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Export italiano di vino e uva: ecco la mappa

L’agroalimentare “made in Italy” nel mondo vale 38 miliardi di euro all’anno e cresce del 3,5%, secondo i dati della Camera di commercio di Milano. Ma per sapere dove va e da dove parte l’export, quali sono i maggiori mercati di sbocco e i prodotti più apprezzati arriva la mappa: “L’agroalimentare italiano nel mondo”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano e Coldiretti, con Promos, azienda speciale della Camera di commercio per le Attività Internazionali. La mappa, disponibile in italiano e inglese, è scaricabile in Internet (http://www.promos-milano.it/Informazione/Note-Settoriali/Mappa-Export-Agroalimentare.kl). Un documento che arriva a poche ore da “Milano Food City”, la settimana dedicata al cibo e alla cultura della sana alimentazione, in programma dal 4 all’11 maggio, con oltre 320 eventi.

L’EXPORT DI VINO E UVA
L’export di vino e uva italiana vale 5,6 miliardi e segna un +4,3%. Il maggiori partner sono gli USA (24%), seguiti da Germania (17,4%) e Regno Unito (13,6%). I mercati emergenti sono quelli di Polonia (+27%), Repubblica Ceca (+20,1%) e Cina (+13,8%). Trai primi 20: Svizzera, Canada e Francia.

Per quanto riguarda uva e agrumi, il valore dell’export dell’Italia raggiunge i 3,4 miliardi, con un +2,9%. I maggiori partner sono Germania (29,6%), Francia (9,5%) e Spagna (5,6%). I mercati emergenti Austria (+13,7%), Arabia Saudita (+13,3%) e Slovenia (+12%). Tra i primi 20: Regno Unito, Svezia, Egitto.

L’AGROALIMENTARE
Spiega Giovanni Benedetti, Direttore della Coldiretti Lombardia e membro di giunta della Camera di commercio di Milano: “Expo ha dato un contributo significativo al confronto sul mondo dell’alimentazione che bisogna mantenere come punto di riferimento per le iniziative della città. Non è un caso che nel mondo il patrimonio eno gastronomico italiano sia tra i più copiati, con un valore che ogni anno raggiunge i 60 miliardi di euro, che vengono sottratti all’economia del nostro Paese”.

“Con un export agroalimentare che ha raggiunto i 38 miliardi di euro totali – continua Benedetti – parlare di cibo in Italia non è più solo un tema per addetti del settore, ma significa ragionare su quelli  che possono essere, per tutti, gli sviluppi economici e occupazionali di un comparto sempre più importante”.

Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera concentrano la metà dell’export. Tutte le principali destinazioni sono in crescita, in particolare Stati Uniti (+5,7%), Francia e Germania (+3%). In ascesa anche la Spagna 6° (+7,2%) e i Paesi Bassi 7° (+6,2%). Ma i prodotti “made in Italy” raggiungono anche Giappone (al 10° posto), Canada (11°), Australia (16°) e Cina (20°).

In aumento soprattutto Romania (+16%) e Repubblica Ceca (+13%) ma torna a crescere anche la Russia, +10% (19°). E se la Germania e la Francia sono i primi acquirenti per quasi tutti i prodotti, gli Stati Uniti eccellono per vini, acque minerali e oli, la Spagna per pesce fresco, le Filippine e la Grecia per alimenti per animali.

In forte crescita la Corea del Sud per prodotti da forno e lattiero caseari, l’Austria e l’Arabia Saudita per uva e agrumi, la Cina per gelati e oli, la Romania per cioccolato, caffè, piatti pronti e pesce lavorato, la Libia per frutta e ortaggi, Hong Kong per carni, Etiopia e Kenya per granaglie, la Russia per alimenti per animali, il Belgio per cereali e riso, la Polonia per vini e la Spagna per acque minerali. Emerge da elaborazioni della Camera di commercio di Milano su dati Istat, anni 2016 e 2015.

