Il 14 febbraio “La Prima del Valtènesi” al Museo Diocesano di Brescia (via Gasparo da Salò 13) segna, come previsto dal disciplinare di produzione, l’arrivo sul mercato della nuova annata, la 2019.
Un con un grande banco d’assaggio ad ingresso gratuito in programma dalle 18 alle 20.30 con oltre 30 cantine pronte a stappare e proporre in degustazione in assoluta anteprima i loro nuovi vini rosa in abbinamento ad assaggi di risotto al Valtènesi.
L’ormai tradizionale appuntamento con il déblocage del nuovo millesimo inaugura ufficialmente la collaborazione tra Consorzio Valtènesi ed il Festival LeXGiornate, il cui direttore artistico Daniele Alberti curerà regia ed allestimento della serata.
“Sarà solo il primo passo di una partnership che proseguirà nel corso dell’anno – spiega il presidente del Consorzio Valtènesi Alessandro Luzzago – Il maestro Alberti e lo staff del Festival saranno al nostro fianco non solo per far crescere manifestazioni già consolidate e conosciute come Italia in Rosa, a giugno, e Profumi di Mosto, in ottobre, ma anche per un nuovo evento che si terrà sul territorio a Puegnago con il coinvolgimento dei grandi protagonisti della ristorazione gardesana”.
Obbiettivo della “Prima”: portare l’eccellenza rosa del Valtènesi nel cuore di Brescia grazie all’ospitalità di un’istituzione di grande prestigio culturale ed artistico come il Museo Diocesano, nel complesso monumentale di San Giuseppe.
“Da qui partirà la campagna di lancio 2020 di un prodotto che, nel corso dell’ultimo quinquennio, ha praticamente raddoppiato la produzione arrivando alla soglia dei 2 milioni di bottiglie – spiega il presidente Luzzago – Ci ripresentiamo sul mercato con un millesimo sicuramente di grande interesse”.
“Per il Valtènesi il 2019 è stata un’annata forse poco generosa – conclude Luzzago – in termini quantitativi ma con un corredo qualitativo che preannuncia vini rosa particolarmente fini, eleganti, persistenti, verticali e con elevate prospettive di longevità”.
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Torna L’Anteprima del Chiaretto. Domenica 8 e lunedì 9 marzo la Dogana Veneta di Lazise (Verona) ospiterà la dodicesima edizione. In degustazione ci sarà l’annata 2019 del Chiaretto di Bardolino, il vino rosato ottenuto da uve Corvina che nasce sulla sponda veronese del lago di Garda, insieme con il Valtènesi, il rosato della riva lombarda, a base prevalentemente di Groppello.
Quest’anno, inoltre, L’Anteprima del Chiaretto diventa internazionale. Per la prima volta in assoluto ospiterà i vini della nuova annata dell’AOC francese Tavel. Definito da Honoré De Balzac “il re dei rosé” il Tavel è una denominazione situata nella Valle del Rodano che prima fra tutte, a partire dagli anni ‘30 del Novecento, ha previsto esclusivamente vini rosé all’interno del proprio disciplinare.
“Ad accomunare i produttori gardesani e quelli francesi di Tavel – dice il presidente del Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino, Franco Cristoforetti – è l’origine storica dei rispettivi vini rosa, che risale in entrambi i casi all’epoca romana”.
La manifestazione è organizzata dal Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino in collaborazione con il Consorzio Valtènesi e il Comune di Lazise.
Il banco d’assaggio sarà aperto al pubblico dalle 10 alle 18 la domenica e dalle 14 alle 18 il lunedì. Insieme con i vini della nuova annata 2019, ai tavoli dei produttori saranno disponibili anche il Chiaretto di annate precedenti e il Chiaretto Spumante. In tutto i vini in degustazione saranno più di cento.
