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Sangiovese Igt Toscana 2014 Ninfato, Sensi Vini

(4 / 5) C’era una volta la “Charaxes Jasius”, comunemente conosciuta come “ninfa del corbezzolo” o anche farfalla “ubriacona”. Aveva l’abitudine di andar per vigne a succhiare le gustose uve zuccherine e i bambini per catturarla andavano nel bosco e poggiavano per terra un bicchiere di vino per attirarla nel loro retino. I loro genitori però, sapendo quanto fosse necessaria la sua presenza in vigna, per aiutare i contadini a capire il grado di maturazione delle uve, liberavano puntualmente il bottino di caccia dei loro bambini. Ecco l’origine del nome del Sangiovese Igt di Toscana Ninfato prodotto da Sensi Vini
a Lamporecchio (Pistoia) sotto la nostra lente di ingrandimento. Un vino che ha già tanto da raccontare a partire dal suo involucro, incartato con la massima cura dei dettagli, come un dono prezioso destinato alle persone più care. Confessiamo che nello scartarlo siamo un po’ combattuti tra la curiosità del bambino di aprire subito il regalo e la voglia di rimandarne la sorpresa. Prevale però l’adulto, impaziente di gustare il nettare che si cela sotto questo accattivante packaging, che ben in vista comunica l’assenza di solfiti aggiunti.

LA DEGUSTAZIONE
Nel calice il Sangiovese Igt di Toscana Ninfato, vendemmia 2014, si presenta di colore rosso rubino scuro, con riflessi violacei poco trasparente e denso. Al naso sentori di piccoli frutti di bosco, ciliegia, ma anche un profumo erbaceo di origano, foglia di pomodoro, un profumo di pizza marinara.

Al gusto caldo, rotondo, un corpo pieno, sapido e giustamente tannico. Un vino in perfetto equilibrio tra le sue componenti dure e morbide, elegante come il suo involucro, con un finale di buona persistenza ma anche con una tale alcolicità, 13,5% di alcol che fa prevalere nuovamente la razionalità dell’adulto a dire che non bisogna esagerare. Si abbina a salumi e piatti di carne.

LA VINIFICAZIONE
Il Sangiovese Igt di Toscana Ninfato prodotto da Sensi è prodotto con uve 100% Sangiovese. La diraspa pigiatura delle uve avviene senza aggiunta di solforosa, con trasferimento in vasche di acciaio per la fermentazione alcolica della durata di 8-10 giorni durante i quali vengono eseguiti rimontaggi e delestages per garantire l’estrazione delle sostanze nobili della buccia. Successivamente il vino viene affinato per 4 o 5 mesi in acciaio con batonnage trisettimanale attraverso l’uso di feccia fine. Questo, consente, senza ulteriore aggiunta di solforosa, di proteggere il vino da ossidazioni incontrollate e di stimolare, attraverso il potere riducente della feccia la longevità del prodotto che infine viene travasato, sfecciato ed imbottigliato.

Dal vino venduto nei mercati rionali del 1890 ai mercati internazionali: quattro generazioni per portare i vini Sensi ad essere apprezzati e premiati in tutto il mondo questa in sintesi la storia di Sensi. Il Sangiovese di Toscana Igt Ninfato è una produzione  recente: presentato nel 2014 al Vinitaly è stato accolto positivamente in tutti i mercati mondiali, è piaciuto molto anche ad una nota rivista Olandese e ottiene anche il riconoscimento “Bere bene al supermercato” di vinialsupermercato.it, giudicate Voi se è poco.

Acquistato presso: Bennet

Prezzo: 6,90 euro

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Lambrusco Rosè Lini 910, Lini Oreste e figli Srl

(5 / 5) Non può che attirare l’attenzione un’etichetta così curiosa sullo scaffale del supermercato. Obiettivo centrato nella forma e soprattutto nella sostanza quello della cantina Lini 910, con il suo Lambrusco Rosè.

Un prodotto fresco e moderno, adatto a un utilizzo quotidiano, eppure allo stesso tempo tutt’altro che convenzionale. Vino da tavola sì, insomma, ma con una marcia (o due) in più. Ottimo anche nel rapporto qualità prezzo.

LA DEGUSTAZIONE
Il Lambrusco Rosè Lini910 sorprende, di fatto, non appena versato nel calice. Prima operazione: dimenticarsi la “spuma” corposa di certi conventional Lambrusco, per fare spazio a una più volatile ed evanescente, che sparisce in fretta.

Mentre sotto prende corpo quello che pare l’incrocio, sulla tavolozza di un pittore, tra un rosa cerasuolo e le tinte tipiche del sidro di mela. Ed è proprio alla mela il richiamo più marcato che giunge al naso. Polpa di mela matura, unita a sentori di amarena e fiori di rosa. Speculare la percezione al palato, che anticipa un finale acidulo e rinfrescante.

Il Lambrusco Rosè Lini 910 accompagna la tavola di tutti i giorni e, più pretenziosamente, piatti a base di pesce o carni bianche, nonché pietanze a base di verdure cotte. Da provare con i primi della tradizione emiliana, come le lasagne alla Bolognese.

LA VINIFICAZIONE
Si tratta del blend tra uve Salamino (80%) e Sorbara (20%), vinificate mediante breve contatto con le bucce, sino a ottenere la tonalità voluta. La rifermentazione avviene in autoclave, per un periodo di 3 mesi, a temperatura controllata. Un procedimento utile a ottenere una “bollicina fine, migliorandone la digeribilità”.

Un Lambrusco, insomma, trattato alla stregua del Prosecco da una cantina, la Lini Oreste e figli Srl, sorta a Correggio (Reggio Emilia) nel 1910 e ancora oggi sulla cresta dell’onda, grazie a un profondo percorso di restyling del marchio e delle caratteristiche di un Lambrusco alla portata del consumatore moderno. Un vero e proprio unconventional Lambrusco.

Prezzo: 3,95 euro
Acquistato presso: Conad

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Bordeaux Réserve 2013, Barton & Guestier 1725

(3 / 5)E’ la regione vinicola più famosa al mondo che finisce con un suo “pezzo” sugli scaffali del supermercato. Parliamo del Bordeaux Réserve 2013 della storica Barton & Guestier 1725. Non certamente un “pezzo” da novanta, che comunque offre al consumatore l’opportunità di accostarsi (a buon prezzo) ai vini che hanno contribuito a rendere grande la Francia nel mondo. Il Bordeaux Réserve 2013 Barton & Guestier 1725 è un’Appellation Bordeaux Controlée. Nel calice si presenta di un rosso profondo, impenetrabile. Al naso evidenzia note suadenti di piccoli frutti a bacca rossa, amarena e fragoline di bosco, in un contorno di vaniglia conferito dall’affinamento in legno. Al palato è nuovamente fruttato e minerale, sapido e di corpo. Rispunta la nota di vaniglia, che contribuisce a un quadro di buona morbidezza, con una punta speziata che non guasta. Sufficientemente persistente il finale, così come l’eleganza conferita dal blend tra Cabernet Sauvignon e Merlot. Perfetto l’abbinamento con piatti a base di carni rosse e bianche, La casa produttrice Barton & Guestier, fondata nel 1725 dall’irlandese Thomas Barton e dal francese Daniel Guestier, è la più antica azienda in attività sul territorio di Bordeaux. I vini prodotti cominciarono a essere esportati principalmente in Irlanda, Inghilterra, Olanda e Stati Uniti. Oggi, la Barton & Guestier è invece un colosso che esporta dalla Francia in oltre 130 Paesi di tutto il mondo.

Prezzo pieno: 6,49 euro
Acquistato presso: Esselunga

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Pignoletto spumante Brut Doc, Righi

(3 / 5) Un prodotto di fascia medio bassa come bollicina a tutto pasto, tant’è il Pignoletto Spumante Brut Doc prodotto da Righi a Campegine, Reggio Emilia. Non c’è da aspettarsi chissà quali emozioni, è un vino semplice, fresco e beverino. Il Pignoletto Spumante Brut Righi si presenta con una bella spuma e con una bollicina fine, non a catenella, ma diffusa nel bicchiere, il colore è giallo paglierino scarico e al naso è davvero delicato con leggeri sentori di buccia di mela. Al gusto fruttato con un’effervescenza quasi prepotente che sgrassa, ma che non rimane acidula, un retrogusto leggermente amarognolo, ma non pesante, digeribile, ordinario e leggero, solo 11,5% di alcol in volume. Si abbina ad aperitivi, antipasti, primi piatti, arrosti di carne bianca e formaggi freschi. Quella del Pignoletto Spumante è una moda piuttosto recente, come tipologia di vino lo collochiamo tra un Pinot dell’Oltrepò e un Prosecco del Veneto di pari passo alla posizione geografica, una via di mezzo per gli amanti dei vini frizzanti o fan del Pignoletto che desiderano provare una versione innovativa magari anche in chiave cocktail del quale può essere un buon ingrediente. Il Pignoletto è un vitigno autoctono dell’Emilia Romagna diffuso in particolare nella zona di Modena e Bologna che si sta affermando come il vitigno bianco per eccellenza nella regione. In particolare, le uve utilizzate per il Pignoletto Spumante Brut Doc di Righi appartengono alla Doc Reno.

LA VINIFICAZIONE
La vinificazione avviene con il metodo Charmat in autoclave con una fase di maturazione sulle fecce fini di 30 giorni e ulteriori 60 giorni per accentuare le caratteristiche di finezza e aromaticità del vino, prima di essere imbottigliato. Righi appartiene al gruppo Cantine Riunite, Civ, nato nel 1950, che nel 2002 ha acquisito il gruppo Cantine Maschio arrivando ad essere il gruppo italiano leader nella produzione dei vini frizzanti.

Prezzo pieno: 5,39 euro
Acquistato presso: Bennet

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Lacryma Christi del Vesuvio bianco Doc, Mastroberardino

(4 / 5) Leggenda narra che dal pianto di Dio nacque la vite dalla cenere, sul vulcano Vesuvio. E vogliamo crederci, noi che il Lacryma Christi bianco di Mastroberardino l’abbiamo degustato fino all’ultima goccia. Retaggio importante quello che si porta sulle spalle questa Doc: nel vedere il Golfo di Napoli, unico lembo di cielo sottratto a Lucifero, Dio pianse. E dalle sue lacrime nacque la vite. Un vino pretenziosamente celeste, dunque, quello che finisce oggi sotto la nostra lente di ingrandimento, per la vendemmia 2014. Eppure così legato alla terra, a Madre Natura. A un suolo vulcanico che si esprime sotto forma liquida, nel Lacryma Christi del Vesuvio bianco Doc Mastroberardino, in tutta la sua mineralità.

