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Puglia: terminata la vendemmia 2021 per il Primitivo di Manduria

Puglia: terminata la vendemmia 2021 per il Primitivo di Manduria

«Abbiamo iniziato a vendemmiare con circa 10 giorni di ritardo. La qualità delle uve si è dimostrata subito eccellente dal punto di vista fitosanitario». A parlare è Mauro di Maggio, Presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, al termine della a vendemmia 2021.

«Inizialmente – aggiunge il Presidente – abbiamo pensato ad un’annata incerta, a causa delle elevate temperature di luglio ed agosto ma, alla fine, tecnologia e competenza ne hanno salvato la qualità. La raccolta delle uve ha riguardato prima le zone costiere, subito dopo gli alberelli e, infine, gli impianti a Guyot o a cordone speronato».

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Primitivo di Manduria: “Vendemmia 2020 scarsa ma di ottima qualità”

Iniziata con 12 giorni di ritardo a causa di una primavera fredda e di una estate che ha tardato ad arrivare, la vendemmia 2020 del Primitivo di Manduria si è appena conclusa regalando uve di ottima qualità. A determinare la giusta maturazione ci ha pensato il nostro caldo, che anche grazie alla tramontana ed la scarsità di piogge ha impedito la formazione di peronospora e altre malattie del vigneto.

“La resa è bassa di circa il 35-40% in meno rispetto all’annata precedente – spiega soddisfatto il presidente del Consorzio di Tutela Mauro di Maggio – ma il frutto è di eccellente qualità con un’alta concentrazione di zuccheri”.

Sicuramente una vendemmia che sarà ricordata come una delle migliori. Si è iniziato dando spazio alla raccolta per gli alberelli, che hanno subito presentato un carico basso per poi proseguire nelle zone costiere e infine nelle zone dell’entroterra”.

Il lavoro in vigneto si è svolto in questi mesi in modo regolare, compatibilmente con le restrizioni e con le norme emanate per la gestione dell’emergenza Covid-19. “Ci sono tutti i presupposti per trovare nei calici vini ottimi, corposi e con un bouquet tipico del Primitivo di Manduria Dop“, assicura il Consorzio.

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Consorzi Pugliesi: “No al Primitivo in Sicilia, è uno scippo”

“La decisione della Giunta Regionale della Regione Sicilia (DGG 1733 del 09/08/2019) con la quale si autorizza la coltivazione della varietà Primitivo sull’intero territorio regionale crea un pericoloso precedente amministrativo”.

Con queste parole i Consorzi di tutela e delle associazioni di categoria della Puglia, dopo l’attacco del senatore Pd pugliese Dario Stefàno, si schierano apertamente contro quello che definiscono lo “scippo del primitivo”.

“Per noi questo provvedimento è inammissibile – proseguono – Tale decisione offende la nostra storia. Il primitivo è un vitigno pugliese, espressione coerente del nostro territorio e delle nostre tradizioni vitivinicole. Inoltre, la sua affermazione commerciale che lo pone come prodotto traino dell’economia vinicola, agroalimentare e enoturistica regionale, è il risultato di decenni di sforzi e investimenti, sacrifici dei viticultori. E non possiamo tollerare che tale patrimonio sia sottratto”.

“Un messaggio chiaro che deve anche essere recepito non solo da tutta la filiera ma anche dai tanti consumatori” dichiarano congiuntamente il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria doc e docg, il Consorzio del Salice Salentino doc, il Consorzio del Primitivo di Gioia del Colle doc, il Consorzio di Brindisi e Squinzano doc, il Consorzio dei vini doc e docg Castel del Monte, l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino delegazione Puglia, il Consorzio Movimento Turismo del Vino Puglia, Assoenologi Puglia Basilicata e Calabria, Cia- Agricoltori Italiani Puglia e la Confagricoltura Puglia.

Un messaggio comune: l’autorizzazione all’impianto e alla produzione di primitivo in Sicilia è da considerarsi un abuso. “A nome di tutta la filiera dei vini di qualità ed in particolare delle Denominazioni e dei Consorzi di tutela della Puglia occorre porre la massima attenzione alla vigilanza e salvaguardia del patrimonio ampelografico locale in primis Primitivo, quale elemento di distinzione delle produzioni vitivinicole delle nostre Dop e Igp”.

“In particolare, in merito alla modifica del decreto 13 agosto 2012 concernente l’etichettatura e la presentazione dei prodotti del settore vitivinicolo Dop e Igp, vi è la necessità di un’immediata presa di posizione regionale – sottolineano ancora  – Tale intervento impedirebbe che il primitivo possa essere presentato nelle descrizioni secondarie di etichette riferite a vini rossi senza vitigno che provengono da Dop e Igp di altre regioni italiane”.

“Inoltre – concludono – si eviterebbe che nell’elenco dei sinonimi vengano aggiunte delle varietà di viti che possono essere utilizzati nell’etichettatura e nella presentazione dei vini”.

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Salento, Consorzi del vino uniti per affrontare la crisi

Il Salento del vino è unito per affrontare la crisi e l’emergenza Covid-19. Il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria Doc e Docg, il Consorzio di Tutela Vini Dop Salice Salentino e il Consorzio per la Tutela dei vini Doc Brindisi e Squinzano sottolineano l’importanza di una “promozione univoca dei vini salentini in questa fase storica”. Hanno deciso dunque di “lavorare ad un unico progetto finalizzato a promuovere il territorio”.

I tre consorzi invitano le istituzioni ad un “maggiore sostegno su tale fronte”: “È necessario condividere con la Regione una programmazione dei prossimi investimenti pubblici sulla promozione in viti-vinicoltura e poter gestire le risorse comunitarie direttamente, a tali fini”.

La produzione di vini salentini di qualità continua a godere dell’apprezzamento dei mercati internazionali e la capacità di gestire i gravi problemi provocati dall’emergenza Covid-19 è anche legata alla capacità delle aziende di strutturare e diversificare la distribuzione.

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