FOTONOTIZIA – Sagna Spa aggiunge alla sua selezione di Champagne Maison Deutz, prestigioso marchio delle bollicine francesi. Tra le etichette incluse spiccano il Brut Classic, il Brut Rosé, le cuvée millesimate, e la linea Hommage à William Deutz, prodotta da singole parcelle. A completare l’offerta, le esclusive cuvée William Deutz, Amour de Deutz e Amour de Deutz Rosé, già protagoniste della gastronomia internazionale di alto livello. Soddisfazione per l’accordo viene espressa da Carlo Alberto Sagna, Direttore Commerciale di Sagna S.p.A. e dal Ceo di Maison Deutz, Marc Hoellinger.
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Vento in poppa e voglia di ripartenza per Proposta Vini, una delle poche realtà del vino italiano che ha mantenuto fede al proprio calendario di inizio 2022, nonostante la pandemia. Presentato regolarmente, domenica 23 e lunedì 24 gennaio, un Catalogo 2022 che ha la grande responsabilità di confermare il record di fatturato del 2021, pari a 20 milioni di euro.
Gli ampi spazi del padiglione 4 di Fiere di Parma hanno consentito alla distribuzione della famiglia Girardi di organizzare un evento in sicurezza, accessibile solo con green pass rafforzato. Circa 2 mila i professionisti interventi durante la due giorni.
Protagonisti assoluti i vignaioli (circa 160 aziende), con la novità Spirits: una quindicina di brand, perlopiù nazionali, e un “cocktail bar” sempre aperto, al centro del padiglione. Focus sull’estero grazie al Progetto Vini delle Abbazie europee. Nove luoghi di culto (religioso ed enologico, ça va sans dire) che hanno traghettato la viticoltura in Europa dai tempi dei romani al giorno d’oggi, dalla Spagna all’Ungheria.
I giovani virgulti di Proposta Vini – commenta fiero il patron Gianpaolo Girardi – hanno organizzato un evento che per me sarebbe stato impensabile, visto il periodo. La location, dagli ampi spazi e con molta aria, grazie ai 12 metri di altezza del padiglione, ha garantito a tutti di fare il proprio lavoro in sicurezza».
PROPOSTA VINI, IL VOLTO GIOVANE DEL CEO ANDREA GIRARDI
La presentazione del Catalogo 2022 di Proposta Vini (3.255 referenze) consacra il ricambio generazionale della distribuzione di Pergine Valsugana (TN). Il Ceo Andrea Girardi, figlio del fondatore Gianpaolo, ha ormai preso in mano le redini dell’azienda di famiglia. Un volto fresco e genuino, quello del classe 1991, che ha saputo traghettare Proposta Vini fuori dal pantano della pandemia. Con la determinazione (e competenza) d’un veterano.
«Gli ultimi due anni – rivela a winemag.it – sono stati un periodo difficilissimo. Ma sono stati anche una palestra di confronto su uno scenario di gestione nuovo, su cui nessun imprenditore era allenato. L’impatto sull’emotività delle persone e la gestione delle pressioni esterne da parte delle cantine, piene di vino a inizio pandemia, sono stati due banchi di prova non indifferenti».
Abbiamo gestito questo tempo per fare formazione online con gli agenti, che sono stati bravissimi a coinvolgere molti clienti sulla vendita a domicilio. Piccole enoteche, bar e ristoranti si sono attivati in ottica home delivery. Un aiuto è arrivato anche dalla grande distribuzione, con cui comunque lavoriamo pochissimo.
Ancor più utili le vendite online, che hanno registrato l’ormai noto exploit. Sul fronte della digitalizzazione, abbiamo poi dotato gli agenti di un app per gli ordini, che consente un immediato riscontro su stock e altri dati utili alla programmazione e gestione delle referenze presenti nel nostro Catalogo».
PROPOSTA VINI: DALLA BATTUTA D’ARRESTO AL RECORD DI FATTURATO 2021
I risultati dell’ultimo biennio parlano chiaro. Grazie alle iniziative messe in atto, Proposta Vini ha risposto «limitando i danni a un calo del fatturato 2020 del solo 15% sul 2019». Un segno meno giunto a causa della pandemia, dopo un decennio di crescita costante. Culminato nel +20% del 2019 sul 2018. Nel 2020 il rimbalzo negativo a 14 milioni di euro. Prima del record di fatturato del 2021: 20 milioni di euro.
«Il segreto? Vini buoni ce ne sono moltissimi – chiosa Andrea Ghirardi – ma è il valore aggiunto di ogni singolo produttore ed etichetta selezionata che noi cerchiamo di veicolare. Investendo continuamente nella formazione dei nostri agenti. E confidando nell’incremento generalizzato della qualità media dei vini presenti in enoteche, ristoranti e wine bar».
