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Boom di Custoza Superiore: +300% in tre anni. Roberta Bricolo: «Scommessa vinta»

Boom di Custoza Superiore +300% in tre anni. Roberta Bricolo «Scommessa vinta» contemporary blend intervista presidente consorzio tutela vino doc custoza degustazione punteggi winemag
A guardarla bene, la mappa della Doc Custoza ricorda quella della Francia. Una distanza che si assottiglia anche nei calici, secondo gli esiti della degustazione di Winemag tenutasi in Consorzio. Tanti i vini sopra i 90/100. Non deludono i “base”, categoria maggiormente prodotta. Ma è tra i Custoza Superiore e i Custoza Riserva che arriva la conferma dell’assoluta qualità – ancora scarsamente nota, mistero – dei vini bianchi di Custoza. Che i produttori stiano puntando in alto, spalleggiati ormai da un decennio da una visionaria gestione del Consorzio – oggi guidato dalla vignaiola Roberta Bricolo dell’Azienda agricola Gorgo – lo dimostra un dato su tutti: la crescita smisurata del Custoza Superiore. Ovvero del vino che – con la Riserva – dimostra come i bianchi di Custoza possano sfidare il tempo. In molti casi, al pari delle pregiate denominazioni di quella nazione a cui rimanda, curiosamente, la forma del vigneto Custoza Doc. https://custoza.wine/

ORGOGLIO CUSTOZA SUPERIORE: +300% IN 3 ANNI

Secondo i dati forniti a Winemag da Bricolo, il Custoza Superiore è cresciuto del 300% negli ultimi tre anni. «Siamo molto fieri – evidenzia la presidente del Consorzio – di poter parlare del boom di questa tipologia, che racconta la complessità del Custoza Doc. Ciascuna varietà del blend porta una caratteristica e viene valorizzata in maniera così puntuale da offrire un vino che si può abbinare a piatti più elaborati e ha un potenziale evolutivo importante. Dopo un decennio di sperimentazione sulla tipologia, possiamo oggi affermare che si tratta dei vini più presenti nelle carte vini dei ristoranti. L’aumento della rivendica di Custoza Superiore è un chiaro indicatore di crescita della denominazione, per affermare il savoir-faire aziendale e testare, ancor più, quella che definiamo “art of blending“».

I BIANCHI DI CUSTOZA: CONTEMPORARY BLEND

Già perché, secondo il disciplinare approvato l’8 febbraio 1971, il Custoza Doc – o Bianco di Custoza – è generalmente ottenuto dal “blend” di più uve a bacca bianca. Si tratta per di Garganega, Trebbianello (biotipo del Tocai Friulano), Bianca Fernanda (clone locale del Cortese) e Trebbiano Toscano. Insieme devono costituire almeno il 70% dell’uvaggio, con ciascun vitigno che non può superare il 45%. Malvasia, Riesling (Italico e/o Renano), Pinot Bianco, Chardonnay e Incrocio Manzoni possono concorrere fino a un massimo del 30%, da soli o congiuntamente. Da qui il claim Contemporary blend, ovvero Blend contemporaneo, scelto dal Consorzio Custoza per promuoversi sui mercati, soprattutto internazionali. Ultima occasione Wine Paris 2025, nell’ambito della prima “missione” del nuovo brand Lake Garda Wines.

ANDAMENTO DENOMINAZIONE CUSTOZA AL GENNAIO 2025

La denominazione sta dunque attraversando un periodo di significative variazioni, come evidenziano anche i dati relativi agli imbottigliamenti e alle giacenze fino al 31 gennaio 2025I dati sugli imbottigliamenti cumulativi mostrano un trend positivo per la Doc Custoza. A gennaio 2025, il volume imbottigliato è di 6958,33 hl (pari a circa 927 mila bottiglie), segnando una crescita del 23% rispetto ai 5660,54 hl (754 mila bottiglie) del 2024. L’aumento si mantiene costante nei mesi successivi, con punte significative nei mesi estivi.

Luglio 2024 registra 50.229,90 hl, in rialzo rispetto ai 48.612,31 hl del 2023. La tenuta della Doc gardesana, nel confronto tra il 2024 e il 2023, è evidente: 9.775.612 bottiglie contro 9.784.473. Se il trend degli imbottigliamenti lascia ben sperare per un 2025 di crescita, buone notizie arrivano anche sul fronte delle giacenze, che registrano una significativa contrazione. Il dato di gennaio 2025 mostra un forte calo delle giacenze di Custoza Doc a 84117,64 hl, rispetto ai 107.249,13 hl dello stesso periodo del 2024 e ai 121.363,68 hl del 2023.

CUSTOZA DOC: IMBOTTIGLIAMENTI CUMULATIVI (HL)

  2023 2025 2025
GENNAIO 3951,93 5660,54 6958,33
FEBBRAIO 12274,34 13163,88
MARZO 19646,43 20939,79
APRILE 26270,93 26953,25
MAGGIO 36346,79 34717,77
GIUGNO 41716,27 43694,16
LUGLIO 48612,31 50229,90
AGOSTO 53225,70 53065,02
SETTEMBRE 58230,92 58818,66
OTTOBRE 60814,40 63428,31
NOVEMBRE 66147,23 67205,20
DICEMBRE 73383,55 73317,09

LE GIACENZE DI CUSTOZA DOC (HL)

2023 2024 2025
GENNAIO 121363,68 107249,13 84117,64
FEBBRAIO 111700,28 97170,10
MARZO 102028,70 86269,33
APRILE 93128,01 78741,94
MAGGIO 76392,00    64792,73
GIUGNO 68998,55 51501,28
LUGLIO 59708,83 41191,62
AGOSTO 53174,30 37703,62
SETTEMBRE 46634,31 27122,35
OTTOBRE 46775,64 38729,30
NOVEMBRE 68982,15 90300,80
DICEMBRE 119041,83 94525,54

CUSTOZA RISERVA: «LA NOSTRA SCOMMESSA VINTA, SU LONGEVITÀ E VALORE»

Il successo del Custoza Superiore si accompagna alla recente introduzione – avvenuta nel 2019 – di una nuova tipologia: il Custoza Riserva. «Qualcuno potrebbe chiederci: serviva davvero? La risposta – spiega ancora a Winemag la presidente del Consorzio, Roberta Bricolo – è da ricercare nell’indagine molto profonda compiuta negli ultimi 5 anni sulla longevità dei nostri Custoza Superiore. Volevamo capirne il potenziale. I primi a sorprendersi siamo stati noi produttori, iniziando a riaprire bottiglie nascoste nelle cantine».

«Custoza Doc e Custoza Superiore, non necessariamente pensati per essere bevuti 5, 8 o 10 anni dopo – continua la numero uno del Consorzio, subentrata nel 2021 dopo la prematura scomparsa di Luciano Piona – si sono rivelati ottimi. Con questa presa di coscienza, forti della sperimentazione compiuta sul Custoza Superiore, ci ha portato a concepire vini in cui è ancora più evidente la firma del produttore. I Custoza Riserva vogliono essere vini che mi piace definire “di mano libera”. Utili a scardinare cliché sui vini bianchi da bere nell’annata. Vini attraverso i quali i nostri produttori si raccontano». Ma c’è un’altra caratteristica distintiva.

«I Custoza Riserva, sino ad ora – rivela Bricolo – sono prodotti solo da aziende agricole, che seguono tutta la filiera produttiva, dalla vigna alla commercializzazione. Quelle disponibili oggi riportano l’annata 2019 o 2020 in etichetta. E hanno fatto tutte il loro esordio a Vinitaly 2024, lo scorso anno, senza che i produttori si siano messi d’accordo tra loro. Un tacito accordo tra chi ha pensato al prodotto, lo ha custodito in cantina e lo ha trovato “pronto”, cinque anni dopo, per essere giudicato dagli esperti di settore e venduto ai clienti. I risultati sono stati molto confortanti». Poche bottiglie, certo. Ma un effetto dirompente a livello di immagine della denominazione. Un asso nella manica del Custoza. Utile a spingere, verso alto, il valore medio delle altre due tipologie, dalla base verso il vertice della piramide qualitativa.

Migliori Custoza Doc: il mistero di vini bianchi buonissimi, che pochi conoscono

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Migliori Custoza Doc: il mistero di vini bianchi buonissimi, che pochi conoscono


Migliori Custoza Doc. Se vi sembra incredibile che, nel 2025, ci sia ancora qualcosa da scoprire nel mondo del vino italiano, allora non avete ancora assaggiato i vini bianchi di Custoza. Un vero e proprio mistero la loro assenza in molte carte dei vini che contano, a livello nazionale e internazionale. Per provare a capire le ragioni di questo assurdo “buco”, può essere utile geolocalizzare la Doc Custoza, che in totale produce 11 milioni di bottiglie su circa 1.400 ettari. S
i trova in Veneto, in provincia di Verona, e si estende su nove comuni situati tra le colline moreniche del basso Lago di Garda: Sommacampagna (di cui Custoza è frazione), Villafranca di Verona, Valeggio sul Mincio, Peschiera del Garda, Castelnuovo del Garda, Sona, Bussolengo, Pastrengo e Lazise.

LA DOC CUSTOZA: GRANDI VINI BIANCHI ALL’OMBRA DEL LUGANA?

Comuni che molti avranno sentito nominare per via di altre Doc del vino, più note. In primis Lugana, vero e proprio crack commerciale e prima presunta “sospettata” della scarsa notorietà dei vini bianchi di Custoza. Ma nella stessa zona, marginalmente, si possono produrre anche Bardolino Doc e Valpolicella Doc. Per intero, invece, la Garda Doc: nome commercialmente spendibilissimo attorno al quale ruota il nuovo brand-cappello del vino veneto Lake Garda Wines. Per essere ancora più precisi, a Doc Custoza confina a nord-ovest con la DOC Lugana – che si sviluppa tra Veneto e Lombardia, lungo la sponda meridionale del Lago di Garda – e a est con la Doc Soave. Un territorio di passaggio tra la pianura e il lago, in cui il Custoza si distingue come un bianco dall’identità precisa, ma ancora da scoprire su larga scala.

I VINI BIANCHI DI CUSTOZA: FRESCHI E AROMATICI O DA LUNGO AFFINAMENTO

La degustazione delle diverse espressioni del Custoza, resa possibile dal Consorzio di Tutela guidato da Roberta Bricolo e dalla referente dell’ufficio Marketing Silvia Rama, rivela la straordinaria versatilità e profondità di questa denominazione. Capace di offrire vini freschi e immediati, ma anche etichette di grande struttura e potenziale evolutivo. Le annate più recenti, come il 2023 e il 2024, mostrano spesso una gran purezza del frutto, una mineralità incisiva e un equilibrio esemplare tra freschezza e morbidezze. Alcuni produttori, come Albino Piona, Cavalchina e Gorgo, interpretano il Custoza con eleganza e personalità. Dimostrando come questo bianco possa essere non solo un vino da pronta beva, ma anche da conservare con soddisfazione nel tempo. Migliori Custoza Doc

IL CUSTOZA SUPERIORE E RISERVA: CARATTERE E LONGEVITÀ

Il Custoza Superiore, con il suo profilo più strutturato e complesso, evidenzia un’ulteriore dimensione della denominazione. Come? Con vini che abbracciano una maggiore ricchezza materica, senza mai perdere in tensione e finezza. Notevole il potenziale evolutivo di etichette come “Custodia” di Cantina di Custoza (Cantine di Verona), “Amedeo” di Cavalchina e “Sexaginta” di Monte del Frà, capaci di coniugare precisione tecnica e profonda espressività territoriale.

Non ultimo, il segmento dei Custoza Riserva rappresenta solo una delle sorprese della degustazione. Il Custoza Riserva Doc Rabitta firmato da Cavalchina emerge come un autentico fuoriclasse, con un profilo internazionale e una complessità che richiama le migliori interpretazioni dei grandi bianchi da invecchiamento. Altre etichette, come Gorgo “Sub 27” e “Brolo dei Giusti” di Cantina di Custoza, confermano il valore assoluto della denominazione. Il Custoza Doc è molto più di un vino estivo o di pronta beva, ma un bianco che può affinare con il tempo, acquisendo profondità e sfumature degne dei migliori palchi internazionali. Qui, piccole e grandi cantine cooperative lavorano per la qualità assoluta. Dopo anni di mistero, iniziare a scoprirlo è d’obbligo. https://custoza.wine/

MIGLIORI CUSTOZA DOC: DEGUSTAZIONE E VALUTAZIONE IN CENTESIMI

CANTINA DENOMINAZIONE ALCOL ANNO DESCRIZIONE E PUNTEGGIO IN CENTESIMI
Tabarini Custoza DOC 12,50% 2024 Fiore e frutto, leggera componente e minerale. In bocca si snoda su una buona tensione acida, che anticipa un  finale piacevolmente sapido. Vino che ha solo bisogno di un altro po’ di riposo in bottiglia. 89
Seiterre Custoza DOC 12,50% 2024 Frutto ben maturo, a polpa bianca e gialla. Profilo minerale. Al palato una corrispondenza perfetta, nel segno di una bella pienezza e di una grande centralità del frutto. 89
Villa Medici Custoza DOC 12,50% 2024 Tappo a vite. Bella vena erbacea e minerale sul frutto croccante, bianco e giallo. Al palato una piacevole pienezza, giocata tra la vena glicerica e quella più dura, verde. Profilo oleoso, per un vino all’inizio dell’evoluzione. 88
Monte del Frà Custoza DOC 12,50% 2024 Naso ben compiuto su frutto, mineralità e tocco erbaceo. Spina dorsale sapida al palato, attorno alla quale danza un frutto polposo, bianco e giallo. Vino da beva spensierata, senza troppi fronzoli. 88
Cavalchina Custoza DOC 12,50% 2024 Bel profilo minerale al naso, ma soprattutto una gran purezza del frutto. Corrispondenza perfetta al palato, ben distinto da una vena sapida che accompagna il frutto. Vino che abbina morbidezze e durezze in maniera esemplare. Bere oggi o conservare. 92
Tantini Custoza DOC 12,50% 2023 Tappo a vite. Naso fresco, quasi balsamico, che si contrappone piacevolmente a una leggera nota dolce, mielata, a corredo del frutto polposo, a polpa bianca e gialla. Palato dominato da una sottile mineralità e da una gran freschezza, che agevola la beva. Ritorni di frutta non mancano e completano un quadro ricco e in evoluzione positiva. 92
Il Pignetto Custoza DOC 12,50% 2023 Vino che si apre piano e si arricchisce di fiore e balsamicità. Ecco anche la componente minerale. In bocca leggere note macerative, molto ben gestite. Altro vino decisamente convincente e in positiva evoluzione. 91
Pigno Custoza DOC 12% 2023 Colore più carico dei precedenti, così come il naso, contraddistinto da una vena mielata e da una buona aromaticità. Al palato è ricco, ben stratificato, oleoso. C’è il territorio e c’è la mano del produttore. 89
Cantina di Custoza (Cantine di Verona) Custoza DOC Val dei Molini 12,50% 2023 Naso splendido, aperto, generoso. Fiore, frutto, polpa: c’è tutto. Al palato è ben strutturato, materico, pur slanciato su sapidità e freschezza. Vino tecnicamente ineccepibile, con potenziale evolutivo su cui scommettere. 90
Vitevis Custoza DOC 12,50% 2023 Primo naso su una leggera tinta mielata. Poi ricordi di finocchietto selvatico ad aprire la componente balsamica. L’ossigenazione lascia spazio a note agrumate. L’ottima stratificazione si conferma anche al palato, dove risulta ricco, polposo eppure slanciato, pieno e fresco. Ottimo potenziale evolutivo. 92
Villabella  Custoza DOC 12% 2023 Tappo a vite. Vino che non abbonda in larghezza ma è più sulla lettura del suolo, sulla verticalità sul fiore che sull’abbondanza di frutto. Sorprende per questo al palato, dove di frutto ce n’è in abbondanza. Ricordi di mela e pera perfettamente mature anticipano l’allungo sapido. Vino elegante e di gran beva. 90
Tamburino Sardo  Custoza DOC 12,50% 2023 Naso su ricordi umami. In bocca vira sul frutto, senza troppe sovrastrutture. Longilineo, dritto, minerale. Un pizzico di frutto in più non avrebbe guastato. 88
Santa Sofia Custoza DOC 12,50% 2023 Bella balsamicità al naso, sul frutto. Tensione sapida, frutto pieno e alcol che si integrerà meglio. Sapido in chiusura. Buon potenziale evolutivo. 90
Corte Mamaor Custoza DOC 12,50% 2023 Naso elegante, sul frutto che sfiora l’esotico. Ottima densità della componente fruttata anche al palato, con una  mineralità spiccata che ravviva l’allungo. Riecco, poi, quel profilo oleoso che caratterizza le migliori espressioni di Custoza. Finale di gran persistenza. Ottimo potenziale evolutivo. 92
Gorgo Custoza DOC San Michelin 13% 2023 Frutto puro, perfettamente maturo, al primo naso. Mineralità a fare da contraltare. Gran purezza del frutto anche al palato. A sostenerlo riecco un’intensa vena sapida, che slancia il sorso insieme alla vibrante acidità. Gran potenziale evolutivo. 94
Albino Piona Custoza DOC 12,50% 2023 Porta la mente in Francia, questo naso estremamente elegante che invece racconta la tipicità di Custoza, a cui forse dovremmo un po’ tutti abituarci di più, erigendo nuovi canoni di confronto che non trasbordino i confini nazionali. Una precisione e matericità che si riverberano dal naso al palato, contraddistinto da tensione acida ed estrema verticalità. Allungo sulla polpa, fantastico. Alcol che si integrerà meglio, donando ulteriore equilibrio a un vino di grande potenziale evolutivo, certamente tra i migliori in un tasting che riguarda la denominazione d’appartenenza. 92
Albino Piona Custoza DOC Crea Macerato 12,50% 2023 Il Crea Macerato di Piona si è aggiudicato, con la vendemmia 2020, il titolo di “Vino Macerato dell’anno” della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di Winemag. Un’icona di stile, per la sapienza nell’utilizzo del contatto con le bucce, in grado di valorizzare il varietale, al posto di appiattirlo. La vendemmia 2023 non è da meno. 94
Villa Medici Custoza Superiore DOC 13% 2023 Bella mineralità, sin dal primo naso. Frutto a polpa bianca e gialla croccante, polposo. Spalle larghe al palato, dove non nasconde una certa grassezza, ben equilibrata da freschezza e sapidità. 93
Giarola Custoza Superiore DOC 13% 2023 Naso di gran purezza, su ricordi di albicocca e susina bianca, appena matura. In bocca più pienezza di quanto si potesse immaginare al naso. Allungo dolce del frutto, per un palato estremamente morbido, pur piuttosto equilibrato. 91
Tabarini Custoza Superiore DOC 13,50% 2023 Più pieno al naso di altri campioni. Bella veste balsamica sul frutto maturo, più giallo che bianco. Palato che si conferma largo, goloso, sul frutto perfettamente maturo e sulla vena sapida che accompagna sino alla chiusura. Gran gastronomicità e potenziale evolutivo. 94/100
Cantina di Custoza (Cantine di Verona) Custoza Superiore DOC Custodia 13% 2023 Al naso un leggero tocco fumé sull’agrume e una vaga nota d’idrocarburo. Che ci sia una componente vulcanica nei suoli di questo splendido bianco? Non mancano, in verità, nella zona. Al palato il nettare si conferma elegantissimo. Sapido, dal frutto bianco e giallo croccante, deliziosamente preciso. Allungo su frutto e sapidità, che rendendo la beva irresistibile. Rapporto qualità prezzo impressionante a giustificare, solo in parte, il giudizio. 95
Tenuta la Presa Custoza Superiore DOC 12,50% 2023 Naso gentile ma deciso, nelle note: floreale, mineralità, agrume. Al palato più polpa e materia, a delineare un profilo di vino estremamente gastronomico, reso ancora più interessante dal finale lungo, sapido. 93
Gorgo Custoza Superiore DOC Summa 13% 2023 Tanto minerale al naso, oltre al frutto. Sapidità da vendere anche al palato, dal frutto puro, molto ben gestito. Vino ampio sul frutto esotico al palato, ma tutto tranne che opulento. Anzi: finezza ed eleganza sono il vero fil-rouge tra naso e palato, che chiude su una piacevolissima sapidità. 92 Migliori Custoza Doc
Cavalchina Custoza Superiore DOC Amedeo 13,50% 2023 Vino delizioso nelle sue contraddizioni assolute. Quasi discostante, in una degustazione alla cieca, per quella vena minerale “da mare” e quel tocco erbaceo “di montagna” sul frutto croccante. Vino che cambia nel calice di minuto in minuto, rivelandosi molto stratificato. Ricorda la macchia mediterranea e il bergamotto prima di convincere all’assaggio. In bocca una gran pienezza, ma anche sapidità da burro salato. E un frutto che si conferma di purezza esemplare. Grande persistenza e garanzia assoluta sul fronte del potenziale evolutivo. 95/100
Cantina Le Muraglie Custoza Superiore DOC Remì 13% 2022 Un altro campione di Custoza che si divide tra tra mineralità, agrume e morbidezza al palato. Chiusura fresco-sapida, elegante. Ottima gastronomicità e buon potenziale evolutivo. 92
Monte del Frà Custoza Superiore DOC Cà del Magro  13% 2022 Frutto estremamente puro al naso, che si apre sempre più sulla maturità. In bocca una bella pienezza. Finale amaricante, ben gestito. Peccato per l’alcol, un po’ troppo esuberante. 90
Albino Piona Custoza Superiore DOC Campo del Selese 12,50% 2021 Fiore, frutto e spezie abbondano al naso, in un quadro decisamente territoriale. Il palato è elegantissimo, e si divide tra l’espressione del suolo e la pienezza del frutto, croccante e puro. Un vino campione d’equilibrio, raffinatezza, verticalità e versatilità. 94
Monte del Frà Custoza Superiore DOC Sexaginta 13% 2020 Colore che prende un po’ di oro, sul tipico paglierino. Naso piuttosto complesso per l’apporto del legno, che aggiunge soavi note tostate ai ricordi d’agrume. Gran bel palato pieno, strutturato e corposo. Colpisce per la gran freschezza e per la mineralità spiccatissima. Vino ancora molto giovane, con ampi margini evolutivi. 94
Cantina di Custoza (Cantine di Verona) Custoza Superiore DOC Brolo dei Giusti 13,50% 2020 Classico vino divisivo, per via della stilistica. Convince per il naso cremoso, con ricordi di pasticceria e burro salato accanto al fruttato tipico di Custoza. Il profilo, per intenderci, è quello di una Riserva. Al palato si conferma polposo, ricco, pieno, ma al contempo fresco e sapido, in quadro piacevolissimo anche grazie a un tocco “fenolico” che ricorda quello di alcuni grandi Chardonnay. Potenziale evolutivo assoluto. 94
Tamburino Sardo Custoza Riserva DOC Adriano 13% 2021 Leggero tocco di frutta secca al primo naso, unitamente al profilo tipico delle cuvée di Custoza. Freschezza da vendere al palato per un vino che s rivela ancora giovanissimo e di prospettiva. 91
Cavalchina Custoza Riserva DOC Rabitta 13,50% 2022 Vino che convince in termini di ricchezza, profondità e connessione con le punte di qualità del Custoza. L’utilizzo del legno dona un profilo ossidativo caratteristico, innalzando all’ennesima potenza la caratura dell’uvaggio locale. Il frutto, di fatto, è molto ben espresso e puro (mela, albicocca, agrumi), al centro del sorso e ben amalgamato con le note tostate conferite dalla barrique. Centro bocca e finale sapido, freschissimo. Persistenza da campione. Caratura internazionale, anche sul fronte del potenziale d’affinamento. Altro vino dal rapporto qualità prezzo impressionante, a giustificare (solo in parte) il giudizio finale. 97
Gorgo Custoza Riserva DOC Sub 27 13% 2019 Giallo dorato, alla vista. Frutto bianco e giallo di ottima maturità e pienezza al naso, con un accenno di idrocarburo che insinua tra le note floreali e quelle di aromatiche della macchia mediterranea. Palato in perfetta corrispondenza, su ricordi di albicocca matura e frutta esotica. Sale, stratificazione, complessità, ma soprattutto una rinnovata purezza del frutto: Custoza, all’ennesima potenza. Ovvero in grado di affinare, a lungo: nettare che ha ancora molto da dire ai calici, grazie a un’evoluzione stabile e non ancora compiuta. 95 Migliori Custoza Doc
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Davide e Golia: Ferraris Agricola porta il Ruchè da Lidl


Appena un milione di bottiglie complessive per l’intera denominazione. Ma la forza di essere disponibile sugli scaffali del player della grande distribuzione leader nell’export di Made in Italy agroalimentare. Il Ruchè di Castagnole Monferrato Docg Bricchi dorati di Ferraris Agricola da Lidl è una storia in salsa Davide e Golia. Con un finale che fa contenti tutti. La piccola Docg del Monferrato, per la vetrina utile a farsi conoscere da un vasto numero di clienti. E la multinazionale del retail, che può gioire per avere “in carta”, ormai da qualche anno, una vera e propria chicca. Prezzo più che mai dignitoso, che altre denominazioni ben più note e blasonate si sognano (e per il quale, altre ancora, farebbero “carte false”): 4,99 euro.

Un’operazione molto interessante dal punto di vista commerciale, almeno per due ragioni in più. Le bottiglie consegnate da Ferraris Agricola a Lidl sono appena 25 mila all’anno. E il Ruchè Bricchi dorati non è in vendita in continuativo, bensì sulla base di un accordo di fornitura utile a coprire due cosiddette “vendite spot” annuali. Tradotto: nei rari periodi dell’anno in cui si trova a scaffale – per la cronaca, proprio in questi giorni – meglio accaparrarsene un cartone che una bottiglia.

RUCHÈ BRICCHI DORATI FERRARIS: LA DEGUSTAZIONE

Già perché il Ruché Bricchi dorati è tutto tranne che l’oramai (pressoché) estinto “vino di scarto” e di bassa qualità che, in tempi ormai remoti, le cantine vendevano ai discount. Rispettati interamente i canoni organolettici della piccola Docg del Monferrato astigiano, come dimostra la degustazione curata da Vinialsuper. Partiamo dalla vista. Nel calice, questo Ruchè della vendemmia 2023 si mostra del classico rosso rubino penetrabile alla vista (simile a quello del Pinot nero, per intenderci).

Al naso tutti i sentori primari del vitigno autoctono piemontese: la classica nota floreale di rosa, il tocco di geranio, la venatura di pepe. Ecco poi la ciliegia, perfettamente matura, succosa. Così come i piccoli frutti di bosco, più a bacca rossa che nera. Sorso asciutto e in perfetta corrispondenza, slanciato su una leggera sapidità. Chiusura appagante, fresca e sinuosa, sul frutto. Alcol (14%) straordinariamente integrato: impercettibile. Vino che si lascia apprezzare a tutto pasto, con il pregio di poter essere servito anche leggermente fresco, vista la scarsa presenza di tannini (altro tratto tipico della varietà). In definitiva, un’etichetta che rinsalda la corona di “Re del Ruchè” sulla testa di Luca Ferraris, patron della cantina. https://www.ferrarisagricola.com/it/

Valutazione in cestelli della spesa: (5 / 5)

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Appassimento Rosso Salento Igp 2021, Notte Rossa


(5 / 5) L’Appassimento Rosso Salento Igp 2021 Notte Rossa è una delle ultime novità della gamma della cantina pugliese Terre di Sava. Un vino morbido, che conquista con i suoi profumi intensi, il suo sapore pieno e la lunga persistenza. Un nettare ottenuto da una selezione di uve a bacca rossa tipiche del territorio salentino, raccolte quando gli acini risultano lievemente appassiti. Un modo per “concentrare” in maniera del tutto naturale le fragranze, arricchendo il profilo aromatico.

Grazie a questo procedimento, le uve che arrivano in cantina con 10-15 giorni di ulteriore attesa rispetto all’epoca di maturazione ottimale – sul finire del mese di settembre – sono dotate di una struttura maggiore, in grado di reggere un breve affinamento in barrique di legno francese e americano. Il risultato è quello di aumentare, nel calice, l’armonia e la piacevolezza. Un appassimento cercato, voluto e sperimentato dalla cantina salentina per regalare ai clienti delle maggiori insegne di supermercati – dove questo vino è reperibile – un’etichetta che trasporta ovunque il sole della Puglia.

