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degustati da noi vini#02

Vino rosso fortificato “Merlino 16/02”, Pojer e Sandri

Merlino 16/02 è un vino rosso fortificato, nato dall’esperienza enologica di Pojer e Sandri. Viene prodotto sulla collina di Faedo (TN) da uve Lagrein parzialmente fermentate e successivamente addizionate di brandy, a sua volta ottenuto da Mario Pojer e Fiorentino Sandri da due varietà di uva locali del Trentino: la Schiava e il Lagarino. È il primo vino di questa tipologia prodotto in Italia, nel solco dei noti “vini fortificati”, come il Porto.

LA DEGUSTAZIONE
Merlino 16/02 si presenta al calice con un intenso color violaceo impenetrabile, che suggerisce una grande struttura. Il profilo aromatico è fedele alle caratteristiche del vitigno Lagrein, giocando su note di ciliegia sotto spirito, ribes e frutti di bosco, per poi proseguire su aromi vanigliati e di cioccolato.

L’ingresso in bocca è caldo, avvolgente, morbido, di grande struttura e con un’ottima corrispondenza. La componente alcolica è presente (19%), ma ben integrata e mai disturbante. Il finale è lunghissimo.

Pur avendo un residuo zuccherino abbastanza elevato (100-120 gr/l), il sorso di Merlino 16/02 non risulta stucchevole. Invoglia, anzi, al successivo e diverte nell’abbinamento. È un vino ideale come accompagnamento a dolci a base di cioccolato, ma anche “da meditazione”, in compagnia di un buon libro.

LA VINIFICAZIONE
Uve 100% Lagrein coltivate a pergoletta trentina aperta, con 6500 viti per ettaro. Una volta raccolte, vengono diraspate e lasciate in macerazione prefermentativa a freddo, con l’obiettivo di aumentare l’estrazione aromatica.

La fermentazione viene svolta parzialmente (4-5 gradi alcol svolti) e interrotta con l’aggiunta del brandy firmato da Pojer e Sandri. La gradazione alcolica è portata a quasi 20 gradi. Avviene dunque l’inattivazione di lieviti e batteri e gli zuccheri residui risultano così infermentiscibili.

L’affinamento del vino fortificato “Merlino 16/02” viene condotto negli stessi fusti utilizzati per il brandy. L’imbottigliamento in bordolese antica viene eseguito dopo 8-10 mesi, ad illimpidimento raggiunto.

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Food Lifestyle & Travel

Knam lancia la Cake’s Anatomy Challenge per riempire di dolcezza gli ospedali italiani

Ernst Knam ha lanciato attraverso i suoi social la Cake’s Anatomy Challenge: una sfida ai pasticceri di tutta Italia, a cui ha dato vita insieme alla moglie Alessandra “Frau Knam”, con l’obiettivo di “riempire di dolcezza” tutti gli ospedali italiani, oggi nel pieno dell’emergenza Covid-19.

Superato il momento critico, lo chef regalerà a tutti gli ospedali di Milano una sua creazione formato maxi: una grande crostata al cioccolatoFrau Knam Señorita 72“, il cioccolato di altissima qualità che lui stesso ha selezionato e importato dal Perù.

Nel post, Knam invita a partecipare alla challenge i pasticceri di tutta Italia, chiedendo loro che dolce pensano di portare negli ospedali della loro città. Conclude il post taggando Iginio Massari, Ampi (Accademia Maestri Pasticceri Italiani), Luigi Biasetto, Sal De Riso, Roberto Rinaldini, Leonardo Di Carlo.

E ancora Pasticceria Martesana, Gino Fabbri Pasticcere – La Caramella, Fabrizio Galla – Master Pastry Chef & Chocolatier, Luca Montersino, Gianluca Fusto, Davide Comaschi e Emmanuele Forcone. La domanda, per tutti, è: “Chi di voi è con me?”.

“Di solito – si legge nel post di Ernst Knam – quando in rete qualcosa ha successo e viene seguito da tante persone, si dice che è diventato ‘virale’. Basta con questa parola. Stiamo imparando tutti che nella vita, quella vera, conta chi combatte ciò che è virale, ogni giorno, per ciascuno di noi”.

