“Asolo” è sinonimo di “Prosecco“, ma non vale l’opposto. Un connubio inscindibile quello tra la cittadina inserita tra i Borghi più belli d’Italia e il nome della Denominazione spumantistica veneta. Lo attesta il 32% dei consumatori italiani di spumanti e vini frizzanti, che non sarebbe più disposto a bere l’Asolo Prosecco se il nome del borgo apparisse privo della specificazione “Prosecco”. Solo il 22% continuerebbe a sceglierlo. Al contrario, ben l’84% del campione è disponibile a bere un vino che si chiami “Asolo Prosecco“.
I dati, presentati in mattinata in una conferenza stampa digital, costituiscono il nodo centrale dell’indagine Bva Doxa commissionata nel 2019 dal Consorzio dell’Asolo Prosecco su una platea di mille persone residenti nel Nord Ovest e nel Nord Est d’Italia. Un risultato che condiziona le scelte future dell’ente, che intende riposizionarsi sul mercato “come una sorta di ‘cru’ del Prosecco“. Docg, s’intende.
“I dati della ricerca – spiega Ugo Zamperoni, presidente del Consorzio – confermano che accostare la parola Prosecco al nome di Asolo rafforza l’identità territoriale della denominazione, già fortemente radicata. L’Asolo Prosecco infatti è piena espressione del territorio, è cultura, è storia”.
“In quest’ottica – continua Zamperoni – abbiamo creato anche un nuovo payoff, ‘È tutta un’altra Storia‘, che mira a sottolineare il legame delle bollicine con la città che dona loro il nome e con il suo inestimabile valore culturale”.
I colori riprendono quelli dorati del vino e delle facciate delle antiche dimore del centro storico asolano. Tra le novità del Consorzio, anche l’ingresso di Angelo Peretti, in qualità di consulente per la comunicazione.
La zona di produzione dell’Asolo Prosecco si trova in provincia di Treviso, ai piedi del Monte Grappa, sulle alte colline a occidente del Piave, a ridosso delle Dolomiti e del Montello. L’area si estende per 18 Comuni attorno ad Asolo.
Una denominazione più che mai in salute, che a dicembre 2019 ha toccato la cifra record di 17 milioni di bottiglie. Bene anche i dati a disposizione del Consorzio dall’inizio del 2020, con un + 22% al 30 aprile, rispetto al primo quadrimestre 2019, per un totale di 4 milioni di bottiglie.
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