APPASSIMENTO ROSSO SALENTO NOTTE ROSSA: LA DEGUSTAZIONE

Alla vista, Appassimento Rosso Salento Igp 2021 Notte Rossa si presenta di un colore granato intenso. Al naso ricordi di ciliegia e frutta più rossa che scura (prugna), tendente alla confettura. Note terziarie – ovvero quel ventaglio di aromi dati dall’affinamento in legno – molto ben integrate, che aggiungono complessità al bouquet. Evidenti i ricordi di spezie come cannella e vaniglia. Al palato siamo in presenza di un vino di una certa densità, eppure di gran beva. Tannino integratissimo e sorso morbido, setoso, addirittura dissetante, ben oltre le attese. Un vino che non stanca mai e che fa proprio della piacevolezza e della beva un punto forte. A proposito di abbinamenti, l’Appassimento Rosso Salento Igp 2021 Notte Rossa accompagna bene primi piatti ricchi, carni rosse e formaggi di media stagionatura.

APPASSIMENTO NOTTE ROSSA: UNA TRADIZIONE ANTICA

L’appassimento delle uve rosse nel Salento, proprio come nel caso Notte Rossa, è una pratica tradizionale che mira a concentrare zuccheri, aromi e polifenoli, esaltando le qualità naturali dei vini della zona. Questa tecnica sfrutta il clima caldo e ventilato della regione e può avvenire direttamente in vigna, attraverso una vendemmia tardiva, o con il taglio del peduncolo (ovvero della parte più alta del “gambo” del grappolo), che blocca il flusso della linfa, favorendo un appassimento naturale. In alternativa, le uve vengono essiccate su graticci o in cassette ben aerate. Le varietà autoctone più utilizzate includono il Negroamaro, il Primitivo e la Malvasia Nera, che offrono rispettivamente struttura, morbidezza e complessità degli aromi.

L’Appassimento Rosso Salento Igp 2021 Notte Rossa è un emblema dei vini che si possono ottenere con questa tecnica. Generalmente sono ricchi e avvolgenti, con note di frutta matura, confettura e spezie dolci, oltre ad essere caratterizzati da corpo pieno e lunga persistenza. Negli ultimi anni, la tecnica dell’appassimento si è evoluta grazie a metodi di cantina più controllati e scientifici, come l’appassimento in stanze condizionate. Ma molte cantine, come Terre di Sava, vogliono mantenere viva la tradizione. Combinando sapere antico e innovazione, per valorizzare il territorio e creare autentici vini del Salento.

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degustati da noi vini#02

Amarone della Valpolicella Docg 2016 La Parte, Piccoli


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Amarone della Valpolicella Docg 2016 La Parte, Piccoli (16,5%).

Fiore: 8.5
Frutto: 9
Spezie, erbe: 9
Freschezza: 9
Tannino: 7
Sapidità: 7
Percezione alcolica: 6
Armonia complessiva: 9.5
Facilità di beva: 9
A tavola: 9.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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eventi news ed eventi

Festival Franciacorta in Cantina 2024: 40 Satèn in degustazione a Erbusco


Durante il Festival Franciacorta in Cantina 2024, l’enoteca Cantine di Franciacorta, noto e fornitissimo wine store di Erbusco (Brescia), organizza una degustazione unica di Satèn, nell’elegante open-space di 500 metri quadrati allestito ad hoc per l’occasione. Protagoniste saranno le cantine della Franciacorta selezionate fra le più blasonate e quelle emergenti più interessanti, accomunate dal trait d’union dell’altissima qualità dei loro vini, tutti con caratteristiche assolutamente peculiari.
Il banco d’assaggio si terrà il 14 e 15 settembre. Ogni azienda proporrà due tipologie di Franciacorta: il Satèn e un’altra a scelta.

Gli assaggi saranno accompagnati da un raffinato buffet servito e il calice della degustazione sarà lasciato in omaggio. In programma quattro sessioni al giorno, di due ore circa ciascuna (alle 10, alle 12.30, alle 15, alle 17.30),  prenotare direttamente dal sito di Cantine di Franciacorta o telefonando al 0307751116. Il tutto con il supporto dei sommelier e degli esperti di Cantine di Franciacorta, che daranno informazioni sulle peculiarità di ogni di ogni vino e di ogni azienda. Con questa degustazione Cantine di Franciacorta prosegue il suo impegno per far conoscere l’eccellenza della produzione enologica franciacortina a Erbusco.


Cantine di Franciacorta 
Via Iseo, 98 – Erbusco (Bs)
Tel. +39 0307751116
info@cantinedifranciacorta.it

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news news ed eventi Vini al supermercato

Aldi lancia Zerozecco: un po’ “Prosecco” e un po’ “alcohol free sparkling”


Zerozecco“: un po’ “Prosecco” (pardon, ProZecco) e un po’ “alcohol free sparkling white“. Non passa inosservata la novità nell’assortimento dei vini di Aldi. Il nome di fantasia scelto dall’insegna tedesca rinforza il concetto di “ingresso in gamba tesa” del discount nel mondo dei vini e spumanti “No-low alcohol”, in Italia. “Zerozecco” costa meno di un terzo dello spumante senz’alcol in vendita nei supermercati Esselunga, ovvero il “Virgola Zero” Alcohol Free Sparkling del brand Dr. Fischer, salito nel 2024 a 11,50 euro rispetto ai 10,90 euro con cui aveva fatto il suo esordio sugli scaffali del retailer milanese, nell’estate 2022.

ZEROZECCO RICHIAMA LA DOC PROSECCO?

La mossa di Aldi è significativa sotto diversi aspetti. In primis colpisce per il sostanziale “sprezzo” nei confronti della Doc veneto-friulana, il Prosecco per l’appunto, richiamato in maniera piuttosto netta dal nome di fantasia “Zerozecco”, così come avviene nel mondo con altri prodotti da catalogare nel mare magnum del cosiddetto italian sounding. Va detto che, ad oggi, non risultano azioni legali o diffide del Consorzio a tutela della denominazione nei confronti dell’utilizzo di un simile nome di fantasia, come dimostra il cospicuo stock della referenza in diversi punti vendita Aldi.

Lo scaffale è ben rifornito e l’etichetta è presente a banco nella zona riservata ai vini più “pregiati” dell’assortimento, adagiati in eleganti cassette di legno. Nulla, insomma, fa pensare a un’avvenuto o pronosticabile ritiro preventivo del prodotto, dettato dal potenziale nervosismo del “Sistema Prosecco” nei confronti dell’insegna tedesca, messo nero su bianco per vie legali. In sintesi, tutto tace dalle parte di Treviso. E Aldi vende la sua etichetta.

IL PREZZO DI ZEROZECCO, ALCOHOL FREE SPARKLING WHITE DI ALDI

Altro elemento che salta all’occhio è il prezzo di sell-out di “Zerozecco”, decisamente aggressivo se si pensa che 3,49 euro è il prezzo pieno ma, all’inizio di aprile 2024, l’alcohol free sparkling white in questione era a volantino ad appena 2 euro (42% di sconto). Un posizionamento ben diverso da quello dello spumante senz’alcol proposto da Dr. Fischer Group in Esselunga (vino su cui c’è lo zampino del produttore altoatesino Martin Foradori – Hofstätter), prodotto con uve Riesling della Mosella. Si cominciano dunque a intravedere le prime schermaglie di una guerra al ribasso sulla categoria dei dealcolati, per lo meno nella grande distribuzione organizzata.

Come si orienteranno le altre insegne? Lo vedremo. Interessante, poi, anche il confronto dell’etichetta nutrizionale dei due “spumanti senz’alcol”. Zerozecco sparkling white è più “calorico” di “Virgola Zero” alcohol free sparkling: 25 kcal contro 19 kcal per 100 ml. L’etichetta di Aldi contiene di fatto più zucchero di quella di Esselunga: 5,7 grammi contro 4. Dettagli tecnici confermati anche dall’assaggio della nuova referenza, prodotta in esclusiva per il discount multinazionale tedesco da Peter Herres Wein und Sektkellerei GmbH (nota anche come Herres Sekt – House of Sparkling) a Trier. Notato nulla? La zona di produzione è, ancora una volta, la Mosella.

L’ASSAGGIO DI ZEROZECCO: COM’È IL NUOVO SPUMANTE SENZ’ALCOL DI ALDI?

(3 / 5) Partiamo dalla definizione. Come precisa Aldi, “Zerozecco” è un «vino spumante analcolico ottenuto da vino dealcolizzato». Tra gli “ingredienti”, il vino dealcolato figura con una percentuale del 70%, ma non viene precisata la varietà di uva utilizzata dal produttore. Lo abbiamo provato per il lettori di Vinialsuper, assegnando un punteggio di 3 “cestelli della spesa” sui 5 a disposizione. Grana del “perlage” – ovvero grandezza della “bollicina” – piuttosto fine, ma davvero poco persistente alla vista. Naso dolce, aromatico, molto fruttato. “Zerozecco” ricorda, per certi versi, alcune espressioni di spumante ottenuto con uve Moscato in Piemonte o in Oltrepò pavese.

Più in sottofondo, ecco una vena erbacea: memorie di fieno e salvia si uniscono armoniosamente ai fiori di sambuco. Bollicina piuttosto integrata al palato, non disturbante e capace di dare verve a un sorso tendenzialmente morbido, su ritorni di frutta molto matura come albicocca, pesca e frutta esotica a polpa gialla, più che bianca. In definitiva, Zerozecco è uno sparkling white alcohol free piuttosto equilibrato e godibile. Da consumare in occasione dell’aperitivo, con una temperatura di servizio compresa tra gli 8 e i 10° centigradi. Conservazione di circa un anno e mezzo, sulla base della “data di scadenza” che va apposta per legge sull’etichetta del prodotto, regolarmente presente (nel caso della bottiglia degustata, 09/2025).

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

È l’ora del Chianti Classico Gran Selezione: 63 vini con punteggi alla cieca

A quasi dieci anni dall’istituzione della nuova tipologia – e dopo non pochi tumulti – il Chianti Classico Gran Selezione ha finalmente trovato la sua reale dimensione nei calici. Porla all’apice della piramide qualitativa della Docg è stata una mezza rivoluzione: la prima volta nella legislazione vitivinicola italiana. Ora si può dire che l’impresa è definitivamente compiuta, grazie a vini dal profilo spiccatamente identitario. Figli del terroir e, non di rado, di singole parcelle, ben distinguibili dalla già esistente tipologia Riserva, con cui la Gran Selezione andava a talvolta a sovrapporsi in passato, organoletticamente. È quanto emerge in maniera chiara dalla degustazione alla cieca di oltre 60 campioni (2020, 2019, 2018, 2017, 2016) di 49 cantine del Gallo Nero, organizzata da winemag.it in collaborazione con il Consorzio di Tutela fiorentino.

In attesa dei dati aggiornati che saranno forniti in occasione della Chianti Classico Collection 2024, anche i numeri sembrano dare ragione alla Gran Selezione. La tipologia rappresenta attualmente circa il 6% della produzione totale di Chianti Classico (quest’ultima pari a 35-38 milioni di bottiglie, 270 mila ettolitri medi all’anno). L’introduzione di 11 UGA (Unità Geografiche Aggiuntive), in etichetta ufficialmente da luglio 2023, è l’ultima mossa del Consorzio, che dà la misura di un progetto unico nel panorama enologico italiano. «Un traguardo storico per la denominazione – dichiara il presidente Giovanni Manetti – dal momento che adesso tutti i consumatori potranno finalmente scegliere vini provenienti dalle diverse UGA e apprezzare le sfumature del territorio del Gallo Nero. Un ulteriore passo per la valorizzazione delle caratteristiche distintive del Chianti Classico».

COS’È IL CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE: LE CARATTERISTICHE

La Gran Selezione è un vino prodotto da uve di esclusiva pertinenza aziendale, coltivate nei vigneti più vocati e con regole severe. Un nuovo punto di riferimento nel panorama enologico internazionale. Oltre a prevedere caratteristiche chimiche e organolettiche idonee a vini di elevata qualità, la Gran Selezione può essere commercializzata solo dopo un invecchiamento minimo di 30 mesi e un periodo obbligatorio di affinamento in bottiglia.

La Gran Selezione ha anche il merito di esaltare i diversi caratteri di un territorio ampio e polimorfo, per questo diviso in undici Unità Geografiche Aggiuntive e in zone climaticamente e pedologicamente differenti, ma unite dall’inconfondibile “firma” del Sangiovese. Cosa aspettarsi dal Chianti Classico Gran Selezione dal punto di vista organolettico? Lo spiega molto bene il Consorzio: «Un vino di struttura importante che, grazie alla selezione delle uve e al lungo affinamento, consegue equilibrio e armonia superiori, profondità gustativa e complessità aromatica. Al palato abbina immediatezza di frutto unitamente alle affascinanti nuance tipiche dei vini capaci di una lunga evoluzione».

MARCO RICASOLI FIRIDOLFI: «GRAN SELEZIONE? GRANDE INTUIZIONE»

Grande soddisfazione per la tipologia anche da parte dei produttori. Qualcuno chiede addirittura di alzare ulteriormente l’asticella. «L’introduzione della Gran Selezione – commenta Marco Ricasoli Firidolfi, titolare della cantina Rocca di Montegrossi – è stata una grande intuizione per fare capire l’altissima qualità della denominazione del Chianti Classico. Tuttavia, avrei voluto che su alcuni dei requisiti che contraddistinguono la Gran Selezione in rapporto alla Riserva venissero applicati parametri più rigidi per segnare una distanza più evidente tra le due classificazioni. Ad esempio, sarebbe auspicabile una differenza più netta sul tempo minimo di maturazione dei vini, che attualmente prevede (inclusi i 6 mesi di affinamento in bottiglia) 30 mesi per la Gran Selezione e 24 mesi per la Riserva».

«Apprezzo molto – continua Ricasoli Firidolfi – la decisione di vietare tra tre anni i vigneti internazionali dai blend della Gran Selezione. E sono anche d’accordo all’aumento della percentuale minima di Sangiovese, dall’80 al 90%. Non ritengo invece di dovere arrivare a una Gran Selezione con 100% Sangiovese, poiché sarebbe incoerente con la storia e la tradizione del Chianti Classico, dove il Sangiovese è da sempre protagonista dei vini, ma in uvaggio e non in purezza».

Il titolare di Rocca di Montegrossi avanza infine una proposta destinata ad animare il dibattito sulla tipologia: «Ritengo opportuno introdurre un criterio di proporzionalità tra l’estensione vitata di un’azienda e il numero di etichette Gran Selezione prodotte, al fine di evitare situazioni in cui a pochi ettari vitati aziendali corrispondano magari tre vini diversi. La Gran Selezione dovrebbe infatti rappresentare il “meglio” di un’azienda. Appare poco convincente che ciò possa corrispondere alla totalità, o quasi, della produzione aziendale».

GRAN SELEZIONE 2020, 2019, 2018, 2017 E 2016: I PUNTEGGI

97/100

VINO ANNO CANTINA ZONA PUNTI
14 Chianti Classico Docg Vigna del Sorbo 2020 Fontodi Panzano 97/100
48 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigna Gittori Gaiole 2020 Riecine Gaiole 97/100

96/100

VINO ANNO CANTINA ZONA PUNTI
5 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vicoregio 36 2020 Castello di Fonterutoli Castelnuovo Berardenga 96/100
13 Chianti Classico Docg Gran Selezione Terrazze San Leolino 2020 Fontodi Panzano 96/100
54 Chianti Classico Docg Gran Selezione  2018 Tenuta Casenuove Greve 96/100
63 Chianti Classico Docg Gran Selezione Squarcialupi 2016 Tenute Squarcialupi – La Castellina di  Tommaso Bojola Castellina in Chianti 96/100

95/100

VINO ANNO CANTINA ZONA PUNTI
6 Chianti Classico Docg Gran Selezione Badiòla 2020 Castello di Fonterutoli Radda 95/100
16 Chianti Classico Docg Gran Selezione I Salci 2016 Borgo Salcetino – Livon Radda 95/100
19 Chianti Classico Docg Gran Selezione Riserva Ducale Oro 2019 Ruffino Castellina in Chianti 95/100
25 Chianti Classico Docg Gran Selezione Giovanni Folonari 2018 Tenuta di Nozzole Greve 95/100
26 Chianti Classico Docg Gran Selezione Terrabianca 2019 Arillo in Terrabianca Radda 95/100
31 Chianti Classico Docg Gran Selezione Bruciagna 2020 Castello La Leccia Castellina in Chianti 95/100
38 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigna Poggiarso 2020 Castello di Meleto Gaiole 95/100
42 Chianti Classico Docg Gran Selezione Rialzi 2019 Tenuta Perano – Frescobaldi Gaiole 95/100
47 Chianti Classico Docg Gran Selezione Sei Bio 2020 Querceto di Castellina Castellina in Chianti 95/100
58 Chianti Classico Docg Gran Selezione Sergio Zingarelli 2019 Rocca delle Macie Castellina in Chianti 95/100

94/100

VINO ANNO CANTINA ZONA PUNTI
1 Chianti Classico Docg Gran Selezione Strada al Sasso 2020 Tenuta di Arceno Castelnuovo Berardenga 94/100
8 Chianti Classico Docg Gran Selezione Zac 2019 Principe Corsini – Villa Le Corti San Casciano Val di Pesa 94/100
21 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigna Montaperto 2018 Fattoria Carpineta Fontalpino Castelnuovo Berardenga 94/100
23 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigna del Capannino 2020 Bibbiano Castellina in Chianti 94/100
33 Chianti Classico Docg Gran Selezione Bellezza 2018 Castello di Gabbiano San Casciano 94/100
34 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vecchie Vigne 2019 Podere Castellinuzza – Paolo Coccia Lamole 94/100
39 Chianti Classico Docg Gran Selezione Trebbio 2020 Castello di Meleto Gaiole 94/100
53 Chianti Classico Docg Gran Selezione Le Masse di Greve 2017 Lanciola Greve 94/100
61 Chianti Classico Docg Gran Selezione Le Balze 2019 Il Poggiolino San Donato in Poggio 94/100

93/100

VINO ANNO CANTINA ZONA PUNTI
7 Chianti Classico Docg Gran Selezione Castellina 2020 Castello di Fonterutoli Castellina in Chianti 93/100
11 Chianti Classico Docg Gran Selezione Le Bolle 2020 Castello Vicchiomaggio Greve in Chianti 93/100
18 Chianti Classico Docg Gran Selezione  2019 Torraccia di Presura Greve 93/100
20 Chianti Classico Docg Gran Selezione Romitorio di Santedame 2019 Ruffino Castellina in Chianti 93/100
22 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigna Dofana 2018 Fattoria Carpineta Fontalpino Castelnuovo Berardenga 93/100
24 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigne di Montornello 2020 Bibbiano Castellina in Chianti 93/100
32 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigna Bastignano 2019 Conti Capponi – Villa Calcinaia Greve in Chianti 93/100
35 Chianti Classico Docg Gran Selezione Santa Caterina 2019 Castello di Albola Radda 93/100
41 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigna Casi 2020 Castello di Meleto Gaiole 93/100
43 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2018 Capannelle Gaiole 93/100
56 Chianti Classico Docg Gran Selezione San Marcellino 2018 Rocca di Montegrossi Gaiole 93/100
57 Chianti Classico Docg Gran Selezione Il Crocino Tenuta Fizzano 2020 Rocca delle Macie Castellina in Chianti 93/100

92/100

VINO ANNO CANTINA ZONA PUNTI
3 Chianti Classico Docg Gran Selezione Clemente VII 2019 Castelli del Grevepesa San Casciano 92/100
9 Chianti Classico Docg Gran Selezione Don Tommaso 2020 Principe Corsini – Villa Le Corti San Casciano  92/100
12 Chianti Classico Docg Gran Selezione La Prima 2020 Castello Vicchiomaggio Greve in Chianti 92/100
15 Chianti Classico Docg Gran Selezione Pasquino 2019 Fattoria Montecchio San Donato in Poggio 92/100
28 Chianti Classico Docg Gran Selezione Millennio 2020 Castello di Cacchiano Gaiole 92/100
37 Chianti Classico Docg Gran Selezione Il Solatìo 2018 Castello di Albola Radda 92/100
40 Chianti Classico Docg Gran Selezione  2020 Castello di Meleto Gaiole 92/100
45 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2017 Borgo Scopeto – Caparzo Vagliagli 92/100
46 Chianti Classico Docg Gran Selezione Bio Vigneto di Campolungo 2019 Lamole di Lamole Greve 92/100
49 Chianti Classico Docg Gran Selezione Bio 2017 Fattoria La Ripa San Donato in Poggio 92/100
50 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2017 Terre di Melazzano Greve 92/100
55 Chianti Classico Docg Gran Selezione Fonte alla Selva 2019 Banfi Castellina in Chianti 92/100
60 Chianti Classico Docg Gran Selezione Ruspoli 2019 Tenuta Lilliano Castellina in Chianti 92/100

91/100

VINO ANNO CANTINA ZONA PUNTI
2 Chianti Classico Docg Gran Selezione Lamole 2019 Castelli del Grevepesa Lamole 91/100
4 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vignole Créspine 2018 Tenuta di Vignole Panzano 91/100
17 Chianti Classico Docg Gran Selezione La Madonnina 2019 Casa Vinicola Triacca Greve 91/100
27 Chianti Classico Docg Gran Selezione Pagliarese 2019 Pagliarese – Fèlsina Castelnuovo Berardenga 91/100
30 Chianti Classico Docg Gran Selezione Villa Rosa 2019 Cecchi Castellina in Chianti 91/100
36 Chianti Classico Docg Gran Selezione Il Solatìo 2017 Castello di Albola Radda 91/100
44 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2016 Borgo Scopeto – Caparzo Vagliagli 91/100
52 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2018 Castellinuzza Lamole 91/100
59 Chianti Classico Docg Gran Selezione Monna Lisa 2017 Vignamaggio Greve 91/100

