Presentato il Progetto di Valorizzazione del Distretto EnoAgroalimentare pavese. Prevede quattro ambiti d’azione, con l’obiettivo di dare “nuovo slancio, forte coesione e dinamicità” al comporto enologico, agroalimentare e turistico, in ottica di sviluppo dell’enoturismo.
Un progetto di Regione Lombardia, Camera di Commercio di Pavia e Unioncamere Lombardia in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini, il Distretto del Vino di Qualità e il Consorzio Club Buttafuoco Storico.
Tra i progetti, un’applicazione per scoprire il territorio dell’Oltrepò in 15 percorsi mappati e georeferenziati; il potenziamento dell’evento locale denominato Autunno Pavese; una serie di eventi digitali e un “ingente operazione di marketing territoriale”.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
TORRAZZA COSTE – Due giorni di tour – il 19 e 20 luglio prossimi – per scoprire “La Mossa Perfetta“. Non è il ballo dell’estate 2019 ma “La Bonarda dei Produttori“. Ad organizzare l’evento riservato alla stampa è il Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò pavese, che continua dunque a muoversi come organismo indipendente rispetto al Consorzio Tutela Vini, nella promozione del territorio.
Il direttore Fabiano Giorgi difende l’iniziativa e l’indipendenza del progetto: “Riteniamo la ‘Bonarda dei Produttori’ fondamentale per le piccole aziende di qualità dell’Oltrepò, nell’ottica di una rivalutazione dei prezzi e della qualità di questo vino. I numeri in crescita ci danno ragione: parliamo oggi di 200 mila bottiglie“. Impossibile coinvolgere il Consorzio?
“Si tratta di un’iniziativa del Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò pavese – risponde Giorgi – che vede coinvolte piccole cantine, unite per rendere onore a un prodotto che ha grossissimi problemi. La colpa non è solo degli imbottigliatori o del vino sfuso: le colpe sono di tutti gli attori del territorio”.
LE CANTINE ADERENTI
Diciannove le cantine aderenti nel 2015, all’inizio del progetto, ridotte oggi a 16, secondo quanto dichiarato dal presidente del Distretto. “Il numero delle aziende – spiega a WineMag.it un portavoce de ‘La Mossa Perfetta’ – è purtroppo diminuito rispetto all’inizio di qualche unità”.
“Le cause sono molteplici – spiega ancora – per qualcuno era scomodo avere una referenza in più a catalogo. Inoltre la clientela gradisce dei prodotti con una morbidezza maggiore rispetto al regolamento. Per altri era troppo l’impegno di partecipazione agli eventi e agli incontri del gruppo”.
Ad aderire al prossimo incontro con la stampa saranno l’Azienda Agricola Bagnasco Paolo, l’Azienda Agricola Bisi, l’Azienda Agricola Calatroni, l’Azienda Vitivinicola Calvi, l’Azienda Agricola Fiamberti Giulio, Tenuta Gazzotti, Giorgi di F.lli Giorgi Antonio, Fabiano ed Eleonora, l’Azienda Agricola Gravanago di Paolo Goggi.
E ancora: la Società Agricola La Travaglina, l’Azienda Agricola Manuelina, l’Azienda Agricola Maggi Francesco, l’Azienda Agricola Quaquarini Francesco, l’Azienda Agricola Valdamonte di Fiori Alberto e Tenuta Montelio di Caterina e Giovanna Brazzola.
Mancano all’appello, rispetto al nucleo promotore iniziale, la Cantina di Canneto Pavese, l’Azienda Agricola Eredi Cerutti-Stocco, l’Azienda Agricola Miotti Marco, la Pastori Silvano, Tenuta Fornace e Ca’ di Frara di Bellani Luca.
IL FUTURO DELLA BONARDA
Non a caso si parla di “rilancio della Bonarda” anche nel documento stilato da Regione Lombardia ed Ersaf, nel quadro delle iniziative utili alla riconsacrazione dell’Oltrepò pavese vitivinicolo.
Una “nuova Bonarda, di alta qualità”, che vedrebbe potenzialmente coinvolte 1.409 cantine, per un volume complessivo di 140.902 ettolitri e quasi 19 milioni di bottiglie da 0,75 cl (18.911.536 per l’esattezza).
Un prodotto che godrebbe di un nuovo posizionamento nei vari settori commerciali (Gdo, Discount, Horeca). Per la cui promozione potrebbe essere individuato “un testimonial famoso che faccia da richiamo”.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Nuovo progetto per Oltrepò, sempre attivo sul fronte del rilancio del territorio, per il quale è stata richiesta l’iscrizione a patrimonio vitivinicolo dell’Unesco, ma anche sul fronte dei mercati internazionali. Dopo il recente lancio della proposta del vino da vendere a Putin, ecco alzare nuovamente l’asticella. Su iniziativa di Fabiano Giorgi, Presidente del Distretto del Vino e titolare delle note Cantine Giorgi è stato avviato un gruppo di lavoro coordinato dalla vicepresidente del distretto Valeria Ricci con l’obiettivo di realizzare un nuovo vino rosso espressione del territorio. Il prodotto dovrà rispondere ad elevati standard qualitativi che saranno certificati da una apposita commissione, prestarsi ad un lungo invecchiamento, derivare dai vitigni storici del territorio come Croatina, Barbera, Vespolina, Uva rara e Pinot Nero, ma soprattutto essere spendibile e riconoscibile all’estero come eccellenza dell’Oltrepò. ”Nonostante la nostra sia una zona vocata al Pinot Nero, che rimane il nostro vitigno principe, ci accorgiamo che all’estero si cercano sempre più vini rossi esclusivi limitati ad una specifica zona di origine. Nel nostro territorio mancano identità e consapevolezza, inoltre la denominazione è spezzettata in 42 tipologie e difficile da far comprendere ad uno straniero” ha spiegato Valeria Ricci alla provincia pavese. Le prime bottiglie, la cui produzione è riservata solo ai produttori che fanno filiera completa, saranno disponibili tra tre anni: il nome tutto da decidere. L’etichetta sarà lasciata alla fantasia dei produttori, come accaduto per il ”Bonarda dei produttori” lanciato nel 2015. Sarà questo il vino offerto allo zar di ghiaccio?
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