Tutti i giorni accendo la tv apro la finestra, parlo con persone e mi rendo conto di quanto siamo fortunati ad avere medici infermieri, operatori sanitari, paramedici e tutte le persone che in prima linea rischiano la propria vita per aiutarci a vincere questa guerra contro un nemico invisibile. Io faccio dolci, regalo sorrisi”.

“Loro…loro fanno molto di più, salvano vite. Allora, ho pensato…perché non promettiamo a tutti loro che, appena la situazione ce lo permetterà, che passerà anche, tanto, per merito loro, noi pasticceri proveremo a regalargli qualche sorriso?”, conclude Knam.

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Food Lifestyle & Travel news

Sciocolà 2019, 25 quintali di cioccolato per la Ferrari F2004 di Michael Schumacher

MODENA – Era stata annunciata tra le attrazioni clou di Sciocolà 2019 ed è stata svelata oggi. Si tratta della Ferrari monoposto realizzata in cioccolato. Non una vettura qualsiasi, ma la F2004, l’auto con la quale Michael Schumacher conseguì il maggior numero di vittorie. A realizzare la scultura, per cui sono stati utilizzati 25 quintali di cioccolato, è stato Mirco Della Vecchia con la preziosa collaborazione dell’artista aretino Alessandro Marrone.

Il maestro cioccolatiere, presidente di Cna Alimentare, volto televisivo di Detto e Fatto e La Prova del Cuoco e detentore del maggior numero di guinness, è una vecchia conoscenza del pubblico di Sciocolà. Fu sempre lui, l’anno scorso, a realizzare il Monte Rushmore di cioccolato con i volti di Vasco Rossi, Enzo Ferrari, Luciano Pavarotti e Massimo Bottura.

A Sciocolà 2019 l’omaggio a Michael Schumacher, uno dei piloti più vincenti e più amati di tutto il circuito della Formula 1, oltre che dai tifosi della Ferrari. Una scelta che cade nell’anno in cui il campione tedesco compie 50 anni.

“Siamo orgogliosi di aver creato questa scultura della monoposto F2004 in grandezza reale – spiega il maestro cioccolatiere Mirco Della Vecchia – in onore di Michael Schumacher nel suo 50° compleanno ma soprattutto della Ferrari. Una maxi scultura realizzata con oltre 2,5 tonnellate di cioccolato fondente”.

“Un omaggio al passato e speriamo che sia un auspicio per il futuro di questa grande squadra che è Ferrari riconosciuta a livello internazionale come il brand più importante al mondo”, conclude Della Vecchia.

“Una vera e propria opera d’arte – spiega Stefano Pelliciardi, Ceo di Sgp Events, che organizza Sciocolà – realizzata in onore del grande pilota, nella speranza che il museo Ferrari la possa accogliere”.

E l’omaggio a Michael Schumacher prosegue nella giornata di oggi, a Modena Sciocolà 2019. La giornata sarà un’occasione per ricordare le vittorie e il ricco palmares del pilota tedesco. Il giornalista Leo Turrini racconterà infatti ai presenti aneddoti ed episodi poco conosciuti della vita del grande campione.

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Rivincita del gianduja: la nocciola Relanghe sposa il cioccolato di Gabriele Maiolani


Chiamatela sfortuna, ma solo per tagliare corto. Fatto sta che il primo cioccolatino incartato al mondo, il gianduiotto, ha una storia amara. Parla torinese dal 1806, ma non ha una Dop. Nessuno, tra i big del dolciario piemontese, s’è mai sognato di valorizzare a dovere il cioccolato gianduja. Relanghe lancia così la rivincita. Mettendo a disposizione del maître chocolatier Gabriele Maiolani la propria Nocciola Tonda Trilobata Igp.

“Artigianalità” e “manualità” le parole d’ordine del progetto presentato ieri dalla famiglia Ceretto, tra lo stabilimento di Relanghe, a Castellinaldo d’Alba, e la “Casa dell’artista” di Alba (CN), il loft realizzato recuperando un antico casolare per ospitare “geni” di caratura internazionale, tra i vigneti della Tenuta Monsordo Bernardina.

