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Alessandro Marzadro entra nel consiglio direttivo del Consorzio Nazionale Grappa

Alessandro Marzadro, presidente dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino, entra nel consiglio direttivo del Consorzio Nazionale Grappa, che pochi giorni fa ha rinnovato la gerenza, guidata dal riconfermato presidente Sebastiano Caffo.

«Un incarico importante che mi vedrà rappresentare i distillatori trentini in seno allo stesso tavolo dove siedono rappresentanti del mondo produttivo di tutta Italia – spiega Marzadro –. Da un lato questo incarico vuole sottolineare l’importanza che ha la grappa del Trentino e tra l’altro in Consiglio. Siamo un’unica voce a differenza di altre regioni, a dimostrazione della compattezza e della coesione che distingue da sempre il nostro territorio. Dall’altro siamo sicuri che come Istituto potremo portare una collaborazione virtuosa per raggiungere gli obiettivi del Consorzio».

Classe 1986, trentino doc e laureato in Scienze Gastronomiche all’Università di Pollenzo Alessandro, Marzadro (dell’omonima distilleria) sarà uno dei consiglieri del Consorzio per i prossimi tre anni. Originario di Nogaredo (Tn) è oggi uno degli amministratori delegati dell’ azienda di famiglia, tra le più storiche del Trentino e d’Italia.

L’ISTANZA PER IL RICONOSCIMENTO DEL CONSORZIO

L’obiettivo fondamentale che il Consorzio Nazionale Grappa sta perseguendo in questi giorni è la presentazione dell’istanza definitiva al Ministero per il riconoscimento ufficiale. A tal fine, il Consorzio ha fornito l’elenco aggiornato dei soci e dei litri di Grappa prodotti, dimostrando di rappresentare oltre il 75% dell’intera produzione nazionale, superando così ampiamente il requisito del 66% necessario per il riconoscimento.

«A questo proposito la presenza del Trentino nel board rafforza il Consorzio stesso. Il valore della tradizione trentina nella produzione della grappa è tutelato e promosso da un, senza dimenticare la tradizione della grappa del Trentino sono un riferimento per tutto il settore a livello nazionale», sottolinea Marzadro.

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Grappa e distillati a rischio paralisi per il costo di vetro ed energia

«Il settore distillatorio italiano sta vivendo una gravissima crisi che può portare diversi produttori al blocco di produzione per l’anno in corso». È l’allarme del presidente di AssoDistil, Antonio Emaldi, e del presidente del Consorzio nazionale Grappa, Sebastiano Caffo. «I costi del vetro – precisano – aumentato di un ulteriore 25% nel solo mese di settembre, come quello del metano e di tutte le altre fonti energetiche stanno scoraggiando il settore a produrre Grappa e acquaviti. Si rischia la paralisi».

Nel caso si avverasse questo scenario si avrebbe un danno enorme e incalcolabile per un prodotto rappresentativo ed iconico del Made in Italy nel mondo quale è la Grappa».

Per questo l’Associazione che raggruppa le principali distillerie italiane e il Consorzio nazionale Grappa chiedono «con forza un intervento a sostegno del settore da parte del Governo».

I due enti rappresentiamo 57 aziende che concorrono per il 95% circa alla produzione nazionale di acquaviti e di alcole etilico da materie prime agricole e da biomasse. «Realtà che sono allo stremo», denunciano Emaldi e Caffo. Intanto resta senza una risposta la lettera inviata nel maggio scorso al Ministro Giancarlo Giorgetti , da parte delle sue associazioni.

Già allora – ricordano AssoDistil e il Consorzio nazionale Grappa – evidenziavamo come il drammatico aumento dei costi energetici, in particolare oltre il 400% per il metano nei primi 4 mesi dell’anno, ponesse la categoria in un’enorme difficoltà. Questa tempesta perfetta si è ulteriormente aggravata e le prospettive nell’immediato appaiono drammatiche».

La richiesta è oggi quella di mitigazione dei costi delle materie prime e a una riduzione delle accise sulle bevande spiritose del valore di Euro 2,50/l anidro. «Così – spiegano Antonio Emaldi e Sebastiano Caffo – riusciremmo a preservare la filiera nazionale ed evitare l’aumento dell’inflazione».

AssoDistil e Consorzio nazionale Grappa si rivolgono poi alla Gdo: «Alla luce della complessa situazione che il comparto sta vivendo, si rende ora più che mai impellente l’apertura da parte della Grande Distribuzione Organizzata alla variazione infrannuale dei listini».

«Avanziamo questa richiesta – concludono i due presidenti – perché permetterebbe almeno la copertura dei “costi vivi” che le aziende stanno sostenendo. Altrimenti non vi saranno le risorse per garantire la continuità aziendale».

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