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PrimAnteprima 2020: i migliori assaggi di Maremma, Orcia e Chianti Rufina

FIRENZE – Come consuetudine è stata PrimAnteprima 2020 ad aprire la settimana delle Anteprime di Toscana alla Fortezza da Basso, Firenze. Vetrina multi-denominazione e multi territoriale, PrimAnteprima raccoglie le maggiori Doc e Docg ed è occasione per fare il punto su denominazioni come Maremma, Orcia e Chianti Rufina.

I numeri fanno ben sperare. Bene il mercato estero dei vini Toscani, che copre il 19% dell’export nazionale di vini Dop fermi (quota che sale al 26% se si considera il valore). Export che è cresciuto del 3% nei primi 10 mesi del 2019 nonostante le incognite “dazi“, “Brexit” e “Coronavirus“.

Numeri che confermano la forza commerciale del Brand “Toscana”. Forza che nasce da un territorio, il “Vigneto Toscana“, in cui il 96% degli ettari vitati (56.000 su un totale di 59.000) risulta destinato a denominazioni certificate contro un dato nazionale medio del 62%.

Cinquantadue Dop e 6 Igp che con la vendemmia 2019 hanno prodotto 2,6 milioni di ettolitri. Un +11% rispetto al 2018 in controtendenza rispetto al -19% nazionale.

A sostegno della produzione Toscana la sempre maggiore attenzione alle denominazioni, come la recente nascita dell’Orcia Doc o il neonato Consorzio Vino Toscana Igt, progetti legati all’enoturismo come legame fra bellezza territoriale e viticoltura e le iniziative promozionali legate alle Wine Week prima fra tutte proprio quella delle Anteprime di Toscana.

I MIGLIORI ASSAGGI DI WINEMAG.IT

Numeri, progetti e mercato in crescita. Come si traduce tutto questo “nel calice”, unico vero metro di giudizio del vino? Di seguito gli assaggi (sempre e rigorosamente alla cieca) che più hanno convinto.

MAREMMA TOSCANA DOC

Una Denominazione in crescita che si attesta al terzo posto per superficie fra le Denominazioni Toscane. Superficie vitata sulla quale cresce la presenza del Vermentino che con la vendemmia 2019 rappresenta il 28% della quantità imbottigliata nella Doc.

Ciò nonostante sono solo 6 i campioni di bianco presentati a PrimAnteprima 2020. Orfani in un mare di rossi in cui la “quota internazionale” dei tagli tende a farsi sentire.

Se per ‘estero’ intendiamo fuori dalla provincia di Grosseto andiamo bene!” afferma il Presidente del Consorzio Francesco Mazzei rispondendo alla nostra domanda sulle prospettive di mercato Italia/Estero.

Frase che sintetizza molto bene la difficoltà della Maremma a farsi conoscere e riconoscere sui mercati.

  • Maremma Toscana Doc Vermentino 2019 – Tenuta Moraia
  • Maremma Toscana Doc Alicante 2018 “Oltreconfine Grenache” – Azienda Agricola Bruni
  • Maremma Toscana Rosso Doc 2017 – Berretta
  • Maremma Toscana Rosso Doc 2018 “Bramaluce” – Terenzi
  • Maremma Toscana Rosso Doc 2016 – Rocca di Frassinello
  • Maremma Toscana Rosso Doc 2013 “San Michele” – Poggio L’Apparita
  • Maremma Toscana Rosso Doc 2015 “Prelius” – Castelprile-Prelius
  • Maremma Toscana Doc Cabernet Sauvignon 2016 “Il Cucchetto” – Fattoria il Casalone
  • Maremma Toscana Doc Cabernet Sauvignon 2016 “Lodai” – Tenuta Fertuna

ORCIA DOC

Denominazione nata nel 2000 e con una produzione che si assesta intorno alle 300 mila bottiglie (figlie di 153 ettari vitati su un potenziale di 400) l’Orcia sembra non aver ancora trovato un proprio filo conduttore.

È quanto emerge dal tasting di PrimaAnteprima, degustazione nella quale i campioni non sembrano parlare tutti la stessa lingua. Ecco quelli più convincenti.

