Categorie
a tutto volume eventi news news ed eventi

In Inghilterra apre una distilleria a settimana: a Milano, Distillo Expo fotografa il trend italiano

Il 17 e 18 maggio alle Officine del Volo la prima fiera dedicata al fenomeno emergente delle micro-distillerie

Negli ultimi 8 anni, l’Italia è riuscita a colmare, con gli interessi, la crisi di vocazione delle distillerie registrata negli ultimi 60. Trenta nuove aziende con licenza di distillazione sono state fondate negli ultimi 5 anni. Un’altra cinquantina di distillerie dovrebbero aprire i battenti entro la fine 2023 (20 solo nel 2021). A Milano arriva così Distillo Expo 2022, in programma martedì 17 e mercoledì 18 maggio alle Officine del Volo di via Mecenate, 76/5.

La fiera dedicata al fenomeno emergente delle micro-distillerie è organizzato da Craft Distilling, alias dai guru Claudio Riva e Davide Terziotti. È il primo evento in Italia dedicato interamente alle attrezzature per le micro-distillerie, con un programma di seminari e approfondimenti sulle novità del settore.

«Una Fiera all’insegna del mix tra artigianalità e nuove tecnologie», assicurano gli organizzatori. «Fino a 5 anni fa – commenta a winemag.it Davide Terziotti – in Italia risultavano 130 licenze per la distillazione, ma non tutte attive in questo settore. Molte aziende registrate come distillerie, non distillavano. Un esempio su tutti? Quello di Fratelli Branca Distillerie, di nome ma non di fatto».

I produttori attivi nella distillazione di acqueviti, dunque non di etanolo e alcoli industriali, erano 70 circa. Pochissime le nuove aziende nate negli ultimi 60 anni.

Negli ultimi 5, abbiamo invece assistito a un vero e proprio boom, che ha consentito all’Italia di recuperare il gap degli ultimi 70 anni. Raddoppiando il numeri di distillerie presenti sul territorio nazionale».

LA RISCOPERTA DEL GIN TRAINA IL FENOMENO DEL CRAFT DISTILLING

Numeri impressionanti, che non tengono peraltro conto del fenomeno delle micro distillerie dell’Alto Adige. Nella regione speciale del Nord Italia, infatti, risultano attive circa 50 altre piccole distillerie con accisa forfettaria. Un modello molto simile a quello di Paesi come Germania, Austria e Svizzera, che assieme riuniscono 50 mila micro distillerie con questo genere d’imposta.

A smuovere il settore, da Nord a Sud nel Bel paese, è la riscoperta del Gin da parte dei consumatori. «Le distillerie attive storicamente sul territorio nazionale – evidenzia ancora a winemag.it Davide Terziotti – sono legate principalmente alla produzione di grappa».

Si concentrano quindi in poche regioni, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Quell nuove, invece, sono sparse per il Paese. Il Gin non soffre della polarizzazione cui è soggetta la grappa.

È apolide. Così si può assistere all’apertura di una nuova distilleria a Varese, di un’altra in Puglia e di un’altra a Roma. Un fenomeno a macchia di leopardo».

Alla fiera Distillo Expo 2022, focalizzata sugli incontri B2B, sono attesi circa 600 operatori, tra distillerie attive e aspiranti distillatori. Seicento rappresentanti di un giro d’affari di circa 350 milioni di euro legato al mondo della grappa. Più risicata la rappresentanza di altri distillati, tra cui spiccherà però la presenza di 200 etichette di gin.

Ennesimo dato, quest’ultimo, in grado di fotografare il fenomeno e gli obiettivi della Fiera Distillo 2022. «La maggior parte di queste bottiglie di gin – sottolinea Terziotti – sono prodotte in conto terzi. Pochi dei brand che saranno presenti possono contare su una distilleria propria. Ma ciò che è interessante è che molte stanno facendo il passo verso l’autonomia produttiva».

IN INGHILTERRA APRE UNA DISTILLERIA A SETTIMANA

Il trend, del resto, non riguarda solo l’Italia. Se il craft distilling è infatti partito dagli Stati Uniti, dove si contano oltre 2 mila realtà attive, anche in Europa si sta velocemente espandendo. In Inghilterra le distillerie hanno superato come numero quelle in Scozia. Il tasso di aperture è di circa una a settimana. Anche in Francia si è abbondantemente superato il centinaio di unità.

