Tenuta Cerulli Spinozzi è Miglior Cantina Sud Italia 2023 per la Guida Top 100 Migliori vini italiani di winemag.it. La cantina di Canzano (Teramo) interpreta le punte di eccellenza del Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg. Così come l’Abruzzo del Cerasuolo e dei bianchi Pecorino e Passerina dei Colli Aprutini.
Nel contesto di una regione “difficile”, costellata da produzioni di massa poco rappresentative del reale valore dell’Abruzzo del vino, Tenuta Cerulli Spinozzi costituisce un faro in termini di qualità e produzione di vini di grande carattere, specchio fedele delle splendide colline del teramano.
Al timone della Miglior Cantina Sud Italia 2023 per la Guida Top 100 Migliori vini italiani di winemag.it c’è Enrico Cerulli Irelli, presidente del Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane. Un ente che, grazie alle proprie scelte coraggiose e lungimiranti, sta tentando di alzare l’asticella della reputazione e del prezzo medio del vino abruzzese, in Italia come all’estero. Con buoni risultati.
Tra i vini che hanno consentito alla cantina di Canzano di aggiudicarsi il riconoscimento, spicca il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg 2017. Un vero e proprio pezzo di eleganza, che invita alla scoperta della denominazione.
LA STORIA DI TENUTA CERULLI SPINOZZI, MIGLIOR CANTINA SUD ITALIA 2023 WINEMAG.IT
L’azienda agricola Cerulli Spinozzi affonda le radici nella metà del Novecento. Nasce ufficialmente dalla fusione delle proprietà della famiglia feudale Spinozzi e dei mercanti Cerulli Irelli. L’attuale cantina è stata realizzata nel 2003 dai fratelli Vincenzo (padre di Enrico) e Francesco Cerulli Irelli.
Chiara l’impronta data da Enrico Cerulli Irelli (nella foto, sopra) all’azienda: «Valorizzare la tenuta storica con il reimpianto di vigneti orientati alla produzione di grande pregio e la manutenzione di alcune vigne di oltre trent’anni e dalle rese basse, ma qualitativamente ottimali» Insomma, «un’impostazione moderna ma in continuità con la tradizione».
Tenuta Cerulli Spinozzi lavora 35 ettari nel comune di Canzano e 18 in quello di Mosciano, con una produzione annua che si aggira attorno alle 100 mila bottiglie. Massiccio il lavoro sulle rese e sulla qualità compiuto negli ultimi 15 anni, grazie a un programma teso ad aumentare la densità d’impianto per ettaro, passando da mille a 4 mila piante. Accanto alla tradizionale forma di allevamento “a tendone”, ecco dunque i filari.
I terreni, di origine alluvionale, un tempo erano coperti dalle acque del fiume Vomano. La maturazione ottimale del Montepulciano, varietà tardiva, è favorita dall’esposizione a sud/sud-est. È il vitigno predominante tra i vigneti di Tenuta Cerulli Spinozzi, seguito da Trebbiano, Pecorino, Sangiovese e Chardonnay. La conduzione agronomica segue i dettami dell’agricoltura biologica.
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A quasi 20 anni dal riconoscimento della Docg, i produttori del Colline TeramaneMontepulciano d’Abruzzo tirano le somme all’Anteprima 2022. Una preview, quella andata in scena mercoledì 2 marzo a Teramo, utile a sondare lo stato dell’arte di una denominazione che vuole farsi largo nel campo minato del Montepulciano d’Abruzzo. Uno dei vini italiani più amati dal grande pubblico, italiano ed internazionale.
Gli appena 172 ettari della Docg teramana e la produzione annua che si aggira attorno alle 450 mila bottiglie sono la fotografia esaustiva di una “nicchia” che intende distinguersi nel panorama vinicolo abruzzese, soprattutto in termini di posizionamento prezzo e valorizzazione del parco vigneti.
Non a caso, la parola più utilizzata nel discorso introduttivo rivolto alla stampa dal presidente del Consorzio, Enrico Cerulli Irelli (nella foto, sotto) è stata «identità». Un tema che tiene unite le 39 cantine associate all’ente di Roseto degli Abruzzi, nato nel 2003 e diventato sin da subito – nonostante le risicate dimensioni, in termini di rappresentanza – la casa del dibattitto più costruttivo sul futuro del Montepulciano.
