Albino Armani resta alla guida del Consorzio Tutela Vini Doc delle Venezie, la più estesa denominazione sul territorio nazionale. La rielezione è avvenuta ieri all’unanimità, nel corso della riunione del Consiglio di Amministrazione. Armani sarà affiancato dai vicepresidenti Claudio Venturin (Veneto) e Flavio Bellomo (Friuli Venezia Giulia).
«Il nuovo CdA – commenta Albino Armani – intende continuare questo eccezionale percorso di crescita e sarà capace di aprire nuovi e importanti capitoli nella storia della nostra Doc. I prossimi anni ci riserveranno sfide sempre più impegnative e dovremo lavorare tutti assieme con l’unico obiettivo di consolidare una realtà economica unica a livello mondiale».
Diversi gli obiettivi del nuovo mandato: «Continuare a condividere misure di gestione coordinata del potenziale produttivo del Pinot grigio del Nordest – rivela Albino Armani – che mantengano in equilibrio l’offerta e ne garantiscano la tenuta del valore economico. E assicurare, al contempo, un giusto riconoscimento all’impegno profuso da tutta la filiera».
Il rieletto presidente del Consorzio Tutela Vini Doc delle Venezie cita poi «sostenibilità e rafforzamento della promozione, impegnandoci in primo luogo a migliorare il posizionamento e il percepito della Doc, sia nel mercato domestico sia in quello internazionale».
I CONGILIERI DEL CONSORZIO VINI DOC DELLE VENEZIE
Albino Armani torna dunque a presiedere un tavolo composto da 21 Consiglieri in rappresentanza delle tre regione del Nordest. Per il Trentino Lorenzo Libera (Cantina di Avio e Cavit), Pietro Patton (Cantina di La Vis e Valle di Cembra), Luca Rigotti (Mezzacorona), Albino Armani (Albino Armani Viticoltori dal 1607), Goffredo Pasolli (vinicola Lechthaler) e Daniele Simoni (Schenk Italia).
Per il Veneto Claudio Venturin (Cantina Produttori Piave Sile), Dario Toffoli (Ormelle), Corrado Giacomini (Vi.V.O. Cantine), Andrea Paladin (Paladin Giovanni), Christian Scrinzi (Gruppo Italiano Vini), Alberto Marchisio (Cantine Vitevis), Wolfgang Raifer (Cantina di Soave), Luigi Bersano (MGM), Giorgio Pizzolo (Enoitalia), Massimo Marasso (Fratelli Martini).
Per il Friuli Venezia Giulia Angela Bortoluzzi (Soc. Agr. Borgo Tintor), Michelangelo Tombacco (I Magredi), Antonio Zuliani (Cantina di Rauscedo), Flavio Bellomo (Viticoltori Friulani La Delizia) e Sandro Sartor (Ruffino).
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La scorsa settimana si è ufficialmente chiusa la quinta stagione produttiva del Pinot grigio Doc delle Venezie anche nelle ultime zone del Trentino. Un ritardo generalizzato, per tutte le varietà precoci del Nordest, che va dai 7 ai 15 giorni rispetto al 2020.
Il trend di metà estate anticipava cali più o meno lievi della produzione. Da un -5% in Friuli a un -10/-15% in Veneto e nella Provincia Autonoma di Trento. Ottimo lo stato fitosanitario dell’uva e da qualità eccellente diffusa su tutto l’areale.
L’andamento climatico è stato decisamente altalenante in tutto il Nordest e caratterizzato da eventi estremi. Gelata dell’8/9 aprile, temperature basse nel mese di maggio che hanno ritardato la fioritura ai primi di giugno e alte nel mese successivo, stress idrico ed eccessivo caldo di metà agosto. Ma ciò non ha compromesso la salute né la qualità del Pinot grigio.
