Categorie
news news ed eventi

Covid-19, allarme Federazione Italiana dei Distributori Horeca: “Perdite e giacenze”

Perdite di fatturato fino all’80%, mancati incassi per le precedenti forniture a causa della chiusura dei locali, prodotti in giacenza prossimi alla scadenza, nessuna certezza di ripresa del mercato. La categoria dei distributori Horeca lancia l’allarme per le conseguenze del lockdown volto ad arginare Covid-19 in Italia. È il grido di un settore – quello che raggruppa Alberghiero, Ristorazione e Catering – nel quale operano 5200 aziende, di cui 1800 specializzate nel Food&Beverage, molte delle quali associate alla Federazione Italiana dei Distributori di Horeca (Italgrob). Per un giro d’affari di 87 miliardi di euro, nel 2019.

“La categoria dei distributori è al collasso – denuncia Vincenzo Caso, presidente Italgrob – la chiusura dei locali ha gioco forza interrotto il flusso di liquidità necessario al sostentamento delle aziende, i provvedimenti del Governo contenuti nel decreto Cura Italia sono del tutto inconsistenti, al di là della cassa integrazione, è ridicolo pensare di attutire la violenta crisi che ha investito la categoria con un contributo di 600 euro”.

È necessario un intervento di misure specifiche per ogni categoria, per far ripartire il motore del nostro paese. Al termine dell’emergenza sanitaria bisognerà avere gli strumenti per affrontare la grave crisi economica.

Inoltre, è necessario ricordarlo soprattutto per chi come noi lavora nel fuori casa, e in particolare con le strutture di accoglienza turistica, che andiamo incontro ad un periodo tragico dal punto di vista degli ingressi nel nostro paese: caleranno tutti i flussi turistici di almeno il 60% come stimato da diverse Associazioni di categoria”.

La situazione degli imprenditori della distribuzione, categoria considerata dal Governo tra le attività essenziali, viene definita “drammatica” dalla Federazione Italiana dei Distributori di Horeca Italgrob.

“Deve essere sostenuta con interventi mirati“, denuncia ancora il presidente Vincenzo Caso. “I nostri clienti sono obbligatoriamente chiusi come da Dpcm.  Ricordiamo che le scorte stoccate nei magazzini stanno scadendo, e che c’è urgente necessità di maggiore liquidità alle nostre Pmi”.

Bisogna intervenire anche attraverso la cancellazione di tasse ingiuste – continua – tra le quali ricordo la Plastic e la sugar tax, che farebbero lievitare solamente i prezzi verso il consumatore finale; deve essere rivista anche il calcolo della Tari che verte sui nostri magazzini che sono solo di stoccaggio”.

Come richiesto anche da Confindustria, Italgrob ritiene che serva “un piano shock per l’economia italiana che impegni risorse quantitativamente rilevanti, che sostenga la liquidità delle nostre imprese, a partire da rateizzazioni fiscali e meccanismi di compensazione”.

Sempre secondo Vincenzo Caso, occorre “fare leva leva su tutte quelle misure necessarie per far fronte ai rilevanti cali della domanda privata e, quindi, di perdita di fatturato delle imprese. Le azioni messe in campo dal Governo a marzo – conclude il rappresentante Horeca – devono essere solo il primo passo di un lungo percorso per la ripresa”.

Fa eco alle richieste Dino Di Marino, direttore generale della Federazione: “Siamo impegnati su più fronti – evidenzia – con Confindustria, con il Governo, con le industrie di produzione e con le altre associazioni del comparto Ho.Re.Ca al fine di creare una filiera collaborativa in questo difficile momento”.

“Bisogna rilanciare il comparto – aggiunge Di Martino – avanzeremo alle istituzioni richieste concrete e fattibili anche in vista dello scenario del mercato post Covid-19 Coronavirus”.

Categorie
Enoturismo

Knam lancia la Cake’s Anatomy Challenge per riempire di dolcezza gli ospedali italiani

Ernst Knam ha lanciato attraverso i suoi social la Cake’s Anatomy Challenge: una sfida ai pasticceri di tutta Italia, a cui ha dato vita insieme alla moglie Alessandra “Frau Knam”, con l’obiettivo di “riempire di dolcezza” tutti gli ospedali italiani, oggi nel pieno dell’emergenza Covid-19.

Superato il momento critico, lo chef regalerà a tutti gli ospedali di Milano una sua creazione formato maxi: una grande crostata al cioccolatoFrau Knam Señorita 72“, il cioccolato di altissima qualità che lui stesso ha selezionato e importato dal Perù.

Nel post, Knam invita a partecipare alla challenge i pasticceri di tutta Italia, chiedendo loro che dolce pensano di portare negli ospedali della loro città. Conclude il post taggando Iginio Massari, Ampi (Accademia Maestri Pasticceri Italiani), Luigi Biasetto, Sal De Riso, Roberto Rinaldini, Leonardo Di Carlo.

E ancora Pasticceria Martesana, Gino Fabbri Pasticcere – La Caramella, Fabrizio Galla – Master Pastry Chef & Chocolatier, Luca Montersino, Gianluca Fusto, Davide Comaschi e Emmanuele Forcone. La domanda, per tutti, è: “Chi di voi è con me?”.

“Di solito – si legge nel post di Ernst Knam – quando in rete qualcosa ha successo e viene seguito da tante persone, si dice che è diventato ‘virale’. Basta con questa parola. Stiamo imparando tutti che nella vita, quella vera, conta chi combatte ciò che è virale, ogni giorno, per ciascuno di noi”.

Tutti i giorni accendo la tv apro la finestra, parlo con persone e mi rendo conto di quanto siamo fortunati ad avere medici infermieri, operatori sanitari, paramedici e tutte le persone che in prima linea rischiano la propria vita per aiutarci a vincere questa guerra contro un nemico invisibile. Io faccio dolci, regalo sorrisi”.

“Loro…loro fanno molto di più, salvano vite. Allora, ho pensato…perché non promettiamo a tutti loro che, appena la situazione ce lo permetterà, che passerà anche, tanto, per merito loro, noi pasticceri proveremo a regalargli qualche sorriso?”, conclude Knam.

Categorie
Enoturismo

Covid-19, appello dei Ristoranti del Buon Ricordo: “Tempo scaduto, sarà un disastro”

“I tempi sono scaduti! Se davvero i nostri locali dovranno rimanere chiusi per un altro mese in queste condizioni, sarà un disastro assoluto. Tanti di noi non riapriranno. Una volta tanto, sarebbe stato importante anticipare il problema, non rincorrerlo!”. Così, in una lettera inviata agli organi di stampa, i 103 ristoratori che fanno parte de L’Unione Ristoranti del Buon Ricordo, associazione che dal 1964 assicura “un viaggio tra i sapori e i colori della cucina italiana”. Un altro segnale preoccupante da un settore, quello della ristorazione, in ginocchio per via del lockdown dei decreti legati a Covid-19.

“Noi siamo da 56 anni ottimisti, vogliamo bene alla nostra Italia”, scrivono i ristoratori, divenuti celebri per l’omaggio dei piatti del Buon Ricordo a chi gusta il Menu del Buon Ricordo. “Faremo di tutto per non mollare. Ma da soli non possiamo farcela. Lo abbiamo detto in tempi ancora non così drammatici, ma nulla si è mosso”.

Il nostro è un grido d’allarme – si legge sulla lettera – che accomuna tutta la Ristorazione Italiana. Il Buon Ricordo grazie alla sua storia pensa di poter rappresentare le migliaia di colleghi sparsi per la penisola. Dateci un minimo di energia. Poi toccherà a noi di rimboccarci le maniche! W l’Italia, W la grande Ristorazione Italiana!”

All’inizio della lettera, i ristoratori del “Buon Ricordo” ripercorrono le tappe dell’emergenza Coronavirus. “Dal quel terribile 22 febbraio 2020 sono oramai trascorsi 38 giorni. Per tantissimi di noi ristoratori da quel momento gli incassi si sono azzerati. La paura ha iniziato a serpeggiare tra i clienti e gli eventi in programma sono stati tutti annullati. Subito abbiamo dovuto mettere il personale in ferie”.

Prima ci è stato ordinato di chiudere alla sera, poi di chiudere definitivamente quando oramai quasi tutti eravamo ovviamente già chiusi. Da allora sono passati giorni e settimane lunghissime. Tutto il Buon Ricordo, al pari dei colleghi della ristorazione italiana, ha aspettato aiuti rapidi e incisivi. Ancora nulla, eccetto una minima dilazione di pagamento delle tasse e contributi”.

“La cassa integrazione per i nostri dipendenti – precisano i ristoratori del Buon Ricordo – sta arrivando in queste ore. Nessun aiuto diretto da parte dello Stato a livello economico. I nostri colleghi all’estero ci fanno sapere di misure ‘importanti’ prese da governi come la Germania, la Francia, l’Ungheria. Per la ristorazione italiana, così come per la piccola e media impresa, quasi il nulla”.

Nel frattempo si moltiplicano in Italia le iniziative in sostegno della ristorazione. WineMag.it ha sposato quella, senza fini di lucro, nata dall’idea di un gruppo di giovani della provincia di Salerno. Il progetto, denominato Cucina Continua, mette in connessione i ristoratori con i clienti, sul modello dei Dining Bond in voga negli States.

Categorie
Enoturismo

Covid-19 e gli aiuti alla ristorazione: parte da Salerno un vero progetto senza fini di lucro

La solidarietà è un gesto che stringe l’anima. Senza avvisare prima, o far clamore. Lo sanno bene i promotori di Cucina Continua, progetto pensato per i clienti che intendono sostenere il proprio ristorante, bar, o locale del cuore, scommettendo sulla sua riapertura al termine del lockdown dettato dall’epidemia Covid-19. Si tratta della trovata senza fini di lucro di Lettera7, studio campano di brand design e digital con sede a Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno. Il team di esperti del web, coordinati da Dario Volpe, ha rinunciato a qualsiasi guadagno o commissione pur di dare il proprio contributo alla ristorazione.

La piattaforma cucinacontinua.it, online da pochi giorni, si basa sulla logica dei Dining Bond, molto in voga negli Stati Uniti. Il cliente acquista un voucher che consente al ristorante prescelto di “sopravvivere” durante il periodo di chiusura dettata dai decreti, grazie a liquidità altrimenti non disponibili.

