Champagne a fiumi? Macché. Meglio lo Champagne en liberté. Specie se si tratta di un tributo a un amore incondizionato: quello del distributore Alberto Massucco per le “bollicine” più famose e apprezzate nel mondo.
Un momento di condivisione voluto dall’imprenditore sabaudo, unico italiano a possedere una vigna in Champagne, che lunedì 5 luglio ha chiamato a raccolta clienti e stampa specializzata a Villa Sassi, una delle maestose ville storiche di Torino.
Il ritorno alla libertà, anzi alla liberté, arriva al termine di un anno (e mezzo) in grande spolvero per gli Champagne importati in Italia da Alberto Massucco. Alla battuta d’arresto dell’Horeca, chiusa per decreto in risposta all’emergenza Covid-19, ha fatto eco «l’affetto dei clienti abituali, che non hanno smesso di acquistare e consumare a casa, al posto del ristorante».
«Tra i segnali più significativi – sottolinea Alberto Massucco – c’è stato quello di uno degli chef che per primo ha creduto nella selezione: il pluristellato Giancarlo Perbellini. Arrabbiato per l’ennesima chiusura imposta dalle autorità, si è fatto consegnare a casa una fornitura di 4 cartoni. Ci ha chiesto la consegna in 24 ore. Una “complicazione”, visto il periodo, a cui abbiamo risposto con grande piacere».
Del resto, la cerchia di sostenitori della squadra di Champagne targati Alberto Massucco conta dei fuoriclasse (e delle fuoriclasse, come Les Fa’Bulleuses) di fama ormai acclamata.
Presenti a Champagne en liberté 2021 le ormai note etichette prodotte dai vignerons Jean Philippe Trousset (Absolu, Anna T, Rosé) Rochet-Bocart (Blanc de Blancs, Blanc de Noirs), Gallois Bouché (Cuvée fût de chêne 2014), a cui si affiancheranno presto altre chicche.
LE NOVITÀ DEL CATALOGO ALBERTO MASSUCCO CHAMPAGNE
Tre i progetti con cui la distribuzione si rilancia sul mercato, forte di un segno più (40%), sul fronte delle vendite ai privati, nei primi 6 mesi del 2021. In primis la Cuvée Privée del Cambio, voluta da Matteo Baronetto per il ristorante stellato Del Cambio di Torino, icona piemontese.
A inizio 2021 sono volati i primi bouchon della Cuvée Privée che celebra i 30 anni di attività del ristorante Ö magazin di Portofino. Un’etichetta voluta proprio dalle sorelle Mussini. Infine la Cuvée Privée pensata per Ugo Repetto, titolare del bar Morena di Portofino.
“Condirà” i cocktails – in particolare Rossini e Bellini – che scorrono a fiumi – anzi, en liberté – tra le mani del jet set internazionale. Le novità annunciate a Champagne en liberté 2021 non finiscono qui.
«C’è grande attesa anche per cuvée Mirede – annuncia Alberto Massucco – che sarà pronta nel 2022. L’anno successivo, il 2023, sarà l’anno del millesimato Alberto Massucco Grand Cru, un Blanc de Blancs. Visto che manca ancora un po’ di tempo, abbiamo pensato a qualcos’altro, per celebrare l’attesa. Ovvero a Mon idée de Cramant, una cuvée con tiratura limitata a solo 500 bottiglie, rigorosamente numerate».
A realizzarla è Erick de Sousa. Con l’idea – condivisa dal re italiano dello Champagne – di celebrare un millesimo speciale: il 2018. «È stata un’annata di grande qualità – sottolinea Massucco – e le vigne di Cramant, villaggio Grand Cru della Côte de Blanc, hanno prodotto uno Champagne eccezionale, che avremo il piacere di distribuire nella primavera 2022».
A condire annunci e novità del catalogo, sempre a Villa Sassi Torino, il menù pensato appositamente per Champagne en liberté 2021 dallo chef Giovanni Grasso de La Credenza di San Mauro Torinese, oltre alle ostriche di Red Oyster. Un format, unico ideato da Laura Gobbi, per unire bollicine d’elite, alta cucina e cornice glamour. Tre segnali della ripartenza dell’Italia che crede (ancora) nel futuro.
IL VIDEO DELL’EVENTO
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.