«Rispetto al 2020, ci aspettiamo un Pinot grigio più fresco, elegante e di buona struttura, che già dagli ultimi prelievi effettuati a fine agosto in aree del Veneto occidentale presentava un equilibrio zuccheri/acidi perfetto. A livello di qualità dell’uva un’annata uguale, se non migliore, alla 2015». Dichiara il dottor Diego Tomasi del Centro Ricerca Viticoltura ed Enologia (CREA-VE) di Conegliano.
Con la chiusura dell’ultima stagione produttiva, la Doc delle Venezie sta assistendo a un notevole aumento dei prezzi dell’uva. Aumento dovuto a una diminuzione dell’offerta, ma soprattutto legato alle misure straordinarie di gestione oggi in vigore. Mitigazione delle rese, blocco degli impianti e stoccaggio amministrativo.
“Questa è a tutti gli effetti la seconda stagione produttiva che avvalora la tenuta del nostro ambizioso progetto – Dice il Presidente del Consorzio di Tutela Albino Armani -. Attualmente assistiamo ad un incremento del prezzo dell’uva pari al 30-35%. Un “percorso di crescita” legato soprattutto alla gestione del potenziale di produzione voluta dal Consorzio delle Venezie. Aumenti di prezzo come questi non sono sempre di facile comprensione per il mercato. Le Doc grandi come la nostra e ancora in parte legate al varietale avrebbero bisogno di variazioni e crescite dei prezzi lente e costanti”.
In crescita nel 2021 anche gli imbottigliamenti con un +6,9 sul 2020 ed una media mensile di quasi 160.000 hl che si traducono in 21,3 milioni di bottiglie/mese.
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La Doc delle Venezie (o “Beneških okolišev”) ottiene la protezione ufficiale del nome e la conseguente iscrizione nel registro eAmbrosia da parte della Commissione Europea, aprendo alla possibilità di richiedere il riconoscimento del Consorzio da parte del Ministero delle Politiche Agricole.
“Si chiude oggi un capitolo importante della storia della viticoltura italiana ed europea con la conclusione dell’iter di riconoscimento della Doc delle Venezie avviato nel 2014”, ha commentato il Presidente del Consorzio di Tutela Albino Armani.
Un progetto inedito e ambizioso che è stato capace di costruire un concetto allargato di identità territoriale e porsi come punto di riferimento della produzione nazionale e globale di Pinot grigio“.
“Il riconoscimento comunitario rappresenta la meta di un percorso intrapreso con coscienza da tutti i protagonisti della scena vinicola di Friuli, Trentino e Veneto, che hanno saputo accantonare campanilismi e fare squadra a beneficio di un patrimonio comune. Un Consorzio che, ora più che mai, deve ottenere presto il riconoscimento Ministeriale per entrare nella pienezza delle sue funzioni”, ha concluso il Presidente.
Il riconoscimento europeo ottenuto in questi giorni costituisce un’ulteriore legittimazione del lavoro e del percorso di crescita nel segno della continuità, promosso da un team di filiera interregionale che ha creduto e crede fortemente nella valorizzazione di un prodotto-territorio che rappresenta l’85% del pinot grigio italiano e il 43% di quello mondiale.
Dopo l’iscrizione della Dop nel registro europeo occorre ottenere dal Ministero delle Politiche Agricole il riconoscimento e l’attribuzione ufficiale dell’incarico a svolgere le legittime funzioni di tutela, promozione, valorizzazione ed informazione.
Per l’anno prossimo il Consorzio punta non solo a recuperare e rafforzare le posizioni acquisite sui principali mercati di riferimento, tra cui Uk e Usa, animati da turbolenze legate ai temi Brexit e dazi, ma intende aprire una strada anche verso Paesi nuovi, dove il Pinot grigio delle Venezie è assente o marginalmente presente.
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Le prime bottiglie della vendemmia 2018 della Doc delle Venezie debutteranno al Wine Paris, la nuova fiera dedicata al vino della capitale francese.
