“Il settore dei pubblici esercizi come nessun’altro si basa sulla socialità, ad oggi negata. Ecco perché è indispensabile incentivare il delivery e il take away anche attraverso una politica fiscale mirata. Così come è necessario abbattere il cuneo fiscale a carico delle imprese per cercare di tutelare le professionalità presenti nel settore” – con queste parole Maurizio Pasca, Vicepresidente di Fipe – Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, si è espresso in un intervento che guarda sia al presente che al futuro tenuto di fronte alla X Commissione del Senato della Repubblica.
Un messaggio alla politica affinché intervenga per sostenere e rilanciare un settore composto da centinaia di migliaia di micro imprese, in molti casi a conduzione familiare, che con il loro giro d’affari da 90 miliardi di euro rappresentano una delle componenti essenziali dell’offerta turistica nazionale.
“Parallelamente – afferma Pasca – il legislatore deve adottare regole comuni per tutti coloro che fanno ristorazione nel nostro Paese: criteri di ingresso e permanenza minimi nel mercato, parametri minimi di solidità finanziaria, qualificazioni professionali reali per un settore che identifica più di ogni altro il Made in Italy. Servono, insomma, standard uniformi di qualità per tenere il mercato al riparo dagli improvvisati e dalla concorrenza sleale”.
Indicazioni precise anche in materia fiscale: “Chiediamo l’esenzione dal pagamento dell’Imu per tutte le attività di ristorazione e intrattenimento per l’intero 2020, la distribuzione di finanziamenti a fondo perduto ai locali, come le discoteche, tutt’oggi impossibilitati a riaprire, la riduzione del peso fiscale delle imposte locali, Tosap, Cosap e Tari, per quest’anno e per il 2021 a tutti i pubblici esercizi. Si tratta di Interventi necessari per accompagnare l’intero settore nella ripresa dopo il disastro determinato dal Covid-19″.
“Senza un intervento poderoso – conclude Pasca – lo Stato si ritroverà a fare i conti con una sensibile riduzione del gettito fiscale, determinato dalla morte di decine di migliaia di imprese. Oltre a un salvagente immediato da lanciare agli imprenditori, ribadiamo quanto sia necessario un ripensamento ad ampio raggio che tenga conto del deterioramento economico e di una ridotta capacità di spesa da parte dei cittadini”.
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