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Champagne: 271,4 milioni di bottiglie spedite nel 2024

Champagne: 271,4 milioni di bottiglie spedite nel 2024

Le spedizioni totali di Champagne nel 2024 ammontano a 271,4 milioni di bottiglie, con un calo del 9,2% rispetto all’anno precedente. Nel 2024 il mercato francese ha rappresentato 118,2 milioni di bottiglie (-7,2% rispetto al 2023) e continua a risentire del contesto politico ed economico negativo.

L’export, pari a 153,2 milioni di bottiglie, è in calo del 10,8% rispetto al 2023. Tuttavia, la percentuale di esportazioni (56,4% del totale) rimane significativamente superiore alle vendite sul mercato interno. Si conferma così l’inversione di tendenza registrata negli ultimi anni.

«lo Champagne è un vero e proprio barometro del sentimento dei consumatori – dichiara Maxime Toubart, presidente del Syndicat Général des Vignerons e co-presidente del Comité Champagne – . Questo non è il momento di festeggiare, con l’inflazione, i conflitti in tutto il mondo. Pesano inoltre l’incertezza economica e un atteggiamento politico attendista in alcuni dei principali mercati, come la Francia e gli Stati Uniti».

«È nei momenti meno favorevoli che dobbiamo prepararci per il futuro – aggiunge David Chatillon, presidente dell’Union des Maisons de Champagne e co-presidente del Comité Champagne –. Dobbiamo mantenere la nostra rotta in termini di sviluppo sostenibile e di conquista di nuovi mercati e nuovi consumatori. Lo Champagne è un modello organizzativo solido e sostenibile, che ha dimostrato il suo valore anche di fronte alle avversità e che dà fiducia nel futuro».

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Comité Champagne verso l’aumento della riserva vendemmiale 2023


Vigneron
e Maison della Champagne si sono riuniti in queste ore a Epernay, presso il Comité Champagne, per definire le condizioni della vendemmia 2023.
La resa commerciabile per il 2023 è stata fissata a 11.400 kg/ha. Il provvedimento più atteso, ora all’esame delle istituzioni nazionali francesi, è l’aumento della riserva vendemmiale da 8 a 10 mila chilogrammi per ettaro. Ad oggi, lo stato di salute dei vigneti è «buono e molto omogeneo da una zona all’altra». Pochi i danni causati da gelo (1,5% del vigneto) e grandine (0,3%). Peronospora e oidio contenuti, a differenza di quanto sta avvenendo in Italia. Solo le riserve di acqua dei suoli destano preoccupazione in Champagne. I grappoli sono ben formati e la «promettente vendemmia» dovrebbe iniziare nella prima decade di settembre.

Le incognite del clima, il deperimento della vite causato dalle malattie e l’invecchiamento dei vigneti hanno un impatto sulle rese della zona, diminuite del 26% in dodici anni. In questa situazione, si è scelto di sfruttare al massimo le annate favorevoli, quando si presentano, al fine di «migliorare ulteriormente la resilienza della filiera». «L’anno scorso – ricorda Maxime Toubart, presidente dei Vigneron – la Champagne ha applicato il sistema dello sblocco differito della riserva. Quest’anno è stato individuato il plafond della riserva individuale, per portare a 10 mila kg/ha invece degli 8 mila kg/ha previsti finora. L’INAO ha accettato di esaminare la misura con urgenza, per consentire ai viticoltori di mettere a riserva la bella vendemmia che si annuncia».

L’obiettivo è quello di «assicurare ogni anno gli strumenti per raggiungere la resa commerciabile fissata dall’Interprofessione per garantire l’equilibrio dei mercati». «Per determinare la resa commerciabile dell’anno – commenta David Chatillon, presidente delle Maison – i Vigneron e le Maison si sono accordati sulle previsioni delle spedizioni dei prossimi quattro anni. Insieme alla fiducia nella denominazione, le previsioni hanno tenuto conto al tempo stesso di una certa cautela rispetto alla congiuntura economica globale e agli effetti dell’inflazione».

Nel 2023 le spedizioni dovrebbe raggiungere i 314 milioni di bottiglie. Nel primo semestre del 2023 le spedizioni di Champagne (Francia inclusa) sono state pari a 125,8 milioni di bottiglie, in calo del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’export con 77,7 milioni di bottiglie, è in calo del 3,7%, mentre la Francia è in calo del 6,3% con 48,1 milioni di bottiglie. Questi risultati vanno visti nel contesto di un 2022 straordinario (nello stesso periodo dell’anno scorso le vendite erano aumentate di quasi il 14%).

