Giampaolo Brunelli è il nuovo presidente di Cantina Valpolicella Negrar, il numero 14 nella storia della cooperativa veneta. Ad affiancarlo nel suo mandato triennale in qualità di vice presidente sarà Alessia Ceschi, 33 anni, avvocato a Verona. Entrambi sono nati a Negrar di Valpolicella, sono figli di viticoltori soci pluridecennali della cantina e hanno già avuto esperienza direzionale nei trascorsi direttivi. Brunelli è dal 2014 all’interno del collegio sindacale e Ceschi dal 2020, in qualità di consigliere. Tra i progetti del nuovo corso, la realizzazione di una trentina di vasche dalla capacità di 53 mila ettolitri, entro il 2025.
L’obiettivo è «aumentare la capacità di stoccaggio di vini che necessitano un lungo affinamento». Sarà inoltre concluso l’ampliamento della cantina per altri 2.700 metri quadrati, da destinare a magazzino e all’impianto di imbottigliamento da 12 mila bottiglie all’ora. Altra mission del nuovo presidente è l’allargamento della base sociale – oggi i soci sono 230, per oltre 700 ettari di vigneto – in modo da «rafforzare la capacità produttiva e allargare i mercati». Ultimo progetto è quello di «gettare le basi per realizzare un bilancio di sostenibilità».
«Abbiamo di fronte situazioni molto complesse sia dal punto di vista economico che sociale – commenta il nuovo presidente di Cantina Valpolicella Negrar, Giampaolo Brunelli – a cui però intendiamo rispondere non chiudendoci a riccio, ma con lo slancio e l’energia propri a una compagine “giovane”, che guarda a un futuro migliore, desiderosa di portare la cantina a bissare i primi 90 anni». «Nel mio mandato, in linea con il presidente e il consiglio – aggiunge Alessia Ceschi, prima donna a ricoprire la carica di vice presidente della cantina – porterò la mia professionalità e la mia sensibilità verso il cambiamento, a beneficio dei soci e del territorio».
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Cantina Valpolicella Negrar ha scelto di non rinviare di mesi l’Assemblea generale, possibilità prevista dal Dpcm in corso, per evitare di pagare in ritardo il saldo delle uve alle oltre duecento famiglie di soci. Nel rispetto delle disposizioni vigenti si è adottato un metodo elettorale per corrispondenza, inviando ai soci istruzioni video, bilancio e schede elettorali, quest’ultime riportate da loro in cantina lo scorso 14 novembre nell’arco di 8 fasce orarie per evitare assembramenti.
Il risultato, ottenuto con il 75% di partecipazione, percentuale paragonabile alle scorse assemblee effettuate in presenza, ha visto la sostanziale riconferma del CdA e dei vertici in scadenza, che rimarranno in carica per il prossimo triennio, con la rielezione di Renzo Bighignoli e Gianmichele Giacopuzzi, rispettivamente presidente e vice presidente di Cantina Valpolicella Negrar.
Una scelta, quella effettuata dai soci, che ha voluto premiare la buona conduzione, specie in un periodo così burrascoso, di un’azienda finanziariamente sana, tecnologicamente avanzata, attenta al rispetto dell’ambiente e al legame con il territorio.
“I dati del bilancio 2019/2020 costituiscono un buon risultato – ha affermato il presidente Bighignoli – lo voglio sottolineare con soddisfazione, perché in questo momento storico non è affatto scontato, in quanto siamo tutti consapevoli della complessa situazione economica e produttiva che la Valpolicella sta attraversando, come altri territori di vino”.
Il nostro obiettivo – ha conclusi Bighignoli – sarà quello di assicurare continuità nel proseguire il lavoro intrapreso e garantire stabilità, in modo da riuscire a portare avanti le strategie e i progetti commerciali programmati. Credo altresì che tutelare e garantire la salute nell’ambiente di lavoro, oltre a mantenere alta l’attenzione per l’ambiente esterno, attuando politiche di sicurezza e di sviluppo sostenibile, con lo sguardo puntato anche a progetti di responsabilità sociale, sia l’obiettivo vincente per una grande azienda come la nostra”.
