Una produzione di oltre 61 milioni di bottiglie nel 2023 tra Valpolicella, Valpolicella Ripasso, Amarone e Recioto destinate per il 60% all’export in 87 Paesi del mondo. È l’istantanea del Consorzio vini Valpolicella – 8.617 ettari su 19 comuni che, dalle colline, si estendono fino a Verona; 2.200 viticoltori, 316 imbottigliatori e 6 cantine sociali – che oggi, nell’ambito di “Venezia Superiore”, che oggi ha presentato il focus socioeconomico della principale denominazione Rossa del Veneto. Il dossier di 40 pagine fotografa l’evoluzione del vigneto in Valpolicella, con un fatturato di 600 milioni di euro l’anno.
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«In un momento sfidante come quello attuale, soprattutto per i vini Rossi – ha commentato in conferenza stampa il presidente dell’ente di tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini – è importante infatti monitorare non solo i mercati ma anche la capacità di risposta e di adattamento del territorio e dei produttori. In questo contesto, il dossier è uno strumento strategico di analisi e di lettura delle tendenze, a partire da quella che coinvolge proprio il vino di territorio per antonomasia, il Valpolicella Superiore, che grazie alla sua versatilità sta scalando nuove quote di mercato».
Protagonista dell’evento “Venezia Superiore”, il Valpolicella si sta rivelando il vino ‘trendy’ della denominazione veronese anche sui mercati internazionali che valgono il 61% delle vendite, con Canada (39%) e Usa (15%) in testa alla classifica dell’export. Nel primo semestre di quest’anno il Valpolicella, che si candida a conquistare i giovani winelover della generazione meno incline al consumo di vino di sempre, ha raggiunto una produzione di quasi 9,5milioni di bottiglie (+0,4% rispetto allo stesso periodo del 2023), un dato sostanzialmente in linea con quello pre-pandemico del 2019.
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