“Iniziamo un nuovo intenso anno di attività promozionale del Consorzio con un’eccellente qualità del nostro Pinot Grigio che, siamo convinti, sarà in grado di rispondere positivamente alla crescente curiosità e interesse per questa denominazione che ci arriva da parte di buyer e stampa estera” – ha dichiarato Albino Armani, presidente del Consorzio. “Vogliamo portare avanti due concetti che ci stanno a cuore: elevati standard di qualità del prodotto e garanzia della certificazione per il nuovo Stile Italiano Pinot grigio”.
L’IMPORTANZA DEL PINOT GRIGIO Oltre 80 le etichette in degustazione presso lo stand (Pad. C4127) del Consorzio: tra le DOC più rappresentate dalle imprese italiane, il Pinot grigio delle Venezie è il più importante vino bianco fermo doc italiano in termini di volumi. Con il 95% del proprio export guida il primato mondiale conquistato dal nostro Paese nell’esportazione dei vini bianchi fermi (fonte Nomisma Wine Monitor) affrontando la sua seconda stagione di commercializzazione con una prospettiva di disponibilità di prodotto in equilibrio con le richieste di mercato.
La DOC delle Venezie – fortemente voluta dai produttori vitivinicoli italiani delle regioni del nord-est per riorganizzare, razionalizzare, ridefinire il “fenomeno Pinot grigio” e garantire, attraverso la certificazione e l’introduzione della fascetta di Stato sulle bottiglie, la massima tracciabilità di filiera sia agli operatori dei settore sia ai consumatori finali – si presenta sui mercati internazionali come “bandiera” della più importante area produttiva di Pinot grigio al mondo.
Quasi la metà della produzione mondiale di questo vitigno proviene dall’Italia, dove l’85% si concentra nell’area del Triveneto. Un vino-vitigno che ha conquistato i consumatori di tutto il mondo: gli Stati Uniti assorbono il 37% della quota export, seguito da Gran Bretagna con il 27% e Germania con il 10%.
“A Wine Paris – evidenzia ancora Albino Armani – presentiamo la nostra seconda vendemmia: abbiamo avuto un + 15% in quantità e una qualità eccellente. Siamo inoltre fortemente cresciuti durante tutto il 2018 sui mercati internazionali, segno evidente di quanto sia stato capito e accolto il nostro concetto di una filiera tracciabile che punta a riposizionare il Pinot grigio italiano del Nord-est con una forte identità territoriale che ci fa guardare con fiducia al futuro”.
IL CONSORZIO DOC DELLE VENEZIE Il Consorzio DOC delle Venezie è stato costituito ad aprile 2017 ma ha già conseguito diversi importanti obiettivi che sono basilari per lo sviluppo delle attività di tutela della denominazione di origine del Pinot grigio del Triveneto. La denominazione di origine controllata “delle Venezie” interessa tutta l’area nord-orientale dell’Italia, includendo i territori amministrativi delle regioni Friuli-Venezia Giulia e Veneto e della provincia autonoma di Trento.
In termini di numeri, l’85% della produzione italiana di Pinot grigio, prima al mondo per volume, viene prodotta nel Triveneto dove nel 2017 sono stati raggiunti 24.500 ettari vitati.
Nonostante le diversità dei singoli terroir, è possibile individuare un’unica macroarea nota come “tre Venezie”, “Triveneto” o “delle Venezie”, in base a un criterio di prossimità e affinità pedo-climatica. Il territorio delle Venezie raggruppa sistemi di terre viticole caratterizzate da elementi comuni, primi tra tutti la storia e la geologia del materiale da cui hanno preso origine i caratteri chimici e fisici del suolo.
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Al via oggi l’edizione 2017 di Enovitis in Campo, storica manifestazione organizzata da UIV e Veronafiere, in collaborazione con Fieragricola, in programma fino a domani, 23 giugno, a Cavaion Veronese (VR) presso l’azienda ‘Vigneti Villabella’ (nel cuore del Bardolino classico).
L’evento propone, con prove e dimostrazioni in vigneto, il meglio della tecnologia del settore vitivinicolo con un focus particolare sulla sostenibilità, tema caro per Unione Italiana Vini che da sempre punta alla promozione di un “sistema vigneto” in armonia con l’ambiente, dove la tecnologia rappresenti uno dei suoi fattori strategici primari.
