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Il Consorzio Vini Venezia rielegge Giorgio Piazza e punta alla crescita dell’export

l Consorzio Vini Venezia rielegge presidente Giorgio Piazza e punta alla crescita dell'export
Giorgio Piazza
è stato riconfermato presidente del Consorzio Vini Venezia. Accanto al titolare dell’omonima azienda agricola siederanno nel ruolo di vicepresidenti Franco Passador (Vi.V.o Cantine) e Mauro Stival (Moletto Vini). Il nuovo consiglio di amministrazione sarà rappresentato inoltre da Andrea Masat (Ornella Bellia)
, Simone Cecchetto (Ca di Rajo), Brino Antonio (Cantina sociale di Tezze di Piave), Manfredo di Porcia e Brugnera (Principi di Porcia), Alberto Nadal (Az. Agr. Enologo Valerio Nadal) e Raffaele Foglia (Tenuta Planitia).

Il Consorzio, annuncia l’ente in una nota, lavorerà nel prossimo triennio «mantenendo e rafforzando in prospettiva la posizione raggiunta in questi anni, valorizzando le cinque denominazioni Malanotte del Piave Docg, Lison Docg, Piave Doc, Venezia Doc e Lison-Pramaggiore Doc». «Grazie all’impegno congiunto dei produttori e membri del consiglio – continua il Consorzio Vini Venezia – abbiamo ottenuto risultati significativi negli anni passati, ponendoci per il futuro un più ampio respiro internazionale attraverso iniziative mirate nei principali paesi target».

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La Villa, il Vino e Venezia: viaggio alla scoperta delle ville e dei vini della Serenissima


Il Consorzio Vini Venezia lancia “La Villa, il Vino e Venezia: un viaggio alla scoperta dei territori della Serenissima“, insieme all’Associazione Ville Venete. Una kermesse che si ripeterà per tre domeniche di novembre in tre differenti Ville Venete, dando la possibilità ai partecipanti di scoprire il file rouge che unisce da sempre il vino alla Villa. Gli appuntamenti si svolgeranno domenica 5 novembre presso Villa Tiepolo Passi a Carbonera (TV), domenica 12 novembre prezzo Villa Widmann Rezzonico Foscari a Mira (VE) e domenica 19 novembre presso Villa Reichsteiner a Piavon di Oderzo (TV).

Tre appuntamenti autunnali che coniugheranno l’eterna bellezza delle Ville Venete, con degustazioni guidate dei vini delle denominazioni DOC Piave, DOC Lison Pramaggiore, DOC Venezia, DOCG Malanotte e DOCG Lison e ai vini provenienti dai vitigni autoctoni quali Tai (“Lison”), Raboso, Refosco e Incrocio Manzoni. Winetasting che si svolgeranno in collaborazione con Ais Veneto, alla scoperta della grande arte del passato finalmente vissuta in chiave di convivialità e cultura contemporanea.

«L’evento la Villa, il Vino e Venezia -spiega Giorgio Piazza, presidente del Consorzio Vini Venezia – rappresenta un’occasione di valorizzazione sia per le denominazioni tutelate dal nostro Consorzio sia per esaltare il patrimonio artistico-culturale delle Ville Venete. Gli appuntamenti saranno infatti dedicati a delle degustazioni guidate che si svolgeranno in seguito alle visite in villa. Vogliamo consentire al pubblico sempre numeroso di vivere un’esperienza davvero unica e più completa possibile, con un focus sulla tradizione enologica del territorio e sull’importanza storico-artistica delle Ville Venete».

LA VILLA, IL VINO E VENEZIA 2023

Per partecipare all’evento sarà necessario iscriversi tramite la piattaforma Eventbrite. Il costo del ticket è di 15 euro, quota comprensiva per la visita guidata in Villa e una degustazione guidata delle denominazioni del Consorzio Vini Venezia. La quota sarà devoluta alla singola Villa Veneta. Gli orari delle tre visite guidate alla Villa a cui seguirà degustazione guidata dei vini appartenenti al territorio sono i seguenti:

Domenica 5 novembre Villa Tiepolo Passi a Carbonera (TV)
Dalle 9:30 alle 11:30 (60’ visita guidata, 60’ degustazione guidata)
Dalle 11:30 alle 13:30 (60’ visita guidata, 60’ degustazione guidata)
Dalle 15:00 alle 17:00 (60’ visita guidata, 60’ degustazione guidata)

