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Bruno Trentini lascia la guida di Cantina di Soave

SOAVE – Bruno Trentini, alla guida della storica azienda vitivinicola soavese da 27 anni, con la fine del 2019 lascia per raggiunto pensionamento.

Enologo, classe 1956, ha iniziato la sua carriera in Cantina di Soave nel 1992 con il ruolo di vicedirettore durante la direzione generale di Franco Roncador, per assumerne la direzione nel 2002.

Il testimone passa a Wolfgang Raifer, enologo altoatesino, classe 1973, già direttore della Cantina Colterenzio, da tre anni al suo fianco in Cantina di Soave in qualità di vicedirettore.

LE FASI DELLA GESTIONE “TRENTINI”
Arrivato a Soave nei primi anni ‘90 dal Trentino, sua terra d’origine, Bruno Trentini ha intuito subito le enormi potenzialità del territorio veronese e la sua grande vocazione vinicola e si è impegnato da subito nel progetto qualità, incentrando la gestione sulla tutela e la  valorizzazione delle denominazioni e dei vitigni autoctoni.

Parte integrante di questo progetto qualità è stata la realizzazione, nel 2003, della Cantina Rocca Sveva in cui vengono prodotti i vini di alta gamma e che ospita ogni anno una media di 50.000 winelovers da tutto il mondo.

Con passione e competenza, determinazione e capacità manageriale Trentini ha intrapreso un lungo percorso, che ha permesso a Cantina di Soave di diventare oggi la prima cantina cooperativa di primo grado in Italia e una delle maggiori in Europa, a tutta filiera.

La sua attività è iniziata con una fase espansiva durata circa vent’anni in cui si è concentrato sull’ampliamento della zona di produzione con l’accorpamento di altre cantine cooperative del territorio per creare ampie e solide basi su cui impostare una politica commerciale volta ad affermare i brand aziendali su tutti i canali di vendita, sia in Italia che all’estero.

Nel 1996, durante la direzione generale di Roncador, l’incorporazione della cantina di Cazzano di Tramigna  e nel 2005 quella della cantina di Illasi al fine di crescere sul fronte dei vini Valpolicella; nel 2008 l’incorporazione cantina di Montecchia di Crosara, in una zona estremamente vocata alla produzione di basi spumante, in particolare Lessini Durello, denominazione a cui Trentini, competente spumatista ha sempre tenuto.

Grazie a queste acquisizioni Cantina di Soave ha più che raddoppiato il numero di soci e gli ettari vitati, creando un mosaico di siti produttivi e vigneti che abbracciano cinque valli nell’Est veronese e che le permettono di essere oggi espressione di tutte le principali denominazioni del territorio.

Alla fase espansiva è seguita la fase industriale con adeguamento delle strutture di produzione, ammodernamento di centri di conferimento e sedi produttive nonchè acquisizione di nuovi impianti fino al recente ampliamento della sede principale per un investimento complessivo di circa 90 milioni di euro.

“Per Cantina di Soave sono stati anni intensi e ricchi – ha dichiarato il Presidente Roberto Soriolo – culminati, proprio nell’anno del 120° anniversario, con il titolo IWSC di “Miglior cantina italiana dell’anno”. Questo risultato è stato possibile grazie ad un grande valore che la Cantina possiede: le persone. Oggi in particolare vogliamo esprimere il più sentito e riconoscente ringraziamento al direttore generale Bruno Trentini per la sua dedizione, per l’altissimo valore di dirigente competente e attento alle opportunità da cogliere, la sua lungimiranza nelle proposte di sviluppo, la sua energica capacità di rapportarsi con tutte le funzioni aziendali, dalle maestranze agli amministratori. Non serve aggiungere altro: parlano i fatti e le opere. Al contempo accogliamo come nostro nuovo direttore generale Wolfgang Raifer, che sono certo porterà avanti ogni aspetto aziendale con la massima competenza per un futuro di Cantina di Soave in continua ascesa. Anche il direttore tecnico Filippo Pedron ha raggiunto il pensionamento, pertanto anche a lui va il nostro grazie, mentre auguriamo buon lavoro a Paolo D’Agostin che ne raccoglie il testimone”.

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Vini al supermercato

Approvato il bilancio 2018/2019 di Cantina di Soave: oltre 74 milioni di euro distribuiti ai soci

Approvato all’unanimità lo scorso 8 novembre,  il bilancio d’esercizio 2018/2019 di Cantina di Soave. Un risultato positivo che ha portato alla distribuzione di oltre 74 milioni di euro ai 2300 soci  e ad una redditività media per ettaro di quasi 13.500 euro.

