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Capitanata Spumante Metodo Classico, D’Araprì fa scuola: la Puglia punta sulle bollicine

Capitanata-spumante-metodo-classico-D-Arapri-fa-scuola-la-Puglia-punta-sulle-bollicine-do classico. Capitanata brinda al futuro con un calice di spumante metodo classico. È nata l’Associazione Capitanata Spumante Metodo Classico, una nuova realtà che unisce sette cantine di San Severo, guidate da un nome notissimo della spumantistica della Puglia, d’Araprì. Presidente dell’associazione è proprio uno dei tre fondatori e titolari di D’Araprì, Girolamo D’Amico, che con Louis Rapini e Ulrico Priore produce metodo classico a San Severo da metà degli anni 80. Al centro di questo progetto dal nome ambizioso, che sembra guardare ben oltre la cittadina della provincia di Foggia in cui si trovano le sette cantine dell’associazione, c’è il vitigno Bombino Bianco. https://www.darapri.it/

CAPITANATA SPUMANTE METODO CLASSICO: BOMBINO BIANCO PROTAGONISTA

Una varietà che si presta alla spumantizzazione metodo classico, grazie alla sua acidità naturale e al suo buon potenziale nell’affinamento sui lieviti. Lo sanno bene non solo i consumatori italiani, ma anche i mercati internazionali, dalla California al Giappone, passando per Belgio e Germania. Mai prima d’ora, però, i produttori locali erano riusciti a fare squadra su un prodotto. La produzione annua delle cantine associate si attesta già intorno alle 300 mila bottiglie. Ma l’impegno dell’Associazione Capitanata Spumante Metodo Classico non si limita alla promozione delle “bollicine”. Grande attenzione sarà rivolta alla valorizzazione dei vini locali certificati con denominazioni San Severo Dop, Igp Daunia e Igp Puglia, oltre alla sempre più importante produzione biologica. La tradizione enologica locale, di fatto, è legata sì al Bombino bianco, ma anche a vitigni a bacca rossa come Montepulciano, Sangiovese e Nero di Troia. https://www.winemag.it/la-capitanata-dei-vini-della-daunia-e-pronta-per-il-vinitaly/

METODO CLASSICO NELLE CANTINE IPOGEE DI SAN SEVERO

Il metodo classico a San Severo ha radici che risalgono agli anni Settanta, grazie soprattutto alla visione pionieristica della cantina d’Araprì. La prima nella Capitanata a credere nel potenziale del Bombino Bianco per la produzione di spumanti di qualità superiore, con affinamento sui lieviti da 18 mesi fino anche oltre 60 mesi per alcune riserve speciali. Si ottengono così bollicine di Puglia molto eleganti, dal perlage al profilo organolettico, caratterizzate da note di fiori e frutta fresca e crosta di pane, con la tipica freschezza del Bombino Bianco. Ma il prodotto in sé non è tutto. Uno dei punti di forza dell’Associazione Capitanata Spumante Metodo Classico è costituito dalle cantine ipogee di San Severo.

Un vero e proprio tesoro nascosto, con oltre 540 grotte sotterranee che attraversano la cittadina alle porte di Foggia. In molti casi, ancora utilizzate per l’affinamento di vini e spumanti. Le condizioni naturali di temperatura costante e umidità elevata delle cantine sotterranee contribuiscono al lento e raffinato processo di affinamento. La ciliegina sulla torta, utile non solo per gli aspetti produttivi, ma anche per la promozione dell’enoturismo della zona. «Vogliamo essere ambasciatori della qualità della Capitanata nel mondo – commenta il presidente Girolamo D’Amico – creando esperienze indimenticabili per chi visita le nostre cantine. Crediamo che il nostro vino possa diventare un simbolo di eccellenza e una straordinaria opportunità, non solo economica ma anche culturale. Noi ci crediamo davvero».

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Approfondimenti

Castel del Monte Doc: ottima qualità delle uve ma con un calo produttivo del 20%

In Puglia, alle pendici di Castel del Monte, si è appena conclusa la raccolta delle uve bianche, mentre sta per iniziare quella delle uve nere. Ottima la qualità, grazie a un andamento climatico pressoché perfetto che ha permesso una maturazione delle uve giusta ed equilibrata, ma con quantitativi in calo rispetto alla precedente annata.

“Abbiamo già riscontrato un calo produttivo nelle uve bianche, bombino bianco, chardonnay, moscato. Da una prima ipotesi legata alla vendemmia delle uve nere, che sta per iniziare, possiamo stimare un calo delle rese del 20% relativo al bombino nero e al nero di troia”, commenta il Presidente del Consorzio Vini Doc Castel del Monte, Francesco Liantonio.

