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Marzia Varvaglione presidente CEEV – Comité Vins: da Manduria a Bruxelles

Marzia Varvaglione presidente CEEV - Comité Vins da Manduria a Bruxelles Prima donna ad occupare questo incarico. Ma i record sono due è anche la più giovane
Marzia Varvaglione
è prima donna presidente del Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV), la federazione che rappresenta le aziende vitivinicole europee. Una nomina storica che segna una doppia svolta: la prima, di “genere”; la seconda di età. Varvaglione, produttrice con la famiglia a Manduria, è la più giovane mai eletta alla guida della prestigiosa istituzione europea.
Un riconoscimento che porta lustro all’Italia e all’intero comparto vitivinicolo nazionale, arrivato in un momento cruciale per il futuro del settore. https://www.ceev.eu/

MARZIA VARVAGLIONE: CHI È LA NUOVA PRESIDENTE CEEV

Figura di spicco del panorama vitivinicolo italiano, Marzia Varvaglione arriva alla guida del CEEV forte di una carriera già segnata da importanti risultati. Presidente di AGIVI (Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani) e membro del Consiglio Direttivo dell’Unione Italiana Vini, Varvaglione ha dimostrato negli anni una notevole capacità di leadership e visione strategica.

Cresciuta professionalmente nell’azienda di famiglia Varvaglione 1921, ha avuto un ruolo determinante nel processo di trasformazione aziendale: da impresa produttrice di vino sfuso a realtà affermata e dinamica, capace di esportare ogni anno oltre 5 milioni di bottiglie in 70 Paesi del mondo. Un percorso imprenditoriale di successo che rispecchia la sua abilità nel coniugare tradizione, innovazione e internazionalizzazione. https://www.varvaglione.com/azienda-vini/

CEEV E IL FUTURO DEL VINO EUROPEO

La nuova presidente del CEEV ha già tracciato chiaramente gli obiettivi prioritari del suo mandato, che saranno decisivi per rafforzare la competitività del settore vitivinicolo europeo. Difesa del comparto, rilancio dei consumi, coinvolgimento delle nuove generazioni e ricambio generazionale: questi sono i punti cardine del programma di Varvaglione, in piena coerenza con gli obiettivi delineati dal Piano Strategico 2023-2027. Fondamentale sarà anche potenziare il ruolo di advocacy della federazione europea, migliorando la rappresentatività delle imprese vinicole europee nelle sedi istituzionali.

Un impegno che guarda al futuro con determinazione e fiducia, puntando a rendere il settore sempre più dinamico e pronto ad affrontare le sfide globali. Una nomina, quella di Marzia Varvaglione, destinata a lasciare un segno indelebile nella storia del vino europeo, confermando ancora una volta il ruolo di primo piano dell’Italia nel panorama internazionale.

GLI AUGURI DEL PRESIDENTE UIV, LAMBERTO FRESCOBALDI

La nomina di Marzia Varvaglione è stata accolta con entusiasmo e grande orgoglio dal presidente dell’Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi: «La scelta di Marzia porta una ventata di freschezza nel settore. Siamo certi che saprà guidare con determinazione e competenza il comparto in un momento delicato per il vino europeo. È un onore per l’Italia che questo ruolo torni nel nostro Paese grazie non solo alla prima presidente donna, ma anche alla più giovane in assoluto, segno evidente della vitalità e della capacità di innovazione che oggi sono necessarie per affrontare le nuove sfide».

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Donald Trump, dazi sul vino europeo del 200%: le reazioni italiane


Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump minaccia di imporre dazi del 200% su vino, Champagne e alcolici europei. Lo fa attraverso un “tweet”, o meglio su Truth Social , il social network americano creato della Trump Media & Technology Group. Le nuove “tariffs”, spiega il Tycoon, sarebbero una
risposta alla decisione dell’Unione Europea di introdurre dazi del 50% sugli alcolici statunitensi, in particolare sul whiskey, in ritorsione contro i dazi Usa del 25% su acciaio e alluminio. Francia e UE hanno annunciato una decisa opposizione. I mercati azionari soffrono per l’escalation della guerra commerciale, mentre l’industria statunitense degli alcolici teme gravi perdite economiche. Nelle scorse settimane, come annunciato da Winemag, erano stati gli stessi importatori americani di vini esteri a dare il via a una raccolta firme per fermare possibili, nuovi dazi di Trump. https://x.com/realdonaldtrump