II bilancio 2019/20 di Cantina Valpolicella Negrar registra un fatturato consolidato di 38.265.000 euro (+6,7% rispetto al fatturato precedente di 35.861.000 euro). Una crescita dovuta all’aumento di vendite nella Gdo, sia italiana (+18%) che estera (+15,2%), alla diversificazione dei canali di vendita con la seconda metà dell’esercizio che ha visto un calo di vendite nei punti vendita chiusi per l’emergenza Covid ed un raddoppio delle vendite nel canale e-commerce, attivo fin dal 2016, nonché all’acquisizione di nuovi mercati esteri.
L’export riguarda oggi 55 Paesi (56% per cento sul totale vendite), con Svezia, Danimarca, Germania, Regno Unito, Svizzera e Norvegia tra i principali mercati di riferimento ed Israele, Kazakistan, Filippine e Lituania tra i nuovi mercati acquisiti.
“Il segno positivo – ha dichiarato Daniele Accordini, dg ed enologo della cantina – non ci deve impedire di analizzare questo momento di difficoltà dovuto alla pandemia con grande attenzione, cercando di capire come sta cambiando il nostro settore, avendo il coraggio di modificare le nostre politiche produttive, commerciali ed organizzative per poter competere in un nuovo mercato sempre più globale, sempre più social, dove tutto avviene molto velocemente”.
Oltre a Bighignoli e Giacopuzzi, sono stati riconfermati i consiglieri Pietro Alberto Antolini, Andrea Benedetti, Renzo Berzacola, Fabio Brunelli, Stefano Brunelli, Gianbattista Lavarini, Lino Tommasi, ai quali si aggiungono due nuove giovani nomine, Alessia Ceschi e Loris Turri.
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NEGRAR DI VALPOLICELLA – A fronte dello scenario planetario pieno di incognite dovuto all’emergenza Covid-19 lo scorso 31 marzo Renzo Bighignoli e Daniele Accordini, rispettivamente presidente e direttore di Cantina Valpolicella Negrar, hanno inviato una lettera alle 230 famiglie dei viticoltori soci, in segno di vicinanza emotiva e con la volontà di dar loro notizie sullo stato dell’arte aziendale.
Convito che a far la differenza, oggi più che mai, è la struttura commerciale dell’impresa che premia coloro che hanno diversificato canali di vendita e mercati, Accordini ha scritto nella missiva:
“Questa crisi congiunturale si risolve con il business e l’attenzione ai mercati. Al momento, la grande distribuzioneogni giorno invia ordini, consentendoci di mantenere gli impianti produttivi impegnati, naturalmente nel rispetto delle misure di sicurezze previste dalle autorità che abbiamo adottato fin da subito, assieme alla polizza assicurativa a copertura di rischi derivanti da Covid-19 per tutti i dipendenti, alcuni impiegati in smart-working, altri in regime ridotto.”.
“Il canale di e-commerce lanciato a fine 2016 nel giro di 3 anni è molto cresciuto – prosegue il direttore – registrando nel 2019 il doppio delle vendite rispetto l’anno precedente e quadruplicando il successo di vendita del 2019 da marzo 2020, dimostrandosi oggi fondamentale anche per la vendita della linea premium Domìni Veneti destinata alla ristorazione, canale di vendita oggi completamente fermo. Il mercato estero appare più difficile da interpretare, vista la differente gradualità di contagio che sta colpendo i diversi Paesi”.
“Anche qui è importante diversificare i mercati, per non trovarsi a dipendere dalle dinamiche di un singolo Stato. Tutte misure queste che risultano essere, col senno di poi, pressoché doverose ma che spesso vengono disattese. Se c’è un messaggio che il settore enoico deve cogliere da questa situazione drammatica è proprio la necessità di rispondere velocemente alle nuove dinamiche cambiando le proprie strategie”.
“Per quanto riguarda la prossima vendemmia – dice ancora Accordini – c’è la problematica che riguarda tutta Italia e tutte le denominazioni da Nord a Sud, vale a dire le eccessive giacenze di vino presenti in cantina. E’ come fossimo ritornati all’improvviso agli anni ’80 del secolo scorso, quando la superficie vitata contava 1.200.000 ettari, quasi il doppio degli attuali 634.000″.
“Si sta discutendo fra tutte le organizzazioni di categoria di una distillazione facoltativa con il contributo europeo per cercare di sostenere il prezzo delle uve in vendemmia ed avere lo spazio per poterle incantinare. Nell’immediato, vi è poi un‘altra problematica oggettiva, sfortunatamente ampiamente diffusa in Italia, che si chiama ‘ritardo dei pagamenti‘. E’ facile prevedere che le aziende particolarmente esposte sul fronte dei crediti possano avere una lenta ripresa, mettendone addirittura in discussione la riapertura”.
