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Starbucks Milano e il caffè freddo Cold Brew Lemon Sour: il drink rinfrescante dell’estate 2021

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Si chiama Cold Brew Lemon Sour ed è uno dei drink analcolici più rinfrescanti dell’estate 2021 di Milano. La bevanda, che vede protagonista il caffè e il succo di limone, è disponibile da Starbucks Reserve Roastery di Piazza Cordusio, 3.

In cosa consiste questo cocktail analcolico? L’ingrediente più importante è uno dei 20 caffè Starbucks Reserve, estratto a freddo per 24 ore. La macinatura utile al Cold Brew (letteralmente “infuso freddo“) è a grana grossa. Occorre un filtro molto resistente, metallico o a calza.

L’altra frazione (consigliato il 50-50) è, ovviamente, quella del Lemon Sour. Una sorta di “spremuta di limone”, con aggiunta (a piacere) di zucchero di canna. In Piazza Cordusio 3, gli esperti di Starbucks Roastery Milano aggiungono anche un ingrediente segreto: un goccio di sciroppo d’acero, utile a rendere cremosa (silky, “setosa”) la texture.

Il risultato è un drink dalla beva spasmodica, servito in un elegante bicchiere Old Fashioned (tumbler basso). Si tratta degli stessi bicchieri utilizzati generalmente per il whisky. Come decorazione, un colorato sorriso di scorzetta di limone e un bacio di marasca nera.

Per i più esigenti, sempre da Starbucks Milano, è disponibile il percorso Cold Craft Discovery Flight. Una degustazione di tre drink a base di caffè e agrumi: Nitro Cold Brew, Cold Brew Lemon Sour e Arancia Rossa. Un’esclusiva riservata ai clienti milanesi di Starbucks.

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Food Lifestyle & Travel

Ristoranti e wine delivery: la carta del vino (e dei drink) va ripensata. Prezzi compresi

Prezzo d’acquisto (da parte del ristoratore) moltiplicato per due o per tre (per il cliente), quando va bene. È a queste cifre che siamo abituati ad acquistare (e bere) il vino al ristorante. Sui “ricarichi” – a volte giusti, a volte esorbitanti – incide il servizio al tavolo, il tovagliato, la qualità dei bicchieri, la presenza o meno di un sommelier in sala e, ovviamente, il livello della cucina.

Pensare oggi di applicare gli stessi prezzi della carta vini del ristorante al wine delivery è il grande errore che sta compiendo una buona fetta della ristorazione, nel riorganizzarsi a fronte del lockdown da Coronavirus. Un discorso che vale pure per la Coca-Cola, o per l’acqua. Insomma, per tutta la lista dei drink.

Drink al prezzo del ristorante in una carta delivery attiva dal 12 maggio: acqua a 1 euro, Coca-Cola a 3, birra Becks a 4 euro

Alcuni ristoranti, così come le enoteche che abbinano il “food” al “wine“, sembrano non aver compreso la lezione di insegne come Signorvino. Il brand del gruppo Calzedonia, che non rinuncia ad aprire punti vendita confermando in toto il programma di aperture per i prossimi anni, ha fatto scuola su questo fronte.

Da Signorvino si consuma il vino al tavolo, servito alla corretta temperatura da un “wine expert“, allo stesso prezzo d’acquisto a scaffale. Senza “ricarico”. Motivo in più per ripensare la carta vini prima dell’avvio della consegna a domicilio, rinunciando a un poco di margine per incentivare le vendite e le rotazioni delle proprie etichette, sotto “lucchetto” per via del lockdown. Magari con proposte di abbinamento al food delivery, studiate ad hoc.

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Importante tasso di crescita per il Rhum Agricole

Un recente studio condotto da Persistence Market Research (PMR) mostra come il mercato globale del Rhum Agricole sia in forte crescita. Si prevede infatti una chiusura intorno agli 1,3 miliardi di Dollari per il 2019 e un incremento fino 1,7 miliardi (oltre il 30%) per il 2027. Tre sembrerebbero i fattori chiave di questa crescita.