90/100

VINO ANNO CANTINA ZONA PUNTI
10 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2020 Carpineto Greve in Chianti 90/100
29 Chianti Classico Docg Gran Selezione Valore di Famiglia 2018 Cecchi Castellina in Chianti 90/100
51 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2020 Fattoria Santo Stefano Greve 90/100
62 Chianti Classico Docg Gran Selezione Bio Vigna Le Cataste  2018 Quercia al Poggio San Donato in Poggio 90/100
CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE: NOTE DI DEGUSTAZIONE E PUNTEGGI
VINO ANNO CANTINA ZONA (UGA) PUNTI
1 Chianti Classico Docg Gran Selezione Strada al Sasso 2020 Tenuta di Arceno Castelnuovo Berardenga 94/100
14.5%. Bel granato luminoso. Naso suadente e disteso, sulla ciliegia succosa e sul lampone, ancora croccante, oltre che sui fiori di viola e rosa. Fine speziatura di sottofondo, molto elegante, unita a ricordi di corteccia e sottobosco. Sorso che esplode sul frutto e sulla sapidità, su trama tannica elegantissima. Bella chiusura fresca, agrumata, su ritorni di lampone e ricordi di mora. Un Sangiovese di razza, che conquista più per slancio che per concentrazione degli aromi, guadagnandone in bevibilità. Fascia prezzo: 40 euro.
2 Chianti Classico Docg Gran Selezione Lamole 2019 Castelli del Grevepesa Lamole 91/100
14%. Splendido rubino luminoso, alla vista. Vino che si concede immediatamente nel calice. Al naso note gentili di frutta a bacca rossa, di maturità piena, succosa, avvolte in una speziatura altrettanto elegante e misurata. Più in sottofondo, un bel floreale di rosa e di viola e leggerissimi accenti agrumati. Ingresso di bocca fresco e tendenzialmente morbido, sulla frutta rossa avvertita al naso e su ricordi di mora matura. Slancio fresco-iodico dal centro bocca, verso un finale pieno, elegante, fruttato e finemente speziato. Vino giunto a uno stato di grazia ed equilibrio destinato a durare ancora per diversi anni. Fascia prezzo: 25 euro.
3 Chianti Classico Docg Gran Selezione Clemente VII 2019 Castelli del Grevepesa San Casciano 92/100
14%. Alla vista il vino si presenta di un rubino-granato luminoso. Naso piuttosto denso sulla componente fruttata a polpa rossa, pur elegante. Intrigante la spezia e la tinta erbacea, su ricordi di erbe della macchia mediterranea e una leggera mentolatura. La certa densità del frutto avvertita al naso si riverbera con perfetta corrispondenza al sorso, in ingresso, sulla spinta di una vena glicerica palpabile. Sorso sorretto da una buona freschezza, nella conferma di frutto e balsamicità. Quest’ultima risulta ancora più netta nel retro olfattivo, di buona persistenza. Vino di media struttura, a conferma di un’interpretazione di Sangiovese che abbina carattere, eleganza, prontezza di beva e possibilità di ulteriore affinamento. Fascia prezzo: 25 euro.
4 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vignole Créspine 2018 Tenuta di Vignole Panzano 91/100
15%. Rubino intenso, pressoché impenetrabile alla vista. Naso ricco, intenso, sui frutti di bosco ben maturi (lampone, ribes) e sulla mora di rovo. L’ossigenazione apre a una speziatura calda, con ricordi di cannella e liquirizia fusa. Perfetta la corrispondenza gusto olfattiva. Il palato si conferma dominato dalla frutta, su una potente spinta alcolico-glicerica, su sottofondo scuro, ancora di liquirizia. Tannini piuttosto integrati e finale elegantemente asciutto, su tinte balsamiche e speziate-pepate. Vino caldo, strutturato, muscolare. Fascia prezzo: 30 euro.
5 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vicoregio 36 2020 Castello di Fonterutoli Castelnuovo Berardenga 96/100
14.5%. Rubino luminoso. Naso che si apre prima sulla spezia scura che sul frutto rosso. Entro pochi secondi il quadro si riequilibra sulla bella corrispondenza tra le note di lampone e ciliegia matura e quelle vanigliate e tostate. Intrigante la vena balsamica in sottofondo, su ricordi di mentuccia ed aromatiche della macchia mediterranea. Tannini soffici e vibrante freschezza prima del lungo finale, su ritorni vanigliati, talcati e speziati elegantissimi. Fascia prezzo: 55 euro.
6 Chianti Classico Docg Gran Selezione Badiòla 2020 Castello di Fonterutoli Radda 95/100
13%. Bel granato luminoso, ben penetrabile alla vista. Naso in cui danzano violette e rose fresche, unitamente a un frutto rosso polposo. In sottofondo un’elegante speziatura, ricordi di alloro e rosmarino, cioccolato e polvere di caffè. Il palato è fresco e disinvolto, tanto sul frutto quanto sulla spezia che ne irrobustisce il profilo, con la sua balsamicità “montana”. Trama tannica e sapidità costituiscono la spina dorsale del nettare, sulla quale si dipana la frutta rossa croccante. Chiusura preziosa ed elegante, ben eretta su un accenno fenolico che finisce per esaltare la beva. Chiusura di fatto asciutta, sui piccoli frutti rossi e su una certa vena minerale. Giovanissimo. Fascia prezzo: 55 euro.
7 Chianti Classico Docg Gran Selezione Castellina 2020 Castello di Fonterutoli Castellina in Chianti 93/100
14%. Rosso granato luminoso. Naso vivace, che non lascia nulla di nascosto, sin dal primo bacio con l’ossigeno. Ecco frutto croccante, spezia, fiori freschi, tostatura e vaghi ricordi fumé. Molto disteso e diretto anche il palato, in perfetta corrispondenza con le note avvertite al naso. Bella trama tannico-sapida a dare ulteriore slancio a un sorso dinamico, incentrato su una piacevolezza di beva non banale. Lungo finale in cui frutto, spezia e tostatura si dividono il palco, regalando un prezioso ensemble. Fascia prezzo: 45 euro.
8 Chianti Classico Docg Gran Selezione Zac 2019 Principe Corsini – Villa Le Corti San Casciano Val di Pesa 94/100
15%. Bel rubino-granato luminoso, alla vista. Naso che appare sin da subito ben stratificato, complesso. Frutta in gran rilievo, sull’espressione di una croccante ciliegia; floreale fresco, di viola ancor più che gladiolo. E ancora: tabacco dolce, fondo di caffè, appena un accenno di toffee. Completano il quadro ricordi di grafite. In bocca è il trionfo della combinazione tra le note avvertite al naso, con grande preponderanza del frutto, di gran succosità. Il sorso vibra d’una freschezza elettrica, capace di imbrigliare, con l’ausilio della salinità, la potenza glicerica dei 15 gradi d’alcol in volume, che risultano così perfettamente integrati. Persistenza ottima nel segno di un allungo sapido, su ricordi di erbe della macchia mediterranea e sul frutto goloso, stuzzicato da una freschezza balsamica. Fascia prezzo: 55 euro.
9 Chianti Classico Docg Gran Selezione Don Tommaso 2020 Principe Corsini – Villa Le Corti San Casciano 92/100
14.5%. Rosso granato luminoso. Naso che si apre sulla a polpa rossa frutta matura e su una elegante speziatura, calda. Ingresso teso e sapido al palato, a controbilanciare un’importante vena glicerica e succosità delle note fruttate, che si confermano sulla ciliegia e sul lampone maturo, con ricordi di mela rossa estiva. Vino che gioca bene con l’ossigeno, distendendosi ulteriormente sulle spezie orientali. Chiude ricco e goloso, sulla frutta e su un tannino vivo e di prospettiva, utile a bilanciare l’opulenza. Fascia prezzo: 35 euro.
10 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2020 Carpineto Greve in Chianti 90/100
14%. Granato luminoso, alla vista. Primo naso piuttosto contratto di primo acchito, su note tostate e speziate ancor più che fruttate, con ricordi di liquirizia e brace che, con l’ossigenazione, lasciano spazio a una ciliegia croccante e a una deliziosa viola mammola. Incuriosisce ancor più all’assaggio per le tinte umami che si fanno largo col passare del minuti, al pari dell’apporto di frutta rossa. Sorso teso, sulla frutta rossa croccante, prima di ritorni sapidi e tostati in chiusura. Fascia prezzo: 55 euro.
11 Chianti Classico Docg Gran Selezione Le Bolle 2020 Castello Vicchiomaggio Greve in Chianti 93/100
13.5%. Rosso granato luminoso. Primo naso su note di frutta rossa perfettamente matura, su ricordi erbacei e di fieno che si uniscono a quelli di aromatiche mediterranee come rosmarino e alloro, oltre che di fiori di rosa e viola. Vino che beneficia dell’ossigeno, aprendosi sempre più sul frutto rosso. Al palato si rivela strutturato ma elegante, anche grazie alla buona sapidità. Frutto che si conferma croccante al sorso, accompagnando tutte le fasi sino alla lunga chiusura. Fascia prezzo: 60 euro.
12 Chianti Classico Docg Gran Selezione La Prima 2020 Castello Vicchiomaggio Greve in Chianti 92/100
14%. Granato luminoso, dall’unghia violacea che ne denota l’estrema gioventù. Naso profondo, elegante e stratificato, su frutto rosso croccante (ciliegia, lampone, ribes), erbe della macchia mediterranea (rosmarino, alloro, timo) e rintocchi balsamici, mentolati. Ricordi di fondo di caffè e cioccolato fondente, oltre che di burro salato, invitano con curiosità all’assaggio. Ingresso e svolgimento nuovamente su canoni di estrema eleganza, soprattutto grazie a tannini che lasciano il palco alla polpa rossa già avvertita al naso, ben avvolta nelle note tostate e balsamiche. Vino di ottima struttura, ancora giovane ma dall’ottimo potenziale. Fascia prezzo: 50 euro.
13 Chianti Classico Docg Gran Selezione Terrazze San Leolino 2020 Fontodi Panzano 96/100
14.5%. Sangiovese di razza sin dal primo naso, mostra un’ottima concentrazione delle note fruttate e un elegante profilo floreale di rosa e di viola. Golosa caramella mou e cioccolato fondente rendono il primo approccio con Terrazze San Leonino ancora più intrigante, a maggior ragione per il gioco con le note minerali che ricordano la grafite. Il sorso è materico. Apre su una ciliegia croccante e sul “freno” sabbioso di un tannino che controbilancia alla perfezione l’opulenza glicerica dell’alcol. Eleganza è la parola d’ordine, anche nel lungo e stratificato retro olfattivo, dove tutto sembra messo al posto giusto, come in una stanza appena riordinata. Vino dalle immense prospettive di diventare ancora più grande, con gli anni, senza considerare l’ottimo rapporto qualità prezzo. Fascia prezzo: 60 euro.
14 Chianti Classico Docg Vigna del Sorbo 2020 Fontodi Panzano 97/100
14.5%. Rubino luminoso. Gran presenza di frutto sin dal primo naso. Ottima concentrazione e stratificazione degli aromi, che spaziano da ciliegia, ribes, lampone e arancia sanguinella alla grafite, oltre che al cioccolato fuso e al fondo di caffè. Più vaghi i ricordi di mora selvatica, che spostano l’attenzione dal frutto rosso a quello nero, così come avviene per la componente pietrosa e minerale, affiancata con l’ossigenazione da venature goudron e da ricordi di aromatiche della macchia mediterranea. Golosa e balsamica la matrice erbacea e speziata, tra la liquirizia, l’anice e il ginepro. Il sorso riesce a mettere d’accordo in maniera esemplare peso ed eleganza, struttura e slancio, polpa e mineralità. Tannino ed alcol. L’apoteosi del Sangiovese da singola vigna, dall’immenso potenziale futuro. Fascia prezzo: 70 euro.
15 Chianti Classico Docg Gran Selezione Pasquino 2019 Fattoria Montecchio San Donato in Poggio 92/100
14%. Color rubino-granato piuttosto carico, luminoso. Naso su floreale di rosa, violetta, frutta rossa (lampone, ciliegia) nera (prugna, mora) e ricordi di arancia sanguinella. Sottofondo speziato delicato, con ricordi di cannella e corteccia. Sorso pieno, sul frutto maturo e su una vena glicerica ben controbilanciata dalla spalla acida. Tannini soffici, integrati. Chiusura balsamica e fruttata, su tinte di amarena, mora e prugna. Il corpo medio del vino favorisce l’agilità di beva, oltre alla buona gastronomicità. Fascia prezzo: 45 euro.
16 Chianti Classico Docg Gran Selezione I Salci 2016 Borgo Salcetino – Livon Radda 95/100
14.5%. Granato carico, poco penetrabile alla vista. Naso ampio, sulla frutta di bosco matura a polpa rossa e nera, avvolta in un golosissimo mantello di balsamicità dolce, di liquirizia fusa e mentuccia selvatica. Ingresso teso, denso, ancora una volta sul frutto maturo, di bosco. Il nettare si distende poi sulla balsamicità, tornando sui ricordi di eucalipto e liquirizia già avvertiti al naso. Tannini vivi, affilati, lavorano bene sull’abbondanza glicerica conferita dai 14,5 gradi di percentuale d’alcol in volume. Nettare corpulento, molto strutturato e ricco, per nulla arreso alle lancette dell’orologio e con molto altro da dare negli anni a venire. Bere oggi o conservare con serenità. Fascia prezzo: 35 euro.
17 Chianti Classico Docg Gran Selezione La Madonnina 2019 Casa Vinicola Triacca Greve 91/100
14%. Granato luminoso piuttosto carico, per la presenza di altri vitigni toscani a bacca rossa, oltre al Sangiovese (l’assaggio dimostra che ne condizionano, come nelle normali aspettative, anche il profilo organolettico). Primo naso su terziari golosi, marcati da una speziatura calda che avvolge il frutto rosso e nero. Più in sottofondo un floreale di gladiolo e viola mammola. Ingresso di palato deciso, pieno, sull’esuberanza del frutto maturo ben imbrigliato da tannini fitti ma eleganti. Alla vena glicerica fa da contraltare anche una sapidità golosa, che accompagna il sorso nel lungo retro olfattivo. Vino di ottima struttura ed elegante portamento, già godibile su piatti di pari importanza e all’inizio di un lungo percorso di vita. Interessante il rapporto qualità prezzo. Fascia prezzo: 25 euro.
18 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2019 Torraccia di Presura Greve 93/100
14%. Granato carico luminoso, al limite dell’impenetrabile; l’unghia violacea denota la marcata gioventù del nettare. Naso intrigante, piuttosto stratificato, ma che si apre lentamente, necessitando di ossigenazione. I primi ricordi sono sul frutto rosso e nero maturo, tendente alla confettura; certamente di marcata concentrazione. Si spazia dalla ciliegia alla prugna, ma anche ad agrumi come sanguinella e cedro. Più in sottofondo spezie calde come il sandalo, fresche come il ginepro, e un floreale di gladiolo, oltre che di viola. Non manca una vena iodico-minerale che si unisce alle venature di humus e sottobosco. Il sorso è maestoso in ingresso, potente e ricco di aromi, con la stratificazione già avvertita al naso che si conferma anche dal centro palato al retro olfattivo. L’alcol andrà col passare dei mesi a ribilanciarsi, lasciando spazio a frutto (perfetta la corrispondenza gusto-olfattiva), spezia, macchia mediterranea e accenti minerali-gessosi. Vino all’inizio di una lunga vita. Fascia prezzo: 40 euro.
19 Chianti Classico Docg Gran Selezione Riserva Ducale Oro 2019 Ruffino Castellina in Chianti 95/100
15%. Granato luminoso alla vista. Al naso elegante e di carattere, si apre subito sul frutto rosso, con grande precisione aromatica: ciliegia, lamponi, ribes, fragolina. Spazia anche sul frutto scuro, dalla mora al cassis, oltre che sulla macchia mediterranea. Sorso che evidenzia una gran tensione fresco-sapida, su cui danzano i ritorni di piccoli frutti già avvertiti al naso. Le durezze sono tali da compensare in maniera ineccepibile l’abbondante vena glicerica dettata dai 15 gradi di percentuale d’alcol in volume, che spaventano più sull’etichetta che all’assaggio. La corretta temperatura di servizio diventa così ancora più fondamentale. Tannini presenti ma perfettamente integrati fanno capolino dal centro bocca e accompagnano il sorso verso una lunga persistenza, su ritorni fruttati golosi, pienamente maturi. Vino già molto godibile, con parecchia vita davanti. Fascia prezzo: 30 euro.
20 Chianti Classico Docg Gran Selezione Romitorio di Santedame 2019 Ruffino Castellina in Chianti 93/100
15%. Granato intenso, luminoso. Primo naso su note tostate, ricordi di fondo di caffè e caramella mou che, con l’ossigenazione, lasciano spazio al frutto maturo a polpa rossa (ciliegia, amarena, mora). Bella componente speziata calda, in sottofondo, con ricordi di vaniglia bourbon e accenni di tabacco dolce. In bocca le componenti morbide e quelle dure giocano a bilanciarsi, nella leggera prevalenza delle note sinuose, terziarie, su sapidità e tensione acida. Tannini fitti ma integrati, a lasciare esprimere un frutto pieno e una struttura piuttosto grassa, pur galante. La chiusura torna decisa sul fondo di caffè e sul toffee, prima della chiusura assoluta di sipario sui piccoli frutti rossi sotto spirito. Fascia prezzo: 55 euro.
21 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigna Montaperto 2018 Fattoria Carpineta Fontalpino Castelnuovo Berardenga 94/100
14.5%. Granato intenso, luminoso, poco penetrabile alla vista. Naso intenso, sulla spezia (chiodo di garofano, pepe nero) e sulle erbe della macchia mediterranea come alloro e rosmarino, su netto sottofondo di goudron e grafite. Il frutto è goloso, di maturità piena: si distinguono piccole bacche di bosco come ribes e lamponi, oltre a ciliegia e prugna. Sorso che abbina la densità del frutto a una pregevole spalla acida, unita a una sapidità rinvigorente e a tannini fitti, piuttosto integrati e futuribili. Ne guadagna la beva, nel quadro di un vino strutturato e di prospettiva. Fascia prezzo: 40 euro.
22 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigna Dofana 2018 Fattoria Carpineta Fontalpino Castelnuovo Berardenga 93/100
14%. Granato intenso, luminoso, ben penetrabile alla vista. Naso denso, piuttosto concentrato nella componente fruttata (ciliegia molto matura), ben avvolta in una speziatura scura, profonda, che vira verso il balsamico. Più in sottofondo, ben celati dall’abbondanza del frutto, ecco terziari di vaniglia bourbon e cannella. Al palato è pieno ed elegante, nella riconferma di tutte le note già avvertite al naso. Il frutto rosso, ben maturo e succoso, viene preso per mano da una sapidità e da una freschezza che slanciano il sorso verso una lunga persistenza aromatica. I tannini, ben integrati, raccontano di un vino in fase ancora giovanile, già molto godibile ma destinato a migliorare ancora negli anni. Fascia prezzo: 30 euro.
23 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigna del Capannino 2020 Bibbiano Castellina in Chianti 94/100
15%. Granato luminoso, alla vista. Il vino profuma di ciliegia matura, lampone, ribes e spezie calde e dolci, dal sandalo alla cannella, passando dal curry a più rinfrescanti ricordi di cardamomo. Il palato obbliga a concentrarsi su frutto e freschezza, su ritorni di ciliegia e di arancia sanguinella. La tensione fresco-acida domina la scena, accompagnata da una spezia che vira dalle tinte calde a quelle balsamiche, su chiodo di garofano e mentuccia. Ne risulta un vino di ottimo carattere e struttura, fine ed elegante dall’ingresso al retro olfattivo e che non deve per nulla spaventare per i 15% d’alcol in volume indicati in etichetta, a riprova che è l’equilibrio che conta. Ottima persistenza e prospettiva di affinamento per Vigna del Capannino, etichetta dall’ottimo rapporto qualità prezzo tra i Gran Selezione. Fascia prezzo: 40 euro.
24 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigne di Montornello 2020 Bibbiano Castellina in Chianti 93/100
15%. Rubino luminoso, penetrabile alla vista. Frutto denso e maturo al naso e al palato per questa Gran Selezione di Bibbiano che guarda al versante “Montornello”: ciliegia, lampone, ricordi di ribes e mora selvatica, di rovo. Venature di grafite, unite a rintocchi sapido-minerali e a un tannino elegantissimo riequilibrano la vivacità del frutto e la componente glicerica, regalando un sorso potente, ma fresco e bilanciato, oltre che di buona prospettiva futura. Fascia prezzo: 40 euro.
25 Chianti Classico Docg Gran Selezione Giovanni Folonari 2018 Tenuta di Nozzole Greve 95/100
14.5%. Granato luminoso. Al naso, piuttosto immediato e diretto, un Sangiovese di assoluto carattere. Frutta rossa (ciliegia), floreale fresco di viola, ricordi di grafite e speziatura fine. Gran eleganza al palato, disteso sul frutto e su terziari di cioccolato e toffee, su pregevole slancio fresco-sapido. Il tutto rinvigorito da una speziatura che tende al balsamico. I tannini, in cravatta, sono perfetti alleati dell’espressione pienamente fruttata di questa Gran Selezione, ai vertici della godibilità attuale della batteria, ma con assoluto potenziale di ulteriore affinamento. Un’idea precisa e vincente di “Gran Selezione”. Fascia prezzo: 35 euro.
26 Chianti Classico Docg Gran Selezione Terrabianca 2019 Arillo in Terrabianca Radda 95/100
14%. Granato luminoso, alla vista. Vino che si apre senza indugi su frutta rossa e nera pienamente matura (ciliegia, mora), erbe della macchia mediterranea, venature minerali-gessose e ricordi di liquirizia. Ingresso di sorso pieno ma slanciato, grazie alla viva freschezza e al tannino fitto ma integrato, che lascia spazio ai ritorni di frutta rossa già avvertita al naso, cui si somma un’arancia sanguinella netta, matura. Terziari presenti ma composti, per la scelta di abbinare legni grandi nuovi ed usati. Chiusura e lungo finale su cioccolato bianco e burro salato, sempre ben abbinati allo slancio verticale della frutta a polpa rossa. Un vino con molta vita davanti, già godibilissimo. Fascia prezzo: 50 euro.
27 Chianti Classico Docg Gran Selezione Pagliarese 2019 Pagliarese – Fèlsina Castelnuovo Berardenga 91/100
13.5%. Granato luminoso. Al naso il vino si mostra subito aperto, su netti richiami floreali di viola mammola, frutti rossi (ciliegia, lampone, ribes), neri (prugna) e su un sottofondo di corteccia, aghi di pino e aromatiche della macchia mediterranea. Sorso austero, teso, mediamente sapido, che pone l’accento sui caratteri balsamici più che sul frutto del Sangiovese. Beva dunque piuttosto agile, ma tutt’altro che banale nell’espressione arricciata del tannino e del frutto. Chiusura leggermente  sapida e piuttosto asciutta ma golosa, grazie ai ritorni di frutto e di terziari di caffè e vaniglia. Vino già godibile con soddisfazione, ma con buona visione del futuro. Fascia prezzo: 30 euro.
28 Chianti Classico Docg Gran Selezione Millennio 2020 Castello di Cacchiano Gaiole 92/100
13.5%. Rosso granato luminoso, alla vista. Il naso presenta frutto e spezia all’unisono, in un tutt’uno armonico giocato su note di ciliegia, lampone, cannella e chiodo di garofano. Sorgo elegante, piuttosto sapido, su ritorni di frutta prima della chiusura speziata. Già molto equilibrato e godibile, pur promettendo un’ulteriore, evoluzione nella positiva terziarizzazione degli aromi. Fascia prezzo: 45 euro.
29 Chianti Classico Docg Gran Selezione Valore di Famiglia 2018 Cecchi Castellina in Chianti 90/100
14.5%. Granato luminoso, alla vista. Primo naso elegante, subito aperto su precise note fruttate e floreali. Ciliegia, ribes, lampone, prugna, viola mammola e un tocco di gladiolo. Mentuccia ed erbe aromatiche della macchia mediterranea fanno da contorno. Al palato il vino è più contratto e austero, pur sul frutto rosso e su ritorni speziati, insaporiti da una vena sapida elegantissima. L’allungo, sulla scia di un tannino molto ben integrato, è ancora sul ribes e su ricordi di arancia sanguinella. Un profilo decisamente teso e verticale per questa Gran Selezione molto godibile, interpretazione moderna e senza fronzoli della tipologia. Fascia prezzo: 20 euro.
30 Chianti Classico Docg Gran Selezione Villa Rosa 2019 Cecchi Castellina in Chianti 91/100
14%. Bel granato luminoso. Naso aperto sul frutto rosso croccante, una netta ciliegia, nonché sul floreale di rosa e violetta. Sottofondo speziato, su ricordi di pepe bianco ed aromatiche della macchia mediterranea, come rosmarino ed alloro. Sorso fresco e piuttosto agile per questo Chianti Classico Gran Selezione, che dopo l’ingresso vira veloce sulla balsamicità e sui ritorni di essenze della macchia mediterranea. Tannini integrati, che favoriscono ulteriormente la beva. Buona persistenza. Fascia prezzo: 35 euro.
31 Chianti Classico Docg Gran Selezione Bruciagna 2020 Castello La Leccia Castellina in Chianti 95/100
14%. Alla vista si presenta di un granato luminoso, intenso. Esordisce al naso su note aperte e golose di frutti rossi, perfettamente maturo, e spezie: lampone, fragola, ciliegia, un tocco di pepe e un’avvolgente vena tostata. L’ossigenazione libera rintocchi di grafite. Sorso potente ed elegante, su ritorni della frutta rossa matura avvertita al naso, accompagnata dalla vena glicerico-alcolica. Il tutto ben controbilanciato da un tannino fitto ma soffice, a sottolineare il gran carattere di questo Sangiovese. Lunga persistenza nel bel gioco tra il tannino e le note speziate e tostate. Vino già molto godibile, con certa prospettiva di lungo affinamento. Ottimo rapporto qualità prezzo. Fascia prezzo: 40 euro.
32 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigna Bastignano 2019 Conti Capponi – Villa Calcinaia Greve in Chianti 93/100
14.5%. Granato luminoso da cui si elevano senza indugi note aromaticamente precisissime di frutta a polpa rossa come ciliegia, ribes e lampone. Elegante viola mammola e rosa e rintocchi iodici sui ricordi di essenze della macchia mediterranea, come il rosmarino. Un profilo ricercato, elegante e goloso, che preannuncia grandi aspettative per il palato. L’ingresso è ricco e stratificato, su una perfetta corrispondenza gusto-olfattiva che si arricchisce con la balsamicità del mirto. Tannini fitti, integrati e di prospettiva, lavorano bene sulla potenza glicerica dell’alcol, misurata e per nulla disturbante. Il risultato, nel complesso, è quello di un vino già molto godibile ma che, per struttura, può ambire ad affinarsi per oltre un decennio, senza soffrire il peso delle lancette. Fascia prezzo: 45 euro.
33 Chianti Classico Docg Gran Selezione Bellezza 2018 Castello di Gabbiano San Casciano 94/100
14.5%. Granato luminoso, ben penetrabile alla vista. Naso puro, diretto, immediato, su un Sangiovese che racconta di piccoli frutti a bacca rossa come ribes, lampone, ciliegia, avvolti in un manto di vaniglia e toffee. L’ossigenazione stratifica il naso portandolo anche su venature di grafite e polvere di liquirizia salata. Il sorso è caldo, denso sul frutto e ben strutturato. Tannini vivi e spalla acida riescono a tenere bada l’imponente vena alcolica, chiamando al contempo abbinamenti gastronomici di pari struttura per iniziare a godere di un vino di prospettiva assoluta. Conservare ancora per qualche tempo prima di poter godere del suo pieno potenziale. Fascia prezzo: 30 euro.
34 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vecchie Vigne 2019 Podere Castellinuzza – Paolo Coccia Lamole 94/100
14%. Rubino luminoso, penetrabile alla vista. Naso che, con la necessaria ossigenazione, mostra una gran stratificazione, giocata su concentrazione del frutto, tinte minerali e richiami speziati, balsamici. Ricordi di ciliegia, prugna, cassis e susina, avvolti in venature minerali-gessose, rinvigorite da una speziatura intrigante, pepata. Più in sottofondo le aromatiche della macchia mediterranea, come ginepro e chiodo di garofano. In bocca è il trionfo dell’eleganza di un Sangiovese che si conferma su canoni di complessità ed eleganza, grazie al suo frutto rosso pienamente maturo, la vena minerale e la spalla acida a fare da degna spina dorsale. Struttura poderosa, ma nel segno dell’equilibrio assoluto delle componenti. Chiusura ricca, su un’ottima persistenza, tra ritorni di frutta, burro salato e balsamicità mentolata. Una grande interpretazione, capace di mostrarsi già godibile, pur nell’assoluto potenziale di lungo affinamento. Fascia prezzo: 65 euro.
35 Chianti Classico Docg Gran Selezione Santa Caterina 2019 Castello di Albola Radda 93/100
13.5%. Alla vista si presenta di un bel granato luminoso, pienamente penetrabile alla vista. Una speziatura elegante avvolge il frutto al naso: un tocco di pepe e di chiodo di garofano sulla ciliegia e sulla prugna, perfettamente matura. Ingresso di bocca leggermente sapido, fresco. Allungo sulla frutta rossa già avvertita al naso. Chiusura piuttosto asciutta, fresca, sempre all’insegna di tannini piuttosto integrati e di prospettiva. Una Gran Selezione giocata sull’eleganza più che sulla potenza, con ottima visione del futuro. Fascia prezzo: 35 euro.
36 Chianti Classico Docg Gran Selezione Il Solatìo 2017 Castello di Albola Radda 91/100
13.5%. Granato luminoso, alla vista. Primo naso su una elegante speziatura (pepe, chiodi di garofano, liquirizia dolce), su ricordi di essenze della macchia mediterranea (rosmarino, alloro) e sul frutto rosso (ciliegia, mora, prugna). Principio di terziarizzazione sui ricordi di cuoio. Perfetta corrispondenza gusto olfattiva per una Gran Selezione che si rivela fresca e tesa in ingresso, sapida e saporita in centro bocca e chiusura. Buona persistenza, su tinte balsamiche-speziate e ritorni golosi del frutto rosso maturo, mielato. Fascia prezzo: 45 euro.
37 Chianti Classico Docg Gran Selezione Il Solatìo 2018 Castello di Albola Radda 92/100
14%. Granato piuttosto intenso, mediamente poco penetrabile alla vista. Naso denso, sul frutto maturo, tendente quasi alla confettura. Oltre ai classici sentori di ciliegia, lampone e prugna, ecco un accenno di fichi e datteri. Bella speziatura calda, orientaleggiante, oltre ai netti richiami alla foglia di te e di tabacco. Sorso in perfetta corrispondenza, pieno ma garbato e dai tannini che lavorano bene sulla polpa e sulla spinta glicerica dell’alcol. Fa loro da spalla una piacevole vena sapida, che dal centro bocca accompagna sino al lungo retro olfattivo, nel segno di una buona persistenza aromatica. Fascia prezzo: 55 euro.
38 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigna Poggiarso 2020 Castello di Meleto Gaiole 95/100
14%. Rubino luminoso, alla vista. Piccoli frutti rossi golosi al naso, ben accompagnati da aromatiche della macchia mediterranea come rosmarino, alloro, timo, oltre che da un profilo balsamico, quasi “montano”. Leggera speziatura pepata di sottofondo, nel bel gioco con ricordi di vaniglia e cannella. Il sorso è molto fresco e diretto, su ritorni di frutta rossa ben matura e accenti minerali, sapidi. Tannini affilati ma integrati contribuiscono a dare prospettiva a questa Gran Selezione, al momento all’inizio della sua evoluzione. Lunga la persistenza su tinte mentolate, balsamiche, e su ritorni di frutta rossa croccante. Un Sangiovese purosangue. Fascia prezzo: 50 euro.
39 Chianti Classico Docg Gran Selezione Trebbio 2020 Castello di Meleto Gaiole 94/100
14.5%. Rosso rubino dall’unghia violacea. Al naso frutta matura, con bilanciamento tra bacca rossa e nera dei piccoli frutti di bosco. Bella avvolgenza speziata, con richiami al pan di zenzero. L’ossigenazione apre al corredo delle erbe aromatiche della macchia mediterranea, come l’alloro. Sorso potente, pieno e strutturato, su vena fruttata e glicerica a cui tengono testa molto bene la spalla acida e un tannino fitto, di prospettiva. Chiusura lunga, persistente, su ciliegie sotto spirito e tinte tostate. Fascia prezzo: 50 euro.
40 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2020 Castello di Meleto Gaiole 92/100
14%. Bel rosso granato luminoso, alla vista. Frutta rossa matura al naso, oltre a una elegante speziatura “pepata” e a ricordi di erbe della macchia mediterranea. Sorso fresco, teso, sapido, dal tannino piuttosto levigato, tanto da lasciare spazio a una beva piuttosto agile. Buona persistenza su ritorni fruttati e speziati, balsamici. Vino già godibile e di buone prospettive. Fascia prezzo: 35 euro.
41 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigna Casi 2020 Castello di Meleto Gaiole 93/100
14%. Il vino si presenta con una veste color rubino, luminoso. Bella matrice speziata ad accompagnare le note di frutti di bosco maturi. Un quadro elegante, confermato anche dai ricordi di viola e rosa selvatica. Il sorso si conferma fresco e minerale, su ritorni di frutta rossa croccante. Chiusura sapida e balsamica, di ottima persistenza. Fascia prezzo: 50 euro.
42 Chianti Classico Docg Gran Selezione Rialzi 2019 Tenuta Perano – Frescobaldi Gaiole 95/100
14.5%. Rubino piuttosto intenso, luminoso. Naso su note di frutto denso, fresco ma di ottima concentrazione: ciliegia, lampone, mora, prugna. L’abbraccio speziato e balsamico, tra il pepe nero, la mentuccia selvatica e il timo, contribuisce ad ampliare il quadro, su canoni di eleganza assoluta. Al sorso si conferma pieno ed elegante, materico, abbinando frutto di bosco, freschezza e terziari ben amalgamati col resto del corredo e in grado di conferire stratificazione e complessità al nettare. Lunga persistenza, sulla scia di tannini soffici, di cioccolato e fondo di caffè. Vino di struttura, dal gran portamento e dalla sicura prospettiva in termini di affinamento. Fascia prezzo: 40 euro.
43 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2018 Capannelle Gaiole 93/100
13%. Bel granato, luminoso. Primo naso sulle erbe della macchia mediterranea (alloro, rosmarino), sui piccoli frutti di bosco pienamente maturi, nonché su un floreale di rosa e viola e su leggeri ricordi di filtro del tè. Ingresso di bocca e progressione materica, nel bilanciamento tra frutto, spezie balsamiche e terziari. Tannino levigato ma ancora ben presente, ad “asciugare” l’abbondante polpa fruttata. Il sorso è pieno, ricco e goloso, in grado di chiamare il piatto e abbinamenti di pari importanza. Bere oggi o conservare ancora. Fascia prezzo: 45 euro.
44 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2016 Borgo Scopeto – Caparzo Vagliagli 91/100
13.5%. Granato luminoso, ben penetrabile alla vista. Primo naso cupo, sulla spezia scura, che con l’ossigenazione si fa sempre più luminoso, grazie alle sopraggiunte note fruttate fresche, di arancia sanguinella e frutti di bosco maturi. Il sorso è equilibrato, fresco e leggermente sapido, con il tannino che lavora sull’abbondante polpa, regalando slancio e una certa agilità di beva, nonostante non manchino corpo e struttura. Il retro olfattivo evidenzia una terziarizzazione avanzata, su note mielate e di sottobosco. Bere oggi. Fascia prezzo: 45 euro.
45 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2017 Borgo Scopeto – Caparzo Vagliagli 92/100
13.5%. Rosso granato piuttosto intenso, pur luminoso e ben penetrabile alla vista. Primo naso su intense note goudron e di grafite, che accompagnano la bella espressione del frutto di bosco, pienamente maturo e goloso, oltre all’arancia sanguinella. Più in sottofondo, note balsamiche che riportano alla mente l’eucalipto e la noce moscata. Il sorso di questa Gran Selezione è pieno ma elegante, connotato da una gran freschezza balsamica e da una sottile vena sapida che accompagna il frutto rosso dall’ingresso alla chiusura. Netti, in particolare, i ritorni di sanguinella, uniti al profilo minerale già avvertito al naso. I tannini, integrati ma ancora appuntiti, si legano bene alla piacevole nota dolce del finale. Bere oggi o conservare ancora per qualche anno. Fascia prezzo: 45 euro.
46 Chianti Classico Docg Gran Selezione Bio Vigneto di Campolungo 2019 Lamole di Lamole Greve 92/100
14.5%. Granato luminoso, alla vista. Primo naso generoso, con prevalenza della frutta a polpa rossa perfettamente matura (ciliegia, lampone, un tocco di fragola). L’ossigenazione porta con sé un corredo di erbe mediterranee (timo, alloro, rosmarino, mentuccia) e sbuffi leggeri di pepe, conferendo una elegante balsamicità. Sorso nel segno dell’equilibrio tra frutto, freschezza, spezia e vena glicerica, sulla spina dorsale di tannini integrati, ma di assoluta prospettiva. Chiusura sapida, capace di chiamare il sorso successivo e dare ulteriore slancio alla già netta gastronomicità. Fascia prezzo: 40 euro
47 Chianti Classico Docg Gran Selezione Sei Bio 2020 Querceto di Castellina Castellina in Chianti 95/100
14%. Rosso rubino luminoso, penetrabile alla vista. Primo naso su note floreali di viola ed elicriso, finocchietto selvatico, cappero salato. Leggere venature piraziniche lasciano spazio alla frutta rossa croccante, con la necessaria ossigenazione, lasciando spazio a un Sangiovese di gran carattere, che cambia nel calice a ogni rotazione. Il sorso è fresco, teso, sapido, su ritorni elegantissimi di piccoli frutti rossi, arancia sanguinella e liquirizia. Tannini fitti ma integrati contribuiscono a disegnare lunghe prospettive di vita per questa Gran Selezione.  Fascia prezzo: 45 euro.
48 Chianti Classico Docg Gran Selezione Vigna Gittori Gaiole 2020 Riecine Gaiole 97/100
13.5%. Rubino-granato luminoso. Una Gran Selezione che mostra gran carattere sin dal primo naso. Ricordi di viola, ciliegia, piccoli frutti rossi come fragolina, ribes e il lampone. Elegantissima la speziatura: danza tra il balsamico e lo iodato, su rosmarino, alloro, timo e un tocco di origano. Con l’ossigenazione, il frutto si fa sempre più denso, succoso e preciso, invitando ancor più all’assaggio. La corrispondenza, di fatto, è perfetta con l’ingresso di palato dominato da ciliegia, lamponi e fragole. Il sorso è disteso e infinito, alimentato da una vibrante freschezza e da una sapidità golosa, oltre che da un tannino in cravatta. Vino già godibilissimo, con una lunga vita davanti. Fascia prezzo: 90 euro.
49 Chianti Classico Docg Gran Selezione Bio 2017 Fattoria La Ripa San Donato in Poggio 92/100
13.5%. Granato pieno, luminoso. Al naso, subito intenso, dominano le note fruttate di mora di rovo, amarena, lampone con accenni di tamarindo. Sottofondo delicato, elegante, sulle essenze della macchia mediterranea come il timo, a conferire una certa balsamicità. Sorso goloso, pieno, a tendenza morbida e glicerica, ben riequilibrata da una spalla acida viva e da rintocchi minerali-salini. Tannini ben integrati, sottili, accompagnano lungo la buona persistenza, su ritorni balsamici e fruttati freschi. Bere oggi. Fascia prezzo: 30 euro.
50 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2017 Terre di Melazzano Greve 92/100
14.5%. Granato intenso, mediamente penetrabile alla vista. Naso sui frutti di bosco molto maturi, con prevalenza delle bacche nere su quelle rosse. Elegante corredo floreale, di rosa, violetta e gladiolo, nonché di erbe della macchia mediterranea. Sottofondo speziato, su ricordi di pepe e accenni di chiodo di garofano. Ingresso di bocca generosissimo, sulla pienezza della frutta di bosco avvertita al naso e su un sottofondo di liquirizia ed essenze balsamiche (eucalipto, anice stellato). Tannini vivi, a riequilibrare l’opulenza glicerica prima di un finale sapido, di tendenza asciutta. Buona la persistenza. Fascia prezzo: 30 euro.
51 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2020 Fattoria Santo Stefano Greve 90/100
14.5%. Rosso purpureo penetrabile alla vista. Al naso si presenta subito aperto, con grande slancio, su note di cassis e mora di rovo. Violetta, rosa, un tocco balsamico di liquirizia e di goudron. Il saldo di Cabernet Sauvignon sul Sangiovese si avverte anche al palato, robusto e dal tannino in fase di integrazione. Vino strutturato, connotato in retro olfattivo da potenza alcolica e note di confettura alla mora. Fascia prezzo: 45 euro.
52 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2018 Castellinuzza Lamole 91/100
14%. Rubino-granato pieno, penetrabile alla vista. Frutto e terziari si dividono un naso che si presenta senza indugi all’appuntamento con il calice. Croccante ciliegia e mora succosa, nell’abbraccio di fondo di caffè, toffee, accenni di vaniglia e tabacco dolce. Più in sottofondo, memorie di grafite e pepe nero. Al palato ritorni netti dei terziari avvertiti al naso, con generosa vena glicerico-alcolica controbilanciata da freschezza e da un tannino robusto, ma integrato. Chiusura e retro olfattivo sui terziari, con predominanza del toffee. Fascia prezzo: 60 euro.
53 Chianti Classico Docg Gran Selezione Le Masse di Greve 2017 Lanciola Greve 94/100
15.5%. Granato piuttosto intenso, mediamente penetrabile alla vista. Ha bisogno di tempo per aprirsi bene, al naso. Gran predominanza di spezia e balsamicità, su tinte di pepe verde, tabacco dolce, cuoio, liquirizia, mentuccia e mirto. Il frutto non manca e si esprime sulle bacche di bosco, come mora, cassis e lampone, oltre all’amarena. Corrispondenza gusto olfattiva perfetta al sorso, con ingresso generoso su frutto e balsamicità e progressione sulla spina dorsale fresco-acida-sapida. Balsamico anche in retro olfattivo, a disegnare i contorni di una buona persistenza aromatica. Vino fiero, senza alcuna fretta di appassire. Fascia prezzo: 45 euro.
54 Chianti Classico Docg Gran Selezione 2018 Tenuta Casenuove Greve 96/100
14.5%. Granato luminoso alla vista. Naso ben stratificato, che si apre intenso ed immediato su un frutto di gran pulizia e concentrazione: netta la ciliegia, così la mora e la prugna ben matura. Componente floreale molto marcata (viola), che si unisce ai ricordi di liquirizia e alla vena balsamica e di grafite, con accenni minerali ferrosi, ematici. Tannino fitto ma disteso ed elegante, al palato: fa più che mai il suo dovere su un frutto di che si riconferma di non solo di gran purezza, ma ancora precisissimo, goloso, pieno e concentrato. Sapidità a fare da connettore tra ingresso e chiusura per un vino di grande persistenza, saporito e ancora  giovanissimo. Splendida prospettiva di vita per questo Chianti Classico Gran Selezione. Fascia prezzo: 90 euro.
55 Chianti Classico Docg Gran Selezione Fonte alla Selva 2019 Banfi Castellina in Chianti 92/100
14.5%. Rubino-granato penetrabile alla vista. Importante speziatura e vena balsamica al primo naso (mentuccia, timo), sui piccoli frutti di bosco maturi. Ingresso di bocca e slancio deciso sul frutto e sulla vena glicerica dell’alcol. Centro bocca in cui fanno capolino tannini fitti ma bilanciati, che accompagnano il sorso sino alla chiusura. Buona persistenza, anche grazie allo slancio sapido-salino. Una Gran Selezione che si lascia già apprezzare e “bere” con gusto, a cui il tempo (uno, due anni) inizierà a dare certamente ancora più ragione. Fascia prezzo: 30 euro.
56 Chianti Classico Docg Gran Selezione San Marcellino 2018 Rocca di Montegrossi Gaiole 93/100
15%. Rubino intenso, dall’unghia violacea, giovanile. Il saldo del 10% di Pugnitello caratterizza il profilo di questa Gran Selezione sin dalla vista. Al naso un profilo spiccatamente speziato e fruttato maturo, con ricordi di pepe nero, cannella, curcuma, erbe della macchia mediterranea e frutta come amarena, lampone, mora e prugna. Non mancano accenti di pietra focaia, grafite. Per nulla disturbanti i 15 gradi di percentuale d’alcol in volume, al sorso. Risulta anzi pieno, fresco ed equilibrato, grazie a una sferzante acidità e a tannini che lavorano benissimo sulla spinta glicerica. Alla perfetta corrispondenza gusto olfattiva si aggiungono ricordi di arancia rossa, proprio nel segno di un’acidità marcata. Ben sostenuta, anche al sorso, è la vena speziata, per certi versi fenolica, con ricordi di peperone verde nel retro olfattivo. Una Gran Selezione decisamente sui generis, ma interessante, destinata a maturare e cambiare molto nei prossimi anni. Fascia prezzo: 35 euro.
57 Chianti Classico Docg Gran Selezione Il Crocino Tenuta Fizzano 2020 Rocca delle Macie Castellina in Chianti 93/100
14.5%. Granato luminoso, penetrabile alla vista. Primo naso sulla ciliegia e su piccoli frutti di bosco, avvolti in caldi terziari di toffee e vaniglia. Non mancano ricordi di mentuccia e ginepro, oltre ed essenze della macchia mediterranea. Il sorso è teso e slanciato su freschezza e sapidità, in ingresso. Si riempie a piene mani del frutto rosso avvertito al naso, dal centro bocca sino al lungo retro olfattivo, anche grazie a tannini ben lavorati e integrati. Chiusura distesa e rotonda, calda, su ritorni di fondo di caffè, caramella mou e burro salato. Ottima persistenza aromatica. Fascia prezzo: 30 euro.
58 Chianti Classico Docg Gran Selezione Sergio Zingarelli 2019 Rocca delle Macie Castellina in Chianti 95/100
14.5%. Granato pieno, luminoso, penetrabile alla vista. Naso da Sangiovese purosangue, elegantissimo nell’incedere del frutto croccante, a polpa rossa (ciliegia), ben avvolto nella macchia mediterranea. Più sullo sfondo, terziari di cioccolato e burro salato. A un ingresso di bocca fresco e sapido segue un centro bocca dominato nuovamente dal frutto rosso, di gran precisione. Tannini fitti ma elegantissimi spingono la persistenza all’infinito, su ritorni di cioccolato bianco, toffee e burro salato. Fascia prezzo: 50 euro.
59 Chianti Classico Docg Gran Selezione Monna Lisa 2017 Vignamaggio Greve 91/100
14.5%. Rubino dai riflessi granati, luminoso. Tanta spezia e balsamicità al primo naso (pepe, eucalipto, tabacco), che poi si apre sulla frutta a polpa rossa, matura. Palato piuttosto scorrevole, molto fresco e tendenzialmente morbido per la perfetta integrazione dei tannini che fanno capolino solo in chiusura, chiamando il sorso successivo. Buona la persistenza, per un vino giunto in una fase di maturazione ottimale per una beva senza troppi fronzoli e sovrastrutture. Fascia prezzo: 30 euro.
60 Chianti Classico Docg Gran Selezione Ruspoli 2019 Tenuta Lilliano Castellina in Chianti 92/100
14.5%. Granato luminoso, penetrabile alla vista. Molto generoso al naso, aperto sulla ciliegia, ancor più che sulla prugna. Elegantissimi i richiami floreali alla violetta e alla rosa. Con l’ossigenazione, ecco ricordi di radice di liquirizia e mentuccia, a dare ancora più profondità al nettare. La corrispondenza gusto-olfattiva è pressoché perfetta: riecco i frutti rossi (decisamente meno esuberanti che al naso), le spezie, la macchia mediterranea, nel segno di un’acidità e di un tannino che riequilibrano la potenza glicerico-alcolica. La chiusura – asciutta, austera, leggermente sapida – suggerisce quanto le lancette dell’orologio possano fare bene a questo nettare. Fascia prezzo: 35 euro.
61 Chianti Classico Docg Gran Selezione Le Balze 2019 Il Poggiolino San Donato in Poggio 94/100
14%. Rubino-granato luminoso, penetrabile alla vista. Frutta di bosco matura al primo naso, mentre le tinte selvatiche del Sangiovese si fanno sempre più rarefatte, con l’ossigenazione. Per la componente fruttata, netta la mora di rovo, sulla ciliegia; più lieve il tamarindo. Floreale di gladiolo e viola mammola. Sorso su una buona corrispondenza gusto olfattiva, per un nettare che si conferma ruspante e caratteriale anche al palato, ricordando per certi versi l’espressione di alcuni Bordeaux. Tannino disteso ma tutt’altro che arrendevole, a rendere la beva ancora più golosa sui ritorni di frutto maturo (amarena, prugna). Ottima la persistenza e sicura la possibilità di un ulteriore, positivo affinamento. Vino tra i più intriganti e “coraggiosi” dell’intera batteria. Fascia prezzo: 30 euro.
62 Chianti Classico Docg Gran Selezione Bio Vigna Le Cataste 2018 Quercia al Poggio San Donato in Poggio 90/100
. Granato piuttosto intenso, penetrabile alla vista. Naso elegante, su speziatura intensa (pepe nero, liquirizia) e frutto rosso goloso, maturo (ciliegia). Al palato una gran freschezza e sapidità, nel segno di una Gran Selezione che punta tutto sulla verticalità, senza rinunciare alla polpa. Tannini potenti, ancora in fase di integrazione, rendono il sorso piuttosto sottile, austero. Buona la persistenza. Fascia prezzo: 35 euro.
63 Chianti Classico Docg Gran Selezione Squarcialupi 2016 Tenute Squarcialupi – La Castellina di  Tommaso Bojola Castellina in Chianti 96/100
14%. Rubino dal cuore intenso e dall’unghia granata, ben penetrabile alla vista. Una speziatura elegantissima, viva, avvolge il frutto sin dal primo naso. Ecco piccoli frutti di bosco come ribes, lampone, cassis, ma anche ciliegia, amarena, mora di rovo. Sottili accenti di grafite e sbuffi di tabacco dolce, più in sottofondo, rendono ancora più intrigante un quadro che appare più che mai integro e puro. Ingresso di bocca pieno ma elegante, sulla precisione della frutta a polpa rossa e nera croccante. Progressione fresco-sapida vicina a quella delle Gran Selezioni “d’annata”, che non risente per nulla del tempo trascorso e non cede il campo alla terziarizzazione. C’è struttura, potenza, ma tutto è accompagnato da grande garbo. Anche i tannini seguono l’esempio: presenti, ma per nulla aggressivi o invadenti, ribilanciano la vena glicerica rendendo la beva agile e si fanno persino dolci nel finale, di gran persistenza. Lunga vita davanti a questa etichetta. Bere oggi o conservare, con fiducia assoluta. Fascia prezzo: 35 euro.
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eventi news ed eventi

