia, ad ottenere la certificazione biologica. Oltre ai Lambruschi, alla Malvasia e ai vitigni internazionali è impegnata nella valorizzazione di vitigni storici ed autoctoni riscoperti, come il Malbo Gentile, la Spergola, il Montericco. Produce anche aceto balsamico nelle 400 botti dell’antica acetaia.
Venturini Baldini Via Filippo Turati, 42 42020 Roncolo di Quattro Castella (Re) +39 0522 249011 info@venturinibaldini.it
CANTINA ROTA – VILLA CASTELLAZZO
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Sita a Castellazzo, frazione di Reggio Emilia, l’azienda vitivinicola Rota possiede circa 33 ettari di vigneti e produce Lambrusco Salamino, Lambrusco Maestri, Lambrusco Marani, Lambrusco Grasparossa e Ancelotta.
Villa Castellazzo, dedicata all’accoglienza, è frutto del restauro di una ex cascina ed è circondata da un elegante giardino all’italiana. La ristrutturazione dell’edificio si è realizzata nel rispetto dell’ambiente circostante ed è stata conservativa poichè molti degli appartamenti erano già presenti nella casa padronale seppur privi di servizi igienici.
La struttura dispone di sei appartamenti con arredi disegnati e costruiti in loco. Varie le metrature disponibili: dal monolocale alla suite, come l’appartamento Alba disposto su due livelli con affaccio su terrazzo coperto vista vigneti.
Nel pieno della food valley, Villa Castellazzo può essere una soluzione conveniente per partire alla scoperta dell’Emilia o per fare e uno shop tour tra i produttori di Parmigiano Reggiano.
Cantina Rota – Villa Castellazzo via Romani 27 42122 Reggio Emilia tel: +39 0522 340.118 info@villacastellazzo.it
PROVINCIA FORLÌ CESENA
FATTORIA PARADISO [metaslider id=”50263″] Ai piedi del “Balcone della Romagna”, il meraviglioso borgo di Bertinoro, sorge l’azienda Fattoria Paradiso. Cinquanta ettari di vigneto di cui 15 con vigne di oltre 70 anni e 10 cru riconosciuti ed inseriti nei vigneti storici dell’Emilia Romagna.
Le due cascine coloniche ristrutturate offronto diverse soluzioni abitative: camere, suite o appartamenti. Per rinfrescarsi in estate due piscine a sfioro tra i vigneti con ampia zona relax.
La proposta enoturistica dell’azienda si completa con un museo del vino, un museo della civiltà contadina e auto e moto d’epoca. Per la ristorazione la Locanda Gradisca di ispirazione artusiana.
BORGO CONDÉ WINE RESORT
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A pochi minuti da Forlì sorge il wine resort Borgo Condé. Una vera e propria oasi isola di pace e tranquillità all’insegna di lusso e charme. Camere familiari, suites, inclusa una presidenziale di 95 mq sono dislocate nelle tre ville che si trovano a 300 e 500 metri di distanza dal Borgo.
Il resort è dotato di tutto quello che serve per godere del benessere a 360 gradi. Dalla palestra alla Spa con piscina all’aperto o coperta e riscaldata, bagno turco, sauna, docce emozionali e trattamenti su prenotazione.
Per la ristorazione la proposta si fa in tre. La cucina è quella tipica del territorio con pasta fresca tirata a mano, specialità romagnole e anche piatti per vegetariani. L’Osteria Forlì è aperta tutto l’anno, mentre al ristorante Sangiovese si può prenotare una sala esclusiva o un tavolino all’aperto in alta stagione.
Il terzo ristorante, “Il Borgo”, è aperto solo su richiesta per un minimo di 15 persone. Ampio il ventaglio di attività proposte ai turisti: dai corsi di cucina all’equitazione. La direzione organizza anche tour nei borghi medievali o nelle località balneari della costa adriatica.
AZIENDA VITIVINICOLA LA CAMINÀ – LA RONDANINA
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Fondata negli anni cinquanta e situata nei pressi di Vernasca in Val d’Arda, l’azienda La Caminà offre ospitalità a Castelnuovo Fogliani in un’altra delle sue proprietà. Una sensazione di pace e tranquillità pervaderà gli enoturisti già dal cancello d’ingresso de “La Rondanina”.
Un bell’edificio ristrutturato circondato da un prato verde di quelli su cui camminare a piedi nudi. Altrettanto graziose le camere, un mix di classico e moderno. Combinazione che regala ambienti piacevolmente eleganti.
Tutte le stanze sono dotate di bagno privato, TV, asciugacapelli, telefono e connessione internet. Molto curato e raffinato anche il ristorante. La cucina è quella tradizionale piacentina parmense. Salumi, gnocchi fritti, paste fatte a mano anche gluten free.
La posizione dell’agriturismo è davvero strategica per visitare i i Castelli del Ducato di Parma e Piacenza. Irrinunciabile un salto al borgo di Vigoleno. Luogo magico e ben conservato. Un buon incipit per partire anche alla scoperta del Vin Santo di Vigoleno, la doc più piccola d’Italia.
Az. Vitivinicola La Caminà – Agriturismo La Rondanina SP12, Castelnuovo Fogliani, Alseno (Pc) + 39 0523 947541 info@larondanina.it
PODERE CASALE
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A pochi chilometri da Piacenza, nel comune di Vicobarone, si trova l’agriturismo Podere Casale. Comodo anche per chi arriva dalla Lombardia e da Milano.
Le soluzioni abitative sono state ricavate nelle ex scuderie e si affacciano sulla Valtidone: si può scegliere dalla camera doppia, alla superior, dalla suite con camino al trilocale che può ospitare fino a 6 persone. Tutto in stile rustico con pavimenti in cotto e muri in sasso, country style.
Da giugno a settembre è aperta anche la piscina dove rilassarsi sotto l’ombrellone. Non è previsto servizio di ristorazione ma per gli enoturisti c’è una convenzione con l’attigua trattoria.
Lì si potrà godere della cucina tipica piacentina accompagnata dai vini Podere Casale naturalmente in carta. Presso la cantina, nella sala di degustazione si potranno apprezzare i vini bianchi e rossi del Marchesato nell’ambito della Doc Colli Piacentini.
TENUTA LA RATTA [metaslider id=”50291″]
Signori e signore “faites vos jeux”. Tre giorni e due notti con visita alle cantine e degustazione oppure visita alle cantine e cena nell’agriturismo? Sono le due opzioni che la Tenuta La Ratta confeziona nei suoi pacchetti “Ratta Experience”.
Al vostro arrivo sarete ospitati in uno dei tre appartamenti dell’agriturismo tra mattoni e travi a vista, oggetti di design, elettrodomestici di ultima generazione. La tenuta offre anche un ristorante con coperti anche sotto il porticato e vista piscina.
L’atmosfera creata dal gioco di luci serale renderà la cena davvero suggestiva. Lo spumante Negrèr, metodo classico da Ortrugo in purezza, dosaggio zero e con sosta di venti mesi sui lieviti renderà tutto particolarmente frizzante.
Azienda Vinicola Tenuta La Ratta S.Marco di Bacedasco Basso 29010 Vernasca (Pc) +39 0523 895279 info@tenutalaratta.it
PROVINCIA DI MODENA
OPERA 02
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Nata nel 2002, Opera 02 è la tenuta dell’azienda agricola Montanari. Negli anni, gli iniziali 5 ettari sono diventati 45 e la vecchia stalla è diventata resort ed acetaia. Coltivazioni biologiche, rispetto della natura, innovazione e tradizione sono i principi dell’azienda.
Le suites si distinguono volutamente una dall’altra e sono dedicate ai prodotti della terra. Non manca la stanza “Vino” una junior suite soppalcata di 35 mq nei colori del Lambrusco Grasparossa. Completa di tutti i comfort, la vista sui vigneti è assicurata dalla sua terrazza privata.
I letti sono pensati per garantire il riposo anche alle persone più alte e sono lunghi oltre due metri. Tra i servizi offerti la piscina sulla terrazza esterna attrezzata con lettini e zona relax, centro benessere con sauna e bagno turco, ristorante, bar, parcheggio privato e noleggio biciclette.
Copertura wi-fi in tutta la struttura. Il ristorante, fiore all’occhiello di Opera02 affianca la cucina tradizionale a quella creativa ma partendo sempre da prodotti locali e di stagione.
Opera02 di Ca’ Montanari Via Medusia 32 41014 Levizzano di Castelvetro (Mo) +39059 741 019 info@opera02.it
GARUTI VINI – AGRITURISMO [metaslider id=”50264″] Precursori del turismo rurale nel territorio, Garuti vini è stato il primo agriturismo di Sorbara e dintorni nel 1993.
Il pernottamento è possibile nelle 8 camere di cui due con angolo cottura. La colazione è inclusa e volendo si può cenare al ristorante nei giorni in cui è aperto. L’azienda Garuti è nata nel 1920 ed è oggi alla quarta generazione.
Nei 30 ettari vitati produce principalmente il Lambrusco di Sorbara ma anche aceto balsamico, condimenti, grappe e gelatine. A conduzione familiare quest’anno compie un secolo e per celebrarlo ha allestito un piccolo museo da visitare insieme alla cantina e all’acetaia.
TENUTA CARBOGNANO [metaslider id=”50349″]
Situata sui colli di Rimini, la Tenuta Carbognano offre solo pernottamento nelle due camere che possono essere utilizzate anche come mini appartamento. Le stanze hanno ingresso indipendente ed affacciano sul giardino esterno. Completa la struttura una piscina con zona solarium ed un angolo riservato ai più piccoli.
L’azienda è biologica dal 2014 e coltiva Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Syrah oltre ad uliveti ed offre diversi pacchetti di degustazione in cui non manca la mitica piadina romagnola, decantata anche da Giovanni Pascoli.
TENUTA DEL MONSIGNORE
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La Tenuta del Monsignore si trova su un colle di San Giovanni Marignano, sulla strada dei vini e dei sapori dei colli di Rimini. Si estende per 135 ettari di cui 85 vitati ed oltre 15 destinati agli uliveti. Nei campi di proprietà trovano spazio anche arnie per le api da cui si produce miele.
Nella casa della tenuta è possibile affittare due camere matrimoniali con bagno privato e usufruire della cucina comune oltre a godere dell’ampio spazio esterno con pineta.
San Giovanni Marignano è conosciuto per la manifestazione “La notte delle streghe” una rievocazione pittoresca che si tiene solitamente a cavallo del solstizio d’estate e che dal 1988 richiama moltissimi visitatori.
Il borgo è molto grazioso e da lì si può anche visitare la Valconca e l’entroterra riminese alla scoperta dei luoghi dei Malatesta di cui fu il granaio.
Per chi ha il mare dentro, le accoglienti spiagge della riviera romagnola che già si vedono dal colle della tenuta sono raggiungibili in pochi minuti.
Tenuta del Monsignore Via Patarino 154 47842 San Giovanni in Marignano (RN) + 39 0541 955128 bacco@tenutadelmonsignore.com
Winemag.it, giornale italiano di vino e gastronomia, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online, sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze dell’enogastronomia italiana e internazionale. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, vincitore di un premio giornalistico nazionale nel 2024. Editiamo con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Apprezzi il nostro lavoro? Abbonati a Winemag.it, con almeno un euro al mese: potrai così sostenere il nostro progetto editoriale indipendente, unico in Italia.
In questo periodo difficile per tutti, noi di WineMag.it e Vinialsuper.it abbiamo scelto di confermare in maniera ancora più ferrea la nostra linea di rispetto assoluto nei confronti dei lettori, che si manifesta da sempre nella netta differenziazione tra pubblicità e informazione.
Riteniamo questo punto fondamentale per dare il nostro contributo a un settore, quello della stampa enogastronomica, che soffre di una crisi di autorevolezza e credibilità – al di là della congiuntura economica – proprio a causa del progressivo svilimento etico e deontologico, che genera inaccettabili commistioni tra pubblicità e giornalismo.
