«Datemi 150 mila euro in bitcoin o brucio il vigneto del Sassicaia». Ha avuto esito negativo il tentativo di estorsione ai danni di Tenuta San Guido da parte di un 47enne residente a Trieste, identificato e fermato dai carabinieri. L’uomo ha agito via email, dimostrando di conoscere alla perfezione la famosa proprietà di Bolgheri.
Il 47enne, già noto per reati simili ai danni di aziende del settore agroalimentare, prendeva di mira non solo le cantine, ma anche le insegne della grande distribuzione organizzata. Fondamentale ai fini della sua identificazione la denuncia presentata ai carabinieri livornesi dalla famiglia Incisa della Rocchetta.
L’accusa nei confronti dei 47enne è di tentata estorsione per i fatti che risalgono alla fine di marzo 2022, quando i dirigenti di Tenuta San Guido hanno ricevuto diverse e-mail criptate in cui si intimava di versare «150 mila euro in bitcoin nel giro di pochi giorni per non vedere bruciato il vigneto del Sassicaia». I vertici dell’azienda non hanno ceduto al ricatto e si sono rivolti alle forze dell’ordine, consentendo l’identificazione del triestino.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Il condizionale è d’obbligo, visto il mix tra letale tra Bacco e Finanza. Ma acquistare vino italiano in Bitcoin e con le principali criprovalute internazionali potrebbe presto diventare possibile, grazie ad Italian Wine Crypto Bank (Iwcb).
Il progetto, illustrato oggi da in un webinar da Rosario Scarpato (interventuto in diretta da Dubai, dove vive e lavora) e i soci Davide Casalin e Alessandro Brazzini – tre figure chiave della rivoluzionaria “Criptobanca del vino italiano” – dovrebbe prendere avvio il 4 aprile 2021, con l’emissione dei primi token e l’apertura delle porte ai primi correntisti virtuali.
Quella che presentiamo oggi – ha precisato Scarpato – è la Fase 1 dell’Italian Wine Crypto Bank. Qualora dovessimo trovare l’appoggio delle cantine italiane, il prossimo anno potremmo dare avvio alla prima iniziativa su scala mondiale che lega il vino alle principali criptovalute, tra cui figurano appunto gli ormai noti Bitcoin”.
Come funzionerà la cripto banca? Grazie a un “algoritmo” basato su 20 parametri, la società di Hong Kong a cui fa capo l’Italian Wine Crypto Bank ha individuato circa 200 vini di cantine italiane “dal valore affidabile nel tempo”.
Non si tratta di Sassicaia e Tignanello – ha sottolineato Scarpato (nella foto, sotto) – anche avremo anche loro. Piuttosto di vini meno noti di cantine che non necessariamente hanno brand internazionalmente riconosciuti, in grado tuttavia di garantire alti standard di qualità e un valore certamente crescente nel tempo, con l’affinamento”.
Le cantine che aderiranno autonomamente o saranno invitate da Iwcb sino ad aprile 2021, godranno dei particolari vantaggi riservati ai membri fondatori. Tutto quello che dovranno fare sarà fornire il vino e spedirlo al magazzino di Londra, “un luogo perfettamente attrezzato per la conservazione e lo stoccaggio”.
La banca pagherà le cantine fondatrici in euro e fornirà inoltre dei token omaggio, ovvero dei “gettoni” da spendere all’interno della blockchain dell’Iwcb: un “ambiente digitale” con transazioni sicure e garantite sui vini disponibili a catalogo.
Con un investimento minimo di circa 500 euro e il pagamento di una quota annuale, semplici amanti del vino, investitori puri o figure interessate alle criptovalute (mentre scriviamo 1 bitcoin vale 18.477,70 euro), entreranno a far parte del Club dei Soci Esclusivi Iwcb.
Potranno scegliere di ritirare in ogni momento i vini acquistati e da noi immagazzinati – ha spiegato Rosario Scarpato – oppure attendere che il valore salga e scambiarli con altri correntisti. Saremo pronti a offrire qualsiasi tipo di consulenza ai clienti, dall’accesso al Club al post vendita”.
Lo scopo principale dell’Italian Wine Crypto Bank non sarà tuttavia la commercializzazione, che avverrà tramite l’invio del catalogo ai soci. “Tantomeno la speculazione”, ha spiegato il trio di promotori.
Siamo coscienti che il vino italiano sia un prodotto vivo ed è sulla sua promozione che si fonda l’Iwcb. Entrando a far parte del nostro portafoglio solo sulla base di rigidi parametri legati al valore e alla qualità nel tempo dell’etichetta, le cantine potranno godere di una promozione costante, diretta e indiretta e su scala mondiale”.
“Secondo diverse ricerche – ha concluso Scarpati – il mondo degli investitoti delle criptovalute sta assumendo sempre più peso sociodemografico, oltre a godere di ottime capacità di acquisto. Proprio a questo genere di figure, oltre che agli amanti del vino, si rivolge il nostro innovativo progetto, che è prima di tutto un’iniziativa di comunicazione del vino italiano nel mondo”. Il countdown è già iniziato.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
We use cookies on our website to give you the most relevant experience by remembering your preferences and repeat visits. By clicking “Accept”, you consent to the use of ALL the cookies.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACQUISTA LA GUIDA e/o SOSTIENI il nostro progetto editoriale
La redazione provvederà a inviarti il Pdf all’indirizzo email indicato entro 48 ore dalla ricezione del pagamento