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«Vincere la sfida della desiderabilità»: così lo Champagne conquista l’Italia


La crescita generalizzata del Metodo classico in Italia non spaventa, anzi: «Avvantaggia». La sfida da vincere, piuttosto, è quella della «desiderabilità». Lo Champagne conquista sempre più il Bel Paese e cresce nel gradimento dei consumatori italiani attraverso una formula che dà per acclarata la qualità, ormai internazionalmente riconosciuta. E punta tutto sulla sfera del «desiderio», da solleticare giocando sull’unicità del prodotto, pilastro fondante dello storytelling. Lascia sul tavolo molto più della fredda matematica la visita
a Milano dei vertici del Comité Champagne, che mercoledì 29 marzo hanno presentato in un noto hotel del centro i numeri di un 2022 che vede l’Italia grande protagonista.

In termini di importazioni si tratta di un doppio record storico, sia a volume che a valore, grazie a 10,6 milioni di bottiglie di Champagne spedite nel Bel Paese (+11,5%) e un giro d’affari di 247,9 milioni di euro (valore franco cantina e tasse escluse), in crescita del 19,1%. L’Italia rappresenta oggi il quarto mercato dell’export mondiale dello Champagne a valore, davanti a Germania e Australia. Dati che dimostrano che, da Trento a Ragusa, chi sceglie le bollicine francesi per antonomasia è generalmente «esperto, curioso». E, soprattutto, «orientato alle cuvée di alta gamma».

Presenti a Milano David Chatillon, presidente dell’Union des Maisons de Champagne e co-presidente del Comité Champagne; Maxime Toubart, presidente del Syndicat général des vignerons e co-presidente del Comité Champagne; e Charles Goemaere, direttore generale del Comité Champagne. L’ente che rappresenta Maison e Vigneron della regione non ha dubbi: «I consumatori italiani si confermano grandi conoscitori di Champagne, amano scegliere e sanno muoversi all’interno della profondità di gamma offerta dai marchi».

I millesimati, le cuvée speciali e i rosé nel 2022 hanno rappresentato quasi un terzo delle bottiglie di Champagne giunte in Italia, raggiungendo complessivamente il 31% delle importazioni a valore, con performance per queste categorie superiori a quelle di mercati quali il Regno Unito e la Germania».

IN ITALIA CRESCONO GLI CHAMPAGNE A BASSO DOSAGGIO

Da segnalare per l’Italia la crescita degli Champagne a basso dosaggio, che costituiscono oggi il 5,1% a valore delle importazioni. E confermano, sempre secondo l’analisi del Comité, «l’evoluzione dei gusti degli italiani». I dosaggi inferiori al Brut, infatti, rappresentavano 15 anni fa lo 0,1% del totale delle spedizioni. «I gusti degli italiani – ha dichiarato Charles Goemaere – si distinguono da sempre nel panorama mondiale del consumo di Champagne per la particolare domanda di bottiglie di pregio».

«In questo scenario – ha aggiunto – il settore Horeca ci appare particolarmente dinamico. Dopo la crisi legata alla pandemia, nel 2022, i consumi in bar, hotel e ristoranti fanno presumere una netta ripresa, confermando che il fuori casa rappresenta ormai un’abitudine consolidata per i consumatori italiani di Champagne. I positivi dati delle spedizioni confermano inoltre che l’offerta è riuscita a soddisfare la domanda».

«Il dinamismo a cui stiamo assistendo – ha spiegato David Chatillon – è dovuto essenzialmente allo sviluppo di nuovi mercati e di nuovi momenti di consumo. Lo Champagne resta il vino delle celebrazioni, ma prende sempre più piede un consumo che potremmo definire informale, in cui lo Champagne è sempre più il vino che riesce a rendere straordinario un momento ordinario. È questa la sfida della desiderabilità che dobbiamo continuare a vincere. E da questo punto di vista l’Italia è senza dubbio un osservatorio privilegiato sugli stili di consumo».

