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Torna Emilia Sur Lì

Domenica 2 giugno è in programma la quarta edizione di “Emilia Sur Lì”, la festa del vino emiliano rifermentato in bottiglia: la giornata – con banchi d’assaggio e laboratori di degustazione – è promossa dall’omonima associazione, nata nel 2016 dalla volontà di un gruppo di vignaioli di promuovere e dare visibilità a una tradizione e un’eccellenza emiliana.

Ad ospitare “Emilia Sur Lì” quest’anno è l’agriturismo Antico Podere Emilia, a Coviolo di Reggio Emilia. Qui ha sede anche una delle cantine associate, Podere Cipolla, l’azienda di Denny Bini, che ospiterà nei propri locali anche alcuni laboratori.

Saranno ben 24, nel 2019, i banchi d’assaggio presenti. I vignaioli che stapperanno per voi i propri “rifermentati” arrivano dalle province di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Tre sono i produttori presenti per la prima volta ad “Emilia Sur Lì”: l’azienda agricola Distina di Castell’Arquato (PC), l’azienda agricola Strada del Casalino di Canossa (RE) e Podere Sotto il Noce di Castelvetro (MO).

La festa inizierà alle 11, e andrà avanti fino alle 19. Durante la giornata sarà attivo un servizio di ristoro, a cura dell’Antico Podere Emilia. A partire dalle 12 sono in programma 5 laboratori, tutti su prenotazione e con un numero di posti limitato (20 per ogni laboratorio). Spaziano da una verticale di barbera, a partire dal 1998, condotta da  Camillo Donati, alle vecchie annate di Lambruschi, passando per la barbera in bolle, i vini da agricoltura biodinamica e un viaggio nelle valli piacentine, da Est e Ovest.

I PROMOTORI

Emilia Sur Lì” è un’associazione di promozione sociale, nata con l’obiettivo di far conoscere a un pubblico ampio cosa c’è dietro a una bottiglia di vino rifermentato in bottiglia, e spiegare come questo metodo – che è figlio del territorio – garantisca la produzione di vini che possono avere una importante evoluzione in bottiglia, a differenza dei vini frizzanti fermentati in autoclave.

I soci produttori sono 27. L’associazione Emilia Sur Lì non è aperta a tutti, ma solo ai vignaioli, cioè a coloro che seguono all’interno di un’azienda tutto il processo produttivo, spesso fino alla distribuzione. Le aziende sono tutte biologiche o biodinamiche, e in cantina sviluppano le fermentazioni usando solo lieviti indigeni e i mosti delle proprie uve, senza filtrazioni né chiarificazioni del vino.

I biglietti d’accesso ai banchi d’assaggio costano 10 euro, più 5 euro di cauzione per il bicchiere. È previsto un ingresso scontato del 50 per cento (5 euro, più 5 di cauzione) per chi partecipa ad uno dei laboratori.

LA LOCATION

L’AnticoPodere Emilia si trova in via Charles Darwin 2, a Coviolo (RE). Per coloro che si muovono in treno, dalla stazione Fs di Reggio Emilia è possibile raggiungere la chiesa di Coviolo con l’autobus urbano numero 4. La fermata “Covolo-chiesa” dista 1,1 chilometri dall’Antico Podere Emilia

I produttori presenti, da Ovest a Est. Tre i nuovi soci, le cantine che si presentano al pubblico di “Emilia Sur Lì” per la prima volta

PIACENZA

Soc. Agr. Casè

Cordani

Az. Agr. Montesissa Emilio

Tenuta vitivinicola Croci

Cascinotta di Rizzolo

PARMA

Az. Agr. Camillo Donati

Az. Agr. Crocizia

Podere Pradarolo

REGGIO EMILIA

Az. Agr. I Cinque Campi

Az. Agr. il Farneto

Az. Agr. Podere Cipolla

Az. Agr. Podere Magia

Az. Agr. Quarticello

Az. Agr. Storchi

Ferretti vini

MODENA

Az. Agr. Claudio Plessi

Bergianti vino

Podere Cervarola

BOLOGNA

Az. Agr. Gradizzolo

Az. vitivinicola Maria Bortolotti

Al di là del Fiume

NUOVI INGRESSI 2019

Az. Agricola Distina, Castell’Arquato (PC)