Lo sa bene Eric Decarli (nella foto, sopra), Coordinatore Agenti Italia di Proposta Vini. «L’impatto della pandemia è stato per loro devastante – commenta a winemag.it – si era creato il panico. Abbiamo saputo rassicurarli, dando una prospettiva e cominciando una serie di attività formative via web, coinvolgendo produttori del Catalogo, territori, ufficio stampa. Dando insomma un segnale forte: “Noi ci siamo, stiamo solo aspettando la ripartenza”. Abbiamo trasformato un momento di blackout in un momento di formazione».
Il futuro? «Continuare a crescere – risponde Eirc Decarli – e lo faremo anche strutturalmente, perché l’azienda si darà una nuova sede. Contestualmente, crescerà la forza agenti. Siamo alla ricerca della “persona”, non del semplice venditore, con l’idea di ampliare anche la squadra dei capi area. Selezione continua ferrea, dunque. Sperando che crescano giovani e quote rosa».
Siamo disperati perché la quota rosa manca. È un settore dove le venditrici donna sono bravissime ed è un peccato non averne di più in azienda. Le donne hanno una grande sensibilità, anche sul fronte della propensione alla degustazione. E poi sono favolose venditrici, quindi ci piacerebbe avere più donne».
«AAA CERCANSI DONNE AGENTI DI PROPOSTA VINI»
Davina Legovini, agente di commercio attiva nelle province di Triste e Gorizia, è la più giovane quota rosa di Proposta Vini, entrata in squadra nel 2017. Una vera e propria eccezione. E un gap che la distribuzione vuole colmare all’interno di una forza venite che abbraccia circa 120 professionisti commerciali, tra mandatari (un centinaio) e relative agenzie.
A garantire che «vendere vino non è un lavoro per soli uomini» è Stefania Santoro, 56 anni, volto femminile ormai storico della distribuzione, attiva in provincia di Roma ma originaria di Palermo. È lei uno dei volti della presentazione del Catalogo 2022 di Proposta Vini, a Fiere di Parma.
«Sono cresciuta professionalmente all’interno di un ristorante della zona di Frascati – spiega a winemag.it – che mi ha dato la possibilità di fare il corso da sommelier. Lì ho conosciuto un agente con cui ho iniziato a collaborare, facendo molta esperienza di vendita e iniziando ad approfondire le dinamiche commerciali che stanno dietro a una bottiglia. Nel 2014 abbiamo fondato un’altra agenzia insieme».
Quando ho iniziato io, 16 anni fa – spiega ancora Stefania Santoro – a Roma le agenti donne si contavano sulle dita di una mano. Il rapporto che si instaura con il cliente è bellissimo, diverso da quello che può nascere tra uomini.
Personalmente non mi sono mai sentita emarginata. Anzi, mi sento speciale. Consiglio a tutte le donne di affacciarsi con assoluta serenità a questa bellissima professione. La preparazione consente di aver la meglio su chiunque voglia prevalere».
Sempre più spazio per le donne, in una squadra che vuole accogliere nuovi capi area. Al momento quelli attivi a livello nazionale sono tre. L’idea è di passare a cinque (Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud, Isole). Non potrà che giovarne il Catalogo 2022.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Il Catalogo di Proposta Vini 2022 sarà presentato in presenza a Fiere di Parma. L’annuale momento di incontro tra forza vendite, produttori e clienti della distribuzione di Pergine Valsugana (TN) è in programma il 23 e 24 gennaio 2022.
Sono emozionato all’idea di rincontrare i nostri clienti e produttori – dichiara il fondatore Gianpaolo Girardi -. Tornare a organizzare il nostro appuntamento annuale in presenza, dopo la versione digital del 2021, ci porta a volgere lo sguardo verso la prospettiva di una sempre maggior ripresa».
La scelta della nuova location è legata agli ampi spazi espositivi fieristici che permetteranno la partecipazione di un maggior numero di produttori. Alla presentazione del Catalogo 2022 di Proposta Vini sono attese oltre 150 aziende.
Il tutto, nel rispetto di tutte le regole anti Covid-19. L’ingresso all’evento è riservato agli operatori del settore, che potranno accedere gratuitamente previa registrazione. Le modalità di accredito sono disponibili sul sito di Proposta Vini.
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Champagne a fiumi? Macché. Meglio lo Champagne en liberté. Specie se si tratta di un tributo a un amore incondizionato: quello del distributore Alberto Massucco per le “bollicine” più famose e apprezzate nel mondo.
Un momento di condivisione voluto dall’imprenditore sabaudo, unico italiano a possedere una vigna in Champagne, che lunedì 5 luglio ha chiamato a raccolta clienti e stampa specializzata a Villa Sassi, una delle maestose ville storiche di Torino.