  • Orcia Sangiovese Doc 2018 “Troccolone” – Campitoni Marco
  • Orcia Sangiovese Doc Riserva 2016 “Il Tocco” – Campotondo
  • Orcia Doc 2016 “Leone Rosso” – Donatella Cinelli Colombini
  • Orcia Doc 2016 “Cenerentola” – Donatella Cinelli Colombini
  • Orcia Sangiovese Doc 2015 “Sesterzo” – Poggio Grande
  • Sangiovese Toscana Igt 2016 “Frasi” – Capitoni Marco

CHIANTI RUFINA DOCG

Assaggi di prospettiva per il Rufina, tanto per l’annata 2018 che per le riserve.

  • Chianti Rufina Docg 2018 – Podere al Pozzo
  • Chianti Rufina Docg 2018 “La Fuga” – Borgo Macereto
  • Chianti Rufina Docg Riserva 2017 – Podere al Pozzo
  • Chianti Rufina Docg Riserva 2017 “Vigneto Quona” – I Veroni

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Presentato il Consorzio Vino Toscana Igt

Il Consorzio Vino Toscana Igt si è presentato oggi, in occasione di PrimAnteprima 2020 alla Fortezza da Basso di Firenze. “Toscana – sottolinea il presidente Cesare Cecchi – è una parola potentissima che ci fa riconoscere in Italia nel mondo. Il nostro scopo è mettere sotto lo stesso tetto i grandi vini toscani Igt”.

“Numeri Impressionanti – aggiunge – stante il numero di realtà che già hanno aderito. Un progetto nato sei mesi fa che si racconta attraverso il suo logo: Un grappolo d’uva a forma di regione Toscana”. Ma non solo.

Gli acini del grappolo sono infatti dei piccoli cerchi uguali fra loro e fra loro interconnessi. Come gli ingranaggi di un meccanismo. Come il motore di un orologio. il simbolismo è chiaro: ogni membro del Consorzio è uguale agli altri, aiuta gli altri e da gli altri è aiutato.

Una realtà, quella dell’Igt Toscana quantomai varia. Territori diversi e vitigni diversi. “Oltre 2000 produttori ed oltre 1400 imbottigliatori” come sottolinea Ilio Pasqui, presidente dell’Ente di Certificazione TCA – istituto delegato ai controlli del neonato Consorzio.

Realtà diverse che hanno punti di vista diversi. Ed è per via di queste diversità che, come afferma l’Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi “occorre oliare le rotelle di quel meccanismo. Concentrasi sugli aspetti di Governance senza lasciare fuori nessuno”.

D’altra parte le analisi condotte da Wine Monitor Nomisma, qui rappresentato da Evita Gandini, parlano chiaro. Sulla base di un campione in grado di rappresentare il 95% delle bottiglie prodotte (di cui più del 30% appartenente al Consorzio) emerge come tanto la percezione del consumatore quanto la risposta del mercato sia forte per il vini rossi toscani non-Dop.

Un incremento di oltre il 126% (il rossi toscani Dop si “fermano” al +76%). Terza regione italiana per export di vino rosso (in valore) dove si avverte un calo delle vendite solo per le bottiglie di valore inferiore ai 5€. Crescita in mercati strategici come UK (+26,7%, forte dell’effetto Brexit), Cina (+5,4%), Svizzera (+3,1%), Canada (+3,1%) e USA (+1,7%).

Secondo lo studio occorre quindi puntare su USA e Cina (Rispettivamente con un +29% e +18% di aspettative di crescita) sfruttando leve come il binomi Vino&Turismo (74%) e Cibo&Vino (13%) o sfruttando la spinta del Bio (10%).

Secondo Gianni Zipoli, direttore di Cantina Leonardo da Vinci, il punti di forza del neonato consorzio sono nella sua territorialità e nell’importanza stesse dell’essere “consorzio” e quindi voce corale per dare valore al vino in un’ottica di maggiore remunerazione per la filiera.

Gli fa eco Lamberto Frescobaldi che con un gioco di parole afferma “mi stupisco che ci si stupisca”. In questo la consapevolezza di come il vino Igt Toscana sia sempre esistito (sotto forma di vino da tavola) e come abbia sempre saputo produrre grandi eccellenze poi balzate agli onori della cronaca come Sassicaia o Tignanello.

“L’Igt è un vino estremamente democratico – prosegue Frescobaldi – perché se non è buono non va. Non vende. Senza potesi difendere dietro ad un nome altisonante”.

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