I DATI IN SINTESI
Nonostante un mercato in discesa sui prezzi il fatturato di Cantina di Soave si è attestato sui 136 milioni di euro, sviluppati per il 65% dalle vendite nazionali e per il 35% dai mercati internazionali.

Quest’ultimi, hanno registrato un leggero aumento a livello europeo (+6%) grazie alle buone performance di Germania, Svizzera e Austria che hanno compensato le sofferenze di UK e Danimarca. Incrementi anche su Canada (+71%), grazie ai consumi di vini rossi come Ripasso e Amarone e dal Giappone (+154%) dove si apprezza il Soave.

Rilevanti i valori medi/litro sui prodotti imbottigliati a marchio come Rocca Sveva (+9%) e Cadis (+15%) nonostante le quotazioni dei vini in calo a causa degli elevati volumi produttivi dell’annata.

Sostanziale equilibrio le vendite di imbottigliato e sfuso, rispettivamente il 42% e il 58% del fatturato. Per lo sfuso si registra un +9% in volume dovuto alla vendemmia 2018 particolarmente abbondante e un -6% in valore.

L’imbottigliato invece mostra un aumento del 13% in volume e dell’11% in valore. Dato significativo considerata la complessa situazione del mercato e le difficoltà tecniche legate alla sostituzione, nel corso dell’esercizio, delle linee di imbottigliamento della sede principale di Viale della Vittoria, a Soave e che ha garantito la salvaguardia del prezzo medio.

Per quanto concerne l’imbottigliato la ripartizione tra le vendite a marchio e le private label è stata rispettivamente del 46% e 54%.

Supera i 65 milioni di euro il patrimonio netto, a fronte di un cash flow operativo di 9,5 milioni di euro e un utile di esercizio di 1,9 milioni di euro. Buona la disponibilità liquida di 25,4 milioni di euro, pur in presenza di investimenti nel corso dell’esercizio per 18 milioni di euro.

Il totale dei conferimenti risulta pari a 91 milioni di euro ed è da record la liquidazione destinata alla remunerazione delle uve conferite dai soci viticoltori: oltre 74 milioni di euro.

LA SODDISFAZIONE DEL MANAGEMENT
“Cantina di Soave in questi anni ha subito profonde trasformazioni – spiega il Direttore Generale Bruno Trentini è stata definita una strategia generale focalizzata sulla valorizzazione delle nostre denominazioni e una decisa politica commerciale per i brand aziendali. Questo al fine di dare valore alle denominazioni e al territorio. Il perseguimento di tali strategie ha portato nel corso degli anni alle incorporazioni delle Cantine di Cazzano di Tramigna, Illasi e Montecchia che hanno consentito di allargare gli orizzonti territoriali e ampliare la gamma”.

“Questo sviluppo – continua Trentini – ci ha soprattutto permesso di consolidare il nostro status di azienda a tutta filiera dal grappolo alla bottiglia, a partire da uve di proprietà. Questa è la principale garanzia di qualità della Cantina ed è al contempo una sicurezza per i soci che sanno di avere alle spalle una struttura solida su cui poter fare affidamento. Questo percorso di crescita è stato portato avanti negli anni garantendo sempre una remunerazione delle uve ben al di sopra del valore di mercato e dei competitors”.

Cantina di Soave ha investito ammodernando i centri di conferimento e le sedi produttive, acquisendo nuove strutture e, recentemente, realizzando l’ampliamento della sede principale di Viale della Vittoria che vede Cantina di Soave proiettata verso il futuro con una struttura ultra-efficiente e moderna. Sono 18 i milioni di euro spesi, per quanto riguarda l’esercizio appena concluso. Nel complesso, negli ultimi tre anni, l’investimento è stato di circa 90 milioni di euro, uno dei più rilevanti del settore nel panorama nazionale dell’ultimo decennio.

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Cantina di Soave, +20% di fatturato. Record: 70 milioni ai soci

SOAVE Centoquarantuno milioni di euro di fatturato consolidato e 70 milioni distribuiti ai soci. E’ stato approvato all’unanimità il bilancio d’esercizio 2017/2018 di Cantina di Soave, in occasione dell’assemblea che ha segnato il passaggio di consegne della presidenza da Attilio Carlesso a Roberto Soriolo.