«Temevamo che lo spostamento di Distillo Expo 2022 a causa dell’emergenza Covid, oltre alla fitta agenda di eventi e fiere avrebbe potuto portare alcune aziende a riconsiderare la presenza», evidenzia Claudio Riva.

Con enorme piacere, oltre alle conferme abbiamo ricevuto nuove iscrizioni e questo ci ha dato ulteriore fiducia. Questo conforma, assieme ai dati ufficiali, come l’interesse per la produzione di distillati premium abbia la capacità di espandersi anche nei periodi di difficoltà».

Il mercato premium dei distillati, di fatto, regge e addirittura cresce durante la crisi. Le vendite di gin nel 2020, nel canale offtrade, hanno fatto segnare una crescita del +33,5% in valore e del +24,8% in volume nel mondo. Cifre in cui l’Italia può (e vuole) pesare sempre di più.

Categorie
a tutto volume

Distillo rinviata al 17 e 18 maggio 2022

L’aumento dei casi Covid ha portato gli organizzatori di “Distillo“, la prima fiera italiana dedicata alla micro distillazione, a posticipare le date della manifestazione. Distillo si terrà quindi martedì 17 e mercoledì 18 maggio 2022 sempre presso le Officine del Volo di Milano.

«In oltre un anno di attività, a partire dalla Conferenza sulla distillazione artigianale di ottobre 2020 – spiegano gli organizzatori, Claudio Riva e Davide Terziotti di Craft Distilling – siamo riusciti a confezionare una manifestazione mai fatta prima in Italia, con la partecipazione di tanti espositori e un numero record di produttori di alambicchi».

«L’organizzazione di Distillo – proseguono Riva e Terziotti – sino al 20 dicembre era in linea con i piani. Ma l’arrivo della nuova variante ci ha spinto a una profonda riflessione. Riteniamo che la sicurezza e la tranquillità degli espositori, dei visitatori e del personale sia la cosa più importante, al di là delle normative che permetterebbero lo svolgimento di Distillo».

A maggio, la fiera potrà contare sulla presenza di oltre 40 espositori fra cui ben 8 produttori di alambicchi. Un numero mai registrato prima a livello europeo. La varietà e la qualità dei produttori di alambicchi presenti porterà a Milano appassionati e curiosi da diversi Paesi dell’Europa meridionale.

Categorie
a tutto volume

Strada Ferrata presenta “New Make”

Presentati ufficialmente i primi prodotti di Strada Ferrata, la distilleria artigianale nata dalla sinergia di Railroad Brewing e Birrificio Italiano. Spirits figli delle distillazioni iniziate ufficialmente lo scorso 11 febbraio e della neonata esperienza di Benedetto “Benny” Cannatelli (Railroad), Agostino Arioli (Birrificio Italiano) e Marco “Draco” Giannasso (il Master Distiller).

Distillati giovani ma di carattere. “Spiriti Italiani” che cercano di tracciare una strada nuova. «Siamo italiani, quindi maestri del gusto – dice Agostino Arioli – e nel fare distillati ci mettiamo quello che è il nostro DNA».

LA “NUOVA VIA” DEL WHSIKY ITALIANO

«Vogliamo fare qualcosa di nuovo, di ricco e piacevole – prosegue Agostino -. Però dobbiamo essere consapevoli che se ci mettiamo a fare lo “scotch whisky” commettiamo l’errore di fare qualcosa che è tipico di qualcun altro. A noi il compito di fare ricerca, sempre, per definire nuovi standard».

Un “via italiana” del distillato di cereali che, a differenza delle tradizioni scozzese ed americana, non si focalizza sul processo di distillazione ed invecchiamento. Punta invece sulle caratteristiche del fermentato da distillare sfruttando la grande competenza sviluppata da mastri birrai.

Il processo di produzione – spiega Benny – è composto da diverse fasi. Storicamente le varie scuole tradizionali si sono concentrate su alcune di esse e cioè su distillazione e invecchiamento. C’è una sorta di gap per quel che riguarda l’attenzione alle variabili che portano al fermentato da distillare. Fermentato considerato alla stregua di una “materia prima” scelta solo in base a criteri di efficienza».

«A noi – prosegue – interessa mettere in primo piano le caratteristiche organolettiche a costo di perdere un po’ di resa. Queste sono anche le variabili che costituiscono il nostro background, la nostra storia. È un matrimonio perfetto fra gap di mercato e quello che noi sappiamo fare. Ci sentiamo al posto giusto nel momento giusto».