Possibili dazi vino Trump: raccolta firme dei distributori negli Usa

LE REAZIONI ITALIANE ALLA MINACCIA DI DAZI SUL VINO EUROPEO

Numerosi esperti avvertono che l’escalation potrebbe portare a un blocco totale dell’importazione dei vini europei negli Stati Uniti. Intanto, le minacce di Donald Trump di applicare dazi del 200% sul vino europeo scatenano forti reazioni nel settore. Ignacio Sánchez Recarte, segretario generale del Comité Vins – CEEV, sottolinea il rischio di una «devastante» perdita, dato che gli Usa rappresentano il 27% delle esportazioni Ue. Coldiretti e Filiera Italia parlano di «misura estrema» che comprometterebbe un mercato italiano da 1,94 miliardi di euro. Mettendo, tra l’altro, in difficoltà tutta la filiera, dai produttori ai consumatori americani. Confagricoltura chiede una «negoziazione urgente», mentre Confcooperative e Consorzio Valpolicella invocano interventi diplomatici immediati. «Siamo al sonno della ragione, che genera mostri – commenta il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi -. Speriamo in un pronto risveglio da questo incubo, perché il vino è il simbolo dell’amicizia tra i due popoli».

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Presentata U-Label, “l’etichetta parlante” con gli ingredienti del vino

FOTONOTIZIA – Federvini, Unione italiana Vini e Comité Vins hanno presentato in mattinata a Vinitaly 2022 la piattaforma digitale U-label. Sviluppata in 24 lingue, consente di fornire ai consumatori in modo chiaro e trasparente, tutte le indicazioni nutrizionali e la lista degli ingredienti dei vini.

La piattaforma U-label prevede il rilascio di un QR Code per ciascun prodotto registrato. Una volta inquadrato con il proprio smartphone il QR Code presente sull’etichetta, il consumatore potrà accedere alle informazioni organolettiche e nutrizionali del prodotto, ai messaggi sul consumo responsabile e all’etichettatura ambientale degli imballaggi.

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Nutriscore e Beca: l’Italia del vino alza le barricate

Unione italiana vini e Federvini esprimono la loro preoccupazione e dissenso per il Cancer Plan dell’Ue e l’applicazione del sistema Nutriscore alle bevande alcoliche.

Fra una settimana al Parlamento europeo si terrà il voto decisivo sul Piano anticancro che l’Unione adotterà per arginare il male del secolo. Nel report, redatto da una Commissione di europarlamentari (Beca), il vino, come altri prodotti agricoli, è protagonista in negativo. «non esiste una quantità sicura di consumo di alcol», cita il rapporto per una tesi unicamente basata su un controverso studio Lancet di 4 anni fa.

Per Unione italiana vini «Se il Parlamento votasse il testo così com’è il 15 febbraio a Strasburgo andrà in scena l’inizio della fine del vino italiano. Un settore che chiuderà l’ultimo esercizio commerciale con l’ennesimo record storico dell’export a 7,1 miliardi di euro».

«Unione italiana vini – ha detto il Segretario Generale Uiv, Paolo Castelletti – è estremamente preoccupata. Da una parte ritiene doveroso redigere un piano anticancro. Dall’altra è convinta che il report della Commissione Beca rappresenti un mandato in bianco per equiparare una bottiglia di vino a un pacchetto di sigarette, quale prodotto dannoso di per sé, a prescindere dalle quantità».

NUTRISCORE: VOTO “F” PER IL VINO

Serge Hercberg, creatore del sistema Nutriscore, ha espresso la volontà di aggiungere al suo sistema una lettera F in campo nero, per includervi il mondo delle bevande alcoliche. Il sistema Nustriscore, che tante polemiche suscita in Europa e soprattutto in Italia, è basato su una etichettatura a semaforo.

Ogni prodotto alimentare viene schedato e giudicato con una lettera e un colore. Finora comparivano 5 lettere, da A (la migliore, secondo il sistema) alla lettera E (in campo rosso, a significare la pericolosità del prodotto giudicato). Oggi gli inventori di Nustriscore vogliono aggiungere la lettera F e tanto per sottolinearne la concezione negativa, la colorano di nero.

