È italiano il miglior vino rosato del Concours Mondial de Bruxelles 2023. A produrlo è Pasqua Vigneti e cantine di Verona, incoronata all’ultima edizione del prestigioso concorso internazionale. Una doppia vittoria per l’Italia che, in terra francese, per l’esattezza a Montpellier, strappa un riconoscimento storico per il movimento dei rosé – pardon, “rosati” – italiani.
In verità è tutto il Bel Paese a uscire a testa alta dall’edizione 2023 dedicata dal Concours Mondial de Bruxelles ai “vini rosa”, a cui hanno preso parte etichette provenienti da ben 25 Paesi, per lo più europei. L’Italia può contare su un bottino pari al 33% di tutte medaglie assegnate da 55 degustatori internazionali.
In particolare, il Bel Paese porta a casa una Gran medaglia d’Oro, 29 medaglie d’oro e 48 medaglie d’argento. La Puglia è la prima regione italiana presente nel medagliere, con 27 medaglie. Seguono il Veneto, con 17 medaglie e l’Abruzzo, con 11 medaglie. Tutte insieme, le altre nazioni hanno raccolto il 29% delle medaglie d’oro e d’argento.
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Terminerà oggi, attorno alle ore 13, la terza Sessione del Concours Mondial de Bruxelles dedicata ai Vini Rosé. La location scelta nel 2023 dagli organizzatori non è casuale. Le degustazioni alla cieca di circa 1.200 rosati internazionali, tra cui diversi provenienti da Puglia e Abruzzo per l’Italia, si tengono nella sede del Syndicat des Producteurs de Vins de Pays d’Oc et Inter Oc. A giudicarli sono 55 degustatori giunti a Montpellier da 20 nazioni, a testimonianza della centralità del Pays d’Oc nella produzione dei rosé internazionali.
La denominazione Pays d’Oc Igp rappresenta di fatto il 28% della produzione totale di vino rosé in Francia. È leader della categoria, a dispetto della più nota Provenza, ferma al 17,9%. I volumi parlano chiaro, con l’indicazione geografica protetta della Linguadoca che è cresciuta del 32% in 10 anni e del 342% in 20 anni, sul fronte dei volumi.
Più delicato il tema del valore, con il distacco rispetto alla Provenza che resta marcato (Pays d’Oc stabile attorno ai 90 euro ad ettolitro rispetto ai 286 euro ad ettolitro dello sfuso Cotes de Provence rosé). Nella principale indicazione geografica francese si producono in media tra gli 1,6 e gli 1,7 milioni di ettolitri di rosé, con un potenziale di circa 215 milioni di bottiglie. Lo sviluppo del rosé è stato incentivato dall’uso di varietà di uve principalmente vinificate in rosso, ora convertite alla produzione di rosé.
Una scelta, come spiegano i produttori locali, che ha permesso di stare al passo con l’evoluzione dei modelli di consumo e con il boom delle vendite di rosé in Francia (+400% nel periodo della pandemia, nel segmento retail) e in diversi mercati di esportazione.
VINI ROSÉ PAUS D’OC: I PUNTI DI FORZA SECONDO JACQUES GRAVEGEAL
«Il principale punto di forza della denominazione – sottolinea Jacques Gravegeal, presidente del Syndicat des producteurs de vins de Pays d’Oc Igp – è la varietà dell’offerta e la gamma chiaramente distinguibile di varietà di uve che offre ai consumatori».
La diversità di territori, climi, aziende, filosofie, know-how ed espressioni aromatiche dei diversi vitigni – aggiunge Gravegeal – offre un numero infinito di combinazioni: Grenache Noir, Cinsault, Syrah, Merlot, Grenache Gris, Pinot Noir, Cabernet-Franc, Cabernet-Sauvignon. Questi 8 vitigni rappresentano la parte più consistente della nostra selezione di rosé».
I vini varietali sono al centro dell’identità della denominazione e il suo disciplinare prevede l’utilizzo di 58 uve diverse, tra cui 18 per i vini rosé. Il 92% della produzione del Pays d’Oc IGP è commercializzata come monovitigno, ossia proveniente da un solo vitigno. Da qui l’importanza di una sessione Vini Rosé nel cuore del Pays d’Oc da parte del Concours Mondial de Bruxelles.