LA DEGUSTAZIONE
Nel calice scivola d’un giallo paglierino tendente al dorato. Al naso arriva travestito di pesca matura, pera, agrumi, con speziatura che ricorda la cannella e la liquirizia. Al palato è suadente, come chi ti racconta una storia antica di cui vorresti conoscere in fretta il finale. In un contorno minerale delizioso, giustamente sapido, parla nuovamente di pesche, pere e buccia d’agrumi. Si dilunga, quasi ammandorlandosi. Sarebbe un peccato “sprecarlo” con l’antipasto, a meno che questo non sia d’alto livello. Ottimo piuttosto con piatti di pesce e crostacei, sia primi che secondi importanti e gustosi, perché capace con la sua freschezza e il suo corpo di reggerli alla perfezione. A una temperatura che non dovrebbe superare i 13 gradi.

LA VINIFICAZIONE
Lacyma Christi del Vesuvio bianco Doc Mastroberardino è ottenuto mediante vinificazione di sole uve Coda di Volpe. I vigneti – di età media di 15 anni – sono esposti principalmente a Sud-Est, a un’altitudine di 170 metri sul livello del mare, con una densità d’impianto di 2.500 ceppi circa per ettaro, allevati a raggiera e spalliera con potatura guyot. La vinificazione è classica in bianco, in serbatoi di acciaio a temperatura controllata. Segue un periodo di affinamento in bottiglia per almeno un mese, prima della commercializzazione. Una storia di qualità, quella della famiglia Matroberardino, che affonda le sue radici oltre due secoli fa, in Irpinia, per la precisione nel Comune di Atripalda, Avellino.

Prezzo pieno: 12,49
Acquistato presso: Carrefour

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Pilu Niuru classic Salento Igp, Taurosso

(4 / 5) Non abbiamo dubbi: Pilu Niuru Classic Salento Igp sarebbe il vino preferito di Cetto La Qualunque, il personaggio portato in televisione e al cinema dal grande Antonio Albanese. Un vino che racconta la “voglia di pilu cronica che risale al tardo Medioevo”, nel suo essere “qualunquemente” accattivante sullo scaffale del supermercato dal quale lo “preleviamo”, per approfondirne la conoscenza. Senza veli. Ovvero stappandolo, per intenderci. La premessa è che Pilu Niuru è un Negroamaro del Salento, ma non di quelli scialbi. Celebra nel nome “la sensuale femminilità tipica delle donne salentine dagli ammalianti occhi e lunghi capelli neri”, come spiega la stessa casa produttrice Taurosso di via Taranto 76, Campi Salentina, Lecce. Vestito solo di un calice trasparente, Pilu Niuru si mostra come mamma l’ha fatto: d’un rosso rubino carico, acceso. Sarà la timidezza? Noi, voraci, non vediamo l’ora di assaggiarlo. Ma prima ci annusiamo un po’. Pilu Niuru emana prugna, mora, liquirizia e cuoio. Non dev’essere una preda facile. La mordiamo. E in bocca è calda, speziata, di nuovo sa di more e, soprattutto, di piccoli frutti a bacca rossa. Tira fuori le unghie e le conficca nel palato quando estrae un tannino vivo, suadente. Forse un po’ troppa verve e allora lo allontaniamo. La “sensuale femminilità salentina” va presa a sorsi meditati, altrimenti rischia di dare alla testa. Anche perché la temperatura sale, sorso dopo sorso. E Pilu Niuru li fa sentire tutti i suoi 13,5 gradi di alcol in volume. Pilu Niuru Salento Igp Taurosso è il compagno di primi piatti della tradizione culinaria salentina, ma è in grado – per struttura e corpo – di essere abbinato con piatti di carne arrosto e formaggi di media stagionatura. E’ chiaro come si tratti di uno dei fiori all’occhiello del marketing della casa leccese Taurosso, che gli ha dedicato addirittura una pagina Facebook ad hoc, a dire la verità poco aggiornata. Si sa, del resto: per certe cose, basta il nome.

Prezzo pieno: 6,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante

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Sudtirol Alto Adige Lagrein Doc 2014 Cornaianum, Cantina Girlan

(4,5 / 5) Rotondo, vellutatamente tannico, armonico e persistente al palato. Non sorprende la finezza e la qualità del Sudtirol Alto Adige Lagrein Doc imbottigliato da Kellerei Cantina Girlan di Cornaiano in provincia di Bolzano, Alto Adige, vendemmia 2014. Sorprende di più averlo trovato sullo scaffale del supermercato. Sudtirol Alto Adige Lagrein Doc fa parte infatti della linea Cornaianum, etichetta creata appositamente per il canale gdo. Di colore rosso rubino con riflessi violacei, ha intensi sentori di viola e frutta rossa oltre a note speziate e boisè dovute all’invecchiamento in legno grande. E’ un vino caldo, ma non eccessivamente alcolico con i suoi 12,5% di alcol in volume. Il Lagrein Doc in Alto Adige si definisce il “vino della festa o il vino della staffa”, quello che si beve con gli amici fuori casa prima di congedarsi: un vino che invita alla convivialità, non smentito in questa versione prodotta da Girlan. Un vino davvero gradevole, con un ottimo rapporto qualità prezzo.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con un’accurata selezione di uve Lagrein, vitigno autoctono altoatesino, per mescere le qualità di ciascun terroir e rafforzare l’unicità di un vino di qualità, Sudtirol Alto Adige Lagrein Doc di Girlan, pur essendo pronto, si presta ad un consumo anche nei 4 o 5 anni successivi. Si abbina a carni rosse, cacciagione e formaggi stagionati. Pur avendo una ridotta superficie vitata, l’Alto Adige si distingue sempre per l’ottima qualità dei vini prodotti, anche quelli destinati alla grande distribuzione, qualità che si ritrova tutta nell’Alto Adige Lagrein Doc di Girlan. La Cantina Girlan nasce nel 1923, per opera di 23 viticultori, nella località di Cornaiano in Alto Adige in un maso storico del Cinquecento. Attualmente conta 200 soci viticultori, dislocati in un’area di coltivazione dei vigneti di 220 ettari, nelle migliori zone produttive dell’Oltradige e della Bassa Atesina. Il Lagrein che, attenzione, si pronuncia “Lagrain” dal tedesco, è uno dei vini di punta del Sudtirol Alto Adige e negli ultimi anni sta riscuotendo enorme riscontro di critica e di pubblico. Un vino che degustato crea dipendenza, per parafrasare un famoso claim pubblicitario. E allora vogliamo concludere anche noi, romanticamente: “Un Alto Adige Lagrein Doc di Girlan è per sempre”.

Prezzo pieno: 7,99 euro
Acquistato presso: Famila

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Etna Bianco Doc 2014 Le Sabbie dell’Etna, Firriato Winery

(5 / 5)La finezza e i profumi del Carricante, unita alla potenza strutturale del Cataratto. C’è riuscita Firriato a produrre un vino “di territorio” con l’Etna Bianco Doc 2014 Le Sabbia dell’Etna. Un vino bianco serio, impegnato, elegante. E allo stesso tempo divertente, sorprendente, gustoso. Quasi da mordere. Un po’ come racchiudere in bottiglia lo spirito tumultuoso e volatile di un vulcano, per godersi lo spettacolo che sa offrire Madre Natura. Etna Bianco Doc 2014 Le Sabbie dell’Etna Firriato scende scorrevole e cristallino in un calice che si tinge d’un giallo paglierino chiaro, con riflessi verdognoli. Al naso è intenso, schietto, fine. Di quella complessità fatta dall’unione ordinata delle piccole cose: fiori di mandorla, ginestra e mimosa, frutti a polpa bianca come la pera e la pesca, oltre a immancabili richiami agli agrumi di Sicilia. Ricorda il mare e, forse per questo, l’impronta tipicamente salina che sarà il punto di forza al palato è già ben evidente, tra i profumi di frutta matura. In bocca, Sabbie dell’Etna Firriato si scopre vino di corpo, caldo, rotondo, tanto fresco da tendere al “vivo”, splendidamente sapido e di un equilibrio salino in perfetta armonia con le note di frutta che solo certi vini blend di Sicilia sanno regalare. Intenso, fine e persistente anche una volta deglutito. L’abbinamento migliore? Quello con l’estate. E con tutto ciò che parli di mare. A una temperatura di 10-12 gradi. Ottimo, insomma, il rapporto qualità prezzo.

LA VINIFICAZIONE
L’Etna Bianco Doc Le Sabbie dell’Etna 2014 Firriato è il frutto della vinificazione delle uve Carricante e Cataratto prodotte nel Comune di Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania. Il terreno è di tipo sabbioso, di matrice vulcanica, con elevata capacità di drenare le acque. L’esposizione dei vigneti è sul versante nord orientale dell’Etna, a un’altezza compresa tra i 500 e i 600 metri sul livello del mare, con allevamento a controspalliera. Poco più di quattromila piante per ettaro, per una resa di circa 7 mila kg. La vendemmia manuale ha inizio nella seconda decade del mese di ottobre. La pressatura delle uve è soffice e la fermentazione ha luogo a una temperatura controllata, tra i 16 i 18 gradi, per 15 giorni. Importanti per gli aromi e i profumi conferiti al vino i tre mesi di affinamento sulle fecce nobili, in serbatoi di acciaio inox con rimontaggi giornalieri. Segue una fase di affinamento in bottiglia, della durata di 2 mesi, prima della commercializzazione.

Prezzo pieno: 8,99 euro
Acquistato presso: Esselunga

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Gutturnio Doc Classico Riserva 2010 Costa Pancini, vitivinicola Montesissa

(4 / 5) Ottenuto come di consueto dalla vinificazione delle uve Barbera e Bonarda dei Colli Piacentini, il Gutturnio Doc Classico Riserva 2010 Costa Pancini dell’azienda agricola vitivinicola Francesco Montesissa non ha nulla a che vedere col ‘solito’ Gutturnio piacentino. Si tratta infatti di un vino fermo, senza la classica ‘spuma’ che contraddistingue il più noto tra i vini Doc di Piacenza, che a Carpaneto Piacentino ha di fatto un riconosciuto quartier generale.

LA DEGUSTAZIONE
Un vino corposo, di struttura, capace di esaltare piattianche elaborati. Nel calice, il Gutturnio Doc Classico Riserva 2010 Costa Pancini dell’agricola vitivinicola Montesissa si presenta di un rosso rubino con unghia granata, a dimostrazione di una perfetta conservazione.

Al naso frutti rossi, tra cui spicca il lampone, e frutti a bacca nera come le more. Ma anche richiami alla confettura degli stessi frutti, in un contorno evidente di vaniglia (e liquirizia) dovuto all’affinamento in legno. E sullo sfondo sentori di alloro e rosmarino, che caratterizzano ulteriormente un naso tutt’altro che banale.