«È un vero affronto all’intelligenza dei consumatori – dice Micaela Pallini, Presidente di Federvini . – Rappresenta inoltre uno schiaffo per un comparto che rappresenta, da secoli, non solo una ricchezza economica, ma soprattutto un modello di vita e di civiltà. Etichettare in rosso, o addirittura in nero, un cibo o una bevanda, significa mettere alla gogna e criminalizzare un prodotto senza associarlo alle modalità o occasioni di consumo».

IL NUTRISCORE CONDANNA L’AGRICOLTURA TRADIZIONALE

Il sistema Nutriscore è stato da sempre condannato dall’Italia in quanto colpevole di disinformare i consumatori e condannare molti prodotti tipici del Belpaese. Con questo sistema vengono penalizzati prodotti come il parmigiano, la mozzarella, il prosciutto di Parma in favore di prodotti spesso sintetici e di scarso valore. Oggi toccherebbe alle bevande alcoliche, senza alcuna distinzione o valutazione nel merito.

«Questa proposta sul Nutriscore – aggiunge Castelletti – conferma un trend, a monte del quale vi è un disegno più largo su scala globale. Si tratta di un attacco al mondo della produzione agricola tradizionale. Il nostro allarme si rivolge non solo alla politica e agli attori del settore, ma a tutti i consumatori. Persone per la stragrande, maggioranza moderati e responsabili, che hanno il diritto all’autodeterminazione alimentare anche in nome della Dieta mediterranea e dei suoi valori identitari».

LE MOTIVAZIONI DEL COMPARTO VINO

Per Uiv, che assieme agli imprenditori europei del Comité Vins contesta gli assunti scientifici di un piano che accomuna i consumi compulsivi con quelli moderati, i paradossi a cui va incontro l’indirizzo politico sono numerosi.

Non si spiega, per esempio, come si voglia mettere in ginocchio un comparto che contribuisce a tenere vive le comunità rurali. Comunità che la stessa Ue sostiene con gli strumenti della Politica agricola comune. Un settore che in Europa vale 2,5 milioni di aziende con circa 3 milioni di posti di lavoro diretti e sempre più all’avanguardia nelle pratiche ecosostenibili.

Per l’Italia il vino è cultura ed economia, ma soprattutto rappresenta uno dei simboli dell’Italian style riconosciuto in tutto il Pianeta. Il paradosso dato dai nuovi dogmi alimentari si scontra infine con i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità sull’aspettativa di vita.

In Europa, secondo l’Oms, Svizzera, Spagna, Italia e Francia – tra i principali consumatori di vino – sono nella top 5 europea per longevità. Inoltre il Belpaese ha diminuito i consumi di vino del 70% negli ultimi 50 anni , imboccando da tempo la strada della qualità e della moderazione.

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Nasce il Club dei Ceos del vino: protagonisti 27 Ceo di Italia, Francia, Spagna e Germania

È nato ufficialmente il Club dei Ceos. Sviluppato a partire da un’idea di Domenico Zonin (vicepresidente del Comité Vins, consigliere UIV e presidente del gruppo Zonin 1821), si è riunito per la prima volta a Barcellona l’8 ottobre scorso, ospitato dall’imprenditore Miguel A. Torres (Familia Torres), e ha visto la partecipazione di ventisette Ceo di alcune fra le maggiori aziende vitivinicole di Italia, Francia, Spagna e Germania.

Il Club, istituito dal CEEV (Comité Européen des Entreprises Vins), rappresenta una nuova opportunità d’incontro per i protagonisti della viticoltura europea e di dialogo tra politica e business per discutere e trattare alcuni temi caldi del settore, quali: sostenibilità, rapporto tra vino e salute, consumo responsabile, campagne anti-alcol, dazi USA e accordi di libero scambio. Il vertice avrà cadenza annuale e il prossimo sarà in Portogallo nel 2020.

Il CEEV rappresenta le aziende vinicole del settore e del commercio nell’Unione europea: vini fermi, vini aromatizzati, spumanti, vini liquorosi e altri prodotti vitivinicoli. Riunisce 23 grandi gruppi, che producono e commercializzano la stragrande maggioranza dei vini europei, con e senza indicazione geografica, e rappresentano oltre il 90% delle esportazioni europee di vino.