LA RICERCA DELL’AUTENTICITA’
Quello di ricercare autenticità, territorialità, origine e particolarità nei prodotti è un trend che negli ultimi anni sta coinvolgendo tutti i comparti del beverage e più un generale dell’agroalimentare. Basti pensare a quanto questo abbia influenzato il mercato globale della birra con la crescita esponenziale dei birrifici artigianali. Allo stesso modo il Rhum Agricole, che viene percepito come come prodotto autentico e “rustico”, beneficia del trend ponendosi come alternativa al rum da melassa per “il consumatore attento” (o presunto tale).

Questo fattore, legato ad un andamento mondiale che vede costante il tasso di crescita di “bevitori” soprattutto nelle aree urbane e fra le nuove generazioni (effetto “millennials”) spinge, e con ogni probabilità spingerà, il consumo di Rhum Agricole.

CRESCITA DEL MERCATO E-COMMERCE
La crescita dell’e-commerce, in ogni settore merceologico, fa si che sia molto più facile raggiungere con un prodotto il consumatore finale. Dall’altro lato il consumatore ha più, e più facilmente, potere di scelta sul prodotto da acquistare. Il mercato degli alcolici non si discosta da questa analisi ed è quindi più facile per produttori ed importatori proporre il Rhum Agricolo coi suoi valori, così come è più semplice per il consumatore ricercare ed acquistare proprio quel prodotto.

CRESCENTE POPOLARITA’ DELLA MIXOLOGY
Che la popolarità del bere mescolato sia in forte ascesa negli ultimi anni è ormai un dato assodato. Col crescere del consumo di drink e cocktail ecco crescere anche il consumo di rum, elemento portante in molte preparazioni. Realizzato con succo di canna da zucchero grezzo il Rhum Agricole ha un sapore vivace, intenso e vegetale che a seconda di zona e stile produttivo può prendere sfumature più fiorite o più salmastre.

Proprio la sua ricchezza aromatica lo rende un ingrediente col quale poter sperimentare e giocare all’interno dei drink. Ecco quindi che, così come avviene coi gin dove l’uso di diverse botaniche porta profili aromatici diversi, anche il Rhum Agricole vive una nuova giovinezza nella fantasia dei bartender o nelle richieste dirette dei consumatori.

IL PUNTO DI VISTA DI WINEMAG
La ricerca di un prodotto dalle origini chiare, il desiderio di provare esattamente “quel” prodotto, la voglia di ricercare e provare cose nuove e diverse è senza dubbio un bene. Il fatto che l’e-commerce ci metta fra le mani uno strumento nuovo e potente per poter ottenere il prodotto da noi tanto ricercato è senza dubbio una cosa positiva (a patto di non abusarne, così come già ben sappiamo per tutto ciò che è internet e “social”).

Ciò che ci preme sottolineare però è come non tutto ciò che si fregia del titolo di “agricolo” o “autentico” sia necessariamente migliore. Chi scrive è da sempre un sostenitore del Rhum Agricole, ma più ancora è un sostenitore del “bere bene”. Se è vero che vi sono rhum agricoli eccellenti vero è anche che vi sono rum da melassa di grande fattura.

Verrebbe da dire “ad ogni r(h)um la sua collocazione”. Così come spesso ci si impunta sul caffè monovarietale Arabica perchè fa più figo del Robusta dimenticandosi che vi sono miscele in grado di dare emozione, occorre non dimenticare che il profilo organolettico di un rum può sposarsi meravigliosamente con certe situazioni e meno bene con altre.

Se un dush di Agricole Blanco può regalare sfumature seducenti al vostro Daiquiri, lo stesso drink preparato con solo Rhum Agricole rischia di perdere la propria eleganza. Di contro un buon Agricole Blanco arricchito semplicemente di una scorza di lime apre un arcobaleno di sensazioni. Un buon rum da melassa può essere un ottimo pairing per molte preparazioni di pasticceria, così come un Agricole invecchiato può un buon compagno di viaggio del cioccolato fondente.

Attenzione quindi a non fare di tutta l’erba un fascio. Bene venga la crescita del mercato del Rhum Agricole e le sue motivazioni, ma occhi aperti a non farsi prendere troppo la mano rischiando di perdere quelle emozioni che sono insite in prodotti diversi ma non per questo non eccellenti.

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I segreti del ghiaccio: primo ingrediente dei cocktail (di qualità)

Quanto è importante il ghiaccio nei cocktail? Se ne è parlato il 12 novembre scorso durante il Merano Wine Festival 2018 in “Cocktail, ghiaccio e servizio nell’alta ristorazione” allo spazio The Circle. Ecco quindi svelati alcuni aspetti che forse neofiti e non addetti ai lavori ignorano.