Ad emergenza superata, il locale sarà in grado di accogliere l’aficionado, consentendogli di “spendere” il buono per un pranzo, una cena o un aperitivo, un calice o una bottiglia di vino. Le caratteristiche del riscatto del “bond” variano dunque in base al tipo di attività della ristorazione prescelto. Se il ristorante non è ancora presente nella lista? Basta inviare una mail a info@cucinacontinua.it, segnalando il nome dell’attività che si vuole aiutare.

L’idea di scommettere sulla riapertura di ristoranti, locali e bar attraverso la logica dei Dining Bond – spiega Dario Volpe a WineMag.it – è nata negli Stati Uniti. Noi abbiamo pensato semplicemente di renderla italiana e riproporla, aprendo un dialogo con i ristoratori su tutto il territorio nazionale, partendo dalla Campania”.

“Stiamo progettando in divenire, giorno per giorno, aggiungendo pezzi per rendere sempre più utile Cucina Continua ai ristorati, ma ancor di più per smuoverli dalla stasi e dalla depressione”, commenta ancor Volpe.

Quello che oggi è online su cucinacontinua.it è il frutto di tre giorni e tre notti di lavoro di tutto il nostro team. L’obiettivo è di sensibilizzare e far mobilitare il settore, generando il prima possibile microeconomie, facendo leva su solidarietà e cooperazione”.

Ma i Dining Bond sono davvero una soluzione? “Non crediamo possano risollevare da soli le sorti della ristorazione, settore fortemente colpito dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19 – risponde Dario Volpe – ma sicuramente far interrogare e mettere in moto il cervello su una ripartenza ‘alternativa’. Molti ancora non hanno iniziato a pensare al futuro, pertanto speriamo che progetti come Cucina Continua possano accendere la scintilla”.

Categorie
news news ed eventi

Piano salva vigneti Coldiretti: “Distillazione volontaria e vendemmia verde”

Con gli acquisti di alcol denaturato quasi triplicati (186%) nell’ultimo mese, anche Coldiretti si aggiunge al coro dei favorevoli alla distillazione volontaria delle eccedenze in giacenza nelle cantine italiane. Una proposta che il numero uno Ettore Prandini ha sottoscritto – assieme a quella della vendemmia verde sui vini di qualità – nell’incontro con la ministra Teresa Bellanova sul “Piano salva vigneti“. Di ieri, la lettera dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari, che chiede assieme ad AssoDistil di poter dare il proprio contributo all’emergenza Covid-19, producendo alcol per prodotti igienizzanti grazie alla distillazione volontaria.

“Attraverso la distillazione volontaria – riferisce l’associazione di categoria degli agricoltori italiani – si prevede di togliere dal mercato almeno 3 milioni di ettolitri di vini generici da trasformare in alcol disinfettante per usi sanitari nelle trincee della guerra al virus da nord a sud del Paese”.

La misura avrebbe inoltre “l’importante effetto di favorire l’acquisto di alcol italiano che sugli scaffali è stato il prodotto che ha registrato il maggior incremento di vendite secondo Iri, ma anche di ridurre le eventuali eccedenze produttive”.

Il piano della Coldiretti prevede anche la vendemmia verde su almeno 30 mila ettari per una riduzione di almeno altri 3 milioni di ettolitri della produzione sui vini di qualità, in modo da evitare l’eccesso di offerta, considerate le conseguenze della pandemia sui consumi internazionali per effetto delle difficoltà logistiche, della disinformazione, strumentalizzazione e concorrenza sleale con la campagna denigratoria sui prodotti italiani.

Una brusca battuta d’arresto per l’enologia Made in Italy, dopo l’incoraggiante dato dell’export 2019 che ha raggiunto i 6,4 miliardi di euro: un record assoluto, pari al 58% del fatturato totale.

A pesare sul mercato interno è stata anche la chiusura forzata di ristoranti e bar. Considerato lo stato di crisi, la Coldiretti ha chiesto “specifiche agevolazioni fiscali e previdenziali per tutte le imprese agricole operanti nel settore vitivinicolo, che ha subito effetti particolarmente negativi per l’emergenza epidemiologica Covid-19, senza le limitazioni previste dal decreto ‘Cura Italia’“.

Una necessità, sottolinea Coldiretti, che va sostenuta anche garantendo liquidità alle imprese del settore con interventi emergenziali a livello nazionale e comunitario senza appesantimenti burocratici.

Nel chiedere “un piano articolato di interventi“, il presidente della Coldiretti Ettore Prandini precisa che “bisogna ricostruire un clima di fiducia nei confronti del marchio Made in Italy che rappresenta una eccellenza riconosciuta sul piano qualitativo a livello comunitario ed internazionale”.

Serve pertanto tra l’altro una forte campagna di comunicazione per sostenere i consumi alimentari con il vino che rappresenta da sempre all’estero un elemento di traino per l’intero Made in Italy, alimentare e non”.

“L’Italia – conclude Prandini – che è il primo produttore mondiale di vino, deve farsi portatrice a livello comunitario di un piano di sostegno straordinario di un comparto strategico per il Paese per un fatturato che è salito nel 2019 alla quota record di oltre 11 miliardi”.

Categorie
Analisi e Tendenze Vino

Covid-19 in Sudafrica, il governo ripensa al “lockdown”: la vendemmia può proseguire

Cambio di rotta nelle ultime ore per il governo del Sudafrica, che aveva proibito la produzione e la vendita di vino e alcolici fino al 16 aprile, tra le misure per contenere Covid-19. Sono state infatti accolte le richieste di associazioni di categoria come Vinpro, che chiedevano di inserire l’industria del vino tra le attività di “prima necessità”, preservate dal “lockdown” del Disaster Management Act di Pretoria.

Le “Attività di raccolta e stoccaggio essenziali per prevenire lo spreco di beni agricoli primari” sono state inserite nel capitolo riguardante l’agricoltura. “La nostra interpretazione di questo emendamento è che l’industria del vino sarebbe autorizzata a completare la vendemmia e anche i processi di cantina necessari per garantire che il raccolto non sia sprecato”, commenta Christo Conradie, rappresentante dei 2.500 viticoltori sudafricani che aderiscono a Vinpro.

I lavoratori agricoli demandati a raccogliere l’uva e/o ad operare come operai di cantina – conclude il dirigente – saranno considerati lavoratori essenziali durante il lockdown”.

“Siamo davvero molto grati per questo risultato e ci dà la tranquillità necessaria il primo giorno di #lockdown, un venerdì proprio prima del fine settimana. Permetterà ai lavoratori agricoli di lavorare in modo ottimale e di portare all’ultimo raccolto”, aggiunge Conradie.

Infine, un appello ai lavoratori: “Vorremmo ancora una volta rivolgere a tutti una richiesta amichevole, ma seria, affinché continuino ad agire in modo responsabile. Sullo sfondo di una crisi globale, accogliamo questo permesso con la dovuta diligenza e facciamo in modo che si operi con la considerazione necessaria”.

Categorie
news news ed eventi

Covid-19: il Sudafrica vieta la produzione di vino e alcolici, in piena vendemmia

In Sudafrica produrre e vendere vino e alcolici è proibito per le prossime tre settimane. Si tratta di una delle misure del Disaster Management Act, il pacchetto di iniziative del governo sudafricano per contenere l’emergenza Covid-19. Un vero colpo per l’industria vitivinicola del Paese, nel pieno della vendemmia 2020.

Secondo i dati più aggiornati del Center for Systems Science and Engineering (CSSE) at Johns Hopkinsriferiti, in Sudafrica i casi di persone affette da Coronavirus sono 927 (dato delle ore 22.30 del 26/03/2020). Tra questi si contano 12 infetti ricoverati in ospedale. Ancora a zero la conta delle vittime. A confermare il report è lo stesso ministro sudafricano Zweli Mkhize, in una nota ufficiale da Pretoria.

Forse anche per questo sembra dura la misura comunicata dal ministro dell’Agricoltura Nkosazana Dlamini Zuma (nella foto sopra, a sinistra) in vigore dalla mezzanotte del 26 marzo fino al 16 di aprile. La produzione e commercializzazione di alcolici non rientra nella lista delle attività connesse ai beni di prima necessità. Tradotto: interruttori abbassati in vigna e in cantina. Per decreto“.

Critico contro il provvedimento H.J. Basson, managing director di Vinpro, la no-profit che coordina 2.500 aziende del settore vitivinicolo in Sudafrica. “Il Governo – dichiara – ha confermato le peggiori notizie possibili per l’industria vinicola sudafricana. Siamo estremamente delusi dalle normative, dal momento che il documento finale contraddice l’impegno verbale dei dipartimenti nazionali”.

“In sintesi – spiega Basson – solo i prodotti alimentari, incluse le bevande analcoliche, sono elencati come prodotti essenziali, con l’intento di vietare qualsiasi commercio e produzione di prodotti alcolici per i prossimi 21 giorni. L’unico servizio che può continuare è la produzione di alcol per uso industriale”.

Di fatto, alcune aziende del settore della distillazione in Sudafrica si sono convertite alla produzione di alcoli per igienizzanti. Una proposta simile a quella fatta ieri, in Italia, dall’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e AssoDistil, alla ministra Teresa Bellanova.

Sempre secondo l’amministratore delegato di Vinpro, il Governo sudafricano avrebbe agito “senza entrare nel merito”. “Pur essendo chiaro che la potenziale minaccia di Covid-19 abbia superato le priorità economiche – sottolinea Basson – l’industria vitivincola potrebbe andare incontro a implicazioni catastrofiche, dal punto di vista economico e socio-economico, dettate dal blocco alla produzione”.

Vinpro chiede dunque al ministro dell’Agricoltura Nkosazana Dlamini Zuma l’autorizzazione a “completare le attività di raccolta nelle prossime due settimane e garantire lo stock” e si dice pronta a “disobbedire alle normative vigenti, che vietano l’esportazione di vino”. “Questo è un aspetto estremamente importante per la sostenibilità economica e la stabilità socio-economica attuale e futura”, precisa l’ad H.J. Basson.

Più morbida la posizione del management della South Africa Wine Industry Information and System (Sawis), che ha preso atto – pare, senza polemiche – delle misure del governo in merito all’emergenza Covid-19. Saranno condotte “solo le attività dell’agenzia che potranno essere svolte da casa”, in supporto ai produttori.