Il ritorno alla libertà, anzi alla liberté, arriva al termine di un anno (e mezzo) in grande spolvero per gli Champagne importati in Italia da Alberto Massucco. Alla battuta d’arresto dell’Horeca, chiusa per decreto in risposta all’emergenza Covid-19, ha fatto eco «l’affetto dei clienti abituali, che non hanno smesso di acquistare e consumare a casa, al posto del ristorante».
«Tra i segnali più significativi – sottolinea Alberto Massucco – c’è stato quello di uno degli chef che per primo ha creduto nella selezione: il pluristellato Giancarlo Perbellini. Arrabbiato per l’ennesima chiusura imposta dalle autorità, si è fatto consegnare a casa una fornitura di 4 cartoni. Ci ha chiesto la consegna in 24 ore. Una “complicazione”, visto il periodo, a cui abbiamo risposto con grande piacere».
Del resto, la cerchia di sostenitori della squadra di Champagne targati Alberto Massucco conta dei fuoriclasse (e delle fuoriclasse, come LesFa’Bulleuses) di fama ormai acclamata.
Presenti a Champagne en liberté 2021 le ormai note etichette prodotte dai vigneronsJean Philippe Trousset (Absolu, Anna T, Rosé) Rochet-Bocart (Blanc de Blancs, Blanc de Noirs), Gallois Bouché (Cuvée fût de chêne 2014), a cui si affiancheranno presto altre chicche.
LE NOVITÀ DEL CATALOGO ALBERTO MASSUCCO CHAMPAGNE
Tre i progetti con cui la distribuzione si rilancia sul mercato, forte di un segno più (40%), sul fronte delle vendite ai privati, nei primi 6 mesi del 2021. In primis la Cuvée Privée del Cambio, voluta da Matteo Baronetto per il ristorante stellato Del Cambio di Torino, icona piemontese.
A inizio 2021 sono volati i primi bouchon della Cuvée Privée che celebra i 30 anni di attività del ristorante Ö magazin di Portofino. Un’etichetta voluta proprio dalle sorelle Mussini. Infine la Cuvée Privée pensata per Ugo Repetto, titolare del bar Morena di Portofino.
“Condirà” i cocktails – in particolare Rossini e Bellini – che scorrono a fiumi – anzi, en liberté – tra le mani del jet set internazionale. Le novità annunciate a Champagne en liberté 2021 non finiscono qui.
«C’è grande attesa anche per cuvée Mirede – annuncia Alberto Massucco – che sarà pronta nel 2022. L’anno successivo, il 2023, sarà l’anno del millesimato Alberto Massucco Grand Cru, un Blanc de Blancs. Visto che manca ancora un po’ di tempo, abbiamo pensato a qualcos’altro, per celebrare l’attesa. Ovvero a Mon idée de Cramant, una cuvée con tiratura limitata a solo 500 bottiglie, rigorosamente numerate».
A realizzarla è Erick de Sousa. Con l’idea – condivisa dal re italiano dello Champagne – di celebrare un millesimo speciale: il 2018. «È stata un’annata di grande qualità – sottolinea Massucco – e le vigne di Cramant, villaggio Grand Cru della Côte de Blanc, hanno prodotto uno Champagne eccezionale, che avremo il piacere di distribuire nella primavera 2022».
A condire annunci e novità del catalogo, sempre a Villa Sassi Torino, il menù pensato appositamente per Champagne en liberté 2021 dallo chef Giovanni Grasso de La Credenza di San Mauro Torinese, oltre alle ostriche di Red Oyster. Un format, unico ideato da Laura Gobbi, per unire bollicine d’elite, alta cucina e cornice glamour. Tre segnali della ripartenza dell’Italia che crede (ancora) nel futuro.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Il maestro e l’allievo. La cooperativa sociale e le due scommesse. Il catalogo 2021 della distribuzione Cuzziol GrandiVini accoglie cinque nuove cantine, muovendosi lungo l’asse Alto Adige – Trentino – Toscana. Cinque nuove frecce nella faretra di Luca Cuzziol e Paolo Leone: diventano 103 le aziende rappresentate, 42 italiane e 61 estere.
Il “maestro” Tiefenbrunner e la nuova cantina “garagista” del suo storico enologo, StephanRohregger; rotolando verso sud, ecco poi Cantina Toblino, la “big” della Valle dei Laghi. Infine, giù in Toscana per I Fabbri e Ridolfi Montalcino, all’insegna del binomio – rigorosamente in rosso – tra Chianti Classico (Lamole) e Brunello.
Una vera e propria iniezione di fiducia, utile a dimenticare un 2020 in cui la distribuzione di Santa Lucia di Piave (TV) ha reagito in coerenza con la propria storia: ovvero investendo. «Lo scorso anno – ammette Luca Cuzziol – ci ha lasciato le ossa rotte. Abbiamo perso 5 dei 20 milioni di euro di fatturato inseriti nel bilancio di previsione».