“Sarà quindi importante fare ricorso agli strumenti finanziari in un’ottica di gestione delle passività generate dal mancato reddito ed anche su questo aspetto, il settore si dovrà presentare il più compatto possibile di fronte agli interlocutori. Per quanto riguarda la cantina, le scelte fatte in passato in tema di patrimonializzazione sono oggi un punto di solidità e sostenibilità che ci permette di guardare al futuro con relativa serenità” – conclude il direttore.
Il settore vitivinicolo è per la Valpolicella simbolo di vita, tenacia e cooperazione. “Vogliamo che questo messaggio arrivi a tutta la nostra comunità anche tramite un gesto doveroso di solidarietà, compiuto nei confronti del nostro ospedale di riferimento, il Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, in prima linea fin dall’esordio dell’epidemia, con uno sforzo umano, tecnologico e organizzativo senza precedenti” – aggiunge Baghignoli.
“A loro abbiamo donato alcuni caschetti respiratori per la terapia sub-intensiva, una piccola goccia in questa situazione di emergenza sanitaria che ha sconvolto le nostre vite. Ma il tempo della malattia ci fa capire ciò che è necessario da ciò che non lo è: per noi, cooperativa agricola e vinicola, è necessario dar valore al nostro esistente, ripensare al significato dell’unione, all’impegno competente nei campi che si conduce con pazienza per sperare, scacciando il panico, di superare la tempesta e poter scrivere fin d’ora la nostra agenda per una visione del futuro migliore” – conclude il presidente.
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NEGRAR – Vigneti su misura, come disegnati dalle mani di un sarto: per dirla all’inglese, “taiolor made“. Usa questa definizione Daniele Accordini, dg ed enologo di Cantina Valpolicella Negrar, per definire l’approccio della cooperativa ai cambiamenti climatici e commentare le recenti modifiche al disciplinare di produzione.
“ll climate change – spiega Accordini – ha imposto nuove modalità di valutazione e analisi nella conduzione del vigneto. Poichè in Valpolicella le vigne si trovano da 80 a 600 metri di altitudine, diventa naturale, se non necessario, che ogni viticoltore possa trovare il miglior modo per dare espressione e valore al proprio vigneto, senza per questo aver paura di snaturare il prodotto Valpolicella”.
Ben vengano dunque soluzioni come quelle adottate di recente nel disciplinare, che consentono di poter aumentare la percentuale di uve di Corvinone, vitigno che ha dimostrato di essersi adattato molto bene alle nuove condizioni climatiche, specie in collina, nella produzione dei vini Doc e Docg della denominazione”, continua Accordini.
LA VENDEMMIA 2019
Dalle uve della vendemmia 2019, la premessa di vini Amarone “più affini al gusto contemporaneo”. In attesa di verificare i risultati delle future vendemmie della cantina cooperativa negrarese – 230 soci viticoltor per700 ettari di vigneto dislocati soprattutto nelle colline della Valpolicella Classica – Accordini anticipa le sue considerazioni sulla vendemmia 2019, iniziata una decina di giorni più tardi e con volumi ridotti del 15-20 per cento rispetto al 2018.
La vendemmia in Valpolicella ci riserva sempre delle sorprese, dopo anni di grande caldo nella fase di maturazione finale, in cui veniva privilegiato l’accumulo zuccherino rispetto a quello aromatico, abbiamo avuto, finalmente, un’annata in cui le basse temperature, unite alle escursioni termiche elevate, hanno consentito un ottimo accumulo di sostanze coloranti e una buona acidità”.
“Nonostante le abbondanti piogge del mese di maggio – evidenzia Accordini – le uve sono sane e spargole, particolarmente adatte, quindi, all’appassimento dell’Amarone. Avremo quindi vini con espressioni più territoriali, di maggior longevità e freschezza”.
“Caratteristiche queste – conclude Accordini – adatte a produrre vini Amarone dal gusto più contemporaneo e moderno, ricercato oggi dai consumatori. Adesso, come sempre, siamo nelle mani del meteo, che se ci regalerà giorni freschi e ventilati, consentirà di trovare riscontro a queste premesse, prima nelle uve e poi nei vini”.
