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Italgrob apre il primo tavolo di confronto tra le industrie delle bevande

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Italgrob apre il primo tavolo di confronto tra le industrie delle bevande

Italgrob, la Federazione Italiana dei Distributori Horeca (comprensivo di tutto il circuito dei consumi “fuori casa”) promuove il primo tavolo tecnico di confronto aperto alle imprese della produzione e della distribuzione rivolte al mondo dei pubblici esercizi.

«Due le ragioni alla base di questa iniziativa – spiega il presidente di Italgrob, Antonio Portaccio – Prima ragione, la volontà di Confindustria di favorire la massima sinergia fra l’imprenditoria dei servizi e quella dell’industria di produzione. Seconda, il desiderio della Federazione dei distributori Horeca di dialogare sempre di più e meglio con le maggiori industrie di produzione. Cooperare in maniera più organizzata ed efficace nell’interesse di tutti. Il confronto, pertanto, si rende necessario per generare valore aggiunto a vantaggio di tutti gli attori della filiera».

GLI OBIETTIVI

Primo far gli obiettivi del tavolo è il confronto con l’industria per condividere le specifiche strategie da attuare nel canale Horeca. Inoltre rafforzare la cooperazione come elemento insostituibile per affrontare insieme, produttori e distributori, le complesse sfide di un mercato sempre più evoluto.

Un discussione che vuole verificare gli ostacoli che penalizzano la collaborazione e individuare strumenti e opportunità per superarli. Discutere le iniziative di canale più adeguate per valorizzare la collaborazione fra produttori, consorzi nazionali e gruppi di distributori indipendenti.

IL PRIMO CONFRONTO

Al centro del primo tavolo di concertazione stato il tema dei trasporti e della logistica. L’incontro ha visto la presenza di imprenditori, presidenti e direttori di consorzi nazionali della distribuzione insieme con i rappresentanti delle imprese di produzione di bevande. Coca Cola, Pepsico, Peroni, Heineken, San Benedetto, San Pellegrino, Ferrarelle, Campari e Conserve Italia.

Nel corso del 2021, infatti, la distribuzione ha dovuto fronteggiare una serie di difficoltà, in buona parte provocata dai cambiamenti imposti dal caos pandemico. I disservizi logistici, le rotture di stock fornitori-produttori che hanno generato sostituzioni, i nuovi ordini da riconsegnare, la frammentazione degli ordini dei clienti, l’incremento della media delle consegne per viaggio, il decremento della media del valore per consegna, le attività di riconsegna degli stralci d’ordine.

«Siamo consapevoli che non possiamo più confrontarci con il 2019 e che non tornerà tutto come prima. Il cambiamento è già in atto e proprio per questo era importante aprire uno spazio di confronto tra i protagonisti della filiera», avverte Dino Di Marino, direttore generale di Italgrob.

«Il primo appuntamento – prosegue Di Marino – è stato più che soddisfacente e ci incoraggia a proseguire. Sono emersi un metodo nuovo di relazione. Un impegno a condividere le problematiche nel rispetto dei ruoli e delle esigenze. L’importanza della programmazione e della pianificazione per migliorare l’area dei trasporti».

«Come emerge dai preziosi contributi di tutti, l’obiettivo di questo tavolo deve essere la definizione di un agreement sulla soddisfazione e la qualità del servizio logistico. È il momento opportuno per essere più consapevoli delle necessità di ciascun attore e per avvicinare le distanze tra i diversi punti della filiera», conclude Di Marino.

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Italgrob: «Accreditare ai sostegni anche aziende con più di 5 milioni di fatturato»

Italgrob, la Federazione Italiana dei Distributori Horeca, chiede al Governo una maggiore considerazione dell’intero settore all’interno del prossimo “Decreto Sostegni“. Le poche bozze circolate finora, infatti, non conterrebbero aiuti sufficienti alla categoria.

«Il Governo – dichiara il Presidente di Italgrob Vincenzo Caso – deve ascoltare la voce dei distributori, accreditare ai sostegni anche le aziende con più di 5 milioni di fatturato e rivedere la soglia del 33% quale percentuale di perdita 2020 su 2019. È assurdo che non si possa rendere flessibile questa percentuale, la cui applicazione intransigente creerebbe enormi discriminazioni».

«Sentiamo il dovere di farci portavoce di tutte le aziende di distribuzione food & beverage che operano nella filiera Horeca – prosegue il presidente – È necessario oggi più che mai che la politica ascolti il comparto del “fuori casa” approfondendo dinamiche fino ad oggi poco conosciute. Da parte di Italgrob è incessante il lavoro del Centro Studi per documentare analisi e proposte, evidenziando le forti perdite subite nel 2020».