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PUEGNAGO SUL GARDA –Alessandro Luzzago è stato riconfermato presidente del Consorzio Valtènesi: a convergere sul suo nome il nuovo consiglio di amministrazione eletto nei giorni scorsi dall’assemblea dei soci e composto da Mattia Vezzola, Paolo Pasini, Ilona Thun, Igino Dal Cero, Loris Vazzoler, Vincenzo Bertola, Cristina Inganni, Antonio Leali, Giacomo Tincani, Giovanni Franzosi, Stefano Pietta, Giuseppe Avanzi, Gilberto Castoldi e Antonio Goffi.
Per questo terzo mandato Luzzago sarà affiancato dai vicepresidenti Mattia Vezzola e Paolo Pasini: obbiettivo quello di accreditare Valtènesi come territorio di riferimento qualitativo e laboratorio di innovazione per i vini rosa italiani.
“Abbiamo finalmente intrapreso una strada chiara e inequivocabile – ha spiegato Alessandro Luzzago – negli scorsi anni, con un’operazione complessa, siamo riusciti a concentrare le tre denominazioni attive sul territorio in un’unica Doc, premessa unitaria indispensabile a ogni successivo passaggio. Inoltre abbiamo ormai compiuto una scelta netta a favore del vino rosa come primo descrittore della nostra identità”.
I NUMERI
I numeri dell’ultima annata confermano chiaramente questo trend: la produzione complessiva ha raggiunto i 3 milioni di bottiglie con un aumento del 10% sul 2018, ma la tipologia rosa (chiaretto) è cresciuta in realtà del 20% passando da 1,5 a 1,8 milioni.
Il rosso ammonta ad 1 milione di pezzi: il quadro si completa con 200 mila bottiglie di bianco. Stabile a un migliaio di ettari il vigneto, 400 dei quali rappresentati dal Groppello, vitigno autoctono che caratterizza tutte le principali tipologie del comprensorio. In totale l’uva a bacca rossa rappresenta il 90% del raccolto: oltre il 60% viene già vinificata in rosa.
“Nell’ultimo triennio – spiega Luzzago – questa strategia si è progressivamente rafforzata grazie ad una serie di attività, collaborazioni e progetti tesi a far emergere Valtènesi come riferimento nazionale per la tipologia rosa. Particolarmente significativo in questo senso l’ultimo convegno di Italia in Rosa svoltosi in giugno a Moniga”.
“In quella sede – continua il presidente del Consorzio Valtènesi – sono stati resi pubblici dal direttore del Centre de Recherche et d’Expérimentation sur le Vin Rosè provenzale, i risultati di cinque anni di ricerca sull’identità dei chiaretti della Valtènesi”.
Nell’occasione è stato presentato anche Rosautoctono, l’Istituto del vino rosa italiano da uve autoctone, fondato a Roma in marzo con altri cinque consorzi italiani e che proprio da noi ha tenuto il suo primo consiglio di amministrazione.
“Da qui – aggiunge Luzzago – la spinta a completare un tragitto con la missione di risolvere le ultime criticità. “Serve un ulteriore sforzo per la semplificazione della nostra identità. Da gennaio dovremo tornare a confrontarci per aggiornare i contenuti del patto fra produttori e ragionare su una direzione condivisa”.
Sempre secondo il presidente, “occorre anche una nuova strategia sui vini rossi per evitare di procedere in ordine sparso e anche in quella tipologia acquisire una personalità più definita“.
“Abbiamo costruito una reputazione basata sull’eleganza, la delicatezza, la finezza dei nostri vini rosa: non c’è motivo per cui queste caratteristiche non possano essere trasferite anche ai nostri rossi”, conclude Luzzago.
Fra le novità, la costituzione di un “Gruppo giovani” che punta ad esercitare una funzione di stimolo per il Cda. Il coinvolgimento delle nuove generazioni sarà immediato, “per avere un contributo prezioso su quattro temi: gestione dei social, formazione, eventi e formalizzazione della casa del vino, importante progetto realizzato nella sede consortile di Villa Galnica a Puegnago al quale nel 2020 dedicheremo molte energie”.