Spesso il consumatore è portato a pensare che la grande quantità di ghiaccio in un cocktail sia un espediente del barman “furbetto”, che satura il bicchiere col ghiaccio per risparmiare sugli ingredienti. In realtà il discorso è profondamente diverso.

Innanzitutto il ghiaccio stesso è un ingrediente fondamentale del cocktail, nonché l’unico ingrediente comune a pressoché tutte le preparazioni. Compito fondamentale del ghiaccio è raffreddare e tenere alla giusta temperatura gli altri ingredienti tanto in fase di preparazione quanto durante il servizio.

Come ha fatto notare Fabio Bacchi di BarTales: “Un mixologist è come uno chef che al posto di cucinare con il calore usa il freddo per preparare la sua ricetta”. E questo freddo arriva proprio dal ghiaccio.

IL “COMPITO” DEL GHIACCIO
Il ghiaccio nel bicchiere ha quindi il compito di mantenere freddo il nostro drink, ma non solo. Col suo lento sciogliersi, diluisce progressivamente il drink stesso. Questo non è un difetto. Molti drink infatti necessitano di una leggere diluizione per evolversi. Un po’ come il vino che nel calice si evolve, cambia, liberando sempre nuovi profumi e regalando nuove sensazioni.

Ecco perché i bicchieri vengono sempre serviti colmi di cubetti dal buon barman e mixologist. Lo scopo è garantire la giusta proporzione fra drink e ghiaccio. Se il cocktail è ben preparato, infatti, il ghiaccio non galleggia.

Ma anche il ghiaccio, oltre agli ingredienti del cocktail, dev’essere di buona qualità, intesa sia come composizione sia come forma. Più il ghiaccio è trasparente più è puro: è stato cioè ottenuto per lento congelamento di acqua di buona qualità.

IL GHIACCIO “IN FORMA”
Se il congelamento è troppo repentino o l’acqua contiene impurità, ecco che il ghiaccio risulterà non perfettamente trasparente. Con quelle increspature biancastre che a volte ci capita di notare.

La forma fa invece variare la superficie di contatto fra drink e ghiaccio. E quindi anche i tempi di raffreddamento e diluizione. Se il ghiaccio è di buona qualità, se il drink è stato ben preparato, se la proporzione fra liquido e ghiaccio è corretta, ecco che potremo godere di un’ottima esperienza di degustazione.

Quando avremo finito il nostro cocktail, noteremo che il ghiaccio è rimasto quasi per intero nel nostro bicchiere ormai vuoto. Segno evidente che tutto è andato per il meglio. E che barman o mixologist avranno fatto per bene il loro lavoro.

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Roma Cocktail Week 2017: l’arte della miscelazione alle Officine Farneto

Si tiene a Roma, presso le Officine Farneto di via dei Monti della Farnesina 77, il 17, 18 e 19 giugno 2017 la terza edizione della Roma Cocktail Week, progetto nato dal formatSpirits, ideato e curato da Nufactory in collaborazione con Smash e Woow e con la direzione artistica di Massimo D’Addezio, uno dei più grandi barman italiani. Il programma completo del festival al sito ufficiale www.spiritsevent.com

Un grande evento – il primo grande festival a Roma dedicato alla cultura del bere bene e all’arte della miscelazione – che prevede un’offerta vasta ed eterogenea: sei top cocktail bar, 5 scuole di bartending, oltre 50 drink creati per l’occasione, masterclass e degustazioni, abbinamenti drink-food, sfida tra scuole di bartending, il ‘barman per un giorno’, concerti e dj set fino a notte inoltrata.

LE NOVITA’
Novità di quest’edizione della Roma Cocktail Week sarà la mostra mercato, uno spazio dedicato all’esposizione e vendita al pubblico. Grande attenzione verrà rivolta al ‘bere responsabile’: far crescere la cultura e la conoscenza del ‘saper bere bene’ è infatti uno degli obiettivi della Roma Cocktail Week, evento dedicato al consumatore e rivolto a un pubblico eterogeneo, dai semplici curiosi agli amanti dell’arte della miscelazione di qualità.