In bocca il Gutturnio Doc Classico Riserva 2010 Costa Pancini è principalmente sapido in ingresso. Diviene poi fruttato (ecco ancora more e lamponi), morbido, giustamente tannico e asciutto, nonché caldo. Ed è il tannino a dimostrare che si tratti del momento giusto per stappare la bottiglia, per una vendemmia – la 2010 – che continuerà a conservare le proprie caratteristiche gusto-olfattive ancora per qualche mese, prima di iniziare un irrimediabile quanto fisiologico “declino”. Perfetto l’abbinamento di questo Gutturnio con piatti importanti di carne, dai primi ai secondi, compresa la selvaggina. Ottimo anche con formaggi stagionati: provatelo col Grana Padano, come suggerisce la stessa casa produttrice. Non fate però l’errore (imperdonabile) di servire questo Gutturnio Riserva alla stregua dei Gutturnio frizzanti: non va messo in frigorifero, per non compromettere la beva a causa dell’astringenza del tannino. Va piuttosto consumato a una temperatura di 18-20 gradi. Possibilmente stappandolo con almeno mezzora di anticipo.

LA VINIFICAZIONE
La tecnica di vinificazione del Gutturnio Doc Classico Riserva 2010 Costa Pancini prevede un utilizzo del 60% di uve Barbera e del 40% di uve Bonarda. La predominanza del primo è netta e serve a caratterizzare la beva, rendendola più austera ed elegante. La fermentazione delle uve avviene in acciaio, con macerazione sulle bucce della durata massima di 14 giorni. Seguono 9 mesi di maturazione e affinamento in barrique di rovere e altri 5 in bottiglia, prima della commercializzazione. Il Gutturnio Doc Classico Riserva è il prodotto “top” di gamma (almeno per la grande distribuzione organizzata) dell’azienda vitivinicola Montesissa, che da cinque generazioni opera nel mondo del vino commercializzando varietà autoctone.

Prezzo pieno: 8,49
Acquistato presso: Il Gigante

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Montepulciano d’Abruzzo Doc 2014 Riparosso, Dino Illuminati

(4 / 5) Bere bene al supermercato si può, dimostrarlo è la mission di vinialsupermercato.it. Un obiettivo che cerchiamo di perseguire anche con metodi “non convenzionali”! Non preoccupatevi, nulla di allarmante. Abbiamo servito un vino della grande distribuzione organizzata durante una degustazione alla cieca tra un gruppo di sommelier professionisti ed aspiranti sommelier.Le degustazioni alla cieca consistono nel coprire completamente l’etichetta o la bottiglia affinché il prodotto non sia riconoscibile e il giudizio non venga influenzato in nessuno modo. Il vino che abbiamo “bendato” è il Vqprd Montepulciano d’Abruzzo Doc Riparosso, prodotto dalla Cantina Dino Illuminati a Controguerra, in provicia di Teramo. La sigla Vqprd sta per vino di qualità prodotto in regione determinata.

LA DEGUSTAZIONE
Il Montepulciano D’Abruzzo Doc Riparosso prodotto da Illuminati nel calice si è mostrato subito di un bel rosso rubino con riflessi violacei e non è stato difficile per la platea indovinare che si trattasse di una vendemmia recente, la 2014.  Al naso i profumi intensi soprattutto di frutti rossi, vinosi, ma anche speziati a rivelare che si trattava di un vino monocorde. All’assaggio caldo, corposo, di giusta acidità e con un tannino ben presente che ne fa un vino pronto, ma con ampi margini di miglioramento. Non è stato per nulla facile per il gruppo individuare il tipo di uvaggio, a dimostrazione di quanto siano poco conosciuti i vini abruzzesi. Il nostro gruppo di assaggio ha apprezzato molto il vino e lo stupore è aumentato quando finalmente abbiamo “svestito” la bottiglia, mostrando il prodotto e dichiarando il prezzo pagato. Il sommelier relatore che guidava la serata ci ha fatto i complimenti per la scelta e ha invitato tutti i partecipanti a tenere in mente il Montepulciano D’Abruzzo Doc Riparosso prodotto da Illuminati, in quanto “vino didattico”, che si presta a numerosi abbinamenti. Si accompagna infatti ad arrosti di carni rosse, brasati, selvaggina, pollame, formaggi semistagionati, ma anche con carni di agnello e capretto. Missione compiuta.

LA VINIFICAZIONE
Il Montepulciano D’Abruzzo Doc Riparosso è prodotto con il 100% di uve Montepulciano. La vendemmia viene effettuata nella prima decade di ottobre. Le uve dopo una accurata selezione, vengono diraspate, pigiate e vinificate secondo il metodo tradizionale in “rosso” con una lunga macerazione della buccia in vinificatori di acciaio inox ad una temperatura controllata di 28 gradi centigradi . Il vino ottenuto viene fatto invecchiare in botti di rovere di Slavonia da 25 ettolitri per circa 6 mesi e quindi sottoposto ad ulteriore affinamento in bottiglia di due o tre mesi prima di essere distribuito.

UN VINO PREMIATO

Il Montepulciano d’Abruzzo Doc Riparosso dalla Cantina Dino Illuminati di Controguerra, mostra in evidenza sul collo della bottiglia il bollino dei due bicchieri agli oscar regionali Gambero Rosso che si è aggiudicato nel 2012. Il meccanismo dell’attribuzione dei bicchieri peraltro è lo stesso della degustazione alla cieca: gli esperti Gambero Rosso valutano i campioni che ricevono senza conoscere la tipologia di vino e/o il produttore proprio per non essere influenzati nel loro giudizio. Le cantine Illuminati vantano una tradizione vinicola di ben 120 anni e dagli anni settanta hanno avviato l’attività di imbottigliamento che li ha portati ad una produzione di oltre il milione di bottiglie di cui il 60% per il mercato estero. Anche in Italia la qualità di Illuminati è da sempre riconosciuta dagli esperti di settore, Gambero Rosso, Veronelli, Bibenda, Slowine.

Prezzo pieno: 6,90 euro
Acquistato presso: Carrefour

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Locorotondo Dop Terrantica di Puglia, San Martino Coluccivini

(4 / 5) Prendetelo sul serio, perché il nome potrebbe trarre in inganno. E non solo quello: anche il prezzo, che neppure sfiora i 3 euro, rischia di far sembrare Locorotondo Dop prodotto e imbottigliato a Martina Franca (Bari) dalla San Martino Coluccivini, un vino di dubbio valore.

La degustazione convince anche il più ostico a ricredersi. Locorotondo Dop fa parte della linea Terrantica di Puglia dell’azienda San Martino Coluccivini. Il tappo risulta ben conservato e fa presagire, appena tolto, di essere al cospetto di un vino molto fruttato. La vendemmia sotto la lente di ingrandimento di vinialsupermercato.it è la 2013, non la più fresca dunque. Ma comunque il prezioso nettare conserva le caratteristiche sperate, che richiamano i sentori tipici dei due uvaggi utilizzati per produrre Locorotondo: Verdeca (80%) e Bianco D’Alessano (20%).

LA DEGUSTAZIONE
Nel calice il vino si presenta di un giallo dorato scarico, con riflessi verdolini. Al naso si sprigionano piacevoli e intensi sentori di datteri, pesca sciroppata, amarena, litchi. Curiosissimo l’impatto con tutti questi profumi, in un contorno floreale fresco che invita all’assaggio. Al palato, Locorotondo Dop 2013 Terrantica di Puglia dell’azienda San Martino Coluccivini si presenta con la stella spavalderia con cui aveva incontrato, poco prima, il naso. Di nuovo sentori spiccatamente fruttati di dattero e pesca, che scendendo in gola si fa più amara, ricordando la percezione tipica del morso ai semi dell’uva: un mix tra l’amarognolo e l’acidulo piacevole, per i richiami erbacei che fanno capolino prima e durante un finale di sufficiente persistenza, decisamente sapido. Tanto da invitare subito al sorso successivo. Un vino leggero, di appena 11,5 gradi, ma capace di reggere il confronto con piatti pesce, crostacei e carni bianche, oltre a poter essere tipicamente utilizzato come aperitivo.

LA VINIFICAZIONE
Che dire? Locorotondo Dop Terrantica di Puglia dell’azienda San Martino Coluccivini non è certamente uno dei vini di tendenza nel nord Italia. Ma restare quasi dimenticato sugli scaffali del supermercato ha fatto certamente bene a una bottiglia che ha guadagnato in “esperienza” e complessità dalla vendemmia 2013. L’area di produzione di questo vino è la Valle d’Itria e i comuni limitrofi. La spremitura delle uve Verdeca e Bianco D’Alessano avviene in maniera soffice, con vinificazione in bianco e criomacerazione per conservarne al meglio gli aromi. La fermentazione avviene a temperatura controllata, tra i 18 e i 20 gradi. Prima dell’imbottigliamento, Locorotondo Dop matura in vasche d’acciaio. Guidata dall’enologo Francesco Colucci in collaborazione col figlio Piercesare, la cantina San Martino Coluccivini si è rinnovata tecnologicamente da oltre 20 anni, a distanza di quasi un secolo dalla sua fondazione in via Locorotondo, a Martina Franca.

Prezzo pieno: 2,74 euro
Acquistato presso: Iper la Grande I

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San Valentino, che vino comprare? Dieci bottiglie al supermercato prodotte con “blend”

Cos’è l’amore, se non una miscela di elementi che regalano un’unione, una fusione perfetta? Sappiate che anche le uve… s’innamorano. Creando quello che, in gergo tecnico, viene definito blend. Ovvero l’utilizzo di differenti uvaggi, per ottenere il taglio desiderato. E dare vita a un vino che non è nient’altro che la perfetta “fusione” tra uve differenti. Per il giorno di San Valentino, abbiamo deciso di suggerirvi dieci vini acquistabili al supermercato capaci di rendere ancora più speciale
la ricorrenza, anche a tavola. Per una scelta più ampia, potete invece fare riferimento alla lista dei migliori vini degustati da vinialsupermercato.it nel 2015.

VINO ROSSO:
1) Amarone 2012 Pagus Bisano
2) Villa Antinori Rosso Toscana Igt 2013, Antinori
3) AsiOtus, vino varietale Mgm Cuneo

Un Amarone, dunque: vino veneto per eccellenza, ottenuto mediante una vinificazione che lo rende di per sé uno dei vini più affascinanti al mondo. E’ il frutto dell’amore tra uve Corvina e Rondinella. Poi un rosso toscano d’eccellenza, prodotto da uno dei migliori marchi del vino made in Italy, Antinori: frutto dell’incontro tra Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. E, infine, quello che potremmo definire l’outsider, la sorpresa: AsiOtus, o Asio Otus, vino varietale prodotto nella zona di Cuneo, risultato accattivante dell’unione perfetta tra uvaggi Cabernet, Merlot e Syrah.