Tra gli eventi più attesi della manifestazione, il Convegno “Pinot Grigio Delle Venezie: evoluzione qualitativa e aspettative di mercato“, alla presenza del presidente del Consorzio di tutela ‘Doc delle Venezie’ Albino Armani, del vice presidente di Veronafiere Spa, Claudio Valente, e del presidente di Unione Italiana Vini Antonio Rallo.
“Quella del Consorzio di Tutela Doc Delle Venezie – commenta Rallo – è una delle più importanti sfide del nostro settore, in grado di accendere i riflettori su un fenomeno produttivo di portata nazionale e mondiale da considerarsi come nuova locomotiva di sviluppo della vitivinicoltura del Paese. Un progetto ambizioso, quanto complesso, che ha unito tre delle regioni italiane maggiormente vocate alla coltivazione vitivinicola verso un obiettivo condiviso, trovando un punto d’incontro tra le rispettive esigenze e sensibilità”.
“Unione Italiana Vini – continua Rallo – ha fin da subito sostenuto e promosso la nascita della Doc Delle Venezie che rappresenta un modello di aggregazione vincente. Un esempio virtuoso che auspichiamo esportabile e replicabile in altre situazioni. Quale palcoscenico migliore di Enovitis, quindi, per illustrare questa esperienza in evoluzione che auspico potrà fornire motivi di confronto utili ad innalzare sempre più il livello del dialogo nel comparto vitivinicolo”.
“In particolare – aggiunge Albino Armani (nelle foto), presidente del Consorzio di Tutela DOC delle Venezie – oggi vogliamo fare focus sul concetto di ‘qualità percepita’ che per noi significa definire un elevato profilo organolettico di riferimento capace di caratterizzare il nuovo Pinot Grigio “delle Venezie” sul mercato rendendolo riconoscibile dal consumatore. Con la nuova DOC non solo aumenterà la tutela del consumatore, grazie alla tracciabilità garantita dalla fascetta, ma vogliamo migliorare la qualità del prodotto per conquistare un diverso posizionamento di prezzo che garantisca la sostenibilità economica della filiera”.
“E’ il nostro primo traguardo – continua Armani – e, insieme, lo start per nuove politiche di sostenibilità sociale ed ambientale del Pinot Grigio che intendiamo realizzare in tutti i territori della denominazione. Enovitis rappresenta il contesto ideale nel quale approfondire queste tematiche che auspichiamo possano stimolare, nel comparto vitivinicolo e tra le Istituzioni, ulteriore consapevolezza e azioni simili in tale direzione”.
I NUMERI DELLA DOC Da stime del Consorzio di Tutela DOC ‘delle Venezie’ emerge per il Pinot Grigio delle Venezie un quadro molto significativo. Si calcola, infatti, che il giro d’affari complessivo si aggiri attorno ai 750 milioni di euro di cui il 95% destinato all’estero. Di questa parte, circa 300 milioni negli Stati Uniti dove il Pinot Grigio delle Venezie pesa il 30% del totale vino esportato.
Dalla prossima vendemmia, prende il via – tra vigneti e cantine di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino – il nuovo “percorso di valorizzazione del Pinot Grigio italiano” che, nel solo Triveneto costituisce oggi l’85% della produzione complessiva nazionale e il 43% di quella mondiale, con circa 2 milioni di ettolitri (260 milioni di bottiglie) distribuiti su circa 24 mila ettari: oltre 13.400 ettari in Veneto, 7.100 in Friuli Venezia Giulia e 2.840 nella provincia di Trento.
Il Pinot Grigio rappresenta la quarta varietà di uva coltivata in Italia, segnando una crescita negli ultimi cinque anni pari al 144%. Il nuovo Pinot Grigio DOC ‘delle Venezie’ comprenderà la produzione della vecchia IGT e tutta la produzione del Pinot Grigio DOC del Triveneto, pur mantenendo le caratterizzazioni territoriali di ciascuna zona.