Tutti lo sanno, nessuno ne parla: ebbene, abbiamo deciso di rompere il ghiaccio, costi quel che costi, sperando di essere seguiti da altri e di non rimanere soli con le spalle al muro, come spesso capita in Italia a chi alza la mano per primo. In ogni caso, è un rischio che deve assumersi chi ha a cuore l’informazione prima del portafogli.
Non intendiamo dunque partecipare ad alcun “tasting online”, “Splashmob”, “degustazione virtuale” proposta dagli uffici stampa in questi giorni alle nostre testate. Crediamo che qualsiasi cantina che intenda parlare, attraverso i nostri canali, con i nostri lettori, debba consentirci di veicolare correttamente tali attività codificandole come “pubblicità”, al posto di mascherarle da “informazione”.
Non sappiamo come arrivino a fine mese molti colleghi. Di certo, noi di WineMag.it e Vinialsuper.it non siamo in grado di vivere grazie ai campioni gratuiti che le aziende (generosamente) sono abituate ad elargire a testate e blog vari, grazie alla mediazione di uffici stampa lautamente retribuiti.
Intendiamo dunque interrompere il cordone ombelicale, consci che questa scelta ci costerà ulteriori problemi in un settore che vive di ripicche e vendette trasversali, specie nei confronti di chi non cede al paradigma del “do ut des”. Cordiali saluti
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
EDITORIALE – Premessa triste: il mondo della comunicazione del vino italiano era malato prima dell’avvento di Coronavirus. In questo senso, l’emergenza Covid-19, poteva “migliorare” o peggiorare le cose. La verità – ecco la tesi di questo editoriale che è più lo sfogo di un “vecchio” cronista, incapace di smettere di alimentarsi di ideali, a 17 anni dal primo articolo di giornale – è che tutto è cambiato, per tornare com’era. Mi spiego meglio, soprattutto per rendere il discorso comprensibile ai non “addetti ai lavori” del settore Wine&Food.
In questi giorni, gli uffici stampa delle cantine hanno cambiato tiro. Arrivano alle caselle di posta elettronica di WineMag.it e Vinialsuper.it decine di email con “cortese preghiera di pubblicazione” di “comunicati stampa” che, in realtà, non sono altro che pubblicità delle cantine. Nulla a che fare con l’informazione, insomma.
Si chiede, per esempio, di pubblicare la “notizia” (?!) che è “sempre attivo l’e-shop della cantina X”. Oppure che l’azienda Y “effettua consegne a domicilio gratuite”, in risposta al Decreto Cura Italia che limita gli spostamenti per fronteggiare l’emergenza Covid-19.
Perché dico che nulla è cambiato rispetto al passato? Anche prima dell’emergenza Coronavirus, solo il 20-30% dei “comunicati stampa” aveva carattere giornalistico o informativo per i lettori. C’era (e c’è ancora oggi) chi chiede addirittura la pubblicazione di note di degustazione di etichette mai degustate dalla redazione, da dare in pasto ai lettori come…pubblicità (appunto) per la cantina Tal dei Tali.
Eppure, eccoli lì: quei “comunicati stampa” pubblicati col copia-incolla, da tutti, senza distinzione: testate, blog, siti, sitarelli di enogastronomia. Quando gli uffici stampa cominceranno a trattare l’informazione come Informazione – e dunque le testate come “testate”, e non come “cataloghi” alla Postalmarket – sarà troppo tardi.
Con o senza Coronavirus, chi di dovere spieghi – per cortesia – alle cantine clienti la differenza tra informazione e pubblicità. Altrimenti, neppure questa emergenza ci avrà insegnato qualcosa. E continueremo a navigare sul web della marchetta enogastronomica. Col pubblico sempre più confuso tra marinai, pirati e influencer. Che tanto fa lo stesso, no? No. Cin, cin.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Lucca – Andrà avanti fino al 31 luglio in Piazza San Michele, nel cuore di Lucca, la 5^ edizione di Extra Lucca Summer Edition, la manifestazione, dedicata all’olio extravergine d’oliva di qualità, ideata da Fausto Borella, presidente dell’Accademia Maestrod’olio.
Extra Lucca Summer Edition, spin-off estivo dell’omonima e ormai storica kermesse invernale, ha quest’anno una durata record di ben 45 giornate senza soluzione di continuità. Ha aperto i battenti il 17 giugno.
Giorni durante i quali i cittadini e le migliaia di turisti italiani e stranieri presenti in città potranno scoprire alcune delle migliori produzioni olivicole della Penisola, abbinandole a vini rosati e prodotti gastronomici di aziende top level.
Nei banchi d’assaggio sono presenti 23 produttori olivicoli da 10 regioni differenti; in prima fila ovviamente le aziende toscane, seguite da interessanti realtà provenienti da Nord a Sud dello Stivale. 53 le etichette disponibili in degustazione. Tutti i visitatori possono inoltre, su prenotazione, partecipare a dei mini corsi guidati.
“Rispetto alla kermesse invernale, che prevede per tre giorni assaggi delle migliori produzioni olivicole appena frante di tutta Italia – ha sottolineato Fausto Borella, presidente dell’Accademia Maestrod’olio – Extra Lucca Summer Edition si presenta sicuramente come un evento dall’approccio più “pop”. L’obiettivo rimane chiaramente quello di fare cultura dell’olio, cercando di incuriosire un pubblico quanto più vasto possibile. Per gran parte dell’estate lucchesi e stranieri possono, gratuitamente, approcciare all’olio evo di qualità. Quello degli abbinamenti con i vini e con i prodotti gastronomici è poi un passepartout utile per fare breccia anche tra i meno appassionati”.
GLI EVENTI CORRELATI Non mancano appuntamenti e serate ad hoc per continuare a celebrare l’extravergine fino a tarda serata. E così, lunedì 15 luglio, si festeggeranno a suon di ostriche, olio e Champagne i 12 anni dell’accademia Maestrod’olio.
Mercoledì 17 luglio andrà in scena la serata mixologist, con cocktail preparati con maestria da diversi barman professionisti. Domenica 28 luglio, festa conclusiva della maratona estiva di Extra Lucca che si chiuderà definitivamente mercoledì 31.
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Far uscire il Pinot Bianco dall’ombra delle altre varietà bianche, mettendolo sul palcoscenico che gli spetta. Questo l’obiettivo di “Spatium Pinot Blanc”, in programma il 3 e 4 maggio ad Appiano (Bolzano).
Una terza edizione ricca di novità, sulla scorta del successo ottenuto nel 2014 e nel 2016. Saranno infatti oltre cento i produttori locali, nazionali ed internazionali presenti.
Gli organizzatori, in particolar modo l’Associazione Vineum Appiano, il Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg e l’Associazione Turistica Appiano, vogliono “esaltare il potenziale di questa varietà diffusa in tutta Europa, accrescendo la sua notorietà tra gli appassionati”.
“A livello europeo – spiega Hans Terzer, enologo della Cantina San Michele-Appiano – il Pinot Bianco sta prosperando sia nella ristorazione che nel commercio, uscendo sempre più dalla nicchia. C’è un ottimo potenziale, soprattutto a livello qualitativo. Le caratteristiche che contraddistinguono questo vino non sono solo la sua freschezza e vivacità, ma anche le diversità stilistiche e la capacità di trasformarsi in un vino complesso”.
UN LABORATORIO ENOGASTRONOMICO “Spatium Pinot Blanc” aprirà i battenti giovedì 3 maggio con una speciale serata enogastronomica dal titolo “Eleganza pura e armonia: raffinate specialità culinarie & Pinot Bianco”, presso la Cantina Cornaiano.
L’evento sarà curato dalla chef stellata Anna Matscher con il supporto dello chef Manuel Ebner (due cappelli della guida Gault Millau).
I partecipanti avranno la possibilità di toccare con mano la straordinaria versatilità di questo vino e scoprire come le diverse tipologie di Pinot Bianco si possano combinare in maniera eccellente con le straordinarie creazioni culinarie della chef stellata.
Sarà possibile assaporare la molteplicità di aromi esaltati dagli abbinamenti gastronomici. Un viaggio nei cinque sensi, dal piatto al calice.
La serata all’insegna dei piaceri del palato prevede un menù di sei piatti, un buffet di dolci e una selezione di squisite specialità casearie di altissima qualità firmate Capriz, proposte in abbinamento a 15 Pinot Bianco d’eccellenza.
I MIGLIORI PINOT BIANCO La giornata di venerdì 4 maggio è dedicata a coloro che desiderano approfondire la conoscenza dell’universo Pinot Bianco e scoprirne l’essenza, i produttori e le regioni di produzione.
Il programma prevede degustazioni masterclass alle 17 e alle 19 e una degustazione aperta al pubblico presso la Cantina San Michele-Appiano dalle 16 alle 22.
Sarà possibile non solo degustare i migliori Pinot Bianco provenienti da Italia, Germania, Austria, Svizzera e Francia ma anche conoscere di persona i produttori e ottenere informazioni direttamente da chi crea i migliori Pinot Bianco d’Europa.
“Si tratta di un’occasione unica – evidenzia ancora Hans Terzer – che solo Spatium Pinot Blanc è in grado di offrire nel panorama europeo. La manifestazione fornisce una panoramica a 360 gradi sul mondo del Pinot Bianco, permettendo agli appassionati di approfondire le proprie conoscenze e diventare dei veri intenditori”.
FOCUS SUL VITIGNO Il programma di venerdì mattina si rivolge principalmente ad un pubblico di esperti e specialisti. Illustri referenti internazionali esporranno le più recenti novità e risultati scientifici che riguardano il Pinot Bianco e vaglieranno le nuove possibilità di posizionamento e commercializzazione di questo vino.
Tra i relatori di spicco presenti al convegno anche il critico di vini David Schildknecht (“Come può una varietà di nicchia conquistare la scena del mercato internazionale?”), la Master of Wine Madeleine Stenwreth (“Uno sguardo ai mercati del Nord, ai loro monopoli e al ruolo del Pinot Bianco oggi e domani”) e il Prof. Dott. Ulrich Fischer, direttore dell’Istituto per la Viticoltura ed Enologia del Centro Rheinpfalz.
Sarà lui a illustrare le linee guida più attuali per creare un migliore profilo qualitativo del Pinot Bianco. A seguire, una tavola rotonda durante la quale diversi rappresentanti del panorama vitivinicolo locale, nazionale ed internazionale discuteranno dei diversi stili del Pinot Bianco.
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Il Barolo segnalato tra le eccellenze del “food and wine” lombardo. L’imperdonabile gaffe è online su inLombardia.it, il Portale del Turismo della Regione Lombardia.
In un articolo dal titolo “Food and Wine Tourism Lombardy”, il sito turistico “frutto del lavoro di Explora SCpA, una società istituzionale, costituita da Camera di Commercio Metropolitana di Milano-Monza-Brianza-Lodi, Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia”, dedica ampio spazio alle specialità enogastronomiche della regione.
Peccato che, nella versione inglese, si indichi il Barolo tra i vini da non perdere. “Con un sorso di Barolo, Nebbiolo o spumante potrete deliziare il vostro palato”, recita uno scorcio del redazionale.
A scoprire la gaffe e a denunciarla sui social è Laura Donadoni, Wine journalist, blogger, marketing strategist, brand ambassador, export manager ed events planner. Non l’ultima arrivata, insomma. Come si giustificherà la Regione? In alto i calici, in attesa di una presa di posizione pubblica, come i soldi spesi per realizzare il portale del turismo della Regione.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Pochi giorni alla terza edizione genovese di VinNatur. Si terrà infatti domenica 21 e lunedì 22 Gennaio, a Palazzo della Borsa in via Ferrari, la manifestazione enoica promossa anche dalla Camera di Commercio di Genova che porterà in città i vini di 70 produttori provenienti da Austria, Francia, Italia e Slovenia aderenti all’associazione.
Nei due giorni, dalle ore 11 fino alle 19, i visitatori potranno degustare i cosiddetti “vini naturali” (prodotti con il minor numero possibile di interventi in vigna e in cantina, senza l’utilizzo di additivi chimici e senza “manipolazioni” da parte dell’uomo) ai banchi d’assaggio presenti.
