L’Asolo Prosecco chiuderà il 2021 con un nuovo importante traguardo superando i 21 milioni di bottiglie. Nel 2020 si era già affermato al quarto posto in Italia fra le denominazioni del settore spumantistico, confermando un trend positivo in costante crescita.
«Il successo dell’Asolo Prosecco – commenta il Presidente del Consorzio, Ugo Zamperoni – è intimamente legato alla sua origine. Ci troviamo in un territorio davvero straordinario, dove la vegetazione, con i vigneti al limitare del bosco, è ancora vivida ed è in perfetto equilibrio con l’uomo e la sua storia. In un calice di Asolo Prosecco si trova tutto il fascino, la bellezza, la storia di Asolo e dei suoi paesaggi».
Ora l’Asolo Prosecco si prepara al tour con Slow Wine negli Usa, che rappresentano il primo mercato assoluto della denominazione. Sarà un viaggio in cinque tappe quello al di là dell’Oceano. Tra gennaio e febbraio 2022 porterà le bollicine asolane a toccare le città di San Francisco, Seattle, Austin, Miami e New York.
ASOLO CANDIDATO A CAPIATALE ITALIAN DELLA CULTURA 2024
«Il vino per noi è cultura – aggiunge Zamperoni -. Anche per questo abbiamo deciso di sostenere con una campagna la candidatura di Asolo a Capitale Italiana della Cultura 2024. Candidatura che sottolinea ancora una volta quanto sia importante la terra dove nasce il nostro vino».
La campagna del Consorzio Asolo Prosecco a sostegno della candidatura di Asolo a Capitale Italiana della Cultura 2024 avrà un raggio di comunicazione nazionale. Il borgo di Asolo, circondato dalle colline talora impervie dove nasce l’Asolo Prosecco, è un luogo ricco di arte e storia, riconosciuto come uno dei borghi più belli d’Italia. Oltre che a Capitale della Cultura 2024, Asolo è stato ufficialmente candidato nel 2020 a Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.
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L’Asolo Prosecco chiude il 2020 a quota 18,7 milioni di bottiglie certificate con un incremento del 10% rispetto al 2019, quando le certificazioni erano ammontate a 17 milioni di bottiglie. Nonostante la congiuntura dettata dalla pandemia, le vendite dell’Asolo Prosecco si sono mantenute costantemente al di sopra dei livelli dell’anno precedente per tutto il 2020.
In particolare a ottobre e novembre si è registrata un’ulteriore impennata, con 2,5 milioni di bottiglie certificate in ciascuno dei due mesi, così come si è confermato in accelerazione il mese di dicembre, che ha segnato una crescita del 34% rispetto all’ultimo mese del 2019.
«Nonostante i gravi cambiamenti che la pandemia ha prodotto sulla società e sulle abitudini verso i consumi – commenta il presidente del Consorzio Asolo Prosecco, Ugo Zamperoni – il 2020 è stato un altro anno di consistente incremento per la nostra denominazione. I dati dell’ultimo trimestre rafforzano la percezione della dinamica ancora crescente della domanda di Asolo Prosecco».
«Il che – prosegue il presidente – conferma la validità delle scelte che abbiamo adottato per la vendemmia 2020, quando siamo stati tra i pochi Consorzi di tutela italiani a non ridurre le rese, ritenendo addirittura opportuno richiedere alla Regione Veneto l’autorizzazione ad adottare la riserva vendemmiale: una scelta espansiva che ci permetterà di assecondare eventuali richieste aggiuntive, qualora nel corso del nuovo anno il mercato continuasse a domandare volumi sempre maggiori».
«Del resto – dice ancora Zamperoni – già la scorsa primavera scegliemmo di liberare lo stoccaggio della vendemmia 2019 per non creare criticità nell’offerta di prodotto, e anche questa si è dimostrata una scelta corretta. I dati delle giacenze, poi, ci dicono che il vino prodotto nel 2019 è praticamente tutto esaurito, tanto che negli ultimi mesi del 2020 è stato necessario usufruire di vino nuovo».
In ragione dei risultati del 2020, l’Asolo Prosecco è salito al 20° posto fra le denominazioni di origine italiane dalla 31° posizione occupata solo nel 2018. Si tratta della settima denominazione italiana specializzata nella coltivazione di uve bianche e la quarta nella spumantistica.
La crescita dell’Asolo Prosecco è avvenuta soprattutto attraverso il canale della grande distribuzione, sia in Italia che all’estero, mentre hanno riscontrato delle criticità le aziende medio-piccole che avevano come principale canale di sbocco la ristorazione italiana, fortemente penalizzata dalla crisi.
«Proprio per questo – spiega Zamperoni – le attività di promozione che abbiamo in cantiere nelle maggiori città nazionali mireranno ad interessare all’Asolo Prosecco una fascia sempre più ampia di utenti, sensibili ad una produzione spumantistica connotata dai forti valori identitari qual è la nostra».
«Ci conforta – conclude il presidente – che nel 2020 i valori dell’uva e del vino all’ingrosso si siano mantenuti costanti, se non con qualche accenno al rialzo, permettendo di mantenere equilibri proporzionati all’interno di una filiera che si sta fortemente impegnando nel garantire una continua crescita di qualità, come dimostrano le posizioni di assoluto rilievo conquistate nel 2020 da molti produttori di Asolo Prosecco pressoché in tutti i maggiori concorsi enologici internazionali».