IL “WHISKY ITALIANO” ED IL “NEW MAKE”

Evolvere il concetto di birrificio artigianale verso quello di distillazione artigianale, analogamente a quanto già successo negli Stati Uniti col fenomeno del Craft Distilling. È da questa consapevolezza che nasce il desiderio di creare il primo “Whisky all’italiana“.

Le prime botti di Strada Ferrata stanno già riposando, in attesa di poter diventare Whisky nel 2024 (dopo i 3 anni minimo di invecchiamento). Botti di ciliegio selvatico e acacia fabbricate artigianalmente in Irpinia. Botti italiane come italiani sono i malti utilizzati e come italiano è “Tony“, l’alambicco di Strada Ferrata.

A fianco del Whisky, che è già possibile acquistare aderendo la progetto “21 Founders” (la possibilità di riservare in via esclusiva la propria botte o una quota della stessa), Strada Ferrata propone “New Make“. Il distillato bianco, declinato in 6 diverse versioni.

LA DEGUSTAZIONE

New Make Originale

La versione “pura” del New Make. Bianco e senza alcuna aromatizzazione. 45% abv, ottenuto da malti Monaco e lieviti Saison. Al naso l’alcol è leggermente pungente ma non copre le piacevoli note di malto, pera, frutta gialla e frutta tropicale. Un tocco di spezie morbide.

In bocca l’elevata alcolicità è ben vestita dalla grande morbidezza. Sorso caldo ed avvolgente, mediamente persistente che lascia il palato pulito.

New Male Cascadian

Arricchito con luppoli Tettnanger e Citra attraverso una particolare tecnica di sospensione degli stessi in alcol risulta molto diverso da Originale. Al naso prevalgono i sentori di luppolo. Note fresche ed agrumate che strizzano l’occhio alla frutta gialla matura.

Al palato nasconde meno bene i suoi 40% abv risultando più pungente eppur beverino. Poco persistente tende ad essere un po’ sfuggente in bocca.

New Make Capparis

Aromatizzato con concentrato di capperi di Pantelleria ed imbottigliato a 35% abv. Al naso, oltre all’inconfondibile nota salmastra del cappero, rivela un bouquet che parla di Mediterraneo. Fresco, erbaceo. Timo e maggiorana. Profondo e balsamico. Bocca sapida e persistente. Pensato per l’aperitivo dimostra anche grandi capacità di abbinamento gastronomico.

New Make Levante

Aromatizzato con 4 spezie (cardamomo, coriandolo, zagare e achillea) messe separatamente in infusione in vasi di terracotta. 40% abv. Naso fresco dove si alternano note floreali, di orzo, spezie, zafferano e agrumi. Più diretto e di facile beva rispetto ai precedenti è dotato di buona persistenza. Un prodotto che può essere di grande ispirazione per la mixology.

New Make Torbato

Come dice il nome stesso è ottenuto con il 100% di malti torbati scozzesi. Secondo genito di Tony dopo Originale risulta pulito e preciso tanto al naso quanto in bocca. Note aromatiche di torba che non ci si aspetterebbe da un “bianco”. 45% abv perfettamente nascosti al naso e ben integrati nel sorso. Lunga la persistenza.

New Make Füm

Realizzato con malti affumicati delle regione di Bamberga e con l’uso di chips di ciliegio e acero. 40% abv. Lo si potrebbe definire un distillato “da dessert”. Morbido tanto al naso quanto in bocca. Crema pasticcera, ciliegia sotto spirito, marmellata di fragole, leggero tocco di miele. Leggera nota legnosa in persistenza.

[metaslider id=”59920″]

Categorie
a tutto volume news news ed eventi

Distillo: la prima fiera italiana rivolta alle micro distillerie

Debutterà a Milano martedì 1 e mercoledì 2 febbraio 2022 “Distillo“, la prima fiera italiana sulla micro distillazione organizzata da Craft Distilling di Claudio Riva e Davide Terziotti. Un’expo di due giorni aperta agli operatori B2B della distillazione artigianale dedicata alle attrezzature per le micro distillerie, con un programma di seminari e approfondimenti sulle novità del settore.

