Quest’ultimo, borgo medioevale famoso soprattutto per il suo ponte romano a schiena d’asino definito un “gioiello di leggerezza” da Monet che ne dipinse ben quattro tele è uno dei 14 comuni situati lungo la Valle di Nervia e la Valle di Crosia dove si produce questo rosso per certi versi contraddittorio: austero e generoso al tempo stesso.
LA DEGUSTAZIONE
Rosso rubino intenso con riflessi che tendono al granato sull’unghia. Così si presenta il Rossese di Dolceacqua Superiore “Posaù” prodotto da Maccario Dringeberg.
Un ottimo biglietto da visita il colore che già ci fa immaginare piacevoli sensazioni olfattive. Ed infatti il Posaù non delude quando mettiamo il naso nel bicchiere. Elegante e fine, ma allo tempo stesso deciso, ricco di sentori fruttati, frutti rossi in primis, accompagnati da un tipico sentore di macchia mediterranea. Sul fondo si percepiscono note speziate appena accennate e assai piacevoli che suggeriscono come il Posaù avrebbe potuto riposare ancora qualche tempo in cantina.
In bocca è equilibrato e rotondo, ritroviamo tutti i profumi sentiti al naso seppur in forma più lieve. I tannini, presenti ma non invasivi, aiutano a sottolineare la morbidezza e la sapidità del vino. Il finale non molto persistente è dotato di una buona freschezza che invoglia alla beva.
LA VINIFICAZIONE
Ottenuto vinificando solo uve Rossese con l’utilizzo di lieviti indigeni, macerazione lenta a temperatura controllata, ed affinato 12 mesi in acciaio il “Posaù” è quello che si dice un cru. Un vigneto di poco più di un ettaro le cui viti arrivano anche a 60 anni d’età posto nel cuore della DOC Rossese di Dolceacqua su terreno marno-sabbioso i cui pendii proibitivi ben si addicono alla definizione “viticultura eroica” spesso utilizzata per definire l’enologia ligure.
Realtà storica del ponente ligure la cantina Maccario Dringenberg ha fatto della territorialità la propria bandiera, territorialità che ritroviamo tanto nella scelta di vinificare i propri prodotti per singoli cru (o singola vigna), Posaù, Curli, Luvaira, Brae, quanto nella scelta del sistema d’allevamento tradizionale ad alberello e nel lavoro manuale in vigna. Scelte di passione e di sacrificio per coltivare questo territorio capace di dare molto ma tutt’altro che facile.
Il risultato di questo amore per il proprio lavoro e la propria terra lo abbiamo qui, nel bicchiere, pronto per essere scoperto ed assaporato, magari accompagnato da un buon piatto. Suggerimenti? Carni bianche oppure un buon primo piatto di carne.
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