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Nutriscore e Beca: l’Italia del vino alza le barricate

Nutriscore e Beca: l'Italia del vino alza le barricate

Unione italiana vini e Federvini esprimono la loro preoccupazione e dissenso per il Cancer Plan dell’Ue e l’applicazione del sistema Nutriscore alle bevande alcoliche.

Fra una settimana al Parlamento europeo si terrà il voto decisivo sul Piano anticancro che l’Unione adotterà per arginare il male del secolo. Nel report, redatto da una Commissione di europarlamentari (Beca), il vino, come altri prodotti agricoli, è protagonista in negativo. «non esiste una quantità sicura di consumo di alcol», cita il rapporto per una tesi unicamente basata su un controverso studio Lancet di 4 anni fa.

Per Unione italiana vini «Se il Parlamento votasse il testo così com’è il 15 febbraio a Strasburgo andrà in scena l’inizio della fine del vino italiano. Un settore che chiuderà l’ultimo esercizio commerciale con l’ennesimo record storico dell’export a 7,1 miliardi di euro».

«Unione italiana vini – ha detto il Segretario Generale Uiv, Paolo Castelletti – è estremamente preoccupata. Da una parte ritiene doveroso redigere un piano anticancro. Dall’altra è convinta che il report della Commissione Beca rappresenti un mandato in bianco per equiparare una bottiglia di vino a un pacchetto di sigarette, quale prodotto dannoso di per sé, a prescindere dalle quantità».

NUTRISCORE: VOTO “F” PER IL VINO

Serge Hercberg, creatore del sistema Nutriscore, ha espresso la volontà di aggiungere al suo sistema una lettera F in campo nero, per includervi il mondo delle bevande alcoliche. Il sistema Nustriscore, che tante polemiche suscita in Europa e soprattutto in Italia, è basato su una etichettatura a semaforo.

Ogni prodotto alimentare viene schedato e giudicato con una lettera e un colore. Finora comparivano 5 lettere, da A (la migliore, secondo il sistema) alla lettera E (in campo rosso, a significare la pericolosità del prodotto giudicato). Oggi gli inventori di Nustriscore vogliono aggiungere la lettera F e tanto per sottolinearne la concezione negativa, la colorano di nero.

«È un vero affronto all’intelligenza dei consumatori – dice Micaela Pallini, Presidente di Federvini . – Rappresenta inoltre uno schiaffo per un comparto che rappresenta, da secoli, non solo una ricchezza economica, ma soprattutto un modello di vita e di civiltà. Etichettare in rosso, o addirittura in nero, un cibo o una bevanda, significa mettere alla gogna e criminalizzare un prodotto senza associarlo alle modalità o occasioni di consumo».

IL NUTRISCORE CONDANNA L’AGRICOLTURA TRADIZIONALE

Il sistema Nutriscore è stato da sempre condannato dall’Italia in quanto colpevole di disinformare i consumatori e condannare molti prodotti tipici del Belpaese. Con questo sistema vengono penalizzati prodotti come il parmigiano, la mozzarella, il prosciutto di Parma in favore di prodotti spesso sintetici e di scarso valore. Oggi toccherebbe alle bevande alcoliche, senza alcuna distinzione o valutazione nel merito.

«Questa proposta sul Nutriscore – aggiunge Castelletti – conferma un trend, a monte del quale vi è un disegno più largo su scala globale. Si tratta di un attacco al mondo della produzione agricola tradizionale. Il nostro allarme si rivolge non solo alla politica e agli attori del settore, ma a tutti i consumatori. Persone per la stragrande, maggioranza moderati e responsabili, che hanno il diritto all’autodeterminazione alimentare anche in nome della Dieta mediterranea e dei suoi valori identitari».

LE MOTIVAZIONI DEL COMPARTO VINO

Per Uiv, che assieme agli imprenditori europei del Comité Vins contesta gli assunti scientifici di un piano che accomuna i consumi compulsivi con quelli moderati, i paradossi a cui va incontro l’indirizzo politico sono numerosi.

Non si spiega, per esempio, come si voglia mettere in ginocchio un comparto che contribuisce a tenere vive le comunità rurali. Comunità che la stessa Ue sostiene con gli strumenti della Politica agricola comune. Un settore che in Europa vale 2,5 milioni di aziende con circa 3 milioni di posti di lavoro diretti e sempre più all’avanguardia nelle pratiche ecosostenibili.