“DiVin Nosiola, quando il vino si fa santo”: in Trentino si celebra il tradizionale passito


È l’unico vitigno autoctono a bacca bianca del Trentino e dà vita, in una delle sue interpretazioni, a uno dei vini simbolo della regione: il Vino Santo del Trentino. La Nosiola e il suo
straordinario passito saranno protagonisti, dal 30 marzo all’8 aprile, di “DiVin Nosiola: quando il Vino si fa Santo“, edizione 2023 dell’annuale appuntamento che raggiungerà il culmine con il tradizionale Rito della Spremitura delle uve Nosiola. Il tutto nella splendida cornice della Valle dei Laghi, a circa un quarto d’ora da Trento.

Da non perdere, a “DiVin Nosiola: quando il vino si fa santo” 2023, anche il Trekking tra i vigneti della Nosiola e le degustazioni in diverse location. Oltre a quelle in cantina e nella Casa Caveau Vino Santo di Padergnone (TN), da non mancare i tasting a Palazzo Roccabruna di Trento, sede dell’Enoteca Provinciale del Trentino. Un’occasione unica per testare la longevità della Nosiola e del Vino Santo, indietro nel tempo anche di 30 anni.

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

“Cercastelle”, il “Supervalpolicella” di Eleva: matrimonio riuscito tra Merlot e Oseleta


Ha il fascino delle storie impossibili “Cercastelle“, il nuovo “Supervalpolicella” della cantina Eleva. Un Rosso Veronese Igt 2019 ottenuto da uve Merlot e Oseleta, con cui Davide Gaeta e Raffaella Veroli sondano le potenzialità del matrimonio tra la varietà bordolese e l’antico autoctono veneto, sulle 18 terrazze vitate lasciate in eredità dalla compianta Franca Maculan, lungimirante fondatrice della Società Agricola Eleva.

Il risultato? È super. Con “Cercastelle”, la collina in località La Palà, a Sant’Ambrogio di Valpolicella, si colora di una luce nuova. Che sa di sfida e di una chiave di lettura diversa, per il futuro dell’intera Valpolicella.

«Ci vogliono passione, preparazione, rigore, organizzazione, sacrificio, cocciutaggine, autorevolezza, umiltà, pazienza, amore», sostiene il docente Davide Gaeta, che ha trovato nell’enologa Raffaella Veroli la miglior compagna di viaggio possibile, “donna del vino” tenace e determinata come la fondatrice. La prova è nella traduzione degli intenti nella lingua del calice. L’esito di 9 anni di prove e ricerche sulla combinazione delle due varietà.

ROSSO VERONESE IGT 2019 “CERCASTELLE”, ELEVA

Alla vista, il vino si presenta di un rubino luminoso. Naso delizioso, al contempo largo (su fiori e frutto polposo) e profondo (grazie a una speziatura balsamica). Esemplare utilizzo del legno, che contribuisce a stratificare il naso, rendendolo non solo elegante, ma ancor più goloso, grazie a leggere note tostate, dolci, unite a una spolverata di spezie orientali. Un quadro che vede assolute protagoniste le due varietà Merlot e Oseleta, unite in un ensemble perfetto.

Il Merlot accarezza, mentre un’addomesticata Oseleta ruggisce. Compostamente. Ingresso di bocca quasi in punta di piedi, su tensione fresca e frutto rosso – più che a polpa scura – perfettamente maturo. Netta la ciliegia, più in sottofondo la mora e la prugna. Progressione elegante al palato per il Rosso Veronese Igt 2019 “Cercastelle” di Eleva, che in fase centrale mostra la verve elettrica dell’Oseleta, sempre più avvolta, nell’allungo, dal manto carezzevole ed elegante del Merlot.

A somme tirate il sorso è fresco, dinamico, di ottima stratificazione. Ben lavorato anche il tannino, che fa capolino in una chiusura asciutta, segnata dall’equilibrio tra le componenti e da una preziosa impronta sapida, capace di chiamare il sorso successivo. Non manca, insomma, quel carattere del vino rosso moderno, la cui bottiglia a tavola finisce, non stanca. Anzi, invita al riassaggio. Il Supervalpolicella “Cercastelle” 2019 di Eleva è giovane e di grande prospettiva, pur già godibilissimo se ben abbinato a tavola.

LA VINIFICAZIONE

Concorrono all’uvaggio un 60% di Merlot e un 40% di Oseleta allevate da Eleva a Sant’Ambrogio di Valpolicella, in località Conca d’Oro. La raccolta delle uve avviene in due momenti distinti, per via delle diverse tempistiche di maturazione delle due varietà di “Cercastelle”. La vinificazione inizia in tanks di acciaio a temperatura controllata, inferiore ai 25°-26°. Segue la macerazione a contatto con le bucce.

La fermentazione dura circa dieci giorni. Nello stesso periodo il vino svolge la malolattica spontanea, senza alcuna induzione. L’affinamento del Rosso Veronese Igt 2019 “Cercastelle” di Eleva è in barrique di rovere francese per due anni, con legni di diversa stagionatura e dimensione. Che sia l’inizio della definitiva riscoperta (e valorizzazione) dell’Oseleta in Valpolicella?

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Esteri - News & Wine

Crémant de Loire Brut, Langlois-Chateau

Prodotto con Chenin Blanc (50% di cui 10% vini di riserva), Chardonnay e Cabernet franc, il Crémant de Loire di Langlois Chateau rappresenta uno specchio fedele della denominazione d’Oltralpe. Le uve provengono da una selezione di 6 appezzamenti, scelti per l’espressione tipica dei vitigni che compongono la cuvée, negli specifici suoli della Loira: Côtes de Saumur (silice e calcare), Bas Layon (scisto), Haut Layon (argilla e calcare), Coteaux St Léger (calcare), Puy Notre Dame (argilla e calcare) e Montreuil Bellay (argilla e calcare).

Netta, dunque, la prevalenza di suoli calcarei, evidente anche nell’espressione del vino. Un Crémant da godere in gioventù, per apprezzare freschezza e slancio verticale del vitigno principe dell’assemblaggio scelto da Langlois Chateau, lo Chenin Blanc (re delle varietà a bacca bianca della Loira). Le note dominanti sono quelle della frutta a polpa bianca, appena matura, introdotte da un naso piuttosto generoso e finissimo, che abbina un floreale fresco a tinte minerali, ancor più nette al palato.

La vinificazione del Crémant de Loire di Langlois Chateau avviene per varietà e terroir, in tini di acciaio inox a temperatura controllata. La degustazione dei vini base suddivisi per parcella determina l’assemblaggio finale. L’affinamento avviene secondo il metodo tradizionale, con successiva maturazione sui lieviti per un minimo di 24 mesi. Molto ben integrati i 12 g/l di dosaggio.


LANGLOIS-CHATEAU
49400 Saumur (France)
contact@langlois-chateau.fr

Prezzo: entro i 15 euro in Italia

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Vini al supermercato

Spumante Extra Dry Rosé Notte Rossa

(4,5 / 5) Lo Spumante Extra Dry Rosé Notte Rossa è una delle novità 2022 di Terre di Sava, disponibile in alcuni supermercati prima di Natale. Alla versione “Rosé” si affianca la versione Extra Dry Bianco. Entrambi gli spumanti sono ottenuti da uve tipiche del Salento.

Nel calice, lo Spumante Extra Dry Rosé Notte Rossa si presenta di un bel rosa salmone luminoso, ravvivato da un perlage fine e persistente. Al naso ricordi di piccoli frutti rossi croccanti, bel profilo floreale fresco e un tocco di agrume. Molto più leggeri i ricordi di crosta di pane e di spezie. Un quadro stuzzicante, che invita all’assaggio.

LA DEGUSTAZIONE

Al palato, questo spumante Rosé si presenta in perfetta corrispondenza con quanto avvertito al naso. Il sorso, fresco e giustamente teso, si sviluppa sulla centralità delle note fruttate a polpa rossa, ancora una volta croccanti e gustose. Leggerissima la sapidità, che gioca in contrapposizione con la morbidezza della spuma, cremosa e avvolgente. Come nel caso dell’Extra Dry Bianco Notte Rossa, un sorso chiama l’altro e non stanca mai.

D’altro canto, il residuo zuccherino è molto ben integrato. Lo Spumante Extra Dry Rosé Notte Rossa è da servire ben freddo, per apprezzarne al meglio le caratteristiche. È perfetto a tutto pasto, ma dà il meglio di sé con saporite zuppe di pesce, oltre a primi con sughi e carni bianche saporite.

VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO

Vinificazione e affinamento seguono un procedimento ben studiato da Terre di Sava. Le uve a bacca rossa, raccolte in Salento, crescono a 100 metri sul livello del mare, in un clima caratterizzato da alte temperature durante l’anno, rare precipitazioni e forte escursione termica.

I suoli sono a medio impasto argilloso, poco profondi e con buona presenza di scheletro. Il particolare colore rosato viene assicurato grazie a un sapiente contatto con le bucce: quanto basta per ottenere il colore luminoso e brillante che si può ammirare nel calice e, ancor prima, nella bottiglia.

Solo la prima frazione di “mosto fiore” viene fermentata a bassa temperatura. La presa di spuma avviene in autoclave, dove il vino rimane per circa un mese sui propri lieviti, prima dell’affinamento in bottiglia a temperatura controllata. Lo Spumante Extra Dry Rosé Notte Rossa può essere conservato per due anni, mantenendo intatte le proprie caratteristiche.

Prezzo: 6,90 euro
Dove acquistare: Scelgo Cash&Carry, Sidal Cash&Carry, Crai Campania, Supermercati Ottimo, Despar Puglia, D’Ambros, Dimar (Mercatò), GDA (Futura Supermercati)

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Vini al supermercato

Spumante Extra Dry Bianco Notte Rossa

(4,5 / 5) Lo Spumante Extra Dry Notte Rossa è una delle novità 2022 di Terre di Sava, disponibile in alcuni supermercati prima di Natale. Alla versione “Bianco” si affianca la versione Extra Dry Rosé. Entrambi gli spumanti sono ottenuti da uve tipiche del Salento.

Nel calice, lo Spumante Extra Dry Bianco Notte Rossa si presenta di un bel giallo paglierino luminoso, ravvivato da un perlage fine e persistente. Al naso ricordi di agrumi, frutta a polpa gialla e frutta esotica, oltre a un leggerissimo richiamo alla crosta di pane. Un quadro morbido, sinuoso, che invita all’assaggio.

LA DEGUSTAZIONE

Al palato le aspettative vengono confermate da un sorso setoso, dominato dai ritorni di frutta matura avvertiti al naso. La spuma, cremosa e avvolgente, gioca la stessa partita: un sorso chiama l’altro, invogliato anche dalla fresca acidità che si confà alle caratteristiche dei migliori spumanti.

D’altro canto, il residuo zuccherino Extra Dry, comune a molti Prosecco, è molto ben integrato: non stanca e, soprattutto, non lega il palato, invogliando appunto a berne un altro po’. Le caratteristiche dello Spumante Extra Dry Bianco Notte Rossa, da servire ben freddo per apprezzarne al meglio il corredo, lo rendono perfetto a tutto pasto. Ottimo l’abbinamento con piatti a base di pesce, tanto quanto con le carni bianche.

VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO

Vinificazione e affinamento dello Spumante Extra Dry Bianco seguono un procedimento ben studiato. Le uve, raccolte in Salento, crescono a 100 metri sul livello del mare, in un clima caratterizzato da alte temperature durante l’anno, rare precipitazioni e forte escursione termica. I terreni sono misti, con buona presenza di calcare. Per preservare l’acidità, le uve vengono raccolte manualmente all’inizio del mese di agosto, alle prime ore del mattino.

Vengono quindi pressate in maniera soffice e solo la prima frazione di mosto fiore, quella più pregiata, viene fermentata a bassa temperatura. La presa di spuma avviene in autoclave (grandi contenitori di acciaio), dove il vino rimane per circa un mese sui propri lieviti. Il successivo affinamento avviene in bottiglia, a temperatura controllata. Lo Spumante Extra Dry Bianco Notte Rossa può essere conservato per due anni, mantenendo intatte le proprie caratteristiche.

Prezzo: 6,90 euro
Dove acquistare: Scelgo Cash&Carry, Sidal Cash&Carry, Crai Campania, Supermercati Ottimo, Despar Puglia, D’Ambros, Dimar (Mercatò), GDA (Futura Supermercati)

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Barolo Docg 2018 “CaDorá”, Ca.Vi.M. Ovada (Morando) per Penny

(3,5 / 5) Il Barolo Docg 2018 “CaDorá”, prodotto e imbottigliato da Ca.Vi.M. Ovada (Cantina Viticoltori Morando) per il discounter Penny Market è reperibile in promozione a un prezzo distante dalla media di gran parte dei vini della Denominazione di origine controllata e garantita piemontese. In promozione può costare 10,99 euro. Ma a scaffale, l’etichetta è stata rinvenuta anche a 9,99 euro, 11,99 euro e 13,99 euro.

Nel calice, il Barolo Docg 2018 “CaDorá” di Morando per Penny Market si presenta del tipico colore granato del Nebbiolo, uva con cui è possibile produrre il re dei vini del Piemonte. Al naso la componente floreale, tra la violetta e la rosa, è intensa. Tutt’attorno un corredo di spezie, dalla cannella alla curcuma, passando per la vaniglia e la noce moscata.