Nei calici dei giudici internazionali, grande abbondanza di vini francesi, in particolare di quelli della regione ospitante. Quasi il 15% dei vini presenti risultano provenienti dal Languedoc Roussillon, la maggior parte dei quali etichettati Pays d’Oc Igp. Anche la vicina regione della Provenza è ben rappresentata, con quasi il 10% delle iscrizioni.
A livello internazionale, le regioni italiane Puglia e Abruzzo sono le più rappresentate per numero di iscrizioni, insieme all’Alentejo portoghese e alla Castiglia-Y-Leon spagnola. I risultati del Concours Mondial de Bruxelles 2023 – Sessione Vini Rosé saranno presentati in occasione della premiazione in programma a Prowein 2023, lunedì 20 marzo alle 11:00 (Hall 1, Room 14, CCD South – Messe Düsseldorf).
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Priscilla Occhipinti, titolare di Nannoni Grappe e unico Maestro Distillatore donna d’Italia, ed il suo alambicco. È un po’ come Don Camillo col Crocifisso: uno parla e l’altro risponde. “L’impianto parla, parla proprio! – dice la Occhipinti raggiunta telefonicamente da Winemag – Le attrezzature trasmettono non soltanto con l’alcolometro, col termometro, o il misuratore di pressione, ma anche coi suoni o col ritmo al quale esce il liquido”.
“A volte il vapore che pulsa da un suono o un timbro diverso: vuol dire che lì c’è bisogno un intervento. L’impianto ti suggerisce non solo le manutenzioni, ma anche le modifiche per lavorare meglio. Per questo non c’è una scuola”. Parole che lasciano trasparire il valore artigianale di un lavoro fatto “di petto e di pancia”.
E forse è proprio in questo valore il segreto del successo di Nannoni Grappe, realtà nata negli anni ’70 nella campagna maremmana ed in grado, dal 2011 ad oggi, di collezionare più di 150 medaglie d’oro e doppio oro nei più importanti concorsi internazionali, cui si aggiungono l’oro per la Grappa di Brunello Riserva 5 anni e l’argento per Gin Gingillo rosa al Concours Mondial de Bruxelles 2020 appena conclusosi.
Sono la sola donna che si può vantare di distillare personalmente il 100% di quello che esce dell’azienda. All’inizio non è stato molto semplice, perché ero giovane e donne nel mondo dei distillati non ce n’erano.
In Italia poi le distillerie son sempre meno, mentre nel nord Europa, dove si sono resi conto di che bene prezioso siano le distillerie per il paese, ci sono un po’ meno difficoltà ed è più facile trovare realtà ‘al femminile‘”.
LA GRAPPA ED IL TERRITORIO
“Essere donna – dice la Occhipinti – mi dà un valore aggiunto perché ritengo che le donne abbiano questa sensibilità che le contraddistingue e la metto in maniera spontanea nel mio lavoro. Come amo la musica, come amo l’arte, così amo trasmettere attraverso la distillazione i profumi del territorio”.
Il territorio, parola fin troppo spesso associata a ‘viticoltura’ ma che raramente viene affiancata a ‘distillazione’. “Il territorio è tutto. Qualsiasi territorio è tutto – dice senza indugio – I profumi che escono dall’alambicco sono i profumi che escono dal territorio, il mio patrimonio è quello. Io devo distillare il territorio”.
Territorio che può riversarsi nello spirit solo a fronte di una materia prima eccellente e lavorata per tempo. “Il mio lavoro è quello di far arrivare le materie prime freschissime e distillarle subito. In quel modo porto il territorio nel bicchiere. Una buona vinaccia fa il 70% del lavoro. Sono fra i pochi distillatori che appena finiscono le svinature, finisce anche la distillazione. Non sono in tanti a potersi vantare di questo”.
IL VALORE DEL LAVORO ARTIGIANALE
Un aspetto, quello delle materie prime, che Priscilla racconta con enfasi sottolineando come anche in questo sta la grande differenza fra l’artigiano e l’industria, fra l’autenticità di un prodotto e le mere logiche commerciali.
Sembrerò una presuntuosa, ma lavoro da mattina a sera nella distilleria da sola e vedermi accomunata a gente che compra dall’industria l’80% di quello che imbottiglia e vende o a gente che distilla la muffa, un pochino mi gira l’anima! La grappa ha bisogno di rispetto. Il mio affetto profondo va alla grappa ed il mio rispetto profondo va alla grappa”.