“Il primo esperimento è ben riuscito – commenta Domenico Zonin – e sono stati analizzati argomenti al centro dell’agenda del CEEV a Bruxelles. Un fatto molto positivo perché, in tal modo, l’attività di lobby del Comité Vins si arricchisce del punto di vista diretto degli amministratori delle stesse imprese, i quali, a loro volta, avvicinano le proprie sensibilità alle problematiche in discussione sui tavoli politici dell’Unione Europea”.

“La necessità di risolvere problemi che vanno al di là e che stanno al di sopra degli aspetti legati alla rispettiva competitività sui mercati ci ha fatto sentire sempre più come passeggeri di una stessa nave”, conclude Zonin.

“Siamo agli inizi di un percorso – aggiunge Lamberto Frescobaldi, presidente della Frescobaldi e vicepresidente vicario di UIV – e dobbiamo affinare le posizioni, dialogando a fondo su diversi aspetti come, ad esempio, l’esigenza di distinguere vino e alcol per fornire ai consumatori informazioni chiare e precise”.

Durante questa prima riunione si è notata una grande capacità di guardare oltre il semplice recinto aziendale e di considerare il mercato nella sua complessità, come è accaduto discutendo dei dazi negli Stati Uniti, nei confronti dei quali, nonostante il diverso trattamento subito dall’Italia rispetto agli altri Paesi europei, la necessità di condividere una strategia comune ha prevalso su egoismi o rivalse nazionali. Uno spirito europeo non scontato e che ha fatto molto bene al clima generale del confronto”, conclude Frescobaldi.

“È stata una delle prime volte in cui questi argomenti – chiosa Sandro Sartor, presidente della Ruffino e vicepresidente UIV – come quelli del rapporto tra vino e salute, del consumo responsabile e della battaglia nei confronti delle campagne anti-alcol, sono stati messi al centro della discussione, nella consapevolezza, da parte dei grandi manager del vino europeo, che quella che si sta preparando sia una battaglia importante per il futuro dello stesso mercato vinicolo”.

“Continuano ad arrivare attacchi al mondo del vino perché il comparto non ha ancora sbrogliato la matassa relativa all’etichettatura – continua Sartor – e questa è una situazione che dovremo affrontare con determinazione lungo un percorso dove ancora i diversi Paesi non viaggiano alla stessa velocità. Per questo motivo, quelli più coraggiosi, come l’Italia, devono tracciare e anticipare la strada, facendosi avanti e mostrandosi proattivi rispetto a questo problema”.

Alla riunione è intervenuto anche Ignacio Sanchez Recarte (segretario generale del CEEV), che ha ascoltato i Ceo rispetto alla necessità di risolvere i problemi di funzionamento del sistema OCM promozione e ha raccolto i loro contributi rispetto al bisogno di coniugare azioni contro il cambiamento climatico per lo sviluppo di un sistema produttivo sostenibile, coniugato ad un’adeguata strategia di comunicazione.

È un grande onore per me ospitare il primo incontro del Club dei CEO CEEV – ha evidenziato Miguel A. Torres, presidente dell’azienda vinicola Familia Torres -. Credo profondamente nella collaborazione tra pari come il modo migliore per garantire la sostenibilità e la continuità del nostro settore, soprattutto considerando le sfide che ci attendono nei prossimi anni”.

Hanno preso parte al vertice anche Daniele Simoni (AD di Schenk Italian Wineries), Alessandro Botter (presidente di Botter Spa), Federico Terenzi (presidente di Cantina Terenzi e presidente AGIVI) e Luigi Bersano (direttore commerciale del gruppo Mondo del Vino).

“Con questa riunione – ha sottolineato Daniele Simoni – siamo riusciti a dimostrare che il mondo del vino europeo è unito, condivide senza individualismi le problematiche ed è in grado di cercare in modo unanime soluzioni avendo idee ben chiare rispetto alle sfide del futuro”.