Ottime quindi le aspettative del consorzio che riunisce più di 800 viticoltori e 20 cantine nell’areale della così detta “Puglia Sveva”, territorio da cui nascono la Doc Castel del Monte e le tre Docg Castel del Monte Bombino Nero, Castel del Monte Rosso Riserva e Castel del Monte Nero di Troia Riserva.

“Il Bombino nero nel 2020 sarà il principe del vino rosa italiano, fragrante, ricco, vanigliato, acidulo. Una qualità eccezionale, seppure anche in questo caso, la quantità non sarà in linea con le aspettative. Andrà letteralmente a ruba. Gli amanti del vino lo adoreranno”, conclude fiducioso il Presidente.

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visite in cantina

Cantina La Marchesa: la Daunia nel vino

È sempre piacevole tornare a Cantina La Marchesa, a Lucera (FG) strada provinciale n°8 al km 1. Sarà per la genuina schiettezza di Sergio, per il sorriso aperto e disponibile di Marika, per la calorosa accoglienza che sempre sanno riservare ai propri ospiti, per la grande pulizia dei vini, per la ruvida bellezza del territorio. Sarà per tutto questo e forse altro ma appena varcata la soglia della masseria ci si sente subito accolti in un mondo in bilico fra la tradizione ed il contemporaneo.

Il progetto di una cantina nasce alcuni decenni fa e si concretizza via via negli anni fino a diventare ciò che è oggi. Una cantina guidata da Sergio Lucio Grasso, il “vignaiolo”, e dalla moglie Marika Maggi, l’anima commerciale e “social”. Quindici ettari, tutti a meno di 300 metri dalla sede per poter essere costantemente presenti in vigneto.

Ed è così che Sergio vive il suo lavoro e la sua passione, costantemente a contatto con le sue viti. Spesso si sente dire che “il vino buono nasce in vigna”, ed è vero, ma quando guardi Sergio negli occhi capisci quanto questo possa essere vissuto con passione ed orgoglio, di cuore e di pancia. È vulcanico, incontenibile ed un poco rustico ma dalle sue parole emerge vivido l’amore per la terra e per questo tratto di Daunia ai piedi del Gargano, proprio sotto il castello di Lucera.

Non ti parla di sentori nel vino, di profumi o scorrevolezza nel bicchiere, no. Lui ti parla di viti, di terreno, di pioggia o siccità. Ti parla dell’annata e ti suggerisce (e ti serve) quest’annata o quella (anche se non l’ha ancora etichettata) perché vuole farti sentire la differenza, perché vuole renderti partecipe del suo mondo.

Si apprende così che la coltivazione avviene nel totale rispetto delle viti, applicando preventivamente tecniche di confusione sessuale per scongiurare il rischio di parassiti. Un’azienda “bio” senza mai aver cercato alcuna certificazione in tal senso.

Raccolta particellare in cassetta e selezione delle uve anche a nastro chiudono il ciclo di coltivazione della materia prima. Nero di Troia, Montepulciano, Fiano e Bombino Bianco che danno vita alla gamma di vini della Cantina che degustiamo guidati da Marika.

LA DEGUSTAZIONE
Igt Daunia, “Il Quadrello”. 100% Bombino Bianco, pressatura soffice, affinamento in inox. Giallo paglierino carco e luminoso, al naso è intenso con profumi floreali ed erbacei ed una bella nota di mandorla. In bocca è fresco, morbido e di buona sapidità. Nel retro olfattivo troviamo una buona corrispondenza ai profumi sentiti al naso. Sufficientemente persistente.

Igt Daunia, “Il Capriccio della Marchesa”. 100% Fiano, pigiatura soffice in pressa di piccola portata, fermentazione a 14° in barrique di rovere da 225 litri e maturazione sulle fecce fini. Un vino fortemente voluto da Marika, grande amante dei bianchi strutturati da invecchiamento. Il risultato è un vino giallo dorato, cristallino e trasparente. Il naso ha note evolute e complesse, ricco di frutta matura, frutta esotica e miele con una nota agrumata. In bocca è morbido e sostenuto da una viva acidità. Molto persistente. Un vino che non disdegna di essere dimenticato qualche tempo in cantina.

Igt Daunia, “Il Melograno”. Sola uva di Troia per questo rosato dal colore cerasuolo intenso e brillante. Profumi di frutti rossi come ciliegia, lampone e ribes ed una vena floreale. Fresco in bocca e di buona sapidità. Un rosato che non si fa dimenticare facilmente.

Cacc’e Mmitte di Lucera Doc. Uvaggio tradizionale (Nero di Troia, Montepulciano e Bombino), malolattica in inox ed affinamento di 6 mesi in tonneaux per questo vino rosso rubino con riflessi violacei. Profumo intenso di frutti rossi, macchia mediterranea e terziari di liquirizia. In bocca è armonico con tannini presenti e ben integrati nel sorso. Lunga persistenza.