Per l’Italia il vino è cultura ed economia, ma soprattutto rappresenta uno dei simboli dell’Italian style riconosciuto in tutto il Pianeta. Il paradosso dato dai nuovi dogmi alimentari si scontra infine con i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità sull’aspettativa di vita.

In Europa, secondo l’Oms, Svizzera, Spagna, Italia e Francia – tra i principali consumatori di vino – sono nella top 5 europea per longevità. Inoltre il Belpaese ha diminuito i consumi di vino del 70% negli ultimi 50 anni , imboccando da tempo la strada della qualità e della moderazione.

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AssoDistil: «No alla penalizzazione del settore secondo logiche afflittive»

Esprimiamo preoccupazione rispetto ad alcune misure contenute nel Piano anticancro elaborato dalla Commissione Beca (Beating cancer) del Parlamento europeo. In particolare, ci preoccupa la generalizzazione sugli effetti del consumo di alcol quale strategia a lungo termine per la prevenzione delle patologie croniche e di quelle oncologiche».

Inizia così la nota di Assodistil  (Associazione nazionale industriali distillatori di alcol ed acquavite) in seguito all’approvazione dello schema definitivo del Report stilato dalla Commissione Beca. Report che sarà poi votato dell’assemblea plenaria del Parlamento europeo, tra gennaio e febbraio del 2022.

«La nostra associazione – continua la nota – è da sempre al fianco delle istituzioni europee e italiane nelle battaglie per la salute dei consumatori. È da sottolineare però che alcuni degli interventi proposti dalla Commissione Beca, nella loro attuale formulazione, potrebbero non essere correttamente indirizzati. Interventi che rischiano di rivelarsi controproducenti sia rispetto ad altri interessi tutelati dall’Unione Europea che agli stessi obiettivi del Piano».

ABUSO DI ALCOL O CONSUMO RESPONSABILE?

«Nonostante sia indubbio – afferma AssoDistil – che l’abuso di alcol sia tra i principali fattori di rischio di alcune patologie, appare palesemente oltre misura condannare il consumo di alcol. Condanna fatta a prescindere da un quantitativo minimo metabolizzabile ed in ragione delle condizioni soggettive del consumatore».

Nella relazione approvata dalla Commissione Beca, si legge che “non esiste un livello sicuro di consumo di alcol”. Si interpretano quindi i dati scientifici nel senso che, in mancanza dell’individuabilità di un limite oggettivo, il prodotto debba essere bandito nella sua interezza».

AssoDistil sottolinea come da diversi anni sono attivi in Italia piani strategici che vedono il Ministero della Salute svolgere un ruolo primario nella direzione e monitoraggio nella lotta agli abusi. Piani che al contempo coinvolgono in modo attivo  i portatori di interesse. Il tutto in attuazione della legge quadro in materia di consumo di bevande alcoliche e problemi correlati.

“Coerentemente con i dati scientifici a disposizione – prosegue AssoDistil – nel nostro Paese la lotta agli abusi viene condotta in congiunzione ad altri aspetti della vita individuale e sociale. Primo fra tutti le abitudini alimentari equilibrate e l’assistenza in condizioni socioeducative di svantaggio”.

NO ALLA PENALIZZAZIONE DEL SETTORE DISTILLATORIO

Secondo AssoDistil la mancata contestualizzazione del problema da parte delle istituzioni europee rischia di pregiudicare ingiustificabilmente un intero settore. Inoltre AssoDistil sottolinea come tra le “bevande spiritose” vi sono Indicazioni Geografiche, le cui qualità sono il risultato di fattori naturali e umani unici. IG che rappresentano un bene collettivo, legato al patrimonio dei territori di cui sono espressione. IG non adatte a un consumo finalizzato al benessere generale, e che svolgono un ruolo fondamentale nel tutelare e promuovere le risorse locali.

In questo contesto, solo se opportunamente sostenute, queste Indicazioni Geografiche possono continuare a prevenire la delocalizzazione della produzione. Creare posti di lavoro, stimolare sviluppo locale e la conservazione dei prodotti alimentari tradizionali, dell’ambiente e della biodiversità», evidenzia AssoDistil.

«AssoDistil – conclude la nota – conferma il pieno impegno dei suoi associati a promuovere una corretta informazione verso il consumo consapevole e moderato delle bevande spiritose, nell’ottica degli obiettivi del Piano di Lotta al Cancro ed agli altri disturbi alcol-correlati, ma chiediamo alle istituzioni di impegnarsi affinché il settore non venga ingiustificatamente penalizzato con misure illogicamente afflittive».

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