LA LISTA COMPLETA DEI PARTECIPANTI

FRANCIA

  • Mr Jean-Marie Barillère, Moët & Chandon, Director of Champagne activities (and CEEV President)
  • Mr Gérard Bertrand, Vins Gérard Bertrand, President Director General
  • Mr Michel Chapoutier, M. Chapoutier SA, President Director General
  • Mrs Miren de Lorgeril, Lorgeril, President
  • Mr Paul François Vranken, Vranken-Pommery, CEO

GERMANIA

  • Mrs Kathy Féron, Jacques’ Wein-Dept, CEO
  • Mr Nikolaus Graf von Plettenberg, Sektmanufaktur Schloss VAUX AG, CEO
  • Mr Christof Queisser, Rotkäppchen-Mumm, CEO

ITALIA

  • Mr Luigi Bersano, MGM Mondo del Vino srl, Export Sales Manager
  • Mr Sandro Boscaini, Masi Agricola spa, Chairman
  • Mr Alessandro Botter, Botter spa, President
  • Mr Lamberto Frescobaldi, Marchesi Frescobaldi, Chairman
  • Mr Piero Mastroberardino, Mastroberardino, President/CEO
  • Mr Sandro Sartor, Ruffino srl, President
  • Mr Daniele Simoni, Schenk Italia Wineries, CEO
  • Mr Federico Terenzi, Terenzi, Owner
  • Mr Domenico Zonin, Casa Vinicola Zonin, President (and CEEV Vice-President)

PORTOGALLO

  • Mr Renato Berardo, Bacalhôa, President
  • Mr Eduardo Medeiro, Bacalhôa, Vice-President
  • Mr Martim Guedes, Aveleda, Co-CEO
  • Mr Antonio Soares-Franco, José Maria da Fonseca Vinhos SA, President/CEO
  • Mr Francisco Valadares Souto, Sogrape Vinhos SA, Vice-President
  • Mr John Symington, Symington Family Estates Vinhos SA, Chairman

SPAGNA

  • Mr Ramon Raventós, Codorníu SA, CEO
  • Mr Emilio Restoy, Zamora Company, CEO
  • Mr Javier Suqué, Perelada & Chivite, CEO
  • Mr Miguel A. Torres, Miguel Torres, President and CEEV Board Member
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Unione Italiana Vini a Bruxelles: “Europa deve avere ruolo più incisivo”

“Desidero esprimere piena soddisfazione per l’esito degli incontri tenuti in questi giorni a Bruxelles con le Istituzioni comunitarie. Un confronto schietto e aperto a un dialogo proficuo per trovare risposte concrete alle problematiche del nostro comparto”.

E’ soddisfatto Ernesto Abbona (nella foto), presidente di Unione Italiana Vini, dall’esito degli incontri tenutisi a Bruxelles il 21 novembre con le Istituzioni comunitarie. I rappresentanti di UIV sono stati ricevuti dalla Rappresentanza italiana a Bruxelles.

Il tema dell’Unione Europea è di estrema attualità sia per quanto riguarda il futuro dell’Unione sia per il ruolo delle sue istituzioni nella vita dei cittadini. Unione Italiana Vini è a favore di un ruolo ancora più incisivo dell’Europa, “sistema fondamentale per la vita delle nostre imprese soprattutto per quanto riguarda l’equa distribuzione delle risorse messe a disposizione degli Stati Membri e delle Regioni”.

“Il singolo Paese non può agire da solo nel contesto economico attuale – evidenzia Uiv – ma deve farlo in armonia con un disegno comune che l’UE deve portare avanti. In questo senso, accogliamo di buon grado le rassicurazioni ricevute dal Parlamento Europeo per quanto riguarda la prossima riforma della Politica Comune, in particolare mediante una proposta di modifica del sistema delle autorizzazioni degli impianti viticoli”.

Il Parlamento, inoltre, ha garantito che l’Accordo di libero scambio con il Giappone verrà ratificato dall’Assemblea Plenaria che si terrà prima della fine del 2018. “Una volta entrato in vigore – evidenzia il segretario Uiv Paolo Castelletti – il trattato prevederà l’eliminazione immediata dei dazi doganali, con un risparmio calcolato attorno ai 112 milioni di euro annui per le imprese europee, e il riconoscimento di alcune pratiche enologiche ad oggi non riconosciute dalla normativa giapponese”.

Inoltre, saranno 100 i vini DOP e IGP europei a beneficiare dello stesso sistema di protezione previsto dalla normativa dell’Unione anche in Giappone, eliminando anche i costi di registrazione delle IG italiane.