Aggiornamento del 27/03/2020
Covid-19 in Sudafrica, il governo ripensa al “lockdown”: la vendemmia può proseguire

Categorie
news news ed eventi Spirits

Covid-19, la proposta: distillare le giacenze di vino per produrre igienizzanti

Dare il via libera alla distillazione di circa 2 milioni di ettolitri di giacenze di vino presenti nelle cantine italiane, per ottenere circa 22 milioni di litri di alcole, da destinare alla produzione di igienizzanti utili per l’emergenza Covid-19. È la proposta che l’Alleanza cooperative agroalimentari e Assodistil hanno indirizzato alla ministra Teresa Bellanova, affinché cantine e distillerie italiane possano “dare il loro contributo ai servizi sanitari contro Coronavirus“.

Come si legge sulla lettera indirizzata alla numero uno del Mipaaf, viene chiesta la “possibilità di destinare una parte delle giacenze di vino ad una distillazione volontaria, operazione che consentirà di rifornire da subito le distillerie di alcool destinato alla produzione di igienizzanti e di limitare l’attuale ricorso alla importazione dall’estero, operazione resa ancora più difficile in questi giorni per le difficoltà dei trasporti”.

“La misura di distillazione è espressamente prevista da normative europee – sottolinea il presidente di Assodistil, Antonio Emaldi – nello specifico il Regolamento UE N. 1308/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio e attende ora il via libera da parte del Ministero, che sta esaminando la proposta in queste ore”.

“La volontà del sistema cooperativo – precisa  Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza cooperative agroalimentari – è di poter dimostrare tutta la propria solidarietà al settore sanitario e più in generale all’intera collettività”.

Come risulta dagli ultimi dati in possesso del Ministero delle politiche agricole, nelle cantine dei produttori, da nord a sud dell’Italia, vi sono giacenze di vino da tavola e a denominazione.

“La misura della distillazione di solidarietà – commenta Mercuri – può rappresentare a nostro avviso un’importante opportunità per i produttori e per il Paese: potremmo immettere sul mercato alcool destinato alla produzione di igienizzanti utilizzando le scorte nazionali di vino”.

Categorie
Birra

Unionbirrai, formazione online con UB Academy

L’ultima novità di casa Unionbirrai è UB Academy, una piattaforma pensata per la formazione online con corsi e approfondimenti dedicati al mondo della birra artigianale italiana. Il portale è disponibile per i soci e i gli iscritti alle lezioni del primo semestre dei corsi di degustazione, rimandati a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19. Ma presto sarà a disposizione di tutti gli altri associati.

“UB Academy era già nei nostri programmi – spiega Simone Monetti, Segretario Nazionale di Unionbirrai – ma siamo riusciti ad accelerare i tempi perché volevamo dare la possibilità ai nostri soci e corsisti di continuare la formazione anche in questo periodo di lontananza”.

“Guardiamo però anche al futuro – continua Monetti – e per questo abbiamo voluto creare una piattaforma interamente di proprietà di Unionbirrai, senza affidarci a server di pubblico dominio, in modo da poterla implementare anche nei prossimi anni, offrendo sempre più contenuti”.

Il portale mette a disposizione degli appassionati un calendario in continuo aggiornamento di contenuti live e on demand: dagli approfondimenti monografici dedicati alla storia della birra e dei singoli stili, fino agli abbinamenti con le diverse pietanze e alle curiosità del mondo brassicolo.

UB Academy è stata pensata inoltre per i soci produttori, con lezioni tecniche dedicate alle normative vigenti e ai temi di attualità, e per gli Unionbirrai Beer Taster, a cui vengono riservati Master di formazione e corsi di aggiornamento.

Categorie
news news ed eventi

Coronavirus: l’Umbria chiede la restituzione delle spese di ProWein e Vinitaly 2020

“Nonostante le rassicurazioni, Umbria Top Wine non ha avuto risposte ufficiali né da Veronafiere per Vinitaly 2020 né dagli organizzatori di Prowein 2020 sulla questione rimborsi degli investimenti. Senza considerare i danni indiretti per i quali è difficile calcolarne il valore, in quanto le aziende, e l’Umbria del vino in generale, hanno perso due momenti annuali importantissimi in termini di contatti, pubbliche relazioni, contratti commerciali ed immagine”. Così Massimo Sepiacci, presidente di Umbria Top Wine, a poche ore dall’annuncio di Veronafiere dell’annullamento di Vinitaly 2020 a causa dell’emergenza Coronavirus, che fa seguito a quello di Messe Düsseldorf con Prowein 2020.

“Condividiamo la scelta di Veronafiere di annullare il Vinitaly – continua Sepiacci – ma aspettiamo fiduciosi rassicurazioni in merito da parte della Regione Umbria, per un supporto nel rimodulare i piani previsti per l’internazionalizzazione vista l’emergenza Covid-19″.

Una situazione difficile, che sta mettendo a rischio 35 milioni di euro di export per il vino umbro, secondo i dati Istat riferiti al 2019. In particolare, sarebbero state 60 le cantine umbre presenti a Verona, 29 alla Prowein 2020.

In ballo, fa notare il presidente di Umbria Top Wines, ci sono “gli investimenti già effettuati, come prenotazioni hotel con camere già pagate, spese di utilizzo di servizi in fiera, contabilità, lavoro del personale Umbria top, e l’impegno con Veronafiere che era stato assunto grazie ad un accordo biennale e programmato attraverso il PSR dell’Umbria”.

“Alla regione – continua Massimo Sepiacci – era stato infatti riservato anche per quest’anno lo stesso spazio, logisticamente ed in termini di metrature, che occupava ormai dal 2016, con lo stile e le basi dell’allestimento usato per il 2019”.

Diverso l’impegno alla Prowein Trade Fair 2020. “Ad Umbria Top – spiega il presidente – veniva riservato, come ormai da anni, uno spazio che si trova all’interno del Padiglione Italia. Con Messe Düsseldorf è quindi in corso una interlocuzione, vista la disponibilità a tenere le spese effettuate per quest’anno valide per il prossimo“.

“Ma al momento si fa solo cenno alla possibilità che tutti gli investimenti fatti, qualora lo si desideri, possano essere considerati ‘congelati’ per il 2021 – chiosa Sepiacci – e che per tutti gli altri servizi si avranno notizie. Gli sforzi sono molti per recuperare il recuperabile, al cospetto di un pool di referenti che non dà alcun tipo di risposta“.

Tante le spese andate comunque perdute. “Dai materiali grafici già pronti ed imballati per l’allestimento – evidenzia il presidente di Umbria Top Wine – ai vini già in bancali pronti per essere spediti; dagli hotels e i voli già acquistati e pagati, con spese anticipate che solo in alcuni casi saranno rimborsati per giusta causa, alle spese di utilizzo di servizi in fiera già sostenuti, come allacci elettrici, idrici, calici per le degustazioni, hostess”.

Categorie
news news ed eventi

Cotarella (Assoenologi): “Vino cura Coronavirus? Mai detto. Ma medici si mettano d’accordo”

“Non ho mai detto che il vino cura o previene Coronavirus, bensì che igienizza il cavo orale, in quanto soluzione idroalcolica. Ma i medici si mettano d’accordo e ci diano, una volta per tutte, un parere univoco sulla salubrità, o meno, del prodotto: lo accetteremo senza polemiche”. Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, anticipa in esclusiva a WineMag.it i contenuti di un “comunicato dai contenuti eclatanti” – così lo definisce – col quale l’associazione italiana enologi ed enotecnici chiarirà la propria posizione in merito alla più accesa polemica del Made in Italy del vino, ai tempi di Covid-19 (seconda, forse, solo alla querelle Vinitaly 2020 sì, Vinitaly 2020 no).

“Non abbiamo risposto subito a tutte le critiche perché nutriamo il massimo rispetto per i medici che, in queste ore, si trovano in trincea per combattere Coronavirus – spiega Riccardo Cotarella a WineMag.it – ma, sempre senza polemica, chiederemo presto all’ordine di prendere una posizione ufficiale sull’argomento salubrità del vino“.

“Il contraddirsi tra luminari, schierati a favore o contro il vino, oltre al fatto stesso che si parli di vino e non di alcol – aggiunge il presidente di Assoenologi – genera un’assoluta confusione. La nostra richiesta ai medici, dunque, sarà quella di fare chiarezza, una volta per tutte: il vino fa male o no? Si dia una risposta sola, per rispetto dei consumatori, di chi lavora in vigna e degli stessi enologi. Questo tirare la coperta da una parte e dall’altra fa male a tutti”.

Riccardo Cotarella, nel dirsi “dispiaciuto per essere stato frainteso”, aggiunge di essere al contempo “contento di aver gettato questo sasso enorme nello stagno”. “La salute viene prima di qualsiasi cosa – chiosa il numero uno di Assonologi – e noi ne siamo consapevoli. Proprio per questo siamo pronti a supplicare i medici affinché ci diano una risposta univoca, definitiva, da prendere come oro colato”.

Nel frattempo, proprio in queste ore, Assoenologi ha indetto una raccolta fondi per l’acquisto di 10 respiratori destinati ad altrettanti ospedali italiani, per combattere l’emergenza Coronavirus.

Categorie
news news ed eventi

WineMag.it per l’emergenza Coronavirus: devolviamo i proventi della nostra guida

Da oggi, acquistare la guida “TOP 100” migliori vini italiani di WineMag.it su Amazon Kindle aiuta a combattere l’emergenza Coronavirus (Covid-19). Abbiamo infatti deciso di devolvere al 100% il denaro raccolto dalle vendite della nostra guida ai migliori vini degustati nel 2019.

In particolare, i proventi saranno devoluti all’associazione Fraternita di Misericordia di Arese, comune alle porte di Milano, in Lombardia. I soccorritori sono incessantemente all’opera da giorni, per venire incontro alle necessità di centinaia di persone bisognose di soccorso e trasporto in ambulanza.

“Siamo un’associazione che lavora 24 ore su 24, sette giorni su sette – spiega il direttore generale Rossano Carrisi (nella foto, sotto) – e in questo periodo abbiamo immesso ulteriori risorse in servizio. Ad oggi sono cinque le ambulanze dedicate esclusivamente all’emergenza Covid-19, su turni di 12 ore”.

“La media degli interventi è di 7 per ogni turno di lavoro – continua il dirigente della Fraternita di Misericordia di Arese – dunque di circa 70 al giorno. Di questi servizi effettuati dalla nostra associazione, veicolati dal 118, l’80-85% riguarda Covid. I numeri, al momento, parlano chiaro: per un paziente che guarisce, uno muore“.

“C’è solo un modo per preservare il futuro del nostro Paese – conclude Carrisi – il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti: stare a casa, per non essere a nostra volta contagiati. Il virus viaggia tramite propagazione da contatto personale. Tutto quello che dobbiamo fare, dunque, è evitare i contatti e seguire le disposizioni”.