Igt Daunia Nero di Troia, “Il Nerone”. 100% Nero di Troia, malolattica in inox ed affinamento di 12 mesi in barrique. Rosso rubino intenso. Complesso al naso con profumi di frutti rossi, confettura di ciliegie, spezie (pepe nero in evidenza), cacao amaro ed un tocco di tabacco. Armonico in bocca, morbido, con tannini setosi e buona acidità. Un vino fine ed elegante dalla lunga persistenza.

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vini#1

Spumante Metodo Classico Brut Gran Cuvée XXI Secolo 2009, D’Araprì

Torniamo ad occuparci delle bollicine di Capitanata, torniamo a parlare di Cantine d’Araprì. Dopo il Metodo Classico Brut Rosè degustiamo oggi il Gran Cuvée XXI Secolo, millesimo 2009.

LA DEGUSTAZIONE
Giallo dorato luminoso con riflessi brillanti presenta un perlage molto fine con catenelle lente e persistenti. Al naso si presenta fine ed intenso.

Apre su note agrumate, scorza d’arancia e mandarino, per evolversi su note di frutta bianca matura come albicocca e pesca. Chiude su note terziarie di pane tostato e tabacco con un leggero sentore di miele. Un ventaglio olfattivo complesso ed elegante.

In bocca è ampio ed il fine perlage dona cremosità ed ulteriore spessore, mentre la vivace acidità sostiene il sorso donando piacevolezza ed agilità al sorso. Uno spumante tutt’altro che banale, “per intenditori”, ma immediato e dotato di grande facilità di beva.

LA VINIFICAZIONE
Gran Cuvée XXI Secolo è un millesimato (spumante in cui i vini base provengono da un’unica vendemmia) prodotto solo nelle annate migliori, quando le uve esprimono a pieno il loro potenziale.

Ottenuto da assemblaggio di uve Bombino Bianco, Pinot Nero e Montepulciano vendemmiate separatamente per cogliere la migliore maturazione delle uve. Fine agosto per il Pinot Nero, metà settembre per il Bombino Bianco, fine settembre/inizio ottobre per il Montepulciano.

Raccolta e selezione dei grappoli manuale. Lungo affinamento sui lieviti, minimo 60 mesi, e basso dosaggio zuccherino (4g/l) completano il processo produttivo.

LA CANTINA
Buone escursioni termiche, clima mitigato dal vicino mare e dal promontorio del Gargano, terreni argillo-calcarei con presenza di limo e sabbia. Ecco i segreti di questo terroir, scelto nel ormai lontano 1979 da tre amici, Girolamo d’Amico, Louis Raspini e Ulrico Priore (“d’Araprì”, dalle iniziali dei cognomi), che decisero di fondare in San Severo l’unica realtà vinicola pugliese specializzata in metodo classico.

Gran Cuvée XXI Secolo è il primo prodotto millesimato da lungo affinamento editato da questa cantina. Prodotto che sembra aver vinto la sfida del tempo presentandosi armonico e complesso, in grado di reggere l’abbinamento con strutturate preparazioni di pesce ma anche in grado di esaltare con la sua freschezza le semplici preparazione delle cucina del territorio, come il “pane e pomodoro” o i formaggi stagionati.

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Vini al supermercato

Nero di Troia Puglia Igp 2014, Grifo Ruvo

(3 / 5) l Nero di Troia è il vitigno a bacca nera principale del centro-nord pugliese, capace di dare vini strutturati e molto longevi. Il produttore Grifo, la Cantina Cooperativa della Riforma Fondiaria di Ruvo di Puglia, in provincia di Bari, propone nei supermercati la vendemmia 2014 con denominazione Puglia Igp.

LA DEGUSTAZIONE
Nel calice il vino si presenta rosso rubino con riflessi porpora che denotano gioventù. Al naso si riconoscono note avvolgenti di ciliegia e lampone maturo, violetta, pepe rosa, timo e sullo sfondo sentori tipici dell’affidamento in legno.

In bocca però non rispecchia le aspettative create precedentemente. Il corpo non è del tutto pieno, il tannino è già evoluto e non molto presente, la persistenza è un po’ corta. Bottiglia che ha già raggiunto il suo equilibrio: fatto di per sé piacevole, ma deludente vista la sua giovane età.

Da prendere in considerazione se si cerca un vino immediato e non troppo impegnativo. Da degustare ad una temperatura di 16° gradi e da abbinare a un primo con ragù di carne.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto da una selezione di uve Nero di Troia in purezza coltivate a Ruvo di Puglia, su terreni marnosi-argillosi a 400 metri sul livello del mare. La vendemmia è svolta manualmente e, dopo la vinificazione, il vino affina in botti di rovere per alcuni mesi.

