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Super Blanche, la nuova birra stagionale Doppio Malto: ecco com’è

Super Blanche, la nuova birra stagionale Doppio Malto: ecco com'è

Doppio Malto, birrificio artigianale con oltre 50 ristoranti tra Italia e Francia, lancia la propria birra stagionale di fine estate. Super Blanche nasce in collaborazione con Mr. Malt, punto di riferimento per tutti gli appassionati della produzione di birra, e Fermentis, leader europeo nella produzione di lieviti per birre e vini.

Proprio grazie al contributo di Fermentis, Super Blanche è la prima birra sul mercato italiano ad utilizzare il lievito SafAletm BW-20. Anche se in linea con la freschezza dello stile belga Blanche, il contributo del lievito SafAletm BW-20 arricchisce il portafoglio aromatico della nuova referenza. L’utilizzo di bucce di bergamotto calabrese e coriandolo in grani a fine bollitura ne completano il quadro gustativo.

«SafAle BW 20 è ideale per creare Witbier in stile belga ed fantastico vederlo fare il suo debutto sul mercato italiano», afferma Marco Pruner, Fermentis Area Sales Manager South Europe. «Abbiamo oltre 14 birre tra referenze fisse in linea nei locali e stagionali, ma una blanche mancava», sottolinea Simone Brusadelli, mastro birraio Doppio Malto presso il birrificio di Iglesias in Sardegna.

SUPER BLANCHE DOPPIO MALTO: ECCO COM’È

Giallo limone opalescente con schiuma bianca e fine. Fresca, leggermente acidula. La nuova birra stagionale Super Blanche di Doppio Malto si presenta con le caratteristiche tipiche di una witbier. Al naso è leggera, sottile ma ricca. Alla nota di banana, tipica dello stile, si avvicendano profumi agrumati di bergamotto e lime ed un tocco di albicocca.

Seguono profumi speziati. Pepe e coriandolo accompagnati dalla componente floreale che strizza l’occhio alla rosa canina ed al geranio. In bocca è scorrevole, beverina, dal corpo leggero che ben si lega al leggero calore (5,2% abv).
Una birra rinfrescante, la Super Blanche Doppio Malto, ideale per gli ultimi scampoli dell’estate. Si accompagna bene al rito dell’aperitivo, a fritture di pesce e verdure in tempura o carni bianche.

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La birra artigianale traina i consumi: vale 38 miliardi di dollari

Il mercato della birra riparte e la birra artigianale è il vero motore della ripresa. Secondo quanto riportato da MarketWatch, il segmento “craft” rappresenta un valore di oltre 38 miliardi di dollari nel mercato globale. E crescerà del 14,1% all’anno. Fino al 2027.

Sul mercato europeo, stando ai dati legati alla produzione dello studio di Technavio, si prevede che la quota del comparto della birra artigianale aumenterà di 666,34 milioni di litri entro il 2025 (+6,20%).

Buone notizie anche per la birra italiana, che secondo l’Annual Report 2020 di Assobirra, risulta tra quelle con migliore reputazione in Europa, terza in classifica, battendo tutti i paesi a grande tradizione birraria, inclusa la Germania, ad eccezione di Polonia e Romania.

E se Germania e Regno Unito rimangono i mercati con la più rapida crescita di mercato, l’Italia è al quarto posto in Europa per numero di birrifici artigianali. Meglio del Bel paese solo Regno Unito, Germania e Francia (fonte: Unionbirrai).

I MILLENNIAL E LA BIRRA ARTIGIANALE

Più in generale, il settore guarda al futuro con positività, in seguito al riconoscimento nella Legge di Bilancio della filiera brassicola, per cui ad oggi le filiere di orzo da birra e del luppolo sono certificate quali vere e proprie filiere.

Un riconoscimento  che certifica il valore del comparto della birra artigianale in Italia: il 4% del mercato nazionale, che produce in media 500 mila ettolitri l’anno e che fattura oltre 250 milioni di euro, dando lavoro a 7 mila addetti (fonte: Unionbirrai).

