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Valpolicella-Cortina: il Consorzio punta sulla ristorazione di fascia alta

Valpolicella-Cortina: il Consorzio punta sulla ristorazione di fascia altra

La Valpolicella si siede nel salotto delle Dolomiti e guarda ai Giochi Olimpici invernali Milano-Cortina 2026. I prossimi 11 e 12 settembre il Consorzio di Tutela Vini Valpolicella sarà infatti il partner “in rosso” di The Queen of Taste. Manifestazione gourmet dell’estate ampezzana organizzata dall’associazione Cortina for Us e Chef Team Cortina.

Il posizionamento dei nostri vini nella ristorazione di fascia alta è tra gli obiettivi prioritari della nuova politica di promozione del Consorzio Vini Valpolicella. In questo contesto – spiega il presidente, Christian Marchesini – l’inserimento del nostro evento nel palinsesto del festival gastronomico di Cortina rientra in un percorso propedeutico che ci proietta anche verso le Olimpiadi invernali del 2026».

Nella due giorni di “Valpolicella-Cortina andata e ritorno“, il progetto del Consorzio per la quinta edizione del festival, Amarone, Valpolicella Superiore, Ripasso e Recioto saranno abbinati ai menù proposti dai maestri del gusto di alcuni locali selezionati in rappresentanza della Dolce Vita gastronomica della perla delle Dolomiti.

Piatti contemporanei, sapientemente interpretati da una squadra di chef veneti, anche stellati, oltre che dai rispettivi titolari delle cucine. Dopo questa prima tappa, “Valpolicella-Cortina” farà ritorno in Valpolicella. Un programma di incoming che coinvolgerà il team di chef protagonisti di The Queen of Taste.

LE AZIENDE PARTECIPANTI ALL’EVENTO

Cantina Valpolicella Negrar, Corte Canella, Costa Arente, Le Guaite di Noemi, Mezzo Ettaro, Piccoli. Rubinelli Vajol, Sartori di Verona, Secondo Marco, Tenuta Chiccheri, Torre di Terzolan, Vigneti Villabella.

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Consorzio Valpolicella: meno produzione, più sostenibilità

Il Consorzio di tutela vini Valpolicella ha presentato il primo report annuale sulla denominazione. Uno strumento che ha l’obiettivo di inquadrare caratteristiche e trend della Denominazione veneta. Una realtà forte di 2.271 viticoltori, 6 cantine sociali, 322 imbottigliatori e un giro d’affari annuo di oltre 600 milioni di euro generato per il 70% dall’export verso 87 Paesi del mondo.

«Abbiamo voluto dotarci di uno strumento di monitoraggio della denominazione che affineremo sempre di più nel prossimo futuro – ha detto il presidente del Consorzio di tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini – convinti che dallo studio dell’ecosistema socioeconomico della denominazione debbano derivare le scelte da percorrere».I

I NUMERI DELLA DENOMINAZIONE

Con una superficie vitata di 8.398 ettari, vitati con varietà autoctone nel 97% dei casi, il territorio è stato in grado di produrre, lo scorso anno, quasi 65 milioni di bottiglie tra Valpolicella Doc, Ripasso Doc, Docg Amarone Docg e Recioto Docg.

Le recenti politiche di contenimento della produzione proposte dal Consorzio e condivise dalle imprese hanno contribuito da una parte ad aumentare la qualità media, dall’altra a generare un maggiore equilibrio sui mercati. I prezzi dello sfuso di Amarone sono aumentati dal 6% al 13% per effetto di una produzione di uve scesa negli ultimi 2 anni del 12% sul biennio precedente, a fronte di una crescita della vigna sul pari periodo del 5%.

«Competitività, sostenibilità ambientale ed economica, qualità, sono valori che oggi i Consorzi di tutela hanno il dovere di perseguire per mantenere in equilibrio la filiera. A tal proposito – ha concluso Marchesini – abbiamo la fortuna di poter contare su un tessuto di imprese lungimiranti e responsabili».

I DATI DELL’ANNUAL REPORT

Nel complesso, la superficie vitata ha visto negli ultimi 20 anni un incremento di oltre il 60%. Il 43% afferisce alla zona Classica, il 54% alla Doc e il 3% alla Valpantena. Sostanziali le variazioni nella scelta delle tipologie da parte delle aziende. Per le medio piccole il paniere dell’imbottigliato è composto da Ripasso (44,6%), Valpolicella (30,7%), poi e Amarone/Recioto (24,7%).

Per le medio-grandi il Ripasso sale al 57,8% dei volumi, con Amarone/Recioto al 24,7% e il Valpolicella al 17,6% della produzione. Nell’Annual Report è presente le analisi sul terroir con la mappatura dei vigneti e la carta dei suoli, oltre alle azioni di tutela con i casi e le attività legali in corso, le attività di promozione e la certificazione RRR (Riduci, Risparmia, Rispetta).

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Valpolicella: 7 aziende su 10 intendono investire in enoturismo

Sette aziende della Valpolicella su 10 intendono investire in enoturismo nei prossimi anni. A dirlo l’indagine interna del Consorzio di tutela vini della dop veneta realizzata in occasione della Valpolicella annual conference, la due giorni di convegni, degustazioni e approfondimenti live in formato completamente digitale del 26 e 27 febbraio.