I DATI GLOBALI DELLO CHAMPAGNE NEL 2022

A livello globale, nel 2022 le spedizioni totali di Champagne hanno raggiunto i 325,5 milioni di bottiglie, in crescita dell’1,5% rispetto al 2021 e del 9,5% rispetto al 2019. Si tratta del miglior risultato a volume, secondo solo al picco del 2007. L’export rappresenta il 57% delle spedizioni, con 187,5 milioni di bottiglie, in crescita del 4,3%. Il 2022 segna un nuovo record a valore, con un giro d’affari che supera complessivamente per tutti i mercati i 6,3 miliardi di euro.

La classifica a valore dei principali mercati all’export per lo Champagne, vede al primo posto gli Stati Uniti con 946,9 milioni di euro e 33,7 milioni di bottiglie. Seguono il Regno Unito (548,9 milioni di euro e 28 milioni di bottiglie) e il Giappone (432,1 milioni di euro e 16,5 milioni di bottiglie).

L’Italia, al quarto posto, precede la Germania (245,1 milioni di euro e 12,2 milioni di bottiglie), Australia (188,3 milioni di euro e 10,5 milioni di bottiglie), Belgio (179,7 milioni di euro e 10,2 milioni di bottiglie), Svizzera (145,3 milioni di euro e 6,3 milioni di bottiglie) e Spagna (115,4 milioni di euro e 4,9 milioni di bottiglie). Chiude la classifica dei primi 10 mercati a valore il Canada, con un giro d’affari di 97,6 milioni e 3,5 milioni di bottiglie.

«La nostra ambizione – ha precisato Maxime Toubart – non è di cercare di fare di più, ma di fare ancora meglio, a beneficio delle generazioni future. Nei prossimi 10 anni, rafforzeremo notevolmente le nostre risorse con l’obiettivo che lo Champagne sia sempre disponibile, desiderabile e un punto di riferimento per i consumatori».

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Italia quinto Paese importatore di Champagne nel 2022: Comité Champagne presto a Milano


L’Italia raggiunge il quinto posto tra i Paesi importatori di Champagne nel 2022. I numeri parlano chiaro, con un +11,5% rispetto al 2021. Quarto posto per il Bel Paese a valore, con una crescita del 19% rispetto all’anno precedente. Nel 2022 le spedizioni di Champagne verso l’Italia hanno registrato un vero e proprio record storico sia a volume che a valore, con 10,6 milioni di bottiglie e un giro d’affari di 247,9 milioni di euro (valore franco cantina e tasse escluse).

Le spedizioni totali di Champagne nel 2022 ammontano a 325,5 milioni di bottiglie, con una crescita dell’1,5% rispetto al 2021 e un valore globale di 6,3 miliardi di euro. Italia, dunque, appena fuori dal podio dei Paesi importatori di Champagne, ma comunque tra i principali mercati all’export delle più prestigiose “bollicine” internazionali.

Maggiori dettagli verranno forniti alla stampa di settore – e dunque da winemag.it – in un incontro a Milano, a fine, a cui parteciperanno i due co-presidenti del Comité Champagne, David Chatillon e Maxime Toubart, oltre al direttore generale Charles Goemaere.

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Champagne: +32% delle vendite nel 2021

Le spedizioni totali di Champagne nel 2021 ammontano a 322 milioni di bottiglie, in aumento del 32% rispetto al 2020. Il mercato francese è in crescita del 25% con quasi 142 milioni di bottiglie, tornando al livello del 2019. Le esportazioni continuano a crescere con un nuovo record a 180 milioni di bottiglie.

«Questo rimbalzo è una bella sorpresa per gli champenois dopo un 2020 al -18% dato dalla chiusura dei principali luoghi di consumo e dall’assenza di eventi in tutto il mondo», commenta Maxime Toubart, presidente del Syndicat Général des Vignerons, co-presidente del Comité Champagne. Toubart si dichiara inoltre soddisfatto del «buon andamento del mercato nazionale».

BUON ANDAMENTO NEL 2021

Con i settori del turismo e degli eventi ancora limitati dalle restrizioni è lecito ipotizzare che il consumo domestico abbia preso il sopravvento. I consumatori hanno deciso di premiarsi a casa, compensando le preoccupazioni del clima generale con nuovi momenti di convivialità e di condivisione.

Nel 2020 i professionisti del vino avevano ridotto le scorte di fronte all’incertezza sulla durata della crisi sanitaria. Nel 2021 hanno invece invertito la tendenza, sorpresi dall’accelerazione della domanda a partire dal mese di aprile. Inoltre, si sono manifestate alcune difficoltà legate alla logistica e ai disagi nei trasporti.

