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Bionda sarda: la prima birra 100% italiana, dalla terra al bicchiere


Bionda sarda è la birra che nasce in Sardegna ma che punta a diventare «un modello replicabile su tutto il territorio nazionale». L’iniziativa è stata al centro di un incontro a Vinitaly 2025, presso Casa Coldiretti.
Si tratta del primo progetto pilota voluto da Coldiretti e dal Consorzio Birra Italiana per rilanciare la produzione brassicola sull’isola, creando una filiera corta, sostenibile ed etica, che coinvolge 20 birrifici locali, una cooperativa di produttori di luppolo e una cooperativa di cerealicoltori. https://www.coldiretti.it/

BIONDA SARDA, LA PRIMA BIRRA 100% ITALIANA

Grazie ai 60 ettari coltivati nell’autunno 2023 e raccolti nell’estate 2024, nonostante le difficoltà legate a incendi e siccità, i primi risultati sono stati incoraggianti. La cooperativa ha fornito sementi uniformi e assistenza agronomica continua, garantendo un ciclo produttivo controllato e di qualità. L’orzo raccolto viene trasformato in malto pronto all’uso e interamente destinato ai birrifici locali. Riducendo i costi di trasporto e valorizzando la materia prima locale. Sulla bottiglia c’è un Qr code che permette di vedere dove sono stati coltivati e trasformati i prodotti agricoli utilizzati.

SARDEGNA AL CENTRO DEL BIRRATURISMO

Questo modello innovativo permette agli agricoltori di ottenere una remunerazione superiore rispetto ai prezzi di mercato, mentre i birrifici possono contare su una fornitura stabile e vicina. Tra i prossimi obiettivi vi sono l’espansione delle superfici coltivate, la formazione continua degli agricoltori e lo sviluppo delle Strade della Birra sarda per promuovere il birraturismo.

Con questo progetto, la Sardegna si conferma laboratorio di innovazione nel settore agroalimentare, ponendo le basi per una birra 100% italiana, simbolo di qualità, sostenibilità e filiera etica. Un esempio virtuoso – sottolinea Coldiretti – di come l’agricoltura e la trasformazione possano collaborare per rafforzare l’economia dei territori. E «rispondere alla crescente domanda dei consumatori di prodotti autentici e tracciabili».

LA PRESENTAZIONE DI BIONDA SARDA A VINITALY 2025

Alla presentazione a Vinitaly 2025 sono intervenuti il presidente Coldiretti Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo, il presidente del Consorzio Birra Italiana Teo Musso, il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Mirco Carloni. E ancora: il direttore Coldiretti Sardegna e Capo Area Economica Coldiretti Luca Saba; Antonio Zanda del Birrificio Quattro Mori e il direttore del Consorzio Birra Italiana, Carlo Schizzerotto.

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Emendamento birrifici artigianali: verso la riduzione delle accise


Questa mattina, presso la sede di Birra Turan, a Viterbo, è stato presentato ufficialmente un emendamento alla manovra finanziaria che conferma un significativo innalzamento delle agevolazioni fiscali per i piccoli birrifici artigianali. La misura prevede una riduzione fino al 50% dell’aliquota di accisa per i microbirrifici con volumi di produzione fino a 10 mila ettolitri annui. Una notizia che rappresenta un concreto segnale di supporto a questo segmento di eccellenza del comparto brassicolo italiano. «Un segnale concreto a questo specifico e pregiato segmento del comparto brassicolo», ha dichiarato il deputato Mauro Rotelli, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera, nonché promotore dell’emendamento. La proposta normativa ha raccolto ampio consenso, sia nel mondo agricolo che in quello produttivo, e punta a incentivare ulteriormente le produzioni dei piccoli birrifici.

RIDUZIONE DELLE ACCISE PER I BIRRIFICI ARTIGIANALI: LE PERCENTUALI

La norma prevede una riduzione strutturale delle accise con un sistema progressivo:

  • 50% di riduzione per i birrifici artigianali con produzione annua fino a 10.000 ettolitri;
  • 30% di riduzione per i birrifici con produzione fino a 60.000 ettolitri annui;
  • 20% di riduzione per le produzioni superiori.

Un rilancio per il settore brassicolo artigianale. «Questa misura è pensata per rilanciare il settore delle birre artigianali, valorizzando la qualità, l’innovazione e il legame con il territorio e il made in Italy», ha spiegato Rotelli durante la conferenza. «Supportare i piccoli birrifici significa anche promuovere la produzione di materie prime italiane, incentivandone non solo il consumo interno ma anche l’esportazione sui mercati internazionali», ha aggiunto il deputato, sottolineando il crescente interesse dei consumatori verso prodotti di alta qualità e sostenibili.

L’IMPEGNO DI UNIONBIRRAI PER LA RIDUZIONE DELLE ACCISE

Un plauso alla misura è arrivato anche da Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai, associazione di categoria dei piccoli birrifici artigianali indipendenti, che ha fortemente sostenuto l’emendamento. «Questo risultato rappresenta un sostegno cruciale per lo sviluppo del potenziale brassicolo nazionale, sempre più riconosciuto nel mondo come parte integrante del made in Italy agroalimentari», ha affermato Ferraris. Grazie alla riduzione delle accise, le aziende del settore avranno a disposizione risorse economiche maggiori da reinvestire in innovazione e crescita. Ferraris ha anche sottolineato l’importanza dell’attenzione riservata dalla politica e dalle istituzioni a un comparto giovane e dinamico, che nonostante le difficoltà dei mercati continua a crescere. «Ci auguriamo di poter proseguire questo percorso di rinnovamento normativo – ha concluso il referente di Unionbirrai – consentendo alle imprese di operare in un contesto più favorevole e competitivo».

L’IMPATTO FISCALE DELLA RIDUZIONE DELLE ACCISE DEI MICROBIRRIFICI

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Antonella Sberna, vice presidente del Parlamento europeo, e Giulio Zelli, presidente della Commissione Agricoltura e Ambiente della Regione Lazio. Entrambi hanno confermato il proprio sostegno, nei rispettivi ambiti istituzionali, alla filiera brassicola. L’evento è stato arricchito dalla presenza di diversi birrifici locali, che hanno testimoniato il valore e l’impatto della misura fiscale per il territorio. Oltre al birrificio ospitante Turan, erano presenti Terre di Faul di Viterbo, Free Lions di Tuscania, Itineris di Civita Castellana, Hilltop Brewery di Bassano Romano e Aut Aut Brewing di Grotte di Castro.