LO STATO DELL’ARTE DELLA DENOMINAZIONE, NEL CALICE
Ventuno i Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg in degustazione durante l’Anteprima 2022 (2020, 2019, 2018 e 2015), accanto a diciotto vini Riserva delle annate 2017, 2016, 2015, 2013 e 2011. Al netto dello stile dei singoli produttori, meglio i primi dei secondi.
La Riserva, come in molte altre denominazioni del vino italiano, sembra pagare lo scotto di un’interpretazione anacronistica del concetto stesso di “vino riserva”. Ecco dunque sovraestrazioni, grassezze e un utilizzo strabordante dei legni, a coprire primari e varietale. E a stordire, in definitiva, quel cavallo di razza che il Montepulciano d’Abruzzo sa essere, in svariate interpretazioni regionali.
La polvere sulle spalle di molti vini Riserva viene spazzata via dalla goduriosità e freschezza di diversi Colline Teramane Docg. I 21 vini “base” in degustazione, spaziando dalla fascia litorale adriatica a quella collinare-montana del Gran Sasso, mostrano tutta la variabilità e proattività di un territorio tutto sommato ristretto, che non rinuncia comunque a interpretazioni “sottozonali” del Montepulciano.
IN ARRIVO LA TIPOLOGIA SUPERIORE
Tra il Colline Teramane Docg “Giovane” (affinamento minimo di un anno e immissione in commercio dal 1° novembre dell’anno successivo alla vendemmia) e il Colline Teramane Docg “Riserva” (almeno 3 anni di invecchiamento, di cui almeno uno in legno) sarà presto introdotta una nuova tipologia.
Si tratta del “Superiore“, che si collocherà a metà della piramide qualitativa. Il tutto, nel contesto di un Abruzzo del vino che sta vivendo un momento di grande dinamicità.
Oltre alle elezioni ormai prossime in casa del Consorzio vini regionale (quasi scontata l’elezione di un rappresentante di Cantina Tollo, il nome più caldo è quello del presidente Tonino Verna) è da poco nata una delegazione Fivi locale, che raggruppa 20 vignaioli indipendenti abruzzesi e due molisani.
ANTEPRIMA COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOCG: LA DEGUSTAZIONE
Colline Teramane Docg 2020 Versosera, Velenosi (Ascoli Piceno)
Colore molto carico, visibilmente giovane. Gran bel frutto polposo. Bella energia, naso vibrante e vivo. Ossigenazione porta tinte agrumate e accentua la parte floreale. Molto bello questo naso, armonico e teso. Il palato conferma le impressioni: vino vivo, fresco, vibrante. Manca un po’ di peso specifico in centro bocca, ma ne giova la bevibilità. Chiude su agrumi e spezie, sempre in maniera armonica. 86/100
Colline Teramane Docg 2020, Tenuta Terraviva (Tortoreto)
Colore meno intenso del precedente, buona trasparenza e luminosità. Naso profondo ma delicato, floreale. Frutto croccante appena maturo. Tannino un po’ aggressivo, su una polpa che si fa desiderare. 82/100
Colline Teramane Docg 2020 Le Murate, Nicodemi (Notaresco)
Colore rosso rubino mediamente intenso. Bel naso pieno, giustamente grasso, polposo, maturità del frutto che sfiora la confettura, ma non la centra. Belle note floreali, rintocchi freschi mentolati e speziati. In bocca tutto su eleganza e tensione: agrume sulla frutta di bosco a polpa rosso, tannino che si integrerà, già molto elegante. 85/100
Colline Teramane Docg 2020, Emidio Pepe (Torano Nuovo)
Campione di vasca. Rosso profondo, unghia violacea. Delude la new entry di casa Pepe. Dopo un naso promettente, tutto su fiori e frutto, ecco un centro bocca un po’ vuoto. Manca, ancor più, l’allungo in chiusura. 82/100
Colline Teramane Docg 2020 Yang 2020 (Roseto degli Abruzzi)
Ecco uno di quei Montepulciano di stile, capaci di identificare mano e intenzioni del produttore, nonché la sua idea della varietà. Si parte da un colore scarico che si nota nella batteria, di bella luminosità. Pregevole anche il naso che abbina fiore, frutto e spezie, in maniera molto elegante, raffinata. Un Montepulciano di razza, eppure, che scalpita in termini di tipicità. Anche in bocca si conferma tale: giovanissimo, buona prospettiva media di affinamento. 87/100