«L’interesse per la produzione di distillati premium – spiegano gli organizzatori – è rafforzato dalla capacità di questo settore di espandersi anche nei periodi di difficoltà. Tra il 2008 e il 2015, in piena crisi economica, negli Stati Uniti gli spiriti artigianali hanno registrato una crescita di mercato esponenziale, in controtendenza col settore».

Se negli Stati Uniti si contano oltre 2.000 realtà attive ed anche in Europa il craft distilling si sta velocemente espandendo. L’Inghilterra ha superato la Scozia per numero di distillerie con un tasso di aperture di circa una a settimana e in Francia si è abbondantemente superato il centinaio di unità.

In Italia si comincia a respirare tanta euforia e, a fianco delle prime neonate strutture, si stima apriranno circa 20 nuove distillerie artigianali nel 2021 nella speranza di replicare il fenomeno di crescita esponenziale che ha visto protagonista la birra artigianale negli ultimi 25 anni.

Dalla formazione alle materie prime, dalle tecnologie di produzione fino all’imbottigliamento, negli stand di “Distillo” gli espositori potranno confrontarsi con imprenditori interessati ad aprire o sviluppare la propria distilleria. Durante la manifestazione le conferenze e i seminari saranno un’occasione per incontrare i maggiori esperti italiani e internazionali.

Rivolgendosi sia agli addetti ai lavori della filiera della distillazione sia a coloro che intendono avvicinarsi al mondo del rame e degli alambicchi, “Distillo” vuole essere un luogo di incontro e di nuove opportunità per riflettere sul mondo dei distillati artigianali.

“Distillo” si terrà presso le Officine del Volo, location situata all’interno dello storico complesso delle ex officine aeronautiche Caproni di Taliedo in via Mecenate.

Categorie
a tutto volume news news ed eventi

Nasce Strada Ferrata, la distilleria figlia di Birrificio Italiano e Railroad Brewing

È ufficialmente iniziata l’avventura di Strada Ferrata, la distilleria artigianale nata dalla sinergia di Birrificio Italiano e Railroad Brewing. Dopo il nulla osta ufficiale dell’Agenzia delle Dogane lo scorso 11 febbraio, sono finalmente iniziate le prime distillazioni “vere” che daranno vita ai prodotti di Strada Ferrata.

Abbiamo la possibilità di essere i primi a scrivere le regole di una nuova tradizione», dice Benedetto “Benny” Cannatelli (Railroad) con negli occhi l’entusiasmo di chi è consapevole di tracciare una strada nuova.

Strada Ferrata nasce dal desiderio di “fare un passo in più” e di evolvere il concetto di birrificio artigianale verso quello di distillazione artigianale analogamente a quanto già successo negli Stati Uniti col fenomeno del Craft Distilling.

«Vogliamo pensare al liquido da distillare più che alle botti in cui verrà maturato il distillato», afferma Agostino Arioli (Birrificio Italiano) sottolineando come la grande competenza sulle fermentazioni sviluppata in decenni di esperienza come mastro birraio sarà fondamentale per creare il primo «whisky artigianale all’italiana».

Creatività, cura maniacale del processo, uso di materie prime italiane (finanche all’alambicco) attentamente selezionate e ricerca dell’equilibrio sono i paradigmi di Strada Ferrata. Non resta che attendere per poter degustare questa nuova declinazione dello “spirito italiano“.

Categorie
a tutto volume

Mixology e distillazione artigianale: un connubio fatto di amore e ricerca della perfezione

La mixology, col suo servire drink realizzati sul momento dalle mani del Bartender e spesso creati dalla fantasia ed esperienza dello stesso, è da sempre emblema del “bere artigianale“. Questo connubio fra miscelazione ed artigianalità ha visto un forte incremento negli ultimi anni, sia in Italia che all’estero, con sempre più mixologist che compiono coraggiose scelte artigianali in fatto di distillati o liquori da inserire nelle proprie preparazioni.

Alla base di queste scelte non c’è solo la qualità del prodotto artigianale, ma anche il messaggio che porta con se. Lo ha ben spiegato Andrea Attanasio del Fresco Cocktail Shop di Como, intervenuto alla Craft Distilling Italy lo scorso 27 ottobre: “Assaggiate un distillato artigianale e uno industriale. Non necessariamente uno è più buono e uno meno buono, ma la freschezza di un distillato artigianale, quel brio, è introvabile in uno spirito canonico”. Il ‘perché’ di questo brio?