Tutto inizia con vero e proprio colpo di karma. Il primo ed unico, nella storia sfortunata del gianduiotto. Nel 1993, assieme ad alcuni vigneti, Bruno e Marcello Ceretto acquisiscono 10 ettari di noccioleti.

Nasce così Relanghe, ormai affermato “laboratorio” artigianale per la lavorazione della pregiata “Nocciola Piemonte”. Il tutto nell’ex stabilimento del “Blangé“, nota etichetta di vino bianco da uve Arneis targato “Ceretto”.

Alla produzione di torrone, la bottega dolciaria Relanghe – nome scelto in tributo a una collina – affianca presto quella dell’olio di nocciola, in quantità risicatissime (tra i 200 e i 300 litri l’anno) in parte destinate al “Piazza Duomo” di Enrico Crippa.

L’approdo nel mondo del cioccolato sembra quasi scontato. “Abbiamo applicato la nostra esperienza di vignaioli alla lavorazione delle nocciole – spiega Roberta Ceretto, figlia di Bruno – infatti tutte le nocciole Igp che lavoriamo a Relanghe arrivano dagli 80 ettari di proprietà della famiglia e da altri conferitori tra Langhe e Roero”.

Tutte cresciute in Piemonte, tutte della varietà Tonda Gentile, tutte certificate bio. “La gianduja è realizzata con l’intenzione di avere un prodotto composto al 100% da nocciole Igp, sapientemente lavorate e calibrate per sprigionare un sapore inimitabile, una volta combinate con il cacao”, spiega ancora Roberta Ceretto.

Volevamo creare un gianduiotto straordinario risultato del matrimonio tra il miglior cioccolato e la migliore nocciola. Per questo ci siamo rivolti a un professionista assoluto come il maître chocolatier torinese Gabriele Maiolani, noto per le sue creazioni da bottega Odilla Chocolat, a Torino”.

ORO E BLU: “CON” E “SENZA LATTE”
È così che i frutti di Relanghe, raccolti tra Alba, Albaretto Torre, Sinio e Somano, si combinano con il cioccolato mono origine (Ecuador) di Maiolani. Un gianduiotto “da disciplinare originale“, prodotto proprio nel laboratorio privato del maître chocolatier torinese. Originale persino nella forma, ottenuta a mano e non grazie a degli stampi.

“Abbiamo recuperato e modificato un macchinario originale del 1919 – spiega il maître chocolatier Maiolani – installandoci un motore, una cinghia e un volano. Anche per questo la grammatura del nostro gianduiotto è particolare: 7 grammi, al posto dei 10 di quelli industriali, poi ridotti a 5, già da 20 anni”.

Il gianduja Relanghe, inoltre, è l’unico sul mercato ad avere la nocciola come primo ingrediente in etichetta, al posto dello zucchero. Due anni di lavoro per trovare la giusta “quadra”, in due versioni.

L’incarto oro-rosa indica il gianduiotto dal gusto più “comune”. Quello blu, omaggio a Torino, è il vero tributo alla tradizione: “senza latte”, esalta texture e intensità del cacao mono origine. Presto in commercio, annuncia la famiglia Ceretto, nelle migliori enoteche e drogherie nazionali.

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Modena Sciocola’ 2019: torna il Festival del cioccolato, dal 31 ottobre al 3 novembre


MODENA –
Dopo il grande successo della prima edizione, torna a Modena, dal 31 ottobre al 3 novembre, Sciocola’, il Festival del cioccolato. Tante le iniziative che animeranno il centro storico di Modena che per la seconda edizione ha scelto il tema dello sport.

Tra gli eventi più importanti la realizzazione in scala 1:1 della Ferrari (20 quintali di cioccolato) in omaggio a Michael Schumacher nel suo cinquantesimo compleanno ad opera del cioccolatiere Mirco Della Vecchia e del suo team di maestri cioccolatieri.

Verrà inoltre realizzato un Louvre del Cioccolato dove sarà possibile ammirare delle sculture realizzate interamente in cioccolato dal cioccolatiere Stefano Comelli. Il Premio Sciocolà d’oro, il riconoscimento conferito in ogni edizione ad una personalità che si è particolarmente distinta nel proprio campo, sarà assegnato al pallavolista Ivan Zaytsev, conosciuto come “lo Zar”.

