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Ludovico Maria Botti nuovo vicepresidente Cevi – Vignaioli Indipendenti europei

Ludovico Maria Botti nuovo vicepresidente Cevi - Vignaioli Indipendenti europei Samuel Masse presidente al posto di Matilde Poggi
Ludovico Maria Botti Cevi Vignaioli Indipendenti europei Cevi, Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti, continua a parlare italiano con l’ingresso di Ludovico Maria Botti nel ruolo di vicepresidente. Il vignaiolo del Lazio, già membro del consiglio direttivo nazionale di Fivi, è la quota tricolore nel nuovo team direttivo, che perde tuttavia la presidenza italiana. Matilde Poggi, alla guida della Cevi dal 2021, lascia infatti il posto al nuovo presidente Samuel Masse, 36 anni, vignaiolo francese della regione dell’Hérault. L’elezione è avvenuta oggi, durante l’Assemblea Generale dell’organizzazione, tenutasi proprio nel Lazio.

Matilde Poggi, che ha deciso di non ricandidarsi dopo quattro anni di presidenza, ha espresso grande soddisfazione per il lavoro svolto, assicurando che la Cevi è ora «in ottime mani» con Masse. Già presidente del Ceja, il Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori nel 2021, il vigneron porta con sé una solida esperienza nelle dinamiche istituzionali dell’Unione Europea e nella difesa dell’agricoltura familiare e giovanile. Ludovico Maria Botti Cevi Vignaioli Indipendenti europei. https://www.cevi-eciw.eu/

CEVI – VIGNAIOLI EUROPEI: GLI OBIETTIVI DEL NUOVO PRESIDENTE SAMUEL MASSE

Le stesse che sarà chiamato a difendere Ludovico Maria Botti (Azienda Biologica Trebotti, Tuscia), accanto agli altri due vicepresidenti Mateja Škrl Kocijančič (Slovenia) e Josef Valihrach (Repubblica Ceca). Nominato tesoriere Guy Krier (Lussemburgo), mentre Ivo Varbanov (Bulgaria) è il nuovo Segretario generale della Cevi. Tra gli obiettivi principali del neo presidente ci sono l’ampliamento della base associativa della Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti, che intende tutelare circa 200 mila vignaioli indipendenti in 12 Paesi europei. Tutte realtà che contribuiscono significativamente allo sviluppo economico e sociale delle regioni vinicole di appartenenza. Altro obiettivo della nuova presidenza targata Samuel Masse è il rafforzamento della capacità di Cevi di influire sulle politiche europee.

Tutte realtà che contribuiscono significativamente allo sviluppo economico e sociale delle regioni vinicole di appartenenza. Altro obiettivo della nuova presidenza targata Samuel Masse è il rafforzamento della capacità di Cevi di influire sulle politiche europee.ht

Tutte realtà che contribuiscono significativamente allo sviluppo economico e sociale delle regioni vinicole di appartenenza. Altro obiettivo della nuova presidenza targata Samuel Masse è il rafforzamento della capacità di Cevi di influire sulle politiche europee.tps://trebotti.it/vini

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Schengen, esultano gli italiani che producono vino in Romania e Bulgaria


L’integrazione completa di Romania e Bulgaria nell’area Schengen, prevista a partire dal 1° gennaio 2025, avrà un impatto significativo sul settore vinicolo dei due Paesi dell’Est Europa. L’eliminazione dei controlli alle frontiere terrestri con gli altri Stati membri dell’Unione europea – che si affiancherà a quella già in vigore negli aeroporti – faciliterà il commercio dei vini romeni e bulgari. I benefici vanno dalla riduzione dei tempi di trasporto e dei costi logistici a un maggiore e più agevole accesso ai mercati europei. Indubbio l’aumento dell’attrattività per gli investimenti esteri, così come la spinta nella promozione dell’enoturismo in Romania e Bulgaria. Paesi tutt’altro che da sottovalutare, come dimostra la presenza di diversi italiani che li hanno scelti – ormai da diversi anni – per realizzare cantine di successo.