VINO BIANCO:
1) Langhe Bianco Divin Natura, Teo Costa
2) Gewurztraminer Leda, Aneri
3) Vignes de Nicole L’Assemblage Blanc, Paul Mas Domaines

Vogliamo suggerirvi un bianco “naturale”, capace di mostrare carattere, ma senza causare il mal di testa: Langhe Bianco Divin Natura di Teo Costa è il bianco che fa la caso degli intolleranti ai solfiti, prodotto in Piemonte senza aggiunta di solforosa durante la vinificazione. E’ il frutto dell’amore tra uve Sauvignon Blanc e Roero Arneis. Ecco poi l’immancabile Gewurztraminer, più difficile a dirsi che a bersi: vino di grande struttura, prodotto dall’ottima casa Aneri di Verona e imbottigliato nei pressi di Bolzano, in Alto Adige. Gradazione alcolica sostenuta, carattere e aromaticità da vendere, è il risultato dell’unione tra uve Gewurztraminer, Riesling, Sauvignon, con l’aggiunta di un 5% di un uvaggio che resta “segreto”. Ci spostiamo infine in Francia per il sorprendente Assemblage Blanc di Paul Mas Domaines: uve Sauvignon Blanc, Picpoul, Viognier e Chardonnay in perfetto equilibrio. Innamorate, insomma.

BOLLICINE:
1) Valdobbiadene Superiore Cartizze Docg, Col Del Sol, Drusian
2) Do Case Asolo Prosecco Docg, Ricci (magnum)

Immancabile lo spumante per San Valentino. E allora abbiamo scelto due bollicine venete, differenti Prosecco ottenuti dall’amore tra uve Glera e altre varietà autoctone locali. Cin Cin! Ma a tal proposito vogliamo anche segnalarvi due prodotti che abbiamo di recente toccato “con mano”, nel meraviglioso regno della Franciacorta. Al supermercato potete trovare la linea Cuvée imperiale di Berlucchi. Vi suggeriamo Vintage Millesimato e Max Rosè.

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Vini al supermercato

Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg Col del Sol, azienda agricola Drusian

(3,5 / 5) Li vale i soldi spesi il Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg Col del Sol, prodotto dalla azienda agricola Drusian di Bigolino di Valdobbiadene? Forse sì, ma non un centesimo di più. Vediamo perché. È il prezzo più alto sullo scaffale e si distingue da altri concorrenti posizionati in una fascia leggermente inferiore. Cominciamo col dire che nel calice si presenta cristallino, il colore è giallo paglierino con riflessi verdolini e il perlage mediamente fine e di buona persistenza. Al naso le tipiche note fruttate di questo tipo di uvaggio, frutta a polpa bianca mela e pera sopra tutte, ma anche delicate note floreali e minerali. I profumi non particolarmente intensi, anzi molto fini: lo accettiamo, perché il suo equilibrio lo ha al gusto, un vino comunque con un corpo sostenuto da una vena leggermente acida ed una bollicina non aggressiva e cremosa. Il retrogusto è comunque fruttato e persistente. fine ed elegante. Il Valdobbiadene Superiore di Cartizze Col del Sol Docg prodotto dall’azienda agricola Francesco Drusian non è solo un vino da dessert e quindi destinato ad un consumo “occasionale” o “festoso”, ma sposa anche primi piatti semplici o pietanze a base pesce o antipasti. L’azienda agricola Drusian vanta tradizioni enologiche da ben tre generazioni, il wine maker è proprio Francesco Drusian.

IL RE DEI PROSECCO?
Ecco adesso una serie di considerazioni sul “Cartizze” che di certo non potranno mettere tutti d’accordo, perché c’è chi ritiene il Cartizze solo un Prosecco costoso. Da sempre, il Cartizze ha rappresentato un prodotto dalle misteriose origini ed elitario. Diciamolo che ancora oggi capita di sentire che qualcuno ritenga sia un prodotto “francese”, omettendo anche di pronunciare la “e” finale, come previsto dalla pronuncia in lingua francese per tutte le parole che finiscono con questa vocale. Quante volte abbiamo sentito richiedere un “Cartizz” o “Cartiss”? È vero di fatto è un Prosecco, le uve utilizzate per la sua produzione sono Glera 100% come per il cugino, ma non tutti sanno che viene prodotto in una collina “cru” di circa 110 ettari che gode di un microclima molto particolare, che ha sicuramente effetti sui vigneti e sull’uva. E allora paghiamo solo la provenienza? Certamente paghiamo la sottozona, dove peraltro i costi dei vigneti al metro quadro hanno delle cifre a sei zero. Paghiamo anche l’esclusività: il Cartizze non potrà mai raggiungere i quantitativi del Prosecco, la sua produzione si aggira intorno al milione e 400 mila bottiglie, ma non è un prodotto in crisi, anzi continua a mantenere la sua identità. Dal nostro punto di vista è comunque la fascia massima che si possa pagare per questo tipo di prodotto al supermercato, ma quasi anche in enoteca. Le qualità dei Prosecco di Valdobbiadene negli ultimi anni sono decisamente migliorate, anche se per “bere bene” bisogna spendere almeno otto o nove euro, oppure andare su un Prosecco di Asolo, che non tutti distribuiscono e che è in vendita (anche nei supermercati) a cifre che si aggirano intorno ai 10-12 euro. Tirando le somme, è corretto spendere anche qualche euro in più per questa esclusività, soprattutto se ha un riscontro qualitativo nel bicchiere. Ma quanto siamo disposti a spendere per questa tipologia di prodotto? Per tornare all’origine del discorso…non un centesimo di più!

Prezzo pieno: 13,99 euro
Acquistato presso: Bennet / Il Gigante

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Vini al supermercato

Amante Rosso Igt Veronese: Ca’ del Sette caccia il distributore e ritira il prodotto dai supermercati Famila

(4 / 5)Avere l’amante è un rischio, si sa. Si potrebbe essere scoperti. Ed è miseramente finita la relazione tra il vino Amante Rosso Igt Veronese prodotto dalle cantine Ca’ del Sette e la grande distribuzione organizzata. Vittima di uno scellerato distributore che ha venduto alla Gdo una partita di questo vino a un prezzo “stracciato”, mettendo a rischio l’immagine di quello che non è certamente un vino da svendere. Ottimo il fiuto del buyer. E ottimo anche il nostro, che siamo riusciti ad accaparrarcelo prima che sparisca dalla vendita nel canale supermercati. La decisione della Cantina Ca’ del Sette di non commercializzare più Amante Rosso Veronese Igt è stata presa proprio a seguito di questa scoperta.

Il nome peccaminoso ed allusivo folgora come un colpo di fulmine. Se parliamo di amante le allusioni fioccano, gli scheletri nell’armadio pure, in qualche caso. Avranno voluto essere allusivi anche quelli del marketing delle Cantine Ca’ del Sette? La prima allusione riguarda tuttavia l’etichetta, che tra l’altro ricorda quella di un Amarone.

Di colore rosso con riflessi violacei, il vino Amante Rosso Veronese Igt Ca’ del Sette si presenta al naso con una complessità interessante. Inizialmente un aroma intenso di ciliegia e frutti rossi maturi, poi sentori erbacei seguiti da note speziate, un mix davvero invitante e non banale. Nel calice è corposo, denso, 13,5% di alcol in volume che potrebbero dare alla testa, come un amante di tutto rispetto. Al gusto è caldo, il tannino è calibrato ed avvolgente, vellutato e con un finale persistente. Consigliamo di aprirlo almeno mezzora prima di consumarlo, perché in grado di evolversi in positivo. Il retrogusto di ciliegia e cioccolato indicato in etichetta è concreto, noi lo percepiamo come il sapore di ovetto al cioccolato con sorpresa, senza fare nomi. E sorpresa è stata con questo vino: sicuramente l’armonia, la dolcezza data dall’alcolicità, la morbidezza di questo vino che ricorda l’Amarone e anche un po’ il Ripasso. Si abbina a carni bianche e rosse, selvaggina e formaggi freschi e stagionati. Maliziosamente perfetto anche per il San Valentino in arrivo. Il tema della “tresca” curiosamente ritorna anche nel sistema di vinificazione. Abbiamo scoperto che è frutto di ben tre vinificazioni distinte.

LA VINIFICAZIONE
Il vino Amante Rosso Igt Veronese Ca’ del Sette è infatti prodotto con un blend di uve Merlot per il 60%, Cabernet Sauvignon 30% e Corvina 10 %, sottoposte prima ad appassimento in vigna. La prima vinificazione interessa il Merlot, la seconda il Cabernet Sauvignon e infine alla terza, che interessa il Corvina, viene aggiunto il vino ottenuto dalla prime due, in seguito sottoposto ad affinamento di quattro mesi in acciaio. La vinicola Ca’ del Sette si trova a Gambellara, in provincia di Vicenza. Oggi è gestita da Matteo Pontalto e da Elisa Dian, che ha ereditato dalla nonna l’amore per il vino. L’azienda, pur avendo radici nell’800, è nata negli anni 50 dalla passione di una donna, la nonna di Elisa Dian appunto. Una enologa donna in quegli anni, quando le donne avevano da poco ottenuto il diritto di voto, si può considerare una figura all’avanguardia. Questa avanguardia è portata avanti dalla nuova generazione, che oggi gestisce una cantina moderna attrezzata con le migliori tecnologie, un laboratorio chimico interno che segue tutte le fasi di produzione e anche un’azienda proiettata al futuro e a cogliere le nuove opportunità di mercati come quello asiatico, grazie all’apertura di un punto vendita a Hebei, in Cina. “Il piacere non si può spiegare a parole, noi ci siamo riusciti con il gusto”, cita il loro claim. E siamo concordi. Non ci resta che andare alla ricerca degli altri due prodotti attualmente in vendita in  gdo, “Bacca del Merlo”, vino bianco, e “Stranero”, vino rosso prodotto col medesimo uvaggio dell’Amante. Sperando nel cosiddetto ritorno di fiamma.