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Birra: gusto e piacere che non conosce stagioni

La birra si afferma come una bevanda capace di accompagnare i piccoli piaceri quotidiani tipici del periodo invernale. Un lusso accessibile ed un complemento per e le tavole delle festività. Sono queste alcune delle evidenze emerse dall’ultima indagine condotta da BVA Doxa per il Centro Informazione Birra (CIB) di AssoBirra.
Una fotografia periodica sul mondo birrario italiano attraverso lo sguardo dei consumatori, dei principali player della filiera birraria e della stessa AssoBirra. Analisi che accende i riflettori sul ruolo della birra nel trend del “soft pleasure” durante la stagione invernale.

LA RISCOPERTA DEI PICCOLI PIACERI INVERNALI

La casa è il luogo preferito dagli italiani (86%) per godersi i propri momenti di comfort e relax. Attività come guardare la TV (70%), rilassarsi sul divano (65%) o concedersi una doccia calda (62%) sono tra le preferite per ritrovare sensazioni e serenità. La Gen Z si distingue per la capacità di ritagliarsi più frequentemente momenti dedicati ai “soft pleasure”, fino a 4 volte a settimana.

Il contatto con la natura è un altro elemento apprezzato, con circa il 40% degli intervistati che dichiara di trovare piacere nelle passeggiate all’aperto o nei momenti contemplativi accanto al camino. Le generazioni si mostrano in sintonia anche sul valore della condivisione. Il 63% che vive questi momenti in compagnia del partner o di amici, in particolare i Millennials (68%), mentre quasi la metà degli intervistati preferisce dedicarsi a questi rituali in solitudine.

COME LA BIRRA ARRICCHISCE L’INVERNO DEGLI ITALIANI

La scelta di una bevanda per accompagnare i momenti di relax invernale è una costante per quasi tutti gli italiani. Il 90% degli intervistati che dichiara di consumare regolarmente bevande calde o fredde durante i propri “soft pleasure”. Tra le preferenze spiccano tisane (64%), cioccolata calda (63%) e tè (62%). Tra le bevande moderatamente alcoliche la birra si distingue come protagonista, scelta da circa la metà degli intervistati (48%), superando il vino (46%).

Anche nel contesto invernale la birra si conferma dunque un alleato apprezzato per la sua capacità di esaltare ogni esperienza e in grado di ridefinire il concetto di bevanda per tutte le stagioni. Quasi 1 italiano su 3 (29%) trova la birra particolarmente appagante nei momenti di relax casalingo. Tra le generazioni, Millennials e Gen X (48% complessivamente) associano la birra a momenti di relax e convivialità.

«La Gen Z, invece – sempre secondo la ricerca – la interpreta in chiave più dinamica e ne apprezza la versatilità (39%), percependola come una bevanda ideale per arricchire attività creative come cucinare, decorare per le feste o organizzare serate di intrattenimento». «Questa edizione mette in luce un tema chiave: la destagionalizzazione del consumo – dichiara Andrea Bagnolini, Direttore Generale di AssoBirra -. La birra non è legata a un solo periodo dell’anno, ma si integra nei piaceri di ogni stagione, riflettendo la ricca cultura gastronomica del nostro Paese».

BIRRA, INVERNO E FOOD PAIRING

Accompagnare i piccoli piaceri invernali con il consumo di alimenti è una pratica diffusa e condivisa tra le generazioni. Millennials e Gen Z dimostrano una maggiore propensione a ritagliarsi momenti di piacere durante la settimana, rispettivamente con l’83% e l’80%. In questo contesto, circa un terzo degli intervistati considera la birra un elemento fondamentale per arricchire l’esperienza. Tra i cibi più scelti dai consumatori per accompagnare la birra emergono i salumi (51%) insieme con le focacce (51%), seguite da tartine o bruschette (47%) e formaggi stagionati o freschi (41%). Questi alimenti trovano nella birra un complemento capace di arricchire ogni occasione culinaria, grazie alla sua versatilità e al suo carattere conviviale.

«La cucina italiana, con la sua autenticità e raffinatezza, trova nella birra un elemento chiave – spiega Rocco Pozzulo, Presidente della Federazione Italiana Cuochi – Durante le festività natalizie, la birra esalta dessert come il panettone e il cioccolato fondente, ma può anche diventare protagonista in cucina, ad esempio nelle ganache o in preparazioni salate. Penso agli abbinamenti con frutta secca tostata, cioccolato fondente o dolci tipici natalizi, che si sposano perfettamente con birre chiare o ambrate. Un dessert che amo preparare combina birra bock, nocciole del Piemonte e tartufo bianchetto per un’esplosione di gusto».

«Il crescente interesse per il food pairing – sottolinea Bagnolini – evidenzia consumatori sempre più consapevoli, che la vedono non solo come una bevanda, ma come un mezzo per esplorare sapori e creare connessioni autentiche. Questo ruolo unico la rende protagonista sia dei momenti più intimi che delle celebrazioni festive, valorizzando il piacere dello stare insieme tutto l’anno».

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La ricetta Unionbirrai: meno burocrazia e filiera birra 100% italiana


Unire l’impegno per una birra 100% italiana, con la creazione di filiere brassicole 100% italiane, a un piano concreto di semplificazione e sburocratizzazione operativa. È questa la richiesta avanzata da Unionbirrai, l’associazione che rappresenta i piccoli birrifici indipendenti italiani, durante la presentazione del bilancio del primo anno di attività del progetto LOB.IT, coordinato dal Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria), l’ente di ricerca del Ministero dell’Agricoltura, delle Foreste e della Sovranità Alimentare.
Un progetto che mira non solo a valorizzare le materie prime locali, ma a consolidare la filiera produttiva brassicola italiana, dall’orzo al bicchiere.

L’IMPORTANZA DELLE FILIERE CORTE DELLA BIRRA ITALIANA

«L’importante lavoro portato avanti sul sostegno alla produzione di materie prime locali di qualità, affinché si giunga alla creazione di filiere corte della birra offrirà al comparto ulteriori validi elementi di marketing territoriale che ben si conciliano con le nostre prospettive di puntare sul turismo brassicolo e le cosiddette Strade della Birra» ha dichiarato Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai.

Il concetto di filiera corta, già ben radicato nell’enologia, rappresenta un’opportunità chiave per il settore brassicolo artigianale italiano, che può così rafforzare il proprio legame con i territori e ampliare il proprio appeal sia per i consumatori locali sia per i turisti. L’utilizzo di materie prime italiane – come luppolo e orzo coltivati sul territorio nazionale – non solo garantisce tracciabilità e qualità, ma diventa un elemento distintivo in un mercato sempre più competitivo e globalizzato.