Oltre alle degustazioni, nelle serate di domenica e lunedì nei locali del centro storico di Genova, saranno organizzate cene dove i piatti della tradizione culinaria ligure verranno abbinati ai vini naturali. Un antipasto, quello di Genova, che precederà l’edizione 2018 di VinNatur a Villa Favorita, in programma dall’8 al 10 aprile (qui i migliori assaggi del 2017).
“Siamo molto affezionati a Genova – racconta Angiolino Maule, presidente dell’associazione – dove abbiamo già organizzato due banchi d’assaggio negli anni scorsi, entrambi con grande successo. Qui i consumatori si dimostrano particolarmente interessati ai vini naturali e vi è una ristorazione illuminata che ha compreso come proporre vini naturali possa essere un modo per valorizzare la propria offerta gastronomica. Possiamo dire che Genova è la capitale dei vini naturali in Italia”.
Accanto ai produttori di vino troveranno posto stand enogastronomici con alcuni artigiani che proporranno le loro specialità. Non mancheranno i piatti tradizionali della cucina regionale ligure preparati seguendo le antiche ricette popolari de Il Genovese, il Montebore ed altri prodotti della tradizione del Caseificio Vallenostra, la classica papera, la ciabattina integrale o la ciabattina di grano duro nelle diverse interpretazioni di Panino Italiano o il pane, i grissini, i dolci e molte altre leccornie proposte dal Ristorante Piuma.
LOCALI ADERENTI E PRODUTTORI PRESENTI IN DEGUSTAZIONE Domenica sera:
Pizzeria Piuma: Cinque Campi
Forchetta Curiosa: Etnella – Dos Terrias – Marina Palusci
Ai Troeggi: Cantina Collecapretta
Kowalsky: Meggiolaro vini – Cà Lustra
Les Rouges: Tenuta Belvedere – Cascina Roera – Corte Solidale – Rocco di Carpeneto – Rocca Rondinaria
Barbarossa cafè: Natalino del prete – Sauro Maule
Bellabu: La Biancara -Podere Santa Maria – Weingut Heinrich – Piccinin Daniele
Maninvino: Santa 10 – Podere della Bruciata
Tiflis: Carussin – Valli Unite
Il Canneto: Ravarini
Cantine Matteotti: Del Rebene – Santa colomba
Enoclub: Sieman – Elvira
Antica osteria di Ravecca: Fiore podere San Biagio
Locanda Tortuga: Riccardi Reale – Pian del Pino
Teatro di Campo Pisano: Lusenti – Storchi
Officina 34: Terpin
Zupp: Carlo Tanganelli – Filippi, Vini di Luce
E prie rosse: F.lli Barale
Rosso carne: Corte Sant’Alda
Bruxaboschi/braxe: La Renardiere
Lunedì sera:
Maninvino: Masiero vini
Enoteca Sola: Casa Belfi
La Meridiana: La Biancara
VINNATUR – L’ASSOCIAZIONE
L’associazione VinNatur nata nel 2006 riunisce piccoli produttori di vino naturale da tutto il mondo che intendono difendere l’integrità del proprio territorio. Scopo dell’Associazione è unire le forze di questi vignaioli per dare ad ognuno maggior forza, consapevolezza e visibilità condividendo esperienze, studi e ricerche. Scopo dell’associazione è anche quello di promuovere la ricerca scentifica e divulgare la conoscenza di tecniche naturali e innovative. Negli anni sono nati diversi progetti di ricerca tra le aziende associate e alcune Università e Centri per la Sperimentazione.
Alla nascita le aziende aderenti a VinNatur erano 65. Oggi sono 170. Per associarsi i viticoltori devono accettare di sottoporre i propri vini all’analisi dei pesticidi residui, per poter garantire la genuinità dei vini.
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Giunge alla sua 26esima edizione il Merano WineFestival. Ideato nel 1992 da Helmuth Köcher è stato il primo evento a realizzare un percorso sensoriale con un unico calice. Il primo evento in assoluto denominato “WineFestival”.
Diventando negli anni un punto di riferimento internazionale dell’eccellenza enogastronomica, il Merano Wine Festival è un vero e proprio forum in cui si incontrano e scambiano opinioni produttori, operatori del settore e consumatori. Un think tank come dicono gli anglofoni.
Cinque giornate, dal 10 al 14 novembre, oltre 450 case vinicole, più di mille vini presentati, quasi 200 artigiani del gusto, 15 chef di spicco e 5 location. Questi i numeri del Merano WineFestival 2017. Il meglio che l’Italia ha da offrire, rappresentato da un ricco calendario di appuntamenti. Qui i biglietti per l’evento, al momento a partire dal prezzo scontato di 30 euro.
IL PROGRAMMA Venerdì 10. Si parte venerdì 10 novembre, con tre eventi in tre differenti location. Presso il Kurhaus, storico edificio del XIX secolo simbolo della città termale Alto Atesina nonché uno dei capolavori in stile liberty più famosi di tutta l’area alpina, si terrà “Naturae et Purae”.
Vetrina dell’alta qualità per i vini biologici, biodinamici, naturali, orange e Piwi (vitigni resistenti alle malattie). Un percorso tra “naturalità” e “purezza”, con oltre cento produttori selezionati.
Lungo la Passeier Promenade, la famosa passeggiata lungo il fiume Passirio amata dalla principessa Sissi, avrà luogo “GourmetArena“, che proseguirà anche nelle giornate del 11, 12 e 13 novembre. Quatto le sotto aree dell’evento.
“Le Eccellenze della Culinaria”, con più di cento produttori di delikatessen ed eccellenze gastronomiche, ed aquavitae. “BeerPassion”, con oltre 15 birrifici artigianali. “Consortium – Territorium”, area riservata ai consorzi di tutela del territorio di riferimento. E infine “Rue des Chefs”, dedicata ai prodotti e servizi d’alto livello per il lavoro nella gastronomia.
Piazza della Rena, una delle piazze più prestigiose e storiche di Meranol che deve il suo nome alla sabbia che il Passirio depositava in un ansa, ospiterà “Cooking Farm”, il place to be per gli amanti dell’alta gastronomia.
Show-cooking e talk-show a tema cucina, in cui rinomati chef a livello nazionale, master chef, maestri di cucina e contadine altoatesine si confronteranno su ingredienti, lavorazione e realizzazione di piatti della tradizione.
L’evento proseguirà per tutta la durata del festival affrontando di giorno in giorno differenti tematiche: 10 novembre i cibi fermentati, 11-12 cucina innovativa e tradizionale a confronto, 13 novembre performance dei 18 chef vincitori del Premio Godio dal 1994/2016, 14 novembre abbinamento con lo Champagne.
Sabato 11, domenica 12, lunedì 13. Cuore pulsante della manifestazione le giornate dell’11, 12 e 13 novembre, che vedranno, oltre alle già citate aree “GourmetArena” e “Cooking Farm”, altre tre importanti manifestazioni.
Al Kurhaus si terrà “Wine Italia“. Protagonisti oltre 800 vini italiani, un percorso fra le varie aree ed i differenti territori vinicoli da nord a sud. La sala Czerny (nome dell’architetto che progettò Kurhaus, nel 1874), ospiterà “Wine International” con oltre 250 vini dalla Spagna all’Argentina, dal Libano al Sud Africa, dall’Austria alla Crimea.
Sempre sulla riva del Passirio, a pochi metri dal centro, sarà l’esclusivo Hotel Terme Merano, col suo design moderno e la ricercatezza dei sui materiali, a fare da cornice a “Charity Wine Masterclasses“.
Degustazioni guidate e seminari aperti a chiunque desideri approfondire, confrontarsi, conoscere o anche solo assaggiare per la prima volta. Il ricavato degli ingressi sarà devoluto, come tutti gli anni, al Gruppo Missionario di Merano.
Martedì 14. L’ultimo giorno del Festival sarà dedicato al mondo dello Champagne. Se “Cooking Farm” presenterà i migliori abbinamenti con le bollicine d’Oltralpe, gli occhi (e i palati) saranno attratti da “Catwalk Champagne”.
Presso la “Kursaal”, la Sala Grande di Kurhaus, saranno rappresentati oltre 250 champagne di ben 80 aziende. Cultura, degustazione, condivisione e confronto in una cornice unica ed elegante. Sintetizzano perfettamente lo spirito dell’evento le parole di Helmuth Köcher, presidente e fondatore del Merano WineFestival.
“Sembra ieri che insieme con due amici avevo pensato di trasformare la città di Merano nel ‘salotto buono europeo della raffinatezza’ in cui passato, presente e futuro del vino e della gastronomia trovano spazio per il confronto, la conoscenza, l’incontro”.
Winemag.it, giornale italiano di vino e gastronomia, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online, sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze dell’enogastronomia italiana e internazionale. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, vincitore di un premio giornalistico nazionale nel 2024. Editiamo con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Apprezzi il nostro lavoro? Abbonati a Winemag.it, con almeno un euro al mese: potrai così sostenere il nostro progetto editoriale indipendente, unico in Italia.
Non si ferma l’estate a Montepulciano e le fresche serate sul colle Poliziano sono tutte all’insegna del Vino Nobile. Con questo spirito il Consorzio ripropone il tradizionale appuntamento con le aziende produttrici “Cantine in Piazza”.
Venerdì 18 agosto, a partire dalle 20, decine di cantine di Montepulciano troveranno spazio nell’affascinante banco d’assaggio in una delle piazze più belle d’Italia per presentare agli appassionati e ai tanti turisti il meglio delle loro produzioni.
Il tutto in abbinamento ai prodotti tipici del territorio selezionati dal Magistrato delle Contrade del Bravìo delle Botti, titolare della sfida che si tiene a Montepulciano l’ultima domenica di agosto, storico partner della manifestazione.
IL PROGRAMMA
A partire dalle ore 20 di venerdì 18 agosto in Piazza Grande, acropoli di Montepulciano, i produttori di Vino Nobile faranno degustare ai visitatori, agli appassionati e ai turisti le migliori produzioni vitivinicole del territorio.
Durante la serata, promossa dal Consorzio del Vino Nobile come detto in stretta collaborazione con il Magistrato delle Contrade, sarà possibile degustare il Vino Nobile di Montepulciano DOCG, ma anche il Rosso di Montepulciano DOC,
Il tutto in abbinamento a prodotti tipici del territorio. A guidare la degustazione e ad illustrare le caratteristiche delle diverse etichette e delle altre specialità locali, saranno gli stessi produttori. Il tutto sarà accompagnato dalla musica dal vivo.
A TAVOLA CON IL NOBILE Cantine in Piazza fa come sempre da anteprima dell’altro grande appuntamento del penultimo fine settimana di agosto, ovvero A Tavola con il Nobile, il concorso enogastronomico giunto quest’anno alla quindicesima edizione in programma sabato 19 e domenica 20 agosto.
A Tavola con il Nobile è la sfida ai fornelli ideata dal Consorzio del Vino Nobile con il giornalista del Tg2, Bruno Gambacorta.
L’obiettivo che dovranno centrare le contrade sarà quello di sposare al meglio il Vino Nobile con il piatto proposto per questa edizione: dopo l’esperienza dei “pici”, della “nana” (anatra), della carne di cinta senese, delle verdure dell’orto e della cacciagione, quest’anno le contrade si dovranno cimentare in primi piatti a base di formaggio “Pecorino”, il tutto rispettando la tradizione gastronomica locale.
Sabato 19 agosto, in occasione della prima sessione di degustazioni, alcune contrade apriranno le porte anche al pubblico per far degustare le ricette della tradizione. I menu in concorso potranno essere assaggiati anche durante l’arco di tutta la prossima settimana, nelle contrade, mentre per l’occasione i ristoranti di Montepulciano abbineranno piatti della tradizione locale al Vino Nobile.