È il caso di Roberto Di Filippo – che in Umbria produce Sagrantino di Montefalco – e della sua Crama Delta Dunarii “La Sapata”, 23 ettari a Somova, sul Delta del Danubio – a pochi chilometri dalla Moldavia e dall’Ucraina – coltivati secondo i dettami della biodinamica. Sempre in Romania, ma in Transilvania, ai piedi dei Carpazi, ecco i 75 ettari di Lechburg, dei fratelli Ettore e Cristiano Guarato. In Bulgaria, per l’esattezza ad Elenovo, a circa 15 chilometri da Nova Zagora, in Tracia, c’è invece la cantina Edoardo Miroglio Winery, dell’omonima famiglia piemontese proprietaria di Tenuta Carretta a Piobesi d’Alba (Cuneo). Investimento importantissimo quello in terra bulgara: 1.500 ettari, di cui 400 ettari vitati.

ROMANIA E BULGARIA NELL’AREA SCHENGEN

Con la rimozione dei controlli alle frontiere interne, i vini romeni e bulgari potranno essere trasportati più rapidamente verso i mercati europei, riducendo i tempi di consegna e i costi associati alle procedure doganali. L’aumento dell’efficienza logistica renderà i vini della Romania e della Bulgaria più competitivi sul mercato internazionale. La semplificazione del transito attraverso le frontiere permetterà inoltre ai produttori di vino di accedere più facilmente a nuovi mercati all’interno dell’Europa, ampliando le opportunità di esportazione e la presenza dei prodotti sugli scaffali europei.

Con l’ingresso nell’area Schengen migliorerà l’immagine di Romania e Bulgaria come partner commerciali affidabili, attirando potenziali (nuovi) investitori interessati a sviluppare attività nel settore vinicolo, sia nella produzione che nella distribuzione. Ma, forse, il vero “plus” dell’ingresso dei due Paesi nell’area Schengen sarà il balzo in avanti dell’enoturismo. La libera circolazione delle persone, senza controlli alle frontiere terrestri, favorirà l’incremento del turismo enogastronomico, in aree di grande tradizione vitivinicola e dall’incredibile dinamismo. Gli appassionati di vino potranno visitare con maggiore facilità le regioni vinicole di Romania e Bulgaria, contribuendo allo sviluppo economico locale.

LE REGIONI VINICOLE DI ROMANIA E BULGARIA

Regioni vinicole della Romania come Dealu Mare, Cotnari e Târnave (quest’ultima include la nota Transilvania), sono caratterizzate da un mix di vitigni autoctoni, come Fetească Neagră e Fetească Albă, e internazionali (grandi, tra le altre, le potenzialità del Pinot Nero rumeno). Il clima continentale, con influssi dal Mar Nero, favorisce la produzione di vini di ottima aromaticità, sia bianchi che rossi. L’enoturismo qui è un concerto di tradizioni millenarie, paesaggi pittoreschi e castelli (non ultimo quello di Dracula).

In Bulgaria, regioni come la Valle della Tracia (Thracian Valley) e la Pianura del Danubio (Danubian Plain) si distinguono per la qualità dei rossi da varietà come il Mavrud, oltre ad eccellenti vini rossi e bianchi da varietà internazionali. Il clima variegato, influenzato da montagne e Mar Nero, garantisce di fatto una grande una diversità. Sempre più nuove cantine offrono esperienze immersive per esperti del settore ed enoturisti, ancora una volta nel mix tra attrazioni culturali, archeologiche, naturalistiche e i vini locali. Non ultimo, tra Romania e Bulgaria si sono tenute le recenti edizioni de The Balkan International Wine Competition and Festival (BIWC), evento itinerante di crescente importanza tra i concorsi enologici che premiano le eccellenze dei Balcani.