LA BUROCRAZIA AFFONDA LA BIRRA 100% ITALIANA

Tuttavia, Ferraris ha sottolineato come le sole iniziative legate alla filiera non siano sufficienti per garantire la crescita e la sostenibilità delle imprese brassicole, soprattutto quelle di dimensioni più ridotte. «Per ridare slancio e sostenere le imprese del settore, soprattutto le più piccole, diviene cruciale alleggerire il carico di obblighi burocratici pensati per l’industria, che comportano un onere di tempo ed economico per i birrifici artigianali, ma anche un aggravio per la correlata spesa pubblica per i controlli».

I birrifici artigianali, infatti, si trovano spesso a dover affrontare procedure pensate per grandi industrie, come l’obbligo di tenuta di registri specifici, documentazione dettagliata e bolli di accompagnamento merci, che rallentano l’operatività senza apportare benefici reali al sistema di controllo fiscale o qualitativo.

LE RICHIESTE DI UNIONBIRRAI PER LA FILIERA BRASSICOLA ITALIANA

Tra le proposte avanzate da Unionbirrai spiccano l’eliminazione dell’obbligo della bolla di accompagnamento merce XAB per i microbirrifici, con possibilità di utilizzo dei più comuni Documenti di Trasporto (DDT). In secondo luogo, l’armonizzazione delle norme introdotte dal decreto ministeriale 4 giugno 2019, che ha già avviato un primo passo verso la semplificazione, ma che attualmente soffre di interpretazioni disomogenee tra i diversi territori, generando disparità di trattamento. Infine, secondo Uniobirrai, occorre proseguire con l’iter di confronto avviato presso il Masaf, al fine di realizzare riforme organiche che tengano conto delle specificità del comparto artigianale.

«Piccole agevolazioni tecniche e burocratiche che, nella loro globalità – ha concluso Ferraris – si rivelerebbero determinanti per l’operatività quotidiana delle piccole imprese brassicole. Per questo, continuiamo ad auspicare che riprenda l’iter di confronto, avviato oramai un anno fa al Masaf, che possa condurre a riforme organiche e impattanti».

STRADE DELLA BIRRA, TURISMO BRASSICOLO E NUOVE OPPORTUNITÀ

Oltre alla semplificazione burocratica, Unionbirrai guarda con interesse a un altro fenomeno in forte espansione. Quello del turismo brassicolo, già ben sviluppato in paesi come Belgio, Germania e Repubblica Ceca, ma che in Italia ha ancora margini di crescita significativi. La creazione di Strade della birra, sul modello delle Strade del Vino, potrebbe diventare uno strumento di valorizzazione sia per i birrifici sia per i territori, combinando degustazioni, visite guidate e itinerari culturali.

Richieste che, secondo Unionbirrai, costituiscono un passo fondamentale per garantire un futuro solido e sostenibile al comparto brassicolo italiano. Da un lato, il rafforzamento delle filiere 100% italiane consentirebbe di incrementare la qualità e la riconoscibilità del prodotto; dall’altro, le semplificazioni burocratiche permetterebbero ai piccoli produttori di concentrarsi sull’innovazione e sulla crescita. Un binomio, quello tra tradizione territoriale e modernità gestionale, che può trasformare la birra artigianale italiana in un simbolo di eccellenza riconosciuto a livello internazionale.

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Gli Editoriali news news ed eventi

Fiera del Tartufo Bianco di Alba: che c’azzecca Birra Menabrea?


EDITORIALE – Birra Menabrea sponsor della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba 2024. Non una novità, bensì una conferma della partnership, con tanto di creazione di una “special edition” della “Bionda” Premium Lager da 33 cl. La domanda è: che c’azzecca? Non tanto per la birra in questione, ma per quello che pare – giudicandolo da diverse angolazioni – uno smacco a un territorio, quello dell’Albese e delle Langhe, vocato al vino e alla territorialità in gastronomia. Una zona che, con Menabrea, condivide solo la provenienza regionale (Birra Menabrea è di Biella). Molto più “digeribile” sarebbe stato, ad occhio e croce, un eventuale accordo con il birrificio Baladin di Teo Musso, che ha sede a Piozzo, nel Cuneese. Ma così non è andata.

Il logo di Birra Menabrea figura al primo posto sul sito ufficiale della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba 2024, tra gli sponsor. Ben più “nascosto” quello dell’Alta Langa, lo spumante Metodo classico che costituisce la vera novità nazionale delle “bollicine” Made in Italy. Una denominazione che sta cominciando a farsi notare anche all’estero e che, negli anni, ha proposto numerosi percorsi di abbinamento con il tartufo, con cui condivide – a differenza della birra – la pazienza necessaria e il fascino dell’attesa (stesse caratteristiche di altri due grandi langaroli come Barolo e Barbaresco).

La partnership tra la prestigiosa Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e Birra Menabrea – brand del Gruppo Forst (Bolzano) sulla cui qualità e notorietà non si discute qui, soprattutto perché si tratta del birrificio italiano più antico, con 152 anni di storia (a Biella) – fa ancora più clamore se si considerano le difficoltà che il settore del vino sta attraversando sui mercati, nazionali e internazionali. E se è vero che per molti pecunia non olet, ovvero che a sponsor donato non si guarda in bocca, è altrettanto giusto sottolineare che da un evento cruciale per il territorio di Alba ci si dovrebbe aspettare uno sforzo in più. O quantomeno più coerenza e “sensibilità”. Che a parlar d'”amore”, nel 2024, suonerebbe troppo.

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Super Blanche, la nuova birra stagionale Doppio Malto: ecco com’è

Doppio Malto, birrificio artigianale con oltre 50 ristoranti tra Italia e Francia, lancia la propria birra stagionale di fine estate. Super Blanche nasce in collaborazione con Mr. Malt, punto di riferimento per tutti gli appassionati della produzione di birra, e Fermentis, leader europeo nella produzione di lieviti per birre e vini.

Proprio grazie al contributo di Fermentis, Super Blanche è la prima birra sul mercato italiano ad utilizzare il lievito SafAletm BW-20. Anche se in linea con la freschezza dello stile belga Blanche, il contributo del lievito SafAletm BW-20 arricchisce il portafoglio aromatico della nuova referenza. L’utilizzo di bucce di bergamotto calabrese e coriandolo in grani a fine bollitura ne completano il quadro gustativo.

«SafAle BW 20 è ideale per creare Witbier in stile belga ed fantastico vederlo fare il suo debutto sul mercato italiano», afferma Marco Pruner, Fermentis Area Sales Manager South Europe. «Abbiamo oltre 14 birre tra referenze fisse in linea nei locali e stagionali, ma una blanche mancava», sottolinea Simone Brusadelli, mastro birraio Doppio Malto presso il birrificio di Iglesias in Sardegna.