«Tutti hanno perso – conclude Caso – e tutti nella giusta percentuale hanno diritto ai sostegni. Auspico che i Parlamentari si facciano finalmente portabandiera di questa nostra battaglia che giorno dopo giorno logora sempre di più le piccole e medie imprese della filiera della distribuzione del settore Horeca».

Tramite i propri referenti, la Federazione ha pertanto offerto il proprio apporto alla legislazione nazionale suggerendo spunti di riflessione e confrontando le strategie operative con gli eletti di Palazzo Madama e Palazzo Montecitorio.

«Stiamo illustrando con dati precisi – dichiara Dino Di Marino, Direttore generale – le difficoltà di tutto il mondo dell’attività ricettiva e dell’Horeca che pone domande e vuole soluzioni, come ad esempio poter aprire i ristoranti oltre le 18, soprattutto dopo aver messo su carta protocolli attenti e sicuri per le riaperture. Ma il timore dei crescenti contagi, le imminenti nuove strette che prevedono tutti i weekend in ogni regione in zona rossa, ci preoccupa molto».

«Tuttavia – conclude Di Martino – sapere che al centro del dibattito politico si dichiari apertamente che il Paese ha bisogno di rinascere, di ricominciare a fare impresa, a lavorare, a fare vita sociale e si ammetta finalmente che la ristorazione è strettamente collegata al turismo che è una delle grandi risorse del nostro Paese. Ebbene, tutto questo, nonostante le difficoltà dei prossimi giorni, fa ben sperare nel futuro».

Anche per questo motivo le attese da parte della categoria dei distributori Hpreca sono alte e considerando che le stesse aziende di distribuzione sono state sin qui ingiustamente escluse dai precedenti decreti Ristori, l’attività di rappresentanza nelle opportune sedi istituzionali di Italgrob continuerà incessante anche nei prossimi giorni proprio in vista dell2emanazione del Decreto Sostegni.

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Italgrob: «Occorre una strategia organica per la ripresa dell’horeca»

Italgrob, la Federazione Italiana dei Distributori Horeca, ha sottoposto un documento al vaglio delle diverse Commissioni parlamentari nel quale denuncia, con dati inoppugnabili, le perdite subite dall’intero comparto Horeca, e dai diversi player della filiera, analizzando, inoltre, anche il comparto turistico, settore strettamente correlato al mondo dei consumi fuoricasa. Nel documento sono evidenziate anche le gravose perdite che la crisi pandemica ha provocato nel comparto della distribuzione Food&Bevarage.

«Il mercato della distribuzione food & beverage – si legge nel documento – ha risentito delle chiusure dei propri punti vendita: infatti, nel 2020 il fatturato complessivo dei distributori food & beverage è sceso sotto la soglia dei 10 miliardi di euro, rispetto ai 15,7 miliardi dell’anno precedente, con un crollo del 37,6%. Le perdite complessive sono state quindi pari a 5,9 miliardi di euro».

La Federazione, inoltre, al fine di fornire strumenti utili e ulteriori chiavi di lettura alle Commissioni coinvolte, ha doverosamente riassunto alcuni scenari che si potranno verificare nel post-pandemia. In primis tra il 10 ed il 15% dei pubblici esercizi potrebbe non riaprire o potrebbe chiudere nel breve periodo ed in assenza di interventi sostanziali, il 30-35% dei pubblici esercizi potrebbe fallire entro 12 mesi.

Inoltre, in virtù della scomparsa del turismo business, le strutture ricettive saranno in gravissima crisi ed i contraccolpi finanziari saranno dirompenti anche per gli operatori della distribuzione. I contratti a termine saranno difficilmente rinnovati ed i lavoratori stagionali saranno difficilmente assunti pertanto, dopo la fine della cassa integrazione, il rischio licenziamenti di una parte del personale sarebbe consistente.

Il fallimento delle aziende distributive porterebbe al default del 90% del settore Horeca da esse sostenuto, mentre le aziende di distribuzione stesse sarebbero a forte rischio chiusura o acquisizione da parte di capitali di provenienza illecita aumentando il rischio di infiltrazioni malavitose nel settore.

Le aziende di Produzione, essenziali nell’ambito del comparto Horeca, sarebbero a forte rischio chiusura o acquisizione da parte di capitali esteri, in particolare le piccole aziende che non lavorano con la grande distribuzione. Infine, nel 2020 e nel 2021, vista la crisi dei consumi e il calo dei fatturati, mancherà un’importante quota di gettito fiscale per imposte dirette e indirette.

«Alla luce di tale difficile scenario presentato nel documento sottoposto alle Commissioni – ha dichiarato il Presidente Vincenzo Caso – la Federazione Italgrob ha esaminato punto su punto il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ed evidenziato come alcune delle fondamentali missioni dello stesso piano, siano funzionali al sostegno e al rilancio dell’intero settore del fuoricasa».

