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Il vino della Valle Isarco è una “cultura di dettagli”


“È una cultura di dettagli”. Con questa frase Christophe Roumier definì la Borgogna, ma le stesse parole possono descrivere anche un altro territorio: la Valle Isarco. Siamo in Alto Adige (o per meglio dire in SudTirol) lungo quella valle, percorsa per l’appunto dal fiume Isarco, che da Nord a Sud va dal Brennero a Bolzano.

Circa 80 km in tutto. La zona vitivinicola parte più a sud, presso Bressanone, per terminare all’altopiano del Renon sopra Bolzano. Circa 400 ettari vitati. Esposizioni che variano dalla destra alla sinistra orografica della valle a seconda dell’andamento della stessa.

Conformazioni geologiche che variano dalla fillade quarzifera al porfido quarzifero, al “dioride di Chiusa“, dal pietrisco glaciale ai sedimenti fluviali depositatisi fra le glaciazioni. Grandi escursioni termiche giorno-notte, scarse precipitazioni, molte ore di esposizione solare.

Quota dei vigneti che varia dai 300 ai 970 metri sul livello del mare, dove si coltivano 10 vitigni a bacca bianca (Kerner, Sylvaner, Muller Thurgau, Gewurztraminer, Riesling, Gruner Veltliner, Pinot Grigio, Weissburgunder, Sauvignon, Chardonnay che danno il 90% della produzione) e quattro a bacca rossa (Zweigeilt, Portugieser, Vernatsch/Schiava, Pinot Nero/Blauburgunder).

Diciannove produttori con una media di 1,5 ettari per vitati per azienda agricola. Circa 2.200.000 bottiglie/anno, il 75% commercializzato in Italia, con una media di 31.500 bottiglie a vignaiolo. Questi i numeri.

Questo il perché della “cultura dei dettagli” e del paragone con l’illustre Borgogna. Parliamo di un territorio fatto di equilibrio fra le differenze, dove ogni vitigno torva la sua parcella d’elezione, dove ogni vignaiolo può leggere ed interpretare il suo singolo pezzo di terra nel rispetto del terroir, dove lo stesso vitigno coltivato più a nord o più a sud, più “di qui” o più “di là”, da risultati differenti.

A raccontare questo incredibile mosaico enologico è EisaktalWein, associazione nata del 2015 che raccoglie oltre ai 19 produttori (17 vignaioli più la cooperativa Cantina Valle Isarco e la storica Abbazia di Novacella) anche strutture di accoglienza e promozione per favorire l’interscambio fra i vari attori e far conoscere la realtà “Valle Isarco” al pubblico.

Ed il modo migliore per iniziare ad esplorare una tale complessità è “al calice”. Fermarsi. Sedersi. Chiacchierare con chi quel territorio lo vive e lo conosce. Assaggiarne i vini. Capirne le differenze. In un mondo in cui la comunicazione sempre più passa attraverso canali social fatti di “mordi e fuggi”, di immagini belle ma fugaci che depauperano i contenuti in nome dell’apparire, occorre prendersi il tempo di percorrere idealmente la Eisacktal attraverso la degustazione di vitigni ed areali.

Ecco quindi l’idea di una cena proprio nel cuore della “città social”, Milano. Più di 20 vini a rappresentare “i dettagli” e ad accompagnare le preparazioni dello chef Stefano Caffarri che dall’aperitivo al dolce ha voluto omaggiare il patrimonio gastronomico italiano proprio a dimostrare la grande versatilità dei vini isarchesi.

Prosciutto di Parma, salame di Nero, gnocco fritto, piadina, spuma d’acciughe, mazzancolle, orecchiette allo zola, plin, sgombro, risotto al graukase, sbrisolona.

Giusto per citare alcune delle preparazioni. Ad esse in abbinamento i Sylvaner, i Kerner, i Gruner Veltliner, i Muller Thurgau, i Riesling, i Pinot Grigio, i Sauvignon. Sempre serviti in coppia da due sotto zone diverse, a mostrare caratteri differenti e differente versatilità nel “paring”.

Non ultima la sfida del tempo. Tre vecchie annate presentate. Weissburgunder 2013 di Ebner; la freschezza che non ti aspetti tanto al naso quanto in bocca.

Riesling Praepositus 2013 di Abbazia di Novacella; perfetto equilibrio fra la frutta matura e l’idrocarburo, fra il “nord” teutonico ed “sud” italiano, un calice nel quale lasceresti il naso ab aeterum. Sylvaner 2010 di Cantina Valle Isarco; si signori, un Sylvaner con quasi 10 anni sulle spalle. Complessità di miele e frutta surmatura, fiori secchi e fieno. Perfettamente godibile al sorso. Sfida vinta!