SUPER BLANCHE DOPPIO MALTO: ECCO COM’È

Giallo limone opalescente con schiuma bianca e fine. Fresca, leggermente acidula. La nuova birra stagionale Super Blanche di Doppio Malto si presenta con le caratteristiche tipiche di una witbier. Al naso è leggera, sottile ma ricca. Alla nota di banana, tipica dello stile, si avvicendano profumi agrumati di bergamotto e lime ed un tocco di albicocca.

Seguono profumi speziati. Pepe e coriandolo accompagnati dalla componente floreale che strizza l’occhio alla rosa canina ed al geranio. In bocca è scorrevole, beverina, dal corpo leggero che ben si lega al leggero calore (5,2% abv).
Una birra rinfrescante, la Super Blanche Doppio Malto, ideale per gli ultimi scampoli dell’estate. Si accompagna bene al rito dell’aperitivo, a fritture di pesce e verdure in tempura o carni bianche.

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L’estate 2024 di birra, vino e distillati, secondo Partesa


Cosa berranno gli italiani fuoricasa in questa estate 2024? Risponde Partesa, società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Horeca, che delinea i trend di birra, vino e spirits per la bella stagione e che vede confermarsi tra i consumatori italiani una diffusa cultura del buon bere, accompagnata dalla ricerca di novità e da una sempre maggiore attenzione a bere in modo sano e responsabile.

L’ESTATE 2024 DELLA BIRRA

In particolare, nel mondo birra, regina indiscussa dei momenti di convivialità, brillano le referenze innovative, ma è il fenomeno emergente delle birre low e no alcol a dominare le richieste dei beer lovers (e non solo quelli più giovani).

L’ESTATE 2024 DEL VINO

“Purezza” è invece la parola d’ordine quando si parla di vino: proseguono le richieste di monovitigni e Denominazioni che meglio esprimono le sfumature delle terre d’origine. Il tutto con preferenze per bianchi e sparkling, a partire dalle produzioni nazionali che sanno garantire un ottimo rapporto qualità-prezzo.

L’ESTATE 2024 DI VERMOUTH, TEQUILA E GIN: MEGLIO DEL RUM

Infine, il mondo spirits vede Vermouth Premium e Bitter crescere grazie alla passione per l’aperitivo di qualità, la Tequila affiancarsi al Gin nella mixology, a discapito del Rum che continua a perdere terreno, e le richieste di amari di qualità incrementare nell’afterdinner. Da segnalare poi la nuova primavera del Limoncello con la miscelazione (a partire dal “Limoncello Spritz”) e la crescita dei cocktail in fusto, apprezzati per la loro praticità e rapidità di servizio.

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Birra: consumo in calo del 5% a causa di costi, accise e inflazione

Flessione della produzione (-5,02%), dei consumi (-5,85%), dell’export (-5,36%) e ell’import (-7,5%) di birra. Questi i chiari segnali di un settore che ha sofferto lungo tutto l’asse della filiera produttiva, agricola e della distribuzione fino ai punti di consumo. Dati che emergono dall’Annual Report 2023 di AssoBirra, presentato a Roma, alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Nei primi mesi del 2024 il trend di decrescita sembrerebbe essersi fermato. Qualora la stagione estiva dovesse segnare una ripresa, le prospettive di lungo periodo tornerebbero positive.

«Il settore brassicolo – dichiara il Ministro Urso – potrà oltretutto rafforzarsi e innovarsi ulteriormente beneficiando del piano transizione 5.0. Piano che coniuga per la prima volta in Europa transizione digitale, energetica e ambientale. Oltre 13 miliardi di crediti fiscali utilizzabili dalle imprese nel biennio 2023-24. Sarà importante poi sviluppare le competenze idonee. A tal fine, il provvedimento prevede che il 10% delle risorse possono essere utilizzate per la formazione del personale».

Molti i fattori che impattano sulla possibilità di tornare a crescere, quali il cambiamento climatico, con i conseguenti rincari e la difficile reperibilità di alcune materie prime, l’aumentato costo dell’energia. Ultimo ma non per importanza, la spinta inflattiva di tutti i prodotti, incluso il largo consumo.

Questi fattori hanno generato una riduzione del potere di acquisto generalizzata, particolarmente sentita dal settore birrario a causa del peso aggiuntivo delle accise.

MONDO DELLA BIRRA E ISTITUZIONI A DIALOGO

Il sostegno richiesto da AssoBirra è, in primis, un percorso di riduzione strutturale delle accise a cui la birra è soggetta. Riduzione necessaria per poter confermare gli investimenti, e così stimolare la ripresa del mercato, generando ricchezza per il nostro Paese.

L’obiettivo è ottenere una politica fiscale più equa, che possa consentire agli attori del settore di fare innovazione, proseguire i piani di sostenibilità e l’utilizzo di tecnologie avanzate, essenziali per la crescita organica, sostenibile e di lungo periodo del comparto birrario. Occorre affrontare questa problematica evidenziando come le accise influiscano negativamente sia sulla capacità di investimento delle aziende che sulla competitività del settore.

Il settore brassicolo ricopre un ruolo centrale per l’economia italiana, capace di creare valore e indotto economico e posti di lavoro. Il comparto occupa, infatti, oltre 100 mila operatori in oltre 1.000 aziende (1.012 realtà del settore tra birrifici, microbirrifici e malterie). La birra crea un valore condiviso di 10,2 miliardi di euro (equivalente allo 0,54% del PIL) e, unica fra le bevande da pasto, versa all’Erario oltre 700 milioni in accise annue che si sommano alla contribuzione fiscale ordinaria.

LE SFIDE DEL COMPARTO BIRRA IN ITALIA

È proprio sul versante fiscale che AssoBirra pone una delle sfide del comparto. Occorre prendere decisioni fiscali certe e positive che consentano alle aziende della filiera di tornare a dedicare risorse economiche, generare una crescita sostenibile nel tempo e competere sui mercati internazionali. Mercati oggi meno rallentati da tassazione e burocrazia e dunque più liberi di investire.

Le marginalità sono strutturalmente sotto pressione lungo tutta la catena del valore. Agricoltura, trasformazione, produzione, logistica, trasporti, grande distribuzione e ristorazione hanno bisogno di tornare ad investire sul proprio business, per generare ricchezza per il Paese.

«Ci auspichiamo, un alleggerimento della pressione fiscale specifica – dichiara Alfredo Pratolongo, Presidente di AssoBirra -. Le accise in particolare, anacronistiche per una bevanda da pasto e incongrue, perché la birra è l’unica su cui gravano, risultano tanto più afflittive poiché penalizzano le aziende italiane rispetto a quelle che lavorano in Paesi maggiormente beer friendly in termini di tassazione».