Verrà inoltre realizzato un casco in onore di Marco Simoncelli e donato alla fondazione che porta il suo nome.  Lungo è, poi, l’elenco delle degustazioni, dei laboratori, degli show cooking e degli incontri che anche quest’anno verranno realizzati durante ‘Sciocola’ che non è solo ghiottoneria, ma anche cultura e spettacolo nella celebrazione dell’intreccio fra cucina, arte e intrattenimento.

Cinquanta maestri cioccolatieri e pasticceri da tutta Italia faranno apprezzare e conoscere il cioccolato in tutte le sue dolcissime declinazioni, più di 100 stand espositivi: sono i numeri che fanno di Sciocola’ una delle manifestazioni più importanti d’Italia in questo settore. Grande novità di quest’anno sarà l’apertura serale fino alle 23.00, dal giovedì al sabato e domenica fino alle 20.00.

Gli artigiani cioccolatieri e pasticceri, proporranno una ricca varietà di prodotti, dai più tradizionali a quelli più ricercati ed innovativi. Dai classici cremini ai tartufi alla nocciola tonda gentile delle Langhe, ai macarons al croccante.

E non mancheranno anche proposte decisamente curiose, come le praline al parmigiano reggiano o li marrons ricoperti. Ci saranno delizie inaspettate come i dolci in vaso cottura a base di cioccolato ma anche largo spazio ai classici con i dragèes al liquore, i cuneesi al rhum, i liquori al cioccolato e la torta al Sangiovese.

Per gli amanti dell’healty non mancherà il cioccolato bio e senza zuccheri, senza dimenticarsi il cioccolato artigianale senza glutine. I prodotti del territorio saranno i colori della tavolozza con i quali Il Maestro Cioccolatiere Marisa Tognarelli realizzerà e presenterà l’esclusivo cioccolatino creato per Sciocola’ 2019 e delizierà il palato dei presenti con degustazioni basate su esclusivi connubi enogastronomici tra prodotti modenesi ed il cioccolato.

A cura di CNA Modena, in collaborazione con il Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Dop, il concorso della Miglior Pralina, a base di una delle eccellenze indiscusse del nostro territorio: l’aceto balsamico di Modena Dop.

Stimolante e sorprendente sarà anche il viaggio nel gusto che potrete fare con il “CioccoYoga”. Grazie al maestro cioccolatiere Franco Pasquale, testerete la capacità delle vostre papille con pregiati tipologie di cioccolato…ad occhi chiusi.

I più curiosi potranno entrare in una vera e propria “Fabbrica di cioccolato BeanToCiok” artigiano del cioccolato torinese che con l’ausilio degli specifici macchinari, vi accompagnerà nel processo artigianale di creazione del nettare degli dei, dalla selezione delle fave di cacao, alla realizzazione a mano delle tavolette di cioccolato.

Infine Gigi e Clara Padovani condurranno in un viaggio nel mondo del cioccolato con una presentazione del loro libro “La ricetta della felicita’” tra aneddoti, personaggi, curiosità, regole di degustazione e citazioni letterarie. Diversi saranno gli appuntamenti educativi e ludici anche per i più piccoli in diversi momenti della manifestazione.

La scuola di inglese per bambini Pingu’s English Modena, organizzerà divertenti momenti di animazione sul tema del cioccolato. Il maestro cioccolatiere Marcantognini unirà arte e cioccolato in esclusivi momenti di gioco e disegno ed infine, per tutte le giornate di venerdì, sabato e domenica, saranno presenti gli esclusivi WoodGames, particolari giochi artigianali in legno per addestrare astuzia ed ingegno.

Il tutto sotto lo sguardo goloso di Sciocolino, simpatica mascotte dell’evento. Per le vie del centro storico ci si potrà poi emozionare con il romantico Carillon Vivente, ballare con i coinvolgenti Tamarros, stupire con il Pianista Teotronico: questi alcuni degli spettacolari appuntamenti itineranti che animeranno il Festival.

Non mancheranno serate danzanti con alcune delle più rinomate scuole di ballo modenesi che coinvolgeranno i partecipanti e li stupiranno con spettacolari esibizioni: dal boogie ai latini, dall’hip-hop ai caraibici.