Arrivavamo da un 2019 positivo, con 1 milione e 600 mila bottiglie vendute a un prezzo medio di 11,70 euro, grazie soprattutto agli spumanti, che hanno trainato le vendite con oltre 700 mila pezzi: Prosecco in testa con 400 mila bottiglie, seguito dalle oltre 150 mila di Champagne e dalla Franciacorta, sul terzo gradino del podio. Prezzo medio della battuta? Attorno agli 11,70 euro».
Grazie a un rassicurante margine operativo lordo (Ebitda) e alla buona disponibilità di liquidità, Cuzziol GrandiVini non ha dovuto ricorrere a tagli del personale. Anzi. «Da buoni veneti vecchio stile – commenta il patron – abbiamo anticipato la cassa integrazione a fronte dell’emergenza Covid-19. Eravamo in condizione di farlo e lo abbiamo fatto, investendo 400 mila euro in stipendi».
E le difficoltà, allora? Da ricercare nella chiusura dei ristoranti di fascia alta. Cuzziol, di fatto, può vantare tra i suoi 6 mila clienti chef del rango di Enrico Bartolini, Carlo Cracco, Massimo Bottura e Nico Romito.
La distribuzione è in sicurezza, solida e molto liquida in questo momento – commenta ancora Luca Cuzziol – e lo abbiamo confermato anche a fine 2020, passando da 3 a 8 capiarea dell’età media di 34 anni, a dimostrazione del nostro impegno a presidiare il territorio, continuando a investire nella formazione certosina dei nostri agenti».
La filosofia di Cuzziol si conferma insomma sui livelli dei primi tre anni di vita dell’azienda, fondata nel 2015: circa 300 mila gli euro spesi «a fare scuola». Un aspetto fondamentale nell’approccio alla selezione, dal momento che «i vini vengono scelti più per l’idea e capacità di raccontare il terroir, che per il brand in sé: qualcosa che i nostri agenti devono conoscere, per poterlo a loro volta raccontare ai clienti».
Le «scelte di terroir» spiegano le novità del catalogo, solo in apparenza distanti l’una dall’altra. Ecco dunque Tiefenbrunner, brand del vino altoatesino che Luca Cuzziol definisce «polveroso e da reinquadrare», ma «solo dal punto di vista commerciale, perché ogni vino della cantina è un pezzo pregiato che va ben oltre l’Alto Adige».
Da una cantina che porta in dote 370 mila bottiglie vendute nel 2019, a una lontana dal mainstream e più assimilabile agli ambienti garagisti: quella dell’enologo storico di casa Tiefenbrunner, StephanRohregger, che con la moglie Tanja dà vita alle sue etichette in località Pianizza di Sotto, a Caldaro, puntando molto sulla Schiava.
Senza allontanarsi troppo, ecco il vero (ma solo in apparenza) outsider tra i nuovi insider: Cantina Toblino, il cui ingresso in catalogo è frutto di una lunga interlocuzione tra la distribuzione e il direttore Carlo De Biasi.
Cuzziol GrandiVini non prenderà ovviamente in carico l’intera distribuzione, ma solo i vini di nicchia del progetto Vènt: 40 ettari certificati biologici dell’antica Mensa Vescovile, in un unico blocco a conduzione diretta.
Tra le scelte «presenti ma futuribili» ecco poi quella che ha fatto ricadere l’attenzione dei veneti di GrandiVini su una zona poco “battuta” del Chianti Classico: Lamole vista con gli occhi cantina I Fabbri, lo scrigno di Susanna Grassi.
«Un’area di chiaro interesse – spiega Luca Cuzziol – per la sua posizione elevata nell’ambito della Denominazione, favorevole al Sangiovese nell’ottica dell’innalzamento delle temperature e dei cambiamenti climatici».
E infine Ridolfi Montalcino, cantina che ha stupito i selezionatori di Cuzziol soprattutto per il Brunello di Montalcino 2016 (un 95/100 WineMag.it all’assaggio in anteprima del 2019).
Grazie agli investimenti dell’imprenditore veneto Valter Peretti, l’enologo e factotum Gianni Maccari (ex Poggio di Sotto – ColleMassari) ha a disposizione il meglio per lavorare a un futuro pieno di soddisfazioni, nel cuore di Montalcino.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Terre di confine, denominazioni spumantistiche in ascesa e una provincia del sud Italia destinata a consacrarsi per la qualità dei suoi vini. Il Riesling italico di Klanjscek (Collio), l’Alta Langa di Pianbello e la linea di vini dei Colli di Salerno di Lunarossa sono le novità più belle del catalogo 2020 di Proposta Vini, presentato domenica 19 e lunedì 20 gennaio all’Hotel Parchi del Garda di Lazise (VR).
Tra le new entry saltate più all’occhio (anzi, al palato) anche il tempio del vino biologico trentino chiamato Castel Noarna – ottima l’intera linea del duo Marco Zani e Marco Chiusole, dal Trento Doc ai bordolesi – e i vini friulani di Bolzicco prodotti da Michele Tomba ai piedi del Monte Quarin, a Cormòns, patria della “Ponca”.