Secondo i dati raccolti su un campione di circa un terzo delle aziende del territorio, dopo un 2020 chiuso a -9,6% sul fronte delle vendite di vino made in Valpolicella, sarebbe proprio l’ospitalità la chiave di volta per la ripartenza nello scenario post-Covid. Un asset importante, su cui l’area vitivinicola ha ancora molto potenziale inespresso.

Se infatti la vendita diretta al pubblico è una prassi diffusa su tutto il territorio e in ogni tipologia di azienda, praticata dal 98% dei rispondenti, rappresentano solo il 28% le realtà che si sono lanciate nell’hospitality, per lo più con B&B (nel 39% dei casi) e visite e degustazioni in cantina (32%), e ancora meno (il 13%) quelle che offrono servizi di ristorazione. Si tratta inoltre di formule attivate in media da 15 anni, tanto che 2 su 3 tra quelle già inserite nel circuito enoturistico prevedono nuovi investimenti.

«La propensione all’investimento è un dato molto positivo per l’economia di tutto il nostro territorio – dice il un presidente del Consorzio, Christian Marchesini – segnale di rilancio forte che, per concretizzarsi, ha bisogno del supporto di tutti gli attori istituzionali che ruotano attorno alla gestione del prodotto turistico. Il Consorzio sarà in prima fila per supportare le aziende che decideranno di investire in questa direzione attraverso un cospicuo lavoro di rete, ma anche attraverso la formazione e la promozione».

Valutando l’incidenza sul fatturato, le aziende hanno stimato un impatto medio dell’enoturismo pari al 17%, dato che sale oltre al 21% per le aziende con una produzione inferiore a 100 mila unità che, con un terzo già impegnato in attività enoturistiche, sono quelle a dimostrare il più alto tasso di ricettività. La quota scende invece rispettivamente all’11% e 4% per le medie e grandi aziende.

Il Consorzio Vini Valpolicella vanta oltre l’80% della rappresentatività della denominazione. La Valpolicella detiene quasi 8.400 ettari vitati dislocati nei 19 comuni della Doc veronese ed esprime ogni anno un giro d’affari di circa 600 milioni di euro. Aperta a tutte le aziende del territorio, l’indagine censimento ha coinvolto un centinaio di realtà vitivinicole che sono state suddivise in piccole (fino a 100 mila bottiglie prodotte, 71% del campione), medie (100-500 mila bottiglie, 18% del campione) e grandi (più di 500mila bottiglie, 11% del campione).

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Valpolicella, Ripasso, Amarone e Recioto. In Gazzetta le modifiche al disciplinare


Iter concluso per le modifiche dei quattro disciplinari di produzione di “Valpolicella“, “Valpolicella Ripasso“, “Amarone” e “Recioto” che, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, sono ora esecutive per tutta la filiera della Denominazione.

Sono quattro i punti principali della revisione normativa attuata dal Consorzio di Tutela Vini Valpolicella: la modifica delle percentuali di uve di Corvinone per i vini Doc e Docg; l’innalzamento da 3 a 4 anni del ciclo vegetativo del vigneto atto a produrre uva per Amarone e Recioto; l’estensione del tappo a vite per il Valpolicella; le nuove disposizioni per la produzione del Valpolicella Ripasso, vino sempre più strategico per l’economia dell’area.

Due le direttrici primarie del Consorzio alla base delle variazioni dei disciplinari introdotti nel 1968 e modificati per l’ultima volta nel 2010: il perseguimento di una politica indirizzata a salvaguardare l’esclusività qualitativa dei vini espressione di questo territorio vocato e a garantire, contemporaneamente, la redditività vitivinicola della denominazione e quindi la remuneratività alle aziende.

“L’evoluzione costante dei mercati, la fluttuazione della domanda di vini della nostra denominazione e il rapido incremento del vigneto complessivo della prima Dop di vino rosso del Veneto cresciuto di quasi il 30% negli ultimi 10 anni e oggi prossimo agli 8.200 ettari di superficie vitata – ha commentato oggi Andrea Sartori, presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella (nella foto) – ci hanno spinto ad adottare una visione e una programmazione di lungo termine”.

“Le nuove disposizioni – ha proseguito – sono il risultato di un’attività consortile sempre più indirizzata alla qualità, che oggi è un valore oggettivo imprescindibile di un brand famoso in tutto il mondo, sul quale le aziende della Valpolicella hanno fondato la propria reputazione e il proprio posizionamento sui mercati esteri”.

“I nuovi disciplinari – ha concluso il presidente, Andrea Sartori – offrono spunti per futuri confronti in ottica di una ulteriore gestione qualitativa del prodotto”.