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Sufficienza abbondante solo per tre dei 24 vini della linea “Integralmente prodotto” di Eurospin. Questo il responso della degustazione effettuata ieri dalla nostra redazione. In batteria, tutti i vini sponsorizzati per il secondo anno consecutivo dall’ex campione del mondo dei sommelier, Luca Gardini.
Un carrello della spesa pieno di delusioni, anche a fronte di una spesa complessiva di appena 60 euro. Ma allora chi ha bisogno di chi? Gardini di Eurospin? O Eurospin di Gardini? Senza dubbio la seconda delle ipotesi. “Integralmente prodotto” risulta una linea debole alla prova del calice. Il marketing creato ad hoc nei punti vendita e sui social network, attorno alla figura del noto sommelier, solleva (anche se di poco) l’asticella.
A caccia della campionatura necessaria alla degustazione, ci siamo imbattuti peraltro in annate diverse della stessa tipologia di vino. Segno che l’operazione Eurospin-Gardini è utile anche come “svuota magazzino”. Caso esemplare quello del Merlot Doc Friuli Grave “Il Greto” – prodotto dalla Viticoltori Friulani La Delizia Sca di Casarsa – presente a scaffale con diversi cartoni della vendemmia 2013, oltre alla 2014.
La scarsa riconoscibilità della maggior parte dei vitigni inseriti nella linea “Integralmente prodotto”, inoltre, non fa bene al consumatore. Neppure a quello sprovvisto di palato critico: quello a cui immaginiamo si rivolga Eurospin. Il quadro è quello di un pericoloso appiattimento della qualità media espressa sullo scaffale vini dell’insegna.
Eppure non mancano i nomi noti neppure tra i produttori ai quali si è rivolta la catena Gdo per questa sorta di Private label mascherata. Oltre alla già citata “Delizia La Casarsa,” troviamo la cooperativa pugliese Due Palme per Negroamaro e Primitivo, la Cooperativa di Sant’Antioco per il Carignano del Sulcis, Cantina Valpolicella Negrar per il Bardolino e l’onnipresente Cantina di Soave per il Soave. Tutte etichette bocciate.
Escono meglio la siciliana Cantine Settesoli con il Grillo, e la lombarda Cantina di Casteggio (Terre d’Oltrepò), in Oltrepò pavese, con lo spumante Metodo Classico di Pinot Nero Docg. Prodotti che si aggiudicano una stiracchiata sufficienza gusto-olfattiva, visto anche il rapporto qualità prezzo.
Di seguito le nostre note di degustazione dell’intera linea di vini “Integralmente prodotti”, con relativa valutazione in “cestelli della spesa”, anticipate dalla descrizione dell’ufficio marketing-pubblicità di Eurospin.
LA DEGUSTAZIONE
Müller Thurgau Vigneti delle Dolomiti Igt 2016 “Poderi di Enrico II”
Giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli. Il green feeling del colore rimane anche al naso, in cui alla frutta bianca si accompagna una nota leggermente muschiata. Bocca agile, dinamica, agrumata non troppo impegnativa, ma neppure troppo complicata.
(2 / 5) Giallo paglierino scarico, riflessi verdolini. Naso di frutta a polpa bianca matura, litchi, ananas, papaya matura. Ingresso morbido, frutto maturo, che vira su sensazioni talco e mentuccia. Corto di persistenza, chiude leggermente amarognolo.
Soave Doc 2016 “La Pieve”
Agrumi e frutta bianca al naso. In fase di assaggio il refrain non cambia, almeno nella parte iniziale e centrale del sorso. Il finale invece è caratterizzato da toni sapidi che donano al sorso una discreta persistenza post assaggio.
(2 / 5) Giallo paglierino scarico, un po’ velato. Naso morbido, pesca gialla matura. Alla corretta temperatura viene fuori il minerale, qualche nota vegetale, un filo leggero di pepe bianco e buccia di pompelmo. Ingesso morbido al palato, sulla frutta a polpa bianca. Svolta prima acido-agrumata, poi sapida. Persistenza tutta sul sale, comunque corta. Un vino duro.
Verduzzo Veneto Igt frizzante 2016 Meolo
Profumi di frutta bianca e una leggera nota che ricorda la salvia. In bocca le sensazioni paiono decisamente più agrumate. A non cambiare invece è la nota piacevolmente balsamica che si avvertiva anche al naso. Molto versatile in fase di abbinamento.