IL RIESLING ITALICO DI KLANJSCEK
Curiosa la storia del vino che sbanca la due giorni di Lazise. Il più bistrattato dei Riesling, quello italico, ha trovato una nuova patria ai confini con la Slovenia. Tricolore di nome e di fatto, per quel soffio che separa la goriziana Oslavia dal Brda sloveno. Merito di DejanKlanjscek e della sua compagna (veneta) Elena Zanon (nella foto sopra).
“Siamo l’unica cantina della zona a produrlo ancora – evidenzia la coppia – nonché quella che vanta la maggiore superficie di Riesling Italico rimasto nel Collio, con quasi un ettaro vitato sui 2,5 ettari complessivi”.
In degustazione la vendemmia 2017. Solo 1.300 bottiglie, ottenute grazie a una vendemmia tardiva di Riesling italico, nobilitato da un 50% di botrite. Dopo una prima decantazione in serbatoi di acciaio inox, il nettare passa in botti di rovere di Slavonia rigenerate da 12 ettolitri. Bassissimi i livelli di solfiti, inferiori ai 35 mg/l.
“Cerchiamo di lavorare nel modo più naturale possibile – spiega DejanKlanjscek – come ci hanno insegnato alcuni grandi della zona come Damijan Podversic, Radikon, Gravner e Dario Princic”. In più, con lo slogan “Wine & Stay“, la coppia gestisce un ristorante affacciato sui vigneti che serve “piatti genuini della tradizione di confine” e un hotel con cinque stanze a pochi minuti dal centro di Gorizia.
L’ALTA LANGA DI PIANBELLO
Per trovare un’altra chicca tra le novità del catalogo 2020 di Proposta Vini occorre spostarsi dall’altra parte dell’Italia, in Piemonte. Esattamente nell’area spumantistica più dinamica d’Italia: l’Alta Langa.
Straordinario anche nel rapporto qualità prezzo il Metodo classico Brut di Pianbello, cantina che si divide tra la Langa astigiana e il territorio di Loazzolo. Una cuvèe composta all’80% da Pinot nero e al 20% da Chardonnay, vendemmia 2014 e sboccatura 11/2018.
Sorprende per la pienezza al palato, corroborata da una mineralità spiccata e da una freschezza affilata. Materia ed eleganza per quello che è certamente uno dei migliori Brut in circolazione nell’ambito della Docg piemontese.
I COLLI DI SALERNO SUGLI SCUDI
Vecchia conoscenza di WineMag.it ma new entry del catalogo 2020 di Proposta Vini è Lunarossa. La cantina di Giffoni Valle Piana (Salerno), oggi condotta da Mario Mazzitelli, si conferma ad altissimi livelli con il Fiano “Quartara” e aggiunge preziose chicche alla propria gamma.
Come l’Aglianico in anfora pensato per l’abbinamento col pesce: un ossimoro finché non lo provi. Invitante sin dal colore, è solo l’ultima trovata di Mazzitelli, enologo che dopo aver girovagato nei migliori areali vitivinicoli d’Italia sta regalando grandi soddisfazioni alla sua terra d’origine. Quei Colli di Salerno che meritano ampio spazio nella geografia enoica del Bel paese.
PROPOSTA VINI IN CIFRE Il Catalogo 2020 di Proposta Vini racchiude e racconta il panorama vinicolo europeo. Un ventaglio ampliato nell’ultima edizione a 32 nuove aziende. Centotrentacinque quelle presenti alla due giorni di Lazise.
Proposta Vini conta oggi 110 agenti che operano in tutto il territorio nazionale, 30 dipendenti e un fatturato annuo di oltre 16 milioni di euro, con un incremento del 18% rispetto al 2018. Una distribuzione al passo coi tempi, attenta alle nuove forme di valorizzazione dei molteplici terroir del vino.
Non a caso, sul catalogo 2020 è stato dato ampio spazio ai “Vini Vulcanici“. “Proposta Vini – spiega il fondatore Gianpaolo Girardi (nella foto)- continua il suo lavoro di commercializzazione e, consapevole del grande valore del patrimonio enologico italiano, pone l’accento sull’importanza di valorizzare l’aspetto culturale delle realtà vitivinicole, riservando particolare attenzione alla storicità, alle tradizioni dei luoghi e alle persone che li rappresentano”.
“Per questo amiamo affiancare concretamente chi intraprende nella propria azienda coraggiosi percorsi sperimentali o personali che vanno in questa direzione. Negli ultimi anni – conclude Girardi – abbiamo riscontrato una crescita importante che vogliamo portare avanti nell’ottica della qualità”.