«Per il futuro rimango positivo – dichiara Alfredo Pratolongo, Presidente di AssoBirra – perché la birra in Italia è ormai diventata una bevanda da pasto apprezzata per le sue caratteristiche di leggerezza, versatilità, naturalezza e basso contenuto alcolemico, oppure analcolica. Quest’ultimo, non è un fattore da sottovalutare, perché a monte delle libere scelte di consumo la birra è una scelta di piacere che consente di consumare quantità certe e moderate o nulle».

BIRRA ITALIANA IN CIFRE: I DATI ASSOBIRRA

Secondo i dati di AssoBirra, nel 2023 la produzione di birra in Italia ha raggiunto 17,4 milioni di ettolitri, registrando una contrazione del 5,02% rispetto ai 18,3 milioni di ettolitri del 2022, ma superando i livelli pre-pandemici del 2019 (17,3 milioni di ettolitri) e quasi eguagliando il 2021 (17,8 milioni di ettolitri).

I consumi, seppur in calo rispetto al record del 2022 (22,5 milioni di ettolitri), si sono attestati a 21,2 milioni di ettolitri nel 2023, facendo segnare un decremento del 5,85% ma mantenendo una quota che supera il massimo storico di consumo registrato fino all’anno scorso (21,2 milioni di ettolitri nel 2019) e che supera quella del 2021, delineando una crescita di oltre 20 punti percentuali (20,9%) rispetto a dieci anni fa (17,5 milioni di ettolitri nel 2013).

L’import di birra ha registrato allo stesso modo una flessione del 7,55% rispetto all’anno precedente, pari a 600 mila ettolitri, con 7,4 milioni di hl a fronte dei circa 8 milioni del 2022. La Germania, che gode di una tassazione 4 volte inferiore a quella italiana, rimane il principale Paese di origine dell’import, con il 41,7% del totale delle importazioni. Seguono Belgio (20,7%), Paesi Bassi (9,8%) e Polonia (9,4%).

Tra i paesi non comunitari, che assommano un dato globale del 2,2% dell’import, il maggior esportatore verso il nostro Paese è il Regno Unito, con quasi 95 mila ettolitri su circa 135 mila del totale non-UE.

Anche l’export mostra un aggregato inferiore a quello del 2022 (3,6 milioni di hl nel 2023, con un -5,36% rispetto ai 3,8 dell’anno precedente). La distribuzione dell’export vede un calo della quota verso il Regno Unito (44,1% vs il 48,2% del 2022, pari a -250 mila ettolitri nel 2022), ma un aumento delle esportazioni verso Albania e soprattutto Francia, con un dato in crescita del 57%.

Tra i canali distributivi e di consumo riemerge il fuori casa, che nel 2023 registra un +1,8% rispetto all’anno precedente, di fatto mantenendo gli stessi volumi, con consumi complessivi leggermente inferiori agli 8 milioni di ettolitri. Dato che bilancia in parte l’ampia flessione di consumo domestico del canale Gdo.

SOSTENIBILITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA E INNOVAZIONE

Sostenibilità e transizione ecologica rimangono una priorità per AssoBirra. L’associazione incentiva pratiche produttive sostenibili e l’uso di tecnologie avanzate. Promuove inoltre la gestione delle risorse idriche e la riduzione dell’impatto ambientale come obiettivi fondamentali per il settore.

«Il processo di transizione ecologica – commenta Federico Sannella, Vice Presidente di AssoBirra con delega a Transizione Ecologica e Sostenibilità – attiene anche al primario, a quel settore agricolo che da tempo si impegna nell’ambito della ricerca nel campo delle materie prime e di un più sostenibile uso del territorio».

«Innovazione tecnologica e sviluppo, tuttavia, si nutrono soprattutto di investimenti economici, ed è qui che il ruolo del comparto di trasformazione è strategico, centrale, imprescindibile. In tempi ove i costi dell’energia incidono a tal punto, il cammino verso la neutralità carbonica necessita di un cambio di strategia. Un’azione non più solo individuale, bensì sistemica, del comparto industriale nella sua interezza. Non perdiamo di vista come il riuso, e in generale ogni trasformazione, imponga forti investimenti», conclude Sannella.

Per AssoBirra la sostenibilità non è solo economica e ambientale, ma anche sociale. La categoria è infatti impegnata a promuovere comportamenti in linea con uno stile di consumo responsabile delle bevande alcoliche, ad esempio con investimenti in prodotti a zero o bassa gradazione alcolica. In linea con un consumo italiano votato alla moderazione, i consumi di birra low e no alcol nel 2023 hanno rappresentato l’1,86% del totale.

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La nuova Birra Messina Vivace presentata alla Milano Design Week


La nuova Birra Messina Vivace, ultima nata della famiglia Birra Messina, è stata protagonista indiscussa del Bar Meraviglia, l’evento firmato Birra Messina che si è svolto il 19 aprile in occasione della Milano Design Week. Una lager caratterizzata da una ricetta nuova e distintiva, dal gusto rinfrescante, arricchito dalle note aromatiche dei limoni siciliani.
Birra Messina Vivace si distingue per un design unico e distintivo. Il bilanciamento degli ingredienti, insieme alle leggere note agrumate e al gusto rinfrescante, conferiscono a questa birra un’identità innovativa e raffinata.

La nuova immagine di Birra Messina Vivace è stata costruita mantenendo i decori tipici delle referenze della famiglia ma con un twist distintivo: se l’etichetta romboidale con il contorno intagliato, richiama il design di Birra Messina Cristalli di Sale, l’esclusivo vetro verde della bottiglia dona a Birra Messina Vivace un aspetto nuovo e inconfondibile e trasmette al consumatore tutta la freschezza del prodotto.

ALLA SCOPERTA DI BIRRA MESSINA VIVACE

Birra Messina Vivace è una lager filtrata bassa fermentazione, da 4,5 gradi alcol, dall’aspetto chiaro e brillante. La sua ricetta esclusiva vanta ingredienti di qualità come il malto d’orzo, il granturco, l’estratto di limone siciliano. È prodotta con un luppolo aromatico dai sentori fruttati che, aggiunto a fine cottura, conferisce a questa birra una fresca aromaticità.

Con un grado di amarezza che si attesta sui 16 IBU, la nuova referenza offre un’esperienza meravigliosamente rinfrescante e appagante se servita tra i 3-5°. Birra Messina Vivace viene prodotta a Massafra nello stesso stabilimento in cui viene prodotta Birra Messina Ricetta Classica. Birra Messina Vivace è disponibile nei formati 33×3 cl (canale Moderno); 33cl e spina (Horeca).