Colline Teramane Docg 2019, Fantini (Roseto degli Abruzzi)
Colore carico, impenetrabile. Legno in grande evidenza al naso, copre un po’ il frutto. C’è però un’apprezzabile componente balsamica, di mentuccia. Si conferma profondo e balsamico anche al palato. Vino che piacerà certamente al mercato orientale e americano. 84/100
Colline Teramane Docg 2019 Fonte Raviliano, De Angelis Corvi (Controguerra)
Altra prova di vasca, ma questa convince, eccome. Colore carico. Bella mora di rovo in un naso che si apre piano. Spezia molto elegante, macchia mediterranea. Frutto che si conferma polposo al palato, su una trama tannica fitta e di prospettiva assoluta. Montepulciano di razza. Vino che sarà molto importante. 89/100
Colline Teramane Docg 2019 Colle Sale, Barone di Valforte (Silvi)
Campione di botte. Colore mediamente penetrabile. Bel frutto al naso, così come in ingresso di bocca. Ecco la mora di rovo, sulla ciliegia e il frutto di bosco iniziale. Bella componente di macchia mediterranea e spezia. Un Montepulciano confortante, nella sua assoluta piacevolezza e tipicità. 86/100
Colline Teramane Docg 2019 Versosera, Velenosi (Ascoli Piceno)
Colore molto carico. Tra i vini più pronti e stilisticamente “ricchi” dell’intera anteprima. Bella profondità di liquirizia sul frutto, tannino elegante, prospettiva. Vino che abbina il carattere del Montepulciano e strizza l’occhio, pur senza perdere tipicità, al mercato. Altissimo gradiente di gastronomicità. 87/100
Colline Teramane Docg 2019 Orsus, Fosso Corno (Torano Nuovo)
Colore scarico rispetto a molti altri in degustazione. Eppure, al palato, gran carattere e profondità. Tannino in fase di integrazione, pur elegante. Convince per la precisione del frutto, per quella ciliegia, quel lampone e quei fiori di rosa (oltre alla viola) che pare di avere (e vedere) nel calice. Che si tratti di un Montepulciano di razza, senza compromessi, lo chiarisce poi quel tratto vagamente ematico che caratterizza le belle espressioni pure del vitigno. Al palato, poi, finisce per tingersi anche di sapido. Complessità, prospettiva, eleganza, armonia. Stile da vendere. 88/100
Colline Teramane Docg 2019 Gruè, Cerulli Spinozzi (Canzano)
Colore mediamente carico. Bel naso ricco, materico, profondo, floreale e fruttato. In bocca tannino un po’ invadente, non sostenuto al meglio dalla polpa, pur presente. Vino da apprezzare oggi (meglio) o nel medio periodo. 85/100
Colline Teramane Docg 2019 Antares, San Lorenzo (Castilenti)
Primo naso sul legno, mou e vaniglia, balsamico, poi esce un bell’agrume rosso. Vino pronto, reso complesso e stratificato più dai terziari che dai primari. Buona interpretazione per alcuni mercati esteri e per gli amanti dei vini pieni, grassi. 85/100
Colline Teramane Docg 2019 MKP, Monti (Controguerra)
Pecca in termini di pulizia, al naso quanto al palato, esibendo note selvatiche comunque tipiche di alcune interpretazioni del Montepulciano. Vino che, comunque, ha razza e potenziale. 85/100
Colline Teramane Docg 2019 La Regia Specula, Contucci Ponno (Roseto degli Abruzzi)
Gran bel naso, ricco e ampio, largo e profondo, tra i più apprezzabili della giornata. Frutto pieno, spezia, liquirizia. Anche in bocca si conferma vino assolutamente interessante e di precisione millimetrica. La chiusura morbida regola a dovere i tannini poderosi, regalando potenzialità e piacevolezza generale. Interpretazione di stile del Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane. 87/100
Colline Teramane Docg 2018 Vizzaro, Barone Cornacchia (Torano Nuovo)
Prova di botte. Unghia violacea, sul rosso purpureo. Naso piuttosto stratificato, tra frutto, fiore e macchia mediterranea. Tocco balsamico. Buon uso dei legni, in termini di integrazione e “dosaggio”. Tannino che schiaccia un po’ la polpa. 85/100
Colline Teramane Docg 2018 Colle Sale, Barone di Valforte (Silvi)