I PRODOTTI MADE IN ITALY PIU’ ESPORTATI
Cioccolato, tè, caffè, spezie e piatti pronti con 6,2 miliardi di euro, seguiti dai vini con 5,6 miliardi di euro, vengono poi pane, pasta e farinacei con 3,6 miliardi di euro ma anche frutta e ortaggi lavorati e conservati, uva e agrumi con 3,4 miliardi di euro. Gli aumenti più consistenti si registrano per cioccolato, latte e formaggi, pesca e acquacoltura (+6%), oli e gelati (+5%), vini e granaglie (+4%).

I maggiori esportatori italiani? Verona con 2,9 miliardi di euro, Cuneo con 2,5 miliardi e Parma con 1,6 miliardi, Milano è quinta con 1,4 miliardi, il 4% del totale. Bolzano 4°, Salerno 6° e Modena 7°. Tra le prime venti posizioni la maggiore crescita a Venezia (+15%), Padova (+12%), Firenze, Torino e Bergamo (+11%).

LA LOMBARDIA
Con 5,9 miliardi di export, la Lombardia rappresenta più di un settimo del totale italiano. Oltre a Milano, 5° in Italia, tra le prime 20 ci sono anche Bergamo 12° e Mantova 18°. A crescere di più sono Lodi che raddoppia il suo export (+103,8%), Sondrio (+16,1%), Cremona e Varese (+11%).

La Lombardia per peso sul totale nazionale si distingue in pesci, crostacei lavorati e conservati, con il 38%: Como leader italiana (31%, +12,1%), Brescia 10° e Milano 14°, ma anche in prodotti lattiero-caseari dove rappresenta il 36,8% del totale con Mantova 3°, Lodi 4°, Cremona 6°, Brescia 7°, Bergamo 9°, Pavia 14° e Milano 15°. Pavia è invece al primo posto per granaglie, amidi e prodotti amidacei (16% nazionale).

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Food Lifestyle & Travel

Panettone, volano le vendite. Milano, assaggi gratis in 80 pasticcerie

Cresce il business del panettone, 2,5 milioni in più rispetto allo scorso anno, +5%. Affari per 60 milioni legati al dolce tipico milanese, che vale circa un quarto delle vendite in pasticceria di questo periodo. E’ quanto emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su oltre trenta pasticcerie milanesi contattate in questi giorni. Il cliente torna e ne acquista uno ogni dieci giorni. Per 9 su 10 va il liscio con uvetta e canditi. Per i pasticceri è il simbolo principale e naturale di Milano (55% moltissimo, 42% molto). Per il 61% supera la dieta mediterranea (32%) come simbolo del nostro territorio per gli stranieri.  Stranieri che crescono tra la clientela, un cliente su venti, il 5%. Il 32% è favorevole a un panettone in versione estiva per avere un dolce tipico tutto l’anno.

LA GIORNATA DEL PANETTONE
E per gli amanti del genere, il 15 dicembre è una data da segnare sul calendario. Si terrà infatti a Milano la “Giornata del Panettone: assaggi gratis in 80 pasticcerie”. I pasticceri aderenti esporranno in vetrina la vetrofania per invitare i clienti alla prova del panettone artigianale. Si tratta di un’iniziativa della Camera di commercio di Milano e Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza in collaborazione con l’associazione Panificatori, Assofood (dettaglio alimentare), EPAM (pubblici esercizi), Promo.Ter Unione, Unione Artigiani della Provincia di Milano e APA Confartigianato Milano, Monza e Brianza, insieme ai consumatori. Sono 150 i pasticceri e i panettieri che hanno aderito all’iniziativa a Milano e provincia e esporranno la vetrofania con il logo in vetrina. Il loro panettone è un prodotto fresco, senza conservanti e artigianale. Il marchio “panettone tipico della tradizione artigianale milanese” è depositato presso l’Ufficio Brevetti della Camera di commercio di Milano. Una iniziativa promossa dalla Camera di commercio di Milano, dal Comitato dei Maestri Pasticceri Milanesi, dalle Associazioni dei pasticceri, dei panificatori, degli artigiani e dei consumatori.