LA SCHEDA TECNICA DI BIRRA MESSINA VIVACE

Tipo di birra: lager, filtrata
Gradazione alcolica: 4.5 % vol.
Tipo fermentazione: Bassa Fermentazione
Aspetto: Chiara, Filtrata, brillante
Aroma: fruttato con delicate note agrumate
Gusto: Rinfrescante con delicate note agrumate
Grado amarezza: 16 ibu
Temperatura di servizio bicchiere: 3-5°

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Birra news news ed eventi

Birra di contrabbando dalla Germania all’Italia: maxi sequestro lungo l’A22 del Brennero


I militari della Guardia di Finanza di Vipiteno hanno sequestrato oltre 2.500 litri di birra di contrabbando, sprovvista dei necessari documenti attestanti il corretto assolvimento dell’accisa. La scoperta del carico illecito presente su tre diversi furgoni anonimi è avvenuta
nell’ambito delle attività di controllo del territorio che le Fiamme Gialle svolgono presso la barriera autostradale dell’A22 del Brennero, punto nevralgico per i traffici commerciali tra i Paesi dell’Unione europea e l’Italia. Stoccata in 62 fusti pronti per la spillatura e destinata a rifornire diversi pub e ristoranti su tutto il territorio nazionale, la birra era stata acquistata in Germania ed era priva di qualsiasi tracciabilità.

In tal modo, i rivenditori finali avrebbero potuto garantire un prezzo “al boccale” più conveniente rispetto agli altri esercenti, attirando un maggior numero di clienti e falsando la concorrenza. Colti sul fatto, i tre conducenti, tutti italiani, hanno fornito le più disparate giustificazioni per quella che, a loro dire, era «una mera disattenzione». Il primo ha affermato di non sapere come fosse regolamentato il trasporto della birra.

BIRRA DI CONTRABBANDO LUNGO L’A22 DEL BRENNERO

Il secondo ha dichiarato di eseguire il trasporto per conto di un amico, senza essersi preoccupato di accertare la tipologia di merce che gli era stata consegnata. L’ultimo ha cercato di convincere i finanzieri che il quantitativo rinvenuto (oltre mille litri) fosse destinato al suo personale consumo, nonostante fosse da tempo titolare di un’impresa, in Calabria, che commercia bevande.

L’acquisto della birra di contrabbando in Germania è costato particolarmente caro ai tre autisti. Ciascuna partita di birra è stata sottoposta a sequestro e i conducenti, nonché i destinatari finali del prodotto, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Bolzano per il reato di sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa, punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con una multa commisurata all’ammontare dell’imposta evasa, comunque non inferiore a 7.746 euro.

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Birra

Nuovo magazzino CAB LOG provincia Verona: smisterà 250 milioni litri birra AB InBev


FOTONOTIZIA – Settantamila pallet di capienza, cinquantamila metri quadri di superficie, la possibilità di smistare più di 250 milioni di litri di birra in un anno. Ad ottobre CAB LOG inaugurerà un nuovo spazio logistico ad Oppeano, in provincia di Verona. Obiettivo: servire lo storico cliente AB InBev, leader mondiale nel settore della birra con la distribuzione di marchi come Corona, Leffe, Stella Artois e Beck’s.

L’accordo permette alle due società di «rinnovare una collaborazione pluriennale e già duratura – spiega Massimo Berti, direttore generale di CAB LOG – oltre a dar vita ad una nuova sede dove lavoreranno circa 150 persone, di cui almeno cento assunte tra magazzino, trasporti e ufficio e che darà una spinta decisa verso l’intermodale».

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Birra

Report Unionbirrai: «La birra artigianale cresce più del vino»


Quello della birra artigianale in Italia è un settore in continua crescita, sia in termini di numero di birrifici, che non si è interrotta neanche nel periodo pandemico, sia sotto il profilo dei consumi: cresce più del vino. Secondo il Registro delle imprese CCIAA, nel 2022 le realtà che producono birra in Italia hanno raggiunto le 1.326 unità occupando un totale di 9.612 addetti diretti, con una crescita rispetto al 2015 del 104% in termini di birrifici e del 22% in termini di addetti. È quanto evidenziato nel Report 2022 “Birra artigianale, filiera e mercati” di Unionbirrai, associazione di categoria dei piccoli birrifici indipendenti, realizzato a cura di OBIArt, Laboratorio del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università degli Studi di Firenze.

Il report dimostra come l’Italia si collochi al sesto posto a livello europeo per numero di birrifici (dopo Francia, Regno Unito, Germania, Svizzera e Olanda) e al nono per volume di produzione con 17,6 milioni di ettolitri prodotti nel 2021. A livello geografico i birrifici risultano ormai essere diffusi in tutto il Paese. Più rilevante la consistenza delle imprese nel Nord Italia, ma è nel Centro Sud che si continuano a registrare gli incrementi più consistenti.

Il dato significativo riguarda la crescita dei birrifici agricoli, divenuta un’opportunità a partire dal 2010, anno in cui le produzioni di birra e malto sono entrate a far parte delle attività connesse praticabili nelle imprese del primario. Presente in appena una ottantina di aziende nel 2015, nel 2022 la produzione di birra arriva ad essere presente in 290 imprese agricole, arrivando a rappresentare il 22% di tutti i birrifici nazionali e ad occupare oltre 1.000 addetti.

BIRRA ARTIGIANALE ITALIANA: CONSUMI IN CRESCITA

Sotto il profilo dei consumi e del comportamento dei consumatori, il report segnala, sulla base di un’indagine di mercato su 1700 contatti, che il 41% è consumatore abituale di birra, il 12% della sola birra industriale e il 29% di birra industriale e artigianale. «C’è ancora molto lavoro da fare per migliorare il settore e per diffondere il consumo della birra artigianale – sottolinea il presidente di Unionbirrai, Vittorio Ferraris – ma possiamo prendere atto che il settore è in crescita».

«Dobbiamo e possiamo sicuramente fare di meglio nello specifico del comparto GDO – continua Ferraris – dove il nostro genere di prodotto fa più fatica ad essere gestito con le dovute attenzioni alla qualità e alla durabilità. Abbiamo scoperto come, all’interno di un maggior interesse verso le bevande alcoliche da parte degli italiani, la birra stia crescendo molto di più del vino con abitudini di consumo che diventano meno tradizionali e più variegate assomigliando sempre più al modello nordeuropeo che a quello mediterraneo più legato al vino e al consumo durante i pasti».

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Birra

Nuova vita per la birra in Valchiavenna: a Piuro un campo sperimentale per il luppolo

Regione Lombardia promuove il progetto di Filiera brassicola Retica, finanziando il Comune di Piuro, in provincia di Sondrio, con uno stanziamento di 200 mila euro per consentire l’acquisto di un impianto per la produzione professionale di birra che consentirà di dare nuova vita alla birra in Valchiavenna. Non solo. Proprio nel piccolo centro della Valchiavenna si trova uno degli otto campi di luppolo sperimentali lombardi. Un progetto fortemente voluto da Regione (Ersaf), con l’obiettivo di sviluppare il settore della birra – e della birra artigianale – sul territorio regionale.

