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Chianti Classico: approvato il piano di rilancio post Covid

BARBERINO TAVERNELLE – Un piano straordinario di interventi per supportare le aziende del Gallo Nero nell’emergenza post Covid. Nuove linee strategiche a medio-lungo termine per la gestione della denominazione ed una serie di interventi immediati volti a gestire gli aspetti produttivi, l’assorbimento del prodotto sul mercato e a sostenere finanziariamente le aziende più colpite dall’emergenza sanitaria.

È quanto approvato ieri dall’Assemblea dei Soci del Consorzio Vino Chianti Classico, su proposta del Consiglio di Amministrazione che ha lavorato che nei mesi di lockdown ha elaborato a un progetto di rilancio post quarantena.

La misura più innovativa riguarda l’accordo con Banca Monte dei Paschi di Siena per l’accesso preferenziale al credito che prevede l’utilizzo dell’istituto del pegno rotativo non possessorio, applicabile oggi, grazie al decreto Cura Italia, anche ai prodotti agricoli e alimentari a denominazione di origine protetta, compreso il vino di qualità.

Il Consorzio è il primo ente in Italia a ricorrere a questa nuova misura a supporto delle aziende, per la cui attuazione c’è solo da attendere l’auspicato decreto attuativo del Mipaaf, Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

Per poter venire incontro alle aziende nella gestione di eventuali giacenze di prodotto createsi nel periodo di lockdown, a causa della chiusura temporanea del canale horeca, sono state approvate due misure straordinarie. La prima contempla la possibilità temporanea, per 18 mesi, di stoccaggio del prodotto fuori della zona di produzione, ma rimanendo nelle province di Firenze e di Siena. La seconda prevede il posticipo dell’immissione al consumo, dal 1 ottobre al 2 gennaio, dell’annata 2019.

Altra importante novità è la costituzione di un fondo di stabilità fino a 1,5 milioni di Euro per la denominazione Chianti Classico una parte del quale verrà impegnata ad integrazione del contributo del Governo per la riduzione volontaria delle rese. Come altra possibilità di impiego del fondo, ma solo in estrema ratio, non si esclude di intervenire con l’acquisto di partite di vino sfuso Chianti Classico 2019.

Questa acquisizione straordinaria dovrà avere scopo emergenziale, temporaneo e non lucrativo – dichiara Carlotta Gori, direttore del Consorzio – Si tratta infatti di una misura esclusivamente dipendente dalla contingenza Covid-19, che sarà messa in atto, solo in caso di vera necessità, per la tutela e la cura degli interessi della denominazione”.

Infine, è stata recepita positivamente dall’Assemblea l’attenzione del Consorzio verso nuove iniziative di promozione, destinate a sollecitare la domanda dei mercati e generare ulteriore attenzione sul marchio Gallo Nero.

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Decreto Liquidità Cura Italia, esulta la Rete #ilvinononsiferma: “Ora procedure snelle”

Grande soddisfazione tra i vignaioli della Rete #ilvinononsiferma, che vedono concretizzarsi alcune delle loro richieste sulla liquidità. “Le dichiarazioni della ministra Bellanova confermano che i 100 milioni di euro stanziati dall’articolo 78 del ‘Cura Italia‘ per la costituzione del Fondo Continuità Imprese Agricole saranno presto resi disponibili”, commenta il gruppo di produttori. “Speriamo non ci facciano scherzi al Senato, dove il provvedimento è calendarizzato per questa settimana”, chiosano i produttori.

Il provvedimento consente il recupero degli interessi passivi sui mutui del 2018 e 2019 e la copertura di quelli per i nuovi mutui. “Una misura che darà respiro a molti di noi – continua la Rete #ilvinononsiferma – restituendo alle aziende una liquidità importante con tempi, e speriamo procedure, snelli”.

L’introduzione dell’emendamento alla Camera sul Decreto “Liquidità” prevede la variazione del periodo di rientro per i mutui destinati alle aziende agricole in 15 anni con 2 di preammortamento. “Dimostra una sensibilità rispetto al comparto, in cui i tempi di utilità e quindi di ammortamento degli investimenti sono più lunghi rispetto ad altre realtà produttive”, sottolinea la Rete di vignaioli.

Una battaglia vinta, ma la guerra continua. “Sappiamo che si sta lavorando anche al decreto attuativo sulla distillazione e sulla ripartizione dei fondi a livello regionale – continuano i vignaioli – ma non ci sono indicazioni specificamente riferite allo stoccaggio, che per noi che facciamo vino di qualità è fondamentale”.