LE PRINCIPALI MODIFICHE DEI DISCIPLINARI

  • NUOVA NORMA COMUNE A TUTTI I DISCIPLINARI: MODIFICA PERCENTUALI DI UVE DA VITIGNO CORVINONE PER VINI DOC E DOCG

Guarda al cambiamento climatico, alla vocazionalità intrinseca del terroir e delle rispettive zonazioni produttive, ma anche a una tendenza già affermata tra i produttori di collina, la nuova norma che modifica le percentuali di uve da vitigno Corvinone nella produzione dei vini Doc e Docg della denominazione.

Infatti, secondo il nuovo articolo 2 comune a tutti i disciplinari, è data facoltà ai viticoltori di innalzare la percentuale delle uve Corvinone nella produzione dei vini di origine ‘Valpolicella’, consentendone l’utilizzo anche a totale sostituzione della Corvina.

Così, con l’entrata in vigore della norma, l’utilizzo delle uve Corvinone è ammesso per un’incidenza compresa tra il 45 e il 95%; prima era fino ad un massimo del 50%.  Resta invariata la quota di Rondinella la cui percentuale è ammessa dal 5 al 30%.

“Da un punto di vista fitosanitario, le analisi che abbiamo condotto – ha spiegato in conferenza stampa il vicepresidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Daniele Accordini – dimostrano che il Corvinone è meno sensibile allo stress idrico e al mal dell’esca rispetto alla Corvina”.

“E se da un punto di vista fenologico – ha continuato Accordini – le due varietà sono simili sia in fase di germogliamento che di fioritura e maturazione, sotto il profilo organolettico le degustazioni condotte hanno evidenziato che nelle annate migliori il Corvinone può esprimere caratteristiche anche superiori alla Corvina”.

La nuova disposizione dei disciplinari, quindi, recepisce non solo un orientamento già rappresentato dalle aziende della Valpolicella, ma anche le potenzialità termiche di questo vitigno soprattutto negli impianti di collina.

La scelta di permettere un maggior impiego delle uve Corvinone, quindi, tiene conto sia delle specifiche caratteristiche varietali di questo vitigno rispetto alla Corvina, che del nuovo corso climatico già registrato anche in Valpolicella, soprattutto in altura.

Anche gli studi condotti dal Crea-Vit di Conegliano in diverse annate hanno dimostrato che il Corvinone garantisce una macrocomposizione di zuccheri e acidi conformi a quelli della Corvina. Anche dal punto di vista del colore non è stata riscontrata alcuna variazione.

  • MODIFICA DISCIPLINARI AMARONE E RECIOTO (art.4, comma 2)

È sempre la ricerca e il potenziamento della qualità il fil rouge che ha portato il Consorzio a riscrivere l’articolo 4 dei disciplinari delle due Docg della denominazione. Secondo il nuovo disposto, le uve destinate a diventare Amarone devono provenire da vigneti che hanno raggiunto almeno il 4° ciclo vegetativo. Allo stesso modo non si potranno rivendicare uve per la produzione di Recioto prima del quarto anno di vita del vigneto (prima il riferimento era ai 3 anni).

  • MODIFICA DISCIPLINARE AMARONE (art.6)

Recupero di uno stile tradizionale con il passaggio da 12 g/l a 9 g/l di zuccheri residui, grazie al nuovo metodo ufficiale OIV per la loro determinazione.

  • MODIFICA DISCIPLINARE VALPOLICELLA DOC: TAPPO A VITE (art. 8)

Punta a favorire l’ingresso e il posizionamento del Valpolicella Doc sui mercati internazionali, la modifica dell’art. 8 del relativo disciplinare che estende l’uso del tappo a vite anche al Valpolicella con menzioni e/o specificazioni varie (per esempio “Classico” o “Valpantena”) tra i sistemi di chiusura delle bottiglie comprese tra 0,375 e 1,5 litri.

  • MODIFICA DISCIPLINARE VALPOLICELLA RIPASSO DOC

“Definire la pratica del ripasso; qualificare il prodotto nella piramide della denominazione; eliminare la pratica del contoterzismo delle vinacce. Sono gli obiettivi-guida che il Consorzio Tutela Vini ha esplicitato nel nuovo articolo 5 del disciplinare del Valpolicella Ripasso”.

Così Marco Sartori, vicepresidente dell’organismo di Tutela, ha introdotto oggi la nuova norma che stabilisce che il Valpolicella Ripasso debba contenere una percentuale obbligatoria del 10%, fino a un massimo del 15%, di vino atto a diventare Amarone e/o Recioto lasciato sulle vinacce dopo la loro svinatura.

“Finalmente, – ha proseguito il vicepresidente – si è fatta chiarezza su una tecnica tanto antica quanto soggetta a diverse interpretazioni. Il criterio adottato nella regolamentazione ora vigente fa riferimento al processo qualitativo di rifermentazione di una denominazione, quella del Valpolicella Ripasso – ha concluso Marco Sartori – che nel decennio 2008-2018 ha registrato un’impennata produttiva del 128%”.

L’operazione del ripasso deve avvenire in un’unica soluzione con una durata minima di 3 giorni. L’articolo 5 stabilisce anche che il vino destinato a Valpolicella Ripasso e le vinacce debbano appartenere allo stesso produttore che effettua, o fa effettuare per proprio conto, le operazioni di rifermentazione per ottenere questa tipologia di vino.

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