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ASOLO – Rilassato, disteso. Pieno di attenzioni per i suoi collaboratori, tra cui il vice Franco dalla Rosa. Appariva così, all’ultimo Asolo Wine Tasting, all’inizio di maggio, Armando Serena. Poi, lo shock. Attraverso un comunicato stampa, il presidente del Consorzio Vini Asolo Montello ha ufficializzato le dimissioni.
“Una decisione – spiega oggi a WineMag.it – presa da mesi e già comunicata al Cda da tempo”. Il divorzio, infatti, sarà formalizzato il prossimo 4 giugno. Una data scelta da Serena per mettere gli ultimi puntini sulle “i” al proprio mandato. Tra questi Vinexpo 2019, che si conclude oggi a Bordeaux. Un evento a cui ha voluto partecipare da presidente.
“Ho dovuto anticipare la comunicazione per via delle voci sempre più insistenti che cominciavano a circolare nell’ambiente”, spiega. A 75 anni e al terzo mandato alla guida del Consorzio Vini Asolo Montello, Serena lascia “senza rimpianti“.
IL COMMENTO
“Una decisione difficile – commenta – perché questo ruolo mi ha sempre coinvolto molto. Ho addirittura lasciato la direzione della Cantina Montelvini ai miei figli per dedicarmi anima e corpo a questo ruolo. Le dimissioni non sono state una decisione semplice, ma necessaria”.
Cosa è successo? “Nulla di particolare – risponde Armando Serena – nessun episodio specifico. Io e il Cda abbiamo sempre avuto gli stessi obiettivi e finalità, ma a un certo punto è venuto meno il feeling e l’umanità. E’ più che altro una questione di sensibilità diverse, tra esseri umani. Mi sentivo a disagio a rimanere in quel contesto”.
Non è dato a sapersi di che tipo di “sensibilità” parli Serena. Ma non è escluso si tratti di “sensibilità ambientale” o paesaggistica. Gli ettari a vigneto dell’Asolo Montello, pur essendo raddoppiati dal 2011 al 2018 – da poco più di 827 ettari agli attuali 1.991 – rappresentando meno del 9% dell’area globale del Consorzio, di oltre 23 mila ettari.
Con il vigneto è cresciuta anche la produzione. Serena, di fatto, lascia dopo aver traghettato la Denominazione verso il raddoppio della produzione, passata da meno di 5 milioni a più di 10 milioni di bottiglie. Altra importante decisione è stata quella di introdurre la tipologia Extra Brut per l’Asolo Prosecco Superiore.
La modifica del disciplinare entrata in vigore nel 2018, ha inoltre benedetto la versione Brut Nature dell’Asolo Prosecco Superiore “sui lieviti”. Lasciando ai produttori la possibilità di indicare in etichetta la dicitura “Asolo Prosecco Superiore Docg” o la più semplice “Asolo Docg”.
Non solo. Serena ha svolto il proprio incarico mettendo a disposizione del Consorzio una segretaria, spesata dall’azienda di famiglia. Per tre anni non ha percepito rimborsi. Fino agli ultmi 14 mesi, quando gli è stato riconosciuto un indennizzo mensile.
“Non appena avrò individuato un campo d’azione – annuncia – restituirò al territorio l’ammontare di tutto il denaro percepito per il ruolo di presidente, in modo che questo si riversi interamente sul territorio di Asolo”.
Nella foto, Armando Serena (a destra) con il vice presidente del Consorzio Franco dalla Rosa e la sommelier Ais Alessia Paulon
IL FUTURO DI SERENA
Già chiare le intenzioni di Serena per il futuro. “Due mesi dopo aver comunicato la mia intenzione al Cda del Consorzio, ovvero verso febbraio – sono stato contattato dal gruppo Assindustria Veneto Centro. Trattandosi della più importante associazione nazionale dopo quella di Milano e avendo ancora una gran voglia di fare, ho accettato”.
Armando Serena ricoprirà il ruolo di presidente, al posto dell’uscente Ivo Nardi. Entrerà in carica il 6 giugno 2019. Tra i compiti, quello di accompagnare l’associazione di imprenditori delle province di Padova e Treviso verso l’individuazione di una futura guida, giovane e dinamica.
Sarà in sostanza un tutor, dall’alto dell’esperienza maturata con Montelvini e alla guida del Consorzio di Tutela Vini Asolo Montello. “Ho già individuato i nomi dei miei tre vicepresidenti – annuncia Serena – che non rivelo solo perché ancora manca l’investitura ufficiale. Uno si occuperà di distillati. Il secondo di biologico. Il terzo è un esperto di vini venduti in cisterna”.
“Credo e spero che le relazioni maturate negli ultimi 7 anni e in quelli precedenti con Montelvini mi diano la possibilità di lavorare bene anche nel nuovo incarico – conclude Serena – facendo gruppo per centrare gli obiettivi. Del resto ho ancora una gran voglia di fare e gli attestati di stima arrivati in questi giorni mi danno grande energia”.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
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