Domenica 12 novembre Villa Widmann Rezzonico Foscari a Mira (VE)
Dalle 9:30 alle 11:30 (60’ visita guidata, 60’ degustazione guidata)
Dalle 11:30 alle 13:30 (60’ visita guidata, 60’ degustazione guidata)
Dalle 15:00 alle 17:00 (60’ visita guidata, 60’ degustazione guidata)

Domenica 19 novembre Villa Rechsteiner a Piavon d’Oderzo (TV)
Dalle 9:30 alle 11:30 (60’ visita guidata, 60’ degustazione guidata)
Dalle 11:30 alle 13:30 (60’ visita guidata, 60’ degustazione guidata)
Dalle 15:00 alle 17:00 (60’ visita guidata, 60’ degustazione guidata)

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Consorzio Vini Venezia: Pinot Grigio 2022 verso lo stoccaggio

Domani l’assemblea dei soci del Consorzio Vini Venezia voterà a favore dello stoccaggio di una parte della nuova produzione di Pinot grigio (eccetto quella biologica). Saranno vincolate circa 20 quintali per ettaro di tutte le produzioni idonee alla rivendicazione della Pinot grigio Doc Venezia.

La decisione dovrà poi essere approvata dalla Regione Veneto,  prima della vendemmia precoce che inizierà il 22-23 agosto. Il Consorzio Vini Venezia non è la prima realtà in Europa che ha scelto di imboccare questa strada.

Gli oltre 150 viticoltori della Gironda, il dipartimento francese dove si trova Bordeaux, starebbero addirittura valutando di estirpare 20 mila ettari di vigna allo scopo di ridurre la produzione.

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Feelvenice 2022: il patrimonio enologico veneziano in degustazione

Dopo il grande successo delle precedenti edizioni torna Feelvenice, il piccolo ma ricercato evento che celebra la ricchezza enologica dell’area di Venezia. Sabato 2 luglio 2022 all’interno dello splendido giardino in fiore del Convento dei Carmelitani scalzi il Consorzio Vini Venezia, promotore dell’evento, accoglierà i visitatori per portali alla scoperta dei vini provenienti dalle 5 denominazioni consortili.

Protagonisti indiscussi della manifestazione saranno le referenze prodotte dalla Doc Piave, Doc Lison Pramaggiore, Doc Venezia, Docg Malanotte e Docg Lison. Denomincaizone che il pubblico di wine lovers ed esperti potrà degustare a partire dalle ore 14:00.

Per tutti gli appassionati saranno inoltre organizzate 3 degustazioni guidate (su prenotazione e a numero chiuso), in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier Veneto – Delegazione di Venezia. I partecipanti saranno condotti alla scoperta della storia e delle caratteristiche della Venezia Doc, del Lison Docg e del Malanotte del Piave Docg.

FeelVenice è anche una giornata dedicata all’arte e alla cultura enologica. Durante la giornata, infatti, la chiesa seicentesca del Convento e l’antico Brolo saranno eccezionalmente aperti al pubblico che potrà andare alla scoperta del meraviglioso vigneto-collezione. Una biodiversità viticola sita nel giardino che racchiude più di 20 varietà recuperate da diversi orti e giardini veneziani.

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Acqua alta a Venezia: salvo per 6 centimetri il vigneto dei Carmelitani Scalzi

VENEZIA – Se non è un miracolo, poco ci manca. Si è salvato per soli 6 centimetri il vigneto del Giardino Mistico dei Carmelitani scalzi di Venezia. Una notizia che giunge a emergenza acqua alta ormai rientrata in Laguna.

Il brolo (antico nome dell’orto con giardino e vigneto) custodisce alcune varietà di vite ancora sconosciute ed è noto anche per la produzione della rara e curativa Acqua di Melissa. Si estende ai piedi del complesso di Santa Maria di Nazareth, in un’area adiacente al convento dei Carmelitani Scalzi. L’affaccio sul Canal Grande è diretto, a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Santa Lucia.

Qui i frati si dedicano con costanza alla viticultura, come raccontato nel libro “Il vino nella storia di Venezia”, edito da Biblos. Un luogo ormai sotto l’egida del Consorzio Vini Venezia, che realizza il vino utilizzato dai frati per lo svolgimento della messa, acquistabile nel piccolo negozio del Convento.

Dal 2010, con il contributo del professor Attilio Scienza e assieme all’Università di Padova e di Milano e al Cra-Vit di Conegliano, l’ente presieduto da Giorgio Piazza ha dato vita all’ambizioso progetto di recupero della biodiversità vitivinicola a Venezia.