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Tre serate per salutare l’estate con i vini della Valtènesi: dal 24 al 26 agosto torna “Groppello&Casaliva Experience“, appuntamento organizzato dal Consorzio Valtènesi nell’ambito della 43esima Fiera di Puegnago del Garda. Dopo il successo dello scorso anno, l’evento si ripropone con una terza edizione in programma ancora una volta nella suggestiva cornice vista lago di Villa Galnica, prestigiosa sede del Consorzio oltre che dell’Aipol, l’Associazione Produttori Olivicoli Lombardi, e del Gal GardaValsabbia2020.
In programma ogni sera dalle 18 alle 23 un grande banco d’assaggio sulla terrazza e nel chiostro della villa, dedicato sia ai vini rosati che ai rossi base Groppello della Doc Valtènesi, gestito dal personale Onav che accoglieranno i visitatori illustrando le caratteristiche delle oltre 60 etichette presentate in degustazione libera.
Nel coupon di 15 euro è previsto anche l’abbinamento a due piatti, uno di formaggi ed uno di salumi tipici del territorio proposto in collaborazione con il Gal GardaValsabbia2020. Il percorso enogastronomico si concluderà al piano terra della villa con una degustazione di oli extravergine monocultivar curata dagli esperti Aipol.
Un apposito spazio di degustazione sarà dedicato alle etichette in lizza per il premio “Rosso dell’Anno“, giunto alla terza edizione e dedicato alla memoria di Sante Bonomo, compianto past president del Consorzio Valtènesi: i finalisti sono stati selezionati in maggio durante il concorso enologico della 70esima Fiera di Polpenazze, e la cerimonia di premiazione si terrà la sera di sabato 24 agosto alle 18 nella piazza centrale di Puegnago durante la cerimonia di inaugurazione ufficiale della Fiera..
Durante le tre serate di “Groppello&Casaliva Experience” sono infine previste degustazioni guidate di vini rossi e rosati oltre che di olio della durata di 1 ora circa ciascuna, su prenotazione ed a pagamento (5 euro a persona).
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Verrà firmato nel corso della prossima edizione del Vinitaly il protocollo d’intesa per i vini rosati d’Italia, che vedrà il Consorzio di Tutela dei Vini Castel del Monte al fianco del Consorzio di Tutela del vino Bardolino, il Consorzio Valtènesi, il Consorzio di Tutela dei Vini d’Abruzzo e il Consorzio di Tutela dei Vini Salice Salentino.
I cinque Consorzi ratificano così il proprio impegno congiunto per la promozione e la diffusione, in Italia e all’estero, della cultura e della conoscenza del vino rosato autoctono italiano, in tutte le sue declinazioni locali. Un progetto di respiro ambizioso, che mira alla costituzione del Centro del Rosato Autoctono Italiano: un luogo di confronto, promozione e di ricerca in cui possano essere accolte anche le altre denominazioni italiane dotate di analogo retaggio culturale.
Il rosato italiano rappresenta un unicum, che nasce dal sapiente rapporto tra le peculiarità pedoclimatiche dei singoli territori e l’arte dei vignaioli, che hanno saputo interpretare con perizia ed esperienza la vocazione di alcuni peculiari vitigni autoctoni.
Ne sono esempi mirabili il Cerasuolo d’Abruzzo, il Chiaretto del lago di Garda e il Rosato di Puglia, col Bombino Nero unico vitigno autoctono vinificato esclusivamente in rosato, prima DOCG dedicata a questa tipologia in Italia.