CAUTO OTTIMISMO PER IL 2022

Colpita dalla crisi sanitaria nel 2020 e dalle difficili condizioni climatiche nel 2021, la regione dello Champagne spera che il 2022 apra la strada a un nuovo ciclo di crescita.

«Grazie alle esportazioni e alla fedeltà dei consumatori per le grandi cuvée, lo Champagne raggiungerà un fatturato record di oltre 5,5 miliardi di euro», dichiara Jean-Marie Barillère, presidente dell’Union des Maisons de Champagne, co-presidente del Comité Champagne.

«Tuttavia – conclude Barillère – la media delle spedizioni per il 2020-2021, 280 milioni di bottiglie per 4,9 miliardi di euro, rimane al di sotto del livello pre-pandemico». Nel 2019 infatti i dati si assestarono a 300 milioni di bottiglie per 5 miliardi di euro.

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Il Paraguay riconosce e protegge la denominazione Champagne

Direzione Nazionale della Proprietà Intellettuale del Paraguay ha ufficialmente registrato, con la decisione del 29 ottobre 2020, la denominazione Champagne che da ora in poi sarà riconosciuta e protetta in tutto il territorio paraguaiano contro qualsiasi uso improprio del nome Champagne o di qualsiasi termine da esso derivato.

Il Paraguay si aggiunge così alla lista dei 122 stati, tra cui la maggior parte dei Paesi dell’America Latina, la Cina e l’India che già tutelano la denominazione Champagne, una delle più riconosciute al mondo.

Questa decisione è particolarmente importante – sottolinea Vincent Perrin, Direttore generale del Comité Champagne – perché rappresenta il culmine di una procedura iniziata nel 2012 ma che era stata sospesa tra il 2015 e il 2019, in attesa della pubblicazione di un decreto che consentisse l’applicazione della legge paraguaiana sulle indicazioni geografiche”.

Questo riconoscimento è un altro passo in avanti per il Comité Champagne, che si impegna quotidianamente per salvaguardare la denominazione. “Oltre a questo successo – aggiunge Perrin – la nostra priorità resta la completa protezione della nostra denominazione in Argentina, così come negli Stati Uniti e in Russia, dove persistono molte usurpazioni legali”.

La denominazione di origine è un diritto di proprietà intellettuale specifico, che designa un prodotto di una determinata regione le cui caratteristiche particolari derivano sia dalle condizioni naturali di ogni regione sia dalle competenze dei produttori locali. Lo Champagne è tra le denominazioni più antiche, protette e prestigiose al mondo.

Il Comité Champagne ha sede a Epernay e riunisce tutti i viticoltori e tutte le Maison di Champagne. L’organizzazione interprofessionale rappresenta uno strumento di sviluppo economico, tecnico e ambientale, mettendo le professioni in relazione tra loro e conducendo una politica di qualità costante e di valorizzazione del patrimonio comune della denominazione.

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Champagne: grande qualità per la vendemmia più precoce della storia

La vendemmia più precoce della storia della Champagne, iniziata il 17 agosto, sta giungendo al termine. Una vendemmia di altissima qualità, la prima delle condizioni per elaborare grandi vini, che con il 2028 ed il 2019 completa una trilogia eccezionale.

L’inizio dell’anno è stato particolarmente piovoso, con il febbraio più umido mai registrato. Il caldo e la siccità sono iniziati da metà marzo e la vite ha iniziato a germogliare 16 giorni prima della media decennale. Un vantaggio che non andrà perso, registrando anche una dinamica di maturazione eccezionalmente veloce nella settimana prima della vendemmia.

Mentre l’anno scorso è stato battuto il record di temperatura (42,9°C), quest’anno è stato il mese di luglio a essere il più secco della storia. A causa della siccità, i grappoli sono al di sotto della media per il peso, ma in ottimo stato sanitario. I mosti sono ben equilibrati, fruttati, hanno una bella freschezza e una grande espressione aromatica. Il grado alcolico è compreso tra i 10% e i 10,5%.