Con l’acquisto della guida “Top 100” migliori vini italiani di WineMag.it si aiuterà l’associazione a fronteggiare l’emergenza, assicurandosi al contempo una selezione dei 100 migliori vini italiani destinati al mercato Horeca (enoteche, hotellerie e ristorazione), premiati dalla nostra redazione su oltre 3 mila vini degustati nel 2019.

Categorie
Gli Editoriali news news ed eventi

Covid-19 e la comunicazione “Postalmarket” del vino italiano, sempre uguale a se stessa

EDITORIALE – Premessa triste: il mondo della comunicazione del vino italiano era malato prima dell’avvento di Coronavirus. In questo senso, l’emergenza Covid-19, poteva “migliorare” o peggiorare le cose. La verità – ecco la tesi di questo editoriale che è più lo sfogo di un “vecchio” cronista, incapace di smettere di alimentarsi di ideali, a 17 anni dal primo articolo di giornale – è che tutto è cambiato, per tornare com’era. Mi spiego meglio, soprattutto per rendere il discorso comprensibile ai non “addetti ai lavori” del settore Wine&Food.

In questi giorni, gli uffici stampa delle cantine hanno cambiato tiro. Arrivano alle caselle di posta elettronica di WineMag.it e Vinialsuper.it decine di email con “cortese preghiera di pubblicazione” di “comunicati stampa” che, in realtà, non sono altro che pubblicità delle cantine. Nulla a che fare con l’informazione, insomma.

Si chiede, per esempio, di pubblicare la “notizia” (?!) che è “sempre attivo l’e-shop della cantina X”. Oppure che l’azienda Y “effettua consegne a domicilio gratuite”, in risposta al Decreto Cura Italia che limita gli spostamenti per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

Perché dico che nulla è cambiato rispetto al passato? Anche prima dell’emergenza Coronavirus, solo il 20-30% dei “comunicati stampa” aveva carattere giornalistico o informativo per i lettori. C’era (e c’è ancora oggi) chi chiede addirittura la pubblicazione di note di degustazione di etichette mai degustate dalla redazione, da dare in pasto ai lettori come…pubblicità (appunto) per la cantina Tal dei Tali.

Eppure, eccoli lì: quei “comunicati stampa” pubblicati col copia-incolla, da tutti, senza distinzione: testate, blog, siti, sitarelli di enogastronomia. Quando gli uffici stampa cominceranno a trattare l’informazione come Informazione – e dunque le testate come “testate”, e non come “cataloghi” alla Postalmarket – sarà troppo tardi.

Con o senza Coronavirus, chi di dovere spieghi – per cortesia – alle cantine clienti la differenza tra informazione e pubblicità. Altrimenti, neppure questa emergenza ci avrà insegnato qualcosa. E continueremo a navigare sul web della marchetta enogastronomica. Col pubblico sempre più confuso tra marinai, pirati e influencer. Che tanto fa lo stesso, no? No. Cin, cin.

Categorie
news news ed eventi

Coronavirus, la filiera del vino italiano chiede un “piano strategico nazionale e Ue”

Per il mondo del vino italiano è necessario prevedere un “Piano Strategico di sostegno all’export vitivinicolo nazionale articolato su missioni di settore, piani di comunicazione integrata sui mercati internazionali più ricettivi” e “misure straordinarie promozionali e di sostegno alla domanda di vino sia per il mercato estero che interno, da strutturare con testimonial, opinion leader e ‘ambasciatori’ a livello nazionale ed internazionale, oltre che iniziative volte a garantire liquidità alle imprese e snellimento burocratico”.

Queste le richieste contenute nella lettera indirizzata alla Ministra delle politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova, dalla filiera del vino italiano, che riunisce le principali organizzazioni del settore Confagricoltura, CIA, Copagri, Alleanza delle Cooperative Italiane, Unione italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi.

Nero su bianco le difficoltà che il mondo vitivinicolo sta vivendo in relazione alla “grave crisi determinata dalla diffusione di Coronavirus”. Avanzate appunto al Governo alcune “proposte per mitigare i danni subiti dal comparto”.

In vista del prossimo Consiglio dei Ministri dell’agricoltura a Bruxelles, le proposte si muovono, con la richiesta di elaborare una strategia comune di sostegno straordinario al comparto agroalimentare insieme agli altri partner europei.

Per il settore vitivinicolo, secondo la filiera, “si deve partire con una forte iniezione di flessibilità nelle misure già esistenti, tra cui il sistema delle autorizzazioni per gli impianti viticoli, la ristrutturazione dei vigneti, investimenti e promozione per liberare risorse a favore del settore in modo che possa dare, anche in questo momento di difficoltà, un contributo per il sostegno ed il rilancio dell’economia nazionale”.

A livello nazionale la filiera ha avanzato alla Ministra Bellanova la convocazione del tavolo vino perché operi come “cabina di regia del settore per le iniziative urgenti di supporto”.

Il perdurare dell’emergenza Coronavirus Covid-19 in Italia e la sua diffusione a livello globale “determina una situazione di rilevante difficoltà per l’inevitabile contrazione dei consumi, per la chiusura dei pubblici esercizi, per la sempre più complessa logistica che rallenta qualsiasi tipo di pianificazione delle attività, anche di promozione sui mercati internazionali”, fa notare la filiera del vino italiano alla ministra Bellanova.

A ciò si aggiunge la mancata ricezione negli alberghi, agriturismi e nella ristorazione, che ha sottratto un naturale sbocco per le produzioni nazionali, nonché un validissimo supporto promozionale dei vini italiani verso gli acquirenti nazionali e stranieri”.

“Il perdurare dell’emergenza Covid-19 in Italia e la crescente diffusione a livello globale dell’epidemia – concludono le maggiori associazioni di rappresentanza del sistema vino italiano – rischia di creare quindi un eccesso di giacenza di prodotti in cantina a ridosso della prossima campagna vendemmiale e rende particolarmente incerto il contesto, rallentando qualsiasi tipo di pianificazione delle azioni di promozione nei mercati internazionali”.

Categorie
Vini al supermercato

Vino a volantino a fine marzo: le promozioni al supermercato

Supermercati aperti, enoteche chiuse a causa dell’emergenza Coronavirus (tutti gli sviluppi e aggiornamenti in tempo reale su Covid-19 sono reperibili sull’altra testata del nostro network, WineMag.it, portale di news e recensioni sul mondo dell’Horeca).

Gli scaffali delle insegne della grande distribuzione diventano così ancor più un punto di riferimento per gli acquisti di vino da parte degli italiani. Ecco le promozioni da non perdere sui volantini di fine marzo 2020.

Volantino Aldi, dal 16 al 23 marzo
Chianti Classico Docg “Arcale”: 3,29 euro (3,5 / 5)


Volantino Auchan, dal 20 al 29 marzo
Vini Doc Collio / Igt  e Doc Venezie Santa Caterina, Fantinel: 4,99 euro (4 / 5)
Rosso di Montalcino Doc “Campone”, Frescobaldi: 6,59 euro (4,5 / 5)
Valpolicella Classico Superiore Doc, Bolla: 5,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Bennet, dal 12 al 25 marzo
Nulla da segnalare


Volantino Carrefour Market, dal 19 al 29 marzo
Montepulciano d’Abruzzo Doc / Pecorino Igt, Spinelli: 2,79 euro (3,5 / 5)
Gewürztraminer Trentino Doc, Cavit: 4,99 euro (3,5 / 5)
Spumante Blanc de Blancs / Rosé, Il Montù: 6,99 euro (3,5 / 5)
Primitivo Igt “Donna Marzia”, Conti Zecca: 3,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Carrefour Express, dal 12 al 31 marzo
Rosso di Valtellina Doc, Nera: 5,49 euro (3,5 / 5)
Brachetto d’Acqui Docg, Araldica: 4,99 euro (3,5 / 5)
Barolo Docg “Querciola”, La Querciola: 18,29 euro (4,5 / 5)

Amarone della Valpolicella Docg, Terre d’Italia Carrefour: 18,90 euro (3,5 / 5)
Spumante Brut “Catturich”, Catturich Ducco: 5,99 euro (4 / 5)
Malvasia Vivace Colli Piacentini Doc, Cantina Valtidone: 2,99 euro (3,5 / 5)
Pinot Grigio / Chardonnay Doc Trentino, Mezzacorona: 4,39 euro (3,5 / 5)

Morellino di Scansano Docg “La Mora”, Cecchi: 4,29 euro (3,5 / 5)
Pecorino Terre di Chieti Igt, Spinelli: 2,79 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola Doc, Settesoli: 3,99 euro (3,5 / 5)
Primitivo Igt Donna Marzia, Conti Zecca: 3,99 euro (3,5 / 5)

Rosso di Montalcino Doc, Tenuta Friggiali: 9,59 euro (5 / 5)
Chianti Classico Docg, Cecchi: 5,90 euro (4 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva, Spinelli: 2,99 euro (5 / 5)

Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, Bigi: 2,99 euro (4 / 5)
Greco di Tufo / Fiano di Avellino Docg “Koerus”, Terre d’Italia Carrefour: 6,39 euro (3,5 / 5)
Passito di Pantelleria Doc, Pellegrino: 5,49 euro (3,5 / 5)


Volantino Carrefour, dal 19 al 29 marzo
Franciacorta Docg Brut “Cuvée imperiale”, Berlucchi: 8,90 euro (solo il 19/03) (5 / 5)
Lambrusco di Sorbara / Grasparossa di Castelvetro, Chiarli: 2,39 euro (3,5 / 5)
Catarratto Igt “Capovero”, Madaudo: 4,99 euro (3,5 / 5)

Toscana Igt “Remole”, Frescobaldi: 4,19 euro (4 / 5)
Chianti Superiore Docg “Collezione Oro”, Piccini: 3,99 euro (5 / 5)
Gewürztraminer Doc, Nals Margreid: 8,90 euro (5 / 5)
Grumello Docg, Nera: 9,89 euro (3,5 / 5)


Volantino Conad, dal 18 al 30 marzo
Ortrugo Doc Colli Piacentini, Cantina Valtidone: 2,24 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Doc Grasparossa / Sorbara / Modena, Cantina Sociale di Sorbara: 1,92 euro (3,5 / 5)
Prosecco Doc Treviso “Mo”, Mionetto: 6,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Coop, dal 19 al 28 marzo
Gutturnio Doc “Viti e Vini”, Cantina Valtidone: 2,29 euro (3,5 / 5)
Terre Siciliane Igt bio “Centopassi Placido Rizzotto”, Libera Terra: 4,79 euro (5 / 5)