Colore mediamente carico. Tanta spezia e macchia mediterranea (rosmarino, alloro) al naso. Eleganza da vendere, frutto preciso, succoso. Pregevole anche la bocca, altrettanto elegante e precisa. Spazia dalla ciliegia allo stecco di liquirizia, con ritorni della macchia già avvertita al naso. Freschezza equilibrata e quel tocco (pare) di residuo zuccherino che assicura bevibilità, senza stancare mai. Vino godurioso oggi e, al contempo, di buona prospettiva. 88/100
Colline Teramane Docg 2018 Cortalto, Cerulli Spinozzi (Canzano)
Colore mediamente intenso. Naso profondo, su spezia scura e macchia mediterranea. Ci rimette un po’ la componente fruttata, in disparte. Poi, si apre bene e tutto appare armonico, compreso l’utilizzo del legno. Bel palato elegante, che non rinuncia tuttavia a rivelare i lati più rustici e scalpitanti del Montepulciano d’Abruzzo. Bella chiusura, larga e asciutta, sul frutto e su ritorni di liquirizia. Bel vino stratificato e complesso, che potrà dare ancora soddisfazioni negli anni. 89/100
Colline Teramane Docg 2017 Re, Lepore (Controguerra)
Colore mediamente carico. Gran abbondanza di note terziarie al naso. Si fa apprezzare meglio al palato, rivelandosi un vino gastronomico, pieno, ricco. Un vino di chiaro taglio internazionale, che tuttavia tiene alta la bandiera della tipicità del Montepulciano d’Abruzzo della Colline Teramane. 87/100
Colline Teramane Docg 2016 Voluptas, Monti (Controguerra)
Media concentrazione nel colore. Timido all’inizio, esce con l’ossigenazione rivelando buona profondità ed eleganza. Convince la nota di liquirizia e quella mediterranea. Palato giocato sull’eleganza e su una beva di buona raffinatezza. Consumare oggi, o a medio termine. 86/100
Colline Teramane Docg 2015 Prima Madre, La Quercia (Morro D’Oro)
Colore granato e naso da vino maturo. Si connota per note di cuoio, l’ematico e la profondità dei terziari. La ciliegia diventa rabarbaro, il fiore è viola secca e potpourri. Bocca altrettanto matura, dai rintocchi mielati, ematici e di terra di bosco bagnata. La chiusura di sipario è sul tamarindo. Vino arrivato all’apice della sua evoluzione, pur senza sfigurare. SV
Colline Teramane Docg 2015 Santa Maria dell’Arco (Giulianova)
Colore vivo, anche nei riflessi dell’unghia. La bella profondità e ricchezza del colore si trasferisce al naso, prima, e al palato, poi. Ottima vitalità: tannino elegante, soffice, integrato, eppure di prospettiva. Tipicità da vendere per un Montepulciano di razza che scalpita d’eleganza e vita. Un’ottima prova, in termini di positivo affinamento. 91/100
ANTEPRIMA COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOCG RISERVA: LA DEGUSTAZIONE
Colline Teramane Docg Riserva 2017 Castellum Vetus, Centorame (Atri)
Rubino carico. Vino che ha bisogno di tempo per aprirsi nel calice e dare grandi soddisfazioni. Una Riserva sul frutto e sulla sapidità. Colpisce, in particolare, la precisione della concentrazione delle note fruttate, in dialogo contante con le durezze. Ne risulta un sorso teso, fresco, intrigante, di assoluta prospettiva. 91/100
Colline Teramane Docg Riserva 2017 Colletrà, Strappelli (Torano Nuovo)
Il colore assume tinte impenetrabili. Dopo un’iniziale chiusura e timidezza, si apre su note di viola, esibendo anche un bel frutto pieno, rosso. Vino ricco di materia e piacevolezza, nel gioco tra lampone, fragola e ciliegia e un tannino piuttosto elegante. 89/100
Colline Teramane Docg Riserva 2017 Orsus, Fosso Corno (Torano Nuovo)
Colore mediamente carico. Naso dominato dai terziari. In bocca salinità e frutto, ma sempre in un contesto di note da “legno” un po’ troppo prevaricanti. Etichetta che regala comunque una beva giocata sulla piacevolezza. 86/100
Colline Teramane Docg Riserva 2017, Contucci Ponno (Roseto degli Abruzzi)
Colore impenetrabile a preannunciare un naso tra terziari e note selvatiche che distraggono frutto e polpa. Un vero peccato, perché sotto scalpita un Montepulciano d’Abruzzo vero, sapido, teso, balsamico. 82/100
Colline Teramane Docg Riserva 2017 Terra Bruna, Podere Colle San Massimo (Giulianova)