Data la resa massima limitata a 8.000 kg/ha, la vendemmia è stata effettuata, su base individuale, un po’ più velocemente del solito, ma è stata ripartita su un periodo normale di circa tre settimane, data l’eterogeneità di maturazione tra le annate e tra i vitigni. La degustazione degli acini e dei vinaccioli e l’analisi del contenuto zuccherino dell’uva hanno permesso a ogni viticoltore di adattare l’inizio della vendemmia e di ottimizzare il suo ciclo di raccolta dell’uva, appezzamento per appezzamento, a maturazione ottimale.

Con la superba trilogia 2018, 2019, 2020, la regione dello Champagne dovrebbe disporre tra qualche anno di assemblaggi e, probabilmente, di millesimi eccezionali, all’altezza delle celebrazioni dell’evento che tutto il mondo sta aspettando. la fine della pandemia di Covid-19.

L’anno 2020 resta infatti unico per le misure di sicurezza sanitaria legate all’epidemia di Covid-19 che hanno dovuto essere messe in atto per i circa 120.000 lavoratori stagionali reclutati nei vigneti e nei centri di pressatura.

Il Comité Champagne ha sede a Epernay e riunisce tutti i viticoltori e tutte le Maison di Champagne. L’organizzazione interprofessionale rappresenta uno strumento di sviluppo economico, tecnico e ambientale. Il Comité Champagne mette le due professioni in relazione tra loro e conduce una politica di qualità costante e di valorizzazione del patrimonio comune della denominazione.

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“Lo Champagne non teme i cambiamenti climatici”: il punto sulla vendemmia 2019


I cambiamenti climatici e il riscaldamento globale non fanno paura allo Champagne. Nella zona di produzione, la temperatura media è aumentata di +1,1°C in trent’anni. Ma questo fenomeno, secondo quanto rivela oggi il Comité Champagne che ha sede a Epernay, “si è rivelato benefico per la qualità dei vini di Champagne”. La vendemmia 2019 “non fa eccezione”.

Una campagna, quella appena trascorsa, segnata da “episodi di gelo primaverile, che hanno distrutto una parte dei germogli ma soprattutto da ondate di calore, in particolare in giugno e luglio, che hanno bruciato oltre il 10% del potenziale di raccolta”.

Inoltre, la Champagne ha toccato il record assoluto delle temperature, con 42,9°C registrati il 25 luglio 2019. “Il clima caldo e soleggiato dei mesi di agosto e settembre, combinato a notti fresche con l’avvicinarsi della vendemmia – riferisce ancora il Comité – ha permesso alle vigne di vivere una dinamica di maturazione eccezionale.

Una situazione che “ha offerto mosti di buon auspicio per le future cuvée, per il loro equilibro fra acidità e tasso di zucchero, oltre che per la loro concentrazione aromatica”. La rete di monitoraggio della maturazione ha permesso poi agli Champenois di adattare la raccolta, per selezionare solo le uve con una maturità ottimale.

LA VENDEMMIA 2019 IN CHAMPAGNE
La raccolta, cominciata nei primissimi giorni di settembre, sta per terminare: “Malgrado una forte eterogeneità tra le varie aree della denominazione, la Champagne dovrebbe superare in media i 10 mila chilogrammi per ettaro, un volume vicino alla resa economica necessaria ad alimentare la domanda dei mercati“.

Inoltre, grazie all’eccezionale raccolta del 2018, che ha permesso di completare la “réserve Champagne” – lo strumento che funge da assicurazione climatica per compensare un possibile deficit di raccolto – i vigneron e le maison hanno affrontato questa vendemmia con molta serenità.

Impegnata dal 2000 in una politica di sviluppo sostenibile, la Champagne ha in gran parte ridotto il suo impatto ambientale e si è posta due macro obiettivi: “Zero erbicidi” entro il 2025 e il 100% delle aziende con una certificazione ambientale entro il 2030.

Vigneron e maison inoltre stanno predisponendo per il futuro una “cassetta degli attrezzi” che permetterà di adattare la viticoltura ai cambiamenti climatici.

Il Comité Champagne che riunisce tutti i viticoltori e tutte le Maison di Champagne, si conferma così strumento di sviluppo economico, tecnico e ambientale. Un organismo che mette la filiera – e in particolare le due professioni – in relazione tra loro e conduce una politica di qualità e di valorizzazione del patrimonio della denominazione.

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Vola lo Champagne: vendite record a 4,9 miliardi di euro

MILANO – Champagne da record anche nel 2018. Nell’ultimo anno, le vendite del celebre vino francese hanno raggiunto i 4,9 miliardi di euro (+ 0,3% rispetto al 2017).