Il debutto congiunto dei Rosati d’Italia sarà a Vinitaly, a cui il Consorzio Castel del Monte parteciperà con degustazioni e attività. Quattro etichette del Consorzio saranno infatti protagoniste di una masterclass riservata a operatori stampa e trade, sul tema “Chiaretto, Cerasuolo, Rosato: i rosé italiani da uve autoctone”, che si terrà martedì 17 aprile, nella Sala Argento 2 del Palaexpo di Veronafiere (piano -1, ingresso A2).
Nel corso delle due sessioni della masterclass (I sessione dalle 11.00 alle 13.00; II sessione dalle 15.00 alle 17.00), condotta per il Consorzio Castel del Monte da Giovanni Ventrelli, verranno degustati vini delle aziende Rivera, Torrevento, Cantina di Ruvo di Puglia e Vignuolo – La cantina di Andria.
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Un patrimonio di biodiversità già al top in Italia e in ulteriore costante crescita grazie alla riscoperta e alla reintroduzione di preziose varietà autoctone. Un inarrestabile incremento delle superfici vitivinicole coltivate secondo i dettami dell’agricoltura biologica. E una serie di azioni nel segno della sostenibilità ambientale destinate a rappresentare una preziosa eredità per il futuro.
È un biglietto da visita decisamente green quello con cui le aziende vitivinicole lombarde si presenteranno alla 52ª edizione di Vinitaly 2018, il Salone internazionale del vino e dei distillati che si terrà a Verona dal 15 al 18 aprile. La valorizzazione di un territorio unico per varietà di climi, ambienti e terroir rappresenta infatti un carattere distintivo della viticoltura regionale, la quale all’interno del Padiglione Lombardia sarà rappresentata da oltre 200 produttori.
UN PADIGLIONE DA RECORD La collettiva lombarda, tra le prime per numero di espositori, occuperà uno spazio di 8.500 metri quadrati complessivi, di cui circa 4.000 allestiti, nel “salotto buono” al primo piano del PalaExpo. Qui buyer, operatori e giornalisti specializzati troveranno circa 2 mila etichette in degustazione. E qui la varietà di un territorio caratterizzato da montagne, colline, pianura e grandi laghi sarà ben rappresentata anche in termini di biodiversità.
Dall’Erbamat in Franciacorta, alla Merera in Valcalepio, alla varietà Verdese sulle colline dell’IGT Terre Lariane, solo per fare qualche esempio, sono molte le varietà rilanciate negli ultimi anni. E anche grazie a loro la Lombardia, già ai primi posti a livello nazionale per varietà di vite per uve da vino coltivate, ha ulteriormente consolidato questa peculiarità, arrivando a 90 diverse tipologie presenti sul territorio regionale sulle 517 totali iscritte al Registro nazionale delle varietà di vite.
“Anche quest’anno l’appuntamento di Vinitaly testimonia l’importante patrimonio enogastronomico lombardo e italiano”, commenta il Presidente di Regione Lombardia. “Con oltre 3 mila imprese vitivinicole, 300 aziende giovani e gli importanti risultati raggiunti sui mercati esteri, il nostro si conferma un settore competitivo e in forte crescita”.
IL BOOM DELLE PRODUZIONI BIO Accanto alla valorizzazione della biodiversità, si è assistito negli ultimi anni anche a un vero e proprio boom della viticoltura biologica. Se nel 2010 gli ettari destinati a questo tipo di produzione o in conversione erano 908, nel 2017 hanno raggiunto in Lombardia quota 1.751 ettari, con un incremento del 93%. A far la parte del leone, la provincia di Brescia, prima a livello regionale con 522,5 ettari a biologico e 504 ettari in conversione. Seguono la provincia di Pavia, con 259 ettari a bio e 378 in conversione, quella di Mantova (rispettivamente 34,5 e 20,8 ettari), quella di Bergamo (rispettivamente 7,6 e 10,4 ettari), quella di Sondrio (rispettivamente 2 e 8,7 ettari). Chiudono Lecco, con 0,3 ettari a bio e 2,2 ettari in conversione, Milano con 0,6 ettari bio e Varese, con 0,1 ettari a bio.