Non manca il frutto, che richiama la ciliegia sotto spirito e i piccoli frutti rossi di bosco. L’ossigenazione lascia spazio anche alla liquirizia. L’ingresso di bocca del Barolo Docg 2018 “CaDorá” è piuttosto austero, su una vena alcolico-glicerica su cui lavora piuttosto bene il tannino, almeno in una fase iniziale. Il centro del sorso, caratterizzato da un’acidità viva, lascia spazio a un’espressione piuttosto apprezzabile del frutto, con ritorni di ciliegia appena matura e ribes.

GLI ABBINAMENTI E IL TAPPO SCELTO DA MORANDO PER IL BAROLO CADORÁ

In chiusura il tannino si rivela però asciutto e la leggera venatura salina sbilancia leggermente il quadro sulle durezze. L’abbinamento consigliato è con le portate che comunemente accompagnano il Barolo. Ovvero piatti di carne, in particolare di cacciagione, ma anche primi e secondi con funghi o “spolverate” di tartufo. Bene anche l’abbinamento con i formaggi stagionati.

In termini di potenziale di affinamento, la scelta di Morando per il Barolo “CaDorá”  prodotto per Penny Market è ricaduta su un tappo Nomacorc Select Green 300 – Vinventions. Si tratta di una soluzione consigliata dalla casa madre per i vini da lungo affinamento, ottenuta da materie prime sostenibili e rinnovabili derivate dalla canna da zucchero (tecnologia PlantCorc™).

Un tappo “sostenibile”, riciclabile e dal design simile al classico tappo di sughero, con venature che riproducono la superficie “originale” della quercia da sughero. Il Select Green 300 è particolarmente apprezzato dai produttori italiani per i vini bianchi che debbano mantenere il loro carattere fresco e “croccante”. Ma è utilizzato, come nel caso del Barolo “CaDorá” di Morando, anche per i vini rossi.

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

I migliori Kerner dell’Alto Adige: crescono ettari e popolarità

Cresce al ritmo di 2 ettari all’anno la superficie vitata del Kerner, in Alto Adige. Nell’ultimo quinquennio, il vitigno nato in Germania dall’incrocio fra Trollinger (Schiava Grossa) e Riesling renano, ormai di casa nel Südtirol, è riuscito a conquistare sempre più spazio nelle scelte dei produttori altoatesini, spinte dall’apprezzamento crescente del mercato italiano ed estero.

A premiare il Kerner è l’essenza di vitigno di montagna, capace di incarnare lo spirito “alpino” dei vini dell’Alto Adige. I 114,76 ettari di vigneti censiti nel 2021 (erano 104,42 nel 2018) sono infatti dislocati tra i 500 e i 900 metri sul livello del mare.

«Il Kerner – commenta Andreas Kofler, presidente del Consorzio vini Alto Adige – sta diventando una varietà dell’Alto Adige sempre più nota. Riflette il nostro territorio e, in particolare, le zone di maggiore altitudine della viticoltura altoatesina. Mi riferisco in particolare alla Valle Isarco, così come ai vigneti che superano i 700 metri, in altre zone vinicole dell’Alto Adige».

È una varietà che cattura sempre più l’attenzione dei winelovers e che quindi viene piantata dai nostri viticoltori, anche per il vantaggio di poter piantare il Kerner nelle zone più alte.

I risultati sono sempre ottimali: vini dai grandi profumi, dalla bella acidità e freschezza. Nettari dal profilo non troppo complicato, che anche per questo piacciono tanto ai consumatori».

La produzione complessiva si assesta oggi sulle 200 mila bottiglie. Di queste, il 73% resta sul suolo nazionale (di cui il 33% in Alto Adige), mentre il 26% è destinato all’export. Tra i mercati principali gli Stati Uniti (20%), seguiti da Germania, Belgio e Svizzera.

Produzione effettiva 2021
Denominazione Superficie
rivendicata
ettari
uva q.li vino hl
Alto Adige Kerner 23,96 1.813 1.258
Alto Adige Kerner riserva 1,72 151 105
Alto Adige Kerner 25,68 1.964 1.363
Südtirol Eisacktaler (Valle Isarco) Kerner 66,55 5.840 4.071
Alto Adige Valle Isarco Kerner passito 1,08 86 33
Alto Adige Valle Isarco Kerner riserva 8,98 506 354
Alto Adige Valle Isarco Kerner 76,61 6.432 4.457
Alto Adige Valle Venosta Kerner 1,02 80 54
Mitterberg Kerner 0,63 109 79
Vigneti delle Dolomiti Kerner 2,66 283 243
TOTALE 271,06 18.090 13.465
I MIGLIORI KERNER DELL’ALTO ADIGE

I Kerner dell’Alto Adige si confermano a ottimi livelli qualitativi anche in occasione del tasting di winemag.it, che ha interessato 26 etichette. Grande prevalenza di produttori della Valle Isarco, terra d’elezione del vitigno e vera nuova frontiera dei vini dell’Alto Adige.

La stilistica dei Kerner altoatesini è piuttosto omogenea. Si tratta di vini bianchi molto profumati, dalla spiccata freschezza e mineralità. Fiori bianchi e frutto esotico accompagnano dal naso al finale, rendendo il Kerner un ottimo vino in alternativa al Riesling o al Gewürztraminer.

Il residuo zuccherino presente nella stragrande maggioranza dei vini varia da poco meno di 2 g/l sino ai più canonici 4 g/l. Pochi i Kerner del tutto secchi, così come quelli con residui superiori ai 6-7 grammi litro.

Una caratteristica, quella del residuo zuccherino, che aiuta a controbilanciare le importanti acidità, superiori in media ai 6 punti (in alcuni casi anche i 7). Di seguito le note di degustazioni dei 26 Kerner oggetto della degustazione di winemag.it.

VINO VENDEMMIA CANTINA ALCOL PREZZO MEDIO ALTITUDINE VIGNETO
1 Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner 2021 Tenuta Bessererhof – Otmar Mair 14,50% 14,50 euro 810 / 900
Giallo paglierino. Naso elegante, su note floreali fresche e minerali. È proprio la vena minerale il driver del sorso, ben sostenuta dalla frutta a polpa gialla, perfettamente matura. Vino che, anche al palato, si conferma elegante e di prospettiva.
2 Südtirol Alto Adige Doc Kerner “Puntsheit” 2021 Cantina Bolzano 14% 14 euro 600 / 800
Giallo paglierino. Al naso le note tipiche del vitigno: frutto giallo, esotico, polposo, vena fresco-minerale e ricordi vegetali, tra la buccia d’agrume e la mentuccia. Ottima corrispondenza gusto olfattiva, per un vino che premia beva e agilità. Chiusura sapida e fresca, che invita al sorso successivo.
3 Vigneti delle Dolomiti Igt “Lahn” 2021 Castelfeder 13,50% 14,50 euro 850
Giallo paglierino intenso, al pari del naso. Naso e palato tra i più aromatici della batteria: gran pienezza delle note fruttate, esotiche (netto il melone), ben rieqilibrate dalla freschezza e dalla vella vena minerale. Vino semplice, che premia la beva, senza rinunciare all’abbinabilità a tavola.
4 Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner 2021 Cantina Valle Isarco 14% 12,50 euro 650 / 970
Giallo paglierino. Al naso il tipico profilo diviso tra frutta e mineralità. Vino che presenta un profilo giovane e di prospettiva: la freschezza domina sul frutto, così come l’alcol, al sorso.
5 Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner “Aristos” 2020 Cantina Valle Isarco 14% 17,20 euro 800/ 970
Giallo paglierino, riflessi verdolini. Elegante al naso, nello stiracchiarsi di un frutto polposo e aromatico, sulla mineralità. Sorso corrispondente, su una gran espressività della componente fruttata. Componente minerale a fare da contraltare, unita a una spalla acidità che conferisce slancio e prospettiva al sorso.
6 Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner “Sabiona” 2019 Cantina Valle Isarco 14.5% 31 euro 630 / 680
Giallo paglierino, riflessi verdolini. Al naso è complesso, stratificato. Apre su generosi richiami fruttati, avvolti dalle note date dall’affinamento in legno. Si avvertono distintamente mela e pesca, polpose, su un sottofondo di marzapane e crema pasticcera. Non mancano netti richiami minerali, che si ripresentano ancora più evidenti in un palato di perfetta corrispondenza. Allungo sapido, fresco. Ultima parola al bell’abbraccio tra frutta matura e terziari. Un’interpretazione unica del Kerner, che dimostra così di essere una varietà versatile, capace di dare (anche) vini di struttura, adatti ad abbinamenti importanti a tavola.
7 Südtiroler Alto Adige Doc Kerner 2021 Tenuta Mayr-Unterganzner 14.5% 13,50 euro
Giallo paglierino, leggermente velato. Naso intenso, sul frutto esotico, così come su mentuccia e note minerali. Palato teso, freschissimo, frutta, mineralità e ritorni di mentuccia. Gran beva, nonostante i 14,5% che potrebbero spaventare, in realtà perfettamente integrati.
8 Südtiroler Alto Adige Doc Kerner “Karneid” 2021 Franz Gojer – Glögglhof des Florian Gojer 14% 13 euro 600 / 730
Giallo paglierino, riflessi verdolini. Al naso fiori, frutta, profilo minerale. Netto il sambuco, accanto alla nettarina. Gran carattere al palato: freschezza e frutto ben amalgamati, a giocarsi il ruolo di protagonisti sulla spina dorsale sapida. Vino con ottime prospettive di migliorare ulteriormente nel tempo.
9 Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner “Gall” 2021 Tenuta Griesserhof 14% 17 euro
Tappo a vite. Giallo paglierino, vaghi riflessi verdolini. Naso che si divide equamente tra ricordi erbacei e fruttati, composti, stuzzicati da note agrumate. Ottima corrispondenza in un palato di gran tensione, tendenzialmente asciutto per la componente minerale, ben bilanciata dall’alcol. Un Kerner tipico, golosissimo e gastronomico.
10 Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner “Carned” 2021 Kellerei – Cantina Kaltern 14% 14,40 euro 700
Giallo paglierino leggermente velato, vaghi riflessi verdolini. Naso e bocca in perfetta corrispondenza, golosi: all’olfatto invita, al palato si conferma. Domina il frutto, maturo, esotico, senza rinunciare al tipico slancio fresco e minerale. Chiusura mentolata, quasi balsamica. Vino giovane, di prospettiva.
11 Südtirol Alto Adige Val Venosta Doc Kerner (Vinschgau) 2021 Kellerei Meran – Cantina Merano 14% 15,50 euro 600
Giallo paglierino, riflessi verdolini. Al naso una buona stratificazione, tra note di frutta matura, sambuco e mentuccia e venature minerali. Il palato si articola su note corrispondenti. Ingresso di bocca tendenzialmente morbido, sul frutto esotico maturo; progressione su freschezza e mineralità, prima di un finale balsamico, ricco, si potrebbe dire potente. Vino giovane, di ottima prospettiva. Ottimo rapporto qualità prezzo.
12 Südtirol Alto Adige Doc Kerner “Graf” 2021 Kellerei Merano – Cantina Merano 14% 14 euro 500 / 650
Giallo paglierino, riflessi verdolini. Al naso frutta e note verdi, tra la buccia d’arancia e l’erba appena sfalciata, ad accompagnare ricordi di pesca gialla. Teso, fresco e minerale dall’ingresso alla chiusura, al palato. Vino semplice, che fa dell’agilità di beva il suo punto di forza.
13 Vigneti delle Dolomiti Igt Kerner “Auròna” 2015 Landesweingut Laimburg – Cantina Laimburg 14.5% 22,60 euro 500
Fermentazione sulle vinacce per 10 giorni, invecchiamento per 12 mesi in tonneau. Si tratta di uno dei due “orange” in degustazione, nonché del vino con più anni sulle spalle. Alla vista, “Auròna” si presenta di un giallo dorato carico. Al naso importante apporto del legno, con ricordi netti di caramella mou e tostatatura d’orzo. Il frutto è giallo, molto maturo. Nuances erbacee, mentolate, stuzzicano l’olfatto conferendogli maggior nerbo. Perfetta corrispondenza gusto olfattiva. Vino che regala un sorso morbido, sinuoso, con riequilibranti venature fresco-saline che ne elevano il tasso di gastronomicità. Un nettare che mostra il volto più “corpulento” del Kerner.
14 Südtirol Alto Adige Doc Kerner “Fels” 2021 Nals Margreid 14% 12,50 euro 500 / 750
Giallo paglierino. Naso intrigante, “spesso”, sulle note fruttate polpose. Abbina come pochi, nel panel, una vena fresco-acida e una mineralità riequilibrante. Non eccelle in stratificazione e complessità al palato, ma la beva è straordinariamente lineare ed equilibrata. Chiuse asciutto, su accenti mentolati già avvertiti al naso. Ottima interpretazione del vitigno.
15 Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner 2021 Weingut – Tenuta Strasserhof 13.5% 14,20 euro 750
Giallo paglierino. Un Kerner giocato, sia al naso sia al palato, sulla piacevolezza e immediatezza delle note fruttate, arricchite da una vibrante mineralità. Un nettare che esalta le componenti tipiche del vitigno, premiando piacevolezza e leggerezza del sorso.
16 Südtiroler Alto Adige Doc Kerner “Luxs” 2021 Weingut Niklas 13.5% 11,70 euro 460 / 510
Giallo paglierino, velato, riflessi verdolini. Naso tra i più profondi e stratificati del panel, che di si conferma anche al palato. Note di agrumi, ma anche di melone bianco, pesca gialla, oltre a mentuccia e venature iodiche. Allungo sapido a fare da spina dorsale al sorso, senza rinunciare alla polpa. Bell’allungo sapido, fresco, che invita al sorso successivo. Rapporto qualità prezzo invidiabilissimo, considerate le prospettive del nettare.
17 Südtiroler Alto Adige Doc Kerner Riserva “Mondevinum Libellula” 2018 Weingut Niklas 14.5% 18,50 euro 460 / 550
Vino che si presenta nel calice di un bel giallo intenso, dai riflessi dorati. Al naso una gran concentrazione del frutto, principalmente a polpa gialla. Richiami speziati riportano la mente al ginger, così come al pepe bianco. Importante la componente verde di buccia di agrume, che gioca con la ricchezza del frutto esotico. Chiusura asciutta, che invoglia il sorso successivo. Un’interpretazione unica del Kerner.
18 Mitterberg Igt Kerner “Without” 2019 Weingut Niklas 15% 29 euro 590
Macerazione sulle bucce per questo orange senza solfiti di cui sono state prodotte solo 533 bottiglie nel 2019. Fermentazione spontanea e nessun filtraggio prima dell’imbottigliamento per le uve colte ben mature. Altro Kerner di gran concentrazione per quanto riguarda la componente fruttata, che si arricchisce delle nuances tipiche dei vini che maturano a contatto con l’ossigeno, sulle bucce. Netta la buccia d’arancia e di zenzero candito, su tutte. Un quadro omogeneo e intrigante che si riflette anche al palato, dove le generose note fruttate e l’importante vena glicerica vengono riequlibrate da una componente tannica misurata. Un’altra interpretazione unica del vitigno.
19 Südtirol Alto Adige Doc Kerner 2021 Weingut Tauber 13.5% 15,80 euro 670 / 780
Giallo paglierino. Sia al naso che al palato, uno dei Kerner più giocati sulle note agrumate mature, oltre al consueto frutto esotico a polpa gialla di perfetta maturità, alla sapidità e alle venature balsamiche, mentolate. Beva agile, piuttosto semplice. Chiusura sapida, fresca.
20 Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner “Praepositus” 2020 Abbazia di Novacella 14% 16,80 euro
Giallo paglierino. Naso suadente, cremoso eppure teso, su note d’agrume e mentuccia, su sottofondo minerale. Perfetta corrispondenza al palato: ingresso fresco ma disteso, su una perfetta maturità della frutta a polpa gialla. Chiude asciutto, agrumato, sapido. Beva agile e buon gradiente di gastronomicità.
21 Südtirol Alto Adige Valle Isarco Dop Kerner 2021 Ebner 14.5%
Giallo paglierino. Al naso è elegante, con note floreali e fruttate esotiche, accompagnate da ricordi minerali. Sorso tendenzialmente morbido in ingresso, sul frutto e sulla spinta glicerica. Centro bocca e chiusura fresche e tese, prima di una chiusura su generosi ritorni di frutta a polpa gialla. Buon allungo fresco-sapido, gentile.
22 Südtirol Alto Adige Doc Kerner 2021 Kellerei Cantina Kurtatsch 13.5% 12,90 euro 800
Giallo paglierino, riflessi verdolini. Naso delicato, floreale, con note di frutta esotica a polpa gialla. Vino semplice, tutto giocato sul fruttato. Chiusura minerale, fresca, equilibrata.
23 Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner 2021 Taschlerhof – Peter Wachtler 14% 15,70 euro
Giallo paglierino. Al naso è piuttosto intenso, sul frutto. Sorso cremoso, su ritorni di frutta a polpa gialla e bianca. Chiusura fresca, su venature sapide. Vino gastronomico.
24 Südtiroler Alto Adige Doc Kerner 2021 Unterhofer Thomas 14% 12,80 euro
Giallo paglierino luminoso. Al naso particolarmente intrigante: frutto, freschezza mentolata, profilo minerale. Si conferma tale al palato, con le durezze ben accompagnate dalla generosità polposa del frutto e dalla freschezza. Chiusura asciutta, su cui lavorare per aumentare la piacevolezza della beva.
25 Vigneti delle Dolomiti Igt Kerner 2021 Fronthof 14%
Giallo paglierino. Naso suadente, su un’espressione del frutto cremosa, quasi burrosa. Non mancando i ricordi “green”, d’erbe di montagna e buccia d’agrume. Al palato una perfetta corrispondenza. Ottima beva, agile ma tutt’altro che banale. Chiusura asciutta, tendente a un amaricante che invita il sorso successivo.
26 Südtirol Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner 2021 Köfererhof 13.5% 15 euro 650
Giallo paglierino, riflessi verdolini. Al naso note agrumate, floreali e minerali, oltre al frutto esotico. Sorso che abbina una buona morbidezza alla consueta tensione assicurata dal Kerner. Chiude asciutto, teso, agrumato e polposo. Vino da godersi al calice o in abbinamento, anche a tutto pasto.

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Cinquant’anni di Chardonnay australiano in 8 etichette: i “tempi del legno” sono finiti

Era il 1972 quando il primo Chardonnay australiano “in purezza” faceva il suo esordio sul mercato. In cinquant’anni di storia, il vino bianco più iconico dell’Australia ha attraversato mode e trend. Si è lasciato accarezzare dal burro e dalle note tostate tipiche dello Chardonnay francese, affinato in legno. Sino ad arrivare, oggi, a trainare il mercato internazionale grazie a uno stile ben riconoscibile.

Una via di mezzo tra la schietta freschezza che contraddistingue altre uve a bacca bianca note al pubblico mondiale (vedi Sauvignon Blanc o Chenin) e l’aristocratica eleganza nell’utilizzo del legno. Che torna “contenitore” e smette d’essere “ingrediente”.

Questa l’impressione data dagli 8 Chardonnay australiani in degustazione con Wine Australia nel pomeriggio di martedì 5 aprile. Il modo scelto per celebrare con la stampa internazionale l’anniversario dei 50 anni del primo bianco varietale prodotto e commercializzato nel Paese.

Un percorso lento, che ha preso avvio nel 1830, anno in cui le prime barbatelle di Chardonnay iniziarono ad essere “addomesticate” nei molteplici terroir del vino australiano.

Si arriva così agli anni Novanta, contraddistinti dall’imperare delle vinificazioni in barrique, oggi retaggio del passato. Al loro posto, Chardonnay che privilegiano territorialità e raffinatezza. Nel segno dell’equilibrio tra frutto, terziari e potenziale d’affinamento.

«La sua popolarità può essere aumentata e diminuita nel corso degli anni – ha sottolineato Mark Davidson, referente di Wines of Australia – ma una cosa è certa: lo Chardonnay australiano è una leggenda con un futuro brillante».

Davidson ha condotto il digital tasting degli 8 Chardonnay scelti per celebrare i 50 anni, assieme a MaryAnna Worobiec (Wine Spectator) e Oz Clarke Obe (wine writer e presentatore televisivo britannico).

E proprio a Londra, nella giornata di oggi, sbarcano centinaia di vini australiani in degustazione per stampa e trade al Royal Horticultural Halls (Westminster), altro appuntamento che winemag.it sta seguendo in presenza, in queste ore, dalla capitale del Regno Unito.

LO CHARDONNAY IN AUSTRALIA

Lo Chardonnay e le sue Nozze d’Oro non potranno che essere tra i grandi protagonisti. È infatti il vitigno a bacca bianca più coltivato in Australia, in 58 delle 65 regioni vinicole del Paese. È secondo secondo solo allo Shiraz e continua ad essere il vino bianco più esportato. Secondo le stime di Wine Australia, sarebbero 3,8 i milioni di bicchieri di Chardonnay australiano gustati ogni giorno, all’estero.

Gli stili sono molteplici, soprattutto per via delle differenze climatiche in cui matura l’uva. Si passa dagli Chardonnay occidentali, in particolare quelli di Margaret River, influenzati dell’Oceano, a quelli dell’area subtropicale, come Hunter Valley, ad est.

La varietà riflette caratteristiche locali ovunque sia coltivata – ha evidenziato ancora Mark Davidson – e viene prodotta in una serie di stili che vanno da quelli leggeri e croccanti, a quelli più corposi e complessi, maturati in botte».

Un’altra discriminante, evidente nel tasting di martedì 5 aprile, è legata alla fermentazione malolattica. Lo Chardonnay si presta ad essere teso e freschissimo, senza aver compiuto la “seconda fermentazione” in vinificazione. Oppure più “morbido”, quando l’acido malico si trasforma in lattico in seguito alla fermentazione alcolica (solitamente in Primavera).

8 CHARDONNAY AUSTRALIANI PER CELEBRARE I 50 ANNI

Hunter Valley Chardonnay 2018 “Winemaker’s Selection Vat 47”, Tyrrell’s: 87/100

Siamo a ovest, per l’esattezza nella Hunter Valley, a Nord di Sidney (New South Wales). Chardonnay da clone Penfold, vendemmiato il 12 gennaio e imbottigliato il 1 novembre 2018. Fermentazione iniziale in acciaio, poi in barrique di rovere francese. Maturazione di 9 mesi per il 20% in barrique di rovere francese nuove. Fermentazione malolattica non svolta.

Alla vista di un bel giallo paglierino. Legno presente al naso e in retro olfattivo. Burro fuso, vaniglia, note mielate tra i descrittori utili a comprendere la natura di questa etichetta, caratterizzata da una buona freschezza e da una chiusura tendenzialmente morbida, ma asciutta.

Margaret River Chardonnay 2018 “Art Series”, Leeuwin Estate: 92/100

Ci spostiamo a sud-est, per l’esattezza a Margaret River. Chardonnay da clone Gingin, vendemmiato tra la metà e la fine di febbraio 2018 e imbottigliato il 26 agosto del 2019. Fermentazione in barrique, 100% rovere nuovo francese. Maturazione di 11 mesi in nuove botti dello stesso materiale. Fermentazione malolattica non svolta.

Alla vista di un giallo paglierino. Splendido naso, dal legno molto più garbato rispetto al precedente campione. Frutto tropicale di perfetta maturità, mai sbavato. Colpisce per precisione e focus sul frutto, abbinato a una freschezza vibrante, d’agrume.

Tornando all’utilizzo del legno, non manca una carta dose di burro fuso. Ma l’acidità lo “asciuga” e rende ancora più croccante il frutto, polposo. Chiusura nel segno del centro bocca: asciutto, agrumato. Zona vinicola da tenere in grande considerazione, Margaret River.

Great Southern Chardonnay 2018 “Block 8′ Mount Barker”, Forest Hill Vineyard: 90/100

Torniamo a sud-ovest, nella regione vinicola del Great Southern, altra cullo dello Chardonnay australiano. Non cambia invece il clone: ancora una volta quello scelto dalla cantina è il Gingin. Vendemmia avvenuta il 24 febbraio; imbottigliamento nel dicembre 2018.

Fermentazione spontanea con lieviti indigeni in rovere francese da 225, 300 e 500 litri. Maturazione per 9,5 mesi in rovere. Malolattica svolta per meno del 5%. Naso che si stacca in maniera netta dai precedenti campioni. Risulta meno ampio e il vino pare contratto, inizialmente ridotto.

Ecco poi il frutto che deve ancora esplodere in maturazione, tra note verdi preziose che ricordano la buccia d’agrume (lime, limone) e la polpa d’una pesca bianca. Sullo sfondo un tocco di ginger. Al palato, come da attese (e premesse): struttura acida importante, per uno Chardonnay sorretto da una freschezza importante, attorno alla quale gioca un ruolo fondamentale la frutta esotica.

Che c’è. E si fa apprezzare, pur nell’accezione “fresca”, poco glicerica, per nulla morbida. Il mondo è pieno di vini “vuoti” che puntano solo all’acidità, specie nel mondo vinnaturista, contraddistinto da lieviti indigeni e fermentazioni spontanee. Qui, la freschezza diventa lo strumento e il manifesto di una raccolta delle uve magistrale, volta a dare un tocco di personalità a un vino inconfondibile e longevo.

Tasmania-Adelaide Hills-Tumbarumba Chardonnay 2019 “Bin 311”, Penfolds: 91/100

Si passa a un’espressione di Chardonnay che coniuga uve allevate in tre zone: Tumbarumba, Adelaide Hills e Tasmania, tra la piccola isola austraiana e la parte “continentale”, a sud ovest.

Vendemmia compiuta da marzo ad aprile 2019. Fermentazione (alcolica e malolattica, integrale) al 100% in barrique francesi, dove avviene anche l’affinamento (8 mesi, per il 35% in rovere francese nuovo). Vino che cambia molto in base alla temperatura di servizio, caratterizzandosi (a quella corretta) per la precisione enologica.

Frutto e freschezza si dividono equamente il palco, con un accento particolare dato dai suoli duri, basaltici delle prime due zone. Vino che entra teso, su ricordi di pietra bagnata, melone e pesca bianca, per poi ammorbidirsi nel finale.

Mornington Peninsula Chardonnay 2018, Moorooduc Estate: 86/100

Stato di Victoria, a pochi chilometri dalla città di Melbourne. È qui che si trova la Penisola di Mornington, dalla quale provengono le uve di Moorooduc Estate. La raccolta è avvenuta tra il 26 e il 28 febbraio per i cloni I10V3, 95 e 96 (Robinson) e l’imbottigliamento il 14 gennaio 2019.

Fermentazione spontanea in 29 barrique di rovere e 2 puncheon (20% legno nuovo). L’affinamento si prolunga per 8 mesi, nei medesimi contenitori (20% nuovo, 80% 1/8 anni). Fermentazione malolattica svolta.

Vino che si stacca completamente dal resto dei campioni in degustazione per i 50 anni dello Chardonnay australiano. Si parte, di fatto, da un giallo più dorato, ben distante dai paglierini precedenti. Leggera vena ossidativa per un vino più largo che teso. Bell’agrume in chiusura, a conferire un po’ di nerbo a un sorso tendenzialmente dominato dalla frutta esotica matura.

Yarra Valley Chardonnay 2021, Giant Steps: 90/100

Restiamo nello Stato di Victoria, ma ci allontaniamo dalla città di Melbourne, distante circa 100 chilometri dal vigneto di Giant Steps. Un’areale fresco, condizionato dalle correnti dell’oceano Pacifico. Fermentazione spontanea per le uve Chardonnay raccolte a cavallo di febbraio e marzo 2021, con imbottigliamento avvenuto ad ottobre.

La scelta della cantina è per il rovere francese, ma solo il 15% è nuovo. La maturazione si protrae per 8 mesi in botti di rovere francese: anche in questo caso, nuove solo per il 15%. Solo il 10% della massa ha svolto la fermentazione malolattica in maniera spontanea.

A differenza di altre etichette di Giant Steps, questo vino non è frutto di un singolo vigneto. Parlare di “entry level” è comunque sbagliato, in quanto si tratta di una ricercata espressione di “sintesi” dello Chardonnay della Yarra Valley: un vino che ne sintetizzi il carattere. Missione compiuta, a giudicare dal calice.

Questo Chardonnay abbina in maniera deliziosa frutto e acidità, con quest’ultima a fare da spina dorsale, mentre tutt’attorno si diverte un frutto goloso. Sorprendono i soli 12.5%, perché il palato è pieno: perfetto equilibrio tra freschezza e vena setosa, “glicerica”. Vino “immediato”, di sapiente fattura. Chiude asciutto, su un leggero ricordo di stecco di liquirizia e sale, capace di chiamare il sorso successivo.