Rubino carico. Vino giocato sull’eleganza. Tanto fiore, bel frutto preciso. Pregevole anche al palato: abbina rotondità polpose a un tannino scolpito e di prospettiva, pur soffice ed integrato. L’ossigenazione (consigliata) apre la finestra del calice alla macchia mediterranea e a note balsamiche piacevolissime. 90/100
Colline Teramane Docg Riserva 2016 Opi, Fantini (Roseto degli Abruzzi)
Tanta (troppa) vaniglia, tostatura, caramella mou, al posto di ricchezza, complessità e stratificazione. Vino assolutamente piacevole, ma troppo poco territoriale. 85/100
Colline Teramane Docg Riserva 2016 Elevito, De Angelis Corvi (Controguerra)
Colore pieno. Un tocco d’incontrollata ossidazione fa propendere per la richiesta di una seconda bottiglia. Cambia la musica, totalmente. Ecco uno dei migliori Montepulciano d’Abruzzo Riserva non dell’annata, ma dell’intera Anteprima 2022. Vino che si rivela molto fresco, sul frutto, profondo, balsamico e con un tocco di rabarbaro in chiusura che invita la beva. 92/100
Colline Teramane Docg Riserva 2016 Fonte Cupa, Montori (Controguerra)
Vino che ha tutto ciò che ci si può (e ci si deve) aspettare da un Montepulciano d’Abruzzo Riserva di 6 anni. Da bere oggi, può dare soddisfazioni anche a tavola con abbinamenti importanti. 87/100
Colline Teramane Docg Riserva 2016 Luigi Lepore, Lepore (Controguerra)
Naso pieno, stratificato, fumo di pipa, macchia mediterranea. Tocchi freschi di rabarbaro e liquirizia, sul frutto rosso. Bel palato pieno, ricco, complesso, altrettanto stratificato. Abbina meglio di molti altri campioni piacevolezza e tipicità. 87/100
Colline Teramane Docg Riserva 2016, Mazzarosa (Roseto degli Abruzzi)
Naso selvatico e fruttato. Palato sulla medesima scia. Piacevolezza di beva conferita da un frutto pieno. Vino lineare, sintetico. 85/100
Colline Teramane Docg Riserva 2016 Polifemo, Tenuta Terraviva (Tortoreto)
Colore poco carico rispetto ad altri campioni. Dopo una prima bottiglia che mostra segnali di rifermentazioni leggerissimi, restano i dubbi sulla pulizia di naso e olfatto. SV
Colline Teramane Docg Riserva 2016 Neromoro, Nicodemi (Notaresco) Fiore, frutto, tanto legno. Si perde un po’ la varietà. 84/100
Colline Teramane Docg Riserva 2016 Escol, San Lorenzo (Castilenti)
Il frutto (preciso, pur concentrato) scalpita per farsi largo tra i terziari, sia al naso sia al palato. Ne risulta un nettare potente, largo, che pecca però in termini di stratificazione. Bevibilità però premiata. 85/100
Colline Teramane Docg Riserva 2015 Torre Migliori, Cerulli Spinozzi (Canzano)
Tra i campioni più intriganti di tutta l’Anteprima 2022, per “età” e per il taglio stilistico che ricorda – se gli si concede la giusta “aria” nel calice – quella di alcuni grandi Cabernet Franc di statura internazionale, della Loira o dell’Ungheria meridionale (Villány). A note verdi dosate e a un curioso ricordo di curry, abbina frutto polposo e tannino integrato, ma di prospettiva. Vino da tenere in cantina o da godere oggi, col gusto abbinamento. 91/100
Colline Teramane Docg Riserva 2015 Pignotto, Monti (Controguerra)
Altro vino che, con l’annata 2015, sfodera tinte verdi intriganti. In bocca si perde nel piacevolezza e larghezza del sorso. 84/100
Colline Teramane Docg Riserva 2015, Abbazia di Propezzano (Morro d’Oro)
Naso maturo, come il colore granato. Tocco leggero di selvatico. Vino pieno, piuttosto complesso, gastronomico. Bere oggi. 85/100
Colline Teramane Docg Riserva 2013 Mastrobono, La Quercia (Morro d’Oro)
Colore ancora giovane. Naso e bocca sul frutto, senza l’attesa stratificazione e con un utilizzo del legno piuttosto ingombrante. Piacevole, nel complesso. 85/100
Colline Teramane Docg Riserva 2011 Senior, Monti (Controguerra)
Bel colore rubino. Naso che tende al verde e regala polpa e frutto con l’ossigenazione. Al palato un tannino molto presente, ben controbilanciato da alcol e frutto, in grado di reggerne il colpo. Vino giunto all’apice della fase evolutiva. 85/100
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
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