Sei tra i migliori cocktail bar e speakeasy di Roma saranno ospitati per la produzione di loro cocktail e creazioni. I relativi Bartender leader, rappresentanti del top della mixology romana, creeranno drink list specifiche per la Roma Cocktail Week e ogni bar sarà specializzato in una linea di prodotto, nell’ottica del ‘tailor made’ e della sperimentazione, dalla vodka al gin, passando per vermouth, tequila e whisky & rum. Ospiti della manifestazione saranno quindi le migliori scuole di Roma per barman professionisti.

NON SOLO COCKTAIL
Ad accompagnare la ricca offerta dedicata al beverage, la Roma Cocktail Week presenterà anche un’area food con proposte culinarie studiate per soddisfare per tutti i gusti. La domenica invece è prevista una cena gourmet con una special guest chef di uno dei ristoranti più interessanti di Roma che preparerà in esclusiva per il festival il menù abbinato a una drink list speciale (l’accesso avverrà solo tramite prenotazione).

La gara tra scuole di bartender si svolgerà nel bar centrale della location e sarà una sfidabasata sulla valutazione del comportamento e del modus operandi dei bartenders durante i due giorni. I criteri che guideranno i giudici nelle valutazioni saranno dettati dal rispetto della filosofia di un bar e dei propri barman: il riguardo nei confronti del cliente è al primo posto e il bere responsabile deve guidare gli intenti professionali.

In un’area dedicata sarà possibile, previa prenotazione, diventare ‘Barman per un giorno’, l’occasione per apprendere i segreti del mestiere del bartender in una mezzora di lezione individuale. Sabato 17 e domenica 18 giugno, i professionisti del settore terranno lezioni dedicate alla presentazione di un prodotto scelto e proposto attraverso la preparazione di diversi cocktail.

A differenza di altre masterclass, queste non saranno rivolte unicamente a esperti del settore, ma anche al pubblico meno esperto che potrà degustare i prodotti oggetto della masterclass. La giornata di lunedì 19 giugno, invece, sarà interamente dedicata al trade, realizzata in collaborazione con BlueBlazer, con grandi ospiti internazionali, rivolta solo agli addetti ai lavori, con master al mattino e al pomeriggio forum di approfondimento e una tavola rotonda con tutti gli operatori delle aziende coinvolte.

IL DIRETTORE ARTISTICO
Massimo D’Addezio nasce in una famiglia di ristoratori e prosegue sulle stesse orme specializzandosi nell’arte della miscelazione arrivando a gestire un suo locale fino al 2000, quando decide di intraprendere l’avventura dell’apertura dell’Hotel de Russie.

“Un’esperienza di tre anni al massimo”, nei piani originari. Ma il divertimento è stato tanto e tale da farlo rimanere al timone dello Stravinskij Bar per più di tredici anni. Creando un’ambiente cosmopolita e totalmente indirizzato all’internazionalità.

Nel 2006 viene premiato con lo Stravinskij Bar come miglior Hotel Bar d’Europa.Nel 2008 è stato premiato da Havana Club come miglior Bar Manager d’Italia per la guida dei ristoranti dell’Espresso. Nel 2009 riceve a Las Vegas il premio di Virtuoso Travel come Best Hotel Bar in the World. Dal 2005 ad oggi  è presente sulla guida dei bar del Gambero Rosso come uno dei migliori barman in Italia. Nel 2014 apre uno nuovo concept bar “Co.So. Cocktail & Social” cocktail bar basato sulla cura della qualità del servizio e sulla scoperta da parte del cliente, di un modo di bere moderno e fuori dagli schemi.

 Nel 2016, il suo progetto “Chorus Café” di Roma, partito a gennaio del 2015, entra nella classifica di Condé Nast come uno dei nove migliori bar del mondo. Massimo negli anni si rende protagonista all’interno di Gambero Rosso Channel, della creazione di contenuti televisivi sul mondo degli spirits e della miscelazione, tra questi il programma Spirits – I Maestri del Cocktail.

Partner di promozione del festival sono SMASH e Woow, giovani realtà che in poco tempo sono riuscite ad affermarsi nel panorama musicale e della nightlife romani, godendo di un notevole seguito.