Adelaide Hills Chardonnay 2020 “M3”, Shaw+Smith: 85/100

Le colline di Adelaide sono una delle zone di produzione massiva dello Chardonnay australiano. Siamo ancora nel South Australia, non lontano da Melbourne. Nello specifico, la vendemmia dei cloni B95, B96, B76 e 277 è avvenuta a marzo 2020 e il nettare è stato imbottigliato il 1 febbraio 2021.

Fermentazione spontanea in barrique di rovere francese, per un terzo nuove. Affinamento di 9 mesi per il 25% in rovere francese nuovo, principalmente da 500 litri. Il resto in barrique da 228 litri. “M3” ha svolto interamente la malolattica.

All’analisi, un vino caratterizzato da un’espressione del frutto piuttosto piena, sia al naso sia al palato. Buona freschezza agrumata a controbilanciare la vena glicerica. Proprio a proposito di alcol (13,5% vol.), la componente disturba un poco in chiusura. Vino semplice.

Tasmania Chardonnay 2020, Tolpuddle Vineyard: 93/100

Voliamo in Tasmania per l’ultimo campione scelto da Wine Australia per celebrare i cinquant’anni dello Chardonnay australiano. Diversi i cloni a disposizione di Tolpuddle Vineyard, cantina di Richmond, a nord della capitale Hobart: B96, I10V1, I10V3, 76, B95, G9V7.

Le uve sono state raccolte a cavallo di marzo e aprile 2020, con il successivo imbottigliamento a giugno 2021. Anche in questo caso, la scelta del produttore è per la fermentazione spontanea in barrique di rovere francese, nuove per un terzo. Malolattica svolta interamente.

Eppure, questo vino vibra di freschezza, sin dal naso. Merito del clima montano della Coal River Valley, fresca ma assolata e asciutta. Una nuova isola felice per lo Chardonnay australiano. Convince per lo stratificato bouquet, che si apre in tutta la sua pienezza appena lo sbuffo di burro fuso lascia spazio ai fiori bianchi e a un frutto croccante e pieno.

In bocca un’acidità elettrica, ben controbilanciata da ritorni di frutta perfettamente matura, che denota la sapienza di Tolpuddle Vineyard nella scelta del m0mento perfetto per la raccolta delle uve. Venature ammandorlate in chiusura smussano l’acidità sferzante che caratterizza il sorso agrumato. Finale lungo, preciso, asciutto, per un vino che non stanca mai. E ha ottime chance di ulteriore, positivo affinamento.

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«Grignolino: il nobile ribelle»: a Grazzano Badoglio 85 cantine in degustazione

«Grignolino: il nobile ribelle» è l’evento che raccoglierà a Grazzano Badoglio (AT) 85 cantine con oltre cento etichette in degustazione. L’appuntamento è per il 26 e 27 marzo nell’ex scuola, dalle 11 alle 18.

Protagonisti i vignaioli dell’Astigiano, del Monferrato casalese e del Monferace, con la regia della delegazione Ais Asti e Casale. L’ingresso all’evento per la degustazione ha un costo di 15 euro (10 per i soci Ais). Non è necessaria la prenotazione.

Grignolino e Dolcetto: dieci etichette da fare assaggiare al vostro amico enofighetto

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Albugnano 549 e il Nebbiolo dell’Alto Monferrato: fenomeno vero, «modello Langhe»


Albugnano come le Langhe. Terra di grandi vini da uve Nebbiolo, capaci di incentivare gastronomiaenoturismo ed ospitalità, in location da favola. Qualche cantina del posto, il sogno, è già riuscita a regalarselo. Merito di un paio di film, ambientati in uno dei 4 comuni della denominazione dell’Alto Monferrato (storicamente Basso Monferrato). Il territorio dell’Albugnano Doc “spacciato” per le Langhe, sul grande schermo. I numeri della giovane associazione Albugnano 549 dicono però che, dalla finzione alla realtà, il passo non è poi così impossibile.

I bravi attori non mancano: 14 vignaioli. C’è pure un tenace regista: il forestiero Andrea Pirollo. Uno che pare approdato in quest’angolo di Piemonte per indicare la strada. Deciso come sa essere solo un ex attivista di Greenpeace che si è fatto le ossa in Scandinavia, prima di cambiar vita e fondare, proprio ad Albugnano, l’agriturismo biologico Ca’ Mariuccia (dedito anche alla produzione di vino).

Il set capace di lanciare il territorio e i vini Albugnano Doc? È in costruzione. Per arrivare al ciak ci vorranno decenni. «Ma il modello economico sono le Langhe», non nasconde il 54enne presidente dell’associazione piemontese, nata il 5 aprile 2017 per volontà dei 9 vignaioli fondatori, rappresentanti dei 4 comuni della Denominazione (da qui il nome Albugnano 549).

VINO E TERRITORIO: IL PROGETTO DEI “549”

Il progetto enologico – spiega a winemag.it Andrea Pirollo – parte dalla consapevolezza che “territorio” e “prodotto” sono imprescindibili. Ma una collina non la sposti; una bottiglia di vino sì. Quindi, se vuoi fare conoscere una “collina” o un “territorio”, devi far viaggiare il “prodotto”.

Non l’ho inventato io questo modello, ma prima di noi i langhetti. In questo senso sono un modello da copiare, inteso non tanto come eccellenza produttiva, ormai riconosciuta a livello internazionale, ma come modello di sistema economico».

A dar ragione a Pirollo sono i ritmi di crescita straordinari degli ultimi anni. «L’imbottigliato è cresciuto dell’80% – rivela – tanto che il Ministero ci ha fatto i complimenti. I numeri restano piccoli, certo. Ma i produttori stanno capendo che non devono più vendere in damigiana il Nebbiolo di Albugnano a 2,20 euro al litro».

L’impronta della “collina” si ritrova anche nel packaging. Sul vetro delle bottiglie dei soci – invitati a produrre almeno mille “pezzi” all’anno – c’è la scritta “Albugnano 549” in rilievo. Una scelta che sta causando qualche turbolenza con il Consorzio Albeisa, titolare della storica bottiglia simbolo dei vini delle Langhe, con il quale sarebbe in corso una vera e propria “guerra del vetro“.

ALBUGNANO 549 E LA CURA PIROLLO: DALLO SFUSO AL MODELLO LANGHE

Di fatto, il boom in corso nell’Alto Monferrato – così definito per convenzione, localmente – non è passato inosservato in Piemonte, specie tra i vicini di casa. Nel 2017 l’area comprendeva 22 ettari vitati. Appena 57 mila le bottiglie immesse in commercio, nelle varie declinazioni (tra cui un rosato). A produrne la fetta maggiore erano solo tre aziende. «Tutto il resto era vino rosso da tavola, che partiva e andava a finire in altri territori, sfuso».

La “cura Pirollo” e la determinazione dei vignaioli di Albugnano 549 hanno fatto schizzare a 49 gli ettari vitati. Più del doppio rispetto al 2017. Sono salite a 90 mila le bottiglie prodotte dall’associazione, in occasione della vendemmia 2021. Tra queste, ben 30 mila sono di Albugnano Doc Superiore, il Nebbiolo di punta dei “549”. «La percezione è completamente cambiata», chiosa il presidente.

Ma il dato numerico sull’imbottigliato – avverte – conta fino a un certo punto. Ciò che conta davvero è il prezzo di vendita, mai inferiore ai 15 euro. Abbiamo creato una piccola lobby, consci che il solo numero di bottiglie prodotte non basti a giudicare il successo di una denominazione. Conta più il valore a scaffale».

Un progetto, Albugnano 549, da case history del vino italiano. L’aria che si respira da queste parti vibra come quella di Mamoiada. Ha il sapore della riscoperta e valorizzazione di qualcosa che c’è sempre stato, un po’ come l’Erbamat in Franciacorta.

Ed è segnale raro di (ri)nascita orgogliosa, simile a quella del pugno di denominazioni provinciali che hanno trovato nuovo vigore, dopo l’istituzione della Doc Sicilia. Un quadro dalle tinte già definite. Che mira a consacrarsi, attraverso un’altra serie di scelte azzeccate.

ALBUGNANO 549, FENOMENO E CASE HISTORY DEL VINO ITALIANO

Il Nebbiolo di Albugnano può essere immesso sul mercato solo in seguito a un affinamento in legno di 18 mesi e una successiva permanenza in vetro (bottiglia) di ulteriori 6 mesi.

La scelta del legno è a discrezione della cantina. Ma la parte enologica, così come quella disciplinare, ha il suo punto fermo. Si chiama Gianpiero Gerbi ed è l’enologo che vigila sulle 14 cantine aderenti ad Albugnano 549, interpretandone le diverse sfumature.

Le novità imminenti riguardano piuttosto il ricambio generazionale. Andrea Pirollo dovrebbe lasciare il testimone della presidenza al giovane Mauro Roggero, cui spetterà guidare l’associazione verso la riduzione del numero di tipologie della Doc. Un dibattito che si svolgerà all’interno del Consorzio di Tutela del Barbera d’Asti e dei Vini del Monferrato.

«Nell’ottica di squadra» si intensificherà la collaborazione con l’associazione Più Freisa, che mira a valorizzare l’altro vitigno simbolo di questa fetta di Piemonte (i vini della stessa Ca’ Mariuccia sono imbottigliati da La Montagnetta, cantina del presidente di Più Freisa, Domenico “Mimmo” Capello). Grande attenzione, poi, alla quota di vigneto biologico, «da implementare rispetto al 30% attuale».

«Vorremmo inoltre stabilire un raggio massimo di 20 chilometri entro il quale è possibile imbottigliare l’Albugnano Doc – anticipa a winemag.it Andrea Pirollo – per evitare che i nostri sforzi di valorizzazione e promozione siano vanificati da cantine che non ricadono sul territorio».

VINO E RISTORAZIONE DI LIVELLO: ALBUGNANO SUL MODELLO LANGHE

Sul fronte della gastronomia e della ristorazione, dopo il ventilato approdo sul territorio dello chef Alessandro Mecca (Ristorante Spazio7, Torino) nel 2019, naufragato causa pandemia, Albugnano 549 cercherà di interagire sempre più con gli operatori del settore, locali e non solo. L’offerta gastronomica, di fatto, è «il vero punto dolente di Albugnano».

L’obiettivo – annuncia Pirollo – è creare attrattività e valore in un luogo rimasto sin troppo senza prodotto e senza nome, che ha però sicura attrattività geografica. Siamo a un’ora da Torino e da Alba e a meno di due ore da Milano».

Per farlo, tra i progetti per il futuro c’è anche la «creazione di un’Enoteca nazionale del vino in anfora e delle piccole Doc di nicchia», spiega ancora il presidente di Albugnano 549. Sorgerà nelle cantine storiche dell’attuale ristorante Allasilo – Cucina, Cultura, Persone, in via di Cerreto d’Asti (AT), di proprietà di Pirollo. Andrà ad affiancarsi all’Enoteca regionale dell’Albugnano, attivata nel 2019.

IL NEBBIOLO DI ALBUGNANO 549 NEL CALICE

Gli 8 assaggi di Albugnano Doc Superiore 2017 presentati a winemag.it da Andrea Pirollo (più i due effettuati in redazione) chiariscono i contorni di un “Nebbiolo alternativo”. Semplificando il concetto, i Nebbioli di Albugnano 549 paiono collocarsi – dal punto di vista organolettico, oltre che geografico – a metà strada tra le Langhe (più del Barbaresco che del Barolo) e l’Alto Piemonte.

All’interno dell’associazione, Tenuta Tamburnin – l’unica a poter vantare una verticale dal 2014 e una location da favola, con ospitalità di alto livello e una cantina che vale la visita – e Cascina Quarino (con il Doc “Eclissi”) sembrano aver ormai trovato la quadra sul Nebbiolo albugnanese.

Colpisce poi, in maniera particolare, l’Albugnano Doc Superiore 2017 “Carpinella” di Pianfiorito e l’Albugnano Doc Superiore 2017 “Oltre 500” di Orietta Perotto, che dal nome richiama l’altezza sul livello del mare del proprio vigneto.

Per i curiosi, l’associazione 549 mette a disposizione la “Gran Degustazione Albugnano Doc“: una confezione contenente dieci diverse interpretazioni dell’Albugnano Doc 2017 e due calici, con spedizione inclusa nell’importo (150 euro).

Nel kit, oltre ai quattro vini selezionati come i più rappresentativi del tasting compiuto da winemag.it, anche gli Albugnano Doc Superiore 2017 di Alle Tre Colline (“Va’ Anáit”), Ca’ Mariuccia (“Il Tato”), Cantina Mosso (“Parlapà”), Cantina Nebbia Tommaso (“Nebula”), Roggero Bruno e MarioTerre Dei Santi.

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Esteri - News & Wine news news ed eventi

Aszú Day 2021: il vino dolce di Tokaji compie 450 anni. Degustazione storica 1940-2000

Non è un Aszú Day come gli altri quello che si celebra oggi, 10 dicembre 2021, in Ungheria così come nel resto del mondo. Il “re dei vini dolci“, prodotto esclusivamente nella regione vinicola di Tokaji, compie infatti 450 anni.

Sono trascorsi quattro secoli e mezzo da quando il vignaiolo Máté Garai lo menziona nel suo testamento del 1571. Il documento, scoperto dallo studioso István Zelenák negli archivi della biblioteca di Sátoraljaújhely, è la prima testimonianza scritta riferita all’Aszú.

Garai lasciava in eredità ai suoi famigliari alcune preziose botti di «Asszú Szőlő Bor». Letteralmente “Vino d’uva Aszú”, ottenuto da acini botritizzati, ovvero attaccati dalla muffa nobile Botrytis Cinerea.

Nella cittadina del nord ovest dell’Ungheria, le celebrazioni ufficiali dell’Aszú Day 2021 si svolgeranno durante l’intero fine settimana, con un calendario di eventi e degustazioni in numerose cantine, dal 10 al 12 dicembre.

SEI ANNATE STORICHE DI TOKAJI ASZÚ: LA DEGUSTAZIONE

Il focus dei festeggiamenti saranno proprio i 450 anni del vino dolce di Tokaji, già al centro di alcune iniziative riservate alla stampa internazionale, ad inizio novembre 2021. Evento di punta, la degustazione di 6 annate storiche di Tokaji Aszú organizzata dai produttori a Tarcal, in collaborazione con Tokaj Guide.

Tutti in forma straordinaria i vini serviti, dal Tokaji Aszú Benedecz dűlő 2000 di Patricius, passando per i Tokaji Aszú 1993, 1988, 1972, 1956 e 1940 di Tokajbor-Bene Pincészet, Puklus Pincészet (Szentkereszt dűlő), Oremus e della vecchia cantina statale di Tokaj.

L’annata più sorprendente è la 1988, di un ambrato luminoso e dal naso particolarmente fresco, speziato, al contempo avvolgente, sinuoso, accattivante. Le note spaziano dal caramello al miele, dalla frutta stramatura e sotto sciroppo alla vaniglia, sino a cioccolato, arancia e zenzero candito.

In bocca una concentrazione assoluta e il “peso” dei grandi vini dolci mondiali, che va ben oltre la lascivia del residuo zuccherino. Colpisce anche al palato la 1988. Per l’estrema freschezza, nonché in termini di persistenza, matericità e beva spasmodica, agevolata da una chiusura asciutta, quasi comparabile a quella d’un ottimo vino secco.

LA LONGEVITÀ DEL TOKAJI ASZÚ

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Sbalorditiva anche la forma delle tre vendemmie più “anziane” in degustazione. La 1972, altrettanto fresca e concentrata, è connotata da una vena minerale finissima e da una chiusura su ricordi di liquirizia. La 1956 scalpita ancora, forse in onore dell’anno della Rivoluzione ungherese. Naso suadente, di vaniglia e mou, pronto a virare su tinte balsamiche, mentolate.

In bocca, un Aszú che regala ancora freschezza, frutto e vena salino-minerale, prima di una elegantissima chiusura agrumata, capace di rendere la beva agilissima. Concentrazione assoluta per la vendemmia 1940, ultimo “Muzeális bor” in degustazione: pienezza ed integrità della componente fruttata, che si arricchisce di venature di sottobosco, muschio e un accenno leggero di fungo, unico tratto che ne disvela la carta d’identità.

Un vino che sembra dialogare con l’annata 1956, sui ritorni di liquirizia che si riverberano dal naso al palato, tanto quanto il fiume denso di frutta polposa, tra lo stramaturo e lo sciroppato. Oltre ad albicocca e pesca ecco qui il fico, assieme al dattero, a convincere ancor più in termini di estrema godibilità e pienezza del sorso, sempre sorretto dall’adeguata freschezza.

Al cospetto delle precedenti annate, la 1993 di Tokajbor-Bene Pincészet e la 2000 di Patricius paiono bambini all’asilo di Tokaji. Vini dotati di grande prospettiva, al contempo capaci di rivelarsi sin d’ora veri e propri capolavori di equilibrio, tra concentrazione della componente fruttata, slancio minerale-vulcanico tipico dei vini della regione, garbo dei terziari e freschezza (da vendere).

LO SVILUPPO DELL’ENOTURISMO NELLA REGIONE DI TOKAJI

Se il passato dell’Aszú è tanto luminoso da riflettersi nel calice persino a 81 anni dalla vendemmia, il futuro non potrà che essere all’altezza. «La regione di Tokaji – anticipa a WineMag.it Peter Molnár (nella foto sopra) presidente del Consorzio Vini della regione ungherese – sarà interessata da un colossale progetto di sviluppo, diretto dal commissario György Wáberer, nominato appositamente dal governo».

Sono già iniziati i lavori di rinnovamento di alcune infrastrutture stradali locali e periferiche, mentre altre saranno realizzate ex novo. È il caso della funicolare che collegherà la cittadina di Tokaj alla cima della collina Kopasz-hegy, dove si trova l’attuale torre-antenna di Hungária Zrt.

L’edificio, oggi utilizzato solo parzialmente dall’emittente ungherese, sarà rinnovato e fungerà da punto di ristoro panoramico, grazie a un ascensore che condurrà i visitatori sulla vetta: l’esperienza offerta sarà incredibile».

NUOVO IMPULSO A GASTRONOMIA, RISTORAZIONE E OSPITALITÀ

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Con l’obiettivo di invogliare gli enoturisti a scoprire la regione in bicicletta, saranno rinnovate le piste ciclabili, che condurranno anche tra i pittoreschi vigneti della regione di Tokaji. Particolare attenzione sarà riservata alla gastronomia locale, attraverso bandi che agevoleranno l’apertura di nuovi ristoranti, in una zona che sta già accrescendo a livello esponenziale la qualità dell’offerta di ristorazione gourmet.

Ultimo in ordine cronologico, l’investimento di Dereszla Pincészet con il suo Dereszla Bisztró a Bodrogkeresztúron (nella gallery sopra). Qui, il direttore generale László Kalocsai, assieme a un team di giovani cuochi e wine expert, sta dando impulso all’evoluzione della cucina di Tokaji, fondendo i piatti della tradizione alle più moderne e ricercate tendenze della gastronomia internazionale.

«I finanziamenti interesseranno anche l’apertura di nuove attività ricettive, come hotel e B&B – continua Peter Molnár – con l’obiettivo di compiere un vero salto di qualità nella nostra offerta complessiva di enoturismo, nel giro dei prossimi 4 anni. Ciò che è ancora più importante sottolineare è che il progetto non riguarda solo le infrastrutture e i luoghi fisici, ma anche le persone e l’organizzazione complessiva».

VITICOLTURA, ENOLOGIA E TURISMO ALL’UNIVERSITÀ DI TOKAJI

Il riferimento del presidente del Consorzio di Tokaji è all’istituzione di un ufficio che coordinerà le attività turistiche e culturali della regione, che si interfaccerà direttamente con le cantine e con le attività museali. Ma non solo.

«Nel 2013 – spiega Molnár – abbiamo celebrato i 500 anni dalla fondazione del Collegio di Sárospatak, cittadina che dista meno di 40 chilometri dal cuore della regione che, da agosto 2021, ospita l’Università Tokaj-Hegyalja».

Il nuovo corso di laurea in Viticoltura ed Enologia, così come quello in Turismo ed Ospitalità, sono stati pensati per i nostri giovani e per dare nuovo impulso e redditività alle aziende di Tokaji.

Un modo per investire nel futuro della nostra regione vinicola, patrimonio dell’Unesco, fornendo una formazione adeguata, teorica e pratica, ai professionisti di domani».

I nuovi dipartimenti avranno una forte propensione all’internazionalizzazione. «L’università – conclude Peter Molnár – è già pronta ad ospitare anche studenti stranieri, sicura dell’attrattività che possa costituire la regione vinicola di Tokaji per qualsiasi giovane interessato a lavorare nel settore del vino».

A garantire la dimensione internazionale dei corsi saranno inoltre professionisti chiamati dall’estero, nonché collaborazioni con le più importanti università di viticoltura, enologia ed ospitalità già attive in Europa. Per i brindisi ci sarà l’imbarazzo della scelta. Almeno oggi, solo Tokaji Aszú: è il suo giorno.

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La longevità dei Franciacorta Bèlon du Bèlon: Riserva del Fondatore Pas Dosè 2001 e 2009

Franciacorta Docg Riserva Pas Dosè 2001 e 2009 di Bèlon du Bèlon sono due delle rarità premiate dalla Guida Top 100 Migliori vini italiani 2022 di WineMag.it. Solo 1.500 bottiglie per quella che è una chicca assoluta, frutto del millesimo 2001: “merce rara” in Italia, con i suoi 240 mesi sui lieviti (20 anni). Non raggiunge le 3 mila bottiglie (2.900 per l’esattezza) la vendemmia 2009. Altra “Riserva del Fondatore” ed altro pezzo da novanta della cantina di Erbusco guidata da Paolo Perin: 120 mesi sui lieviti, ovvero 10 anni.

LA DEGUSTAZIONE
Franciacorta Docg Riserva Pas Dosè 2001 “Riserva del Fondatore”, Bèlon du Bèlon

A comporre la cuvèe, 90% di Chardonnay accanto a un 10% di Pinot Nero. Un millesimo 2001 che reca sboccatura “novembre 2019”. Il piacere dell’attesa, insomma. Naso correttamente evoluto, che si snoda tra la frutta esotica matura, un’elegantissima speziatura e i ricordi di camomilla e fiori di campo. Si ritrova tutto in un palato ancora vivo, complesso e profondo. Ricordi di miele millefiori e radice di liquirizia connotano una chiusura salina, elegante, lunghissima.

Franciacorta Docg Riserva del Fondatore Pas Dosè 2009 “Riserva del Fondatore”, Bèlon du Bèlon

Stato di forma eccezionale per la cuvée di Chardonnay (90%) e Pinot Nero (10%). È proprio il “Noir” a conferire gran carattere a un nettare che sa farsi ricordare per eleganza, nerbo, cremosità e tensione. Le note dominanti sono quelle di agrumi, che regalano freschezza da vendere a un Franciacorta lungo, sapido, dalla beva irresistibile e di gran gastronomicità. Una luce accesa tra le punte di qualità assoluta della Denominazione bresciana

LA CANTINA

Bèlon du Bèlon è il marchio creato nel 2000 da Paolo Perin, «come espressione della forte passione per i vini di eccellenza». «L’ambizione – spiga Perin – è il cuore dell’impresa. Produrre un vino capace di interpretare al meglio uno dei più ricchi terroir al mondo, lavorando in maniera impeccabile solo le uve migliori». Il tutto, fondendo il sapere della tradizione ereditata dal papà, con le tecniche più innovative.

«Seguo con convinzione ed orgoglio la strada imboccata tanti anni fa da mio padre Umberto – commenta l’imprenditore franciacortino -. I vini d’eccellenza fanno parte del mio vissuto, della mia storia, fin dall’infanzia. Bèlon du Bèlon è il frutto spontaneo del mio percorso di vita. È l’espressione della mia passione per il vino, è il piacere di un’esperienza che si tramanda».

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Millésimes Alsace DigiTasting 2021: degustazione e punteggi a 76 vini dell’Alsazia

Alle prese come il resto del mondo con l’emergenza Covid-19, l’Alsazia ha organizzato a inizio giugno Millésimes Alsace DigiTasting® 2021, il primo salone online concepito da un’organizzazione interprofessionale. Protagonisti 100 vignaioli dell’Alsazia, che hanno presentato online i loro vini. Il successo è stato immediato.

Nel giro di una settimana dall’apertura dei “cancelli” – o, meglio, del “portale” web – si sono accreditati oltre 900 professionisti. La cifra è salita sino a 3.750, frantumando il record di partecipanti all’edizione fisica del 2018. Il 70% degli aderenti a Millésimes Alsace DigiTasting® 2021 ha avanzato la propria richiesta di partecipazione dall’estero, dunque non dalla Francia.

Cinquantacinque i Paesi rappresentati, a riprova di quanto l’Alsazia continui a suscitare l’interesse di stampa, buyer, ristoratori e operatori internazionali. Tra i primi cinque mercati di esportazione figurano non a caso Regno Unito, Stati Uniti, Italia, Taiwan e Canada. Tutti Paesi presenti in maniera massiccia all’evento dei vini dell’Alsazia di giugno.

Confermata anche l’attenzione crescente dell’Est Europa, nonché quella di piazze esotiche come Perù, India, Nepal e Paraguay. Una portata globale per un progetto concepito al 100% in Alsazia, sostenuto da tutto il comparto sotto la guida del Civa, il Conseil Interprofessionnel des Vins d’Alsace.

Millésimes Alsace Digitasting® ha mobilitato partner al 100% alsaziani, tutti situati in un raggio di 75 chilometri dal centro di progettazione. La logistica e il trasporto sono stati gestiti dai partner di Molsheim e Colmar. Il design digitale da un’azienda di Strasburgo.

L’imbottigliamento da un’azienda specializzata situata nel Bas-Rhin, mentre il design fotografico è stato affidato a un laboratorio di Soultzmatt. Video assegnati a un’agenzia di Sainte-Croix-aux-Mines e cofanetti con i “mignon” per la degustazione a un’azienda di Colmar. Infine, dirette da Ingersheim con relatori situati in tutto il mondo.

I VINI DELL’ALSAZIA AL CENTRO DELLA SCENA MONDIALE

«Anche se questa fiera è stata un grande successo – commenta Didier Pettermann, presidente del Civa – rimane solo una delle tante azioni che il Conseil Interprofessionnel mette in atto. Il nostro rinnovamento non è iniziato con Millésimes Alsace Digitasting®, ma con questa mostra è stato ulteriormente amplificato, con una grandezza impressionante».

Da diversi anni, la reinvenzione dell’Alsazia è stata grande, e questa iniziativa è un ulteriore passo per dire al mondo intero che l’Alsazia è tornata! Ma se guardiamo le cifre, vediamo che i visitatori francesi erano meno presenti. La relativa moderazione del pubblico francese è forse l’unica riserva, ma siamo convinti che cambieranno rapidamente la loro visione di ciò che l’Alsazia è capace di fare!».

“Il risultato – aggiunge un soddisfatto Philippe Bouvet, direttore marketing del Civa – è al di sopra delle nostre aspettative! Fin dall’inizio, avevamo concepito questo evento come qualcosa di più di una semplice fiera. Volevamo rimettere l’Alsazia al centro della scena mondiale del vino». Il feedback degli espositori e dei visitatori? «Estremamente positivo», fa sapere l’interprofessione. Tanto da pensare già a una seconda edizione.

Per il direttore della Civas, Gilles Neusch: «Il bisogno di incontrarsi faccia a faccia rimane forte. Per il momento, molti incontri avviati dalla piattaforma continuano a svolgersi. Non stiamo fermando nulla in questa fase. Vista la portata di questa iniziativa, analizzeremo cosa avremmo potuto fare meglio. E cosa potremmo fare ancora meglio in futuro!».

Tra campioni degustati da WineMag.it, il livello dei 76 vini dell’Alsazia ricevuti in occasione dell’evento digitale 2021 si è confermato altissimo. Ecco dunque le note di degustazione alla cieca, con i relativi punteggi in centesimi.