LA VOCE DEGLI ITALIANI CHE PRODUCONO VINO IN ROMANIA E BULGARIA

Roberto Di Filippo di Crama Delta Dunarii “La Sapata”, in Romania

L’entrata della Romania nello spazio Schengen, secondo i fratelli Ettore e Cristiano Guarato della cantina romena Lechburg di Lechința, è «soprattutto un’opportunità». «Ma non da valutare per le singole aziende – precisano – quanto per l’intero comparto vinicolo. I mercati oggi si concentrano, i consumatori sono decisamente più curiosi e pronti ad arricchire la loro esperienza gustativa ma per le singole aziende diventa difficile se non quasi impossibile trovare canali di distribuzione validi. Sarà fondamentale creare nuove associazioni di promozione – continuano i titolari di Lechburg – partecipare alle fiere, sviluppare un brand solido per il vino rumeno, associato in primis alla qualità dei vini e soprattutto alla diversità. Ci vuole tempo e tanto lavoro, lavoro di squadra per mettere a terra questi nuovi concetti e tanto dipenderà dalla capacità di fare gruppo. Altrimenti – concludono Ettore e Cristiano Guarato – cambierà ben poco, perché comunque sia i costi di esposizione verso nuovi mercati sono in grande crescita e la concorrenza di certo non manca».

«L’ingresso definitivo della Romania nell’area Schengen? Un passo assolutamente gradito, che ci avvicina ulteriormente ai vicini, facendo loro percepire che siano ancora più graditi in Romania. Oltre che via aerea, ora anche via terra». Così a Winemag Roberto Di Filippo, uno dei “produttori italiani all’estero” che ha scelto il Paese dei Balcani come seconda casa (e come seconda cantina). Di Filippo, titolare dell’omonima azienda agricola che produce tutti i vini tipici dell’area di Montefalco a Cannara (Perugia), ha deciso di riprodurre il modello umbro in Romania, già dal 2010. «Quelli di Crama Delta Dunarii “La Sapata” – spiega il vignaiolo-imprenditore – sono vini a basso intervento enologico, con lieviti indigeni e pochi solfiti, prodotti con varietà locali come Fetească Neagră, Fetească Regală e Băbească neagră (nota anche come Rară Neagră, ndr)». Ventitré gli ettari della cantina La Sapata, per un totale di 80 mila bottiglie.

Numeri ben più rilevanti quelli della Edoardo Miroglio, in Bulgaria. La cantina, oggi guidata da Franco Miroglio, produce circa 300 mila bottiglie da 0,75 e altre 700 mila (equivalenti) in Bag-in-Box, segmento che ha un peso rilevante nelle vendite complessive locali. I piemontesi Miroglio, già titolari di Tenuta Carretta nel cuneese, sono arrivati a Elenovo (Еленово), in Tracia – non lontano dal confine con Grecia e Turchia – già nel lontano 1998. «Sin da subito abbiamo investito nel Pinot Nero – spiega Franco Miroglio – sia in rosso che spumante, creando un certo movimento nella zona, con altre cantine che hanno seguito il nostro esempio. Poi abbiamo iniziato a credere sempre più nel Mavrud, varietà che per il suo potenziale enologico e, non ultimo, per la sua resistenza, ci sta dando grandi soddisfazioni. Non dimentichiamoci che in quest’area si produce di vino da almeno 5 mila anni».

MIROGLIO: «BENE SCHENGEN PER BULGARIA E ROMANIA. ORA MIGLIORARE LE AUTOSTRADE»

Franco Miroglio della cantina Edoardo Miroglio Winery, in Bulgaria

Motivo in più per esultare per l’ormai prossimo ingresso della Bulgaria nell’Area Schengen, dal 1° gennaio 2025. «Un passo da accogliere con grandissimo entusiasmo – commenta il produttore – i cui effetti benefici, per l’industria vinicola bulgara, saranno ancora più visibili al cambio della valuta, dal lev bulgaro all’euro (di recente slittato dal 2025 al 2026, ndr). Già da quest’anno sono state semplificate le procedure per chi entrasse nel Paese con l’aereo. L’allargamento all’area Schengen amplia il raggio, via terra. Il che significa meno burocrazia doganale e maggiore facilità di movimentazione delle merci.