Prezzo pieno: 5,99 euro
Acquistato presso: Famila

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Vini al supermercato

Montefalco Sagrantino Docg 2009 Laurenzia, Vignaboldo Umbria Brogal Vini

(3 / 5)Vi siete mai sentiti spossati, giù di corda, fuori forma? Ecco come deve sentirsi il Montefalco Sagrantino Docg 2009 Laurenzia del Vignaboldo Umbria, imbottigliato da Brogal Vini Srl a Bastia Umbra. Un vino che non offre certamente al consumatore del supermercato la migliore espressione di un vitigno che fa del tono, della vigoria e dell’agonismo olfattivo e gustativo il suo tratto distintivo. Presentato giustamente come il vino top di gamma dell’azienda umbra di via degli Olmi 9, giudichiamo il prezzo (pieno) praticato da Esselunga un po’ esagerato al cospetto del riscontro degustativo ottenuto: corretto invece il posizionamento in fascia promozionale, in un’ottica prettamente legata al rapporto qualità prezzo. Montefalco Sagrantino Docg 2009 Laurenzia del Vignaboldo si presenta nel calice di un rosso granato con riflessi violacei. Al naso le percezioni derivanti dal lungo affinamento in legno sovrastano note fruttate di more selvatiche, appena percettibili: domina il cuoio, stretto a cintura attorno al collo della piccola bacca nera. In bocca risulta caldo, più fruttato che al naso, dotato di buona speziatura, asciutto. Il tannino risulta ancora troppo invadente, aspetto che ci porta a considerare la bottiglia pronta, ma con discreto margine di evoluzione futura. Fondamentale stappare un’ora prima della consumazione. L’abbinamento perfetto è quello con la selvaggina e la carne arrosto. Il Sagrantino Vignaboldo 2009 si attiene al disciplinare di produzione di una Docg che consente la produzione di questo vino solamente in quattro piccoli comuni della provincia di Perugia: Montefalco per intero, nonché in porzioni del territorio di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria, chi più chi meno vocati alla produzione di questa straordinaria espressione monovarietale italiana.

Prezzo pieno: 13,49 euro
Acquistato presso: Esselunga

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Vini al supermercato

Grillo Terre Siciliane Igt Bio Vento di Mare, Cantine Ermes

(4 / 5) La grande distribuzione organizzata ha sdoganato i prodotti Bio in vari reparti. Non ultimo quello del vino.

Oggi dunque degustiamo per voi il Grillo Terre Siciliane Igt Vento di Mare Bio imbottigliato dalla Cantine Ermes di Santa Ninfa, in provincia di Trapani, vendemmia 2014.

LA DEGUSTAZIONE
Nel calice presenta qualche leggera particella in sospensione, il colore è giallo paglierino con riflessi verdolini, non è particolarmente denso, va detto che è un vino di 12,5% alcol in volume.

Al naso sentori di agrumi ed erbacei davvero fini, ma in bocca è comunque fresco, fruttato, leggermente sapido e dotato di buona acidità.

L’equilibrio di tutte queste caratteristiche, pur non essendo Grillo Terre Siciliane Igt Vento di Mare Bio un vino pretenzioso, ne fa un vino genuino e beverino, ma soprattutto con un rapporto qualità prezzo più che interessante, abbinabile soprattutto a portate di pesce.

LA VINIFICAZIONE
E’ prodotto con uve Grillo, uve a bacca bianca coltivate soprattutto in Sicilia e nella zona di Marsala. Le Cantine Ermes con 5000 ettari vitati e circa 1200 soci.

Pur essendo relativamente giovani, in quanto nate solo nel 1998, hanno intrapreso con determinazione un progetto di rinascita grazie ad un gruppo di viticultori che dopo il terremoto che ha colpito la Valle del Belice ha voluto unire le forze per risollevarsi e dare anche nuova vita all’economia del territorio.

Nel giro di pochi anni sono riuscite a farsi notare anche da occhi e palati considerati eccellenti, come quelli del Gambero Rosso e dei Vini Veronelli, che hanno menzionato alcune loro produzioni nelle guide 2015.

Prezzo pieno: 3,95 euro
Acquistato presso: Famila, gruppo Selex

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Vini al supermercato

Divagazioni (semiserie) sul Morellino di Scansano Docg 2014 La Torre Frescobaldi

(2 / 5) L’Italia del vino al supermercato è di fronte a un paradosso. Una delle sue regioni simbolo, la Toscana, finisce sempre più spesso per deludere quei clienti alla ricerca di un prodotto non standardizzato, fuori dalle righe. Ma a un prezzo giusto, accessibile a tutti. Dal pensionato all’impiegato, per intenderci. Un prezzo che, comunemente, potremmo stabilire attorno alla cifra di 6-7 euro. E’ la riflessione che sorge spontanea dopo l’ennesima degustazione “flop” di un vino rosso che di Toscano ha tutto, a partire dalla Denominazione di Origine controllata
e Garantita, ma che tuttavia non riesce a lasciare il segno sperato. Parliamo del Morellino di Scansano La Torre della nota casa vitivinicola Marchesi de’ Frescobaldi. Un vino che in etichetta viene presentato come “potente” e “intenso”, che di potente e intenso ha tuttavia davvero ben poco. Nel calice si presenta d’un rubino acceso, dal quale provengono scarichi sentori “vinosi” tendenti all’etereo, cui fanno eco piccoli frutti rossi. Al palato, il Morellino di Scansano La Torre Frescobaldi è asciutto, moderatamente fruttato (di nuovo piccoli frutti a bacca rossa), dotato di un finale sufficientemente persistente e tendente all’amarognolo. Buono l’abbinamento con carni rosse e formaggi stagionati.

LA NOSTRA PROPOSTA
In definitiva, un vino che non lascia l’impronta auspicata per la fascia prezzo in cui è inserita. A parziale ‘discolpa’ dei produttori, un’annata, la 2014, che non è stata certo felice per la vendemmia. Ma non basta. E allora noi di vinialsupermercato.it lanciamo una provocazione: perché non introdurre in etichettatura obbligatoria un indice di valutazione relativo alle condizioni meteorologiche che hanno preceduto la vendemmia? In questo modo, il consumatore “medio” avrebbero un parametro in più per giudicare il vino che sta acquistando. E le case produttrici un po’ meno coraggio di immettere sul mercato prodotti sulla cui qualità non si discute, ma che non possono essere venduti allo stesso prezzo di vendemmie fortunate solo per il “nome”. Se è il “Dio Denaro” che deve vincere, insomma, almeno si avverta prima, e chiaramente, il consumatore.

Prezzo pieno: 7,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante

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Sicilia Doc Syrah 2014, Cantine Settesoli

(3,5 / 5) “L’unione fa la forza”, proverbio che calza a pennello se parliamo delle Cantine Settesoli di Menfi e dei suoi 2000 viticultori. Ancora una volta, noi di vinialsupermercato.it ci troviamo a pescare tra i vini della sua linea Settesoli.

Dopo aver apprezzato Seligo 2013 questa volta la scelta è caduta su un rosso, Syrah Sicilia Doc Settesoli, vendemmia 2014.

LA DEGUSTAZIONE
Rosso rubino intenso con riflessi violacei, limpido e poco trasparente, al naso sprigiona sentori di frutta rossa matura e qualche nota speziata.

Di buon corpo, i 13% si fanno sentire, ma non sono invadenti. Il Syrah Sicilia Doc Settesoli è un vino rotondo, con tannini morbidi che lasciano al palato un finale persistente, piacevole e setoso.

Ottima scelta fatta quindi anche con il Syrah Sicilia Doc, che si abbina a primi piatti gustosi, formaggi semi stagionati e verdure grigliate.

LA VINIFICAZIONE
La Cantina Settesoli è presente in Gdo con una gamma di nove vitigni per soddisfare tutti i gusti e lo fa in una fascia prezzo ampiamente presidiata. Quando si sta nel mezzo le cose si possono fare mediamente male o mediamente bene, la Cantina Settesoli ha scelto di farlo mediamente “benissimo”.

Il Settesoli Syrah Sicilia Doc 2014, ha vinto la Medaglia di Bronzo all “International Wine Challenge” 2016, ennesimo riconoscimento per una realtà vincente in un territorio da sempre considerato difficile.

Uve 100% Syrah, provenienti da vitigni che godono per 200 giorni all’anno del sole della Sicilia, le uve vengono accuratamente raccolte tra fine agosto e i primi di settembre. La fermentazione avviene in silos di acciaio a temperatura controllata, l’affinamento in silos di acciaio e successivamente in bottiglia per almeno tre mesi.

Sul Syrah abbiamo già discusso in altri nostri post: noi siamo sempre alla ricerca di chicche. Lo sapevate che David Bowie ha disegnato per un progetto di beneficienza l’etichetta proprio di un Syrah, il Syrah 2012 di Vincente Gandia? Chissà se era tra i suoi vini preferiti, o se sia stato solo un caso. Dalla sua recente scomparsa le sue bottiglie sono introvabili, reliquie esaurite dai fan o investimenti per collezionisti. Il Syrah Sicilia Doc prodotto dalle cantine Settesoli, invece, lo potete trovare sempre disponibile su numerosi scaffali della grande distribuzione in Italia ad un ottimo rapporto qualità prezzo.

Prezzo pieno: 5,98 euro
Acquistato presso: Bennet

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Vini al supermercato

Orzalume Umbria Igt 2013, Castello di Corbara

(5 / 5) Novità sugli scaffali del Penny Market, ben tre etichette dell’azienda agricola Castello di Corbara di Orvieto in Umbria. Il posizionamento prezzo non è proprio da discount, anche se il Penny Market si definisce da sempre discount di qualità.

Con l’entusiasmo che contraddistingue la nostra “mission”, “bere bene al supermercato”, scegliamo un bianco ed andiamo virtualmente in provincia di Terni, con l’Orzalume Grechetto Sauvignon Igt prodotto dall’azienda agricola Castello di Corbara di Orvieto. Si tratta di un vino fermo, gradazione 13%, vendemmia 2013.

LA DEGUSTAZIONE
Il vino Orzalume Igt Castello di Corbara si presenta nel calice di colore giallo paglierino, leggermente tendente al dorato. Quello che stupisce da subito è il bouquet, davvero intrigante ed aromatico: frutta matura a polpa gialla, pera, albicocca, banana, vaniglia e note minerali. Complesso ed intenso.

Il vino Orzalume Igt del Castello di Corbara è gradevole. Lo troviamo solo un po’ debole di corpo, nonostante la sua gradazione. Il finale è piacevole, leggermente sapido, l’acidità un po’ mitigata dal passaggio in legno, sufficientemente equilibrato. Si abbina a piatti della cucina asiatica, speziata, carni bianche e formaggi poco stagionati.

LA VINIFICAZIONE
Orzalume Igt dell’azienda agricola Castello di Corbara è un blend di uve Grechetto e Sauvignon. Il Grechetto è un vitigno autoctono molto diffuso nell’Italia centrale, soprattutto in Umbria. Normalmente dà vita a vini di moderata acidità.

Il Sauvignon, spesso utilizzato per tagli, ha la struttura per garantire nel tempo bouquet intensi e complessi. Insomma, un matrimonio particolare tra i due uvaggi. Per Orzalume Igt, la vendemmia viene fatta a mano tra metà e fine settembre. Viene affinato 5 mesi in barrique e altri 4 mesi in bottiglia prima di essere commercializzato.

LA CANTINA
Simbolo della casa vinicola che lo produce è il Castello di Corbara (premiata “Miglior cantina 2017” da vinialsuper), cantina che ha come simbolo un edificio storico che risale al 1200. Dal 1997 è di proprietà di un gruppo imprenditoriale che si è posto come obiettivo il rilancio del brand e del territorio, con particolare attenzione alla valorizzazione dei vitigni autoctoni, come il Grechetto.

