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Irina Guicciardini Strozzi è la nuova Presidente del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano

Dopo i tre mandati consecutivi della Presidente uscente, Letizia Cesani, un’altra donna sarà alla guida del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano per il prossimo triennio. Il Consiglio di Amministrazione eletto dall’Assemblea dei Soci lo scorso 28 maggio ha votato ieri nel corso della prima seduta per eleggere al proprio interno il Presidente.

La scelta è caduta su Irina Guicciardini Strozzi: poco più che trentenne, laureata alla Bocconi in Economia Aziendale e specializzata in Amministrazione Finanza e Controllo, con esperienze lavorative alla Commisisone Europea, nella banca d’affari JP Morgan e nella società di revisione KPMG, già durante gli studi si occupava dell’azienda di famiglia, Tenute Guicciardini Strozzi, che nella Fattoria di Cusona a San Gimignano ha la sede principale, che da cinque anni è diventata il suo unico impegno, occupandosi dei mercati esteri.

A questo curriculum, Irina aggiunge un fattore familiare: è figlia di Girolamo Guicciardini Strozzi, che fu tra i firmatari della richiesta della doc (che ricordiamo la Vernaccia di San Gimignano ottenne per prima in Italia nel 1966), tra i fondatori del Consorzio nel 1972 e primo Presidente, carica che ricoprì ininterrottamente fino al 1987 e poi nuovamente dal 1993 al 2000.

“Questo incarico per me rappresenta un doppio onore – dichiara Irina Guicciardini Strozzi subito dopo l’elezione – Prima di tutto lo è proseguire la tradizione inaugurata dalla Presidente uscente, quella di una donna a presiedere il Consiglio di Amministrazione di un Consorzio vinicolo, un settore ancora molto maschile. In secondo luogo per me è un grande onore continuare una tradizione familiare.”

“Mio padre e la mia famiglia hanno sempre creduto nella Vernaccia di San Gimignano – prosegue la neo presidente – alla sua importanza non solo per il territorio di produzione, ma anche per la Toscana e l’Italia intera; la sua storia unica e centenaria, il fatto di essere un vino bianco in una terra di rossi, la rendono capace di essere il motore della crescita economica, il perno su cui innestare questa crescita.”

“L’obiettivo che con il Consiglio di Amministrazione ci siamo quindi proposti di raggiungere è quello di fare crescere la denominazione, di portare il vino e il vitigno all’altezza che gli competono – conclude la Strozzi – Papà è stato il primo Presidente del Consorzio, la Vernaccia di San Gimignano è nel mio patrimonio genetico. Ci crediamo, ci credo”.

Il Consiglio di Amministrazione ha anche eletto due Vicepresidenti, Nadia Betti e Manrico Biagini, già membri del Consiglio uscente. Con la loro elezione il Consiglio, profondamente rinnovato rispetto al passato (nove consiglieri su tredici sono al loro primo mandato, quasi tutti molto giovani), ha voluto dare un importante segnale di continuità rispetto al percorso intrapreso fino ad oggi e che ha portato a grandi risultati per la Denominazione e per tutto il territorio.

Di seguito l’elenco dei tredici membri del Consiglio di amministrazione:
Davide Ancillotti – Cantina Sociale di Certaldo
Nadia Betti – Azienda La Lastra
Manrico Biagini – Azienda Signano
Lisanna Boschini – Azienda Collemuccioli
Andrea Ciappi – Azienda Casa alle Vacche
Marco Giannelli – Azienda San Benedetto
Luca Giannotti – Azienda Pietrafitta
Alessio Gragnoli – Azienda Teruzzi
Avio Guidi – Azienda Guidi
Simone Niccolai – Azienda Panizzi
Lorenzo Rosi – Azienda Collina dei Venti
Irina Strozzi – Azienda Guicciardini Strozzi
Alessandro Zanette – Azienda Melini

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Vino, enoteche in crescita nel primo trimestre 2016

“I dati dei primi tre mesi del 2016 ci parlano di un aumento complessivo delle vendite del 5,4% a volume e del 6,2% in valore, offrendoci un quadro complessivo ottimistico, in linea con il trend riscontrato negli ultimi due anni. Dati che ci fanno ben sperare rispetto alla tendenza al ribasso nei consumi fuori casa che ha caratterizzato il periodo 2008-2013. L’Osservatorio del Vino apre finalmente una finestra sui consumi in un settore complesso come l’Horeca”. Con queste parole Antonio Rallo, presidente dell’Osservatorio del Vino, commenta i dati sui consumi fuori casa, ovvero l’”On Trade” italiano (ristoranti, bar, enoteche, hotel, catering), del primo trimestre 2016, rilevati da Nomisma Wine Monitor (partner dell’Osservatorio del vino) su un campione di 23 grandi e medie aziende che rappresentano un fatturato complessivo pari a 2 miliardi di euro. Lo studio evidenzia che i vini spumanti trainano i consumi con un +9,5% in valore e un +6,8% in volume, seguiti dai bianchi fermi (+8,9% in valore e +5,7% in volume) e dai frizzanti (+6% in valore e + 23,5% in volume). I rossi crescono anche se di poco in valore (+1,7%) e calano in volume (-4,5%). Nei singoli punti vendita dell’On Trade, le vendite al dettaglio aumentano rispettivamente del 5,8% a valore e del 4,4% a volume. E sono hotel e catering a guidare con +10% a valore e +12,5% a volume, seguiti dai ristoranti (+7,3% valore e +10,8% volume), da wine bar (+3,8% valore e +2,5% volume) ed enoteche (+3% valore e -10% volume).