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Walter Massa aggiunge un nuovo tassello alla battaglia per la diffusione in Italia del tappo a vite, che da oggi diventa intelligente oltre che funzionale. Basta appoggiare lo smartphone sulle bottiglie di Derthona 2018 per essere catapultatati nell’universo di informazioni riguardanti la cantina, il vigneto e i migliori abbinamenti cibo-vino. Merito della tecnologia Nfc (Near-field communication) e-WAK® – Tap on Cap sviluppata da Guala Closures Group. Un’azienda con sede a Spinetta Marengo, frazione del comune di Alessandria.
L’esordio dei nuovi tappi è avvenuto ieri a Lazise, in occasione della presentazione del catalogo 2020 di Proposta Vini, selezionatore e distributore – tra gli altri – dei vini di Massa. Il tappo a vite intelligente è destinato a parte delle 30 mila bottiglie di Derthona 2018 “Montecitorio“, “Sterpi” e “Costa del Vento“.
Si tratta di un sistema di comunicazione mediante ricetrasmissione a corto raggio per la connettività senza fili, che ha lo scopo di fornire informazioni utili al consumatore, ma anche al produttore. Un tappo anti-contraffazione, che garantisce la tracciabilità del vino, dal vigneto al calice, ancor prima di acquistarlo.
Una rivoluzione che, secondo Walter Massa, “potrebbe contribuire a snellire la burocrazia che attanaglia il lavoro di tanti piccoli produttori, convincendo i Ministeri competenti a eliminare tanti chili di carta”.
“Ho piacere che i miei pensieri si sviluppino in tempo reale – spiega Walter Massa a WineMag.it – e per questo, appena ho avuto l’opportunità di utilizzare il tappo a vite, non ho avuto esitazioni. L’unica problematica è legata alla difficile accettazione del mercato di questa grande fortuna”.
“Il vino – continua il vignaiolo protagonista del miracolo Timorasso – va protetto in maniera scientifica e il tappo a vite è una di queste. La tecnologia Nfc, assieme al fatto che lo smartphone è ormai nelle tasche di tutti, aiuterà a diffondere questo tipo di chiusura, che dà certezze anche sulla shelf-life del nettare”.
“Ci sono troppi grandi vini contraffatti, come ha evidenziato qualche anno fa il caso del Romanée-Conti imbottigliato nel Novarese: con questo sistema anti-contraffazione riusciamo a garantire al consumatore tutta la tracciabilità del vino, che è tra i prodotti più contraffatti al mondo e tra i più burocratizzati”.
Ancor più nel concreto, il primo tappo in alluminio dedicato con Nfc integrato consente alle aziende vinicole di “avviare una relazione a 1 a 1 con i consumatori finali”. Il tag NFC è protetto nella parte superiore del tappo e fornisce vantaggi per i proprietari del brand, come l’acquisizione di dati marketing e la tracciabilità per la logistica.
Viene garantita la certificazione di autenticità della bottiglia, oltre al consumer engagement del brand. Il tappo a vite utilizzato da Massa fa contenta pure Greta Thunberg. L’alluminio è riciclabile all’infinito, grazie alla raccolta differenziata dei rifiuti. Chi è pronto a seguire il vignaiolo di Monleale nella sua ultima avventura?
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LAZISE – Ha gli occhi azzurri che brillano Gianpaolo Girardi, classe 1955, mentre racconta a WineMag come ha costruito, in oltre 30 anni di attività, il catalogo di Proposta Vini. Una delle distribuzioni di vino più accreditate d’Italia, per la capacità di rappresentare senza slogan e inutili guaiti gli interessi commerciali dei piccoli produttori, non solo italiani.
Trecentocinquanta vignaioli e oltre 3 mila etichette, per un giro stimabile in 2 milioni di bottiglie annue. Focus sull’Italia, con circa 800 varietà rappresentate. Grande spazio agli autoctoni dimenticati e alle realtà, spesso famigliari, che lottano per la conservazione della biodiversità.
Per il futuro, il progetto di trasformare definitivamente il catalogo in una rappresentazione del “Vigneto Europa“. Fatto di “vini buoni” ed “etici”, indipendentemente dalla loro provenienza. Perché le mani dei contadini, in fondo, hanno le stesse pennellate di terra tra le pieghe. Che si tratti dell’Etna o dell’areale più ameno lungo il Danubio.
L’intervista in occasione della presentazione del catalogo 2019 di Proposta Vini, in scena domenica 20 e lunedì 21 all’Hotel Parchi del Garda di Lazise.
Gianpaolo Girardi, da anni il catalogo di Proposta Vini pare andare incontro ai vignaioli veri, indipendentemente dalle sterili diatribe tra filosofie produttive. E’ la prova che al consumatore interessa semplicemente “bere bene”, al di là degli slogan?
