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Svincolamento da nome vitigno Erbaluce: fumata nera dal Consorzio Caluso, Carema e Canavese

Svincolamento da nome vitigno Erbaluce fumata nera dal Consorzio Caluso, Carema e Canavese

Fumata nera dal Consorzio Tutela Vini Caluso, Carema e Canavese riguardo allo svincolamento dei vini della zona dal nome del vitigno Erbaluce. L’assemblea dei soci riunitasi il 28 aprile ha deciso di conservare la centralità dell’Ebaluce per le denominazioni locali.

«Continueremo questa battaglia, non abbiate timore!», commentano oggi i Giovani Vignaioli Canavesani, tra i promotori della richiesta di «svincolamento dal nome del vitigno per tutti i territori che regolarmente lo coltivano».

Tra le altre richieste del gruppo di vignaioli, «una strategia comune per l’inserimento nel disciplinare di Menzioni Geografiche, al fine di esaltare l’espressione dei vini, unici grazie ai propri terroir». E l’«introduzione di un periodo di affinamento minimo per il Caluso Docg tale da aumentare la complessità e il valore della nostra denominazione».

LE RICHIESTE DEI GIOVANI VIGNAIOLI CANAVESANI

Tutte proposte indirizzate prima dell’assemblea del 28 aprile a «produttori di uva e/o vinificatori e/o imbottigliatori di Erbaluce destinata ai vini denominati Caluso Docg regolarmente iscritti al Consorzio».

«Allo stato dell’arte – spiegano i Giovani Vignaioli Canavesani – possono utilizzare il nome Erbaluce per etichettatura o semplice descrizione aziendale solo coloro che rivendicano la denominazione Caluso Docg».

Da qui la richiesta di «un’evoluzione, consapevoli che queste scelte porteranno ad un lungo e impegnativo lavoro per passare da “concetti” a disciplinari applicabili».

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Nebbiolo Noblesse, gli spumanti autoctoni piemontesi in degustazione a Torino ed Alba

Torna Nebbiolo Noblesse, l’appuntamento dedicato alle nobili bollicine del Piemonte. Dopo il successo dell’anno scorso, l’edizione 2018 si sdoppia con due date: la prima lunedì 18 giugno al Palazzotto, in centro a Torino, in Via Mazzini 43 e la seconda lunedì 25 giugno al Palazzo Banca d’Alba (via Cavour 4, Alba).

Saranno ventuno i produttori di Piemonte e Valle d’Aosta coinvolti: dalle Langhe a Gattinara, da Acqui Terme ad Arnad, fino al Biellese tutti condividono la passione per le bollicine autoctone a base di uva nebbiolo. La novità è che in degustazione ci saranno solo spumanti Metodo Classico prodotti al 100% Nebbiolo.

«È stata una scelta condivisa da tutto il gruppo – spiegano i produttori di Nebbiolo Noblesse – l’obiettivo è di esprimere al meglio la versatilità del Nebbiolo che si presta bene alla produzione dei grandi rossi, dal Barolo al Barbaresco, dal Roero al Gattinara, fino al Lessona e al Carema, ma anche alla spumantizzazione».

Quest’anno partecipano nuove aziende che hanno iniziato a spumantizzare il nebbiolo, una pratica che in Piemonte è in uso fin dall’800. Il primo documento è datato 1787: si tratta di un resoconto sulla visita a Torino del presidente americano Thomas Jefferson che “alloggiando all’hotel Angleterre beve vino rosso di nebbiolo, trovandolo vivace come lo Champagne”.

Otto anni fa, nel 2010, un gruppo di aziende ha lanciato il progetto Nebbione: un metodo classico 100% nebbiolo che riposa 45 mesi sui lieviti. Anche loro fanno parte di Nebbiolo Noblesse. Oggi la produzione di bollicine di Nebbiolo si attesta intorno alle 200 mila bottiglie all’anno.

In entrambi gli appuntamenti, a Torino e ad Alba, la prima parte della giornata sarà dedicata a ristoratori, enotecari, giornalisti, sommelier e operatori professionali (ore 12-18) con degustazioni di formaggi piemontesi: Bra e Raschera. Dalle 18 alle 22 a Torino e dalle 18 alle 20 ad Alba, è apertura al pubblico con un biglietto a 25 euro che comprende assaggi liberi e una proposta di aperitivo in bolla.

Anche quest’anno i produttori di Nebbiolo Noblesse chiedono ai ristoratori locali di scommettere con loro e di inserire nella loro carta vini una pagina dedicata alle bollicine di Nebbiolo: “Chiediamo di mettere in carta almeno 6 etichette di spumante locale a base nebbiolo. Metteremo a disposizione dei ristoratori una logistica che permetterà loro di acquistare le bottiglie quando e quante ne avranno bisogno”.

Partner dell’evento sono: la Banca d’Alba, Langhe Tv per le foto e i video, i Consorzi del Bra, del Raschera e Joinfruit, Rastal Italia per la fornitura di bicchieri, gli Stralli di Fermo (un “grissino” schiacciato preparato con kamut o farro biologico che viene prodotto dall’azienda Fermo di Neive), la location Il Palazzotto di Torino e Acquaviva Italia per la fornitura dell’acqua.

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Vitigni autoctoni e vigneti eroici: gli alleati dei territori terrazzati

La viticoltura eroica e i paesaggi terrazzati sono stati il tema al centro del convegno che si è tenuto a Carema (To), in occasione della festa della 65esima Festa dell’uva e del vino. Proprio il “caso Carema”, tipico esempio di paesaggio terrazzato e di viticoltura eroica è stato oggetto di approfondimento da parte di esperti ed addetti ai lavori che sono intervenuti.

“E’ più che mai necessario – ha sottolineato Roberto Gaudio, presidente Cervim – mantenere i vigneti caratterizzati da vitigni autoctoni, che oltre ad essere fonte di reddito, producono vini di elevatissima qualità e dalle tipiche caratteristiche organolettiche. La ricerca e il mantenimento di questi prodotti di nicchia è sicuramente la strada da percorrere nel prossimo futuro, per ottenere prodotti dall’elevata qualità ed espressione della tipicità dei luoghi di produzione.

E’ opportuno incentivare i viticoltori e le nuove generazioni a mantenere e, laddove ce ne sia bisogno, a recuperare questi vigneti terrazzati. In questo senso la recente legge quadro sul vino, che prevede un articolo dedicato alla viticoltura eroica, rappresenta un grande passo in avanti. Solo così – ha aggiunto Gaudio – si potrà continuare a garantire il mantenimento di questa forma di viticoltura eroica, identità storica e sociale di una comunità che, attraverso il suo vino, può raccontare se stessa ed il proprio paesaggio.”

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