Oltre al Giardino Mistico, contribuisce all’iniziativa il vigneto situato sull’isola di Torcello, all’interno della tenuta privata Baslini, anch’esso risparmiato dall’acqua alta. Grazie al materiale raccolto, è stata creata una banca genetica delle varietà presenti nel territorio veneziano, individuate tramite l’analisi del Dna.

Dall’avvio del progetto sono state catalogate ben 30 varietà, di cui ancora tre risultano ancora sconosciute. Raboso Piave, Friulano, Incrocio Manzoni, Pinot, Refosco dal Peduncolo rosso, Cabernet, Merlot, Verduzzo trevigiano e friulano, Chardonnay e Malvasia istriana sono solo alcune delle varietà sin ora mappate.

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Malanotte sì: alla scoperta della Docg del Piave, con l’Unno 2010 di Antonio Facchin

Cosa ci fa un Unno a cavallo, sulla “cavalchina” di Borgo Malanotte? A guardar bene, non potrebbe esserci immagine migliore per descrivere il carattere irruento del Raboso Piave, vitigno con cui è possibile produrre – unito al Raboso Veronese – la prima Docg a bacca rossa della provincia di Treviso. Si tratta della Malanotte Docg, nota anche come Piave Malanotte Docg. Quell’Unno, sull’etichetta del vino simbolo della cantina Antonio Facchin, è nientemeno che il re Attila.

Il valoroso e temibile “Flagello di Dio”, secondo la leggenda, attraversò la pianura del Piave passando per Tezze di Piave, frazione del piccolo borgo di Vazzola (TV). È qui che si erge Borgo Malanotte, un vero e proprio museo a cielo aperto che deve il nome alla famiglia trentina di mercanti di lana “Malanotti” o “Malenotti”, che ci visse nel Seicento.

L’epoca d’oro, segnata dalle sfarzose (e discusse) feste notturne orchestrate dall’ultima abitante, Camilla, è finita. Oggi Borgo Malanotte è diventato il cuore geografico dell’omonima Docg, fortemente voluta da un manipolo di vignaioli intenzionati a valorizzare al massimo la straordinarietà del Raboso.

Poche regole ma chiare per la Denominazione di origine controllata e garantita divenuta realtà nel 2010, sotto il “cappello” del Consorzio Vini Venezia. Due vitigni, il Raboso del Piave o il Raboso Veronese; appassimento delle uve in pianta o sui graticci, per un minimo del 15% e un massimo del 30%, in modo da distendere tannini e struttura degna dell’Unno Attila.

Infine, commercializzazione possibile solo a partire da 3 anni dalla vendemmia, dopo 12 mesi di sosta in legno grande o barrique e 4 mesi di bottiglia. Il resto lo fa lo stile del vignaiolo o della cantina produttrice.

“Malanotte del Piave – spiega Stefano Quaggio (nella foto sotto) direttore del Consorzio Vini Venezia – è una delle due Docg tutelate dal Consorzio Vini Venezia, assieme al Lison Docg. Si tratta di un e vero e proprio prodotto di nicchia. Lo scorso anno sono state imbottigliate circa 40 mila bottiglie di Malanotte”.

Il trend è positivo per questa piccola Docg veneta. “Abbiamo notato che di anno in anno cresce l’interesse dei produttori nei confronti di questa tipologia, che per tutte le cantine rappresenta il top di gamma. A dare una spinta decisiva alle vendite è l’estero. Non a caso, il prossimo anno il Consorzio Vini Venezia sarà presente al VinExpo di Hong Kong: il mercato cinese si sta rivelando una piazza importante per i nostri produttori”.

I prezzi del Malanotte del Piave Docg risultano interessanti per i buyer internazionali, soprattutto se si considera la tipologia: si spazia dai 16 ai 30 euro medi a scaffale, per un vino rosso che subisce un affinamento minimo di 3 anni in cantina. L’obiettivo è quello di crescere ancora, in valore.

La superficie vitata è invece ben circoscritta dall’areale della Doc Piave. “La cosa interessante – evidenzia ancora Quaggio – è che ogni anno i produttori cambiano, decidendo se produrlo o meno. Ad oggi non sono mai stati più di venti all’anno. Chi crede nel Raboso del Piave e nella sua massima espressione, generalmente produce Malanotte”.

Rispetto al Raboso Doc, la Docg presenta regole di produzione ben più rigide. Non solo sul fronte della vinificazione e dell’affinamento minimo in cantina, ma anche su quello delle rese. Non si possono superare i 120 quintali per ettaro.