«Il settore, però, in Bulgaria – avverte Franco Miroglio – soffre ancora di alcune limitazioni dovute alla carenza di infrastrutture stradali est-ovest, oltre che nord-sud, che obbligano movimentazioni ben più lunghe del normale, passando per la Grecia o per la Serbia. Lo sviluppo della rete autostradale da parte della Romania aiuterà certamente a semplificare le cose, consentendoci di raggiungere definitivamente meglio mercati di lingua tedesca, come Germania e Austria, centrali per l’export dei vini bulgari. Passi avanti, così, sono definitivamente prevedibili anche sul fronte dell’enoturismo in Bulgaria».

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Mercato Fivi 2024, ecco le date: elenco e posizione dei vignaioli a Bologna Fiere


Ufficiali le date del Mercato Fivi 2024, che si terrà a Bologna Fiere dal 23 al 25 novembre 2024. Per l’esattezza 1.007 vignaioli da tutta Italia animeranno la prossima edizione del Mercato dei Vini e dei Vignaioli Fivi.
Ospiti dell’edizione – la seconda a Bologna dopo le storiche edizioni a Piacenza Expo – i rappresentanti dei Vignaioli Indipendenti della Slovenia (noti come Neodvisni vinogradniki-vinarji o družinsko posestvo) e dei Vignaioli Indipendenti della Bulgaria. Insieme a loro, trentadue olivicoltori iscritti alla Federazione italiana Olivicoltori indipendenti (Fioi), per un «gemellaggio nel nome delle produzioni agricole di qualità, artigianali e di territorio». Qui lelenco dei vignaioli e la mappa degli espositori al Mercato Fivi 2024 di Bologna Fiere.

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Вина – тв сериал: in Bulgaria una serie tv sul vino che fa scuola


EDITORIALE –
“Vino” e “destino” si mescolano in un tutt’uno nella serie tv Вина – тв сериал, in onda in Bulgaria a partire da giovedì 5 gennaio 2023. Il regista Victor Bozhinov gioca con il duplice significato della parola bulgara “ВИНА” – per l’appunto “vino“, ma anche “colpevole” – per creare una trama in cui le vicende umane si intrecciano con quelle vinicole,
in una perfetta cuvée. Perché parlarne in Italia? Perché il risultato è molto più di una semplice “serie tv” sul vino. Вина è un vero e proprio faro sul vino della Bulgaria. Un Paese che oggi, con oltre 70 mila ettari vitati e una produzione di circa 180 milioni di bottiglie annue, aspira a un ruolo da protagonista nel settore. In Europa e nel mondo.

Grazie al coinvolgimento diretto di enologi, sommelier, professionisti del settore e alla partnership con la Bulgarian Winemaking & Export Association guidata da Galina Todorova Niforou, Вина – тв сериал è già una case-history per il modo nuovo di raccontare il vino al grande pubblico. Attraverso le vicende di una cantina in crisi di fatturato e motivazioni, gli spettatori apprendono nuove nozioni di enologia, viticoltura e degustazione, travolti dalle vicissitudini professionali ed umane dei protagonisti della serie tv, promossa dalla televisione nazionale bulgara (Bălgarska Nacionalna Televizija BNT).

Secondo un’indagine Fitch Solutions, la Bulgaria offre uno dei mercati delle bevande alcoliche in più rapida crescita nell’Europa centrale e orientale. Le previsioni a medio termine (2021-2025), vedono la spesa per le bevande alcoliche in crescita a valore del 10,2% all’anno. Il consumo di alcolici dovrebbe crescere in media dell’1,6% all’anno, fino al 2025. La crescita del valore, più marcata rispetto a quella del volume, indica che i consumatori bulgari scelgono sempre più spesso bevande alcoliche di qualità superiore. Tra queste, proprio il vino celebrato dalla nuova serie tv, ambientata nella regione vinicola di Melnik.

ВИНА – ТВ СЕРИАЛ NELLA REGIONE VINICOLA DI MELNIK

Gran parte delle scene sono state girate a Villa Melnik (Вила Мелник), cantina di 120 ettari di proprietà di Nikola Zikatanov (nella foto di copertina). All’enologo Momchil Mikov il compito di rendere più realistiche le interpretazioni degli attori, alcuni dei quali sono stati accompagnati in un vero e proprio percorso di apprendimento tra viticoltura, enologia ed analisi di laboratorio. Ben congeniata la trama di Вина – тв сериал. Philip (Vladimir Zombori), residente all’estero, torna nella natia Bulgaria per vendere la cantina del defunto zio, per conto della madre Zoya. Ben presto, tuttavia, rimane affascinato dai vigneti, dal personale e soprattutto dalla bella e ribelle enologa della cantina, Elina (Elena Telbis).