La cantina, di elevata tecnologia, è stata progettata nel 2002 al centro di un’azienda che conta 100 ettari vitati, per garantire che le uve, raccolte a mano, vengano conferite in meno di trenta minuti. L’azienda agricola Castello di Corbara sarà presente al prossimo ProWein di Dusseldorf e al Vinitaly 2016.

Molto attenta ai mercati esteri, curiosamente il loro sito parla solo inglese, con la possibilità di scaricare due presentazioni pdf solo in cinese e russo. In italiano solo le indicazioni stradali. Quindi, se volete approfondire la storia dell’azienda agricola Castello di Corbara, la domanda che dovrete porvi è la seguente: “Do you speak english?”.

Prezzo pieno: 6,99 euro
Acquistato presso: Penny Market

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Barbera d’Asti Superiore Docg Raggi di Bosco 2012, Terre da Vino Spa

(3,5 / 5) Si dice la Barbera o il Barbera? Fonti storiche sembrano propendere più sul genere femminile, chi dice che l’uva sia la Barbera e il vino il Barbera; oppure che la Barbera sia solo quella dell’Oltrepò Pavese. Ai posteri l’ardua sentenza.

Sotto la lente di ingrandimento di vinialsupermercato.it il Barbera d’Asti Superiore Docg Raggi di Bosco prodotto da Terre da Vino Spa a Barolo (Cuneo), vendemmia 2012. Trattandosi di un vino solitamente robusto e strutturato, per il momento lo identifichiamo come “maschile”. Il Barbera d’Asti Superiore Docg Raggi di Bosco fa parte della linea “Grandi vini affinati in legno” prodotti da Terre Da Vino Spa e il passaggio in barrique è evidente al palato.

LA DEGUSTAZIONE
Versato nel bicchiere si presenta di un rosso rubino molto intenso, gli “archetti” sul bicchiere testimoniano il titolo superiore e i suoi 13,5% di alcol in volume. I sentori al naso sono dolci note di frutta a bacca nera, addolcite ulteriormente dalla vaniglia, che si percepisce ancora di più una volta deglutito. Il Barbera d’Asti Superiore Docg Terre da Vino si abbina a primi piatti, carni rosse o brasati e formaggi stagionati. E’ un vino Barbera fermo: rotondo, con l’acidità ben bilanciata, leggermente sapido e con un tannino ammorbidito dai 12 mesi in botte. Nonostante ciò, nel finale, fa capolino anche il gusto forte e aspro dell’uva Barbera. La persistenza è buona. Ma sono soprattutto l’eleganza e l’armonia del gusto pieno a farci cambiare idea sulla considerazione iniziale: da “maschile”, la beva diventa “femminile”. Aggraziata. Discussioni di genere a parte, molto attuali, ma che lasciamo a ben altre sedi, concludiamo che la qualità di questo vino Barbera d’Asti Superiore Docg Raggi di Bosco prodotto da Terre da Vino, ci ha meravigliato a partire dal buon rapporto qualità prezzo.

Migliore cantina qualità prezzo segnalata anche sulla guida Berebene 2013 del Gambero Rosso, nonché una costante presenza sulle migliori guide dei vini italiane ed estere, Terre da Vino, con i suoi 5000 ettari di vigneti e i suoi 2500 viticultori ha scelto la missione di produrre solo vini piemontesi e solo vini Doc e Docg direttamente dal cuore delle Langhe, a Barolo. Per il Barbera d’Asti Superiore Docg Raggi di Bosco la vendemmia viene eseguita a metà ottobre con uve selezionate, prerogativa fondamentale di tutti vini che devono affrontare un periodo di affinamento in legno. Fiore all’occhiello della cantina di Terre da Vino di Barolo è proprio la Sala Barbera, atta all’affinamento dei vini Barbera, capace di contenere 2000 botti in rovere.

Prezzo pieno: 6,59 euro
Acquistato presso: Bennet

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Decanta rosso Emilia Igt, Cantine Ceci

(4 / 5) Prendi un vino tradizionale, “svecchialo”, mettilo in una bottiglia innovativa e ottieni un altro capolavoro dei geni del vino e del marketing che rispondono al nome di Cantine Ceci di Torrile, provincia di Parma. Vinialsupermercato.it degusta per voi il Decanta Rosso Emilia Igt delle Cantine Ceci di Torrile. Impossibile non cadere vittime del fascino della bottiglia decanter. Decanta Rosso delle Cantine Ceci è un Emilia Rosso Igt prodotto con un blend di uve Lambrusco e Cabernet Sauvignon vinificate in acciaio. È un vino fermo e secco, che però una volta versato nel calice si è mostrato, a suo modo, effervescente! Il colore già mette allegria, un bel rosso rubino intenso poco trasparente. Le note olfattive prevalenti sono fruttate, fragole e lampone su tutte, ma anche prugna, mora, ciliegia sotto spirito che ci ha riportato un po’ a ricordi dell’infanzia, agli spensierati pranzi familiari da bambini, quando il vino potevamo solo annusarlo. Oltre la frutta arrivano anche delle note erbacee, conferite dalle uve di Cabernet Sauvignon. La frutta si fa sentire anche al palato: il Decanta Rosso Emilia Igt delle Cantine Ceci non è un vino strutturato, ma ha una tale morbidezza, una perfetta rotondità che riempie la bocca con un equilibrio fine ed elegante che gli danno consistenza. La vendemmia non è indicata sulla bottiglia del Decanta Rosso Emilia IGT delle Cantine Ceci, che nonostante l’eccentrica forma troviamo essenziale ed elegante come il suo contenuto. È comunque evidente che si tratta di un vino giovane e di pronta beva, trasversale a tutti i piatti della cucina mediterranea, da primi saporiti, carni, affettati e salumi e perché no anche da portare in una gita fuori porta per dare un tocco chic alla tovaglia a quadrettoni da pic-nic.

Le Cantine Ceci di Torrile, per il Decanta Rosso Emilia Igt hanno creato questa particolare bottiglia decanter inclinata a 68.2 gradi che oltre a permettere una buona ossigenazione del vino, rende la tavola allegra e fa chiacchierare. Ma attenzione: mentre siete tutti piegati a osservare se il vino da quella strana bottiglia può fuoriuscire e verificare se davvero sta anche in piedi, i vostri commensali lo staranno finendo lasciandovi in dote l’oggetto di design vuoto! Cantine Ceci di Torrile sono già finite altre volte sotto la nostra lente di ingrandimento regalandoci sempre emozioni che anche con il Decanta Rosso Emilia Igt non tradiscono. Le Cantine Ceci di Torrile, con il Decanta riescono ad esprimere la giovialità, la genuinità e l’inventiva tipica dell’Emilia e degli Emiliani, rendendo un vino semplice un prodotto raffinato ed elegante. La storia della loro azienda comincia negli anni 40 con Otello Ceci. Da allora i suoi figli e nipoti hanno ben saputo interpretare e rinnovare la passione dell’antenato oste, portando il nome dei Ceci da osteria locale di riferimento, ad azienda leader nel panorama italiano enologico della quale in gdo possiamo apprezzare i prodotti.

Prezzo pieno: 7,85 euro
Acquistato presso: Iper

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Vini al supermercato

Governo di Castellare Toscana Igt, Domini di Castellare

(3,5 / 5) Certi vini hanno una storia da raccontare. Questa è la storia del Governo di Castellare: no, non si tratta né di un regno né di un castello, ma di un tipo di vinificazione storica che viene riproposta oggi dalla cantina Domini di Castellare di Castellina in Chianti, per il loro Governo di Castellare Igt. Si tratta di un vino rosso base al quale, come previsto dalla pratica di rigoverno alla toscana, dopo la prima fermentazione viene aggiunto un mosto di uve appassite. Sia per conferire grado zuccherino, sia per avviare anticipatamente la fermentazione malolattica rendendolo quindi un vino pronto prima. Tant’è che il Governo di Castellare Igt prodotto dalla cantina Domini di Castellare di Castellina in Chianti si definisce “vino di primavera”: una sorta di vino “novello” prodotto però con tutt’altra pratica, che non ha nulla a che fare con la macerazione carbonica. La vendemmia sotto la nostra lente di ingrandimento è la 2013, scelta con curiosità, volutamente, per una degustazione non proprio convenzionale data la tipologia di vino. Il Governo di Castellare Igt dei Domini di Castellare di Castellina in Chianti si presenta di un colore rosso rubino piuttosto scarico, ma con una bella luminosità. Anche facendolo roteare, nonostante i 13% di alcol in volume appare un vino leggero, poco denso. Il profumo è semplice, con prevalenza di note floreali quali la viola e la rosa appassita. Forse non è un caso che per il Governo di Castellare Igt, la cantina Domini di Castellare in Chianti abbia scelto come immagine un fiore: il fiore simbolo del Chianti, l’iris, il giaggiolo. La semplicità del Governo di Castellare Igt si riversa anche nell’assaggio, dove ritroviamo un tannino decisamente morbido, ma una freschezza ed un’acidità che gli donano una vivacità tale da farlo quasi sembrare frizzantino. Il finale è leggermente amarognolo e corto, quel corto e quell’acidità che invogliano il sorso. Un vino che, dunque, possiamo definire maturo. Se freschezza ed acidità sono l’obiettivo del Governo di Castellare Igt prodotto dai Domini di Castellare di Castellina in Chianti, vino beverino e gradevole che è possibile gustare anche freddo e in abbinamento al pesce, quasi fosse un vino bianco, la missione può dirsi raggiunta. Anche maturo resta un vino a tutto pasto, abbinabile a primi piatti, zuppe, carni bianche, piatti tradizionali. come un sangiovese. Mettiamo quindi da parte preconcetti di vini invecchiati, di sentori eterei, di note boisè e chi più ne ha più ne metta. Il Governo di Castellare IGT prodotto dalla cantina di Castellare in Chianti non è questo, è un vino semplice, il vino che nel passato veniva imbottigliato nella classica fiaschetta impagliata e bevuto all’ombra di un cipresso dai contadini toscani.

Un vino il cui concetto negli anni si è evoluto al discendente diretto Chianti, oggi conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo: anche nel 2016 è un Chianti Classico ad essere stato eletto come il vino migliore da “Wine Enthusiast” a significare, tornando al nostro Governo di Castellare Igt che dalla tradizione si prendono le idee buone. Il Governo di Castellare Igt viene prodotto con uve Sangiovese (90%), Malvasia Nera (5%), Canaiolo (5%). La vendemmia viene portata a termine in ottobre, la vinificazione termocontrollata avviene in acciaio con affinamento di 4 mesi in vasca e di 2 mesi in bottiglia prima di essere commercializzato. La cantina Domini di Castellare di Castellina in Chianti è un’azienda di circa 80 ettari nata nel 1968 per fusione di cinque poderi, i suoi vigneti hanno volutamente una resa molto bassa per favorire la qualità dei loro prodotti. Del Governo di Castellare Igt vengono prodotte 50 mila bottiglie all’anno. La cantina Domini di Castellare ha realizzato una cantina teatro nella quale vengono organizzati spettacoli e concerti in modo che assaggiare i loro vini diventi ancor più un modo conviviale per vivere l’esperienza del vino e della degustazione.