A giudicare il lavoro delle contrade in cucina saranno venti giornalisti. Domenica 20 agosto la giuria concluderà il giro di assaggi e alle ore 16.00, presso il Teatro Poliziano, sarà svelato il vincitore in occasione anche della presentazione del panno del Bravìo.
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Attesi da giorni, ecco finalmente ulteriori dettagli su “Enjoy Collio Time“, l’evento organizzato dal Consorzio Tutela Vini friulano “per pensare al Collio del futuro”.
Un ricco calendario di eventi, dal 14 al 18 giugno prossimi, non certo agevolati da una strategia di comunicazione (incomprensibilmente) complicata, al limite del masochismo: informazioni fornite a “spizzichi e bocconi”, peraltro solo a chi si iscrive sul portale enjoycollio.it, e dettagli forniti in maniera poco precisa, non aiutano certo il “winelovers” italiano (figurarsi lo straniero) a pianificare una gita fuori porta all’insegna dell’enogastronomia friulana.
Per non parlare dello strafalcione grammaticale presente sulla pagina web dove è possibile acquistare i ticket d’ingresso alla manifestazione (citiamo letteralmente, mostrandovelo in foto sopra: “un’evento”). Come dire: per il “Collio del futuro”, meglio ripartire dalle basi. Tant’è.
DETTAGLI “TOP SECRET” Secondo le ulteriori sommarie informazioni fornite dall’organizzazione, i primi tre giorni sono dedicati agli operatori della stampa specializzata nazionale ed estera e ai produttori: prevedono degustazioni, itinerari e presentazioni.
Enjoy Collio Time entrerà nel clou per i winelovers a partire dal weekend. Sabato 17 giugno, dalle ore 17 alle ore 22, presso il Teatro Tenda del Castello di Gorizia, saranno presenti produttori di vino e tipicità gastronomiche locali per la “Mostra d’assaggi e degustazioni” (biglietti a 19 euro acquistabili qui).
Domenica 18 giugno sono invece previste visite guidate nelle cantine dei produttori del Collio e itinerari guidati alla scoperta delle meraviglie enogastronomiche locali (. In contemporanea, sempre nel weekend, i ristoranti di Gorizia e provincia, in collaborazione con l’associazione Gorizia in tavola, proporranno al pubblico menu appositamente studiati per l’evento.
E’ dunque il “Tempo” il tema del primo evento del Collio all’interno della nuova strategia di posizionamento “Enjoy Collio Experience”. I visitatori verranno coinvolti (“enjoy”) per conoscere un prodotto di eccellenza, immergendosi nel Collio per comprenderne storia e valori (“experience”) dove le tradizioni e la natura si raccontano e si svelano.
L’esperienza di quest’anno è incentrata sul valore del Tempo, come storia, presente e soprattutto futuro, ma anche del vino: il tempo della natura ed il tempo delle persone.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Nel weekend che precede il Natale, i produttori agricoli di Coldiretti sbarcano nel cuore di Milano con “MiGusto”, il farmers’ market di Campagna Amica lungo le vie dello shopping. Domenica 18 dicembre, dalle ore 9 alle 19, corso Buenos Aires sarà in parte chiuso al traffico per lasciare spazio all’isola pedonale dei sapori a chilometro zero.
Tra i bastioni di Porta Venezia e viale Tunisia, 60 aziende agricole provenienti da tutta la Lombardia e dalle province di Alessandria e Piacenza metteranno a disposizione dei consumatori italiani e stranieri il meglio dei tesori enogastronomici Made in Italy, anche in confezioni e cesti regalo: dalla frutta alla verdura, dalla carne ai salumi, dal vino alla lavanda, fino alle nocciole del Piemonte, al miele, alla pasta fresca e ai prodotti da forno. Non mancheranno curiosità quali uova tartufate e lumache, oltre alle linee di agri-beauty per una cura del corpo al naturale.
“L’appuntamento di domenica 18 dicembre – afferma Tiziano Tenca, responsabile provinciale di Campagna Amica – è frutto della volontà del Comune di Milano di puntare sulla vendita diretta. Attraverso un bando pubblico, infatti, ha messo a disposizione nuove aree urbane per la realizzazione di mercati agricoli, tra queste anche lo spazio in corso Buenos Aires”.
L’INDAGINE COLDIRETTI
Secondo un’indagine Coldiretti, sulla base dei dati Deloitte, quest’anno lo shopping di Natale comporterà in media per gli italiani una spesa complessiva di 614 euro a famiglia destinata nell’ordine: per il 38% ai regali, per il 26% ai viaggi, per il 24% al cibo e per il 12% ai divertimenti al cinema, al teatro, nei concerti o nelle discoteche. Le spese per Natale – sottolinea la Coldiretti – sono sostanzialmente stabili rispetto allo scorso anno (-1%), ma superiori del 19% rispetto alla media dell’Europa dove risultano inferiori solo a quelle di danesi e spagnoli.
Si conferma una spinta verso spese utili e all’interno della famiglia, tra parenti e amici, si preferisce scegliere prodotti che non vadano sprecati oppure oggetti o servizi a cui non è stato possibile accedere durante l’anno. L’enogastronomia cresce anche per l’affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola che si esprime con la preparazione “fai da te” di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio.
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Saranno il presidente della Federazione italiana cuochi, Rocco Pozzulo, il presidente dell’Associazione italiana sommelier, Antonello Maietta e il vicepresidente nazionale vicario di Fipe, Aldo Cursano, ad aprire con un botta e risposta sul futuro delle due professioni la seconda edizione di Food and Wine in Progress, l’evento promosso da AIS Toscana ed Unione Regionale Cuochi Toscani, in collaborazione con Confcommercio Toscana e Coldiretti Toscana, che dal 27 al 28 novembre animerà gli spazi della Stazione Leopolda di Firenze. Due giorni in cui il settore dell’agroalimentare italiano e toscano sarà protagonista e rappresentato da una squadra di centinaia di cuochi, dei quali moltissimi stellati, e dalle 140 aziende vitivinicole toscane. Il programma ufficiale prenderà il via con il taglio del nastro, al quale parteciperanno le istituzioni, previsto per le 10.
ECCELLENZA DI TOSCANA E’ l’evento nell’evento promosso da Ais Toscana con oltre 140 Aziende Vinicole Toscane facenti parte della Guida 2017 di AIS Toscana, a cui si aggiunge un ricco programma di incontri, come l’Ais Wine School per avvicinarsi al mondo dei sommelier, o i tanti WINE TOUR promossi durante la due giorni e tanti momenti di approfondimento e di degustazione sul futuro del vino toscano.
Nel palco centrale, dopo i saluti e il talk show sul tema “Occupazione nella ristorazione”, seguiranno oltre dieci cooking show da vari territori della Toscana e non solo con ricette abbinate ai vini selezionati da Ais, alcune dimostrazioni dei barman di Mixology capitanati da Danny Del Monaco, dei panificatori di Assipan e dei macellai di Federcarni. Alle 12.50 saranno conferiti i premi di Ambasciatori del Food and Wine a Andrea Rinaldi, Franco Malenotti e Marco De Luca.
La sala convegni si aprirà domenica alle 12 con il primo evento di Ais Wine School “Imparare a degustare il vino” (i minicorsi di 30 minuti per dare le regole fondamentali per degustare il vino). Alle 15 una degustazione dei vini affinati in anfora. Alle 17.30 il Movimento Turismo del Vino Toscana promuove il dibattito “Incomunicazione del vino: la capacità di comunicare il vino a modo nostro” al quale parteciperà anche il presidente nazionale di Ais Antonello Maietta.
Nell’area Toscana d’Autunno dalle 16 alle 19 alcuni tra i più quotati chef della Toscana si alterneranno in cucina interpretando la cucina toscana di stagione in chiave contemporanea. L’evento, condotto dalla giornalista Anna Maria Tossani, è coordinato dallo chef Fabio Bianconi, capitano dell’Equipe di Alta cucina della Toscana. Parteciperanno gli chef Silvia Baracchi, Matia Barciulli, Lorenzo Barsotti, Peter Brunel, Sara Conforti, Deborah Corsi, Entiana Osmenzeza, Maria Probst, Beatrice Segoni, Marco Stabile, Cristiano Tomei, Edoardo Tilli e Luciano Zazzeri.
Nell’area Cocktail in the World Mixology alle 10.30 l’Alberghiero Mixology Contest con i migliori studenti degli istituti alberghieri che si affronteranno per raggiungere il traguardo di miglior studente barman dell’anno. Alle 14 una Master Class sul tema di Bitter e Amari mentre alle 15.30 l’esibizione della star russa Nikita Khlo Pilanov dello Space Bar di Mosca. Alle 16.30 i cocktail saranno abbinati ai finger food dei cuochi toscani.
Nell’area Confcommercio alle 10 il convegno “L’evoluzione della macelleria negli ultimi trent’anni e dalle 14 alle 19 diversi cooking show e approfondimenti sui temi dei tagli della carne e della panificazione con la collaborazione di Federcarni e Assipan.
Food and Wine in Progress, dal 27 al 28 novembre, dalle 10 alle 19, presso la Stazione Leopolda di Firenze, è un evento promosso da AIS Toscana ed Unione Regionale Cuochi Toscani, in collaborazione con Confcommercio Toscana e Coldiretti Toscana. Il costo giornaliero di ingresso è di 20 euro, ridotto 10 euro per soci Ais, 5 euro per gli studenti e gratis per i bambini sotto ai 12 anni
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Arriva alla sua seconda edizione Food and Wine in Progress, il grande evento promosso dall’Unione regionale cuochi toscani (Urct), dall’Associazione italiana sommelier Toscana e da Cocktail in the world, che questo anno si svolgerà ancora alla Stazione Leopolda di Firenze domenica 27 e lunedì 28 novembre con tante novità.
A partire dagli organizzatori. Andranno infatti ad affiancare le tre associazioni appena citate, anche la Confcommercio e la Coldiretti Toscana, due realtà che raccolgono il resto delle eccellenze toscane dell’enogastronomia, della ristorazione e della produzione agroalimentare.
Un progetto, quello presentato ieri a Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio Regionale della Toscana, che nasce con l’intento di promuovere le produzioni enologiche e agroalimentari, stimolare la cultura, la conoscenza e la professionalità e far sì che i suddetti soggetti, in un contesto storico e socioeconomico in continua progressione, possano essere protagonisti nel cambiamento e nelle evoluzioni del settore. Hanno preso parte alla conferenza stampa di ieri mattina il Presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani e il vicepresidente Lucia De Robertis, il presidente nazionale dell’Ais, Antonello Maietta, il presidente della Federazione italiana cuochi, Rocco Pozzulo, il vicepresidente vicari di Fipe Confcommercio e Presidente Fipe-Confcommercio Toscana, Aldo Cursano, il vicepresidente di Coldiretti Firenze/Prato Andrea Landini.
Food & Wine in Progress si candida ad essere un progetto di promozione ed aggregazione delle eccellenze toscane tout court, in cui i produttori attraverso momenti di presentazioni, parlano di produzioni agricole, di vino, di alimenti, di qualità e di innovazioni, come denota l’utilizzo del termine “in progress” nel titolo dell’evento a testimoniare una volontà reciproca di aprirsi all’innovazione e allo sviluppo di nuove idee. In due giorni sono attesi 5 mila visitatori che potranno incontrare oltre centinaia di cuochi, tra i quali anche chef rinomati, oltre 140 aziende vitivinicole in esposizione e altrettante legate ai settori del beverage e del food. Inoltre dibattiti, convegni e approfondimenti per avvicinare il consumatore al mondo dell’agroalimentare italiano con una formula mai sperimentata prima.
GLI INTERVENTI “Sosteniamo con convinzione questa iniziativa perché mette al centro la parola chiave delle nostre produzioni agroalimentari e enologiche: la qualità, e permette di valorizzarla grazie alla presenza sinergica degli ambasciatori nel mondo dei nostri prodotti: i grandi chef – afferma l’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi – è una manifestazione nata da poco ma che ha avuto un esordio brillante: quest’anno, ci auguriamo possa consolidarsi offrendo una vetrina prestigiosa alle nostre eccellenze e, con loro, all’insieme della nostra produzione. Nel mondo, ne abbiamo costanti riscontri, c’è tanta voglia di Toscana, di ‘assaggiare’ la Toscana: a Food and wine in progress, per due giorni, sarà possibile farlo ai massimi livelli”.