«Per ciò che concerne il metodo – prosegue Caso – ci troviamo con le osservazioni già fatte da Confindustria a livello generale: manca una specificità che è essenziale per poter dare, come associazioni di categoria, un contributo essenziale nei singoli capitoli. Confidiamo che il nuovo governo acceleri sul Pnrr quanto prima, in modo da poter parlare di reali contenuti e non di singoli capitoli vaghi».

«Siamo immediatamente disponibili – aggiunge Dino Di Marino direttore generale di Italgrob – ad offrire il nostro supporto e mettere a disposizione il nostro know how nei tavoli di concertazione e confronto tra istituzioni e imprese, nonostante la difficile situazione politica che il paese sta attraversando. Per questo motivo abbiamo anticipato alcuni spunti metodologici affinché il Pnrr possa essere quanto più possibile funzionale al mondo Horeca».

«Per quanto più da vicino ci riguarda – prosegue il direttore – riteniamo necessario avere una strategia e una visione organica per il rilancio del settore Horeca. Inoltre, per ciò che concerne la formazione e la cultura di canale, è indispensabile investire sull’alta formazione di un settore così specifico, che richiede competenze e aggiornamenti continui».

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CIB-Assobirra: si rafforza il legame tra gli italiani e la birra

Nove italiani su 10 hanno acquistato birra nell’ultimo mese, attestandone il ruolo di bevanda principalmente da pasto. Sono queste le principali evidenze della seconda edizione del Centro Informazione Birra, la fotografia trimestrale del mondo birra, targata AssoBirra in collaborazione con la società di ricerche BVA Doxa, che ha come obiettivo quello di offrire una panoramica aggiornata e completa del settore birrario italiano.

In epoca di Covid-19, quindi si rafforza il legame tra gli italiani e la birra, nonostante il drastico cambiamento delle abitudini di consumo imposto dall’emergenza sanitaria in corso. E così è stato anche durante il periodo estivo che, dopo mesi di duro lockdown, sembrava aver regalato una boccata d’ossigeno ai player della filiera birraria e agli italiani stessi che, per una finestra di tempo, si sono potuti riconnettere alle abitudini che caratterizzavano la vita prima della pandemia.

Secondo l’indagine di BVA Doxa in casa o fuori casa alla birra non si rinuncia ed anche se resta forte l’abbinamento con la pizza (è così per il 94% degli intervistati), la “bionda” è sempre più al centro anche di degustazioni in abbinamento a cibi come formaggi (69%), aperitivi prima di pranzo o cena (66%) o in accompagnamento a piatti tra i più diversi della cucina mediterranea (66%).

La birra, inoltre, si conferma sinonimo di convivialità. Per l’86% degli italiani la birra è adatta a qualsiasi occasione e favorisce la socializzazione. Il gusto rimane il principale driver di scelta (38%) in particolare per la metà dei giovani dai 25 ai 34 anni (48%), seguito dal legame della birra con la tradizione (22%) e dalla connessione che ha con il territorio (16%).

I CANALI DI ACQUISTO
La Gdo si conferma il canale preferito per gli italiani che ritengono importante vedere fisicamente il prodotto prima di comprarlo. A maggior ragione alla luce delle ultime restrizioni sulla chiusura anticipata o totale dei punti di consumo fuori casa. Di fronte allo scaffale, crescono consapevolezza e attenzione nella scelta: la metà degli intervistati sceglie la birra in base al colore (55%), alla provenienza (47%), alle caratteristiche (37%) e allo stile (30%).

In uno scenario in cui il ricorso al digitale si fa sempre più forte anche alla luce dell’evoluzione della crisi sanitaria, cresce il numero di italiani che acquistano birra online (19%). Di questi, 1 su 4 dichiara di aver iniziato ad utilizzare il canale e-commerce proprio durante il primo lockdown. Tra i vantaggi dell’acquisto in rete, la possibilità di informarsi più approfonditamente (69%) e di lasciarsi ispirare da più varietà di birra presenti nelle vetrine virtuali (43%).

PAROLA ALLA FILIERA
A dispetto dell’amore degli italiani per la birra, l’intera filiera sta subendo un contraccolpo pesantissimo a causa della crisi sanitaria in corso. Tanto più che le recenti restrizioni decise a livello nazionale e territoriale hanno di fatto azzerato le possibilità di consumo fuori casa. Mettendo seriamente a rischio gli oltre 5,7 miliardi di euro di valore condiviso generato dalla birra e che sono da ricondursi all’horeca, su un totale di 8 miliardi di euro al 2018. Sul piatto anche 144.000 posti di lavoro da proteggere.