LE CIFRE
La vendemmia 2017, pari a 860 mila quintali di uva conferita, ha determinato un fatturato del 20% superiore rispetto al precedente esercizio. All’interno del venduto complessivo, è di rilievo il +39% in valore del prodotto sfuso, soprattutto grazie alle vendite di vini Dop e Igp che hanno mantenuto buone performance.

L’imbottigliato cresce in volume (+11%) e in valore (+9%). In linea con le strategie aziendali portate avanti negli ultimi anni, le vendite di prodotto imbottigliato rappresentano il 50% dell’intero fatturato, di cui ben il 52% deriva da prodotto a marchio, contro il 48% determinato dalla vendita di prodotti a private label.

La ripartizione tra le vendite Italia ed estero è rispettivamente del 63% e del 37%. Per i vini bianchi, Soave e Pinot Grigio, i mercati di riferimento rimangono Regno Unito, Germania e Austria, mentre per i rossi a più alto valore aggiunto, Ripasso e Amarone, i mercati più importanti si confermano Scandinavia e Svizzera, seguiti dal Regno Unito che ha visto una crescita del +12% rispetto all’anno precedente.

In tema di capitalizzazione aziendale, il patrimonio netto supera i 62 milioni di euro, a fronte di un cash flow operativo di oltre 9,5 milioni di euro e un utile di esercizio di 3,3 milioni di euro. La disponibilità liquida, pur in presenza di investimenti nel corso dell’esercizio per 32,4 milioni di euro, passa da 38,2 a 39,3 milioni di euro.

Il totale dei conferimenti aumenta a 98,5 milioni di euro ed è da record la liquidazione destinata alla remunerazione delle uve conferite dai soci viticoltori. “I nostri 2200 soci – evidenzia Bruno Trentini, Direttore generale di Cantina di Soave – quest’anno hanno visto la liquidazione delle uve salire a 70 milioni di euro e la redditività media per ettaro a sfiorare i 13 mila euro. Risultati straordinari che ci gratificano enormemente: siamo una cantina cooperativa e la soddisfazione dei soci conferitori per noi è fondamentale”.

IL COMMENTO
“La situazione dell’azienda – continua Trentini – appare più che mai solida ed equilibrata in tutte le sue componenti. Abbiamo raggiunto e superato gli obiettivi che ci eravamo prefissati. L’ottima performance dei vini imbottigliati, in particolare quella dei prodotti a marchio aziendale, è un risultato importante”.

“Nel corso dell’esercizio l’azienda ha infatti proseguito nella sua politica commerciale sia in Italia che all’estero, rafforzando i brand già esistenti e creandone di nuovi, al fine di consolidare le attuali posizioni di mercato e conquistarne altre”.

Soddisfazione della dirigenza di Cantina di Soave anche per le operazioni di gestione attuate nel corso dell’esercizio 2017/2018, in linea con quelle degli anni passati, “in un’ottica di valorizzazione delle denominazioni territoriali, al fine di garantire il massimo del reddito alla base sociale”.

“L’80% della nostra produzione – evidenzia Trentini – deriva da vitigni autoctoni. Gestire una denominazione significa stabilire la quantità di prodotto da immettere sul mercato senza creare esuberi e definire il posizionamento più corretto per la stessa”.

LE DENOMINAZIONI
“Questo è quello che stiamo facendo per le tipologie Soave (gestiamo il 48% dell’intera Doc Soave e il 43% della Doc Soave Classico), Valpolicella (gestiamo il 49% dell’intera DOC Valpolicella) e successivamente per il Lessini Durello (gestiamo il 70% dell’intera DOC Lessini Durello) e Garda, con il risultato che queste denominazioni sono oggi tra le più remunerative per il viticoltore nel panorama nazionale: il confronto con il passato parla da sé”, sottolinea ancora il direttore generale.

Nel corso dell’ultimo esercizio sono proseguiti imponenti lavori di ampliamento di tutte le strutture produttive di Cantina di Soave, che si completeranno prossima primavera. Un investimento di 32,4 milioni di euro.

“Un dato estremamente significativo – evidenzia Bruno Trentini – dal momento che a fronte di questo notevole esborso, la disponibilità liquida ha registrato un aumento, seppur leggero, passando dai 38,2 milioni di euro dello scorso esercizio ai 39,3 milioni di euro di quello appena concluso, anche grazie al ricorso al finanziamento bancario. Questo dimostra una grande capacità, da parte dell’azienda, di generare liquidità”.

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