COME RICONOSCERE IL VERO PANETTONE DI MILANO
Che cosa distingue il panettone artigianale milanese? Viene realizzato secondo un regolamento tecnico con determinati ingredienti, nelle proporzioni stabilite e seguendo le tecniche della lavorazione artigianale. “Il panettone, come emerge dall’indagine, è  uno dei marchi più riconoscibili della nostra città – ha commentato Alfredo Zini, consigliere Camera di commercio di Milano -. Rappresenta un dolce di successo anche per gli stranieri che possono avvicinarsi a  questa tradizione milanese all’insegna di buon gusto e qualità. Anche quest’anno il panettone non mancherà e sarà protagonista in tavola, per festeggiare il Natale”.

“Il panettone ancora oggi – ha dichiarato Marco Accornero, consigliere della Camera di commercio di Milano e segretario generale dell’Unione Artigiani della Provincia di Milano –  è prodotto in modo artigianale con l’accuratezza, la sapienza, gli ingredienti nostrani e il buon gusto di una volta. Per questo valorizziamo, partecipando a  questa iniziativa con esperti pasticceri, la qualità di un prodotto simbolo della nostra città”.

“Con questo marchio tuteliamo e promuoviamo un prodotto portatore dell’immagine e del gusto di Milano nel mondo – ha dichiarato Pietro Restelli, presidente Associazione Panificatori Milano, Monza Brianza e province (Confcommercio Milano) – grazie alle sapienti lavorazioni artigianali dei nostri laboratori dolciari”.

“Una iniziativa a cui aderiamo fin dagli inizi come associazione – ha dichiarato Carlo Freni, consigliere di Epam, Associazione pubblici esercizi di Confcommercio Milano -. Crediamo che oggi sia sempre più importante mettere in luce la capacità dei nostri pasticceri, che può essere sempre più apprezzata non solo a livello locale, ma anche internazionale”.

“Si tratta di una opportunità per le imprese del settore – ha affermato Sergio Monfrini, presidente di Assofood Confcommercio Milano – di essere percepite ad un alto livello qualitativo grazie al marchio in vetrina. Una opportunità per i milanesi che per Natale cercano un buon panettone”.

“Occorre riscoprire lavorazioni e sapori antichi come fattore di appartenenza alla realtà in cui viviamo e al nostro territorio, affidandoci alla qualità dei nostri prodotti artigianali –  ha commentato Vincenzo Mamoli  – membro di giunta della Camera di commercio e Segretario regionale di Confartigianato Lombardia”.

“Grazie al disciplinare di produzione del panettone tipico della tradizione artigiana milanese – ha dichiarato Liberata Dell’Arciprete, consigliere della Camera di commercio in rappresentanza dei consumatori – oltre che dare un marchio al panettone tipico prodotto nei vari forni della città, consentiamo al consumatore di poter scegliere un prodotto simbolo del Natale di cui conosce gli ingredienti utilizzati (e quelli per cui non è consentito l’uso) e anche l’intero processo di produzione nelle diverse fasi di lavorazione”.

IL SETTORE DOLCIARIO IN LOMBARDIA
Sono oltre 41 mila le imprese in Italia coinvolte nella produzione e nel commercio di prodotti di pasticceria e panetteria, di cui 5.100 in Lombardia. Milano è al terzo posto in Italia con 1.806 imprese, dopo Napoli (2.396) e Roma (1.863), seguita nella classifica regionale da Brescia (695) e Bergamo (573). In Lombardia sono oltre 23 mila gli addetti coinvolti nel settore e 159 mila in Italia. Milano è prima in Italia con 8.571 addetti, seguita da Roma (6.860) e Napoli (5.925). In Lombardia è seguita da Brescia (2.938), Bergamo (2.446) e Varese (2.102).

I dolci lombardi all’estero valgono 600 milioni all’anno, primi Europa e USA. L’import-export lombardo di prodotti da forno e dolci è di 458 milioni di euro nei primi sei mesi del 2016 su 2,1 miliardi di interscambio nazionale, il 21,5%, +1,9% in un anno. Solo l’export vale 600 milioni all’anno. Supera i 200 milioni di euro l’import-export milanese nel semestre, di cui 137 milioni solo di export che si dirige soprattutto verso l’Unione Europea (108 milioni), America del Nord e Estremo Oriente. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat al primo semestre 2016 e 2015.

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