ORARI
Sabato 17 giugno – dalle 16.00 alle 04.00
Domenica 18 giugno – dalle 16.00 alle 23.00
Lunedì 19 giugno (brand day – giornata dedicata alle aziende) – dalle 14.00 alle 18.00

PREZZI
Biglietto singolo: 6 euro
Abbonamento per due giorni: 25 euro (comprende anche: 2 cocktail e una consumazione food, non comprende la serata di domenica con djset)

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Food Lifestyle & Travel

Gourmandia 2017: le terre golose del “gastronauta” Davide Paolini

Per la seconda edizione di Gourmandia – Le Terre Golose del Gastronauta Davide Paolini presenta una novità: Gourmandia Fest.

Negli spazi della corte dell’Ex Filanda di Santa Lucia di Piave (Treviso) – luogo dell’evento – quest’anno alla sera arrivano spettacoli teatrali, cocktail a base di ingredienti selvatici con i ragazzi di Wood*ing Bar, food truck e Dj Set Live.

L’entrata è libera e gratuita venerdì 12 maggio (dalle 18 alle 23), sabato 13 maggio (dalle 20 alle 24), domenica 14 maggio (dalle 20 alle 24).

IL PROGRAMMA
Se durante il giorno (dal 13 al 15 maggio) i visitatori potranno visitare la fiera con i più di duecento artigiani e partecipare agli show cooking con ospiti quali Antonia Klugmann, Nicola Portinari, Riccardo De Prà, Emanuele Scarello, alla sera negli spazi esterni l’evento continua fino a tarda sera. Appuntamento fisso, da venerdì 12 a domenica 14, con i ragazzi di Wood*ing Bar che propongono 4 cocktail in esclusiva (Valley: sciroppo di sambuco, vodka, tonica e castalda; Scoby: colonia simbiotica di batteri e lieviti, mezcal e radici fermentate; Mountain Fever: abete rosso, gin, soda; Spring Spritz: birra, sidro, soda, fiori di acacia) ispirati al Veneto, alla tradizione dello spritz, alle Alpi e ai grandi spazi verdi prealpini.

Wood*ing Bar utilizza per i propri drink ingredienti selvatici classificati e raccolti in territori incontaminati con la disciplina del foraging, batteri, lieviti e fermentazioni, seguendo i dettami delle scienze alimurgiche, nel rispetto degli ecosistemi tutelando la salvaguardia della biodiversità. Sempre presenti nell’area esterna anche i food truck con il cibo di strada a rappresentare il meglio della tradizione gastronomica. Come Bobson che da Milano porta  la sua specialità: gli gnocchi di bosco: gnocchetti di patate con crema di gorgonzola e frutti di bosco freschi.

Presente anche la Polpetteria dei Fratelli Lamberti con il cavallo di battaglia La Tradizionale, ovvero polpette di carne di Fassona Piemontese al sugo sotto forma di panino. Las Bravas e Tapas Street Food propongono il meglio della cucina di strada spagnola. Zibo porta con Giulio e Alessandro l’alta cucina su due ruote, nello spirito di un altro food truck presente, quello di Chef in Viaggio. Brambù offre il meglio della cucina veneta e piemontese.

Non mancheranno spettacoli e teatro. Venerdì 12 maggio in programma Invasioni Lunari. Alle 21 e  alle 22:30 una performance artistica realizzata dalla Compagnia Teatrale internazionale ParolaBianca con danza tra luci e giochi d’ombra. Sabato 14 maggio alle 21 e alle 22:30 in programma invece Cristal Wings. Sempre la Compagnia Teatrale ParolaBianca con uno spettacolo in cui luna, danza, luci, giocano con i ballerini in uno scenario fiabesco. Infine tutte le sere presente il Dj Set Live con Radio Padova. Alberto Martin proporrà musica new soul, vintage e soft funky. Info: gourmandia.gastronauta.it | info@gastronauta.it


Gourmandia in breve
Quando: 13 / 14 / 15 maggio 2017
Dove: Fiera di Santa Lucia – Via Mareno 1, Santa Lucia di Piave (Treviso)
Orario Gourmandia: Sabato 13.00-20.00; Domenica 10.00-20.00; Lunedì 10.00-18.00
Ingresso adulti: 10 euro
Ingresso bambini (6-12 anni): 5 euro
Orario GourmandiaFest: Venerdì 18.00-23.00; Sabato 20.00-24.00; Domenica 20.00-24.00
Ingresso: Gratuito

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