Az. Agricola Strada del Casalino, Canossa (RE)
Podere Sotto il Noce, Castelvetro (MO)

LABORATORI DI “EMILIA SUR LÌ” – 2 giugno 2019

A) BARBERA IN VERTICALE (dal 1998), dalle 12

Chi? Camillo Donati

Dove? Sala interna Antico Podere Emilia

Come? Con pranzo

Prezzo? 40€

Quanti? Massimo 20 persone

  1. B) VINI DA AGRICOLTURA BIODINAMICA, dalle 12

Chi? Podere Magia, Bergianti vino, il Farneto, Al di là del Fiume, Storchi

Dove? Cantina di Podere Cipolla

Come? Con assaggi in abbinamento (da definire )

Prezzo? 20€

Quanti? Massimo 20 persone

  1. C) BARBERA IN BOLLE, dalle 14

Chi? Podere Pradarolo

Dove? Sala interna Antico Podere Emilia

Come? Con assaggi in abbinamento (da definire )

Prezzo? 20€

Quanti? Massimo 20 persone

  1. D) LAMBRUSCHI VECCHIE ANNATE, dalle 14

Chi? Cinque Campi, Podere Cipolla, Quarticello, Crocizia

Dove? Cantina di Podere Cipolla

Come? Con assaggi in abbinamento (da definire )

Prezzo? 20€

Quanti? Massimo 20 persone

  1. E) LE VALLI PIACENTINE, DA EST A OVEST (Val Ongina, Val d’Arda, Val Chero, Val Vezzeno, Val Nure), dalle 16

Chi? Distina, Croci, Montesissa, Cordani, Cascinotta di Rizzolo

Dove? Cantina di Denny

Come Con assaggi in abbinamento (da definire)

Prezzo? 20€

Quanti? Massimo 20 persone

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Emilia Sur Lì: vini liberi, anche dal Fisco

Ci sono sfumature capaci di rovinare un bel quadro. Un po’ come i baffi sulla Gioconda, se fossimo al Louvre. Venature dadaiste, in grado di farti andar via dall’edizione 2017 di Emilia Sur Lì – festival dei Vini emiliani rifermentati sui lieviti, con la bocca in paradiso. Ma la coscienza all’inferno.

Tanti buoni vini rifermentati e qualche eccezionale metodo classico (“outsider” solo in teoria) all’Agriturismo La Longarola di Lesignano de Bagni, poco fuori Parma, venerdì 2 giugno. Ma una “leggerezza fiscale” impressionante, con bottiglie vendute da alcuni produttori senza alcuna ricevuta. Vini liberi, insomma. Anche dal Fisco. Vini anarchici. Vini, in realtà, masochisti.

Di fatto, un vero peccato in termini di lungimiranza. Al di là degli aspetti legali della questione, non è la prima volta che assistiamo in presa diretta allo “smercio” di vino senza scontrino, a fiere ed eventi che spesso vedono protagonisti vignaioli “controcorrente”. I paladini della naturalità in vigna, in grado di concordare su rigidi disciplinari di produzione che prescindono (in positivo) dai disciplinari, scivolano (non tutti, è chiaro: ma a questo punto qualcuno isoli i furbi) sulla buccia di banana della legalità.

Un trend pericoloso, che rischia alla lunga – su scale nazionale – di non dare il giusto valore alla produzione di vino naturale. Un’evasione fiscale che fa male a un movimento, quello dei vini prodotti “secondo natura” (senza solfiti aggiunti, biologici, biodinamici…) che meriterebbe d’essere raccontato ogni giorno per l’aumento di interesse da parte del pubblico. Dati positivi a cui questo fenomeno perverso – più italiota che italiano – non può che tranciar le gambe. Perché la storia – da che mondo e mondo – si fa coi numeri. Non con le chiacchiere o le poesie su madre natura, nemica – evidentemente – più dell’industria del vino che dell’industria del denaro.