“La Lombardia produce per il 90% vini a Denominazione di qualità, grazie a 5 Docg, 21 Doc e 15 Igt”, dichiara l’Assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia. “Un indice indubbiamente di qualità, ma evidentemente non sufficiente, se è vero che il modello della produzione vitivinicola lombarda sta rispondendo alle richieste di un consumatore sempre più attento al biologico e alla sostenibilità. Come Regione, dall’entrata in vigore della nuova programmazione comunitaria abbiamo sostenuto il comparto con oltre 67 milioni di euro nelle varie misure, tenuto conto che il sostegno all’internazionalizzazione sui Paesi Terzi è stato fortemente penalizzato dai ben noti ritardi del Mipaaf in materia di Ocm Vino. In tal senso, ritengo che la vetrina di Vinitaly possa in parte rilanciare il percorso di crescita all’estero, che deve recuperare quel valore aggiunto che la Francia ha ottenuto negli anni grazie alla comunicazione del terroir e delle proprie zone di produzione sui mercati mondiali”.
Un valore aggiunto che passa anche per la svolta avviata dalle aziende e dai Consorzi di tutela dei vini lombardi, pronti non solo a convertire la produzione, ma anche ad avviare sperimentazioni e intraprendere iniziative nel segno della sostenibilità ambientale. Dall’azienda dell’Oltrepò Pavese che utilizza le capre in vigna per la cura del vigneto, a quelle che in Franciacorta utilizzano ferormoni di insetti per generare confusione sessuale e tenere sotto controllo la diffusione delle specie nocive, passando per gli interventi con microcamere in vigna e per l’utilizzo di piante selezionate che favoriscono la presenza di insetti utili, il catalogo è davvero ampio.
LA RICERCA E LA PROMOZIONE DELL’ECCELLENZA “Le nostre imprese hanno dimostrato di sapere coniugare una produzione di qualità con la valorizzazione delle peculiarità del territorio e con una visione futura del comparto, utile anche per conquistare quei mercati esteri, soprattutto del Nord Europa, dove i prodotti biologici sono maggiormente ricercati”, commenta Daniele Riva, Vicepresidente di Unioncamere Lombardia e Presidente della Camera di Commercio di Lecco. “Non a caso i dati per i primi nove mesi del 2017 indicano per i vini lombardi un ulteriore incremento dell’export del 3,7% rispetto al periodo gennaio-settembre 2016. Come Sistema camerale l’obiettivo è continuare a garantire alle imprese quel supporto che in questi anni, anche grazie alla fruttuosa collaborazione con Regione Lombardia, ha contribuito a rafforzare la loro posizione sui mercati, dove l’aspirazione è quella di diventare un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale al pari di moda e design”.
Un obiettivo per il quale i produttori, oltre che su Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, che realizzano e finanziano in Accordo di programma il Padiglione che ospita la collettiva lombarda a Vinitaly, possono contare sui Consorzi di tutela dei vini lombardi. Sono loro, infatti, a giocare insieme alle istituzioni il ruolo di custodi e promotori di una qualità sempre più apprezzata non solo in Italia, ma anche all’estero, che buyer, operatori e giornalisti potranno apprezzare durante Vinitaly grazie a un fitto calendario di eventi volti a valorizzare la variegata offerta dei vini regionali.
I Consorzi presenti a Vinitaly 2018 sono: Consorzio Franciacorta, Consorzio Lugana, Consorzio Moscato di Scanzo, Consorzio Oltrepò Pavese, Consorzio Provinciale Vini Mantovani, Consorzio San Colombano, Consorzio Terre Lariane, Consorzio Valcalepio, Consorzio Valtellina, Consorzio Valtènesi, ed Ente Vini Bresciani (in rappresentanza dei territori di Botticino, Cellatica, San Martino della Battaglia e Valcamonica).
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