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degustati da noi news news ed eventi vini#02 visite in cantina

I vini della Valle Isarco in 60 assaggi delle 19 cantine. E’ l’Alto Adige da scoprire


BRESSANONE –
Immaginate un lungo e stretto canalone dai fianchi ripidi, che lascia poco spazio all’uomo e tanto alla natura più selvaggia. Rotta solo dalle geometrie precise dei vigneti, fin sopra gli 800 metri d’altezza. Sarà capitato anche a voi di finire imbottigliati nel traffico della Valle Isarco, sull’arteria autostradale che collega Bolzano all’Austria.

E’ la legge del contrappasso di una delle terre del vino meno conosciute d’Italia. Tanto toglie in quel po’ di pianura concessa all’uomo, tanto regala sui clivi mozzafiato, grazie all’opera laboriosa di un gruppo ristrettissimo di viticoltori. Diciassette piccole cantine e due cooperative.

Sono loro l’anima della Valle Isarco. Forti e uniti in un’unica voce, in cui si distinguono le sfumature dei differenti terroir. Vignaioli che sanno di non essere né a Termeno né a Caldaro. Né a Cortaccia né a Santa Maddalena.

Ma non per questo in un territorio meno unico o meno meritevole di essere raccontato, “dalla montagna al calice”. Un’unione sancita da EisacktalWein, che dal 2015 ha fatto suo questo slogan.

E’ nato così un Consorzio che riunisce 19 produttori di vino della Valle Isarco e diverse strutture di accoglienza, ristorazione e promozione, “con l’intento di incoraggiare lo sviluppo del territorio favorendo i contatti interni tra i diversi soci e lo scambio di esperienze e informazioni”. Quando si dice “fare rete“.

A presiederla c’è il giovane Armin Gratl, già direttore generale di Eisacktaler KellereiCantina Valle Isarco, una delle due cooperative sociali della zona (l’altra è Kloster-Neustift, l’Abbazia di Novacella). Da soli, i due colossi controllano poco più della metà degli ettari vitati complessivi della Valle Isarco (400).

Un’area dall’anima bianchista, vista la predominanza dei vitigni a bacca bianca (89,25% contro i 10,75%). Tra questi gioca un ruolo dominante il Kerner (82 h – 20,5%), seguito da Sylvaner (69 h – 17,25%), Müller Thurgau (59 h – 14,75%), Gewürztraminer (51 h – 12,75%), Riesling (28 h – 7%) e Grüner Veltliner (25 h – 6,25%), seguiti a ruota da Pinot grigio (Grauburgunder), Pinot bianco (Weissburgunder), Sauvignon e Chardonnay.

Sul podio dei vitigni a bacca rossa lo Zweigelt (17,0 h – 4,25%), seguito da Blauer Portugieser (10 h – 2,5%), Schiava / Vernatsch (8 h – 2 %) e Pinot nero / Blauburgunder (8 h – 2%). Le bottiglie prodotte sono 2,2 milioni, con l’Italia che resta il mercato principale (75%) seguito da Europa (Germania e Svizzera in primis) e Paesi terzi quali Usa e Giappone (10%).

Si parla ovviamente di vini destinati all’Horeca, con le cooperative impegnate solo marginalmente nella Grande distribuzione organizzata, con cifre che sfiorano il 10% del totale prodotto. Del resto, lo stato di salute finanziaria delle “big” è buono.

Cantina Valle Isarco segna quest’anno un +6,5% sul fatturato, passando da 5,9 a 6,3 milioni di euro. Bene anche la cantina dell’Abbazia di Novacella: bilancio a 7,5 milioni, su un giro d’affari complessivo di 10,5.

Interessanti i progetti di sviluppo delle due cooperative. Cantina Valle Isarco punterà ancor più sulla specializzazione della produzione, attraverso la micro vinificazione in acciaio delle singole parcelle dei 135 conferitori.

Novacella, sotto la guida dell’enologo Celestino Lucin, ha inaugurato da poco la nuova cantina e mira a un incremento fino a 1 milione di bottiglie. Tra le novità del 2019 potrebbe esserci anche un’etichetta di Pinot nero vinificato in anfora.

I MIGLIORI ASSAGGI CON PUNTEGGI

Complessivamente alto il livello dei vini proposti in degustazione durante il nostro tour in Valle Isarco. Promettono bene anche i nettari ancora in vasca, o in affinamento in botte.