I MIGLIORI ASSAGGI
Emilia Sur Lì 2017 resta comunque, a tutti gli effetti, una manifestazione di livello nel panorama dei vini “alternativi”. Ecco i nostri migliori assaggi di vini rifermentati e sboccati, compresi alcuni “Metodo Classico” esemplari.

1) Grechetto, Azienda Agricola Gradizzolo. Sono tutti da assaggiare i Grechetto dell’Azienda Agricola Gradizzolo di Monteveglio, in provincia di Bologna. Che si tratti di “Gradizzolo” 2005, rifermentato erbaceo, balsamico, dalla chiusura speziata e lunghissima, o del Grechetto 2015 in anfora (naso splendido sull’anice), oppure del Grechetto 2012, imbottigliato a febbraio 2013 (gran pienezza e complessità, pur mantenendo una straordinaria facilità di beva) i vini di Antonio Ognibene lasciano il segno.

2) “Per Franco” e “Rosso Bergianti”, Azienda Agricola TerreVive Bergianti Vino. Qui siamo a Gargallo di Carpi, in provincia di Modena. “Per Franco” è uno spumante Metodo Classico Rosè ottenuto in purezza da uve Lambrusco della varietà Salamino. Nulla a che vedere con la media dei Lambruschi tradizionali, da cui si discosta fin dalla prima olfazione di cipria, che vira subito sulla frutta.

Uno spumante deciso, di carattere, ben retto su una schiena muscolosa. Non tanto, però, da comprometterne l’assoluta piacevolezza della beva. Rosso Bergianti è invece ottenuto con l’aggiunta di un 20% di uve Lambrusco Sorbara alla base Salamino. Un Metodo Classico giocato sull’acidità tipica, appunto, del Sorbara. Un Lambrusco da bere tutto d’un fiato.

3) Harusame, Casè… naturally wine. Alberto Anguissola tira fuori dal suo scrigno di Casal Pozzino di Travo in Val Trebbia (Piacenza), uno spumante rosato di Pinot Nero in purezza a dir poco eccezionale. Ne vanno matti in Giappone, ma anche in Italia rischia di creare dipendenza. Dopo un affinamento in acciaio per circa un anno, al vino viene aggiunto mosto fresco di Pinot Nero della vendemmia successiva, “in modo da ottenere il livello zuccherino corretto per avviare la rifermentazione in bottiglia”.

Non viene fatto uso di zuccheri industriali o lieviti selezionati per Harusame: solo madre natura per la presa di spuma. Al naso nocciola tostata, che torna prepotente in un palato a dir poco sconvolgente per l’uvaggio. Fragranza pura, soprattutto quando nel retro olfattivo fa capolino l’arachide. La frontiera naturale e dorata di un Pinot Nero, a pochi chilometri dalla sua patria d’elezione: l’Oltrepò Pavese.

4) Spumante Metodo Classico Brut Bianco Antico 2014 Vej, Podere Pradarolo. Altro assaggio sconvolgente il 100% Malvasia di Candia aromatica prodotto in località Serravalle, nel Comune di Varano dè Melegari. Siamo nella bassa Valle del Ceno, in provincia di Parma. Nove mesi complessivi di macerazione: i primi tre prevedono profondi rimontaggi, che anticipano i successivi 6 mesi a cappello sommerso. L’estrazione è totale e in bocca è evidente l’eccezionale equilibrio tra bollicina e tannino. Per la seconda fermentazione è stato utilizzato il mosto 2015.

