Mai sentito parlare di Metodo Cavazzani Lungo per lo spumante italiano? Lo produce Astoria, nota casa spumantistica veneta. La presa di spuma di “Kálibro“, secondo la tecnica messa a punto dall’enologo trentino Nereo Cavazzani – oggi fatta propria da Roberto Sandrin – avviene in autoclave, a bassa temperatura (14-16° C) per circa 45-50 giorni.
Il vino viene quindi conservato sulle proprie fecce a 6-8°, per 12 mesi. Il successivo imbottigliamento e l’ulteriore sosta in bottiglia, per un altro anno, forgiano il carattere di questa “bollicina” non convenzionale, ottenuta da uve Chardonnay (80%) e Pinot Nero (20%) della Tenuta Val de Brun di Astoria. Siamo a Refrontolo, nel cuore delle colline Unesco di Conegliano Valdobbiadene, note per la produzione del Prosecco Superiore.
Il Metodo Cavazzani Lungo può essere dunque definito come il punto di congiunzione tra lo Champenoise (Metodo Classico) e il Martinotti: qualcosa più noto col nome “Charmat lungo“, tra gli esperti e i winelover.
Il desiderio del compianto enologo trentino, amico di Giulio Ferrari, era infatti quello di mixare l’expertise dei francesi della Champagne con gli ottimi risultati dei tedeschi nei lunghi affinamenti in autoclave, capaci di nobilitare una materia prima non certo eccezionale per ottenere gli spumanti “Sekt“.
La vinificazione col “Cavazzani Lungo” – ormai al “Decimo Anno” consecutivo, come recita l’etichetta celebrativa – regala caratteristiche particolari a Kálibro di Astoria. Degustato alla cieca in una batteria di Metodo classico trentini, finisce per ingannare l’occhio e il palato per la finezza del perlage e la cremosità del sorso.
È solo l’assaggio a chiarire che la provenienza delle uve non è trentina, ma veneta. Meno minerale rispetto agli Champenoise “di montagna”, l’etichetta di Astoria colora il calice di un giallo dai riflessi dorati.
Naso e sorso di assoluta eleganza e finezza: oltre alla frutta a polpa bianca e gialla piuttosto matura, si distinguono ricordi di frutta secca. Ingresso di bocca sulla scorta del naso, dominato dalla frutta.
L’ottima freschezza compensa un perlage di seta e una chiusura mielosa, vanigliata, di misura perfetta, per nulla stancante (residuo zuccherino attorno ai 9 g/l). Il sorso, in definitiva, risulta agile e asciutto. Perfetto l’abbinamento di Kálibro di Astoria con antipasti a base di salumi, pesce e carne bianca, a una temperatura di servizio di 6-8 gradi.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.