E le vecchie annate danno la misura del gran lavoro delle 19 cantine aderenti al circuito EisacktalWein, impegnate nel costante innalzamento qualitativo della Denominazione.

I fari della Valle Isarco, oltre alle due cooperative, sembrano essere ben definiti tra i vignaioli. Su tutti colpisce l’eclettico Florian Unterthiner, alla guida di Weingut Ebner. Benissimo anche Günther Kerschbaumer di Köfererhof Weingut.

Splendida tutta la linea di Markus Prackwieser (Gumphof): vero genio, in grado di produrre vini visionari, di grande longevità. Manni Nössing è invece il re del Kerner. E Bessererhof, grazie al duo Otmar e Hannes (padre e figlio da poco in cantina) regala il miglior Chardonnay della vallata.

Tra le sorprese, da assaggiare il Blaterle 2017 di Rielinger. E c’è anche la “bollicina” che non t’aspetti: sensata, verticale, minerale e “di terroir”, nel segno dei migliori Charmat italiani: il Brut “Isaras” di Cantina Valle Isarco, base Müller Thurgau e Sylvaner.

KERNER
Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner 2017, Manni Nössing: 96/100
Südtirol Alto Adige Doc Kerner 2006 “Praepositus”, Kloster-Neustift – Abbazia di Novacella: 95/100
Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner 2017, Köfererhof Weingut: 94/100
Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner 2016 “Sabiona”, Eisacktaler Kellerei – Cantina Valle Isarco: 91/100
Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner Passito 2016 “Nectaris”, Cantina Valle Isarco: 90/100

SYLVANER
Südtirol Alto Adige Doc Valle Isarco Sylvaner 2017 “Lahner”, Taschlerhof: 96/100
Südtirol Alto Adige Doc Valle Isarco Sylvaner 2017, Taschlerhof: 94/100
Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Sylvaner 2010 “Sabiona”, Eisacktaler Kellerei – Cantina Valle Isarco: 90/100
Südtirol Alto Adige Doc Valle Isarco Sylvaner 2017, Weingut Garlider: 88/100
Südtirol Alto Adige Doc Valle Isarco Sylvaner 2017 “Gols”, Griesserhof: 86/100

MÜLLER THURGAU
Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Müller Thurgau 2017 “Sass Rigais”, Manni Nössing: 88/100

GEWÜRZTRAMINER
Igt Mitterberg Gewürztraminer Kerner Passito 2015 “St. Cyrill”, Villscheider: 90/100

RIESLING
Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Riesling 2016, Köfererhof Weingut: 96/100
Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Riesling 2009, Köfererhof Weingut: 95/100
Südtirol Alto Adige Doc Riesling 2013 “Praepositus”, Kloster-Neustift – Abbazia di Novacella: 92/100
Igt Mitterberg Riesling 2017 “Viel Anders”, Rockhof – Weingut Rock: 90/100
Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Riesling 2016, Rielinger: 89/100

GRÜNER VELTLINER
Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Grüner Veltliner 2017, Weingut Ebner: 95/100
Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Grüner Veltliner 2017 “Gail Fuass”, Rockhof – Weingut Rock: 92/100
Südtirol Alto Adige Doc Grüner Veltliner 2016 “Praepositus”, Kloster-Neustift – Abbazia di Novacella: 91/100
Igt Mitterberg Grüner Veltliner 2016 “Muga Selection”, Spitalerhof: 88/100

PINOT GRIGIO / GRAUBURGUNDER
Südtirol Alto Adige Pinot Grigio Doc 2017, Wassererhof: 90/100

PINOT BIANCO / WEISSBURGUNDER
Südtirol Alto Adige Pinot Bianco Doc 2017, Weingut Ebner: 94/100
Südtiroler Alto Adige Pinot Bianco Doc Riserva 2016 “Fellis”, Bessererhof: 94/100
Südtirol Alto Adige Pinot Bianco Doc Riserva 2012 “Renaissance”, Gumphof – Markus Prackwieser: 94/100

SAUVIGNON BLANC
Südtirol Alto Adige Sauvignon Blanc Doc 2014 “Praesulis”, Gumphof – Markus Prackwieser: 92/100

CHARDONNAY
Südtiroler Alto Adige Chardonnay Doc Riserva 2016 “Fellis”, Bessererhof: 94/100
Südtiroler Alto Adige Chardonnay Doc Riserva 2004 “Fellis”, Bessererhof: 90/100

PINOT NERO / BLAUBURGUNDER
Südtirol Alto Adige Pinot Nero Doc 2016, Weingut Ebner: 92/100

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