Volantino Crai, dal 19 al 29 marzo
Chianti Docg, Tenute Piccini: 3,79 euro (3,5 / 5)


Volantino Eurospin, dal 19 al 29 marzo
Nulla da segnalare


Volantino Despar, dal 12 marzo all’1 aprile
Nulla da segnalare


Volantino Esselunga, dal 16 al 28 marzo
Soave “La Cappuccina”, Az. Agr. La Cappuccina: 3,49 euro (3,5 / 5)
Barbera d’Alba, Batasiolo: 4,95 euro (3,5 / 5)
Igt Toscana Sangiovese Cabernet, Santa Cristina: 4,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Famila, dall’11 al 21 marzo
Nulla da segnalare


Volantino Gulliver, dal 20 al 29 marzo
Nulla da segnalare


Volantino Il Gigante, dal 16 al 25 marzo
Montepulciano / Cerasuolo / Trebbiano d’Abruzzo Doc Casalbordino: 1,99 euro (3,5 / 5)
Morellino di Scansano Docg “La Torre” / Vermentino Toscana Igt “Calaforte”, Frescobaldi: 4,99 euro (4 / 5)
Lambrusco dell’Emilia Igt, Cantine Riunite: 1,99 euro (3,5 / 5)

Syrah / Nero d’Avola / Grillo / Inzolia Igt, Settesoli: 3,49 euro (3,5 / 5)
Vermentino di Sardegna / Langhe Arneis Doc: 3,49 euro (3,5 / 5)
Cirò Bianco / Rosso, Caparra & Siciliani: 2,99 euro (4,5 / 5)


Volantino Iperal, dall’11 al 22 marzo
Lambrusco Emilia, Cavicchioli: 2 euro (3,5 / 5)
Vini frizzanti Colli Piacentini “Viti&Vini”, Cantina Valtidone: 2 euro (3,5 / 5)
Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, Bigi: 2 euro (4 / 5)

Vipra Rossa Umbria Igt, Bigi: 2 euro (5 / 5)
Amarone della Valpolicella Docg, Sartori: 15,90 euro (5 / 5)
Vino frizzante Tavernello, Caviro: 1,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Ipercoop, dal 12 al 29 marzo
Gutturnio / Ortrugo Doc, Cantina Valtidone: 1,99 euro (4 / 5)
Spumante Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Dry “Jeio”, Bisol: 6,39 euro (3,5 / 5)
Teroldego Rotaliano Doc, Mezzacorona: 3,59 euro (3,5 / 5)

Falanghina Dop, Feudi di San Gregorio: 6,79 euro (5 / 5)
Dolcetto Doc Piemonte / Piemonte rosato Doc, Clavesana: 2,99 euro (5 / 5)
Pinot Nero dell’Oltrepò pavese Doc “Turchè”, Torrevilla: 3,49 euro (5 / 5)
Amarone della Valpolicella Doc, Sartori: 15,90 euro (5 / 5)

Alto Adige Doc Gewürztraminer, Erste+Neue: 7,90 euro (5 / 5)
Cannonau Doc “La Palma”, Cantina Santa Maria La Palma Alghero: 3,99 euro (3,5 / 5)
Morellino di Scansano Docg, Cantina Produttori del Morellino: 4,89 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Doc “Vecchia Modena”, Chiarli: 2,99 euro (3,5 / 5)

Chianti Classico Docg “Contessa di Radda”, Produttori del Chianti Geografico: 7,59 euro (5 / 5)
Primitivo di Manduria Dop, Notte Rossa: 5,19 euro (5 / 5)
Primitivo Rosato Salento Igp, Notte Rossa: 5,19 (4,5 / 5)
Nero d’Avola / Inzolia Doc, Settesoli: 3,49 euro (3,5 / 5)

Nobile di Montepulciano Docg, Fattoria del Cerro: 6,89 euro (5 / 5)
Greco di Tufo Docg, Cantina San Michele: 6,69 euro (4 / 5)
Grechetto Colli Martani Doc “Duca Odoardo”, Terre de la Custodia: 4,79 euro (4 / 5)


Volantino Lidl, dal 16 al 22 marzo
Chianti Classico Docg “Medici Riccardi”: 2,99 euro (3,5 / 5)
Traminer Aromatico Doc Friuli: 3,69 euro (3,5 / 5)


Volantino Pam Panorama, dal 16 al 29 marzo
Nulla da segnalare


Volantino Naturasì, dal 
Prosecco frizzante Colli Trevigiani Doc, Pizzolato: 5,92 euro (4 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc “Assoluto”, Passione Natura (Gruppo Pizzolo): 7,01 euro (4 / 5)


Volantino Penny Market, dal 19 al 25 marzo
Nulla da segnalare


Volantino Tigros, dal 18 al 30 marzo
Vini frizzanti Tavernello, Caviro: 1,49 euro (3,5 / 5)
Vini Doc Tenuta Cà Vescovo, Zonin: 4,49 euro (3,5 / 5)


Volantino Unes, dal 18 al 31 marzo
Nulla da segnalare

Categorie
news news ed eventi

Prowein, Vinitaly, vino tedesco: 10 domande a Monika Reule (German Wine Institute)

Nessun giro di parole, nessuna risposta di circostanza. Monika Reule, Managing Director del Deutsches Weininstitut (DWI – German Wine Institute), l’organizzazione che si occupa della comunicazione e del marketing dell’industria del vino in Germania, risponde alle 10 domande di WineMag.it e disegna i contorni di una Prowein Trade Fair 2020 sfumata al 2021. Reule non sfugge neppure a un commento sulla scelta di Veronafiere di posticipare Vinitaly a giugno: “È destinato ad essere cancellato – sostiene – alla luce degli sviluppi dell’emergenza Coronavirus Covid-19“.

Dalle risposte, sincere e schiette, emerge tuttavia il peso differente che le due “Fiere” del vino hanno nei rispettivi Paesi. Sbagliato, dunque, considerare il “modello tedesco” (rinvio al 2021) come un esempio assoluto, specie dal punto di vista etico. ProWein, per la Germania, non vale quanto Vinitaly per l’Italia.

Lo dicono i numeri di un comparto, quello del vino, che nel Bel paese vale circa 11 miliardi di euro, ovvero l’8% circa dell’intero segmento Food&Beverage. Sono circa 2 mila le imprese attive, capaci di generare 6,4 miliardi di export. I tedeschi si fermano a poco più di 300 milioni di euro, cifra record assoluta stilata nel 2019. Di seguito l’intervista integrale, disponibile anche in lingua inglese.

  • Monika Reule, può chiarire ai lettori italiani qual è lo scopo del Deutsches Weininstitut (DWI)?

Il Deutsches Weininstitut (DWI), o German Wine Institute, è l’organizzazione di comunicazione e marketing dell’industria vinicola tedesca, responsabile della promozione generica della qualità e delle vendite del vino tedesco sul territorio nazionale e all’estero.

In primo luogo, si tratta di relazioni con la stampa e pubbliche relazioni; realizzazione di campagne informative, compresi eventi dedicati; partecipazione a fiere nazionali e internazionali, nonché organizzazione di presentazioni ed eventi enologici in tutto il mondo, in collaborazione con produttori di vino tedeschi.

Inoltre, l’Istituto tedesco del vino fornisce regolarmente servizi di informazione e pubblica opuscoli informativi, pubblicazioni e materiale promozionale; conduce programmi di formazione e seminari, in particolare per l’industria del vino e dell’ospitalità, nonché ricerche di mercato.

DWI fornisce inoltre consulenza all’industria vinicola su questioni relative alla promozione delle vendite nazionali e internazionali. Oltre alla sede dell’istituto a Bodenheim, ci sono uffici “Wines of Germany” in 14 importanti mercati esteri per le esportazioni di vino.

  • Quali sono le dimensioni del settore vitivinicolo tedesco?

La Germania ha 13 regioni viticole con una superficie totale di vigneto di 103.079 ettari (2019). Due terzi dei vigneti sono coltivati ​​a varietà di vino bianco (68.911 ha). Il Riesling è la più importante varietà di vino bianco tedesco (24000 ha).

Circa il 40 percento di tutti i Riesling nel mondo proviene dalla Germania. In termini di vino rosso, il Pinot Nero (Spätburgunder) è la varietà più importante. Con una superficie di 11.700 ettari, la Germania è il terzo produttore di Pinot Nero al mondo. La media decennale della vendemmia in Germania è di 8,8 milioni di ettolitri.

Tutte le 13 regioni viticole tedesche sono classificate come Denominazione di Origine Protetta (Dop). Una media dell’88% di tutti i vini tedeschi soddisfa lo standard di qualità Dop. L’anno scorso i vini Dop hanno raggiunto una produzione di 7,6 milioni di ettolitri in totale. Sono generalmente etichettati come “Qualitätswein” (vino di qualità) o “Prädikatswein” (“Spätlese” o “Auslese”).

Tutti i vini Dop subiscono analisi annuali di controllo qualità. La quota rimanente è commercializzata come vino a Indicazione geografica protetta (Pdi) etichettata anche come “Landwein”, o come “vino tedesco”, senza alcuna indicazione geografica. In media un milione di ettolitri di vini tedeschi sono stati esportati negli ultimi cinque anni.

Nel 2019 il valore totale delle esportazioni è stato di 305 milioni di euro. Gli Stati Uniti sono il più importante mercato di esportazione del vino in Germania: nel 2019, l’obiettivo delle esportazioni di vino tedesco negli Usa era di 65 milioni di euro, pari al 22%.

Al numero due la Norvegia (26 milioni di euro) seguita da Regno Unito e Paesi Bassi (25 milioni di euro ciascuno). Il valore delle esportazioni di vino verso il quinto mercato di esportazione più importante della Germania, la Cina, è di 17 milioni di euro.

  • Quanto vale il giro d’affari del vino, in Germania?

Il mercato del vino tedesco ha un volume totale di 19,5 milioni di ettolitri, suddiviso in 16,7 milioni di ettolitri e 2,8 milioni di hl di vino frizzante. Il consumo pro capite di vino è di 20,1 litri, più 3,3 litri di vino spumante. La Germania è il più grande mercato di consumo di vino spumante al mondo.

Per quanto riguarda la produzione e il consumo di vino tedeschi, la Germania non può produrre abbastanza vino per il mercato interno. L’anno scorso i vini tedeschi avevano una quota di mercato del 45% degli acquisti totali di vino.