La birra artigianale convince sempre più famiglie e giovani, soprattutto nella segmentazione anagrafica Millennial. Il 60% si dichiara, infatti, un conoscitore attento delle varie tipologie di birra, da quelle delle bottiglie da collezione, alle profumate e variopinte (Istat).

Una popolarità che non può che lasciare soddisfatto chi produce birra artigianale italiana e la distribuisce attraverso una catena di food retail di successo, come Doppio Malto.

«Continueremo quest’anno ad aprire nuovi ristoranti in diverse città italiane ed europee – dichiara il fondatore e Ceo, Giovanni Porcu -. È questo infatti ad oggi il principale canale distributivo della nostra birra artigianale, mentre stiamo lavorando per approdare alla grande distribuzione nel 2023».

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Perlenbacher Strong

Suvvia, capita a tutti: entriamo al supermercato ed acquistiamo una birra economica. Quel peccattuccio che agli amici amanti della birra (quelli che “ne sanno”) non confessi perchè se no “chissà che cosa pensano”. Eppure esplorare il mondo delle birre economiche può rivelarsi uno sport divertente ed utile.

Oggi ci regaliamo la possibilità di assaggiare Perlenbacher Strong, una bionda tedesca (acqua, malto d’orzo ed estratto di luppolo gli ingredienti dichiarati in etichetta) di buona gradazione (7,9%) distribuita in Italia da Lidl in latina da mezzo litro (come la gemella Hefeweissbier).

LA DEGUSTAZIONE
Biondo dorato. Schiuma voluminosa ma non molto persistente. Al naso apre su di un sentore metallico che però svanisce rapidamente lasciando posto ad una nota luppolata piacevole che ricorda molto le pils. In bocca la carbonatura si rivela leggera, contribuendo a pulire il palato senza però nascondere il sapore della birra stessa. Semplice e tuttavia intensa se la gioca solo sulla dolcezza del malto e l’amaro-aromatico del luppolo che a tratti porta la mente alla mela rossa ed alle castagne. Sorso abbastanza pieno che però non è supportato da una persistenza degna di nota.

Una birra “easy”, forte quanto basta, che svolge bene il suo lavoro soprattutto se consideriamo il suo prezzo di vendita. Una birra che può facilmente piacere ai bevitori di quei marchi commerciali noti per la loro “forza” o “amarezza” che, schiettamente detto, costano alla bottiglia da 33cl molto di più.

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Oro, Nero, Rosso: ecco i colori della Peroni Gran Riserva

Da pochi mesi Peroni ha lanciato il nuovo design per le birre della sua linea Gran Riserva. Tre nuove etichette di originale forma pentagonale in tre nuovi colori, Oro Nero e Rosso, con ben in vista il nome della linea “Gran Riserva” oltre al caratteristico logo Peroni “a biscotto”.  All’interno delle bottiglie birre già collaudate sul mercato: Gran Riserva Puro Malto, Gran Riserva Doppio Malto, Gran Riserva Rossa.

A dispetto della recente tendenza di alcuni birrifici industriali di imitare, o tentare di imitare i sapori tipici delle birre artigianali e nonostante i tre cambi di capitale da cui è passata l’azienda, Peroni mantiene fede alla sua tradizione, con prodotti pensati e sviluppati nel corso degli anni, sempre nello stile della casa. Nuovi look dunque, ma stessi prodotti: noi di vini al supermercato li abbiamo assaggiati.

LA DEGUSTAZIONE

Peroni Gran Riserva Puro Malto (5,2%)
Nata nel 2014 è la più giovane della linea. Di colore dorato molto brillante si presenta nel bicchiere con una schiuma bianca e fine.  Al naso è delicata, con leggere note tostate. In bocca è rotonda con una grande facilità di beva: il sapore di malto è pulito, sincero e smorzato dalla nota amara del luppolo presente, ma non molto persistente. Un insieme che contribuisce a creare un prodotto equilibrato e scorrevole al palato.