Permetteteci una critica però perché imbottigliare il vino con un imbottigliato da ICRF SI 4278 Siena Italia? Pratica consentita dalla normativa vigente, ma che un po’ ci lascia perplessi. Siamo certi non aiuti nel diffondere, in un’epoca dove si parla di ritorni a vini naturali, di tradizioni, di passato da riscoprire la commercializzazione di questo vino sconosciuto ai più. Il Governo di Castellare dei Domini di Castellare in Castellina in Chianti, unico nel suo genere, ha comunque una storia da raccontare. Una rondine non fa primavera, ma mettiamoci l’autore a questa storia, che parla di un vino che non ha nulla da invidiare ai vini novello e ai loro produttori, capaci di raggiungere risultati spesso poco elogiabili.

Prezzo pieno : 6,59 euro
Acquistato presso: Iper

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Vini al supermercato

Sangiovese di Romagna Doc Superiore Mazzolano Grandi Vigne, Tre Monti Srl

(3,5 / 5) Ecco il “vino del supermercato”. Questa volta in senso letterale. Sotto la nostra lente di ingrandimento finisce oggi un prodotto “Grandi Vigne”, private label della catena di ipermercati Iper. Nello specifico, il Sangiovese di Romagna Doc Superiore Mazzolano Grandi Vigne prodotto per Finiper dall’azienda agricola Tre Monti Srl di località Bergullo, in provincia di Imola. Vendemmia 2014. Trattandosi di un vino “superiore” ha naturalmente una gradazione maggiore rispetto alla versione base: il titolo alcolometrico è 13%. Nel bicchiere, il Sangiovese di Romagna Doc Superiore Mazzolano Grandi Vigne si presenta rosso rubino, limpido, trasparente e luminoso. Al naso i profumi risultano abbastanza intensi, di mirtillo e mora. Ma si percepisce anche un delicato profumo di rosa appassita. All’assaggio, il vino è molto caldo: il Sangiovese di Romagna Doc Superiore Mazzolano Grandi Vigne ha anche un tannino deciso, che lascia una leggera astringenza, smorzata però dall’alcolicità, che tuttavia gli conferisce un carattere austero. Proprio per questa struttura, a differenza di un Sangiovese base, consigliamo di abbinare il Sangiovese di Romagna Doc Superiore Mazzolano Grandi Vigne con pietanze particolarmente grasse e succulente, quali primi piatti con sughi elaborati, bolliti, formaggi stagionati, salumi. Il nostro giudizio complessivo è che il Sangiovese di Romagna Doc Superiore Mazzolano Grandi Vigne sia un vino sufficientemente equilibrato. Un vino conviviale per un pasto con gli amici, ma senza esagerare. Perché l’alcolicità è presente, ed il passo a ritrovarsi a cantare “Evviva la Romagna, Evviva il Sangiovese”, è breve! Si tratta di un vino prodotto con uve raccolte a mano, a fine settembre, vinificate in acciaio. Il Sangiovese è il vitigno più rappresentativo della regione Emilia Romagna, in Italia rappresenta circa l’11% della superficie vitata e anche all’estero ha una discreta diffusione. Giacomo Tachis, grande enologo italiano, sostiene che il Sangiovese sta all’Italia come il Cabernet alla Francia. Iper, per la sua linea Grandi Vigne, ha radunato ben 27 produttori provenienti da quasi tutte le zone vitivinicole e dal 2011 conta anche la linea Grandi Vigne Bio, permettendo così anche ai piccoli produttori, come l’azienda agricola Tre Monti Srl, di crescere economicamente e professionalmente. Una realtà, la Tre Monti Srl, a conduzione familiare. Nasce negli anni Settanta, si sviluppa su due poderi per 55 ettari complessivi, divisi tra la provincia di Imola e il Riminese. Produce anche una linea senza solfiti e prodotti bio.

Prezzo pieno: 5,90 euro
Acquistato presso: Iper

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Vini al supermercato

Lambrusco Emilia Igt Otello 200, Cantine Ceci 1938

(4 / 5) Un Lambrusco non ordinario, per chi ha voglia di bere un vino strettamente legato alla tradizione agricola e contadina, che abbia tuttavia una marcia in più. E’ Otello 200, Lambrusco Emilia Igt delle Cantine Ceci Spa di Torrile, Parma. Un vino frizzante equilibrato e beverino, di cui t’innamori non appena versato nel calice. Qui mostra immediatamente una spuma accattivante, tutt’altro che timida, anzi pomposa e vanitosa. Tanto da sembrare ottenuta dalla spremitura d’un pugno di more. Una schiuma che per consistenza ricorda quella del mare, se non fosse d’un viola accesso. Dal calice, dove si presenta d’un rosso profondo, impenetrabile, si propagano profumi allettanti e persistenti, di mora appunto. Ma anche di lampone e fragoline di bosco. Tutte percezioni che si ritrovano poi in bocca. Al palato tutto il gusto della frutta, cui si accosta delicatamente (ma sempre più “prepotentemente”, col passare dei secondi) una vena sapida deliziosa e persistente. Una beva facile e invitante, che anticipa un finale lungo, deciso, fresco. Perfetto accompagnamento, il Lambrusco Emilia Igt Otello 200 della Cantine Ceci Spa, di antipasti a base di salumi non solo della tradizione Parmense ed emiliana. Un Lambrusco transregionale, adatto anche a tutto pasto, da servire a un temperatura di 8-10 gradi. Come si evince dal sito aziendale delle Cantine Ceci Spa, era il 1938 quando Otello Ceci, famoso oste della nebbiosa bassa parmense si accorse che nella sua piccola trattoria oltre a degustare ottimi culatelli e salami, la gente “impazziva” per lo scurissimo lambrusco servito nelle scodelle. Anno dopo anno, quel meraviglioso rito della pigiatura ad ottobre è divenuto il mestiere suo e dei suoi figli. Tanto che i quasi 400 migliori viticultori della zona facevano a gara per vendergli il meglio del loro raccolto. Negli anni Novanta, grazie all’apporto di nipoti e pronipoti, nascono “prodotti che nessuno aveva mai immaginato di realizzare”. Per citarne uno, il Lambrusco “Terre Verdiane”, divenuto di fatto uno dei Lambruschi più diffusi e apprezzati nella ristorazione italiana. Nel 2003, dopo anni di sperimentazioni in vigna, nasce “Otello Oro NerodiLambrusco”, che la famiglia Ceci definisce “una scommessa”. Certamente vinta, così come quella della produzione destinata a finire sugli scaffali dei supermercati italiani, aggiungendo valore a tutto il comparto vini della Gdo.

Prezzo pieno: 8,49 euro
Acquistato presso: Iper

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Vini al supermercato

Frappato Doc Vittoria 2014, Judeka

(4 / 5) Mai pensato di abbinare un vino rosso al pesce? Il Frappato Doc Vittoria fa al caso vostro. Per le sue caratteristiche è abbinabile a scampi, tonno, spigola, sushi. Ma non per questo disdegna l’accostamento a carpacci di vitello e formaggi freschi. Un vino eclettico, insomma, il Frappato Doc Vittoria dell’Azienda Vitivinicola Judeka, giovane realtà siciliana che si è affacciata prepotentemente sul panorama della distribuzione organizzata italiana. Etichette colorate e accattivanti, ma anche solidi contenuti: come dimostra il bronzo al Decanter World Wine Award 2014 e la segnalazione sulla guida Berebene 2015 del Gambero Rosso, conquistati dalla bottiglia che finisce oggi sotto la lente di ingrandimento di vinialsupermercato.it. Versato nel calice, il Frappato Doc Vittoria Judeka si veste di un rosso rubino tenue, ma acceso. Al naso giungono dapprima note floreali (rosa e viola) e fruttate di ciliegie, more e fragole, che poi lasciano spazio a sentori speziati di liquirizia dolce e zafferano. In bocca è asciutto, di corpo, caldo a livello d’alcolicità e rotondo. Ottima l’acidità, che rende questo Frappato fresco. Molto piacevole la sensazione salina data da una sapidità capace di aggiungere freschezza alla beva, che richiama nuovamente i frutti rossi. Il tannino è elegante, in un quadro giustamente tannico. Il finale persistente, sapido. Ottimo prodotto per qualità prezzo, il Frappato Doc Vittoria Judeka è in definitiva molto più di una semplice bottiglia acquistabile al supermercato, costituendo per i neofiti una bella occasione di sperimentare un vino rosso col pesce. La vinificazione avviene in maniera tradizionale, con macerazione delle bucce per 6-8 giorni a 20-22°, in vasche d’acciaio inox. Seguono 6 mesi di affinamento in cemento. L’azienda Vitivinicola Judeka nasce nel 2007 a Caltagirone, Catania, dall’idea di un gruppo di giovani imprenditori siciliani, guidati da Valentina Nicodemo, a cui viene riconosciuta “una leadership da vero battistrada”. “L’azienda – si può leggere sul sito Internet aziendale – in origine si caratterizza per la sua struttura leggera. Tale forma viene man mano modificata, all’inizio con l’acquisizione dei primi terreni, subito dopo con l’impianto dei vigneti, ed infine con la realizzazione della cantina”. Un gruppo di giovani che oggi una certezza in più: quella di aver costruito il proprio vissuto “in una terra magica”, con l’auspicio “che si trasformi nella speranza per tutti i giovani siciliani” come loro.

Prezzo pieno: 9,99
Acquistato presso: Il Gigante

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Vini al supermercato

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg 1 Lucrezia, Brut Millesimato Aneri

(3,5 / 5)Ottimo rapporto qualità prezzo per il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg 1 Lucrezia della nota cantina Aneri. Non difficile, soprattutto dopo le feste natalizie appena trascorse, trovarlo in promozione nei supermercati che lo distribuiscono. Si tratta di un Brut Millesimato. Ovvero di uno spumante con un residuo zuccherino inferiore a 12 grammi per litro, dunque “Brut” ovvero “Secco”; prodotto con uve di una singola annata (vendemmia), detta anche “millesimo”: in questo caso, la 2014. All’esame visivo si presenta di una limpidezza brillante, trasparente, di un giallo paglierino intenso. La grana del perlage è mediamente fine e dà vita a un’effervescenza persistente, longeva. All’olfatto, il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg 1 Lucrezia si rivela intenso, schietto, fine. Spumante complesso, regala al naso sentori di acacia, mela e fiori di campo.  Al palato è equilibrato, con sapidità e acidità ben bilanciate: fresco, secco, rotondo, di giusta alcolicità (11%), in quadro di buon corpo e struttura generale. Un Prosecco intenso, fine e persistente, che si fa apprezzare con piatti a base di pesce e crostacei, ma anche come semplice aperitivo. La vinificazione prevede, per le caratteristiche intrinseche dell’uva – dagli acini piccoli e dorati – la rifermentazione in grandi recipienti. Viene prodotto per Aneri di Legnago (Verona) dalla Ca.Va.-S.a.c. di Valdobbiadene con uve dell’azienda agricola Eden di Susegana, provincia di Treviso. Per la vendemmia 2014 sono stati conferiti 61.886 chilogrammi di uve, ottenendo una produzione di 43.320 litri di Valdobbiadene Docg, ovvero circa 64.400 bottiglie.