La manifestazione è stata presentata questa mattina in conferenza stampa presso la Sala di Rappresentanza del Comune di Modena, alla quale hanno preso parte il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, l’assessore Città Smart, Politiche economiche, Turismo e promozione della città, Servizi demografici Ludovica Carla Ferrari.

E ancora il  presidente CNA Modena Claudio Medici, il direttore territoriale dell’Emilia Centro di BPER Banca Gianluca Trabucco, il presidente Rete Qualicasa Alessandro Amati, il rappresentante ACAI Marisa Tognarelli, il  Ceo SGP Events Stefano Pelliciardi.

La manifestazione ad ingresso libero è promossa da CNA Modena, organizzata da SGP Events in partnership con Acai, patrocinata dal Comune di Modena e dalla Regione Emilia Romagna, con il Contributo della Camera di Commercio di Modena, main sponsor Bper Banca, QualiCasa e Sinergas e sponsor tecnico Callebaut.

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Gelato (macarons) e Champagne? A Milano Cerdini & Quenardel

MILANO – Gelato, macarons “salati”, cioccolatini e Champagne. A Milano si può, da Cerdini & Quenardel. Il nuovo concept store è stato inaugurato giovedì sera in via Cusani 10, a due passi dal Castello Sforzesco in zona Cairoli. Un format che conferma il ruolo di capitale del gusto del capoluogo lombardo, dopo la spinta all’internazionalizzazione e all’innovazione nel food favorita da Expo 2015.

Il piccolo negozio, ricavato su due piani perpendicolari alla strada, è risultato dell’incontro di due famiglie golose. Un appuntamento neppure troppo casuale, degno della Divina Commedia, nato a metà della strada del “peccato”.

La famiglia Cerdini, originaria della Toscana e fuggita in Francia a cavallo delle due Guerre Mondiali, tramanda da quattro generazioni il proprio savoir-faire nell’arte del gelato, della pasticceria e della cioccolateria. Un marchio ormai riconosciuto anche Oltralpe, che oggi punta a un ritorno alle origini italiane.

I Quenardel sono invece produttori di Champagne dal 1906. La maison ha base a Ludes, Premier Cru della Grande Montagne de Reims e opera in regime “sostenibile”. Venti ettari di vecchie vigne, di cui 18 in produzione. Meno di duecentomila bottiglie l’anno, distribuite principalmente in Inghilterra, Belgio e Germania, ma anche in diversi ristoranti stellati italiani.

L’anello di congiunzione tra i due modelli di business è Matteo Corbetta, esperto di gestione alberghiera, ristorazione e bar. Nove mesi di gestazione e di studio del mercato italiano, prima del taglio del nastro avvenuto in settimana a Milano. Una destinazione multietnica e multiculturale, che ha convinto più delle altre papabili Capri, Courmayeur e Cortina, ritenute meno “pronte” per una tale provocazione.

L’ABBINAMENTO E IL FORMAT
“L’idea – spiega Alexandre Quenardel – è frutto della pluridecennale amicizia delle nostre famiglie. I Cerdini erano abituati a produrre e consumare a livello domestico gelati e sorbetti a base di Champagne e macarons salati, con farciture di pomodoro, di olive o di foie gras per citarne solo alcuni, da abbinare alle nostre etichette Quenardel. Col tempo ci siamo accordi che poteva funzionare e che avremmo potuto proporre questo modello anche al pubblico”.

L’abbinamento gelato e Champagne può sembrare azzardato. A renderlo sempre meno difficoltoso sarà l’utilizzo di percentuali sempre maggiori di Champagne, che oggi si assestano sul 25-30%. “I gelati – anticipa Alexandre Quenardel – dovranno rispecchiare sempre di più la tipologia di Champagne utilizzato: Brut, Blanc del Blancs e Rosé”. I gelati allo Champagne in realtà saranno 8, su una gamma di 20.

“La sfida nella sfida – precisa Quenardel – sarà quella di riuscire a ottenere un gelato che sappia di Champagne, oltre che di frutta, dall’ingresso in bocca sino al retrolfattivo”. Più facile, sin da oggi, l’abbinamento con i macarons salati, ottenuti tramite una sapiente aggiunta di sale nell’impasto della meringa. Non resta che assaggiare.