Peroni Gran Riserva Puro Malto è prodotta con malto 100% italiano e con la tecnica di “doppia decozione”, tecnica filo conduttore della gamma Gran Riserva. Per donare alla birra i suoi particolari sentori, il composto di malto ed acqua viene scaldato e portato ad ebollizione due volte (da qui il termine “doppia decozione”)  anziché una.

Peroni Gran Riserva Doppio Malto (6,6%)
Nata nel 1996 per celebrare i 150 anni di attività dell’azienda, la Peroni Gran Riserva Doppio Malto è una bock prodotta con doppia decozione e con utilizzo di malti caramellati. Di colore dorato pieno con schiuma bianca mediamente persistente al naso rivela una leggera speziatura, probabilmente dovuta alla scelta dei luppoli.

In bocca è più intensa della Peroni Gran Riserva Puro Malto, ma altrettanto equilibrata con la dolcezza dei malti controbilanciata dal gusto amaricante del luppolo. Mediamente persistente ha un finale leggermente fruttato.

Peroni Gran Riserva Rossa (5,2%)
La Gran Riserva Rossa  è la decana della linea: dagli anni ottanta è sul mercato con la sua ricetta invariata che prevede l’uso di malto ambrato italiano dal quale deriva il colore. In questo caso la tecnica di decozione multipla è declinata in “tripla decozione”: ben tre fasi di cottura.

Tecnica più “impegnativa” dal punto di vista produttivo che però regala birre molto morbide. Questo stile di birra a bassa fermentazione è detto Vienna Lager ed è un stile tipicamente austriaco introdotto da Anton Dreher nel 1840, oggi molto poco utilizzato e con difficoltà di reperimento sul mercato.

All’analisi gustativa la Peroni Gran Riserva Rossa si presenta rosso rubino con schiuma bianca e fine. Al naso rivela una dolcezza maggiore delle precedenti. Dolcezza confermata al palato dalle note di caramello e malto fuse insieme che regalano una gran facilità di beva. Una birra rotonda di buona morbidezza, poco amara e corposa al palato con un finale mediamente persistente.

L’ANALISI DI MERCATO
Nonostante l’evoluzione del mercato verso “birre diverse”, una grossa quota di consumo è ancora legata a prodotti semplici e di basso prezzo. Nè è conscia Peroni che propone la sua linea Gran Riserva arricchita di profumi e sapori, ma legata alla tradizione.

Secondo Assobirra, tre quarti delle birre consumate in Italia appartengono ai segmenti “Main Stream” (49%) e “Premium” (26%), cioè birre più “semplici”. Un’ Italia brassicola che, con vicende alterne, ha guadagnato importanti quote di export nell’ultimo decennio. Se nel 2005 erano 0.7 milioni gli ettolitri di birra, nel 2015 l’export è salito a 2.3 milioni (+217.8%).

Nello stesso periodo ’import è passato da 5.2 milioni di ettolitri a 6.9 milioni (+32.8%). In sostanza il saldo commerciale è pressoché costante (circa 4.5 milioni di ettolitri), in linea con i costanti dati di consumo, e copre mediamente il 25% del nostro consumo interno.

Il Paese dal quale viene importata la maggior parte della birra è la Germania (oltre il 47% costante negli ultimi 4 anni). Il paese le cui birre “porta bandiera” sono le lager e le pilsner “di pronta beva”; altro importante sintomo del mercato.

Ecco quindi più che giustificata la scelta commerciale di Peroni di restare ben posizionata sul mercato del consumo “massivo” di birra, affiancando negli anni alla classica Peroni Lager (poi tradotta anche nelle versioni Radler e senza glutine) tre prodotti a bassa fermentazione che si differenziano per una maggiore intensità, ma che si rivolgono comunque alla fascia più bassa (e più consistente) di consumatori.

Tornando ai numeri invece Il maggior importatore di birra italiana è il Regno Unito. A quanto pare lì, in Oltremanica non piace solo “The Italian Prosecco”. I cittadini di Sua Maestà hanno bevuto nel 2015  ben 113 milioni di litri di birra, un consumo quasi pari a quello di Prosecco nel 2016 (164 milioni di litri).

Prezzo: 1.39 euro (50cl)
Acquistate presso: Esselunga

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