Tra i fornitori internazionali, i vini italiani risultano molto richiesti, con una quota di mercato del 16%, seguiti da quelli francesi, con il 12%, e da quelli provenienti dalla Spagna, con il 9%.

A causa di tale situazione di mercato, la Germania è il più grande Paese importatore di vino al mondo e il mercato del vino tedesco è molto competitivo. L’anno scorso sono stati importati 14,6 milioni di hl, per un valore di 2,5 miliardi di euro. I vini italiani hanno la quota maggiore con 5,55 milioni di hl, per un valore di 925 milioni di euro.

  • ProWein rinviato al 2021: quali conseguenze dal punto di vista economico, secondo il Deutsches Weininstitut?

Oggi è ancora troppo presto per stimare le conseguenze economiche del rinvio di ProWein per le aziende vinicole tedesche. Con il rinvio della fiera al 2021, quest’anno manca un’importante piattaforma nazionale e internazionale per il settore vitivinicolo tedesco sui mercati nazionali ed esteri.

In alternativa, molti produttori inviano campioni dei loro nuovi vini ai loro clienti per posta, o presentano i loro vini tramite videoconferenze. Numerosi visitatori, soprattutto dall’Europa, hanno anche preso appuntamenti con i nostri produttori di vino nelle cantine, perché i voli per la Germania erano stati ormai prenotati.

  • Cosa significa ProWein per il Deutsches Weininstitut?

Il German Wine Institute è lo sponsor concettuale della fiera ProWein e sosteniamo appieno la decisione del suo rinvio. ProWein è la fiera del vino più importante del mondo. La consideriamo una piattaforma ideale per informare rivenditori, acquirenti e sommelier internazionali sulle tendenze e le innovazioni attuali delle regioni vinicole tedesche. Quest’anno, per esempio, abbiamo voluto attirare l’attenzione del pubblico commerciale tedesco e internazionale sui vini rosati e biologici delle regioni vinicole tedesche.

  • Pensa che il “business del vino” tedesco e quello italiano possano essere messi a confronto?

No, penso che le differenze siano troppo grandi. L’Italia produce molto più vino della Germania ed è il più maggiore produttore di vino al mondo. La Germania contribuisce solo all’1,4% alla produzione mondiale di vino.

  • Cosa pensa della decisione di Vinitaly (Veronafiere) di rinviare la fiera a giugno?

Non credo che il rinvio sarà confermato, alla luce degli sviluppi più recenti (dell’emergenza Coronavirus Covid-19, ndr) in Italia. Ma spetta agli organizzatori di Vinitaly decidere su questo. Durante la discussione su un possibile rinvio della fiera ProWein, il business del vino tedesco non ha sostenuto affatto questa opzione.

  • Quale pensa possa essere la risposta dei buyer tedeschi per Vinitaly a giugno?

Non abbiamo alcuna informazione al riguardo.

  • Quali sono i “punti chiave” per i produttori di vino tedeschi, nel 2020 e nei prossimi anni?

A causa dei cambiamenti climatici e delle temperature in aumento, è importante che i produttori di vino tedeschi mantengano la leggerezza e la freschezza come caratteristiche distintive dei loro vini bianchi, perché i consumatori preferiscono questo tipo di vino. Inoltre, le condizioni meteorologiche estreme sfidano il business del vino tedesco.

Secondo i dati in possesso del Deutsches Weininstitut, gli esportatori tedeschi di vino prevedono quest’anno una maggiore concorrenza sui mercati internazionali del vino, in particolare in considerazione delle tariffe commerciali statunitensi del 25% sui vini tedeschi, dell’impatto della Brexit e delle incertezze presentate dal Coronavirus.

  • Esiste un nuovo “stile” o una “nuova tendenza” rilevante nella produzione vinicola tedesca?

I vini delle regioni tedesche vengono sempre più offerti in stili “secchi”. La quota di vini secchi “Qualitätswein” e “Prädikat” è arrivata al 48% nel 2018. Nel 2000, solo un terzo dei vini è stato imbottigliato in questo stile. D’altro canto, la percentuale di vini medio-secchi al 21% è rimasta sostanzialmente invariata per quasi 20 anni.

Lo stile e l’immagine del vino rosato tedesco sono cambiati significativamente negli ultimi anni. Oggi, l’attuale generazione dei nostri rosati convince con molta più frutta e carattere. Inoltre, sono sempre più posizionati nel segmento “premium”. Oltre a ciò, non sono più semplicemente percepiti come puri vini estivi.

Sono invece apprezzati durante tutto l’anno, in tutte le fasce demografiche dei consumatori. Negli ultimi anni, il 10% di tutti i vini acquistati in Germania erano rosati. Infine, la produzione tedesca “Sekt” ha registrato un notevole aumento della qualità negli ultimi anni.

I nostri “Sekts” sono spesso sottovalutati, sebbene possano competere con gli spumanti internazionali. Una specialità è il nostro “Winzersekt” (“Winegrower’s Sekt”) ottenuto da uve vinificate col metodo tradizionale. Con 9 milioni di litri, detengono una quota del 3% del consumo totale tedesco di Sekt di circa 275 milioni di litri.

Categorie
Gli Editoriali news news ed eventi

Cari produttori, in vigna o in cantina con la mascherina fate più danni del Coronavirus

EDITORIALE – Mentre l’economia italiana affonda sotto i colpi di Coronavirus, loro che fanno? Inventano un hashtag al giorno e si fanno fotografare in vigna e in cantina con la mascherina anti contagio in bella vista, sul volto. Peccato che attorno non ci sia nessuno e che le disposizioni del Ministero dicano ben altro. Forse sbaglio io. Ma certi produttori, in questi giorni di panico e di allarme anche sociale stanno facendo più danni al vino italiano sui social, che Covid-19 per le piazze del Bel paese.

Sarebbe bello poter sostenere che queste patetiche esibizioni su Facebook ed Instagram facciano male solo allo stomaco di chi ha un po’ di sale in zucca, o ancor meglio ai diretti interessati.

Il fatto, purtroppo, è che foto come queste – che circolano mentre gli occhi del mondo sono fissi sull’Italia – danneggiano inesorabilmente l’intero settore, in un momento in cui centinaia di aziende agricole (non solo vitivinicole) rischiano di essere spazzate via dal vento invisibile arrivato dalla Cina.

Le foto dei produttori di vino con la mascherina, in vigna o in cantina, riescono nel miracolo di far provare simpatia (oggettiva) per Veronafiere, che in questi giorni – contro tutti, tranne che i propri interessi, va detto – sta cercando di tenere in piedi con le unghie e con i denti un Vinitaly 2020 con la flebo nelle vene, riprogrammato dal 14 al 17 giugno.

Già, perché se da un lato c’è qualcuno (incravattato) che si sta facendo un culo così per salvare il salvabile del comparto (criticabile o meno che sia), dall’altro ci sono incommensurabili idioti che, nel nome di due fottuti like, sono disposti a mandare messaggi sgradevoli al mondo intero, tra l’ilarità dei più.

Facciamocene una ragione, allora, se la Francia ride di noi con la pizza Corona di Canal+: non è strafottenza, è pietà. Siamo i primi a far ridere il mondo per come spesso (s)comunichiamo le nostre eccellenze, al posto di trasmettere la voglia di scoprire l’Italia. Torniamo tutti sul pianeta Terra. Ce n’è un gran bisogno. Cin, cin.

Categorie
news news ed eventi

Coronavirus, Cotarella (Assoenologi): “Bere vino aiuta a igienizzare il cavo orale”

Bere vino aiuta a prevenire le infezioni, compresa quella del Coronavirus. Lo conferma Assoenologi, in un messaggio a tutto tondo sull’emergenza Covid-19 indirizzato alla stampa italiana di settore. A scrivere è il presidente Riccardo Cotarella, ben lontano dal volersi ergere al ruolo di medico. I consigli arrivano infatti in seguito a un  “confronto con importanti rappresentanti della comunità medica“, che a distanza di qualche giorno critica questa posizione, attraverso alcuni esponenti.

“In merito all’emergenza Coronavirus Covid-19 – scrive il numero uno dell’associazione degli enologi italiani – pervengono ad Assoenologi numerose richieste, da parte di soci ed altre categorie professionali, afferenti a diversi temi, fra i quali la contaminazione del vino, la contaminazione degli imballaggi, gli effetti limitanti del vino sull’azione del virus”.

“La sopravvivenza del virus nel vino – spiega Cotarella – appare impossibile in quanto la concomitante combinazione della presenza di alcol, di un ambiente ipotonico e della presenza di polifenoli, impedisce la vita e la moltiplicazione del virus stesso”.

“Assai remota, se non addirittura statisticamente inesistente, appare la contaminazione da imballaggi, anche in considerazione della breve vita del virus e dell’assenza di un potenziale ospite ‘biologico’ vivente”.

“Un consumo moderato di vino, legato al bere responsabile – aggiunge il rappresentante di Assoenologi – può contribuire ad una migliore igienizzazione del cavo orale e della faringe: area, quest’ultima, dove si annidano i virus nel corso delle infezioni”.

Tutti consigli, avverte sempre Riccardo Cotarella, da prendere “con la dovuta prudenza, per il fatto che si tratta di un virus nuovo”. Ma la notizia equivale a un piccolo spiraglio di luce, soprattutto per chi ha una cantina ben fornita a disposizione.

Categorie
news news ed eventi

Vinitaly 2020 sì o no: si decide entro il 30 marzo. Fivi spaccata in due, buyer diffidenti

Di sicuro, per ora, c’è solo la deadline del 30 marzo. Secondo fonti di WineMag.it, è questa la data entro la quale Veronafiere deciderà se confermare una volta per tutte le nuove date di Vinitaly 2020 (dal 14 al 17 giugno), oppure rimandare la più importante fiera del vino italiano al 2021, come hanno già fatto i tedeschi di Messe Düsseldorf con ProWein 2020. Tutto ciò per gli effetti dell’emergenza Coronavirus Covid-19.

A chiedere certezze non sono solo i buyer internazionali, sui quali Veronafiere sta investendo tempo e risorse, per convincerli a raggiungere Verona anche quest’anno. L’emergenza Coronavirus divide infatti anche i vignaioli Fivi. Sempre secondo fonti di WineMag.it, la Federazione sarebbe spaccata in due: fifty-fifty.

Perplessità che riguardano anche VinitalyBio 2020, cui aderiscono molti piccoli produttori. Le quote per accaparrarsi i posti disponibili nei padiglioni di Veronafiere sono state versate entro la metà di gennaio 2020.