Nel nostro catalogo, ormai da 5 anni, figurano aziende che si riconoscono nel movimento dei “vini naturali”, come la spagnola Recoaro. Noi non prendiamo una posizione su questi temi. Segnaliamo però i vini prodotti con metodi “naturali” o “biodinamici”, con un marchio che li identifica quali “interpretazioni”. Nessuno oggi può dare una definizione precisa e nitida di queste filosofie produttive.
Il rispetto della biodiversità e dell’ambiente dove opera il vignaiolo sono dunque il futuro?
Il consumatore, negli ultimi anni, ha finalmente assunto una maggiore consapevolezza di quello che assume, mangiando e bevendo. Mangiare e bere cose nocive è incomprensibile. La salubrità dei prodotti è al primo posto della nostra ricerca. Ma non basta.
E’ in corso una guerra mortale tra l’industria e i produttori artigianali, che considerano prioritario non avvelenare l’ambiente prima come uomini che come produttori di reddito attraverso i frutti della terra. Chiaramente queste convinzioni richiedono una mole di lavoro fisico maggiore.
E mi fa piacere che questo mondo si divida in due. Per noi il vero ambasciatore del terroir è il piccolo vignaiolo, che dà sostanza a tutti i processi di trasformazione dell’uva, fino al calice.
Come avviene la selezione di Proposta Vini?
La nostra selezione è curata interamente da Italo Maffei, che da una decina di anni si muove sul territorio. La nostra azienda consta di 30 impiegati che curano la parte amministrativa, con la supervisione di mio figlio, subentrato da poco. La rete commerciale è costituita da un centinaio di agenti.
Per quanto riguarda nello specifico la scelta dei vini, Italo Maffei opera in totale autonomia, senza alcuna preclusione ma sulla base di un percorso e di una filosofia aziendale che lui condivide. La selezione non è minimamente condizionata dai giudizi delle guide internazionali o nazionali.
A noi interessa scegliere dei prodotti, non solo italiani, che sul tavolo di qualsiasi ristorante e albergo possano essere ricondotti ad unico posto, alla realtà da cui provengono, piccola o grande. Devono evocare un mondo che non è solo geologico, fisico, ma soprattutto culturale e paesaggistico.
Siamo affascinati dai terrazzamenti, dalle isole minori, dalla viticoltura cosiddetta “eroica”, dal lavoro ciclopico fatto nei millenni da generazioni di famiglie di produttori. Chiaro che per noi il vino debba poi avere una qualità di base che riscontriamo nella bevibilità e nell’eleganza.
Noi italiani dovremmo imparare ad essere un po’ più fieri delle diversità, al posto di cercare la standardizzazione e l’omologazione per compiacere il cosiddetto “gusto internazionale”. Questo richiede un grandissimo impegno da parte di tutti gli attori coinvolti nel mondo del vino.
Qual è la sua più grande soddisfazione in oltre 30 anni di attività nel mondo del vino?
La mia idea iniziale, oggi ancora validissima, non era commerciale. Arrivo da una generazione di sognatori. Quando ho iniziato non l’ho fatto per necessità o per tradizione di famiglia. Neppure per passione. L’ho fatto per fare il mio contributo. Avvertivo che questo mondo millenario, pregno di cultura – e parlo della cultura contadina, che ha attraversato i secoli rimanendo sostanzialmente intatta – stava andando perduto.
Le cose mi sono andate sempre bene. E adesso, se devo essere onesto, questi discorsi mi vergogno un po’ a farli. Oggi tutti si riempiono la bocca di paroloni, parlano di “salvaguardia”, di “biodiversità”, di “cultura”. Temi che sentivo cari già 30 anni fa, quando l’avventura di Proposta Vini era agli albori.
Oggi possiamo contare su uno staff formidabile, che condivide questo progetto e le sue finalità. Siamo una forza, tutti assieme. E la cosa che mi rende ancora più soddisfatto è che, fino a poco tempo fa, non c’è stata nessuna programmazione. E’ venuto tutto da sé, come frutto della condivisione degli stessi ideali.
Progetti futuri, novità?
Abbiamo un progetto molto ambizioso. Riuscire a trasmettere a un esercente, a un ristoratore, a un consumatore qualsiasi un’idea europea. Considerando il mondo del vino fuori dai nazionalismi. Non ci possono essere confini tra un contadino della Valle del Douro e dei Campi Flegrei, del Collio o del Logroño.
E’ stessa cultura, fatta di lavoro duro. Noi vorremmo che una persona bevesse un vino italiano, spagnolo, francese o turco senza pregiudizi di sorta, di nessun genere. Poi, chiaramente, ognuno avrà i propri gusti e il proprio giudizio. Lavoreremo dunque per un’apertura culturale, perché il futuro è quello.
I MIGLIORI ASSAGGI, TRA LE NOVITA’ DEL CATALOGO 2019
Gualdo del Re (Toscana)
Interessante il Costa Toscana Igt Vermentino 2017 “Valentina”, al contempo largo e verticale, ampio e slanciato. Un vino gastronomico, con cui dilettarsi a tavola per la buona struttura.