Le vendite all’ingrosso fanno rilevare un aumento del 7,3% a valore e del 7,6% a volume. Oltre ai consumi nel settore Horeca, l’Osservatorio del Vino grazie alla partnership con Ismea, monitora anche le vendite in Gdo. Nei primi cinque mesi 2016 l’analisi sulla base dei dati Nielsen, evidenzia volumi in calo del 2% e una sostanziale stabilità nei valori (+0,4% a 776 milioni di euro). Gli spumanti anche in questo caso sono il prodotto trainante, segnando vendite a +6% a volumi e a +7,3% a valore. I vini Dop crescono a valore (+2,4% a 310 milioni di euro) e calano lievemente a volume (-1%). I vini Igt fanno registrare -8% a volume e -4% a valore, per una spesa totale di 171 milioni di euro nei cinque mesi. “Siamo molto soddisfatti di questo primo anno di attività di ricerca e studio del settore ‘On Trade’ con l’Osservatorio del Vino  – conclude Antonio Rallo -. Le aziende associate hanno per la prima volta un quadro dettagliato ed aggiornato del mercato dell’Horeca, completato dai dati di sistema su tutto il comparto attraverso la partnership con Ismea, Crea e Bocconi. Ora, l’obiettivo è di incrementare la base delle aziende monitorate per rendere lo strumento ancora più preciso ed efficace, consentendo così all’imprenditore di basare le proprie scelte su dati certi e guadagnare in competitività”.

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Tutti i numeri del vino in Italia: nasce l’Osservatorio del Vino italiano

Il 64% del consumo di vino è domestico, in particolar modo durante i pasti (72%). Cresce anche il consumo del nettare di Bacco “fuori-casa”, ovvero nel canale Horeca (ristoranti, bar, ecc), che in Italia rappresenta il 38% delle vendite totali e risulta in crescita nel terzo trimestre 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: +3,1% nei volumi e + 2,3% nei valori, contro una tendenza negativa sul versante dei valori per il canale off-trade e quindi Gdo in primis
, che rappresenta il 64% delle vendite totali, sempre riferita allo stesso intervallo temporale che sacrifica il -3,9% in volume per mantenere un + 0,9% in valore. Questi, in sintesi, sono alcuni dei primi dati offerti dall’Osservatorio del Vino italiano, “il primo e unico punto di riferimento istituzionale – come spiega Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini – per la raccolta, l’analisi, il commento e la diffusione dei dati statistici del settore vitivinicolo, sia sul fronte produttivo che su quello dei mercati interno e internazionale”. “Si tratta di un’iniziativa inedita per il nostro Paese – continua Zonin – e di fondamentale importanza per un comparto produttivo che oggi rappresenta l’eccellenza dell’intero ‘sistema Italia’, ma che soffre la mancanza di un fonte di rilevazione, commento e diffusione di dati statistici del settore fondati e garantiti istituzionalmente”.

L’Osservatorio del Vino italiano è stato presentato all’inizio del mese di dicembre presso la sede del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, a Roma, dall’Unione Italiana Vini insieme a Ismea e Sda Bocconi, partner del progetto, con la partecipazione del vice ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, il senatore Andrea Olivero. Sono seguiti gli interventi di approfondimento delle prime indagini promosse dall’Osservatorio a cura di Fabio del Bravo, Ismea; Silvia Zucconi, Nomisma Wine Monitor; Denis Pantini, Nomisma Wine Monitor. Presenti alcuni tra i più autorevoli rappresentanti istituzionali e del mondo vitivinicolo a livello nazionale.

“La novità di questo Osservatorio – sottolinea il Presidente Domenico Zonin – è che l’elaborazione statistica viene effettuata sulla base dei dati trasmessi dalle aziende a cadenza periodica. Tutto ciò garantisce alle stesse imprese il vantaggio di avere analisi di mercato aggiornate e affidabili in grado di rispondere tempestivamente alle esigenze informative necessarie per orientare le strategie commerciali e di marketing delle moderne aziende del settore. Con l’Osservatorio del Vino, inoltre, vogliamo offrire alle istituzioni un quadro aggiornato e corretto del mercato del vino indispensabile per operare scelte normative e di regolazione adeguate alla realtà. Attraverso questo lavoro intendiamo costruire un luogo privilegiato per animare il dibattito strategico sul settore vitivinicolo in Italia”.

Il vino si conferma la punta di diamante del nostro settore agroalimentare. “Un comparto – dichiara Raffaele Borriello, Direttore Generale Ismea – che grazie all’elevata propensione all’export e alla sua innata capacità di raccontare la storia del territorio di origine, fa da guida per l’intero Made Italy sui mercati esteri. Le esportazioni di vino nel 2015 potrebbero raggiungere un risultato record di 5,5 miliardi di euro, mettendo a segno un aumento di circa il 7% sul dato del 2014″. Certo è che andrebbe snellita la burocrazia, come ha di recente denunciato la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi).

“Il Wine Management Lab – aggiunge Andrea Rea, Responsabile Wine management lab Sda Bocconi – rappresenta l’impegno concreto di Sda Bocconi per il vino italiano. Per conquistare la leadership internazionale, l’attività di generazione di conoscenze è fondamentale per rafforzare la peculiare capacità imprenditoriale italiana nella complessa competizione internazionale. La partnership con UIV e Ismea per l’Osservatorio del Vino propone un modello efficace di ricerca, che integra competenze qualificate, network e accessibilità dell’informazione”.

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