L’Italia segna un +4,2% rispetto all’anno precedente, con un fatturato di 158,6 milioni di euro (tasse escluse, franco cantina). Stabili i volumi, con 7.362.506 bottiglie. Il nostro Paese si conferma il quinto mercato mondiale all’export per giro d’affari.

I volumi di Champagne sono in calo (-1,8% con 301,9 milioni di bottiglie), a fronte di una flessione più contenuta del fatturato  grazie alla migliore valorizzazione delle cuvée. A livello globale, le esportazioni restano orientate al rialzo (+0,6% a volume e +1,8% a valore).

Fuori dall’Unione Europea la domanda è più dinamica, soprattutto in mercati come gli Stati Uniti (23,7 milioni di bottiglie, +2,7%), il Giappone (13,6 milioni di bottiglie, +5,5%) e l’area cinese (Cina, Hong Kong, Taiwan: 4,7 milioni di bottiglie, +9,1%).

Dopo un’evoluzione molto sostenuta negli ultimi 10 anni (+134%), l’Australia ha registrato un leggero calo (8,4 milioni di bottiglie, -1,8%), a causa di un tasso di cambio meno favorevole. Altri Paesi confermano il loro potenziale: il Canada con 2,3 milioni di bottiglie (+4,8%), il Messico con 1,7 milioni di bottiglie (+4,3%).

Da segnalare anche il Sudafrica, che supera per la prima volta il milione di bottiglie e segna un significativo incremento del 38,4%. La vendemmia 2018, senza precedenti dal punto di vista agronomico e di qualità eccezionale è di buon auspicio per le future cuvée della Champagne.

Il Comité Champagne, creato dalla legge francese del 12 aprile 1941, ha sede a Epernay e riunisce tutti i viticoltori e tutte le Maison di Champagne. L’organizzazione interprofessionale rappresenta uno strumento di sviluppo economico, tecnico e ambientale. Il Comité Champagne mette le due professioni in relazione tra loro e conduce una politica di qualità costante e di valorizzazione del patrimonio comune della denominazione.

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Académie du Champagne: Milano a scuola di cuvée

Si terrà lunedì 20 novembre a Milano, presso l’Hotel Principe di Savoia di piazza della Repubblica, l’evento annuale organizzato dal “Bureau du Champagne in Italia”, dedicato alla formazione sulla denominazione.

Il tema di questo appuntamento intitolato “Prestigio, libertà e diversità nell’elaborazione di uno Champagne” sarà la cuvée, termine che, in Champagne, a seconda del momento, assume significati diversi: frutto della prima spremitura in vendemmia, risultato dell’elaborazione nell’assemblaggio e infine, vino particolarmente distinto di una determinata gamma.

L’Académie du Champagne si rivolge principalmente a professionisti o persone con una conoscenza base dell’argomento. Il biglietto, acquistabile sul sito al costo di euro 120 euro più commissioni comprende la partecipazione a quattro masterclass condotte da formatori Ambasciatori dello Champagne e da Violaine de Caffarelli, enologa del Comité Champagne  oltre alla degustazione di 18 cuvée. La partecipazione è a numero chiuso (180 persone max).

IL PROGRAMMA
Ore 9.45 – 10.30 – “Lavorare sui vini di riserva” – conduce Chiara Giovoni, Ambasciatrice dello Champagne 2012
Ore 10.45 – 11.30 – “Lavorare sui millesimi” – conduce Claudia Nicoli, Ambasciatrice dello Champagne 2006
Ore 11.45 – 12.30 –  “Lavorare sui rosé” – conduce Violaine de Caffarelli, enologa del Comité Champagne
Ore 12.45 – 13.30 – “Lavorare sui dosaggi” – donduce Leonardo Taddei, Ambasciatore dello Champagne 2008

IL BUREAU DU CHAMPAGNE
Il Bureau du Champagne rappresenta in Italia il Comitè Champagne con sede a Epernay, in Francia. Tra gli obiettivi principali si pone la formazione sul metodo champenoise, attraverso gli Ambasciatori delle Champagne, rete di professionisti selezionati dal Comitè Champagne a partire dal 2005.

Il Comitè Champagne è un organismo creato dal legislatore francese nel 1941 per tutelare gli interessi comuni di vigneron e négociant produttori di Champagne.

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