(2,5 / 5) Bianco carta. Pera kaiser al naso, pesca bianca. Corrispondente in bocca. Grande morbidezza al palato, dovuta a un residuo zuccherino piuttosto evidente.
Pinot Grigio Vigneti delle Dolomiti Igt 2016 “Poderi di Enrico II”
Al naso parte delicato con profumi fruttati, in particolare su quelle tonalità che fanno ricordare la frutta a polpa bianca. Il sorso si muove sulle stesse coordinate del naso, aggiungendo tuttavia sensazioni agrumate e lievemente balsamiche.
(3,5 / 5) Colore giallo paglierino. Naso di banana, non molto intenso, in un contorno leggero di talco e mineralità salina. Qualche richiamo ai profumi terrosi del bosco, dopo la pioggia. Morbido in ingresso, al palato. Fresco, poi sapido. Più che sufficiente la persistenza. Una delle etichette che convincono nella linea di vini “Integralmente prodotti” di Eurospin.
Pignoletto Reno Doc Vino frizzante 2016 “Corte del Borgo”
Paglierino con riflessi verdolini. I profumi ricordano i fiori bianchi e gli agrumi. In bocca ritorna l’agrume, asciutto e non troppo aspro, in questa fase alternato a un certo green feeling che non sa di acerbo ma di aromatico.
(1,5 / 5) Paglierino. Naso di mela gialla matura e uva spina. In bocca disarmonico, a dir poco: lotta continua tra la parte morbida, zuccherina, e la parte salata. Squilibrato.
Falanghina del Sannio Dop 2016 La Guardiense
Profumi freschi di grande pulizia. Ci sono gli agrumi, la frutta bianca, oltre a quelle delicate sensazioni balsamiche e quasi mentolate che in bocca donano, specie sul finale del sorso, una bella verve e una rinfrescante bevibilità.
(3 / 5) Giallo paglierino, riflessi dorati. Naso che ha bisogno della corretta temperatura per esprimersi. Agrumi, talco. In bocca la classica tensione acida della Falanghina giovane. Non molto elegante, ma sufficientemente persistente.
Vermentino di Gallura Docg 2016 “Costa Dorada”
Ti porta ai tropici con i profumi fruttati, tanto mango, per poi farti atterrare, questa volta durante l’assaggio, in un clima più mediterraneo. Il sorso rimane centrato sulla sfera fruttata con agrumi dolci e qualche lampo di macchia mediterranea.
(3 / 5) Calice giallo paglierino. Ananas, miele, un minimo di mineralità al naso. Poco intenso, nel complesso, al naso. Bocca corrispondente, con richiami esotici di papaya e ananas e chiusura amarognola tipica. Voto sufficiente ma stiracchiato.
Grillo Terre Siciliane Igt 2016 “Isola del sole”
Colore giallo paglierino. Attacca, al naso, facendo ricordare gli agrumi mescolati con toni lievemente tropicali, mai troppo dolci. La bocca è una fedele trasposizione del naso a base di agrumi e frutta gialla matura. La sapidità qui ha contorni quasi iodati.
(3,5 / 5) Giallo paglierino. Naso giocato tra iodio, macchia mediterranea, agrume maturo (bergamotto), foglia di pomodoro e the nero. Bocca acida, pulita, sapida, corrispondente sugli agrumi. Sufficientemente persistente. Un Il secondo vino della linea “Integralmente prodotto” Eurospin che si discosta dalla media.
Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot nero Docg Spumante Brut “
Il frutto, nota dominante al naso, ricorda in particolar modo il lampone e la mela. La bocca ritorna sulla sensazione di mela, anche se in questa fase le affianca una nota di susina gialla, completata dalle classiche note di lievito. Sottofondo agrumato.
(3 / 5) Giallo paglierino. Perlage mediamente fine, persistente. Al naso crosta di pane caratteristica dei lieviti, agrumi, frutta a polpa bianca (pesca, mela) e uva spina. Una punta di balsamico. Un naso che perde eleganza nella permanenza nel calice. In bocca bollicina un po’ aggressiva in ingresso, ma pronta a distendersi nel sorso. Palato dominato dagli agrumi. Chiude, sempre “duro”, sull’arancia e sul lime. Retrolfattivo sul pompelmo. Un prodotto che non sfodera certo l’eleganza dei Pinot Nero oltrepadani, ma che neppure sfigurerebbe su una tavola poco pretenziosa.