Io – spiega Attanasio – credo banalmente: perché l’industria deve cercare di accontentare tanti e quindi trova e crea il modo di raggiungere tante persone. Il piccolo artigiano, la piccolissima craft distillery, il liquorificio o, perché no, il cocktail bar, se di artigiano si parla cerca di fare qualcosa di emozionante e di buono per se”.

“Sembra egoista da dire ma è proprio questo il nocciolo della grossa differenza fra artigianato ed industria. Quel sano egoismo di cercare la perfezione per piacere a te stesso, per fare un prodotto che ti inorgoglisce, che descrive te stesso, quello che fai quello che sei e, dico, anche quello che vorrai diventare”.

Grande alleata e fonte di ispirazione tanto per la distillazione artigianale italiana quanto per la miscelazione è senza dubbio la grande biodiversità del Bel Paese che mette a disposizione degli artisti dell’artigianalità un panorama unico al mondo. “Abbiamo la fortuna, noi italiani, di poter accedere a materie prime ed ingredienti che sono davvero unici nel marcato mondiale – afferma Benjamin Cavagana del MAG La Pusterla di Milano – Questo ci da la possibilità di puntare sull’artigianalità e miscelare cose sempre divertenti e con sapori unici”.

Una biodiversità che rende straordinari e molto competitivi i prodotti italiani all’estero. “L’Italia – sottolinea Attanasio -indiscutibilmente ha un portafoglio di prodotti più ampio del resto del mondo. Come nella cucina questo ci permette di avere prodotti molto diversi tra loro fra nord e sud con lo stesso denominatore: la qualità“.

La cosa irripetibile che abbiamo in Italia è quell’unione tra la scelta del prodotto, l’accoglienza ed il saperlo raccontare. Chi in Italia riesce a distillare ed a trasmettere la freschezza in quel distillato ha successo anche all’estero”.

Freschezza, stagionalità, unicità dei prodotti. Parole chiave nelle lavorazioni artigiani e concetti sempre più noti e ricercati dal consumatore. Un’evoluzione in cui “il buon bere” permea sempre di più la cultura media ed in cui il consumatore continua a crescere, informandosi e spesso confrontandosi con chi sta dall’altra parte del bancone.

Cliente moderno che è croce e delizia per i professionisti del bar. Da un lato la difficoltà di dover mantenere costante la qualità delle proprie preparazioni a fronte della stagionalità o della normale variabilità degli spirit artigianali, dall’altro il piacere di servire da bere a palati sempre più attenti. “La cosa emozionante è che insieme ai prodotti, insieme all’artigiano, in realtà è cresciuto il cliente“.

È un piacere avere a che fare con un cliente consapevole e preparato – afferma sorridente Attanasio – vuol dire che giochiamo una partita quasi alla pari. È quella cosa che ci permette di voler essere sempre un passettino avanti per evitare che ci metta in difficoltà e dargli la possibilità di uscire di qua con una nozione in più, senza pretendere di insegnargli niente”.

Evoluzione del consumo che ha permesso di sdoganare l’utilizzo di distillati strutturati all’interno delle preparazioni. La crescita di consapevolezza del cliente permette oggi di inserire nei cocktail anche distillati la cui complessità non viene compromessa dalla miscelazione o “non capita” dal bevitore. Fra essi la grappa: il distillato nazionale inizia oggi a trovare una sua collocazione anche nel mondo dei cocktail.

La Grappa – sottolinea Benjamin Cavagana – ha una storia incredibile ed un metodo di produzione unico. Viene messa in secondo o terzo piano quando si deve scegliere con cosa miscelare un cocktail perché hai dei picchi di intensità che possono creare problemi quando vai a comporre un cocktail. In realtà bisogna pensare al contrario e capire come trovare un metodo per valorizzare queste note frutta e la spiccata acidità”.

Si è ancora sperimentato poco col distillato nazionale, alla ricerca del suo equilibrio in miscelazione, ma la voglia di indagarne le potenzialità è forte. “Negli ultimi cinque anni – ricorda Andrea Attanasio – quante cocktail list strane, quanti drink strani abbiamo proposto? Oggi penso che un passo indietro, che in realtà sono tre passi avanti, è sacrosanto farlo. Diminuire il numero di ingredienti con però una ricerca più manicale del singolo ingrediente enfatizzando, magari, proprio un prodotto come la grappa che deve entrare nel mondo del cocktail bar”.

Exit mobile version