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Signorvino e Domori: i segreti dell’abbinamento cioccolato vino

Chiedigli con cosa l’abbina. C’è un momento preciso in cui il “goloso” si trasforma in gourmand: quando nella testa gli balena il pensiero d’abbinare a quella tavoletta di cioccolato un buon vino. Questione di gusto. Ma anche di sensibilità. E di tecnica.

Occasione imperdibile per tutti i buongustai la degustazione organizzata mercoledì 10 aprile presso Il Centro di Arese (MI) da Signorvino e Domori. Cinque varietà del miglior produttore di cioccolato al mondo, abbinate a tre primizie dell’enologia italiana.

Apurimac (dark chocolate 70%), Sur del Lago (fine cacao 70%), Morogoro (fine cacao 70%) e Criollo (80 e 90%), a fare da contraltare al Barolo Chinato di G.D. Vajra, al Marsala Superiore Riserva 10 anni “Oro” di Marco De Bartoli e al Brandy italiano di Villa Zarri. Che si cercasse concordanza o contrapposizione, poco importa. Il risultato della degustazione condotta per Domori da Giulia Agnolin (marketing) e Beatrice Gaboardi (store manager Arese) e per Signorvino dal wine specialist Matteo Sala e dallo store manager Alessandro Mazzoleni, è stata pura emozione.

LA DEGUSTAZIONE
Si parte con Sur del Lago, cacao 70% proveniente dalla patria del cioccolato Domori, il Venezuela. Un fondente con richiami di mandorla, caffè e un sottofondo nemmeno troppo soffuso di tabacco. Con il Barolo Chinato di G.D. Vajra l’abbinamento funziona, eccome. Tutto si gioca sulle morbidezze. Con il chinato che prova a fare il furbo, sfoderando nel retro olfattivo una spezia piccante che non intacca la piacevolezza dell’abbinamento.

Tocca poi ad Apurimac, dark chocolate 70% originario del Perù. Un cacao Trinitario dall’acidità più spiccata rispetto a quella di Sur del Lago. I richiami di note floreali fresche, spuma di latte e toffee sono una sorpresa. L’abbinamento con il Barolo Chinato Vajra è solo apparentemente in contrasto: la grande freschezza che contraddistingue tutta la produzione della cantina di Via della Viole fa il pari con l’acidità del cioccolato, rinvigorendone con le erbe addizionate al nobile vino Docg piemontese la struttura fresca. Chapeau.


Tocca ora a Morogoro, altro 70% cacao fine proveniente però dalla Tanzania. L’abbinamento con il Marsala Superiore Riserva 10 anni “Oro” di Marco De Bartoli esalta la tostatura del cioccolato e i suoi richiami al legno. Una persistenza aromatica intensa infinita, frutto dell’incontro tra la nocciola tostata che contraddistingue Morogoro Domori e il contributo dei 10 anni di affinamento in fusti di rovere e castagno del Marsala De Bartoli.

Il secondo cioccolato abbinato all’affascinante semi-secco siciliano è il Criollo 80% (Venezuela). La percezione zuccherina è inferiore rispetto a Morogoro. Più evidente la pastosità al palato. Un test più arduo, dunque, per il Marsala. L’abbinamento, in questo caso, si gioca tutto sul filo dell’alcolicità. Il poderoso ma elegante Criollo riesce così a svelare la vena “secca” della base Grillo del Marsala De Bartoli. E’ un trionfo per le papille gustative.


Si passa dunque al Brandy italiano di Villa Zarri, ottenuto dalla casa emiliana su una base di uve Trebbiano. Giulia Agnolin pesca dal mazzo un Criollo 90%, che trae inganno per il colore chiaro, che ricorda tutto tranne un fondente “così fondente”. Un cacao delicato e prezioso, che lascia la bocca pulita. Rotondo. Il Brandy sfoderato dal wine specialist Matteo Sala gioca sullo spunto tannico del cioccolato, che non manca. E, al contempo, ne esalta l’aromaticità.

Tutto bellissimo. Eppure mai quanto la chicca finale. Domori, infatti, ha nel suo paniere anche le fave di cioccolato. Un abbinamento emozionale quello con il Brandy italiano Villa Zarri, che gioca tutto sulla vena vegetale della fava e del Trebbiano. Un modo perfetto per concludere una degustazione da favola.