“La capacità attrattiva della nostra regione nel mondo è senza dubbio data anche dalla sua cucina e dai suoi prodotti. L’immagine del ‘buon vivere toscano’ è strettamente correlata al nostro cibo e al nostro vino quindi una manifestazione che metta al centro le produzioni enologiche ed agroalimentari di eccellenza della nostra regione è sicuro richiamo e ulteriore vetrina di ciò che possiamo offrire al turista che decidesse di trascorrere qui le sue vacanze”, dice Stefano Ciuoffo, assessore attività produttive, commercio e turismo regione toscana.
“Il progetto che sta alla base di questo importante evento – afferma Osvaldo Baroncelli, Presidente AIS Toscana – nasce dall’intento di promuovere le eccellenze delle produzioni enologiche ed agroalimentari, far conoscere la cultura, la conoscenza e la professionalità del food e wine e le evoluzioni che questi due settori hanno saputo esprimere in questi anni sia a livello nazionale che internazionale. Questa sinergia fra sommelier e chef si traduce nella somma delle reciproche conoscenze per offrire un costante e proficuo dialogo fra associati, istituzioni, produttori e scuole alberghiere con l’obiettivo di contribuire alla crescita della cultura enogastronomica”.
CUOCHI DI TOSCANA La Toscana con oltre 1.200 cuochi è una delle regioni più importanti per questa professione che negli ultimi anni è cresciuta, spiega Franco Mariani, Presidente Urct. “Nel 2015 – continua – abbiamo quindi voluto ospitare il congresso della Federazione italiana cuochi creando un contenitore che avevamo chiamato il numero zero di Food and Wine in Progress: ecco, oggi possiamo contare sul successo dell’anno scorso per rilanciare un grande evento che ha come obiettivo quello di promuovere il grande patrimonio delle eccellenze enogastronomiche della nostra regione, ma non soltanto, creando un confronto interprofessionale aperto al pubblico, che poi è il consumatore finale”.
“Pensare globale e mangiare locale è un’ottima strategia per promuovere economia e salute – aggiunge Franco Marinoni, Direttore di Confcommercio Toscana – con Food and Wine in Progress presentiamo ai consumatori finali la filiera completa dell’agroalimentare, dal campo alla tavola, attraverso tutti gli operatori che ne fanno parte. Una rete di professionisti che comprende anche ristoratori, macellai, panificatori che ogni giorno, restando in equilibrio fra tradizione e innovazione, contribuiscono a guidarci nelle nostre scelte alimentari, in nome del benessere e della qualità. Il cibo è salute, è turismo, è cultura, è motore importante della nostra economia. Per un turista gustare una bistecca o un bicchiere di vino è parte di un’esperienza culturale. Tutelando la qualità dell’enogastronomia noi salviamo la nostra storia e ci diamo un futuro”.
All’evento prenderanno parte anche i rappresentanti di Mixology, la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)-Confcommercio e i produttori attraverso le associazioni regionali dei macellai e dei panificatori, Federcarni e Assipan Confcommercio.
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Quattrocentocinquanta espositori tra cantine e aziende produttrici di attrezzature professionali e commerciali di prodotti alimentari. Questo e molto altro è stata Cosmofood, manifestazione svoltasi dal 12 al 15 novembre a Vicenza, di cui vinialsupermercato.it è stata partner. Un pubblico di 42 mila persone ha è stato coinvolto in un ricco programma di oltre cento eventi e corsi semi professionali. Senza dimenticare degustazioni e seminari con ospiti illustri del mondo del food, come Ernst Knam.
Ma partiamo nel nostro raccontò tra le varie aziende di vino e non, addentrandoci nel mondo della birra. Due le realtà degne di nota tra quelle “industriali” e “garage”: il birrificio Engel e Tum. Il birrificio Engel, naturalmente di nazionalità tedesca, ha una produzione industriale che definiremmo “limitata”: la grande richiesta di questa birra di qualità ne limita la disponibilità. Un birrificio molto ricercato e in crescita, che sfodera interessanti Pils, Bock, Hell, oltre alla pluripremiata Gold.
L’azienda agricola Tum, di provenienza piemontese, più precisamente di Cavour, in provincia di Torino, si presenta con una base birra molto chiara e acida, sulla tendenza di birre antiche. Ma con un concetto giovanile e versatile: miscelare questa birra con vari sciroppi e aromatizzazioni.
Finito questo piccolo passaggio nel mondo delle birre ci avviciniamo naturalmente a ciò che più cattura il nostro interesse: il vino e i suoi produttori. Un viaggio che non poteva che iniziare da una bollicina, tra le più rappresentative della regione ospitante, il Veneto. Ci troviamo nello stand dell’azienda San Gregorio in Valdobbiadene, che produce Prosecco e non solo da generazioni. Un’azienda che ben si distingue con una sorpresa di ottima fattura. Una Docg ferma, ai più sconosciuta: la denominazione Prosecco Tranquillo, vino 100% Glera che si presenta al naso con tutte le caratteristiche olfattive di un Prosecco, ma che esalta la parte gustativa spesso celata, nel Prosecco “tradizionale”, dalla carica invasiva di anidride carbonica.
Superata la parte delle bollicine Charmat, ci avviciniamo a una delle bollicine italiane più in voga del momento: quella Franciacorta. Anche qui, ecco la sorpresa: quella di un’azienda che propone un ‘Metodo Solera’ per la produzione dei propri vini. Parliamo di Riva di Franciacorta. Naturalmente produttori delle varie declinazioni di Franciacorta, ben si fa apprezzare il Satén.
Ci spostiamo poi nel cuore dell’enologia italiana. Siamo in Umbria per conoscere la storia del Montefalco Sagrantino e delle cantine Rialto. Una realtà attiva dagli anni Cinquanta, che con passione coltiva non un vitigno ma una pianta definita ‘Sacra’, il Sagrantino appunto, capace di dare vita a una versione passita tradizionale, per poi essere “trasformata” anche nella classica versione secca.
Il viaggio enologico prosegue poi in Calabria, regione sempre poco citata, ma che produce ottime varietà, incontrando iGreco: azienda di qualità, si è fatta conoscere e premiare per i propri vini sul palcoscenico nazionale. Originaria di Cariati, in provincia di Cosenza, si presenta con diverse etichette tra cui spiccano alcuni spumanti di Greco bianco e Gaglioppo, oltre alle declinazioni classiche di bianco fermo di Greco e Nero di Calabria. Questa interessante azienda calabrese produce anche una versione di Gaglioppo che entra nel marchio WRT- Wine Researcher Team, un protocollo di vini con un regime rivolto alla naturalezza e alla chimica ridotta all’osso, sia in vigna che cantina.
Concludiamo il nostro tour al cospetto di sua maestà, l’Amarone. Vino della tradizione veneta, ma vinialsupermercato.it ama stupire. Segnalando questa volta un’azienda con uno sguardo rivolto al futuro di questo vino. Parliamo de Le Calendre, produttori in Valpolicella che si rendono protagonisti di un concetto di vino fresco e moderno, ma allo stesso tempo con la voglia di riscoprire vitigni antichi, che possono differenziare la produzione. Una riscoperta che punta a integrare uvaggi come la Corbina, la Croatina e la Turchetta, vinificati in cemento vetrificato e sottoposti a leggeri filtraggi, solo nel pre imbottigliamento.
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Nella cornice rinascimentale di Palazzo Roccabruna – sede dell’Enoteca provinciale del Trentino – giovedì 17 novembre ad ore 18.00 prenderà il via per il dodicesimo anno consecutivo “Trentodoc: bollicine sulla città”, kermesse di appuntamenti e degustazioni riservata alle bollicine del metodo classico trentino a denominazione di origine. L’evento è organizzato dalla Camera di commercio di Trento, dall’Istituto Trento Doc, dal Consorzio tutela vini del Trentino in collaborazione con la Strada del vino e dei sapori del Trentino, la Strada dei Formaggi delle Dolomiti, la Strada della mela e dei sapori delle Valli di Non e Sole e con la partecipazione del Comune e dell’Apt di Trento. Dal 17 novembre all’11 dicembre da giovedì a domenica l’Enoteca provinciale del Trentino proporrà un fitto calendario di degustazioni,laboratori enogastronomici, menù a tema che faranno scoprire l’eleganza e la piacevolezza delle bollicine di montagna. Ogni sabato nella cucina dell’Enoteca un ristorante si cimenterà con l’abbinamento fra un presidio Slow Food locale e la collezione del Trentodoc. Si parte il 19 novembre dalle 19.00 alle 22.00 con un menù curato dalla Locanda delle 3 chiavi di Isera che coniugherà broccolo di Torbole e metodo classico (su prenotazione, tel 0461/887101).
IL PROGRAMMA
Da Palazzo Roccabruna la manifestazione si irradierà in tutta la città e in tuttala provincia coinvolgendo cantine, bar, ristoranti con eventi culturali ed enogastronomici, e perfino il Muse dove sabato 19 novembre ci saranno in degustazione ben 115 etichette. Quest’anno il Trentodoc sarà abbinato a tre originali iniziative: la mostra i Foulard delle Montagne, organizzata a Palazzo Roccabruna da Cciaa e Museo montagna di Torino che espone circa 70 esemplari d’alta moda a tema montano dagli anni Trenta ad oggi. La premiazione del Miglior sommelier d’Italia 2016 – Premio Trentodoc, domenica 20 novembre ad ore 10.30 al Grand Hotel Trento nell’ambito del Congresso nazionale e del concorso organizzati dall’Associazione italiana sommelier. Infine La via del Gusto, un’idea del Comune di Trento che in occasione dei Mercatini di Natale trasformerà via Santa Trinità in un itinerario a tappe alla scoperta del gusto e dei sapori tipici. Grazie alla collaborazione con la Strada del vino e dei sapori del Trentino ben 14 locali del centro città organizzeranno dal 19 novembre all’11 dicembre Happy Trentodoc. L’aperitivo 100% trentino, un momento conviviale per far incontrare prodotti gastronomici tradizionali e bollicine.
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Un gemellaggio concepito con l’obiettivo di promuovere il territorio a partire dalle sue eccellenze enogastronomiche: un percorso alternativo di vini e sapori che attraversa l’Italia da Nord a Sud per raccontare prospettive, gusti, tradizioni e luoghi lontani. “Terre di Cosenza. Percorsi alternativi: alla scoperta dei mille volti della Calabria”, questo il titolo dell’evento che da gi10ovedì 6 a sabato 8 ottobre ha accompagnato gli ospiti di Palazzo Roccabruna alla scoperta di prodotti e produttori di una terra che vanta ricchezze naturalistiche ed agroalimentari uniche nel loro genere e di antica tradizione: la Calabria. Il frutto di un accordo quadro siglato nel giugno 2016, come hanno spiegato durante la conferenza stampa di presentazione a Palazzo Roccabruna, Trento, Klaus Algieri e Erminia Giorno, rispettivamente presidente e segretario generale della CCIAA di Cosenza, con gli omologhi trentini, Giovanni Bort e Mauro Leveghi.
I DETTAGLI
Come ha sottolineato Klaus Algieri l’intesa prevede “una collaborazione fra le due Camere di commercio per la valorizzazione e la promozione delle rispettive specialità agroalimentari”. “Si tratta – ha aggiunto il presidente – di un unicum a livello nazionale nell’ambito della rete camerale”. Algieri ha anche espresso l’auspicio che l’esempio possa essere seguito da altre Camere di commercio onde dar vita ad un modello virtuoso di collaborazione nella promozione dei vari territori in campo nazionale. Giovanni Bort, presidente della CCIAA di Trento, ha posto l’accento sul ricco patrimonio enogastronomico e culturale dei territori che hanno stipulato l’intesa. Ricordando che il gemellaggio con la CCIAA di Cosenza, ospitata in questi giorni a Palazzo Roccabruna con prodotti e produttori calabresi, prevede la presenza della CCIAA di Trento nel mese di dicembre presso il Castello ducale di Corigliano calabro, per promuovere e far conoscere l’enogastronomia trentina.