Parole che non lasciano spazio all’interpretazione, dalle quali emerge chiara la difesa del proprio lavoro, spesso confuso, complice la legislazione italiana, con quello di chi si limita ad imbottigliare prodotti che il più delle volte risultano disarmonici e squilibrati perché “l’equilibrio lo si raggiunge solo toccando l’impianto e sentendo l’aria che si respira in distilleria”.
Ed è nella mancanza di equilibrio di molti, troppi, prodotti ‘di massa’ che risiedono le difficoltà che la grappa incontra sul mercato. “La grappa è difficile a livello di consumo perché purtroppo la media dei prodotti che si trova in commercio è molto bassa. Chi assaggia la grappa sente che brucia e dice ‘io non la voglio bere’. La grappa ha troppa personalità per passare indifferente e se uno assaggia una grappa cattiva, è veramente cattiva”.
Fare cultura della grappa e del buon bere, quindi, per avvicinare il consumatore ad un prodotto la cui intensità può lasciare spaesati. Fare cultura della grappa anche per ‘difenderla’ dalle recenti interpretazioni che tendono a snaturarne le caratteristiche per avvicinarla a mondi che non appartengono alla sua tradizione.
“A fine agosto ho fatto una manifestazione – racconta Priscilla – avevo in degustazione una grappa riserva 5 anni, e un gin morbido e piacevole. Quando ho proposto di assaggiare i prodotti ‘tal quale’ solo quattro presenti su 80 hanno accettato, gli altri hanno chiesto un gintonic convinte di bere meno. È una percezione sbagliata che fa si che le persone siano più propense ai cocktail”.
“E siccome una certa industria ha bisogno di vendere ecco che ci si sposta su prodotti a minor contenuto alcolico o pensati per la mixology . La grappa non sempre sta bene insieme ad altre cose, anche se son stati creati dei cocktail per la grappa”.
NON SOLO GRAPPA
Anche se il distillato nazionale la fa da padrone, con 3.500 quintali di vinaccia lavorata all’anno, oltre 1.000 barrique certificate e circa 80 mila bottiglie/anno, tanti sono i prodotti che Priscilla Occhipinti ha inserito nella gamma di Nannoni, tutti distribuiti da Rinaldi1957. Acquaviti di frutta, acquaviti di miele, brandy e whisky, ma anche gin ed il nuovo nato ‘Maremmamaro‘, un amaro di ‘territorio’.
“Mi diverto. Fare altre tipologie di distillato mi porta ad esplorare nuovi aromi, lavorando quei prodotti che hanno una tradizione importante in maremma. L’apparecchio del gin me lo sono regalato qualche Natale fa. Per fare un buon gin occorre avere naso per riuscire ad abbinare le erbe officinali e valutarne la durata di infusione. Tutta esperienza in più e nuove possibilità di raccontare il territorio“.
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Ufficializzate le date del prestigioso concorso Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles che si terrà anche in questo 2020 dal 30 ottobre al 1 novembre. La 21° edizione di Spirits Selection avrebbe dovuto svolgersi ad agosto nella città di Barranquilla, in Colombia.
Tuttavia a fronte all’emergenza Covid-19 ed alla situazione della pandemia che in Sud America è ancora preoccupante gli organizzatori hanno deciso di trasferire il concorso a Bruxelles, in Belgio, per garantire la valutazione dei campioni registrati senza compromettere le regole di degustazione.
Ovviamente – ha affermato Thierry Heins, direttore della selezione degli alcolici – applicheremo rigide norme igieniche per garantire che le degustazioni si svolgano senza intoppi e saranno compiuti sforzi speciali per garantire la copertura mediatica dell’evento e l’esposizione diffusa dei risultati”.
L’apertura graduale e armonizzata delle frontiere tra i Paesi europei dà fiducia agli organizzatori che si mobilitano per organizzare le degustazioni nelle migliori condizioni possibili. La data per la registrazione e l’invio delle bottiglie è stata prorogata fino al 30 settembre 2020 e le diverse piattaforme per la ricezione dei campioni rimangono aperte.
LA COMPETIZIONE
Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles è una competizione internazionale itinerante durante la quale i produttori del mondo intero presentano oltre 1.700 superalcolici che saranno degustati e valutati da un panel di specialisti. Scopo del concorso è distinguere quei superalcolici di qualità ineccepibile, senza condizionamenti legati all’etichetta o al prestigio della categoria. Il Concorso fa parte dei più importanti eventi internazionali del settore.
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