La produzione di birra è un’attività storica per il territorio valchiavennasco, che giova dello stanziamento nell’ambito degli interventi previsti dalla legge regionale 9/2020, che ha istituito un fondo per la ripresa economica a seguito dell’emergenza Covid 19.

La delibera darà seguito alla Convenzione sottoscritta tra Regione Lombardia e Comune di Piuro, permettendo l’acquisto di tutta la strumentazione necessaria e la realizzazione dei lavori per la messa in funzione dell’impianto, prevista entro marzo del 2024.

LA BIRRA IN VALCHIAVENNA

Come riferisce il portale turistico locale, all’inizio dell’Ottocento, insieme a cotonifici e ovattifici sorgono a Chiavenna le prime fabbriche di birra. Nel periodo in cui la Valchiavenna faceva parte del regno Lombardo-Veneto sotto l’Austria, i maestri austriaci furono invogliati ad aprire le loro fabbriche in zona grazie all’acqua e all’aria buona, ma anche grazie ai noti crotti, eccellenti frigoriferi per la maturazione della birra. Nel 1844 le fabbriche di birra a Chiavenna erano quattro e producevano 390 ettolitri di birra. Pochi anni dopo aumentarono a nove e producevano il 20% della birra nazionale.

Il declinare dei traffici commerciali, convogliati dai trafori alpini verso il Piemonte, la concorrenza di nuove fabbriche altrove, le difficoltà nell’acquisto delle materie prime e nel trasporto del prodotto, l’elevata imposta di fabbricazione e scelte imprenditorialmente sbagliate portarono a una grave crisi. Inizia così la graduale chiusura degli stabilimenti, che comunque si erano nel frattempo guadagnati giusta fama in Italia per la produzione di birra a bassa fermentazione, secondo il metodo tedesco, conosciuta come “Birrone di Chiavenna“.

Foto © Michele Iosi www.facebook.com/michele.iosi

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Birra

Taglio accise birra, Lollobrigida: «Un ottimo risultato»


«È un ottimo risultato l’approvazione al Senato dell’emendamento, a prima firma De Carlo, al decreto Milleproroghe che prevede l’estensione del taglio delle accise per la birra». Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida.Grazie alla misura, infatti, si mettono a disposizione 8,15 milioni di euro per il 2023 e si mette in sicurezza il comparto brassicolo, consolidando il suo sviluppo e salvaguardando la produzione della birra italiana.

«Il Masaf e il Governo Meloni – continua Lollobrigida – sono in prima fila per rispondere alle richieste dei produttori, supportare la filiera della birra nazionale e mantenere alta la qualità dei prodotti. L’eccellenza del nostro made in Italy passa anche per le nostre birre e per la maestria dei nostri produttori, che continueremo a sostenere con il massimo impegno».

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Enoturismo

Bon Wei compie 10 anni (+2) a Milano: menu speciale con birra cinese e whisky

Il prossimo 17 novembre Bon Wei compie 12 anni. O, meglio, 10 (+2). Causa pandemia, i festeggiamenti per il primo decennio di Bon Wei in via Castelvetro 16/18, a Milano, erano stati rimandati. Un appuntamento mancato a cui il primo ristorante in Italia di alta cucina regionale cinese ha deciso di rimediare. Con gli interessi. Per rendere indimenticabile l’anniversario, lo chef Zhang Guoqing e il figlio Zhang Le, oggi patron del locale, hanno studiato un menu celebrativo di 9 portate abbinate a 3 birre artigianali del nuovo brand italo-cinese Postwave Brewing. Completate da un dessert della pastry-chef Sonia Latorre Ruiz.

Tra i piatti proposti dallo chef Zhang – sempre nell’ottica di una esecuzione filologica di ricette cinesi, provenienti da differenti regioni della Cina – si assaggerà ad esempio una tradizionale Zuppa di trippa di pesce con erbette cinesi tipica del Guandong. A seguire un sontuoso Riso con costine stufate condite nel loro fondo dallo Zhejiang, regione natale dello chef.

 

Poi saporiti Gamberi dorati con capasanta dal Sichuan, con accompagnamento di Kongxincai, verdure cantonesi “senza cuore”, saltate con salsa di tofu macerato. Simbolo dell’unione tra tradizione cinese e stile italiano, verranno abbinate le nuove birre italo-cinesi Postwave, da poco in Italia, nelle versioni bionda Kolsch, blanche Wheat ale e rossa Amber ale.

Momento clou del menu, a chiusura del pasto, secondo un’usanza sempre più in voga nella Cina contemporanea, la degustazione del whisky Filey Bay – Yorkshire Single Malt Whisky “Bon Wei Selection” con 3 cioccolatini fondente, piccante e affumicato.

Zhang Le, appassionato collezionista e bevitore di whisky nel selezionare la propria botte nello Yorkshire, nel lontano 2016, aveva già in mente che l’avrebbe inaugurata per un’occasione speciale: il 12° compleanno di Bon Wei sarebbe stato perfetto.


BON WEY – CHINESE RESTAURANT MILANO

Indirizzo: via Castelvetro 16/18 a Milano
Tel. 02-341308
Aperto a pranzo e cena (giorno di chiusura: lunedì)
Prezzo medio senza bevande 65 euro

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Birra

Giornata nazionale birra 100% Made in Italy: «Successo minacciato da esplosione costi»


«Il successo della birra italiana è minacciato dall’esplosione dei costi che colpisce tutta la filiera con un balzo negli ultimi due anni che va dal +200% dell’energia al +45% per gli imballaggi al +40% per le bottiglie, mentre le lattine hanno segnato +10%, i tappi +22%, i fusti di plastica +23% e i climatici nel 2022 hanno tagliato di 1/3 il raccolto dell’orzo per il malto». È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti e del Consorzio di tutela e promozione della birra artigianale italiana in occasione della giornata nazionale della birra 100% Made in Italy, che si celebra oggi.

Una ricorrenza celebrata a Palazzo Rospigliosi, a Roma, con la preparazione dal vivo della popolare bevanda con la cotta in diretta di malto e luppolo nazionali. Sono intervenuti il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, il Ministro delle Politiche agricole e della Sovranità alimentare e forestale Francesco Lollobrigida e il presidente del Consorzio di tutela e promozione della birra artigianale italiana, Teo Musso.

