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Ridurre i solfiti nel vino grazie al calcolo della shelf life: il progetto Simposio Soave

L’ultima frontiera della riduzione dei solfiti nel vino arriva da Soave. Si chiama “Simposio” lo studio finanziato da Regione Veneto che vede protagonista il Consorzio di Soave e i Dipartimenti di Biotecnologie e di Informatica dell’Università di Verona. Grazie allo “Sviluppo di una architettura portatile per l’implementazione di modelli previsionali della shelf-life del vino Soave”, sarà possibile prevedere la capacità di resistenza agli stress della conservazione e del trasporto del nettare, gestendo meglio l’impiego della solforosa in cantina.

“Simposio – spiega il Consorzio – si propone di creare un sistema di classificazione della shelf-life dei vini Soave basato su analisi elettrochimiche e colorimetriche facilmente implementabili in cantina, abbinando a tali approcci soluzioni IoT (Internet of Things) e tecniche di intelligenza artificiale (IA) per lo sviluppo del modello predittivo”.

Parole difficili che hanno, in realtà, un significato molto semplice: il sistema “Simposio” sarà in grado di supportare gli enologi durante le varie fasi della vinificazione, allo scopo di ottenere vini più “sani”, grazie a un migliore impiego dei “conservanti” del vino: i tanto temuti “solfiti“, ovvero l’anidride solforosa (SO2).

“Il Consorzio del Soave – spiega Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave – si conferma uno dei più attenti all’innovazione. In questo momento stiamo seguendo una decina di progetti assieme alle Università venete, da Venezia, a Padova, a Verona, rivolti sia alla viticoltura sostenibile, che alla tutela del paesaggio e all’innovazione nel settore enologico. Stiamo lavorando in sinergia con le nostre imprese, rispondendo alle sfide che devono affrontare ogni giorno. I risultati saranno quindi condivisi e messi a disposizione, perché diventino un patrimonio di tutti”.

A Soave, del resto, si parla di longevità dei vini bianchi già dai primi anni Duemila, con la manifestazione “Tutti i colori del bianco”. Il nuovo strumento sarà utile a capire quali caratteristiche rendono il Soave uno dei vini bianchi italiani più adatti all’affinamento in bottiglia. Sarà utile, inoltre, all’ulteriore valorizzazione dei 33 cru, riconosciuti nei giorni scorsi dall’Unione europea.

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I 33 cru del Soave in etichetta dalla vendemmia 2019: già rivendicate 23 “Uga”

In etichetta dalla vendemmia 2019 i 33 cru del Soave, grazie alla necessaria pubblicazione della modifica del disciplinare sulla Gazzetta Europea. I nomi delle Unità Geografiche Aggiuntive (“Uga”) – 28 cru nella zona classica, 2 nella zona vulcanica di Roncà e 3 nelle colline calcaree della Val d’Illasi e di Mezzane – potranno essere utilizzati dai produttori di Soave per promuovere le tipicità organolettiche delle uve provenienti dai diversi terreni.

I vini con l’indicazione delle Uga e delle vigne, approvate per decreto dalla Regione Veneto, saranno presto sugli scaffali e nei ristoranti. In totale sono 23 le Unità Geografiche Aggiuntive rivendicate sin ora su 270 ettari di denominazione, “segno del coinvolgimento e della condivisione di tutti i produttori di questo percorso”, sottolinea il Consorzio di Tutela del Soave.

Si tratta di Broia, Brognoligo, Carbonare, Castellaro, Castelcerino, Colombara, Costalunga, Coste, Costeggiola, Fittà, Foscarino, Froscà, Menini, Monte Grande, Pigno, Pressoni, Sengialta, Tenda, Volpare, Zoppega, Duello, Paradiso e Roncà – Monte Calvarina.

“Non possiamo che essere contenti del risultato – spiega Sandro Gini, presidente del Consorzio – gran parte dei produttori ha saputo cogliere l’occasione di differenziare la loro produzione di qualità attraverso le Unità Geografiche e le vigne e speriamo ci saranno presto tante occasioni per portare questo racconto in giro per il mondo”.