Prosecco Doc Vino frizzante
Il tris di fiori bianchi, frutta a polpa bianca e note di lievito determinano il bouquet di profumi. In bocca le sensazioni aumentano non tanto di numero, quanto in definizione e realismo. Buone doti di beva.
Non valutato: stock assente
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Doc 2016 Ccm Montecarotto
Mela verde e agrumi fanno capolino al naso. In bocca ritorna la parte fruttata con sentori esotici portati in dote da sensazioni dolci-acide di ananas fresco. Finale sapido come vuole il vitigno.
(3,5 / 5) Giallo paglierino, riflessi dorati. Bel naso, caratteristico, minerale, erbaceo. In bocca conferma la mineralità, salina. Chiude fresco, acido, e sapido. Terzo vino convincente della linea “Integralmente prodotto” Eurospin.
Orvieto Doc 2016 “Loggia delle Poste”
Leggera nota floreale di fiori bianchi, seguita da più evidenti note fruttate, soprattutto agrumate. Dopo l’identikit dei profumi, il sorso mette in luce una bocca piuttosto snella e tesa, tutta bergamotto, lime e sale.
(3 / 5) Paglierino. Naso di erba giovane, appena tagliata. Un filo di mineralità leggera. Buccia di pompelmo. Bocca tutta sapida e di limone. Un vino che forse troverà nei prossimi mesi un definitivo equilibrio.
Cerasuolo d’Abruzzo Dop Co.ci Ortona
Colore rosa antico. La rosa, in questo caso il fiore, è la prima sensazione che si avverte al naso, insieme a quella parte fruttata che rimanda al frutto rosso. In bocca proprio la ciliegia fresca diventa protagonista, garantendo freschezza e bevibilità.
Non giudicabile: bottiglia difettata (acido acetico)
Barbera d’Asti Superiore Docg 2015 Cantina Sociale di Castel Boglione
La frutta rossa mescolata a tonalità speziate caratterizza il naso. La bocca riparte dalle sensazioni olfattive, anche se il frutto, acido e succoso, domina la prima parte del sorso, mentre la spezia, cannella e pepe rosa, caratterizza il finale.
(2,5 / 5) Rosso rubino impenetrabile, denso. Naso da sondare con la torcia. Sentori poco fini di frutta rossa, tra cui spicca il ribes. Qualche richiamo animale e di straccio bagnato. Al palato note sapide in disarmonia con il quadro fruttato.
Merlot Friuli Doc “Il Greto” La Delizia di Casarsa
Naso quasi vellutato con frutto scuro e qualche nota balsamica per nulla pungente. In bocca ha una bella trama fruttata, supportata da un corpo mai eccessivo. Nel finale si avverte una piacevole nota amarotica, oltre a un tannino di natura sapida.
– (2,5 / 5) 2014: Rosso rubino poco trasparente. Naso tipico: vegetale, frutto rosso, nota dolce tra la confettura e il miele, disturbata da una percezione di smalto. In bocca corrispondente.
– (3 / 5) 2013: Rosso rubino denso, quasi impenetrabile. Naso di liquirizia, evoluto, erbaceo. Fumè. In bocca manca un po’ di corpo, ma sapidità e frutto sempre presenti. Bottiglia giunta però al culmine della curva evolutiva, senza emozionare.
Chianti Riserva Docg 2014 Loggia delle Poste
Il frutto rosso che mette in evidenza il naso è in prevalenza fresco, anche se non manca qualche tono di confettura di amarena. In bocca è succoso, snello, dotato di una speziatura che ricorda il pepe rosa e il chiodo di garofano. Tannino dolce.
(3 / 5) Rosso rubino impenetrabile. Altro vino dal naso piuttosto debole. Frutto rosso, macchia mediterranea, talco. Al palato appare corrispondente, ma non è un Chianti da ricordare.
Bardolino Doc 2016 Gran Signoria
Intensi profumi di frutti rossi. In bocca è asciutto e molto realistico, specie su quelle sensazioni, avvertibili fino a metà bocca, che ricordano la ciliegia e l’amarena. Finale delicatamente speziato. Grande facilità di abbinamento.