L’ente fieristico non sembra intenzionato a restituirle, sperando di convincere il maggior numero di produttori possibili ad aderire all’edizione 2020. Gli organizzatori di Vinitaly stanno cercando di mettere in campo tutte le iniziative utili a rilanciare l’attenzione dei mercati internazionali sulle grandi eccellenze del Made in italy.

Con il grande obiettivo di garantire un evento all’altezza delle aspettative, anche a fronte dell’emergenza Coronavirus Covid-19. Quel che è certo è che la situazione attuale penalizza soprattutto i piccoli produttori che aderiscono al padiglione Fivi o al VinitalyBio.

In quest’ultimo caso, un banco condiviso da due aziende arriva a costare 1.800 euro + Iva, per 60 centimetri di spazio. Cosa succede se il compagno di fiera decide di non aderire all’edizione 2020? Il vignaiolo deve cercare un nuovo partner, con cui condividere la postazione.

Altrimenti gliene verrà assegnato uno da Veronafiere. L’ultima parola, anche sul fronte di eventuali rimborsi ai produttori, è attesa per la deadline del 30 marzo 2020. Sul fronte internazionale, del resto, si è attivata anche Stevie Kim (Vinitaly International) con un appello alle aziende a partecipare al 5StarWines.

L’AGGIORNAMENTO SULLA POSIZIONE DI FIVI

Categorie
Enoturismo

Coronavirus: 112 ristoranti ed enoteche di Milano e Pavia vogliono chiudere

Chiudere del tutto gli esercizi di somministrazione”, senza distinzioni: “Meglio un periodo di contenimento più severo, ma più limitato nel tempo”. Poi, un fondo d’emergenza per le imprese in difficoltà; cassa integrazione in deroga per i prossimi tre mesi per i dipendenti del settore; sospensione delle tasse per i prossimi 3 mesi, compresi quelli comunali, come il Cosap; infine, moratoria per il credito bancario e sospensione delle bollette.

Sono le richieste avanzate dai titolari di 112 esercizi di Milano e Pavia che si riconoscono nel Comitato Ristoratori Responsabili, in risposta alle disposizioni previste dal DPCM 8 Marzo 2020 per contenere l’epidemia Coronavirus Covid-19.

Destinatari della lettera aperta, della “massima urgenza”, sono il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Presidente della Regione Lombardia, il Ministro della Salute e il Sindaco della Città Metropolitana di Milano.

“Ci rendiamo tutti conto della gravità della situazione – scrivono i ristoratori – e siamo pronti a fare i sacrifici necessari, laddove siano dettati da logiche opportunità. La decisione di consentire l’apertura dei bar e ristoranti pone tuttavia delle grandi perplessità”.

Per la natura del servizio offerto da esercizi di somministrazione la richiesta di mantenere il metro di distanza interpersonale è praticamente impossibile da far rispettare. La promiscuità è ineliminabile tra personale di servizio e cliente e tra i clienti stessi anche nel caso si dispongano di tavoli delle misure adeguate”.

“Lasciare i gestori delle attività come baluardo di prevenzione del contagio che impongono la suddetta distanza a rischio di sanzione – continua il Comitato Ristoratori Responsabili – è un provvedimento che facciamo fatica a condividere”.

La maggior parte di questi esercizi opera nelle ore serali. Lasciare la possibilità di tenere aperto fino alle 18 crea una disparità significativa tra esercizi che lavorano durante il giorno e altri che lavorano prevalentemente la sera”.

“Mantenere gli esercizi aperti e raccomandare alla popolazione di non muoversi da casa propria equivale a condannare tali esercizi al fallimento. Non si contempla la possibilità di poter effettuare il delivery anche oltre le ore 18, misura questa che potrebbe almeno mitigare l’effetto crisi per alcune tipologie di attività”.

In sintesi, “nel miglior scenario possibile, l’inevitabile crollo degli incassi porterebbe alla chiusura e al licenziamento di molti addetti”, ammoniscono i titolari dei 112 esercizi di Milano e Pavia.

“Ci chiediamo pertanto – continua la lettera – se abbia senso chiudere tutto tranne i ristoranti e i bar. Se il fine ultimo è quello di evitare la socialità tout court, per quale motivo si vuole lasciare la possibilità di contatto e contagio in luoghi dove è intrinsecamente più difficile regolamentarla? Paradossalmente musei e cinema che devono rimanere chiusi hanno più possibilità di far rispettare le distanze regolamentando gli accessi”.

Siamo preoccupati come cittadini circa l’effettiva efficacia di misure prese a metà e come imprenditori della sopravvivenza delle nostre aziende. Chiediamo di essere ascoltati quanto prima e di lavorare insieme per trovare una soluzione più intelligente possibile”.

“Non affrontare questi nodi – aggiunge il Comitato Ristoratori Responsabili – porterebbe a una situazione di completa incertezza e probabili effetti negativi anche sul contenimento del contagio e una quasi certa emorragia di imprese che o licenziano in massa o soccombono senza poter più contribuire”.

Il mondo ci sta guardando –  concludono i ristoratori – cogliamo l’occasione per dimostrare a tutti che sappiamo rispettare le regole ed essere responsabili per la comunità. Non vorremmo in un futuro essere additati come coloro che hanno sacrificato il bene pubblico per il proprio orticello”.

Di seguito l’elenco delle attività commerciali che hanno firmato la lettera aperta: Peck, Milano; Trippa, Milano; Ratanà, Milano; Princi, Milano; Il Liberty, Milano; Røst, Milano; Spazio, Milano; Poporoya, Milano; Al Pont de Ferr, Milano; Ca-ri-co Milano; Dabass, Milano; Il Nemico, Milano; Infernot, Pavia; Cascina Vittoria, Pavia;  Vineria Eretica, Milano; Mestè, Milano; Antica Osteria del Mare, Milano; Onest, Milano; Botticella, Pavia; Bicerin, Milano.

E ancora: Fingers, Milano; Pastamadre, Milano; Kanpai, Milano; Bar Banco, Bar Elettrocadore, Milano; Nebbia, Milano; Wood Banco e Cucina, Milano; Deus Cafè, Milano; Shannara3, Milano; Shannara Ristorante, Milano; Taglio, Milano; Burbee Artisanal Burger&Beer, Milano; Loolapaloosa, Milano; Besame Mucho, Milano; Gialle&Co, Milano; Neta, Milano; Il Cavallante, Milano; Cibi di Strada, Pavia; Mandarin 2, Milano; Ciotto, Milano; *drinc, Milano.

La lista prosegue con Tàscaro, Milano; Ciz Cantina e Cucina, Milano; Cafè Gorille, Milano; Trattoria del Nuovo Macello, Milano; Tipografia Alimentare, Milano; Erba Brusca, Milano; Antica Osteria dei Sabbioni, Milano; Solo Crudo, Milano; Frigoriferi Milanesi, Milano; The Botanical Club, Milano; Elita Bar, Milano; 142 Restaurant, Milano; Trattoria dei Cacciatori, Peschiera Borromeo; Mu Dimsum, Milano; Gennaro Esposito, Milano; Pizza Bistrot, Milano.

Ancora: Trattoria Mirta, Milano; La Cantina di Franco, Milano; Caffè del Lupo, Milano; Esco Bistro Mediterraneo, Milano; 28 Posti, Milano; Altrimènti, Milano; Motelombroso, Milano; Flor, Milano; Fratelli Torcinelli, Milano; La Brisa, Milano; Trattoria del Gallo, Vigano di Gaggiano; Trattoria Angolo di Casa, Pavia; Dell’Angolo, Vittuone; Da Martino, Milano; Hygge, Milano; Ral Coctail Bar, Milano; Plaza Cafè, Milano; Osteria al Coniglio Bianco, Milano.

Nella lista: Bussarakham, Milano; Bullona, Milano; Vino al Vino, Milano; Upcycle Bike Cafè, Milano; Osteria della Madonna, Pavia; Hu Hancheng, Milano; Kandoo, Milano; Le Api Osteria, Milano; Ristorante Zibo, Milano; Insieme, Milano; Cantine Isola, Milano; La Ravioleria Sarpi, Milano; Manna, Milano; Sushi Kòboo, Milano; Asola e Gerri, Milano; Chinesebox, Milano; Bob, Milano; Aguasancta, Milano; Sine Ristorante Gastrocratico, Milano.

Infine: Nuova Arena, Milano; Torre degli Aquila, Pavia; Trattoria Caselle, Morimondo; Lon Fon, Milano; Osteria Nuovo Convento, Milano; Ta Hua, Milano; Locanda del Carmine, Pavia; Antica Mescita Origini, Pavia; Lacerba, Milano; Vinoir, Milano; Testina, Milano; Valhalla la Brace degli Dei, Milano; Vinyl Pub, Milano; Gelateria Vier Bar, Pavia; La Taverna Anzani, Milano; La Taverna Gourmet, Milano; Muzzi, Milano; Alvolo, Pavia; DistrEat, Milano.

Categorie
Enoturismo

Coronavirus: un terzo del Made in Italy agroalimentare nel decreto del governo

I territori delimitati dal nuovo Decreto pensato per arrestare la diffusione di Coronavirus (Covid-19) interessano la “food valley” italiana che garantisce l’approvvigionamento sui mercati nazionali ed esteri con la produzione di circa un terzo del Made in Italy agroalimentare. Dal latte alla carne, dai formaggi ai salumi, dal riso alla pasta, dalla frutta alla verdura fino al vino e alle conserve di pomodoro.

È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento al provvedimento noto come “DPCM 8 marzo 2020″ varato dal Governo per contenere l’emergenza Coronavirus, che introduce misure speciali per la regione Lombardia e 14 provincie di Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, dove si concentra il maggior valore della produzione nazionale alimentare di qualità (Dop/Igp).

“Per assicurare le necessarie forniture alimentari al Paese – dichiara il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – è importante che siano stati recepite nel decreto le nostre sollecitazioni al Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova per dare continuità alle attività produttive nelle campagne dove vanno seguiti i cicli stagionali, dalla semina alla raccolta e garantita la cura delle piante e l’assistenza e l’alimentazione degli animali allevati nelle stalle”.

“Fondamentali – continua Prandini – anche i mercati di vendita diretta, la trasformazione industriale e le consegne per la distribuzione commerciale. Piena disponibilità a collaborare con le autorità regionali e di governo per non compromettere la mobilità di merci e persone necessarie all’attività produttiva, nel rispetto delle norme di sicurezza”.

