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Teroldego Rotaliano Musivum: l’ultima tessera del “mosaico” di Mezzacorona

Teroldego Rotaliano Musivum l'ultima tessera del mosaico di Mezzacorona

Musivum chiude il cerchio con la presentazione del Teroldego Rotaliano Doc Superiore Riserva 2016. L’ultima tessera del mosaico di vini di territorio di Cantina Mezzacorona è stata presentata la scorsa settimana, al Palazzo Conti Martini di Mezzocorona (TN).

Musivum, dal latino appunto “mosaico”, è un progetto che valorizza e coinvolge viticoltori e vigneti distribuiti in tutte le aree viticole del Trentino e della Bassa Atesina, controllate dalla cooperativa Mezzacorona: Piana Rotaliana, Colline di Faedo, Sogni e Pressano, Val di Cembra, Trento, Vallagarina, Ala, Salorno, Pochi, Magrè, Montagna.

Tra i soci che collaborano al progetto c’è Mirta Menestrina. Il presidente Luca Rigotti e il direttore generale Francesco Giovannini hanno voluto fosse lei a presentare uno dei vigneti di Teroldego, con piante centenarie, da cui prende vita Musivum.

UN’ANNATA FAVOREVOLE PER IL TEROLDEGO ROTALIANO

Il Teroldego Rotaliano Doc Superiore Riserva 2016 si aggiunge a Pinot Grigio, Chardonnay, Müller-Thurgau, Gewurztraminer, Marzemino e Lagrein. L’annata ha riservato una condizione ambientale favorevole per tutto il periodo vegetativo.

Assenza di precipitazioni e forti escursioni durante l’ultima fase di maturazione hanno permesso di ottenere uve con un’ottima concentrazione zuccherina e aromatica.

Dopo la raccolta a mano, avvenuta alla fine di settembre, la fermentazione è stata effettuata a temperatura controllata. Affinamento per 14-16 mesi in botti di legno e una scelta di riservare una piccola parte in anfore di terracotta.

A seguire, un lungo affinamento in bottiglia per oltre tre anni, prima dell’immissione in commercio. Per questa annata sono state prodotte 4.857 bottiglie, in etichette singolarmente numerate a mano.

TEROLDEGO MUSIVUM: LA DEGUSTAZIONE

La degustazione del Teroldego Rotaliano Musivum è stata guidata dal sommelier trentino Roberto Anesi. Il vino presenta una bellissima cromaticità, un colore rosso rubino intenso, con leggere sfumature granate.

Al naso gran espressione del varietale e pulizia, con note di piccoli frutti rossi, mirtillo, ribes e ciliegia e sentori speziati, risultato dalla maturazione nei piccoli contenitori di legno. Ecco cacao amaro, ginepro, eucalipto. Al palato la coerenza con le note avvertite al naso, arricchite da una sensazione di pienezza armonica e vellutata. Un vino dal lungo potenziale di longevità.

Ad accompagnare la presentazione dell’ultimo tassello del mosaico Musivum di Mezzacorona, i piatti dello chef Peter Brunel del Ristorante Gourmet di Arco (TN). Uno per ogni vino della collezione, inaugurata nel 2019 con Pinot Grigio e Müller-Thurgau.

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Mezzacorona punta sul vino in anfora: quattro cru trentini in terracotta

TRENTO – C’erano una volta la Georgia, l’Armenia e i vignaioli controcorrente come Josko Gravner ed Elisabetta Foradori. Oggi, l’idea di produrre vini in anfora è meno “pazza” e rivoluzionaria rispetto al passato. Anzi, sembra seguire una precisa logica di mercato.

Chiedere per credere al colosso Mezzacorona, cooperativa trentina da 1600 soci a cui sono stati liquidati quasi 64 milioni di euro nel 2017, anno record per il fatturato (185 milioni di euro).

Da qualche mese, nella nuova (splendida) barricaia di Mezzacorona si possono trovare 8 anfore di terracotta, accanto alle solite piccole botti di rovere e ai tonneaux. A cullarle, una luce blu soffusa e un sottofondo di musica classica, in pieno stile biodinamico.

Pinot Grigio, Chardonnay, Traminer e Teroldego Rotaliano sono le quattro varietà su cui la cooperativa ha puntato al termine di numerosi anni di studio.

“Un elemento nuovo – spiega Davide Semenzato, brand ambassador di Mezzacorona – ancora in fase di sperimentazione. Tutto è partito da un progetto di zonazione che, tra gli altri obiettivi, si poneva quello di individuare i vigneti in grado di offrirci le uve migliori per questo tipo di vinificazione”.

A differenza di Elisabetta Foradori, che ha scelto anfore per la maggior parte spagnole, Mezzacorona ha puntato su un produttore trentino. “Si tratta di terracotta non vetrificata – precisa Semenzato – nella quale andremo a vinificare veri e propri cru di quattro uvaggi tipici trentini. Sarà una produzione di nicchia: circa 500 bottiglie riservate all’Horeca”.

Vini che, dunque, non saranno reperibili nei supermercati come gran parte delle etichette a marchio Mezzacorona. “Anche se non parliamo di macerati in stile friulano – anticipa Semenzato – quello delle anfore è un mondo molto interessante sul quale vogliamo sperimentare, per capire come poter adattare questa tecnica ai nostri prodotti”.

D’altro canto, Mezzacorona sta raccogliendo i primi risultati dei test sui Piwi (acronimo del tedesco Pilzwiderstandfähig) le varietà di vite resistenti agli attacchi fungini. In particolare, la cooperativa trentina ha puntato tutto sulla Solaris, che sta dando ottimi risultati.

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