MILLESIMES ALSACE DIGITASTING® 2021: DEGUSTAZIONE E PUNTEGGI DI WINEMAG.IT

Domaine Bott Freres

VINO GRAND CRU ANNATA VITIGNO LINEA NOTE PUNTI
AOC Alsace 2018 Riesling Réserve personnelle Giallo paglierino intenso, luminoso. Sorso asciutto, teso, a cui manca però un po’ di polpa. 87
AOC Alsace Grand Cru Geisberg 2017 Riesling Giallo paglierino, riflessi dorati. Vino interamente giocato, naso-bocca, su note di mela e agrumi, sul filo di una bella vena minerale, gessosa. 89
AOC Alsace 2019 Muscat Tradition Giallo paglierino. Abbina alle note fruttate tropicali mature una buona componente fresco-agrumata, oltre a ricordi di salvia. Palato teso sulla freschezza, con bei ritorni di frutta tropicale. Pregevole allungo, fresco-sapido. 89
AOC Alsace 2017 Gewürztraminer Réserve personnelle Giallo dorato. A un naso piuttosto asciutto, risponde una bocca ampia, sul frutto tropicale e sui primari tipici del vitigno. Beva agile, fresca, ma in favore della morbidezza. 87

Alsace Frey-Sohler

AOC Alsace 2017 Riesling Rittersberg Giallo paglierino intenso. Naso che impiega un po’ a rivelarsi nella sua interezza, che comprende anche venature ossidative. Sotto scalpita un bel frutto maturo, tropicale. Corrispondente al palato, di buona pienezza. Finale gessoso, asciutto. Bella persistenza. 90
AOC Alsace 2018 Riesling Scherwiller Giallo paglierino. Esotico, pasta di mandorle e bella mineralità gessosa al naso. Sorso asciutto, corrispondente. Chiude su ricordi netti di limone, freschissimo e sapido. Vino gastronomico e al contempo “glou glou”. 91
AOC Alsace 2019 Pinot Noir Fleur de Granit® Rubino,alla vista. Piccoli frutti di bosco e ciliegia al naso. In bocca buona croccantezza. Chiude su ricordi di spezie dolci, leggera tostatura e vaghi di brace 87
AOC Alsace Grand Cru Frankstein 2015 Gewürztraminer Giallo dorato. Un Gewürz in punta di piedi rispetto agli altri in degustazione a Millésimes Alsace DigiTasting 2021. Meno opulento. Tanto agrume, alcol molto integrato, note balsamiche e fresche al naso. In bocca invece mostra quanto ancora può dare nel medio periodo. Ritorni di litchi, pesca gialla, mandarino maturo, erbe fresche. Persistenza infinita. 93

Pierre Frick

AOC Alsace 2017 Riesling Rot Murlé Giallo dorato, velato. Al naso frutta esotica matura, arancia candita, parte erbacea di erba appena sfalciata, fiori secchi. Bella presenza al palato, parte tannica da “macerato”, mineralità. Chiude sugli agrumi, con eleganza. 91
AOC Alsace Grand Cru Vorbourg 2018 Riesling Giallo paglierino intenso, riflessi dorati. Naso complesso, da “vino di montagna”: anice, finocchietto, verbena, mentuccia, ma anche risvolti mediterranei (origano, timo, maggiorana,  un tocco freschissimo di salvia). Agrume candito. Al palato una gran presenza: frutto pieno, oleoso, eppure freschissimo. Pasta di mandorle, agrumi. Un nettare molto complesso, al contempo affilato e largo. Persistenza infinita. 93
AOC Alsace 2019 Pinot Noir Strangenberg Rosso granato, leggermente velato. Naso che spazia dal frutto di bosco croccante all’arancia sanguinella. Sono i tratti ematici, ferrosi, quelli che prendono il sopravvento. Fiori di viola, rosa appassita. Al palato corrispondente, su venature vagamente ossidative. 90
AOC Alsace Grand Cru Eichberg 2017 Gewürztraminer Giallo dorato. Al naso note di agrume candito, pesca matura, litchi. Corrispondente al palato, teso, su agrumi, pesca gialla e pregevoli note di erbe aromatiche. Gastronomico. 92

Domaine Albert Hertz

AOC Alsace Grand Cru Eichberg 2019 Riesling Altengarten 13,5% Giallo paglierino luminoso. Al naso ricordi netti di pera Williams matura. Note gassose elevate dall’alcol. In bocca una bella presenza, sul frutto pieno, ben controbilanciato dalla freschezza. Ottima persistenza. 90
AOC Alsace Grand Cru Pfersigberg 2016 Riesling Sundel 13,5% Giallo dorato. Mela gialla, buccia di agrume, lime, umami. Poi mentuccia, verbena. In bocca gran freschezza e una certa stratificazione, dalla frutta ai sentori più evoluti. Vino Asciutto, gastronomico. 91 +
AOC Alsace 2018 Gewürztraminer Vieilles Vignes 13,5% Giallo dorato, luminoso. Naso curiosissimo, che spazia dai sentori tipici del vitigno a richiami di spezie orientali dolci, come il curry. In bocca ampio, sorso fruttato pieno, al contempo molto fresco, quasi balsamico, su ritorni di eucalipto. Finale di ottima persistenza. 91

Kuehn Vins & Cremant D’Alsace

AOC Alsace Grand Cru Kaefferkopf 2019 Riesling Giallo paglierino luminoso. Naso intenso, su note per certi versi aromatiche, ricordi di litchi, papaya, ananas, melone. In bocca grande spazio al melone, intenso. Residuo zuccherino integrato. Chiusura asciutta. 87
AOC Alsace Grand Cru Florimont 2017 Riesling Giallo paglierino, riflessi dorati. Mela, mentuccia, venature speziate (chiodo di garofano, cannella) e mela leggermente ossidata. Perfetta corrispondenza gusto olfattiva. Persistenza sufficiente. 86
AOC Alsace 2019 Pinot Blanc Giallo paglierino. Pompelmo rosa, albicocca, banana, pesca gialla. In bocca abbina una buona morbidezza a una freschezza riequilibrante. Vino dalla beva agile. Gastronomico. 85
AOC Alsace Grand Cru Kaefferkopf 2018 Assemblage Giallo dorato. Naso ampio, che spazia dalla frutta tropicale a tinte balsamiche, fresche. Corrispondente al palato, largo sul residuo zuccherino, ma piuttosto fresco. 88

Domaine Schoffit

AOC Alsace 2019 Riesling Hart Giallo paglierino luminoso. Naso di zolfo, vulcanico. Agrume rosso e giallo. In bocca molto ben giocato tra ampiezza del frutto, croccante e maturo, e verticialità iodico-minerale. Ottima persistenza e freschezza. Vino di prospettiva assoluta. 91
AOC Alsace Grand Cru Rangen 2019 Riesling Clos Saint – Théobald Giallo paglierino luminoso. Naso con prevalenza di agrumi, curiose note di tostatura, mais, crosta di pane. Frutta esotica. Palato affilato, asciutto, mineralità che fa il paio con una freschezza affilata. Palato sulle durezze, eppure equilibrato. Finale di buona persistenza. 92
AOC Alsace 2019 Chasselas Vieilles Vignes Giallo paglierino luminoso. Bell’agrume, pesca gialla, melone bianco. Al palato buona corrispondenza, ritorni di melone bianco, susina. Buona freschezza, riequilibrante. 89
AOC Alsace Rangen 2017 Pinot Gris Clos Saint – Théobald Giallo paglierino luminoso, intenso. Naso che abbina il frutto tipico e una certa profondità, quasi balsamica. Accento mielato. Elegante al palato, sorso fresco e fruttato, sulle tinte esotiche già avvertite al naso. Residuo ben integrato. 91

Domaine Wach

AOC Alsace Grand Cru Kastelberg 2016 Riesling Giallo che inizia a dorare. Naso ampio, su una frutta fresca sbalorditiva, ad accompagnare note di pietra bagnata: pompelmo, lime, pesca gialla e albicocca matura. Poi erbe di montagna, mentuccia, eucalipto e liquirizia dolce. In bocca ancora fresco, teso, pieno, minerale. Chiude asciutto, finissimo ed elegante. 93+
AOC Alsace 2019 Riesling Pflanzer – Andlau Giallo paglierino. Lime, pesca, mandarino si riverberano tra naso e palato, regalando una beva agilissima. 88
AOC Alsace 2019 Sylvaner Duttenberg Giallo paglierino tenue, luminoso. Buccia d’arancia, lime, al naso. Teso in ingresso di palato, si allarga sul frutto maturo in chiusura. 89
AOC Alsace 2018 Riesling Coeur de glace Giallo paglierino riflessi dorati. Naso ampio, su agrumi, pesca, ananas, papaia, un tocco di litchi. Al palato residuo altrettanto ampio, su note corrispondenti. Equilibrato. 88

Domaine Zind-Humbrecht

AOC Alsace Grand Cru Rangen 2018 Riesling Clos Saint Urbain Giallo dorato. Buccia d’agrume, mineralità spinta. In bocca splendido, pieno, sul frutto perfettamente maturo e sulla mineralità. Persistenza da campione. Sapido, teso, giovanissimo. Chiude così come apre al naso, su un’elegantissima buccia di lime. Persistenza da vendere. 94
AOC Alsace 2018 Riesling Roche granitique Giallo paglierino intenso, luminoso. Naso su crema pasticcera, limone, agrumi, mineralità “granitica”, per l’appunto, asciutta, vulcanica. In bocca è pieno, largo sulla frutta tropicale e stretto su mineralità e freschezza affilata. Vino giovanissimo, che conferma comunque una certa cremosità anche al palato 93
AOC Alsace 2017 Pinot Gris Rotenberg Giallo paglierino dorato. Gran precisione del frutto tropicale e dell’agrume, conferma la cremosità della linea di vini di Domaine Zind-Humbrecht. Perfetta corrispondenza naso-bocca, asciutta, altrettanto cremosa. 92
AOC Alsace 2017 Pinot Gris Heimbourg Giallo dorato. La componente agrumata più “esplosa” della batteria. Si conferma vino teso anche al palato, elettrico e fresco. Chiude piuttosto sapido e ancor più balsamico, su ritorni di mentuccia e agrumi. 93

Allimant-Laugner

AOC Alsace Grand Cru Praelatenberg 2018 Riesling Giallo paglierino. Pera Williams croccante, pesca e albicocca, litchi. Bella vena minerale sussurrata, gessosa. In bocca è decisamente giovane: susina bianca, pesca, buona freschezza. Chiude asciutto, leggermente amaricante. 90
AOC Alsace Grand Cru Praelatenberg 2017 Riesling Giallo paglierino luminoso. Naso elegantissimo, fresco e minerale, a metà tra la pietra bagnata e l’idrocarburo, appena accennato. Sotto c’è un frutto pieno, perfettamente maturo, grondante di succo. Mentuccia e agrume completano un quadro già di per sé stratificato. In bocca si conferma elegante, affilato ma largo il giusto. Lunga persistenza, su ritorni di agrumi. Gran gastronomicità. 92
AOC Alsace Grand Cru Praelatenberg 2008 Riesling Giallo dorato. Grande spazio alla componente vegetale fresca: anice, finocchietto, verbena, agrume rosso e giallo (più bergamotto che limone) grondante di succo e, al contempo, buccia, pesca, tropicale. In bocca freschissimo, corrispondente sulle note avvertite al naso. In chiusura abbina agrume ed erbe, sale e pesca. Vino che non dimostra certo gli anni che ha. E ha ancora molto da dare. 95
AOC Alsace Grand Cru Praelatenberg 2018 Gewürztraminer Giallo dorato. Naso profondo, ricordi di anice stellato sul frutto tropicale e sull’agrume. Ampio residuo, freschezza che lo tiene perfettamente a bada. Ritorni di agrumi, pesca gialla, ananas, litchi, papaya nel finale, altrettanto fresco. Vino giovanissimo. 92 +

Domaine Charles Baur

AOC Alsace 2018 Riesling Cuvée Charles Giallo paglierino. Bell’agrume elegante al naso, componente minerale altrettanto elegante. In bocca asciutto, teso, di prospettiva. Bel frutto tropicale corrispondente al naso. Buona persistenza 89
AOC Alsace Grand Cru Brand 2017 Riesling Giallo paglierino luminoso. Naso da “vino di montagna”, teso, erbette fresche, mentuccia, agrumi. Al palato corrispondente, pieno, frutto maturo, agrume maturo. Un po’ monocorde sul residuo, al momento. Estremamente giovane, si farà. 91
AOC Alsace 2018 Pinot Gris Giallo paglierino. Naso elegante, tra agrumi maturi e tropicale. Al palato conferma l’eleganza delle note fruttate. Un vino giocato su precisione e pulizia del frutto, fresco e dalla gran beva. Ottima la persistenza. 90
AOC Alsace Eichberg 2016 Pinot Gris Agli antipodi rispetto all’altro cru di Pinot Grigio. Giallo paglierino, naso sul frutto tropicale di perfetta maturità. Al palato freschissimo, con note balsamiche (eucalipto, menta) che riequilibrano la morbidezza esotica. Beva irresistibile, gran freschezza. Persistenza da campione, su tinte vagamente agrumate. 93

Domaine Fernand Engel

AOC Alsace 2017 Riesling Silberberg Giallo paglierino intenso, che inizia a dorare. Naso su agrumi, dal succo alla scorza. Venature iodate. Accenni di mentuccia, erba sfalciata. Bocca corrispondente, alcol integratissimo. Bella pienezza nel finale, su ritorni di frutta esotica e mineralità. 90
AOC Alsace Grand Cru Praelatenberg 2018 Riesling Giallo paglierino intenso, riflessi dorati. Naso che si apre col tempo, regalando un esotico tropicale spinto, elegante. Tanto floreale, da pot pourri. Minerale. Palato in cui la parte glicerico-alcolica è ben controbilanciata dalla freschezza. Finale lungo. Vino giovanissimo. 92
AOC Alsace 2019 Pinot Gris Renaissance Giallo paglierino. Naso bocca corrispondenti, frutta esotica, tocco di pera. Buona freschezza, sapidità, alcol che controbilancia le durezze. Vino che conferma l’eleganza dell’intera linea. 90
AOC Alsace 2018 Pinot Noir Meyerhof Rosso rubino. Ha bisogno di ossigeno per aprirsi bene. Al naso libera sentori di frutti di bosco in confettura che trovano conferma al palato. Tannino di prospettiva per un vino strutturato, gastronomico, ancora giovane e in evidente fase crescente. 92

Domaine Charles Frey

AOC Alsace 2019 Riesling Granite Giallo paglierino luminoso. Naso citrico subito confermato dall’ingresso di bocca, agrumato, teso, asciutto. Bel frutto maturo, sotto, che “spinge”. Ottima persistenza per un vino verticale che abbina frutto e mineralità. 90
AOC Alsace Grand Cru Frankstein 2018 Riesling Giallo paglierino luminoso. Bel naso ampio, frutta matura precisa, pietra bagnata. In bocca agrumi e freschezza da vendere, unita alla conferma di una mineralità spiccata. Chiude asciutto, su note di agrume e mandorla amara. Buona persistenza. 91
AOC Alsace 2017 Assemblage Frauenberg Giallo paglierino intenso. Vena ossidativa da mela, frutta secca, pesca gialla e albicocca. Sorprendente la venatura che richiama il caramello salato. Ottima la corrispondenza naso-bocca, che allunga sulla frutta fresca e chiude su ritorni terziarizzati. Il tutto sul fil-rouge di una mineralità gessoso-granitica. 92

Famille Hauller – La Cave Du Tonnelier

AOP Alsace Grand Cru Winzenberg 2019 Riesling Giallo paglierino luminoso. Al naso benzene per la parte minerale; banana e sfumature esotiche per quella fruttata. In bocca agrume, limone, lime. Vino molto giovane. Chiude sulla mandorla amara. 89
AOP Alsace Grand Cru Frankstein 2018 Riesling Giallo paglierino. Naso più pieno, ricordi di frutta esotica molto matura, ma anche di frutta secca. Mineralità da pietra bagnata. Agrumi. In bocca asciutto, vena leggermente ossidativa, buona freschezza e ritorni equilibrati di frutta matura. Buona persistenza 88
AOP Alsace 2018 Riesling Vieilles Vignes – Héritage Giallo paglierino. Naso bocca su agrumi e tropicale, buona freschezza, riequilibrante. Una buona versione quotidiana. 87
AOP Alsace 2017 Pinot Noir F – Signature Rosso rubino. Bel naso, elegante, frutti rossi croccanti, rossi. Gran freschezza al palato, ritorni di frutti di bosco e di sanguinella, che conferisce una buona freschezza e denota, al contempo, la gioventù del nettare. 90

Domaine Scheidecker et Fils

AOC Alsace 2018 Riesling Bouxreben Giallo paglierino luminoso. Vino lineare, tipico, minerale e fruttato, equilibrato. Persistenza sufficiente. Agile la beva. 87
AOC Alsace Grand Cru Mandelberg 2019 Riesling Giallo paglierino luminoso. Frutta esotica matura, ananas, tocco di litchi, pesca gialla, sasso bagnato sullo sfondo. In bocca acidità affilata, dunque gran freschezza. Bel ritorno di frutta matura a controbilanciare. 91
AOC Alsace 2018 Pinot Noir Rouge d’Alsace Rosso rubino. Frutti di bosco, più neri che rossi, mora di rovo e bel floreale di viola ad accompagnare la spezia nera. In bocca una buona scorrevolezza, su sottofondo fresco e leggermente sapido. Altro vino di prospettiva. 88
AOC Alsace 2018 Pinot Gris Réserve Giallo paglierino. Naso ampio, tipico, sulla frutta tropicale matura. Palato corrispondente, molto largo sul frutto. Buona persistenza. 88

Domaine Trapet Alsace

AOC Alsace Grand Cru Schoenenbourg 2014 Riesling Giallo paglierino. Agrume ma anche una parte aromatica di frutta, pienamente matura. Susina bianca, dragoncello (fresco, aromatico), mentuccia. In bocca conferma un frutto molto maturo, stratificazione ottima e un’estrema gioventù. Vino di assoluta prospettiva. 93
AOC Alsace 2018 Riesling Riquewihr – Rqwr Giallo paglierino. Zolfo, pietra bagnata, agrume, mandarino, pesca gialla. Bella corrispondenza naso bocca e conferma del gran lavoro del vignaiolo sulla produzione di vini di gran pienezza ed eleganza, specie nella componente fruttata. 91
AOC Alsace 2019 Assemblage A Minima Giallo paglierino. Naso che si divide tra agrume e frutti a polpa bianca, come la pesca. In bocca asciutto e fresco, bella chiusura sulla mineralità. 89
AOC Alsace 2018 Pinot Noir Chapelle 1441 Rosso rubino. Naso pieno, ricco, frutta matura, di bosco e d’amarena. Corrispondente al palato,  buona cremosità. Profilo generale ancora giovane. Buona prospettiva. 90

Willm

AOC Alsace 2018 Riesling Château Ittenwiller Giallo paglierino intenso, riflessi dorati. Naso e bocca corrispondenti su mineralità gessosa, buon apporto glicerico della componente fruttata, a conferire equilibrio e larghezza al sorso. Chiusura asciutta. 87
AOC Alsace Grand Cru Kirchberg de Barr 2017 Riesling Giallo paglierino. Naso su agrumi e minerale, tra la pietra bagnata e il gesso. Poi freschi ricordi di talco e mentuccia. Vino snello per la parte agrumata e profondo per queste note erbacee “montane”. In bocca tutta la sua dirompente gioventù agrumata, ben sostenuta dalla mineralità. 91 +
AOC Alsace 2020 Riesling Bio Giallo paglierino. Naso di mela verde, susina bianca, matura. Corrispondente al palato, fresco e agrumato. Buona persistenza. 88
AOC Alsace 2018 Pinot Noir Cuvée Emile Willm Bio Rosso rubino. Naso croccante, sui frutti di bosco, con preponderanza dei frutti rossi sui neri. Sorso corrispondente. Buona presenza, gastronomicità, prospettiva. 89

Domaine Scherb Bernard & Fils

AOC Alsace 2018 Riesling Zéro Sulfites Giallo paglierino. Naso complesso, spazia dalla frutta matura a polpa gialla all’agrume, dalla vena minerale di pietra bagnata e gessosa a note vegetali fresche di mentuccia. In bocca è verticale, teso, di prospettiva. 89
AOC Alsace 2018 Riesling Sélection – Magnum Giallo paglierino. Gran bel frutto naso-bocca. Bella citricità, teso, ritorni in retro olfattivo di frutto pienamente maturo. Gastronomico. 89
AOC Alsace 2019 Pinot Gris Zéro Sulfites Giallo tendente al dorato. Ricordi di mela e pera ossidate, corrispondenti al palato. Tocchi di agrumi e mineralità. 88
AOC Alsace 2018 Gewürztraminer Zéro Sulfites Giallo paglierino. Naso bocca che virano su un’ossidazione condizionante. Si perdono le caratteristiche dell’uva, in particolar modo gli aromi primari, ancora una volta in favore di note come la mela verde. 85

François Schmitt

AOC Alsace Grand Cru Pfingstberg 2017 Riesling Paradis Giallo paglierino luminoso. Naso stratificato, complesso, tra i fiori secchi, la frutta esotica matura, l’agrume succoso. Si ritrova tutto al palato, verticale, salato. Teso. Giovanissimo. Chiude asciutto. 91
AOC Alsace 2019 Riesling Effenberg Giallo paglierino. Bell’agrume, tensione, freschezza e salinità, tocco balsamico in chiusura. Un altro vino di prospettiva. 90
AOC Alsace 2019 Sylvaner Effenberg Giallo paglierino. Naso e bocca sugli agrumi, bella vena salino-minerale in centro bocca, gran bella pulizia del frutto che accompagna fino alla chiusura, asciutta. 89
AOC Alsace 2019 Pinot Noir Coeur de Bollenberg Rubino. Primo naso sulla tostatura. Poi, con l’ossigenazione, esce un frutto splendido, croccante. Chiude fresco, balsamico, su ritorni di fondo di caffè e burro salato. Vino giovanissimo, di assoluta prospettiva. 91

Domaine Stentz Buecher

AOC Alsace Grand Cru Hengst 2019 Gewürztraminer Giallo dorato. Al naso tensione fresco-acida sulle note tipiche del vitigno (litchi, pesca gialla, mandarino). Gran bella freschezza, su arancia e mandarino. Si allarga sul finale ma rimane asciutto, prezioso. Gastronomico. 92
AOC Alsace 2018 Riesling Ortel Giallo paglierino intenso. Gran bel frutto al naso, succoso, maturo, elegante. In bocca asciutto, teso, ancora giovanissimo, su tinte agrumate e una mineralità gessosa. 90
AOC Alsace 2016 Riesling Cuvée Flavien Giallo paglierino intenso. Naso intenso, sulla frutta matura e su una parte erbacea piuttosto aromatica. Mineralità e freschezza controbilanciano un sorso che inizia a virare sulla camomilla e la foglia di the verde. Vino che inizia a mostrare i segni del tempo. 89
AOC Alsace 2017 Pinot Noir Granit Rosso rubino intenso, luminoso, leggermente velato. Naso che abbina i frutti rossi e neri all’importante matrice del terroir, evidenziato dal nome. Perfetta corrispondenza al palato, su un frutto che cerca l’equilibrio col resto delle componenti. Vino giovane. 90
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Vini al supermercato

Igt Terre Siciliane Syrah Rosé 2020, Settesoli

Il volto “rosa” di Cantine Settesoli è il Terre Siciliane Syrah Rosé 2020. Un rosato con cui la cooperativa di Menfi esalta il volto più fresco di un’uva internazionale a bacca rossa molto diffusa in Sicilia. Reperibile in svariate catene di supermercati, brilla per l’ottimo rapporto qualità prezzo. Figura peraltro tra i Migliori vini al supermercato 2022 di Vinialsuper.

LA DEGUSTAZIONE

Nel calice, il Terre Siciliane Syrah Rosé 2020 di Cantine Settesoli si presenta di un rosa tenute, luminoso. Al naso piacevoli sentori di ciliegia matura e piccoli frutti rossi di bosco. Un quadro fragrante e delicato, anche grazie ai ricordi di fiori di gelso.

La corrispondenza gusto olfattiva è perfetta. Il sorso, accompagnato da una vibrante freschezza, è tutto giocato sui ritorni fruttati di ciliegia, ribes e lampone. Accenno salino prima del finale asciutto e altrettanto fresco.

Il Syrah Rosé 2020 di Settesoli accompagna alla perfezione i piatti della cucina italiana, a tutto pasto. Offre grandi soddisfazioni con zuppe di pesce, formaggi erborinati e pizza.

L’ABBINAMENTO SICILIANO CON LA SCIVATA

L’abbinamento territoriale suggerito da Cantine Settesoli è con la sciavata. Si tratta di un piatto povero povero che le donne siciliane preparavano in attesa del ritorno a casa degli uomini, dai campi.

Una via di mezzo tra pizza e focaccia, arricchita da ingredienti come acciughe, cipolle e formaggio caciocavallo. Grazie alle sue caratteristiche, il Syrah Rosé 2020 di Cantine Settesoli è apprezzato anche all’estero. È presente in ben 30 Paesi, tra cui Svizzera, Germania, Stati Uniti e Giappone.

Prezzo: 5,50 euro
Reperibile presso: tutte le maggiori insegne, tranne Esselunga

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degustati da noi vini#02

Loazzolo Doc 2007 vendemmia tardiva Solìo, Isolabella della croce

Uve Moscato bianco in purezza per una dolce chicca dal Piemonte: il Loazzolo Doc 2007 vendemmia tardiva Solìo della cantina Isolabella della Croce. Un vino dolce speciale, che nasce da vigneti di 70 anni di età media, nel piccolo comune alle porte della provincia di Asti.

LA DEGUSTAZIONE

Naso elegantissimo per il Loazzolo Doc 2007 Solìo. Un nettare giocato più sulla complessità che sull’esuberanza di poche note, segno di un “vendemmia tardivafuori dal comune. Si spazia dalle note floreali fresche a quelle secche, dal miele alla cera d’api, dalla frutta sciroppata (albicocca, pesca, ananas) alla frutta esotica matura (papaya, frutto della passione, banana).

E, ancora, dagli sbuffi di calde spezie come la cannella e noce moscata, ai ricordi freschi di mentuccia, anice e finocchietto selvatico, sino a vaghe folate di idrocarburi. Ingresso di bocca non da meno, nel gioco di spade tra un’acidità tutt’altro che seduta e arrendevole (14 anni e non sentirli per il Loazzolo Doc Solìo 2007 ), una vena minerale stuzzicante e i ritorni di quanto avvertito già al naso.

L’ABBINAMENTO

Note ben scandite in uno spartito stratificato, in cui ogni nota gioca la sua parte, nel concerto che definisce il Loazzolo Doc 2007 Solìo di Isolabella della Croce. Chiude fresco, teso, su una vena leggerissima d’amaro che rende ancora più speciale e concreto un sorso senza la minima sbavatura. Lunga persistenza a chiudere un capolavoro, con una lunga vita ancora davanti.

Sul fronte dell’abbinamento, il Loazzolo Doc Solìo si presta ad accompagnare formaggi erborinato leggeri e salami stagionati. Perfetto anche da solo, in compagnia di un libro o di una serie tv, dopo una lunga giornata di lavoro. Del resto, c’è sempre tempo per una carezza liquida.

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Vini al supermercato

Lugana Doc 2019 La Ghirolda, Fraccaroli Vini

(5 / 5) Ottimo rapporto qualità prezzo per la Lugana Doc 2019 La Ghirolda della cantina Fraccaroli Vini. L’etichetta, disponibile nei supermercati Il Gigante, offre garanzie a chi è in cerca di un vino bianco di qualità assoluta. Perfetto per la stagione calda, ormai entrata nel vivo e per di più in promozione fino al 27 giugno.

Una Lugana, quella della cantina di Peschiera del Garda (VR), tipica e gastronomica. Un’ottima rappresentante di una denominazione molto venduta nella grande distribuzione organizzata. Non a caso, le performance del 2021 hanno convinto il Consorzio a sbloccare lo stoccaggio di 8.900 ettolitri della vendemmia 2020.

LA DEGUSTAZIONE

La Ghirolda di Fraccaroli Vini si presenta nel calice di un color giallo paglierino acceso, con riflessi oro. Naso prezioso, che unisce percezioni fruttate, floreali e minerali.

Si spazia dall’agrume (in grande evidenza il mandarino) alla pesca e all’albicocca. E dal gelsomino al sambuco, per l’elegante componente di fiori bianchi.

Al palato freschezza e sapidità risultano ben controbilanciate da ritorni di frutti maturi a polpa gialla, che conferiscono l’attesa morbidezza. Ottima la persistenza, su ricordi di mandorla.

LA VINIFICAZIONE

I vigneti da cui nasce la Lugana La Ghirolda di Fraccaroli Vini si trovano a sud del Lago di Garda. Si tratta di terreni situati per l’esattezza tra Peschiera del Garda e Sirmione, con esposizione Nord-Sud.

L’altitudine media dei terreni varia da 60 a 80 metri sul livello del mare, con suoli di matrice calcarea e argillosa. La vinificazione di questa etichetta, realizzata ad hoc per i supermercati Il Gigante, avviene in maniera tradizionale, in bianco. Solo acciaio prima dell’imbottigliamento e della commercializzazione.