IL MINISTERO
“L’attività degli operatori addetti al trasporto è un’esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può entrare ed uscire dai territori interessati e spostarsi all’interno di essi, limitatamente all’esigenza di consegna o prelievo degli stessi prodotti”.

Questo il commento del ministro alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Teresa Bellanova in relazione all’articolo 1 del DPCM 8 marzo 2020. Bellanova si augura che le Linee Guida sulla movimentazione delle merci, siano messe a disposizione in maniera “auspicabilmente rapida”.

Obiettivo: dare risposte concrete “alle numerose richieste giunte nelle ultime ore dalle Associazioni di categoria del settore agroalimentare al Ministero”. “I prodotti agroalimentari – ha aggiunto Bellanova – possono entrare e uscire dai territori interessati dal decreto”.

Categorie
news news ed eventi

5StarWines Vinitaly 2020, Stevie Kim: “Trasformiamo la crisi Coronavirus in opportunità”

VERONA – A 12 giorni dalla scadenza del termine previsto per le aziende per iscrivere i propri vini al 5StarWine di Vinitaly 2020, Stevie Kim interviene invitando alla calma in merito all’allarme Coronavirus (Covid-19): “Bisogna trasformare la crisi in opportunità!”, sostiene la referente internazionale della fiera di Verona.

“Nella cultura asiatica – prosegue Kim – la parola ‘crisi’ è composta da due caratteri: quello del pericolo e quello dell’opportunità. Confermando le date di 5StarWines (le stesse di Vinitaly 2020, in programma dal 14 al 17 aprile, ndr) non ci arrendiamo di fronte all’emergenza in corso, ma la sfruttiamo per offrire servizi ancora più articolati per quanti si iscriveranno alla nostra selezione”.

Quali? “Maggiore visibilità durante Vinitaly 2020, servizi dedicati, inserimento delle etichette nella Vintaly App e altre sorprese”, risponde Stevie Kim. Servirà l’appello per accrescere la fiducia dei produttori?

Categorie
news news ed eventi

Coronavirus e vino, ritorno alla normalità a Vo’: riapre il Consorzio Colli Euganei

Il Consorzio Tutela Vini Colli Euganei ha riaperto questa mattina, dopo una settimana di chiusura imposta dall’allarme Coronavirus. Un “ritorno alla normalità“, come lo definiscono i dipendenti, che assume un significato importante per tutta la filiera del vino italiano. L’ente ha infatti sede a Vo’, paesino alle porte di Padova finito agli onori delle cronache internazionali per il focolaio di Covid-19 più numeroso in Italia (88 casi accertati).

Per i 6 dipendenti del Consorzio, distribuiti su tre diversi uffici, sono stati giorni difficili. In contatto diretto con l’Asl resta solo l’enologo, residente in Trentino: nessun sintomo, come dimostrano le costanti rilevazioni della temperatura, richieste dalle autorità sanitarie competenti in materia.

La situazione, secondo quanto racconta a WineMag.it Lisa Chilese, responsabile Promozione del Consorzio Tutela Vini Colli Euganei, è quella di un “sostanziale ritorno alla normalità“. “Le prime avvisaglie – sottolinea Chilese – si sono verificate nel pomeriggio di venerdì 21 febbraio, durante un incontro con i produttori, proprio qui in Consorzio”.

Stavamo programmando le fiere, gli eventi e la promozione delle attività, quando qualcuno ha iniziato a ricevere sul cellulare le prime notizie relative al Coronavirus. All’inizio abbiamo tutti sorriso, ma nel giro di un’ora e mezza la situazione è precipitata: uscendo dal Consorzio abbiamo trovato i bar chiusi e le prime transenne”

“Sono rientrata in Consorzio – racconta Lisa Chilese – per recuperare il computer e poter continuare a comunicare da casa con le aziende. Sino ad oggi abbiamo cercato di farci sentire il meno possibile, per non alimentare questa bolla mediatica gonfiata alla grandissima, nostro malgrado”.

Oggi la riapertura della sede consortile. “Venerdì 28 febbraio è arrivata l’attesa autorizzazione del Prefetto, che si è mantenuto in stretto contatto con il Consorzio e sta continuando a monitorare la situazione. A Vo’ è tornata la serenità: la gente gira per strada, senza mascherina, con il sorriso a 32 denti stampato! La mia collega Lorella, questa mattina, ha portato un mazzo di bellissime mimose, perché è già primavera sugli Euganei!”.

“Si può dire che il paese sia tornato finalmente alla normalità – commenta ancora Lisa Chilese a WineMag.it – il dramma e il panico sembrano superati. Vo’ sembra ancora attrezzato per una gara ciclistica, con le transenne ancora presenti in alcuni punti. Ma molte persone sono state autorizzate a entrare e uscire, per lavoro”.

Quali conseguenze per le cantine? “A un produttore – risponde la responsabile del Consorzio Tutela Vini Colli Euganei – sono stati respinti i vini inviati all’estero, perché i clienti pensavano erroneamente che la merce potesse veicolare il virus. Ma le aziende più strutturate hanno continuato a lavorare, nella quasi totale normalità”.

Una chat privata, tra Consorzio e produttori, tiene costantemente informati gli associati all’ente sull’evolversi della questione. Vo’ resta chiuso ancora fino a venerdì, in un Veneto che non vede l’ora di tornare a pieno regime.

Lo dimostra, non a caso, la conferma delle date di Vinitaly 2020 da parte di Veronafiere. Lo slittamento delle date di ProWein 2020, posticipata a data da definirsi da Messe Düsseldorf, non dovrebbe avere riflessi sulla più importante fiera del vino italiano.

A Verona vengono smentite voci di accordi possibili tra i due enti fieristici, mentre si fa largo l’ipotesi di una ProWein Trade Fair nel mese di maggio 2020. Un’opzione più probabile, al momento, dei mesi di giugno o luglio.

Categorie
news news ed eventi

Anteprima Sagrantino: modulo “anti propagazione Coronavirus” per i giornalisti

MONTEFALCO – “Al fine di permettervi di godere al meglio, nella piena sicurezza, l’evento Anteprima Sagrantino, organizzato dal Consorzio Tutela Vini Montefalco, inviamo in allegato un modulo da firmare (disponibile anche cartaceo presso il Consorzio Tutela Vini Montefalco) come da richiesta del Comune di Montefalco (PG) in via precauzionale, sulla base delle ultime disposizioni varate dal Consiglio dei Ministri (ordinanza https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/02/22/20A01220/sg ). Grazie per la collaborazione”. È quanto si legge in una mail invitata a tutti i giornalisti che da oggi, domenica 23 febbraio 2020, a martedì 25 febbraio 2020, parteciperanno al programma di Anteprima Sagrantino 2020. Il Consorzio di Tutela umbro recepisce così le disposizione del Ministero, per evitare la propagazione del Coronavirus (Covid-19). Riportiamo di seguito la missiva.

“Il sottoscritto……….

  • Dichiara di non aver avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva COVID-19 (comunemente conosciuta come Coronavirus)
  • di aver avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva COVID-19 (comunemente conosciuta come Corona Virus) indicare eventualmente da quanti giorni___________
  • di non aver, negli ultimi quattordici giorni, fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato nelle aree della Cina interessate dall’epidemia (malattia infettiva diffusiva COVID-19), come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanita’, e in tutte le altre aree interessate dall’epidemia (malattia infettiva diffusiva COVID-19) come indicate dall’Organizzazione mondiale della sanità e dai comuni italiani del pari interessati dall’epidemia (malattia infettiva diffusiva COVID-19)
  • di aver, negli ultimi quattordici giorni, fatto ingresso in Italia con provenienza da o dopo aver soggiornato nelle aree della Cina interessate dall’epidemia (malattia infettiva diffusiva COVID-19), come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanita’, e in tutte le altre aree interessate dall’epidemia (malattia infettiva diffusiva COVID-19) come indicate dall’Organizzazione mondiale della sanità e provenire o essere residente in comuni italiani del pari interessati dall’epidemia (malattia infettiva diffusiva Covid-19)
In caso di risposta positiva (di aver) indicare di seguito nel dettaglio la data di ingresso nel
territorio del Comune e le strutture a cui si è avuto accesso: ___________
Dichiaro di essere informato che, i dati personali raccolti vengono trattati dall’Autorità competente per motivi di interesse pubblico, ai sensi del regolamento (UE) 2016/679, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di protezione dei dati personali, ivi incluse quelle relative al segreto professionale, e in relazione al contesto emergenziale in atto. (luogo e data) ________ – Il/la dichiarante_______”.
Categorie
news news ed eventi

Coronavirus, niente paura alla ProWein 2020: “Assicurata la massima sicurezza”

Niente paura per l’allarme Coronavirus (Covid-19) alla ProWein Trade Fair 2020 di Düsseldorf. La fiera, in programma dal 15 al 17 marzo nei padiglioni Messe Düsseldorf GmbH, si svolgerà senza intoppi. “È certo: espositori, visitatori e giornalisti possono aspettarsi un alto livello di igiene, sicurezza e buone cure mediche presso la fiera di Düsseldorf come al solito”, assicura a WineMag.it Michael Degen (nella foto) direttore esecutivo di Messe Düsseldorf GmbH.

“La sicurezza dei nostri clienti, ospiti e partner – continua – è sempre la nostra massima priorità. Questo vale anche per l’attuale Coronavirus Covid-19. Prendiamo molto sul serio tutte le preoccupazioni su questo problema. Messe Düsseldorf segue da vicino gli sviluppi attuali ed è in contatto diretto con le autorità sanitarie”.

Tutti i preparativi per la ProWein 2020 procedono come previsto. “Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il Robert Koch Institute e le autorità tedesche – riferisce ancora Degen a WineMag.it – il rischio di infezione da questo nuovo patogeno in Germania è attualmente molto basso“.

“Le strutture mediche del centro espositivo di Düsseldorf hanno sempre le informazioni più recenti e sono ben preparate. Ulteriori informazioni relative alle precauzioni di sicurezza sono disponibili online: https://bit.ly/2ViaYFB“. Nessun imprevisto, dunque, neppure nel padiglione dedicato alla Cina.

Del resto, la posta in palio alla ProWein di Düsseldorf è altissima. I dati dell’edizione 2019 parlano chiaro. Più di 6.900 espositori provenienti da 64 nazioni hanno partecipato all’International Trade Fair tedesca. Oltre 61.500 visitatori professionali provenienti da tutto il mondo hanno approfittato di quest’offerta, unica nel suo genere.

Exit mobile version