“Non è semplice contenere il Raboso – sottolinea ancora il direttore del Consorzio Vini Venezia – dal momento che è un vitigno molto produttivo. Basti pensare che i grappoli maturi pesano circa 1 chilogrammo ciascuno ed è un attimo riempire una cassetta”.

Vignaioli come Antonio Facchin (Antonio Facchin & Figli), Antonio Bonotto (Bonotto Delle Tezze) e Marino Cecchetto (Ca’ di Rajo), desiderosi di produrre un Raboso del Piave di qualità superiore, hanno avviato in zona la pratica dell’appassimento, divenuta nel 2010 uno dei punti cardine del rigido disciplinare della Docg Malanotte.

L’UNNO 2010 DI ANTONIO FACCHIN: LA DEGUSTAZIONE (95/100 WineMag.it)

Tra le etichette più rappresentative della Docg c’è senza dubbio l’Unno 2010 di Antonio Facchin, degustato da WineMag.it in occasione di Feel Venice 2019. La rassegna enogastronomica, andata in scena a Venezia il 5 ottobre, ha visto protagoniste le cinque Denominazioni del vino “veneziano”.

Doc Venezia, dunque, accanto a Doc Piave, Doc Lison-Pramaggiore, Lison Docg e, appunto, Malanotte del Piave Docg. Tra diversi assaggi di annate più recenti e ancora condizionate dal legno, l’Unno 2010 di Antonio Franchin è quello che garantisce, al momento, il migliore compromesso tra terziari e tipicità del Raboso.

Nel calice, il vino si presenta di un rosso rubino pieno, mediamente trasparente, luminoso. Buona la densità. Naso intenso, in cui l’Unno si esprime su note di lamponi e ribes che fanno da contraltare a una speziatura elegantissima.

Il quadro, complesso, si allarga a note di corteccia, resina e aghi di pino. Ma anche a tracce di macchia mediterranea (rosmarino) e fumo. In bocca, splendido sottofondo salino su cui si dipana una trama di frutta rossa croccante.

Un vino che diventa da mordere in centro bocca, dove l’Unno 2010 si fa succoso e irresistibile nella beva. Chiusura asciutta, di gran pulizia, su un tannino presente ma non disturbante. Capitolo a parte per l’alcol: i 15% vol. risultano incredibilmente integrati, rendendo la bottiglia “pericolosa” come una torta per un bambino goloso.

Quanto alla vinificazione, la raccolta delle uve avviene a mano, tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre, dai filari allevati a Capovolto e Bellussi (nota anche come “Bellussera“, nella foto sopra).

La macerazione sulle bucce avviene secondo i procedimenti più innovativi. Seguono svinatura e diversi travasi. Il 30% delle uve viene sottoposto ad appassimento naturale sui graticci e viene pigiato solo a fine gennaio.

L’affinamento minimo è di 24 mesi in acciaio e di 36 mesi in botte grande, per l’80% Rovere Allier (quercus sessilis) e per il 20% di Slavonia. Prima della commercializzazione, l’Unno affina per 12 mesi in bottiglia.

A TAVOLA CON L’UNNO E IL “PICCANTINO” TOMASONI

Per l’abbinamento dell’Unno 2010 di Antonio Facchin, doveroso ricorrere al territorio, ma con una proposta accattivante. Quella che offre il Caseificio Tomasoni col suo “Piccantino“, al di là del logico pairing con le carni carni rosse e la cacciagione.

Si tratta della “forma” eletta “Miglior formaggio aromatizzato e stagionato” nel 2014, in occasione della prima edizione della selezione casearia “Erbe de Casari“.

Come è facile dedurre dal nome, si tratta di un formaggio semi stagionato da tavola a pasta compatta, impreziosito da pezzetti di peperoncino che donano gusto e regalano un contrasto gradevole col latte vaccino e caprino.

Il Piccantino è perfetto per chi ama sapori decisi e piccanti, in abbinamento al Malanotte Docg di Antonio Facchin anche a fine pasto. Due realtà che camminano a braccetto nell’area del Piave, per attaccamento al territorio.

Il caseificio artigianale Tomasoni, infatti, ha una storia lunga oltre 60 anni nella produzione di formaggi freschi, stracchini, ricotte e robiole con latte vaccino, di capra e bufala. Fondato da Primo Tomasoni nel 1955, oggi l’azienda è diretta dai figli, Moreno, Nicoletta e Paola, nonché dalla nipote Eva.

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