Il dubbio dei vignaioli che si riconoscono attorno all’hashtag #ilvinononsiferma è chiaro: “La battaglia sugli aiuti agli ammassi sarà spostata in sede regionale o sarà possibile ottenere delle indicazioni in tal senso già nel Decreto ministeriale in lavorazione?”. A breve la risposta ufficiale dal Mipaaf. Secondo fonti di WineMag.it, sará un decreto ministeriale a disciplinare settori e tipologie di prodotto. Spazio anche per le istanze delle Regioni, che saranno attentamente valutate, in un’ottica di condivisione del difficile momento del Paese.

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Covid-19, allarme Federazione Italiana dei Distributori Horeca: “Perdite e giacenze”

Perdite di fatturato fino all’80%, mancati incassi per le precedenti forniture a causa della chiusura dei locali, prodotti in giacenza prossimi alla scadenza, nessuna certezza di ripresa del mercato. La categoria dei distributori Horeca lancia l’allarme per le conseguenze del lockdown volto ad arginare Covid-19 in Italia. È il grido di un settore – quello che raggruppa Alberghiero, Ristorazione e Catering – nel quale operano 5200 aziende, di cui 1800 specializzate nel Food&Beverage, molte delle quali associate alla Federazione Italiana dei Distributori di Horeca (Italgrob). Per un giro d’affari di 87 miliardi di euro, nel 2019.

“La categoria dei distributori è al collasso – denuncia Vincenzo Caso, presidente Italgrob – la chiusura dei locali ha gioco forza interrotto il flusso di liquidità necessario al sostentamento delle aziende, i provvedimenti del Governo contenuti nel decreto Cura Italia sono del tutto inconsistenti, al di là della cassa integrazione, è ridicolo pensare di attutire la violenta crisi che ha investito la categoria con un contributo di 600 euro”.

È necessario un intervento di misure specifiche per ogni categoria, per far ripartire il motore del nostro paese. Al termine dell’emergenza sanitaria bisognerà avere gli strumenti per affrontare la grave crisi economica.

Inoltre, è necessario ricordarlo soprattutto per chi come noi lavora nel fuori casa, e in particolare con le strutture di accoglienza turistica, che andiamo incontro ad un periodo tragico dal punto di vista degli ingressi nel nostro paese: caleranno tutti i flussi turistici di almeno il 60% come stimato da diverse Associazioni di categoria”.

La situazione degli imprenditori della distribuzione, categoria considerata dal Governo tra le attività essenziali, viene definita “drammatica” dalla Federazione Italiana dei Distributori di Horeca Italgrob.

“Deve essere sostenuta con interventi mirati“, denuncia ancora il presidente Vincenzo Caso. “I nostri clienti sono obbligatoriamente chiusi come da Dpcm.  Ricordiamo che le scorte stoccate nei magazzini stanno scadendo, e che c’è urgente necessità di maggiore liquidità alle nostre Pmi”.

Bisogna intervenire anche attraverso la cancellazione di tasse ingiuste – continua – tra le quali ricordo la Plastic e la sugar tax, che farebbero lievitare solamente i prezzi verso il consumatore finale; deve essere rivista anche il calcolo della Tari che verte sui nostri magazzini che sono solo di stoccaggio”.

Come richiesto anche da Confindustria, Italgrob ritiene che serva “un piano shock per l’economia italiana che impegni risorse quantitativamente rilevanti, che sostenga la liquidità delle nostre imprese, a partire da rateizzazioni fiscali e meccanismi di compensazione”.

Sempre secondo Vincenzo Caso, occorre “fare leva leva su tutte quelle misure necessarie per far fronte ai rilevanti cali della domanda privata e, quindi, di perdita di fatturato delle imprese. Le azioni messe in campo dal Governo a marzo – conclude il rappresentante Horeca – devono essere solo il primo passo di un lungo percorso per la ripresa”.

Fa eco alle richieste Dino Di Marino, direttore generale della Federazione: “Siamo impegnati su più fronti – evidenzia – con Confindustria, con il Governo, con le industrie di produzione e con le altre associazioni del comparto Ho.Re.Ca al fine di creare una filiera collaborativa in questo difficile momento”.

“Bisogna rilanciare il comparto – aggiunge Di Martino – avanzeremo alle istituzioni richieste concrete e fattibili anche in vista dello scenario del mercato post Covid-19 Coronavirus”.

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