Prezzo pieno: 8-9 euro
Acquistato presso: Esselunga – Il Gigante

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Vini al supermercato

Dolcetto d’Alba Cantina del Parroco, Azienda San Michele Neive

(4 / 5) Etichetta curiosa quella del Dolcetto d’Alba Cantina del Parroco Azienda San Michele, che opera a Neive, nel pieno della zona di produzione del Barbaresco, in provincia di Cuneo, Piemonte. La cantina San Michele, di fatto, è quanto lasciato in eredità dall’Arciprete Don Giuseppe Cogno, Parroco di Neive, che nel 1973 diede vita assieme ad altri tre viticoltori del paese a una cantina che aveva come scopo “la produzione di grandi vini a prezzi altamente competitivi”. Oggi finisce sotto esame il Dolcetto d’Alba dell’annata 2014. Nel calice si presenta di un rosso rubino intenso. Al naso evidenzia le caratteristiche note floreali di geranio, ciclamino e viola. Presente anche una componente olfattiva fruttata, che richiama le fragoline di bosco e la mora. Curioso come questa bottiglia regali all’olfatto anche una percezione inaspettata per il vitigno Dolcetto: parliamo dello zafferano, che si riesce a percepire quando il vino si apre completamente nel calice. Al palato, il Dolcetto d’Alba Cantina del Parroco risulta invece didattico, con richiami alla mora, alle fragoline di bosco e al lampone, con finale ammandorlato tendente all’amarognolo e lievemente speziato (liquirizia dolce). Una bottiglia da consumare a tutto pasto, dagli antipasti di salumi ai primi e alle portate di carne non troppo elaborate. E’ Claudio Cavallo a spiegare come si ottiene questo vino: “La tecnica di vinificazione – dichiara l’enotecnico dell’Azienda San Michele – è quella classica, in acciaio inox, a temperatura controllata, che oscilla tra i 27 e i 28 gradi. I rimontaggi avvengono in maniera regolare, ma non insistita. All’ottenimento dell’estrazione del colore voluto delle vinacce si procede a una svinatura anticipata, per non arricchire troppo il vino attraverso un contatto prolungato con le bucce, mantenendo così i caratteri fruttati e di freschezza tipici del Dolcetto”. Missione più che compiuta.

Prezzo pieno: 9,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante

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Vini al supermercato

Villa Antinori Rosso Toscana Igt 2013, Marchesi Antinori

(5 / 5)Ormai celebri in Italia e nel mondo per il loro spettacolare Tignanello, primo Sangiovese ad essere affinato in barrique, i Marchesi Antinori regalano anche al “pubblico” delle enoteche dei supermercati un prodotto di altissima qualità, a un prezzo tutto sommato contenuto. Stiamo parlando di Villa Antinori, un riuscitissimo blend di Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah, in vendita presso i punti vendita Esselunga. Una bottiglia di altissimo livello, che regala una tra le migliori espressioni del Sangiovese e del “bere toscano” nell’intero spettro della grande distribuzione organizzata italiana. Nel calice, Villa Antinori si presenta di un rosso rubino intenso. Al naso è elegante, con note di frutta a bacca rossa matura che si mescolano a spezie dolci (liquirizia) e ai profumi tipici del legno di barrique. In bocca è stupefacente per completezza ed equilibrio. Giustamente sapido, presenta nuovamente i sentori finissimi di frutta matura avvertiti all’olfatto, che col passare dei secondi vengono affiancati da spezie (ancora liquirizia e a sorpresa pepe e cannella). La beva è facile, di corpo e rotonda, con tannini morbidi e vellutati che anticipano un finale lungo, sapido e dominato dalla vaniglia. E’ il perfetto accompagnamento per piatti di carne rossa, selvaggina e cacciagione. Villa Antinori è ottenuto dal mixaggio di una componente di Sangiovese superiore al 55%, seguita dal 25% circa di Cabernet Sauvignon, 15% Merlot e 5% di Syrah. Le uve vengono diraspate e pigiate in maniera soffice, e messe in appositi serbatoi termo condizionati. La fermentazione alcolica è iniziata il giorno dopo la pigiatura ed è durata dai 5 ai 7 giorni. La macerazione, invece, è durata dagli 8 ai 12 giorni.

Le temperature di fermentazione non hanno superato i 28-30 gradi per le uve Cabernet e Sangiovese, favorendo così l’estrazione di colore e tannini dolci. Nel caso del Syrah e del Merlot non si sono mai superati i 25 gradi, per preservare gli aromi. Il vino ottenuto ha svolto la fermentazione malolattica nei mesi di ottobre e novembre, dopodiché è stato introdotto in barriques di rovere francese, ungherese e americano per un periodo di affinamento di 12 mesi. Villa Antinori è stato dunque imbottigliato e affinato per 8 mesi in bottiglia, prima della commercializzazione. Un prodotto che rende grande, anche tra gli scaffali del supermercato, il nome di una famiglia di produttori di vino giunta alla generazione numero 26, attiva ormai da oltre 600 anni. Da quando, cioè, nel 1385, Giovanni di Pietro Antinori entrò a far parte dell’Arte Fiorentina dei Vinattieri. Il Villa Antinori Rosso Toscana Igt, in particolare, è stato introdotto – come spiega la stessa casa vitivinicola – nel 1928 dal Marchese Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, come il primo Chianti prodotto per essere invecchiato e migliorare nel tempo. Nel 2001, Piero Antinori inaugura una nuova evoluzione del Villa Antinori che diventa un Toscana Igt, prodotto con le migliori selezioni di uve provenienti esclusivamente dalle tenute di proprietà in Toscana. Il disegno dell’etichetta è rimasto invariato dal 1928, leggermente ritoccata con l’annata 1990 e con il 2001″.

Prezzo pieno: 11,99 euro
Acquistato presso: Esselunga

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Vini al supermercato

Insolia Y Sicilia Doc 2013, Baglio di Pianetto

(4 / 5) Tra gli scaffali del supermercato, ecco una bottiglia che racchiude i profumi e gli aromi del più antico vitigno della Sicilia: l’Insolia, altrimenti conosciuto come Inzolia o Ansonica. In particolare, sotto la lente di ingrandimento di vinialsupermercato.it c’è Insolia 2013 Sicilia Doc, cantina Baglio di Pianetto. Di colore giallo paglierino carico, profuma intensamente di frutta matura (pera) ed esotica, oltre a presentare un’elegante speziatura (noce moscata) e note floreali di ginestra e mandorlo. Al palato si presenta minerale, sapido, con sentori che richiamano nuovamente la frutta matura, questa volta agrumati (arancia). Buono il corpo e l’equilibrio, per un finale che si scopre tuttavia meno persistente di quanto ci si potesse aspettare. L’abbinamento consigliato è quello ai primi piatti a base di verdura, al pesce, ai crostacei e alla carne bianca. Insolia Y Baglio di Pianetto nasce da vitigni a cordone speronato coltivati a un’altezza di 650 metri sul livello del mare, nei vitigni situati nella provincia di Palermo, a Santa Cristina Gela. La vendemmia si protrae dall’inizio alla fine del mese di settembre, con raccolta manuale delle uve in vigna. La resa per ettaro viene ridotta durante la maturazione (vendemmia verde). Dopo la raccolta, le uve Insolia vengono diraspate e sottoposte a macerazione a freddo (criomacerazione), per assicurare la conservazione ottimale degli aromi. La pressatura avviene poi in maniera delicata e, nuovamente a temperatura controllata, avviene la fermentazione per aggiunta di lieviti selezionati. Segue poi una maturazione in acciaio per quattro mesi, prima dell’imbottigliamento, nel mese di febbraio.

Prezzo pieno: 8,58 euro
Acquistato presso: Il Gigante

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Vini al supermercato

Vignes de Nicole L’Assemblage Blanc, Paul Mas Domaines Pays D’Oc Igp

(5 / 5)Non poteva ascegliere nome migliore Domaines Paul Mas per il suo blend di Sauvignon Blanc, Picpoul, Viognier e Chardonnay. Di fatto, Vignes de Nicole L’Assemblage Blanc non è solo il risultato di un riuscitissimo concerto d’uvaggi. Bensì l’unione, che oseremmo definire “artistica”, di profumi e sapori difficili da reperire – tutti assieme – in un’unica bottiglia. Paul Mas è riuscito con L’Assemblage Blanc a dare vita a un vino fragrante. Quasi da mordere, più che da bere. Un ossimoro enogastronomico, insomma. Il cui successo è dovuto soprattutto ai tre mesi di fermentazione in botti di quercia che subiscono due dei quattro uvaggi, Viognier e Chardonnay. La pennellata finale, su un quadro di per sé suggestivo. Di colore giallo paglierino intenso, con leggeri riflessi verdolini, L’Assemblage Blanc esprime in verità un naso non elevatissimo di frutta matura a polpa bianca (pera), nonché di frutta esotica come banana e papaya. Si avverte una buona mineralità, dovuta soprattutto ai terreni calcareo-argillosi della Vallée de l’Hérault, dove i vigneti godono tra la l’altro di uno speciale microclima, quello del Pays d’Oc, altrimenti noto come Occitania, Francia meridionale. Al palato, le sensazioni minerali si fondono con quelle di frutta esotica. Si scopre così nuovamente la papaya, il frutto della passione, la banana e la pera matura, che si mescolano (ecco la sorpresa) a sentori di frutta candita e uva sultanina, che contribuiscono al concretizzarsi di reminiscenze di panettone, il dolce tipico di Milano. Il finale è lungo, fresco, elegante, di spezie e ribes. Pacatamente e piacevolmente astringente. Vignes de Nicole L’Assemblage Blanc dei Domaines Paul Mas si accompagna alla perfezione con piatti a base di molluschi, di pesce grasso (salmone), col sushi giapponese nonché a secondi di carne bianca come pollo e maiale.

Prezzo pieno: 5,69 euro
Acquistato presso: Esselunga

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