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Gemin firma la Bottiglia della Confraternita di Valdobbiadene 2024

Gemin firma la Bottiglia della Confraternita di Valdobbiadene 2024 Luigi Stramare Bortolomiol
FOTONOTIZIA – Luigi Stramare Bortolomiol della cantina Gemin firma la Bottiglia della Confraternita 2024. È il vino, disponibile in cinquemila etichette numerate – che per un intero anno rappresenterà la Confraternita di Valdobbiadene, «esprimendo i caratteri di un territorio unico e irripetibile, e che fornirà al consumatore un punto di riferimento per la valutazione e la conoscenza del Valdobbiadene DOCG».

Sin dal 1969, i cavalieri di Valdobbiadene scelgono – con apposita degustazione alla cieca – la bottiglia della Confraternita di Valdobbiadene, destinata a diventa ambasciatrice di uno stile e ad identificarsi con la Confraternita stessa. «Le caratteristiche della Bottiglia della Selezione 2024 – riferiscono i cavalieri – sono profumo intenso e armonico con sentori di frutta matura e fiori bianchi».

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Bottiglia 2023 Confraternita di Valdobbiadene: la spunta Andreola

La Confraternita di Valdobbiadene ha presentato ieri la Bottiglia della Confraternita 2023. Un’etichetta di Prosecco Superiore di Valdobbiadene Docg Extra dry, millesimo 2022, che «funge da punto di riferimento della tipicità e della qualità d’annata, esprimendo nel contempo l’identità del territorio». La Bottiglia 2023, selezionata dai Confratelli enologi con una degustazione alla cieca, è quella prodotta da Mirco Balliana dell’Azienda agricola Andreola. Solo 5 mila i pezzi, già in commercio. «Per me è un onore rappresentare la Confraternita di Valdobbiadene con il mio vino – ha dichiarato – che di fatto ne diventa per un anno ambasciatore ufficiale. Questa bottiglia racchiude complessità aromatica e presenta una bolla fine, croccante, dal finale sapido, ascrivibile alle uve provenienti da diverse zone di Valdobbiadene».

All’evento, andato in scena a San Pietro di Barbozza (Treviso), hanno preso parte il Gran Maestro Enrico Bortolomiol e una nutrita rappresentanza di Confratelli, tutti paludati nel tradizionale mantello scarlatto, oltre alla presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Elvira Bortolomiol, alla vicepresidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli, Cinzia Sommariva, e ad alcuni amministratori locali.

È una storia antica quella della Confraternita di Valdobbiadene, la prima d’Italia non a carattere religioso, nata nel 1946 su impulso di quattro lungimiranti enologi: Giuliano Bortolomiol, Umberto Bortolotti, Doretto Brunoro e Mario Geronazzo. La Bottiglia della Confraternita è uno degli strumenti della Confraternita per la promozione della denominazione veneta nei confronti del consumatore. «Un punto di riferimento per la conoscenza del Valdobbiadene Docg – spiegano i Confratelli – oltre che dei valori e della cultura di un territorio che, a ragione e con orgoglio, veste il blasone dell’Unesco».

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Enrico Bortolomiol è il nuovo Gran Maestro della Confraternita di Valdobbiadene

Enrico Bortolomiol è il nuovo Gran Maestro della Confraternita di Valdobbiadene. Insignito in occasione dell’Assemblea d’Inverno, da poco tenutasi nella sede storica di San Pietro di Barbozza, Bortolomiol ha specificato da subito come il suo “intento primario sarà quello di mantenere i valori storici che contraddistinguono la nostra realtà, continuando a lavorare per rafforzare sempre più l’inimitabile e unica identità territoriale”.

A completare il Capitolo (Consiglio) sono stati eletti i confratelli Vlady Bortolin, Roberto De Lucchi, Luca Gallina e Gianfranco Zanon, volti che da anni ormai sono portatori della cultura del territorio.

Le nuove nomine hanno preceduto la cerimonia della “Festa delle Nozze di Canaan’’, il momento più suggestivo della vita associativa della Confraternita di Valdobbiadene, che consiste nell’investitura dei nuovi Cavalieri di Valdobbiadene.

Con il suggello di una spada lignea ricavata da un antico tralcio di vite, hanno giurato solennemente Mirco Balliana, Luigino Barisan, Maria Elena Bortolomiol, Emanuele Miotto ed Angela Varaschin, tutte persone che si distinguono per essere appassionati cultori e promotori del Valdobbiadene Docg e del suo territorio di origine: le colline di Valdobbiadene Conegliano.