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Wine Expogusto 2016: l’agroalimentare in passerella ad Arezzo

Dopo il fortunato esordio al Palazzo dei Congressi di Lugano, Wine Expogusto sceglie una location italiana per la seconda edizione del salone del vino e delle eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche, in programma dal 30 settembre al 2 ottobre 2016 negli spazi di Arezzo Fiere, il polo fieristico e congressuale più importante dell’Italia centrale. Professionisti e appassionati sono invitati a prendere parte a una 3 giorni ideata per svelare il meglio della produzione vinicola e agroalimentare di qualità grazie alla partecipazione di aziende selezionate fra le più interessanti realtà di eccellenza, provenienti dall’Italia e dal mondo.Protagonisti a Wine Expogusto produttori di vino e di birre artigianali, caffè ed infusi, dolci e cioccolato, formaggi, legumi e cereali, miele, mostarde e marmellate, olio extravergine di oliva, aceti, pane e prodotti da forno, pasta e riso, prodotti dell’orto e del frutteto, prodotti ittici, sale e spezie, cane, salumi e molto altro ancora. Wine Expogusto rappresenta un itinerario che offre la possibilità di scoprire e acquistare prelibatezze che costituiscono un patrimonio di tipicità apprezzato dai professionisti della ristorazione così come dal consumatore finale, sempre più attento e attratto dalla qualità e dai prodotti riconosciuti come autentica espressione di un territorio. Wine Expogusto interpreta in chiave non solo espositiva ma sempre più esperienziale, un fenomeno come l’enogastronomia che costituisce la prima motivazione di viaggio per il 49% dei turisti di tutto il mondo  che da un “turismo dei luoghi” guardano sempre di più ad un “turismo di esperienze”. E’ il dato che emerge dalla recente indagine Food Travel Monitor che ha sondato l’opinione di un campione di circa 3000 viaggiatori in 11 Paesi nel mondo. La metà di coloro che viaggiano per piacere sono “food travellers” propensi a condividere esperienze e a consigliare destinazioni. Il 71% dei viaggiatori “del gusto” acquista prodotti enogastronomici e, per l’82% di loro, quelli legati al wine & food sono i ricordi del viaggio più importanti e significativi da regalarsi e regalare. Sulla scorta di una tendenza nota ma di stringente attualità, considerati i dati della recente indagine, Wine Expogusto ben si configura come vetrina ideale per soddisfare un’esigenza di scoperta e al contempo di esperienza, approfondimento e relazione guardando con particolare attenzione ai buyers italiani e stranieri attesi ad Arezzo Fiere.

Wine Expogusto è una iniziativa organizzata per coniugare il B2B e il B2C che offre alle aziende un palcoscenico privilegiato dove presentare e valorizzare la propria offerta che valica il limite della vetrina espositiva costituendo un utile momento di confronto e occasione di network in una località strategica, a poco più di un’ora d’auto da Firenze e a poco più di due da Roma. La regia dell’evento prevede, infatti, ampio spazio alle attività destinate al coinvolgimento dei professionisti della ristorazione e degli appassionati grazie a un articolato palinsesto di appuntamenti distribuiti nei 3 giorni tra cui laboratori, degustazioni, cooking show e master class ideati per creare momenti di incontro e confronto fra il produttore e l’utente finale. Una straordinaria occasione per dare protagonismo ai prodotti di eccellenza e agli artigiani, custodi della qualità e della diversità. Wine Expogusto è un’iniziativa a cura di Iron 3, realtà che vanta una decennale esperienza nell’internazionalizzazione delle imprese vitivinicole e Food & Beverage attraverso l’organizzazione di incontri B2B con importatori esteri e Arezzo Fiere e Congressi una delle più importanti realtà italiane del settore fieristico che con questo ulteriore evento va ancor più a rimarcare il suo impegno nella promozione, valorizzazione e sviluppo dell’economia dell’Area vasta sud-est Toscana, nelle sue diverse componenti, produttive, commerciali, culturali e di servizio in genere, inclusa quella convegnistica e congressuale.

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