“Facciamo tanta fatica in vigna per portare in cantina uve sane, comprese ovviamente le bucce: perché poi dovremmo gettarle via?”: il commento di Claudia Iannelli, toscana doc trapiantata in Emilia per seguire il sogno del marito Alberto Carretti, lascia pochi spazi alle interpretazioni. Un Pas Dosè sboccato alla Volé da lasciare il segno. Vej si presenta nel calice di un giallo intenso, tra la camomilla e l’ambrato. Al naso la tipicità della Malvasia di Candia, con uno spunto floreale di rosa. Al palato si fa serio, grazie all’apporto dei tannini che chiamano piatti anche importanti. Lo immaginiamo su un’anatra all’arancia. Divino.

5) Barbera 2014, Camillo Donati. Gli effetti della rifermentazione in bottiglia sono ormai pressoché svaniti nella Barbera 2014 di Camillo Donati, orgoglioso viticoltore emiliano di Barbiano, Parma. Frutta rossa deliziosa al naso, di rara pulizia (alla cieca, note che farebbero quasi pensare a un Pinot Nero altoatesino).In bocca, il residuo zuccherino non infastidisce la beva, che resta seriosa nonostante la predominanza delle note fruttate. D’obbligo lasciare respirare un po’ il vino nel calice, per assaporarne l’evoluzione all’olfatto: la frutta rossa diventa cornice di liquirizia dolce e note erbacee mediterranee. Tutto bellissimo.

6) Frisant Bianco 2016, Il Farneto. A Castellarano, provincia di Reggio Emilia, Bella interpretazione del vitigno Spergola, autoctono dell’Emilia, cui viene aggiunto un 40% di Sauvignon In degustazione la vendemmia 2016, rifermentata a maggio.Naso delicato di pera Williams e fiori bianchi freschi per questo “Frizzante” di colore giallo paglierino intenso. Inattesa un’acidità così spiccata al palato, ben equilibrata con il ritorno delicato delle note fruttate e una mineralità che chiama il sorso successivo.

7) Lambrusco dell’Emilia Igt Rosso Frizzante Secco “Al Scur”, Ferretti Vini.. Frizzanti per Natura. Ottenuto da un 90% di uvaggio composto da sette varietà di Lambrusco (Maestri, Marani, Salamino, Grasparossa, Oliva, Barghi, Foglia frastagliata) e un 10% di uva Ancellotta, altra autoctona emiliana. E’ un Lambrusco sui generis, tutt’altro che “piacione” o “femminile”.

Solo apparentemente una contraddizione, se si considera che la Ferretti Vini è oggi un’azienda a conduzione femminile, grazie all’impegno delle sorelle Elisa e Denise, che hanno saputo far tesoro degli insegnamenti del padre Sante, per 40 anni cantiniere alla Cantina Sociale di Campegine.

“Al Scur”, di fatto, è tradizione e naturalezza. Spuma corposa che tinge un calice porpora, impenetrabile. Naso di quelli che rendono giustizia ai vini naturali, grazie all’apporto di un Grasparossa audace, animale. Il tutto senza perdere finezza. Un anziano contadino con le mani sporche di terra, ma in camicia. Pronto per la messa della domenica.

8) Lambrusco dell’Emilia Igp Frizzante Rosso Secco “Ponente 270”, Podere Cipolla. Denny Bini ci manda in confusione. Tocca rileggere tre, quattro volte gli appunti prima di battere la recensione del suo Lambrusco Ponente 270, piena di ossimori: degustandolo al banco d’assaggio di Emilia Sur Lì, scriviamo prima “austero”, poi “rotondo”. Proprio così, non è un errore. Un’interpretazione esemplare di un blend di Lambrusco Salamino, Malbo Gentile, Grasparossa e Sorbara.

Un vino fresco ed equilibrato, sia al naso sia in bocca, tutto giocato su grasse note fruttate (tendenti al maturo) e su una bevibilità eccellente. Un Lambrusco semplice, ma tutt’altro che banale. Da provare, sempre in casa Podere Cipolla – Denny Bini, il Grasparossa Libeccio 225: più spigoloso e muscoloso, per via di una spalla acida ben più consistente.

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