La Cantina Cooperativa della Riforma Fondiaria di Ruvo di Puglia è nata nel 1960 e vanta ben 1020 soci conferitori, concentrati sulla “valorizzazione di vitigni autoctoni come il Nero di Troia, il Bombino Bianco, il Bombino Nero, il Moscatello Selvatico e il Pampanuto”.

Prezzo: 3,99 euro
Acquistato presso: Esselunga

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Vini al supermercato

Cacc’e mmitte di Lucera Dop 2013 Ricaccio, Cantine di Terravecchia

“Cacc’e mmitte” ergo “tira fuori e metti”.  Intuire il motivo del nome di questa Doc prodotta a Lucera, in provincia di Foggia è facile. “Ricaccio” il nome di fantasia, dal verbo ricacciare, rimettere.

Quello che accade con questo vino, oggi sotto la nostra lente di ingrandimento Cacc’e mmitte di Lucera Dop Ricaccio, vendemmia 2013 prodotto dall’azienda agricola Alberto Longo sotto il brand Cantine di Terravecchia.

Dunque, l’istinto di rimetterlo rapidamente nel bicchiere scevro c’è, perché è un vino dal sapore particolare, da capire. Inizialmente appare aspro e duro con la sua alcolicità, che poi, sorso dopo sorso si fa apprezzare.

Il Ricaccio è un vino che esprime fortemente la sua territorialità. E’ la prima volta che troviamo sullo scaffale del supermercato questa sconosciuta doc pugliese che noi di vinialsupermercato.it abbiamo già sdoganato con il Cacc’e mitte della Marchesa disponibile nel canale ho.re.ca.

LA DEGUSTAZIONE
Ma procediamo con l’analisi sensoriale: di colore  rosso rubino con riflessi violacei, decisamente impenetrabile. Si tratta infatti di un blend di uve nero di Troia, note per la produzione di vini dai colori carichi. Al naso è intenso: prevalgono  le note fruttate di mora e ribes e quelle vinose date dall’alcolicità, anche se, lasciandolo ossigenare, emergono note erbacee di sottobosco e balsamiche.

Al palato è elegante ed armonioso, il tannino si avverte, non morbidissimo, ma domato anche dalla presenza delle uve Montepulciano. Retrogusto leggermente amarognolo, finale di buona persistenza, beva gradevole. Un vino tipico della Puglia con una gradazione di 13% di alcol in volume che merita di essere scoperto e provato anche in gdo. Un rosso fermo e secco da servire a 18 gradi, che lega bene con primi piatti a base di carne, salumi, pastasciutta con ragù, braciole al sugo.

LA VINIFICAZIONE
Ottenuto da uve allevate nel vigneto di proprietà dell’azienda agricola Alberto Longo nei pressi di Lucera, su terreni mediamente calcarei a tessitura franco-sabbiosa. Prodotto con un blend di uve nero di Troia, Montepulciano d’Abruzzo, Bombino bianco.

Il sistema di allevamento è a spalliera e cordone speronato, la resa è di 130/140 q.li/uva per ettaro. La vendemmia avviene a piena maturazione nella seconda decade di ottobre, mediante selezione e raccolta meccanica. La fermentazione alcolica avviene in vasi vinari di acciaio inox a temperatura controllata, favorendo il prolungato contatto delle bucce con il mosto.

La fermentazione malolattica si svolge nel mese di novembre subito dopo la fermentazione alcolica. L’affinamento del vino avviene dapprima in vasi vinari di acciaio inox, poi per almeno tre mesi in vasche di cemento ed in seguito in bottiglia per un periodo minimo di tre mesi.

I vini di “Cantine di Terravecchia” brand di Alberto Longo associato al Ricaccio, nascono dalla ferma volontà di Alberto Longo di valorizzare e far conoscere le peculiarità di un territorio, “la Daunia”, che offre una incredibile quantità di risorse socio culturali, paesaggistiche e produttive.

Il progetto dei vini a marchio “Cantine di Terravecchia” prende il nome dallo straordinario centro storico di Pietramontecrovino, situato nel Subappennino Dauno, a 450 mt. s.l.m., paese di origine della famiglia Longo.

L’Azienda nasce da un’idea di Alberto Longo, un professionista che ha deciso di unire l’amore per la terra e la passione per il vino per dare vita ad un progetto che fosse valore per il suo territorio di origine: la Daunia. 35 ettari di vigneti, tanti riconoscimenti ottenuti da parte delle maggiori guide enologiche.

Prezzo pieno: 5,09 euro
Acquistato presso: Conad

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