SCAMBIO DI SAPERI E SAPORI Nella tre giorni dei sapori calabresi a Palazzo Roccabruna è stato possibile degustare i vini Doc “Terre di Cosenza” (Greco bianco, Mantonico, Guarnaccia e Pecorello, rosati e rossi di Magliocco, Greco nero, passito di Saracena e spumanti metodo classico), le bacche di Goji, le clementine, l’olio, i formaggi, i salumi, gli agrumi della provincia di Cosenza e tante preparazioni a base di fico e patata.
L’Enoteca ha consentito agli ospiti di abbinare i vini calabresi con frittelle di baccalà, pipi crusckj, cullurielli, polpettine di melanzane, schaicciatine di patate, sciusciellu, ‘nchiampara, pomodori di Belmonte oppure salumi con fichi dottati al miele, crostini con ‘nduja, selezione di formaggi con marmellate di agrumi e miele.
Non sono mancati due interessanti laboratori enogastronomici su “Pasta fresca calabrese… in tutte le salse” e “Vini delle Terre di Cosenza Doc”. La tre giorni si è conclusa sabato sera, con il menù di territorio dal titolo “Eccellenze di Calabria”, a cura degli chef Francesca Narcisi, Carmelo Fabbricatore e Giuseppe Barbino.
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Si spengono le luci su Cocco Wine, manifestazione tenutasi lo scorso weekend a Cocconato d’Asti, in Piemonte. Due giorni nei quali le vie del borgo, considerato la “riviera del Monferrato” per la sua vocazione turistica, sono diventate vere e proprie strade del vino e del gusto, con banchi d’assaggio a cura delle sette aziende vinicole del territorio, ma non solo. Tema principale dell’evento il vitigno storico di Cocconato: la Barbera. E per quest’anno anche l’Albarossa, vitigno nato nel 1938 dall’incrocio tra Nebbiolo e Barbera, ad opera del professor Giovanni Dalmasso. Un’uva sulla quale le aziende del territorio puntano moltissimo. A confermarlo è Luigi Dezzani, titolare dell’omonima azienda vinicola, intervenuto in occasione di una degustazione guidata dell’autoctono. Ma andiamo con ordine. La manifestazione si è aperta sabato 3 settembre, alle 17. Dal piazzale Conbipel, storico marchio di Cocconato, una navetta conduceva i winelovers fino al borgo, distante circa 2,5 km. All’arrivo due casse, dove era possibile, con 12 euro, acquistare taschina, calice e ben 8 ticket per le degustazioni: 6 libere e 2 all’isola del vino. Quest’ultima aveva due filoni principali, Albarossa e i vini del Friuli, regione presente con circa venti aziende, una quarantina di etichette. Vini principalmente bianchi, ma anche qualche rosso interessante, purtroppo non acquistabili in loco. Alle casse un po’ di disinformazione, qualche prenotazione andata dispersa e gelo alla domanda “Chi guiderà la degustazione?”. Ottimo l’orario delle 17 per riuscire a scambiare qualche battuta con i produttori. Purtroppo già intorno alle 18.30 lunghe code e difficoltà a soffermarsi per avere informazioni sui vini proposti. Dalle 22 circa poi molti banchi semi chiusi e tanti vini terminati, qualche ubriaco, ma tutto sotto controllo. Pubblico da record secondo i dati GoWine, per un evento cresciuto di anno in anno, grazie all’impegno delle aziende locali che sono riuscite a mantenere un livello altissimo. Lo confermiamo.
LE NOSTRE DEGUSTAZIONI Tra le nostre degustazioni imperdibile l’Azienda Vinicola Bava, con l’ Albarossa Doc Rosingana e il Barbera d’Asti Superiore Docg Nizza Piano Alto. Passiamo poi da Dezzani, dove ci concediamo delle bollicine rosè 531, spumante da uve Nebbiolo prodotto con metodo Martinotti lungo. Dodici mesi di permanenza sui lieviti per un vino davvero elegante, morbido, fruttato. Stefano, responsabile dell’azienda, ci racconta con passione tante curiosità. Dezzani è un’azienda di circa 50 ettari, circa 3 milioni le bottiglie prodotte con uve proprie e con il contributo di fornitori storici selezionati. Una produzione che per il 98% finisce all’estero. I Paesi serviti sono tantissimi e tra i tanti clienti addirittura le basi Nato, ghiotte di vini dolci come Malvasia e Moscato. L’Italia conta poco ed in particolare la Gdo, per la quale producono solo 3000 bottiglie di Syrah per una linea dedicata Crai, ovviamente da uve di terzi. Facciamo una sosta anche all’unico banco occupato da vignaioli Fivi. Si tratta della Cantina Mosparone, azienda di dieci ettari vitati nata nel 2008. Degustiamo un sorprendente Albugnano Doc Superiore prodotto in purezza con uve Nebbiolo accuratamente selezionate affinato per 24 mesi in botte di rovere francese e altri 12 mesi in bottiglia prima della sua commercializzazione. Sempre di Mosparone proviamo il Sauvignon Doc del Piemonte, il Sauvignon che non ti aspetti soprattutto per sapidità. E infine anche il vino chinato a base di Freisa Na Frisa, un vino da dessert che apprezziamo particolarmente per il perfetto equilibrio tra le sensazioni dolci ed amare, ma soprattutto che non eccede a livello di erbe. Menzione speciale, tra le degustazioni anche per Garrone Evasio, azienda di 12 ettari di Grana, in provincia di Asti. Circa 40 mila le bottiglie prodotte e vendute direttamente in cantina. Degustiamo il Ruchè di Castagnole Monferrato Docg, un naso intenso di viola e rosa, ciliegia e timo, ritrovati tutti al palato con un finale davvero persistente. Gradevole anche la loro Freisa, leggermente vivace per una rifermentazione in vasca, un vino fruttato con speziature di chiodi di garofano.
LA DEGUSTAZIONE GUIDATA Alle 21 partecipiamo alla degustazione guidata organizzata presso la Locanda Martelletti. Mancano le ostriche in accompagnamento indicate sul depliant, ma la presenza di Luigi Dezzani che impartisce una vera e propria lezione di enologia le fa dimenticare. Apre la discussione Cecilia Zucca, titolare dell’azienda biologica di Cocconato Poggio Ridente, nonché moglie di Luigi Dezzani che racconta del vitigno di Cocconato e della sua storicità. “La Barbera d’Asti – spiega Dezzani – vive su un disciplinare territoriale molto vasto, una denominazione che ha avuto anche diversi problemi di identità negli anni. Alcuni produttori si sono fatti carico di nobilitarla, a partire dagli anni Novanta”. Tra questi proprio Dezzani e Bava, aziende alle quali si sono aggiunte alcune realtà emergenti, oggi consolidate. Aziende che a Cocconato hanno trovato un terreno bianco, in alcune parti sabbioso, ma per la maggior parte tufaceo, in grado di conferire longevità e sapidità al vino. Una zona che gode di una posizione e di un microclima particolare.
Il primo vino in degustazione è proprio la Barbera d’Asti Superiore Dezzani 2013, annata difficoltosa rispetto alle fortunate che l’hanno preceduta. Una vendemmia condizionata da un meteo instabile. Il vino, già dall’esame visivo, dimostra di essere in grado di reggere bene il tempo, nonostante la longevità media della Barbera sia di circa 3 anni. L’Asti Superiore Dezzani si rivela complesso, con la percezione del frutto leggermente attenuata dall’affinamento in legno. Non particolarmente strutturata, ma molto fine ed espressione tipica della Barbera di Cocconato. Per dirla con le parole del produttore, “è proprio nelle annate difficili che i territori più vocati, come quello di Cocconato, riescono a tirare fuori il meglio”. Il secondo vino in degustazione è l’Albarossa Doc Poggio Ridente 2013. Dezzani racconta che “quella dell’Albarossa è una storia recente, nonostante la sua creazione risalga al 1938”. “E’ infatti l’ultimo vitigno certificato ‘nuovo’ in Piemonte. Combinazione – continua il produttore – nata dall’intuizione del professor Dalmasso, che pensò di incrociare due grandi vitigni del Piemonte. Il Nebbiolo, grande prodotto dai grandi profumi, ma debole di pancia. E la Barbera, con il suo colore, i profumi fruttati, ma scarsa in longevità”. Tra il 1994 e il 1995 si è ripresa la sperimentazione di questo vitigno ad opera di alcune aziende, tra cui proprio Dezzani. “Sono stati piantati tre ettari – spiega il vignaiolo – ed è iniziato l’iter di otto anni necessari per la certificazione: tre anni per andare in produzione e altri cinque per incontrare tutte le possibile condizioni di ‘annata’. Finalmente autorizzato dal 2000 come vitigno, grandi aziende importanti come Prunotto, Banfi e Gancia hanno creduto nell’Albarossa e hanno cominciato la produzione che ha visto le prime bottiglie dal 2005/2006 e dato luce ad una micro denominazione di 200 mila bottiglie. Poca roba rispetto al Barbaresco, ma produzione di grandi qualità”.
Poggio Ridente, di fatto, ad oggi è l’unica con produzione biologica di Albarossa. Alla degustazione il vino ha un colore molto intenso. E’ una caratteristica dell’Albarossa, un’uva che ha una buccia molto importante che si riflette nel colore del vino. Un vino che necessita di affinamento. Impossibile da consumare in annata. L’annata 2013 è pronta, ma un altro anno in bottiglia avrebbe giovato. Esente da difetti, mostra ancora un’acidità viva. Ma soddisfa il palato. Il terzo vino proposto è un vino del Friuli, un Refosco dal Peduncolo Rosso dei Colli Orientali di Scubla, testimone dell’enoteca dell’isola del vino presente lungo il percorso. Un vino proposto per alimentare la discussione e mostrare le capacità del Friuli, regione di grande vocazione bianchista, anche sui vini rossi, tra cui degni di nota sono lo Schioppettino, il Pignolo e appunto il Refosco. Questo di Scuba viene coltivato su terreni marnosi. La fermentazione avviene in acciaio per circa 12 giorni di contatto con le bucce, dopo lo sviamento si affina per 10 mesi circa in barrique e tonneau di rovere francese di diversa età e per altri 9 assemblato in acciaio. Un vino dai colori e dai profumi interessanti, profumi fruttati di mora, sottobosco, a profumi ‘chimici’ di acetone e selvatici. Molto elegante ed equilibrato, completamente diverso dai vini proposti in precedenza.
Anche il quarto vino non è piemontese. Si tratta di un Syrah Igt di Puglia Rosso dell’artigiano del vino Alberto Longo, direttamente dalla Daunia. Alberto Longo ha invertito le tendenze di una regione abituata a lavorare sui grandi numeri con le sue produzioni che viaggiano su rese molto basse, in questo caso 70 quintali per ettaro. L’annata è 2007, il vino è il 477, nome che indica la data di nascita del figlio. Vino che dopo la fermentazione malolattica viene affinato in botti di rovere francese, barriques e tonneaux, per circa 12 mesi ed almeno 18 mesi in bottiglia. Rubino intenso con unghia granata, profumi intensi di frutta a bacca nera, ampie note speziate, pellame, pepe. Sapore pieno e persistente. Il quinto vino ed ultimo vino, definito “di territorio, di radicamento”, è un Cannonau della Sardegna. Si tratta del Nepente di Oliena, riserva 2008, di Gostolai. Il colore è più scarico del Cannonau dell’immaginario collettivo. La componente olfattiva è particolare, con profumi terrosi, di macchia mediterranea, richiami minerali. Una vino dalla forte personalità, un vino che divide il pubblico. Chi vince? Una degustazione che già dal Refosco diventa indisciplinata. Il gioco di scatenare la discussione ha funzionato. Nel vino non vince nessuno, o meglio si vince sempre. Il gusto è soggettivo. Vince l’intervento di Dezzani, che spazia dall’Albarossa ai vini biologici, dalla solforosa ai vini senza solfiti, perdendosi poi (ma senza perdere il filo) negli sconfinati territori della filossera, della Persia e del Syrah. Un Dezzani che per tutta la degustazione rende sopportabile le sparate poco pertinenti di quelle che definiamo le “desperate housewife di Cocco Wine“. Bocca sempre aperta, anche per farci sapere di aver degustato, nella loro vita, anche “un ottimo vino da ‘incesto‘ tra Cannonau e Monica di Sardegna”. Dura la vita da reporter.