Corte dei Venti (Toscana)
Bella interpretazione del Sangiovese, con la punta di diamante del Brunello Riserva 2012 da vigne vecchie. Una linea che punta tutto sull’eleganza piuttosto che sulla potenza.
Sassotondo (Toscana)
Vecchia conoscenza dei lettori di WineMag, già segnalata nella nostra lista dei “Migliori 100 vini 2018” per il cru di Ciliegiolo, vendemmia 2013. In evidenza anche il Bianco di Pitigliano 2017 “Isolina”, da dimenticare in cantina per valutarne l’evoluzione, tale da poter ricordare (per certi versi) quella del Timorasso. Ottimo anche “Poggio Pinzo” 2017, altro Ciliegiolo, affinato in terracotta: frutto in evidenza, senza rinunciare a un’ottima struttura.
Estasi (Puglia)
Convincente la prova del Moscato di Trani in versione “Passito Liberty”, vendemmia 2013. Naso intrigante, dolce (miele) e al contempo speziato, con sentori netti di zenzero e cumino. Gran gastronomicità, che consente di giocare con abbinamenti a tutto pasto.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
PERGINE – Il Catalogo 2018 di “Proposta Vini” segna il “Rinascimento italiano”. Così lo descrive Gianpaolo Girardi, fondatore della società trentina specializzata nella selezione e commercializzazione di vini, spumanti, distillati e olio.
La presentazione della nuova “carta” è in programma per domenica 21 e lunedì 22 gennaio 2018 al Montresor Hotel Tower di Bussolengo (Verona). Sarà l’occasione per scoprire, attraverso la degustazione e i focus dedicati, i prodotti delle 135 aziende presenti in rappresentanza di 19 regioni italiane.
Tredici le new entry, provenienti per la maggior parte da Piemonte, Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Basilicata, Emilia Romagna e Sicilia. Ma tra le novità c’è anche una nutrita delegazione di produttori esteri, cappeggiata dalla Francia e seguita da Austria, Bulgaria, Georgia, Germania, Grecia, Perù Polonia e Portogallo, a testimonianza di un interesse crescente nei confronti dell’attività di Proposta, che in questa occasione ha scelto di mettere in vetrina i Grand Crus e una selezione di Borgogna e Rodano.
La presentazione del Catalogo “offre uno spaccato significativo delle 250 realtà vitivinicole selezionate dalla ricerca di Proposta Vini, che della valorizzazione della biodiversità, della tradizione e della storia della viticoltura italiana ha fatto il proprio tratto distintivo”.
Al centro del progetto trentennale c’è infatti “il preciso intento di scovare ciò che rende un vino unico e diverso da tutti gli altri. Una singolarità che affonda le sue radici nei territori d’origine e nel recupero di vitigni storici di cui, attraverso progetti specifici, viene incoraggiata la rimessa a coltura laddove essi sono stati dimenticati, messi da parte o scomparsi”.
Proposta Vini, come sottolinea il fondatore Gianpaolo Girardi, “è al servizio soprattutto dei piccoli produttori, per conto dei quali cura la commercializzazione e la distribuzione dei prodotti, permettendo loro in questo modo di dedicarsi esclusivamente al lavoro in campagna e in cantina”.
GLI OBIETTIVI
“Il nostro obbiettivo – spiega Girardi – è contribuire a dare visibilità alle realtà vitivinicole storiche e agli uomini che le rappresentano, portando con sé la consapevolezza del valore del patrimonio enologico italiano, promuovendo le zone vinicole di antica tradizione, i paesaggi che anche visivamente le rappresentano e i vitigni storici. Ecco perché amiamo affiancare concretamente chi intraprende nella propria azienda coraggiosi percorsi sperimentali o personali che vanno in questa direzione”.
“Proposta Vini è una realtà commerciale con una missione culturale – aggiunge il fondatore – e per questo auspichiamo che tutti gli attori della filiera siano sempre più consapevoli dell’importanza di far conoscere, attraverso il proprio lavoro, i vini e i loro luoghi di provenienza, protagonisti a pieno titolo di quello che, enologicamente parlando, si può definire il nuovo Rinascimento italiano”.
I NUMERI Duecentocinquanta le cantine italiane rappresentate da Proposta Vini, facenti capo a tutte le 21 regioni. Un centinaio le aziende estere, la maggior parte europee (46 in Francia, 16 in Spagna, 11 in Slovenia) ma anche in Australia, Libano e Cile. Sette i distributori esteri: in Francia, Belgio, Austria e Svizzera.
Non solo vino: nel catalogo figurano anche 10 birrifici, 7 oleifici e due realtà che producono sidro. Novanta gli agenti diretti con copertura su tutte le province d’italia. Venticinque, infine, i dipendenti di Proposta Vini.
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