PERICOLO DAZI
“La sostenibilità economica – evidenzia Abbona – dev’essere abbinata a quella sociale. Inoltre, è necessario che le Istituzioni comunitarie lavorino per armonizzare le legislazioni e ovviare così al rischio di limitare o rendere difficili gli scambi intracomunitari”.

A preoccupare è l’Irish Alcohol Bill irlandese, legge che prevede misure pesantissime che penalizzano il settore, introduce l’obbligo di indicare warning in etichetta sui rischi per la salute legati anche al consumo moderato di alcol. “Creando un precedente molto pericoloso”, secondo Uiv.

“Le informazioni in etichetta – sottolinea Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini – rappresentano un tema critico, per le quali crediamo servano alcune regole comuni, rispetto all’indicazione delle caratteristiche nutrizionali e degli ingredienti, evitando che sia lasciata agli Stati membri la possibilità di legiferare in materia, con l’obiettivo di migliorare i meccanismi di funzionamento del mercato unico”.

A Bruxelles si è parlato anche dell’export di vino italiano nel mondo. “Un punto cruciale per l’export europeo – ha sostenuto Paolo Castelletti – riguarda i negoziati con il Mercosur, avviati nel 2010 e, dopo diverse interruzioni, ripresi nel 2017. Per le aziende italiane la priorità è rappresentata del mercato brasiliano, per il quale è forte l’esigenza di un accesso facilitato, in quanto questo Paese è protetto da barriere tariffarie e non tariffarie”.

Insieme al Comité Vins, Uiv chiede l’eliminazione dei dazi sul vino sin dall’entrata in vigore dell’accordo e un’eliminazione immediata delle barriere, accantonando l’inaccettabile proposta di renderne operativa la rimozione dopo 15 anni.

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Dazi sul vino in Sudamerica: lettera Uiv ai Commissari europei

In vista dell’imminente e decisivo ciclo di negoziati dell’accordo di libero scambio Unione Europea – Mercosur, che avrà luogo dal 4 all’8 giugno 2018, Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, ha indirizzato una lettera ai Commissari Europei al Commercio Malmstrom e all’Agricoltura Hogan, al fine di reiterare alcune strategiche priorità per il settore vitivinicolo italiano.

Affari che riguardano il Mercado Común del Sur, ovvero il mercato comune dell’America meridionale. Ne fanno parte in qualità di Stati membri: Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela. Ruolo chiave, tra l’altro, quello del Paese carioca, dove si appresta a sbarcare Vinitaly, con Wine South America.

“Il Mercosur – spiega Ernesto Abbona – rappresenta una priorità per le aziende vinicole italiane, in particolare il Brasile, uno dei mercati cosiddetti ‘emergenti’ più dinamico e promettente in chiave di potenziale aumento di consumi pro capite di vino”.

“In questa fase strategica dei negoziati UE-Mercosur riteniamo indispensabile che, mediante l’approvazione dell’accordo, l’Unione Europea risolva alcune questioni prioritarie per il settore del vitivinicolo, peraltro già rappresentate ai servizi della Commissione Europea dal Comité Vins, alla quale Uiv aderisce”.

Le richieste sono ferme. “Chiediamo in particolare un’eliminazione completa dei dazi sul vino – evidenzia Abbona – fin dall’entrata in vigore del trattato, dando priorità ai vini maggiormente esportati nei Paesi Mercosur, i vini imbottigliati e vini spumanti, che attualmente rappresentano oltre il 90%, in volume e in valore, dei vini importati dal Brasile”.

“Dagli sviluppi degli ultimi cicli di negoziati – continua Abbona – abbiamo appreso che le proposte di concessioni in materia tariffaria per il settore del vino sono estremamente penalizzanti, in quanto il Mercosur propone un’eliminazione delle barriere tariffarie dopo 15 anni dall’entrata in vigore dell’accordo”.

Una proposta che Abbona definisce “inaccettabile”. “Il vino italiano – spiega il presidente Uiv – non trarrebbe alcun beneficio a breve e medio termine dalla conclusione dell’accordo e i vini argentini e cileni continuerebbero a rafforzare le loro quote di mercato in Brasile”.

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