Obiettivo del Consorzio di Tutela è quello di “muoversi come sistema organizzato, innalzando gli standard qualitativi di produzione, per strutturare l’offerta e per individuare opportune strategie di promozione che permetteranno di aprirsi a nuove prospettive di crescita internazionale”.
Una “promessa di qualità”, come la definisce il Consorzio, “che parte dal disciplinare dove, grazie ad una precisa strategia di filiera, una serie di parametri sono stati orientati alla crescita qualitativa”. “La resa per ettaro – evidenzia il Consorzio – diminuita da 190 a 180 quintali, e la resa uva/vino, passata dall’80 al 70%, hanno ridotto la quantità produttiva a ettaro, tra IGT e DOC, di ben 26 quintali di vino, mentre è stato elevato il titolo alcolometrico naturale minimo delle uve da 8 al 9,5% e il titolo alcolometrico minimo del vino al consumo dal 9 all’11%”.
“ENOVITIS? SULLA STRADA GIUSTA” “La 12ª edizione di Enovitis in campo, la quarta sotto l’egida di Unione Italiana Vini e Veronafiere-Fieragricola sottolinea Claudio Valente, vice presidente di Veronafiere Spa – declina l’innovazione direttamente tra i filari e quest’anno stabilisce il nuovo record di espositori –. Una conferma che la strada percorsa è quella giusta e che l’alleanza fra UIV e Fieragricola, che nel 2018 ospiterà l’evento indoor, è strategica per assecondare quei cambiamenti nel comparto vitivinicolo che oggi, oltre alla qualità del prodotto e alla promozione sui mercati, deve avere ben presente il concetto di sostenibilità: economica, ambientale, sociale. Una filosofia che impone un alto tasso di innovazione e richiede coraggio, e investimenti, già nelle fasi di coltivazione della vite”.
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La quarta varietà di uva coltivata in Italia ha una nuova denominazione di origine controllata. E’ la Doc “delle Venezie”, che interesserà appunto principalmente l’uva Pinot Grigio. Tre le regioni coinvolte: Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia.
Un impasto di interessi e visioni parse sin da subito inconciliabili. Che presto convergeranno in un Consorzio dall’arduo compito: garantire la convivenza di grandi gruppi come Cavit e Mezzacorona con realtà medio piccole, abituate da sempre alla vendemmia manuale. Ventitremila ettari di vigneti di Pinot Grigio nella denominazione, su un totale di 20 mila ettari localizzati nel Nord Est, 10 mila dei quali concentrati nel solo Veneto.
“Il via ufficiale al Consorzio che gestirà la nuova Doc ‘delle Venezie’ – commenta Antonio Rallo, Presidente di Unione Italiana Vini – è l’epilogo di un percorso durato due anni in cui Uiv si è impegnata per favorire il dialogo tra i soggetti coinvolti, sostenendo e agevolando la preziosa attività di mediazione e relazione, associativa ed istituzionale. Un lavoro coordinato da Albino Armani, che ringraziamo e sollecitiamo a proseguire con lo stesso passo verso la costituzione del Consorzio. Strumento grazie al quale sarà possibile riorganizzare e valorizzare la produzione di Pinot Grigio del Triveneto, riferimento nazionale per questa varietà. La nuova Doc sarà garanzia di migliore qualità, controlli efficaci delle produzioni e valorizzazione di un vino che in tutto il mondo è sinonimo di italianità”.
La conferenza stampa di presentazione delle prossime tappe che porteranno all’ingresso sul mercato della nuova Doc delle Venezie e dell’Igt Trevenezie si è svolta in presenza del mondo produttivo delle regioni Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia e del presidente dell’Associazione Temporanea di Scopo (Ats) Albino Armani, che ha guidato questo ambizioso progetto fino ad oggi e che è pronto a gestire il costituendo Consorzio.