I piani familiari cambiano e, invece di vendere la cantina, Philip decide di rilanciarla sul mercato. Un’impresa assai difficile. L’azienda sprofonda tra i debiti e la scarsa motivazione di gran parte dei lavoratori, ormai convinti che presto dovranno trovare un’altra occupazione. Philip trova un alleato nella sola enologa Elina. Ma suo padre, presidente del Consiglio municipale – Andrey Bonchev (Mikhail Bilalov) – ha altre intenzioni per la cantina. Philip si mette così alla ricerca di abitanti del posto motivati al rilancio dell’attività vinicola, ma ha bisogno di prolungare la sua permanenza in Bulgaria. Il rapporto con la moglie Marta (Kristina Veroslavova), rimasta all’estero da sola, si deteriora così ulteriormente.

Le cose non vanno meglio con Andrey Bonchev, spregiudicato e materialista. Si scopre così che il legame tra le famiglie di Philip ed Elina ha radici profonde e forti. Segreti e sensi di colpa (ecco appunto il secondo significato della parola “Вина”, in bulgaro) si alternano tra un calice di vino e le difficoltà di mantenere in vita il vigneto in inverno, accendendo fiaccole tra i filari. E che cos’è, la vita, se non un percorso a ostacoli tra primavere di speranza, estati che scaldano il cuore, inverni rigidi e bui e autunni in cui tutto finisce, per ricominciare?

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Quando il contraffattore bulgaro è un pirla: “Prosecco Francia Corta” in etichetta


Falso spumante italiano nel mirino dell’Ispettorato centrale repressione frodi. Gli uomini del Ministero hanno sequestrato migliaia di bottiglie di vino bulgaro riportante l’etichetta “Prosecco Francia Corta“. Facile dedurre il taroccamento, dal momento che “Prosecco” è il Metodo Martinotti (o Charmat) prodotto in Veneto e Friuli. Mentre “Franciacorta” è lo spumante Metodo Classico (Metodo Franciacorta) prodotto esclusivamente nel Bresciano.

http://www.vinialsupermercato.it/prosecco-non-e-sinonimo-di-spumante/

L’operazione è scattata nei giorni scorsi e ha visto la collaborazione dell’ICQRF con le autorità di Bulgaria, Francia, Belgio, Regno Unito e Irlanda. Un goffo tentativo di contraffazione operato da un’azienda bulgara, intenzionata ad aumentare le vendite del proprio spumante mediante l’utilizzo delle due note Denominazioni del vino italiano.

Le bottiglie incriminate non sarebbero comunque giunte sul mercato nostrano. Ingenti quantitativi sono stati invece sequestrati in Francia, tra le piazze più fiorenti dell’imbottigliatore in questione. E non è la prima volta che la Bulgaria finisce nel mirino della Repressione frodi italiana.

Una contraffazione, quella scoperta dalle autorità italiane ed europee, che gioca (anche) sull’ignoranza di gran parte dei consumatori internazionali, inconsapevoli delle differenze tra Prosecco e Metodo classico.

D’altro canto non sono noti gli sforzi dei Consorzi di tutela del Prosecco nei confronti di un corretto posizionamento del prodotto sul mercato: l’accostamento agli Champenoise internazionali fa gioco, anzi, alle casse venete e friulane.

http://www.vinialsupermercato.it/e-se-il-successo-del-prosecco-fosse-anche-frutto-dell-ignoranza/

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Prosecco bulgaro al porto di Brindisi: sequestrate 14 mila bottiglie

BRINDISI – Era diretto in Francia il “Prosecco bulgaro”, o meglio da uve coltivate in Bulgaria, sequestrato nei giorni scorsi al porto di Brindisi.