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Dopo il fortunato esordio al Palazzo dei Congressi di Lugano, Wine Expogusto sceglie una location italiana per la seconda edizione del salone del vino e delle eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche, in programma dal 30 settembre al 2 ottobre 2016 negli spazi di Arezzo Fiere, il polo fieristico e congressuale più importante dell’Italia centrale. Professionisti e appassionati sono invitati a prendere parte a una 3 giorni ideata per svelare il meglio della produzione vinicola e agroalimentare di qualità grazie alla partecipazione di aziende selezionate fra le più interessanti realtà di eccellenza, provenienti dall’Italia e dal mondo.Protagonisti a Wine Expogusto produttori di vino e di birre artigianali, caffè ed infusi, dolci e cioccolato, formaggi, legumi e cereali, miele, mostarde e marmellate, olio extravergine di oliva, aceti, pane e prodotti da forno, pasta e riso, prodotti dell’orto e del frutteto, prodotti ittici, sale e spezie, cane, salumi e molto altro ancora. Wine Expogusto rappresenta un itinerario che offre la possibilità di scoprire e acquistare prelibatezze che costituiscono un patrimonio di tipicità apprezzato dai professionisti della ristorazione così come dal consumatore finale, sempre più attento e attratto dalla qualità e dai prodotti riconosciuti come autentica espressione di un territorio. Wine Expogusto interpreta in chiave non solo espositiva ma sempre più esperienziale, un fenomeno come l’enogastronomia che costituisce la prima motivazione di viaggio per il 49% dei turisti di tutto il mondo che da un “turismo dei luoghi” guardano sempre di più ad un “turismo di esperienze”. E’ il dato che emerge dalla recente indagine Food Travel Monitor che ha sondato l’opinione di un campione di circa 3000 viaggiatori in 11 Paesi nel mondo. La metà di coloro che viaggiano per piacere sono “food travellers” propensi a condividere esperienze e a consigliare destinazioni. Il 71% dei viaggiatori “del gusto” acquista prodotti enogastronomici e, per l’82% di loro, quelli legati al wine & food sono i ricordi del viaggio più importanti e significativi da regalarsi e regalare. Sulla scorta di una tendenza nota ma di stringente attualità, considerati i dati della recente indagine, Wine Expogusto ben si configura come vetrina ideale per soddisfare un’esigenza di scoperta e al contempo di esperienza, approfondimento e relazione guardando con particolare attenzione ai buyers italiani e stranieri attesi ad Arezzo Fiere.
Wine Expogusto è una iniziativa organizzata per coniugare il B2B e il B2C che offre alle aziende un palcoscenico privilegiato dove presentare e valorizzare la propria offerta che valica il limite della vetrina espositiva costituendo un utile momento di confronto e occasione di network in una località strategica, a poco più di un’ora d’auto da Firenze e a poco più di due da Roma. La regia dell’evento prevede, infatti, ampio spazio alle attività destinate al coinvolgimento dei professionisti della ristorazione e degli appassionati grazie a un articolato palinsesto di appuntamenti distribuiti nei 3 giorni tra cui laboratori, degustazioni, cooking show e master class ideati per creare momenti di incontro e confronto fra il produttore e l’utente finale. Una straordinaria occasione per dare protagonismo ai prodotti di eccellenza e agli artigiani, custodi della qualità e della diversità. Wine Expogusto è un’iniziativa a cura di Iron 3, realtà che vanta una decennale esperienza nell’internazionalizzazione delle imprese vitivinicole e Food & Beverage attraverso l’organizzazione di incontri B2B con importatori esteri e Arezzo Fiere e Congressi una delle più importanti realtà italiane del settore fieristico che con questo ulteriore evento va ancor più a rimarcare il suo impegno nella promozione, valorizzazione e sviluppo dell’economia dell’Area vasta sud-est Toscana, nelle sue diverse componenti, produttive, commerciali, culturali e di servizio in genere, inclusa quella convegnistica e congressuale.
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Se pensate che sia settembre “il vero” inizio d’anno, fa per voi lo speciale calendario ideato da Strada del vino Soave per trascorrere momenti di svago all’insegna del gusto. A settembre, infatti, debutta a Verona “Le cucine del Soave”, rassegna enogastronomica che, di mese in mese, fino a luglio 2017, farà conoscere territorio, prodotti e pietanze tipici di questo giardino vitato di oltre 6 mila ettari, che si estende nelle vallate collinari d’Illasi, Tramigna e d’Alpone, a breve distanza dalla città d’arte scaligera. Per una sera al mese, 11 ristoratori del territorio della Strada si cimenteranno in cucina per dare risalto alla stagionalità e alla varietà dei prodotti dell’Est Veronese. Co-protagonisti delle undici serate, saranno il vino Soave ed i viticoltori che lo producono, che avranno una ribalta speciale in occasione dell’inaugurazione della rassegna, prevista il 2 settembre a Verona alle ore 20 nel Palazzo della Gran Guardianel corso di una speciale anteprima di Soave Versus, l’evento cult del Consorzio del Soave, con un menù dedicato a “Garganega, Soave e torta Reciotina”, quest’ultima un dolce secco friabile a base di Recioto di Soave.
I PROTAGONISTI
A “Le cucine del Soave” saranno protagonisti di volta in volta i formaggi di malga ed il formaggio Monte Veronese (7 ottobre 2016, ristorante e albergo Tregnago 1908 a Montecchia di Crosara, vini Corte Moschina), l’olio extra vergine d’oliva (4 novembre 2016, ristorante Al Gambero a Soave, vini Cantina del Castello), il melo decio di Belfiore, presidio Slow Food (2 dicembre 2016, ristorante Soave Relais Castelcerino a Soave, vini Ca’ Rugate), le grappe e i distillati (5 gennaio 2017, ristorante hotel Sporting San Felice, liquori Distilleria Pietro Maschio, vini T.E.S.S.A.R.I.), i piatti della tradizione invernale a base di maiale (3 febbraio 2017, agriturismo Antica Corte Cason a Ronco all’Adige, vini Corte Mainente) e baccalà (3 marzo 2017, Antica Trattoria Fattori a Roncà, vini Antonio Franchetto) a quelli primaverili preparati con gli asparagi di Arcole (7 aprile 2017, Locanda del Borgo a Soave, vini Cantina di Soave) e il pisello Verdone Nano di Colognola ai Colli (5 maggio 2017, agriturismo Al Bosco a Colognola ai Colli, vini Agostino Vicentini) fino ad arrivare alle ciliegie(1 giugno 2017, agriturismo Corte Verzè a Cazzano di Tramigna, vini Casa Vinicola Bennati) e al prosciutto di Soave (7 luglio 2017, ristorante Bacco d’Oro a Mezzane di Sotto, vini Monte Tondo). Maggiori info: www.stradadelvinosoave.com, tel. 045.7681407.
SOAVE VERSUS
Inoltre, dal 3 al 5 e il 9 settembre torna a Verona Soave Versus. L’evento, organizzato dal Consorzio Tutela del Vino Soave in collaborazione con la Strada del Vino Soave, si tiene a Verona nel Palazzo della Gran Guardia. Dedicata alle migliori interpretazioni del vino Soave, allo stile e ai valori del territorio, la manifestazione vedrà la partecipazione di oltre 50 cantine selezionate con più di 200 referenze. Tema principale dell’edizione 2016 sarà il paesaggio, in omaggio al recente riconoscimento da parte del Ministero della politiche agricole delle “Colline Vitate del Soave” quale paesaggio rurale d’interesse storico d’Italia. Nelle tre serate, si avvicenderanno numerosi eventi, tra cui cooking show con chef di livello internazionale che faranno scoprire curiosità, prodotti, ricette e abbinamenti con i vini Soave, e cucina casalinga nel “Soave Desco”, vero e proprio ristorante all’interno della manifestazione che proporrà varie interpretazione di Soave in abbinamento ai piatti delle tradizione.
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Tra tutte le “piazze” d’Italia che nel weekend scorso hanno ospitato Calici di Stelle, abbiamo scelto Lucera (Foggia) per raccontare una delle manifestazioni dell’enogastronomia più importanti a livello nazionale, com’è l’evento promosso dall’Associazione Nazionale Città del Vino e dal Movimento del Turismo del Vino. Una scelta non casuale, considerando che in tutta la Puglia, per il 2016, sono state solamente due le tappe della manifestazione: oltre alla Daunia solo il Salento, al termine di una vera e propria “gara” tra Comuni per ospitare l’edizione 2016 di Calici di Stelle. Lucera non apriva le porte all’evento da 8 anni. E forse ne sarebbero passati altrettanti se il maltempo non avesse concesso una tregua di 4-5 ore, senza il fastidio della pioggia. I banchi di assaggio, tutti ben orchestrati, erano dislocati su un perimetro molto vasto, dalle spalle della Cattedrale angioina fino all’Anfiteatro augusteo. Lungo questo percorso, diviso per le tre zone di produzione vinicola della Puglia (Nero di Troia, Primitivo e Negramaro) venivano offerti i prodotti di circa 60 cantine pugliesi.
Partendo da uno dei tre ingressi, quello del Nero di Troia, situato alle spalle di piazza Duomo, abbiamo avuto la possibilità di degustare le varie cantine Daune. Sempre più netto il miglioramento nelle pratiche enologiche in quest’angolo del Meridione italiano. Abbiamo trovato Rivera, con il suo nero di Nero di Troia Castel del Monte Doc Violante, Del Sordo, Paglione. Fino ad arrivare a Passalacqua, con i suoi bianchi naturali. Pregiato il “Terra minuta”, blend Minutolo-Greco. Proseguendo per via Scassa, i quasi 10 mila winelovers presenti hanno avuto anche la possibilità di divertirsi con una prova sensoriale, in uno dei palazzi storici più belli della Capitanata, Palazzo Petrilli. All’interno del quale i partecipanti dovevano indovinare in quale dei 6 calici presenti vi era una maggiore persistenza olfattiva di uno degli elementi prescelti, come per esempio la ciliegia. Un gioco semplice, utile ad avvicinare anche i neofiti allo straordinario mondo del vino.
Naturalmente prima di uscire dalla zona Dauna, era d’obbligo una visita al museo civico Fiorelli, per un saluto al padrone di casa: il Cacc’e Mmitte. Qui, l’Associazione italiana sommelier (Ais) aveva organizzato una mini degustazione di Cacc’e Mmitte delle aziende lucerine. Arriviamo dunque nelle terre del Primitivo, in piazza San Giacomo. Uno dei vanti della Puglia in Italia e nel mondo: un vino pieno, vigoroso. Che ha confermato anche a Calici di Stelle la tradizione di un’alcolicità elevata, intorno ai 15% gradi. Il pubblico ha potuto degustare diversi Primitivo, ottenuti con le vinificazioni più disparate. Dal rosato della cantina Ognissole, al Primitivo di Trullo di Pezza, fino ad arrivare a una delle migliori espressioni di questo vino, il Soltema della cantina Jorche.