Dal 1946 la Confraternita di Valdobbiadene promuove ed è testimone di un prodotto, il Valdobbiadene Docg, che non è solo un vino ma racchiude in sé un ricco patrimonio storico-culturale legato al territorio nel quale è prodotto e la grande passione e dedizione dei viticoltori per la coltivazione delle sue uve.

La Confraternita di Valdobbiadene è attualmente composta da circa 130 membri (tecnici enoici, personalità del mondo vitivinicolo o di altri settori), tutti impegnati per la promozione e la tutela di questo vino e del suo territorio.

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Confraternita di Valdobbiadene in Consorzio: “Dobbiamo affermare la nostra unicità”


VALDOBBIADENE –
Sono iniziati questa settimana i confronti della Confraternita di Valdobbiadene con il Consorzio di Tutela e le istituzioni territoriali “per condividere un graduale e comune percorso strategico” che riguarda il locale Prosecco Superiore Docg.

“Riteniamo che questa possa essere considerata l’espressione più democratica”, affermano i membri della confraternita, che nell’estate ha diramato una interpellanza rivolta a tutti i 2640 soggetti appartenenti alla filiera produttiva della denominazione Conegliano Valdobbiadene.

Scopo del questionario era “comprendere la percezione identitaria e intraprendere un eventuale percorso autonomo per l’affermazione della nostra unicità. Fin’ora la risposta è stata numerosa e positiva”.

L’istanza “per la tutela della denominazione Conegliano Valdobbiadene” è scaricabile e sottoscrivibile sul sito ufficiale della Confraternita di Valdobbiadene. La riportiamo integralmente, di seguito:

La Confraternita di Valdobbiadene si è resa protagonista di un’istanza che coinvolge 2640 viticoltori eroici della Denominazione Conegliano Valdobbiadene, per conoscere in maniera democratica la loro opinione.

Nel suo delicato ruolo di osservatore vigile e di guida morale, infatti, la nostra realtà ha preso l’iniziativa per comprendere se la preoccupazione per la perdita di percezione da parte del consumatore sull’identità del vino delle colline sia condivisa dal territorio.

Cercare di creare una consapevolezza culturale, non condizionata e libera da interessi esterni al territorio, rientra infatti tra gli scopi nobili e originali per cui la Confraternita è nata nel 1946.

Un’indagine che si rivela necessaria, ancor più alla luce di quanto avviene oggi, quando l’immagine e la percezione della Denominazione sembra alienata dalla presenza di 500 milioni di bottiglie di “prosecco generico” privo di storia e di vocazione territoriale.

Dati alla mano, risulta una evidente situazione inflattiva, e a tale riguardo nell’istanza, firmata dal Gran Maestro enologo Loris Dall’Acqua, viene manifestata la preoccupazione per il rischio di abbandono dei vigneti di alta collina (di gestione più onerosa) a favore dei vigneti più pianeggianti (meno vocati).

Allarmanti anche i dati sociali, afferma infatti nell’istanza il Gran Maestro: «Se il 55% non distingue la nostra denominazione e se il 75% beve indifferentemente qualsiasi Prosecco senza discriminazione, non è sicuramente molto confortante.

Ci troviamo in un momento di grande confusione dove la massa critica del “prosecco generico”, nei confronti del Conegliano Valdobbiadene, è diventata soverchiante e sta portando ad una sempre minore distinzione e conseguente perdita di percezione della nostra denominazione».

È per questa serie di motivi, in primis, che la Confraternita di Valdobbiadene ha pensato di produrre un documento da condividere con tutti i soggetti interessati appartenenti al territorio Conegliano Valdobbiadene, alla luce della considerazione che una istanza sottoposta a sottoscrizione rappresenti la più alta espressione democratica, perché ogni singolo individuo ha la possibilità di esprimere il proprio reale pensiero, non condizionato dai molteplici interessi delle varie categorie di appartenenza, che spesso sono molto lontane dal territorio.

Con questo documento, la Confraternita di Valdobbiadene vuole capire qual è la vera visione dei produttori del territorio Conegliano Valdobbiadene, per poter valutare se i principi d’identità e di unicità territoriale sono ancora forti e realmente voluti e se vengono da tutti considerati fondamentali per poter uscire dalla confusione e per riappropriarci dell’immagine di un territorio ricco di storia, unico e irripetibile, che non vogliamo svilire».

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