Ma non c’è solo l’horeca a soffrire, lo fa anche l’intera rete distributiva; una categoria fondamentale che svolge un compito decisivo per la filiera agroalimentare italiana. “L’allentamento delle misure imposte dall’emergenza Covid-19 in estate sembrava aver regalato una boccata d’ossigeno al settore, ma non è stato così per tutti. I distributori, ad esempio, hanno continuato ad accumulare perdite nelle grandi città” afferma Dino Di Marino, Direttore Generale di Italgrob.

Temo – prosegue Di Marino – che la seconda ondata andrà a debilitare del tutto il sistema horeca. Un’analisi di TradeLab che prende in considerazione questo secondo semi lockdown con l’Italia divisa in fasce, stima una perdita del mercato di circa 35 miliardi.

In questo scenario – dice ancora il Direttore – la birra gioca un ruolo vitale perché per i distributori del beverage vale circa il 40% del fatturato. Parafrasando il dato di TradeLab, quindi, anche il mercato della birra nella distribuzione nel comparto horeca potrebbe sprofondare del 45%. Se poi il lockdown dovesse diventare nazionale, il tracollo sarebbe totale”.

“La ripartenza non sarà semplice: occorrono piani di rilancio eccezionali e interventi strutturali. In altre parole: un grande sforzo collettivo, con le istituzioni in prima linea. Come Italgrob – conclude Di Marino – auspichiamo un coinvolgimento di tutti gli attori della filiera, anche perché soltanto con piani e progetti comuni potremmo intercettare le risorse del Recovery Fund e indirizzarle laddove servono realmente”.

“Ad esempio, condividiamo pienamente il lavoro portato avanti da AssoBirra per richiedere una riduzione delle accise sulla birra: siamo convinti che potrebbe senz’altro essere uno degli strumenti da mettere in campo per sostenere il canale horeca e incentivare, al contempo, anche il consumatore finale”.

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Distributori Horeca: avviata procedura “Crisi complessa di Filiera” con Regione Veneto

L’unica associazione nazionale di riferimento per il settore della distribuzione nel canale Horeca, ovvero la Federazione Italiana dei Distributori di Horeca (Italgrob) ha attivato con Regione Veneto la procedura di “Crisi complessa di Filiera“, la cui gestione è affidata appunto ai governi regionali. Il percorso prevede una verifica e una presa in carico da parte della Regione, con interventi mirati di sostegno.

Italgrob, in collaborazione con le associazioni di categoria della filiera dei produttori Horeca (Assobibe, Assobirra, Mineracqua) e con Federterme, è riuscita così a ottenere un primo incontro in videoconferenza con l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, insieme ai tecnici dell’Unità regionale di crisi aziendale.

“Stiamo lavorando su soluzioni concrete e fattibili – ha commentato Dino Di Marino (nella foto, sopra) direttore di Italgrob – e proporremo un piano di azione immediato per la ‘Fase 2’ con soluzioni migliorative per la filiera Horeca per il medio e lungo periodo”.

“Siamo ad un nuovo inizio e la  filiera  ha  necessità  di reinventarsi e  adattarsi ai nuovi modelli di business. Sono molto fiducioso, la Regione Veneto potrà fare da apripista per le altre Regioni, per una strada alternativa e comunque preziosa per sostenere tutta la filiera”, ha concluso Di Martino.

“Questo primo approccio con la Regione Veneto – ha sottolineato il presidente di Italgrob, Vincenzo Caso – è di fondamentale importanza. Il procedimento aperto presso la Regione Veneto, con la  proposta di misure a sostegno della categoria, potrà consentire in inseguito di replicare il modello in altre Regioni Italiane”.

“Nel merito – continua Caso – l’assessore Donazzan si è resa disponibile a farsi portavoce presso le altre regioni, dato che su tutto il territorio nazionale ci sono importanti realtà produttive e una notevole capillarità di aziende distributive, senza contare che in tutte le regioni il settore Horeca dà lavoro a oltre un milione di persone, ed è un settore di vitale importanza economica e sociale”.

“Le maggiori sigle del settore ci hanno scelto come primi interlocutori – ha evidenziato l’assessore Donazzan – perché qui operano i maggiori player nella produzione e della distribuzione del beverage”.

Il comparto delle acque minerali e termali, che per le sole acque minerali conta oltre 40 mila addetti nel territorio nazionale tra diretti e indiretti e un giro d’affari di 2,7 miliardi, in Veneto riveste una grande rilevanza, sia in termini occupazionali che di fatturato, per la presenza di importanti fonti e di stabilimenti di imbottigliamento e distribuzione.

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