(2 / 5) Entry level a dir poco. Naso e bocca piatti, su tinte di ciliegia e amarena. Persistenza sconosciuta. Vino da tavola senza minime pretese.
Lambrusco Grasparossa Doc Frizzante 2016 Amabile Corte del Borgo
Bello il colore viola che riprende, cromaticamente, alcune tra le sensazioni (viola e mora) che più fanno capolino sia al naso sia in bocca. Se poi all’assaggio ci aggiungi anche la morbidezza un po’ zuccherosa della confettura di ciliegia, ecco che l’identikit di questo vino può dirsi completo.
(1,5 / 5) Rosso impenetrabile. Naso di mela matura, rossa. Bocca corrispondente. Al limite della bevibilità, se trattato alla stregua del vino.
Morellino di Scansano Docg 2016 Poggio d’Elci
Rosso e nero, parlo di frutto, sono i protagonisti del naso. In bocca il vino si manifesta sulle stesse sensazioni, inserendole in un sorso dal corpo medio. La descrizione dell’assaggio non rimane circoscritta al frutto, mettendo in luce una discreta varietà di piante aromatiche. Tannino potente.
(2 / 5) Rosso rubino piuttosto trasparente. Naso di frutta, lampone e rosa. Un poco di mineralità sapida. Frutto che pecca in finezza, tannino non pervenuto. Corto.
Syrah Terre Siciliane 2016 Poderi Ciacaranni
Profuma in prevalenza di frutto scuro anche se non manca, sempre al naso, un delicato sottofondo speziato di chiodo di garofano e pepe nero. In bocca la parte del frutto scuro, un mix tra mora e ciliegia fresca, lascia spazio alle spezie piccanti specie nel finale del sorso.
(3 / 5) Rosso rubino poco trasparente. Frutto rosso e spezie: pepe nero. Bella bocca piena, di nuovo di frutto rosso. Un filo di troppo di residuo zuccherino, che copre e disturba la sapidità, pur non andando a contrastarla.
Carignano del Sulcis 2016 Isolasarda
Profumi di frutti neri accompagnati da note terrose. In bocca entra con note di gelso, rimanendo poi comunque sul frutto scuro grazie a tonalità che ricordano nitidamente la mora. Finale leggeremente vegetale, completato da note di grafite. Tannino salato.
(2 / 5) Rosso rubino impenetrabile. Naso flebile frutta rossa, più balsamico ed erbaceo. In bocca il calore tipico del Carignano è smorzato dall’eccessivo residuo zuccherino.
Chianti Classico 2015 Montostoli
Floreale (viola) e fruttato (melograno e ciliegia) al naso. In bocca la parte fruttata prende il sopravvento, grazie a un frutto rosso fresco, succoso, ma anche leggermente alcolico. Dalla seconda metà dell’assaggio compare una sottile trama balsamica. Tannino acido.
(3 / 5) Rosso rubino impenetrabile. Naso di melograno e ciliegia, una punta spezie (pepe nero). Prima volta che si percepisce il tannino in un vino Eurospin. Da abbinare, facile, alla carne.
Primitivo Salento 2016 Solemoro
Floreale (viola) e fruttato (melograno e ciliegia) al naso. In bocca la parte fruttata prende il sopravvento, grazie a un frutto rosso fresco, succoso, ma anche leggermente alcolico. Dalla seconda metà dell’assaggio compare una sottile trama balsamica. Tannino acido.
(2,5 / 5) Rosso rubino poco trasparente, quasi impenetrabile. Frutta matura, erbe. Un residuo zuccherino che piacerà forse alle donne, ma che in fin dei conti appesantisce la beva. Prodotto da relegare alla categoria dei “piacioni”.
Negroamaro Salento 2016 Solemoro
Olfatto fruttato. Nonostante questo sia il tema principale il naso non manca di complessità, per merito di una bella alternanza di frutta a polpa gialla e bacche fresche. Il sorso si discosta da quest’abbondanza di sensazioni fruttate, grazie anche a note di carruba, frutta secca e spezie scure.
(2,5 / 5) Rosso impenetrabile. Naso di marmellata, prugna, ciliegia, amarena. In bocca il classico “dolcione pugliese”. Ma di quelli di una volta. Perché oggi, in Puglia, si beve di gran lunga meglio. Anche senza spendere tanto di più.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
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