I NUMERI La produzione di Pinot Grigio nel solo Triveneto costituisce oggi l’85% della produzione complessiva nazionale e il 43% di quella mondiale, con circa 2 milioni di ettolitri (260 milioni di bottiglie) distribuiti su oltre 20 mila ettari: circa 11.500 ettari in Veneto, 6.000 in Friuli Venezia Giulia e 2.800 nella sola provincia di Trento. Il Pinot Grigio Rappresenta la quarta varietà di uva coltivata in Italia, segnando una crescita negli ultimi cinque anni pari al 144%. Il nuovo Pinot Grigio Doc ‘delle Venezie’ comprenderà la produzione della vecchia IGT e tutta la produzione del Pinot Grigio DOC del Triveneto, pur mantenendo le caratterizzazioni territoriali di ciascuna zona. Nell’ambito della presentazione della nuova Doc ‘delle Venezie’ è stata data voce anche alla nascita della Igt ‘Trevenezie’, e sono stati presentati i relativi disciplinari di produzione oltre che i futuri programmi di sviluppo.
“Con l’invio al Ministero dello Statuto del Consorzio abbiamo fatto un altro passo importante verso l’organizzazione della nuova Doc ‘delle Venezie’ – spiega Albino Armani(nella foto) – segnando un importante risultato per il settore, che ci qualifica come riferimento nazionale e mondiale per la produzione del Pinot Grigio. La lungimiranza e la determinazione dimostrate da tutti i soggetti delle regioni Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia coinvolti trasversalmente, hanno consentito di individuare un terreno comune su cui dialogare e progettare in sinergia il futuro di una denominazione che, di fatto, raccoglie nel suo complesso le peculiarità di questi tre territori”.
Il produttore veronese Armani ha guidato alla presidenza dell’Ats una squadra composta alla vice presidenza dal friulano Dario Ermacora e dal trentino Alessandro Bertagnoli. Un comitato composto anche da un referente per i produttori, vinificatori e imbottigliatori dei tre territori. Per il Veneto Giorgio Piazza, Corrado Giacomini, oltre allo stesso Albino Armani. Per il Friuli Venezia Giulia, Dario Ermacola, Pietro Rismontin, e Claudio Felluga. Per il Trentino Alto Adige Alessandro Bertagnoli, Rigotti Luca e Luterotti Bruno.
“Ora – continua Armani – la filiera potrà muoversi finalmente come sistema organizzato costituendosi in Consorzio di Tutela e portando gli standard qualitativi di produzione a un deciso innalzamento. Attraverso controlli puntuali ed efficaci per via delle norme produttive più stringenti, oltre che per una più strutturata gestione dell’offerta, il mercato guadagnerà in stabilità, accompagnata da una visione condivisa delle strategie di promozione che permetterà al Consorzio di aprire a nuove prospettive di crescita nel panorama internazionale”.
“Un obiettivo veramente importante – conclude Albino Armani – raggiunto anche grazie all’operato di Unione Italiana Vini che ha lavorato a livello tecnico ed istituzionale per sensibilizzare ed illustrare in modo approfondito e concreto i vantaggi che questa novità avrebbe portato al comparto. Desidero infine ringraziare il Ministero delle Politiche Agricole per la fiducia e l’apertura dimostrate nei confronti di questa iniziativa, che auspico possa diventare modello replicabile per altre realtà vitivinicole italiane”.
“Salutiamo con sincera soddisfazione la prossima costituzione del Consorzio della Doc ‘delle Venezie’ – aggiunge Paolo Castelletti (nella foto a sinistra), Segretario Generale Unione Italiana Vini – che ci ha visti impegnati fianco a fianco in questi anni per coordinare un processo tutt’altro che semplice, sintesi di sensibilità ed esigenze espresse da regioni significative per la vitivinicoltura italiana come Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia. Una risposta concreta di riorganizzazione del sistema delle Doc verso un modello di aggregazione territoriale e produttiva che facilita il percorso di promozione e valorizzazione identitaria del Pinot Grigio.Un esempio virtuoso di semplificazione del sistema delle Doc, che auspichiamo esportabile anche in altre situazioni”.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
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