Ultima tappa le terre del Negramaro. Dislocate lungo viale Augusteo, le cantine Salentine proponevano i loro Negramaro e Salice Salentino. Tra le più rinomate Due Palme, Paolo Leo, Mottura. Meritano di essere citate anche altre realtà, come Menhir, Vallone con il suo Salice Salentino Riserva 2012. Senza dimenticare Carvinea. Tirando le somme, una manifestazione riuscita alla perfezione a Lucera. Passeggiare in questa magnifica città e avere la possibilità di soffermarsi anche sulle bellezze storiche, oltre che sull’enogastronomia locale, è stata una scelta vincente. Una scelta capace, per una volta, di valorizzare un Meridione che ha bisogno di iniziative come queste per alzare la testa. Promuovere e diffondere il verbo del vino in maniera semplice e far apprezzare le ormai sempre più emergenti realtà pugliesi: obiettivi centrati, per una ricandidatura ad honorem di Lucera per l’edizione 2017 di Calici di Stelle.
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L’Oltrepò Pavese e le Stelle. Del vino. Appuntamento imperdibile domenica 7 agosto per i winelovers lombardi a Santa Giuletta, in provincia di Pavia. Dalle ore 18, Tenuta La Tessèra (Casa Rossa, frazione Castello) ospiterà Calici di Stelle, manifestazione organizzata in ogni angolo del Belpaese da Città del vino e dal Movimento Turismo del Vino. Numerose le aziende agricole del territorio pavese che aderiscono all’iniziativa: dalla Cignoli Carlo a La Costanza, da La Travaglina a Lozza Roberto, senza dimenticare Montini, Sangiorgio, Terre Bentivoglio e Borgo Santuletta. Il programma prevede la degustazione guidata dei vini a cura del sommelier Luca Bergamin, che saprà certamente consigliare il vino migliore da gustare con le prelibatezze gastronomiche del territorio. I partecipanti saranno invitati a scattare fotografie dei loro momenti di convivialità per “La Stella di Federica”, concorso organizzato annualmente dall’associazione nazionale dei Comuni vitivinicoli d’Italia, Città del Vino. Per partecipare sarà sufficiente inviare gli scatti all’indirizzo email piscolla@cittadelvino.com. Le tre migliori foto saranno appunto premiate con tanto buon vino. Calici in mano e occhi puntati al cielo, per ammirare le stelle. Un appuntamento fortemente voluto dal sindaco di Santa Giuletta, Simona Dacarro, che ha potuto contare sulla locale Pro Loco Santa Julita, cui sarà affidata la ristorazione. Per maggiori info: Sergio (334.59.87.952) e Francesca (338.38.78.617).
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“Bisogna avere il massimo rispetto per la materia. È lei il punto di partenza. È lei che detta l’opera, lei che la impone”. Sono perfette le parole di Mirò per descrivere la prossima edizione di Milano Golosa, dove il concetto di purezza in cucina sarà uno dei temi principali. La quinta edizione della manifestazione gastronomica creata da Davide Paolini è in programma dal 15 al 17 ottobre a Palazzo del Ghiaccio di Milano, con un ricco calendario di eventi, che sarà definito con esattezza nelle prossime settimane. Degustazioni, dibattiti e approfondimenti che avranno un occhio di riguardo verso la cucina vegetariana e vegana e alla scoperta della cucina selvatica. “Andremo oltre il piatto – spiega Davide Paolini – alla ricerca dell’origine di ciò che vi si trova dentro. Sempre più in cucina si ricerca l’integrità della materia prima, un’idea di purezza da preservare”. Tra gli ospiti presenti per confrontarsi sulla loro idea di purezza in cucina ci saranno Valeria Mosca, nota forager, anima del centro ricerche Wood-ing sui cibi selvatici e Claudio Corallo, italiano agricoltore a Principe- São Tome, considerato il produttore numero uno al mondo di cacao.
Centottanta gli espositori artigiani presenti per proporre un tour enogastronomico della penisola alla ricerca di materie prime di qualità. Tra panettieri, casari, pasticceri il pubblico sarà invitato a “il nuovo che avanza” con prodotti della cucina, lezioni, laboratori e degustazioni. Appuntamenti che coinvolgeranno anche luoghi al di fuori del Palazzo del Ghiaccio in occasione di Fuori Milano Golosa: cene, incontri enogastronomici e degustazioni tra ristoranti e enoteche milanesi che hanno aderito alla manifestazione. Milano Golosa arriva dopo la prima edizione di Gourmandia, altro evento ideato da Davide Paolini a Treviso di cui è già in programma la seconda edizione dal 6 all’8 maggio 2017. L’evento sarà aperto al pubblico sabato 15 ottobre (dalle 14.30 alle 22), domenica 16 ottobre (dalle 10 alle 20) e lunedì 17 ottobre (dalle 10 alle 17.30). Il biglietto d’ingresso, come nelle passate edizioni, sarà di 10 euro a persona, 5 euro per i bambini dai 6 ai 12, bambini minori di 6 anni gratuito. Il programma sarà presto disponibile sul sito della manifestazione.
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Dal Pallone d’oro di Paolo Rossi al vino campione delle Marche, il Verdicchio. È una tripletta tutta azzurra tra calcio, cibo e vino quella promossa dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT) in occasione degli Europei: dal 21 al 29 giugno, sulla celebre Rotonda sul mare di Fred Bongusto, arriva “Pablito Great Italian Emotions”, la mostra ufficiale su Paolo Rossi e sugli indimenticabili Mondiali di Spagna dell’82 in abbinamento a finger food stellati e alle eccellenze enogastronomiche delle Marche. Ad annunciare oggi l’iniziativa a Senigallia, il campione del mondo Paolo Rossi, il direttore di IMT, Alberto Mazzoni, il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi e Luca Pelizzon, responsabile Relazioni esterne della mostra. Alla ‘personale’ sul calciatore – dove saranno esposti, oltre a centinaia di cimeli della sua carriera e del Mundial, la preziosa maglia originale della finale Italia-Germania, la medaglia d’oro, il mitico Pallone d’oro e la Scarpa d’oro dell’82 – si affiancheranno tutte le sere in terrazza, a partire dalle 18:00, assaggi tradizionali e ‘chicche’ proposte dagli chef stellati Moreno Cedroni (21 giugno), Mauro Uliassi (23 giugno) e Errico Recanati (29 giugno). Produttori e sommelier guideranno inoltre le degustazioni delle 16 denominazioni IMT: dal Verdicchio al Bianchello del Metauro, dal Rosso Conero alla Vernaccia di Serrapetrona, dal Colli Maceratesi Ribona alla Lacrima di Morro d’Alba. Per il direttore di IMT, Alberto Mazzoni: “Dalla campionessa di scherma, Elisa Di Francisca, a Paolo Rossi, rinnoviamo il nostro sodalizio con i grandi campioni, consapevoli del forte potenziale del connubio vino-sport. Saranno loro ad accompagnarci nei prossimi giorni in questo percorso espositivo, che vedrà anche la presenza di altre stelle dello sport italiano. Il 22 giugno avremo inoltre modo di seguire in diretta la partita Italia – Repubblica d’Irlanda”.
“È un vero piacere proseguire il tour della mia mostra nelle Marche e a Senigallia – commenta il campione del mondo Paolo Rossi – per condividere e rivivere con molti italiani un momento così emozionante che rimane ancora nella memoria di tutti. La Rotonda e la comune passione per il vino con l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, che ringrazio, ha reso tutto più particolare: unire il percorso della mostra alla degustazione dei vini, agli assaggi di tre chef stellati circondati dal mare è una esperienza molto interessante”. “Siamo felici ed orgogliosi – aggiunge il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi – di ospitare nella Rotonda di Senigallia questa mostra. Rossi è infatti molto più di un campione dello sport: la vittoria al “mundial” di Spagna, di cui fu indiscusso protagonista, racconta una delle pagine più belle della nostra storia recente. È l’emblema dell’Italia che vorremmo, quella dei talenti, dello spirito di squadra, del coraggio e della capacità di lottare insieme con umiltà e tenacia. Visitare questa mostra sarà un po’ come rivivere quelle emozioni così speciali”. “Pablito Great Italian Emotions” è un percorso incentrato sulla carriera e la vita di Paolo Rossi: in esposizione, oltre al Pallone d’oro, la Scarpa d’oro, medaglie e oggettistiche originali del mondiale, anche maglie e tute indossate dal campione, foto e filmati con le azioni e i goal più belli del giocatore, inserito dal 2004 nella “Fifa 100” (la lista dei 125 più grandi giocatori viventi selezionata da Pelé e Fifa). Spazio inoltre a installazioni audiovisive, pannelli interattivi e alla riproduzione del campo di calcio del 1982 per ricreare l’atmosfera della finale contro la Germania. Non mancheranno gli spazi dedicati ai club in cui Rossi ha militato (Juventus, Vicenza, Milan, Como e Verona) e maglie e oggetti del Mondiale del 1978 in Argentina. La mostra, organizzata in collaborazione con il Comune di Senigallia, farà tappa anche a Bruxelles, Monaco di Baviera, New York, Montecarlo, Prato e Cina nel 2017.
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Vinialsupermercato.it non poteva mancare, quest’oggi, a Torre a Mare. La frazione del Comune di Bari ha ospitato una delle più importanti rassegne sui vini del Sud. Parliamo ovviamente di Radici del Sud, manifestazione internazionale dedicata ai soli vini meridionali. Alle loro mille facce e sfaccettature. Dall’Aglianico della Basilicata al Primitivo della Puglia, passando per la Falanghina della Campania e al Nero d’Avola della Sicilia, per citarne solo alcuni (qui i vini 2016 premiati dalla giuria). Un’iniziativa lodevole, che vede finalmente i produttori meridionali – ormai affermatissimi nel panorama mondiale per la qualità dei loro vini – riunirsi sotto lo stesso “tetto” per un evento comune, in cui sfoggiare le proprie perle. Tutto bellissimo. Se non fosse che la location, una delle sale dell’Una hotel Regina, sia parsa piuttosto “ristretta” per una manifestazione di tale portata. Vero è che i 15 euro previsti per l’ingresso, con degustazioni illimitate, sono risultati ai più un prezzo ‘onesto’ per accedere alla stupenda sala da cerimonie in pietra. All’interno, ecco i vari banchi d’assaggio, sistemati in maniera un po’ confusa: poca la chiarezza nella distinzione tra i produttori delle varie regioni. Con un po’ d’impegno, abbiamo avuto comunque la possibilità di scoprire interessantissime realtà. A conferma che i produttori del Sud abbiano ormai intrapreso la strada della qualità, dimostrando di essere bravi vinificatori, nonostante mille difficoltà.
I MIGLIORI ASSAGGI
E non ci riferiamo soltanto ai ‘grandi nomi’ quali Feudi di San Gregorio, con le cantine vassalle Basilisco e Ognissole, o a marchi importanti pugliesi come Antica Masseria Jorche, una delle regine del Primitivo di Manduria, o ancora a Colli della Murgia, cantina biologica di Gravina in Puglia che presentava due spumanti metodo Charmat e un rosato pugliese ‘atipico’, di un eccellente rosa tenue, oltre ai vari bianchi di Minutolo. Grandi conferme anche quelle riservate dai vini lucani, con la nota Cantine del Notaio a sfoggiare – otre ovviamente ai vari Aglianico del Vulture – un metodo classico di Aglianico vinificato in bianco, molto interessante. Tra i vini che meritano una menzione particolare, ecco un bianco vinificato come un vino rosso, in otri di terra cotta: quello dell’azienda Lunarossa di Giffoni Valle Piana, provincia di Salerno, Campania. Quartara è il nome di questo gioiello, che prende il nome dal recipiente che lo culla sino a diventare un nettare così prelibato: un Fiano dei colli Salernitani che rimane a contatto con le bucce per 2 mesi. Abbastanza per regalare un bianco fresco e brillante, non trattato, nel rispetto della filosofia dei più famosi vignaioli friulani. Insomma: sono ormai tante le realtà vitivinicole meridionali che meritano di essere raccontate su palcoscenici di tutto rispetto. Anche – e soprattutto – fuori dai confini di un Sud Italia che sta sempre più ‘stretto’ al cuore e alla passione di questi produttori. Un cuore che, il più delle volte, batte al ritmo della qualità assoluta.
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