Prezzo: 8,99 euro
Acquistabile presso: Il Gigante

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Gli Editoriali news news ed eventi

Villa Calicantus e quel Chiaretto (Chiar’Otto) che spariglia le carte a Bardolino

EDITORIALE – «Tale il vino, tale il vignaiolo», verrebbe da dire parafrasando il latino Talis pater, talis filius. Quattro chiacchiere al telefono con Daniele Delaini, il «vignaiolo non enologo» di Villa Calicantus, e capisci perché certi vini, pur degustati alla cieca, riescano a trasmettere un’energia particolare, quasi a parlarti e a sussurrarti all’orecchio, con fierezza, i perché della propria autentica “diversità”. Il vino in questione è “Chiar’otto“, il Chiaretto di Bardolino Classico 2019 della piccola cantina di Calmasino, che oggi conta 8 ettari di vigne in agricoltura biologica, ormai prossimi alla certificazione biodinamica Demeter.

Solo uno dei 50 campioni spediti alla stampa enogastronomica italiana e internazionale dal Consorzio di Tutela del “Vino Rosa del Garda“, nell’ambito di un’Anteprima 2021 sui generis. La prima della storia “a distanza”, in accordo con le normative anti pandemia Covid-19. Un vino diverso da tutti gli altri, ma non per questo incapace di imporsi con una delle valutazioni più alte del panel, tra i 14 con punteggio compreso tra i 90 e i 93/100 di WineMag.it. Una “diversità autentica”, per l’appunto, che apre a scenari e considerazioni necessarie e particolari.

CHIARETTO E BARDOLINO SECONDO VILLA CALICANTUS

«Sin dall’inizio, nel 2011 – commenta Daniele Delaini – la nostra idea era molto chiara e rimane la stessa, pur essendo cresciuti da 1 a 8 ettari: la nostra produzione, di appena 30-40 mila bottiglie, è incentrata al 100% sulla qualità. L’obiettivo è dimostrare che quello di Bardolino può tornare ad essere il gran vino che è stato sino agli anni Ottanta, di cui purtroppo in pochi oggi si ricordano». Come? «Valorizzando le uve dei vigneti più vocati, nelle migliori zone – risponde il vignaiolo di Villa Calicantus – e, in cantina, rispettando la naturalità dell’uva lasciando esprimere le caratteristiche dell’annata. Noi non modifichiamo in alcun modo parametri quali tenore alcolico o colore e, tra gli altri accorgimenti, usiamo solo lieviti autoctoni».

Perché? Semplice. Vogliamo che i nostri vini esprimano la vigna da cui provengono. Una dei concetti fondamentali per noi è che ogni vigna abbia il suo vino e ogni vino la sua vigna, in modo tale da dare voce a quel luogo, quella vigna e, infine, a quell’annata».

Un approccio che porta il Chiaretto di Bardolino Classico 2019 ad avere un colore più carico della media degli altri Chiaretto presentati nell’ambito dell’Anteprima 2021, ma anche profumi e sapori più complessi.

Chiaretto di Bardolino 2020: i migliori assaggi dell’Anteprima 2021

CHIAR’OTTO: UN CHIARETTO CHE SA DI RIVOLUZIONE

Il tutto nel pieno rispetto delle caratteristiche delle uve Corvina, Rondinella, Molinara e Sangiovese e della vigna a pergola esposta a Sud, su suoli morenici, a 165 metri sul livello del mare, scelta per il rosato. «Non facciamo nulla di nuovo – chiosa Daniele Delaini – ma farlo a Bardolino è un po’ più complesso rispetto ad altre zone. Il mercato si aspetta vini commerciali, noi vogliamo dimostrare altro, ma all’interno del Consorzio. Sono convinto che il sistema si cambia da dentro. Quando sento colleghi che si lamentano, ricordo loro che sbattere la porta e uscire dalla stanza non serve a niente. Tanto è vero che quest’anno e il nostro ‘Chiar’Otto’ è stato bocciato in prima istanza dalla Commissione di degustazione».

Faremo ricorso? Al 90% sì, perché so che se non lo facessi me ne pentirei. È troppo importante che ci sia una voce alterativa all’interno dei Consorzi del vino italiano. ‘Consorzio’ significa ‘gruppo di persone che lavorano assieme’, ma non tutti devono portare avanti necessariamente avanti le stesse posizioni. Anzi, è giusto che i piccoli facciano sentire la voce e le loro esigenze in questo contesto».

Per la cronaca, Delaini sottolinea come il Chiaretto 2020 appena bocciato sia «molto simile al 2019», invece approvato e per l’appunto presente tra i campioni dell’Anteprima 2021: «Annate diverse – aggiunge – ma la vigna si è comportata sostanzialmente allo stesso modo, dando alcol e acidità simili, con un pelo in più di mineralità nel 2020».

LA BOCCIATURA DEL CHIARETTO CHIAR’OTTO NON FA MALE

Una bocciatura che riapre l’infinito e controverso capitolo delle Commissioni di degustazione delle Doc, che rischiano spesso, con i loro giudizi, di bocciare vini autentici, rispettosi di vitigni e terroir, depauperando le Denominazioni di sfaccettature preziose e originali. Ovvero delle principali virtù del Made in Italy enologico e della loro principale chiave di sopravvivenza e asso nella manica nel mercato internazionale, sempre più attento a cru e parcellizzazione.

Del resto, l’idea di Chiaretto di Bardolino di Villa Calicantus non si discosta molto da quella di alti produttori della provincia di Verona. «Dev’essere un vino che riesca a coniugare, come il Bardolino, complessità e bevibilità. Volendo semplificare, lo pensiamo come un “rosso leggero” o un “bianco pesante”, gestibile a tavola attraverso la temperatura di servizio».

«Il nostro Chiar’Otto – conclude Daniele Delaini – è buono fresco, come aperitivo. Un po’ più caldo mette in mostra un ventaglio infinito di possibilità di abbinamento. Personalmente non sono uno di quelli che con la carne rossa beve Amarone: ho bisogno di freschezza e leggiadria, il che non significa banalità». Con buona pace delle Commissioni di degustazione. Cin, cin.

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degustati da noi vini#02

Südtirol Alto Adige Doc St. Magdalener 2019 “Moar”, Cantina Bolzano

Parola d’ordine “matrimonio”. Schiava e Lagrein, due dei vitigni simbolo dell’Alto Adige, si combinano alla perfezione nel Südtirol Alto Adige Doc St. Magdalener 2019 “Moar” di Cantina Bolzano. Un vino che è risultato dell’esclusiva di posizione, età delle viti e conduzione attenta del vigneto, nella zona classica di produzione del Santa Maddalena.

LA DEGUSTAZIONE
Il “naso” di Moar si esprime generoso ed elegante, su note floreali e fruttate. Spiccano violetta, ciliegia e mora, abbinate a note meno mature di fragoline di bosco e ribes. In sottofondo, voluttuosi sbuffi di tabacco dolce e cioccolato. Un quadro morbido e setoso, dotato al contempo di una eccellente tensione.

Un St. Magdalener che conferma il suo equilibrio anche al palato, nel segno della corrispondenza gusto-olfattiva. Ritorni di frutta matura (ciliegia, mora) ben controbilanciati dalla freschezza e da pregevoli accenti salini. Uno di quei vini che, a tavola, finiscono in un batter d’occhio.

Perfetto l’abbinamento con piatti della tradizione dell’Alto Adige, come la Carne Salada. In generale “Moar” 2019 fa il paio con la carne, dai primi ai secondi di media elaborazione. Da provare sulle tagliatelle con ragù di selvaggina, carni affumicate, canederli, speck, pizza, pasta e formaggi di media stagionatura.

LA VINIFICAZIONE
La zona di produzione è quella classica del St. Magdalener, sui pendii a nord di Bolzano. Schiava e Lagrein affondano le radici in terreni ghiaiosi. La vendemmia ha inizio a metà ottobre. Le uve, attentamente selezionate, seguono la tradizionale vinificazione in rosso.

Terminata la fermentazione, il vino atto a divenire “Moar” affina in grandi botti di rovere, per proseguire con l’affinamento in bottiglia che precede la commercializzazione. Certamente uno dei vini simbolo di Cantina Bolzano.

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Vini al supermercato

Lambrusco Emilia Igt Secco “Terra Calda”, Ca’ De’ Medici

(5 / 5) Il Lambrusco Emilia Igt SeccoTerra Calda” di Ca’ De’ Medici è solo una delle tante etichette prodotte dalla cantina di Cadé, specialista in Lambrusco dal 1911. Si tratta di una delle etichette che si sono aggiudicate i “5 cestelli della spesa”, in occasione della degustazione alla cieca di 74 vini della medesima tipologia.

LA DEGUSTAZIONE
Color rubino carico. Naso intenso, frutto ben espresso, fiore di viola. Bel vino anche al palato, questo Terra Calda di Ca’ De’ Medici, con parte tannica integrata, che controbilancia il frutto.

Chiude leggermente amaricante, pulito, su un tocco di rabarbaro. Ottimo a tutto pasto, questo Lambrusco dà il meglio di sé in accompagnamento a salumi e piatti a base di carne.

Prezzo: 6,30 euro
Acquistabile presso: Iper, La grande i

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Esteri - News & Wine news news ed eventi

Portogallo, i vini dell’Algarve sfidano i tempi moderni: nuovo nome e tipologia spumante

Minerali, più che salini, i vini bianchi. Gastronomici e freschi i vini rosati, che spaziano dal tipico rosé provenzale al rosa più marcato. Caldi e importanti i vini rossi, con qualche rara – moderna e apprezzabile – eccezione. Il nuovo Eldorado dei vini del Portogallo è l’Algarve, intenzionata a conquistare un posto d’onore accanto a Porto, DouroMadeira e Alentejo, sfidando i “tempi moderni” con un nuovo nome e una nuova tipologia certificata, molto in voga tra i consumatori internazionali: lo spumante.

Il primo scoglio da circumnavigare non è da poco. Con la dicitura “Vinho Regional Algarve” si intende infatti attualmente l’Indicazione geografica protetta (Igp) dei vini prodotti nell’intero areale, che non potrà dunque essere utilizzato per la nuova Denominazione di origine protetta (Dop) a cui sta pensando la Comissão Vitivinícola do Algarve (Cva) presieduta dall’aprile 2019 da Sara Silva (nella foto, sotto).

Il disciplinare in vigore per l’Igp, peraltro, è a maglie piuttosto larghe: i vitigni internazionali (Syrah, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Chardonnay, Viognier e Sauvignon Blanc) possono essere utilizzati assieme alle varietà autoctone come Negra Mole, Castelão (Periquita), Trincadeira, Crato Branco (Síria), Arinto e Moscatel.

La nuova era dei vini dell’Algarve passerà dunque dal concetto di “semplificazione”. Al momento sono infatti addirittura 4 le Denominacões de origem, equivalenti alle Doc/Dop italiane, presenti all’interno della regione (da ovest a est Lagos, 45 ettari; Portimão, 15 ettari, Lagoa, 183 ettari e Tavira, 14 ettari), baciate da 3 mila ore di sole all’anno, circa 400 in più di Sicilia e Sardegna.

Le differenziazioni di terroir e microclima non sono sostanziali da est (Barlavento) a ovest (Sotavento). La vera differenza consiste nella maggiore o minore vicinanza al mare. Da sud a nord, si passa infatti dai 155 chilometri di costa, il Litoral, alla zona intermedia del Barrocal, sino alla Serra, ovvero il confine settentrionale con l’Alentejo.

La maggior parte della superficie vitata, circa 1.400 ettari complessivi, di cui 257 registrati a Dop e 329 a Igp (ben 150 gli ettari impiantati nel 2019) si trova nella fascia nord e centrale, con terreni poveri in cui si registra la presenza di scisto e calcare, a differenza della zona sabbiosa del litoranea.

E non è un caso se l’80% dell’1,2 milioni di bottiglie prodotte nella regione siano a indicazione geografica. La maggior parte dei produttori locali – circa 45 cantine, di cui 30 molto attive sul mercato, specie dopo il boom del turismo registrato negli ultimi 10 anni – privilegia l’utilizzo dell’Igp sulle proprie etichette, rispetto alle quattro Dop.

Il nome “Algarve”, del resto, soffia vento in poppa alle vendite, in quanto brand già noto a livello internazionale, legato appunto alla nuova meta del turismo portoghese. Sarà difficile slegarsene del tutto, in futuro.

Quello del nome – sottolinea a WineMag.it la presidente del Consorzio Vini Algarve, Sara Silva – è un procedimento che intentiamo portare a termine nei prossimi due anni, anche per dare una spinta all’export, che al momento si assesta attorno al 10%. L’altra sfida è quello dello spumante.

Al momento si può trovare senza certificazione, come vino generico. L’idea è quella di dare ulteriore importanza alle nostre uve autoctone, come per esempio la versatile Negra Mole, attraverso un disciplinare legato al Metodo classico con affinamento minimo sui lieviti di 9 mesi“.

Si tratta della stessa crianza minima prevista nel disciplinare del Cava, lo Champenoise prodotto in Spagna, nazione che confina a est col Portogallo e con la stessa Algarve. Quel che è certo è che la battaglia tra i cugini iberici non si giocherà sui numeri, o sui prezzi stracciati.

“In generale – sottolinea Sara Silva – il posizionamento del marchio dovrà riflettere tutti gli sforzi compiuti dai produttori nel loro impegno per la qualità, specie attraverso la valorizzazione e riscoperta della varietà autoctone”.

VINI DELL’ALGARVE: DEGUSTAZIONE E RATING

  • Vinho regional Algarve 2019 Sauvignon Blanc “Dom Vicente”, Artemis – Monte da Ria (13%): 87/100
    Giallo paglierino, riflessi verdolini. Naso suadente, fiore fresco, agrumi, il tocco verde dosato, tipico del vitigno. Ingresso teso, minerale, centro bocca fresco e chiusura altrettanto fresca, con assaggio di spezia. In particolare, il finale è asciutto, lungo.
  • Vinho regional Algarve 2019 Sauvignon Blanc, Villa Alvor – Aveleda (12%): 86/100
    Giallo paglierino, riflessi verdolini. Molto più salino e ‘verde’ del precedente, anche al palato. Struttura esile per il perfetto vino ‘da spiaggia’, da aperitivo, senza impegno, tipicità in salsa ‘light’. Altra piacevole chiusura asciutta.
  • Vinho regional Algarve 2018, Quinta Do Francês (12,5%): 88/100
    Prodotto in quella che viene definita qui la ‘Douro Valley’ dell’Algarve, per le caratteristiche pedoclimatiche. Giallo che tende al dorato. Vino che ha una matrice diversa, internazionale, con un tocco di legno. Camomilla in filtro e fiori secchi al naso, tocco di arancia ed agrume che accompagna anche un sorso molto gastronomico, equilibrato, fresco, con finale sulla frutta matura.
  • Vinho regional Algarve 2017 Verdelho “Onda nova”, Vida Nova – Adega do Cantor (14%): 89/100
    Giallo paglierino luminoso. Naso di agrumi perfettamente maturi, bel tocco di pesca, esotico, fiore fresco. Ingresso e sorso con buon equilibrio tra morbidezze e freschezza, chiusura su tocco mielato. Incredibile come i 14% siano perfettamente integrati nel sorso, grazie a una gran bella freschezza e a una vena minerale ‘pietrosa’.
  • Vinho regional Algarve Encruzado 2019 Dom Vicente, Artemis – Monte da Ria (13%): 87/100
    Encruzado in purezza, tra le varietà predilette della cantina. Giallo paglierino. La varietà, dalle tinte aromatiche delicate, si esprime sulla spinta della frutta matura (tropicale), accanto al fiore secco. Un bel gioco. Sorso semplice, di sufficiente freschezza, chiude asciutto, su ritorni di frutta esotica matura (mango, melone bianco) e un accenno di nocciola.
  • Vinho regional Algarve Branco “Estate Blend” 2019 Dom Vicente, Artemis – Monte da Ria (12,5): 86/100
    Giallo paglierino. Tanto agrume al naso, prettamente connotato dalla frutta esotica matura. Eppure, al palato, il vino si rivela più teso del previsto, semplice da bere. Sorso fruttato e minerale, giusta freschezza. Ancora una volta il melone bianco, la pesca, l’esotico a guidare il sorso, sino alla chiusura, sufficientemente persistente.
  • Vinho regional Algarve Branco Reserva 2019, Herdade Barranco do Vale (13%): 90/100
    Giallo paglierino luminoso, riflessi dorati. Agrume, ma anche tocco, evidentissimo, di radice di liquirizia, che si ritrova anche in chiusura, assieme a un accenno di miele e a una mineralità spinta, che asciuga il sorso. Apprezzabilissima la lunghezza, su ritorni di agrumi. Vino molto interessante, da valutare anche nel tempo, viste le premesse di una buona evoluzione. Una prova positiva per una cantina all’esordio.
  • Vinho regional Algarve 2018 “Domus Branco”, Villa Alvor – Aveleda (12,5%): 88/100
    Verdello e Sauvignon Blanc le varietà che compongono l’uvaggio. Giallo paglierino, riflessi verdolini alla vista. Naso dai profumi delicati ma ampi, che spaziano dal verde tipico del Sauvignon a sentori di fiori macerati, con un tocco di radice di liquirizia. In evidenza anche gli agrumi, nel consueto quadro esotico. Si ritrova tutto al palato, in un sorso che chiude su una vena minerale per la prima volta spiccatamente iodica, che fa salivare e invita al sorso successivo. Vino con durezze perfettamente integrate, molto ben fatto.
  • Vinho regional Algarve Rosé 2019 Al-Ria, Casa Santos Lima (13%): 87/100
    Rosato carico. Naso intenso, frutto e fiore, lampone, fragola. In bocca si conferma super fruttato, fresco, di buona concretezza e tensione. Bel vino concreto, ‘da abbinamento’, elegante, minerale, asciutto, che riempie la bocca senza stancare mai.
  • Vinho regional Algarve Rosé 2018, Quinta Do Francês (12%): 88/100
    Rosa provenzale. Naso delicato, sorso su radice di liquirizia e frutto, tocco mielato, dattero e fico in grande evidenza. Tutti sentori di frutti stramaturi. Molto gastronomico. Vino che merita l’assaggio e un posto a tavola.
  • Vinho regional Algarve Rosé 2019, Vida Nova – Adega do Cantor (12,5%): 89/100
    Vino in commercio tra poche settimane, che si presenta di un rosa provenzale. Gran vena minerale, sia al naso sia al palato, su esuberanti note di agrumate. Il naso evidenzia una pregevole componente floreale. Vino lungo, sulle note fruttate già avvertite e sulla bella vena minerale. Tra i migliori rosati d’Algarve.
  • Vinho regional Algarve Rosé 2019 “Estate Blend” Dom Vicente, Artemis – Monte da Ria (12,5%): 86/100
    Rosa provenzale. Bel naso, delicato ma intenso, su frutto e fiore di rosa, agrumi. Sorso facile, sul frutto, piuttosto rotondo e morbido. Vino piuttosto commerciale, perfetto per un consumo spensierato.
  • Vinho regional Algarve Rosé 2019, Villa Alvor – Aveleda (12%): 87/100
    Moscatel Galego Roxo in purezza. Rosa provenzale, scarico, tocco aranciato. Naso aromatico. Bocca precisa, quasi austera, timida, giocata sulla verticalità e su un frutto al braccio di ferro con la mineralità. Vino non di gran ampiezza o complessità, ma perfetto per l’estate. Può essere esaltato dal corretto abbinamento a tavola, specie per la nota minerale, pietrosa.
  • Vinho regional Algarve Rosé Reserva 2019, Herdade Barranco do Vale (12,5%): 90/100
    Rosa provenzale scarico, tocco aranciato. Mono varietà, 100% Negra Mole, la regina autoctona della regione. Il naso è pieno, ricco di frutta perfettamente matura: si avvertono perfettamente gli agrumi, il lampone, un tocco di fragola, ma anche l’agrume, tra la buccia e il succo. In bocca una gran presenza di frutto, esuberante, piena, ricordi addirittura di anguria matura, unita a fragolina, ribes e lampone. Il tutto su una vena minerale-salina. Altro vino di questa cantina che merita di essere aspettato, atteso, scoperto nei prossimi mesi.
  • Vinho regional Algarve Tinto 2019, Casa Santos Lima (14,5%): 86/100

    Touriga Nacional, Syrah e Tinta Roriz. Rosso impenetrabile. Vino dalla beva larga ma agile, grazie a una gradazione alcolica alta ma non disturbante. Le note di frutta tendono alla confettura, ma sono ben sostenute dalla freschezza. I terziari del legno (nello specifico la vaniglia) sono ben amalgamati nel corredo.

  • Vinho regional Algarve Reserva Tinto 2017 (14,5) Al-Ria, Casa Santos Lima: 87/100
    Touriga Nacional, Tinta Roriz e Syrah a comporre l’uvaggio di un altro rosso importante, dalle spalle larghe. Primo naso sul legno, ma anche sulla macchia mediterranea e sulla spezia. Bella freschezza al palato, con la mentuccia che accompagna bene il fico maturo, la mora, il dattero e la spezia che tiene vivo il sorso. Tannino levigato, che lavora ancora bene sulla parte glicerica. Vino pronto da bere, a 3 anni dalla vendemmia.
  • Vinho regional Algarve Tinto Reserva 2015, Vida Nova – Adega do Cantor (14,5%): 88/100
    Syrah e Alicante Bousquez. La spezia del Syrah irrigidisce il sorso, sulla frutta piena dell’Alicante. Tocco selvatico leggero sulla mora, il ribes nero, ma soprattutto fico e dattero. Ritorni di spezia e tannino presente, ma perfettamente integrato. Vino di gran piacevolezza e gastronomicità.
  • Vinho regional Algarve Tinto Reserva 2018 “Rabo de Galo”, Casa Santos Lima (14,5%): 88/100
    Etichetta che colpisce a scaffale, con la raffigurazione di un gallo. Uve Touriga Nacional, Alicante Bouschet ed Aragonez. Naso non super espressivo ma elegante, su frutto perfettamente maturo e su tocco di radice di liquirizia, carruba. Vino fruttato, il più delicato al sorso e meno opulento della batteria dei rossi, da servire fresco e godere anche nelle giornate di caldo, grazie a un alcol molto ben controllato. Tannino presente, ma non disturbante.
  • Dop Lagoa Negra Mole “Signature”, Única – Adega Cooperativa do Algarve (13%): 87/100
    Negra Mole 100%. Vino della cooperativa locale, che negli ultimi anni ha svoltato sul fronte della qualità. Ricorda per il colore e per la componente floreale e fruttata il Grignolino ancor più del Pinot Nero, evidenziando tuttavia tannini più setosi. Nella fattispecie, “Signature” ha un naso sanguigno, ferroso, delicato, floreale di violetta. È un vino di buona presenza al palato, pur semplice e beverino, fresco per la buona componente acida (la nota di limone in prima fila). Rivela anche una buona componente minerale, figlia del terroir, assieme a un tocco goudron. Vino perfetto in abbinamento con portate di pesce.
  • Vinho regional Algarve Tinto 2017, Quinta Do Francês (14,5%): 91/100
    Uvaggio di Aragonêz, Cabernet Sauvignon, Syrah e Trincadeira, uva autoctona del Portogallo. Come gli altri, colore molto profondo, naso ampio, tra fiore di violetta, tocco selvatico, frutto rosso e mora e un rinvigorente tratto verde, molto ben dosato. Vino ancora giovane e di prospettiva. Il miglior assaggio tra i vini rossi dell’Algarve, per eleganza, precisione del frutto, piacevolezza attuale e capacità di ulteriore affinamento.
  • Vinho regional Algarve Tinto Reserva 2018, Herdade Barranco do Vale (14,5%): 89/100
    Aragonêz in purezza. Colore rubino impenetrabile. Tanto frutto di bosco a bacca rossa e nera, tra cui merita una menzione la carruba, accanto alla mora e al lampone. In bocca si mostra caldo, morbido, su note di prugna e dattero, ancor più che di fico. Il tannino ci lavora bene sopra, con eleganza ed efficacia. Vino con buone prospettive di ulteriore affinamento, già dotato di un ottimo grado di gastronomicità e piacevolezza del sorso.
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Château Cheval Blanc per la prima volta in Italia con Fis: degustazione di 7 etichette

ROMA – Non poteva che tenersi su una delle più suggestive terrazze della Capitale la degustazione dei vini del mitico Château Cheval Blanc di Bordeaux, con la presenza di Pierre-Olivier Clouet, ingegnere agronomo, enologo, direttore tecnico dell’azienda dal 2004.

L’appuntamento è dalle ore 17 alle ore 20 di lunedì 14 dicembre 2020 presso la Sede di Fondazione Italiana Sommelier, all’Hotel Rome Cavalieri di via Cadlolo, 101 (iscrizioni sul sito Bibenda).

A portare a Roma il noto brand è appunto Fis, che propone un tasting di 7 etichette per gli iscritti, al costo di 250 euro. In degustazione Le Petit Cheval Blanc 2015, Château Quinault L’Enclos 2014, Le Petit Cheval 2012, Château Cheval Blanc 2012, Château Cheval Blanc 2009, Château Cheval Blanc 2006 e Cheval des Andes 2016.

La degustazione si svolgerà in lingua francese e sarà tradotta in simultanea per le lingue italiano e francese. Le origini del prestigioso Château risalgono al IV secolo d.C. , per iniziativa di un poeta-winemaker nonché console romano.

Così come molte altre tenute di Pomerol, i terreni di Cheval Blanc sono di diversa composizione e non comprendono calcare. Sono unici e differenti al tempo stesso per la proporzione di ghiaia e argilla.

Una storia che dura da secoli e un successo affermato fin dal 1862 quando Cheval Blanc vinse la sua prima medaglia alla mostra universale di Londra. Da allora fino un’irresistibile catena di successi, ottenendo la classificazione di Premier Grand Cru Classé “A” nel 1954.

La tenuta situata nel comune di Saint-Emilion, ma confinante con Pomerol, è composta di 39 ettari suddivisi in 45 vigneti. Ciascuno di questi viene trattato come vigneto a sé, per rispettare la differenza di età delle viti, la varietà delle uve, la tipologia del suolo.

Ogni vite ha la sua personale identità, catalogata in base al numero del filare e alla sua posizione nel filare stessa. Questo per ciascuna delle 237.288 viti. Attualmente le proporzioni dei vitigni vedono al 52% il Cabernet Franc, seguito da un 43% Merlot e da un 5% Cabernet Sauvignon.

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Vini al supermercato

Vino Rosso Gaurano, Cantine Moio

(4,5 / 5) Il Gaurano Rosso delle Cantine Moio è il classico vino che, acquistato senza conoscerne le caratteristiche, potrebbe spiazzare il consumatore meno esperto. Questo è un calice inaspettato che ha qualcosa da raccontare. Il tutto ad un prezzo davvero interessante. Una bottiglia non per tutti i giorni, da riservare ad un’occasione speciale oppure ad una serata auto gratificante.

LA DEGUSTAZIONE
Rosso rubino tendente al granato, Gaurano nel calice si mostra di buon corpo. Al naso è inizialmente timido ma, dopo un’adeguata ossigenazione, le prime sensazioni – minerali, ferrose – lasciano spazio alla frutta rossa in confettura, alle spezie dolci come la vaniglia, alla liquirizia e al cacao.

Note che si ritrovano al gusto, con la liquirizia che carezza il palato. Il sorso è caldo e molto vellutato: l’alcolicità (14,5%) è ben sostenuta dalla freschezza, con l’importante risultato di rendere il sorso equilibrato. Buona anche la persistenza, che chiude un cerchio armonioso.

In sintesi il vino rosso Gaurano di Cantine Moio ha una beva graziosa, signorile e “confortante”, che ricorda (per semplificare) quella di alcuni Amarone. Da servire intorno ai 18 gradi, risulta perfetto in abbinamento a formaggi stagionati, carni alla griglia , arrosti, selvaggina.

LA VINIFICAZIONE
Gaurano è prodotto con uve 100% Primitivo, allevate su terreni sabbiosi-vulcanici a controspalliera orizzontale semplice, con potatura a Guyot. La resa è di 1,6 kg per ceppo e la raccolta è manuale, in piccole cassette da 18 kg, con leggera surmaturazione.

I grappoli, dopo una accurata cernita, vengono diraspati, pigiati e messi a fermentare per 10-15 giorni ad una temperatura di 28-30° C. Durante la fermentazione vengono realizzati diversi rimontaggi giornalieri, fino alla svinatura del vino finito. Successivamente, “l’atto a divenire” Gaurano viene affinato per circa 12 mesi in fusti di rovere.

La cantina Moio si trova a in Campania, a Mondragone, nel cuore dell’Ager Falernus, tra il fiume Volturno ed il Monte Massico. Michele Moio, recentemente scomparso, è considerato il padre moderno del Falerno.

Prezzo: 8,90 euro
Acquistabile presso: Conad

4.25/5 (4)

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