Il percorso di introduzione delle Unità Geografiche Aggiuntive è iniziato 30 anni fa con un attento lavoro cartografico, sfociato nella zonazione e quindi nello studio dei suoli. “Un lavoro propedeutico fondamentale per la caratterizzazione dei singoli cru – evidenzia il Consorzio – che sono stati definiti sia per le loro caratteristiche pedoclimatiche sia per la loro storia, che in alcuni casi ha radici nell’epoca napoleonica”.

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Al Consorzio del Soave il ”Meridiano del vino” grazie a ”Soave by the glass”

Il Consorzio del Soave si aggiudica ”Il Meridiano del Vino”, il premio, alla sua prima edizione, ideato dalla testata specializzata Wine Meridian, ”per la comunicazione di un brand territoriale e la promozione di aziende, luoghi e territorio” nel mercato giapponese. Ogni giorno infatti Wine Meridian pubblica notizie ed approfondimenti sul mondo dell’internazionalizzazione dei vini italiani. Il progetto promozionale, che ha conquistato la giuria della testata giornalistica, si chiama ”Soave By the Glass” ed è stato ideato dal Consorzio del Soave in collaborazione con l’agenzia Well Com, Shigeru Hayashi, autorevole wine writer e comunicatore del vino e l’ufficio ICE di Tokio.  Per favorire la conoscenza ed il conseguente consumo di vino Soave in Giappone il Consorzio del Soave ha ideato ”Soave by the Glass”, una campagna promozionale che ha coinvolto oltre 130 locali in tutto il territorio giapponese destinata a premiare quei ristoratori e quegli enotecari che hanno stappato più bottiglie tra giugno e settembre 2015. I locali che hanno vinto il concorso sono il ”Kasa” di Fukuoka (Kyushu) e il ”Lumino Carino” di Nihama (Shikoku). In premio, in qualità di veri e propri ambasciatori del Soave nel mondo, i ristoratori – Yusuke e Mami Kanamaru, Ito Takafumi e Nao Fukumura – verranno in visita sulle colline del Soave in occasione di Soave Preview, l’anteprima del Soave, in programma a Monteforte d’Alpone il 19 e 20 maggio. L’iniziativa promozionale dedicata al Giappone ha visto la partecipazione di 14 aziende del Soave, 10 importatori giapponesi, con oltre 7000 bottiglie stappate.

Ecco le aziende che hanno preso parte alla missione in Giappone: Cantina del Castello, Cantina di Soave, Cantina di Monteforte, Marcato, Corte Mainente, I Stefanini, Le Battistelle, Montetondo, Fattori, Vicentini, Corte Adami, Le Albare, Pagani, Gini. ”Siamo molto soddisfatti di questa operazione – sottolinea Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave – . Questa iniziativa ci ha portato veramente vicino ai consumatori grazie alla preziosa collaborazione degli enotecari che hanno “suggerito” il vino Soave alla mescita. E’ stata un’esperienza importante per vedere da vicino come siamo percepiti e come migliorare ancora la nostra presenza in quel mercato”. Con ”Soave by the glass” si chiude di fatto un quinquennio di azioni promozionali, coordinate dal Consorzio del Soave, dedicate al trade e ai consumatori. Più che buono quindi il riscontro dell’operazione che di fatto ha cavalcato i trend positivi per il vino in Giappone. Il premio ”Il Meridiano del Vino” è nato dalla consapevolezza che oggi la promozione del vino è sempre di più una sfida all’originalità e all’autenticità. Per fare questo è sempre più importante sviluppare progetti di comunicazione che sappiano cogliere l’attenzione del consumatore e stuzzicarne la curiosità. Il concorso ha coinvolto candidati singoli (creativi, grafici pubblicitari o curatori di eventi), aziende del mondo della comunicazione e aziende vinicole che hanno sviluppato progetti di promozione del vino italiano in Italia o all’estero di particolare interesse per originalità e capacità di comunicare un’identità chiara e trasparente. La Commissione giudicante, che ha analizzato numerosi progetti, è composta da giornalisti, esperti del marketing del vino, blogger e Social Media specialist. Ai candidati è stato chiesto di proporre tutte le soluzioni di promozione e comunicazione del vino, come eventi, tour, campagne pubblicitarie che coinvolgano in maniera trasversale anche design, arte, enogastronomia, moda e cultura.

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