L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza di Brindisi e dai funzionari della locale Agenzia delle Dogane, ha interessato 13.812 bottiglie da 0,75 litri.

Su tutte la dicitura “Wine of Italy” e “Product of Italy”, con l’aggiunta di “Denominazione di Origine Controllata” ed “Extra Dry”.

Il blitz è scattato nell’ambito dei servizi di vigilanza all’interno dell’area del porto di Brindisi.

I miliari hanno controllato un camion con targa bulgara, proveniente dalla Grecia. Scoperti diversi bancali di vino, la Guardia di Finanza ha contattato la società produttrice del Prosecco.

La stessa confermava che “tutta la merce trasportata era stata prodotta con uve coltivate in Bulgaria”. Il mezzo era condotto da un cittadino bulgaro, P.A., 68 anni, segnalato a piede libero.

“L’attività di servizio – precisano gli uomini della GdF – rientra nel più ampio contesto delle attività di intensificazione dell’azione di tutela del “Made in Italy” svolta dalla Guardia di Finanza, quale forza di polizia economico finanziaria, a difesa del mercato nazionale”.

Di fatto, può chiamarsi “Prosecco” solo il vino ottenuto da uve Glera (con piccole percentuali di altri uvaggi) coltivate in Veneto e Friuli Venezia Giulia. Hai già aderito alla nostra campagna #nonsoloprosecco? Questo è il momento di condividere l’articolo e diffondere la cultura del Made in Italy

http://www.vinialsupermercato.it/prosecco-non-e-sinonimo-di-spumante/

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Enoturismo al vaglio del Consiglio europeo

Il Parlamento europeo sottoporrà a breve una Oral Question al Consiglio (composto dagli Stati Membri) sul tema dell’enoturismo.

È questo il risultato di una colazione di lavoro che si è svolta su iniziativa della deputata europea, l’On. Isabella De Monte (Italia – S&D, membro della Commissione TRAN, Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo), e a cui la Cevi (Confederazione Europea Vignaioli Indipendenti) è stata invitata per portare la testimonianza dei Vignaioli europei.

Questa procedura potrebbe in seguito far scattare una discussione durante la sessione Plenaria di Strasburgo davanti a tutti i Parlamentari europei riuniti. Al fine di rafforzare il messaggio, nel 2018 sarà anche prevista una conferenza al Parlamento Europeo sull’enoturismo.

Al termine della riunione il Presidente CEVI Thomas Montagne ha dichiarato: “I nostri vini, rispettosi del terroir sul quale crescono, incarnano la diversità. Sono molto felice di vedere che il Parlamento Europeo ha deciso di sostenerci nella condivisione di questa diversità attraverso il turismo del vino. Considerato il forte impatto che l’enoturismo ha sullo sviluppo rurale, riteniamo che possa diventare presto un tema di discussione delle istituzioni europee”.

Alla presenza anche dell’On. István Ujhelyi (Ungheria – S&D) e dell’on. Claudia Ţapardel (Romania – S&D) la CEVI ha portato alla luce il fatto che in Europa l’enoturismo è ostacolato da barriere burocratiche, amministrative, fiscali e legislative che solo una legge ad hoc potrebbe abbattere. In Italia ad esempio un vignaiolo che vuole praticare dell’enoturismo si vede costretto a scegliere tra l’apertura di una s.r.l. oppure di un agriturismo; in Francia il reddito derivante da prestazioni enoturistiche non può superare il massimale di 50.000 euro annui, pena il passaggio a un regime fiscale molto più oneroso rispetto a quello agricolo; in Bulgaria senza la licenza di ristorazione è vietato offrire anche solo un pezzo di pane per accompagnare la degustazione. Una situazione che necessita urgentemente di un intervento risolutore da parte delle istituzioni europee.

La Cevi è l’organizzazione che riunisce e rappresenta i vignaioli indipendenti europei, ma non solo. Ne fanno parte le singole associazioni di Italia, Francia, Portogallo, Lussemburgo, Svizzera, Ungheria, Rioja, Slovenia, Bulgaria e Quebec.

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