Una bottiglia che regala emozioni contrastanti, in un crescendo di sensazioni che creano un quadro sensoriale praticamente perfetto. Al naso, il Torbato Terre Bianche Alghero Doc fa capolino col pepe verde, la noce moscata, la menta. Un melting pot ordinato di percezioni balsamiche si appropria delle vie aeree, in un finale di limone, biancospino e salvia. E’ già l’estasi. Eppure è solo l’inizio.
Perché l’assaggio conserva l’antipasto olfattivo ed è capace anzi di esaltarsi ancora, con note di spezie pungenti, cui seguono nuovamente e prepotentemente il limone e la noce moscata, in un concerto minerale che sfiora il salino. Il finale è da applausi, talmente inatteso e imprevedibile: ecco di fatto il miele, per una chiusura quasi dolciastra, ammiccante. Ruffiana. E’ la ciliegina sulla torta. La pennellata decisiva, che chiude il lustro di un’opera d’arte.
Una bottiglia, questo Torbato Terre Bianche Alghero Doc, capace di rendere lustro a un vitigno antico, condotto in Spagna dai Fenici e introdotto in Sardegna già all’epoca della dominazione catalano aragonese. Oggi viene coltivato da Sella e Mosca nelle proprie tenute del noto Comune alle porte di Sassari, dove la terra è bianca per via dell’origine calcarea (da qui il nome “Terre Bianche”) derivante dagli ancestrali sedimenti marini presenti in loco.
Perfetto l’abbinamento con i piatti di crostacei e della tradizione marina sarda e italiana in generale. Apprezzabile anche con le carni bianche. Nel 2010, il Torbato Terre Bianche Sella e Mosca si è aggiudicato la medaglia d’argento al Concorso Mondial di Bruxelles, ma nel panorama dei vini in vendita nei supermercati italiani vale certamente un posto privilegiato, tra le medaglie d’oro per l’annata 2014.
Prezzo pieno: 7,59 euro
Acquistato presso: Esselunga
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.