IN DIECI ANNI TRIPLICATI I BIRRIFICI ARTIGIANALI IN ITALIA

Il tutto mentre risultano triplicati i birrifici artigianali in Italia negli ultimi dieci anni che superano la quota record di 1085 realtà nel 2022 che fanno volare le esportazioni con un balzo del +12%. Quest’anno i consumi nazionali di birra sono destinati a superare il record storico di oltre 35 litri pro capite per un totale di 2 miliardi di litri, generando un volume di fatturato che, considerando tutte le produzioni, vale 9,5 miliardi di euro. Quasi 2 boccali su 3 sono riempiti con produzioni nazionali.

Eppure, sempre secondo l’analisi, «alle difficoltà di produzione si aggiunge, a causa dei costi dell’energia elettrica, anche la carenza sul mercato di anidride carbonica CO2 ad altissimo grado di purezza utilizzata per l’imbottigliamento».

Per questo, affermano Coldiretti e Consorzio, il progetto presentato per il Pnrr prevede lo sviluppo di una tecnologia che permetterebbe il recupero dell’80%dell’anidride carbonica generata in fase di produzione della birra. Il forte incremento dei costi sta spingendo a riorientare la produzione di alcuni birrifici verso l’uso delle lattine piuttosto che bottiglie di vetro.

In questo scenario è necessario sostenere i piccoli produttori di birra artigianale italiana – affermano Coldiretti e il Consorzio – con la stabilizzazione del taglio delle accise per non mettere a rischio un’intera filiera di alta qualità del Made in Italy con effetti sulla produzione, i posti di lavoro e sui consumi.

Fino ad ora i birrifici artigianali hanno assorbito quasi del tutto l’incremento dei costi che solo una piccolissima parte sta pesando sui prezzi al dettaglio. Ma se i costi non dovessero scendere, diverse aziende rischiano di chiudere definitivamente o di dover sospendere la produzione per almeno tentare di ridurre le perdite».

La costruzione di una filiera 100% Made in Italy per il luppolo, l’orzo e il malto come quella sostenuta da Coldiretti e Consorzio di tutela è quindi strategica per garantire da un lato l’alta qualità delle materie prime da usare e dall’altro le quantità necessarie alla produzione con investimenti in ricerca, macchinari, varietà coltivate creando un rapporto più solido tra i produttori di birra ed i coltivatori di orzo, luppolo e altre materie prime complementari.

Fondamentale per la filiera della birra dal campo alla tavola è anche il sistema nazionale di invasi proposto dalla Coldiretti per conservare l’acqua quando è abbondante o addirittura troppa e la possa poi redistribuire ai campi e agli agricoltori nei periodi di maggiore siccità come quello appena affrontato la scorsa estate.

Così il presidente del Consorzio di tutela e promozione della birra artigianale italiana, Teo Musso: «La valorizzazione della filiera è il punto cruciale che la birra artigianale deve portare avanti in modo sempre piu deciso per avere una forte identità sia sul mercato nazionale che come vero made in Italy nel mondo contribuendo allo sviluppo di un comparto che ha bisogno di crescere».

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Analisi e Tendenze Vino

Commissione europea, esulta l’Italia: «Fermato l’attacco a vino, birra, carne e salumi»

È stato fermato il tentativo della Commissione europea di escludere vino, birra, carne e salumi dai finanziamenti della promozione comunitaria. In occasione della riunione della sezione promozione del Comitato di Organizzazione Comune dei Mercati Agricoli (Comitato COM), è stata bocciata la proposta della Commissione che avrebbe tagliato le gambe al Made in Italy agroalimentare.

Esulta, dunque, l’Italia. «La demonizzazione di questi prodotti – sottolinea Ettore Prandini, presidente Coldiretti – coincide in maniera evidente con la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale. Non lo possiamo accettare!».

La politica di promozione dell’Ue deve continuare a sostenere tutti i prodotti agricoli dell’Unione – dichiara Luigi Scordamaglia, Consigliere Delegato di Filiera Italia – respingendo gli atteggiamenti discriminatori verso i prodotti a base di carne e le eccellenze dei settori vitivinicolo e della birra, che a pieno titolo sono inclusi nella dieta mediterranea».

Si tratta tuttavia solo di «una prima battaglia da continuare a combattere nei tentativi successivi che certamente arriveranno dalla Commissione», aggiungono all’unisono Coldiretti e Filiera Italia.

Confagricoltura plaude alla posizione dura espressa dal nuovo governo Meloni, rimarcando «l’ottimo esordio del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, su un tema delicato per il settore agroalimentare italiano, quello dei fondi per la promozione commerciale».

FONDI E PROMOZIONE: SVENTATO L’ATTACCO AL MADE IN ITALY AGROALIMENTARE

Senza la posizione assunta oggi dall’Italia – evidenzia la Confederazione – vini, carni rosse e derivati avrebbero rischiato un drastico taglio dei finanziamenti destinati principalmente alla promozione sui mercati esteri.

È un esordio che lascia ben sperare sulle prossime sfide – aggiunge il presidente Massimiliano Giansanti – perché la proposta presentata dalla Commissione UE rientra nell’ambito di una strategia complessiva che metterebbe a rischio l’insieme del sistema agroalimentare».

«Peraltro – continua il presidente di Confagricoltura – i fondi per la promozione risultano ancora più significativi in questa fase in cui, a seguito del caro energia e dell’aumento dell’inflazione, è in atto un preoccupante calo dei consumi».

A riguardo, Confagricoltura ricorda che nel primo semestre di quest’anno le vendite totali di vino nella grande distribuzione sono diminuite di oltre il 7,5% rispetto allo stesso periodo del 2021. Nei primi tre mercati esteri l’export del comparto è sceso di oltre 10 punti in percentuale.

La tendenza al calo delle esportazioni è certificata anche dagli ultimi dati della Commissione Ue sul commercio estero relativo all’agroalimentare. A luglio, le esportazioni degli Stati membri sono cresciute soltanto del 2% in valore su base annuale. «Il che vuol dire – conclude Confagricoltura – una contrazione in termini di quantità che fa riflettere in un contesto economico di annunciata recessione».

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Birra news ed eventi Wine Calendar

EurHop Roma Beer Festival 2022: birra protagonista nella capitale


EurHop Roma Beer Festival
torna nella capitale, con l’attesissima ottava edizione, targata 2022. L’evento che si terrà al Salone delle Fontane dell’Eur il 7, 8 e 9 ottobre propone un ricco calendario di appuntamenti.

Sarà infatti dato spazio a un programma di workshop, meeting e presentazioni incentrati sul mondo della birra artigianale italiana. Dalle riflessioni e opportunità per il settore, alle nuove tecniche di produzione.

E ancora: dall’utilizzo di mezzi di comunicazione alternativi per la diffusione della cultura birraria alle strategie per la valorizzazione delle attività produttive legate al territorio. Info e biglietti sul sito ufficiale dell’evento.


EurHop! Roma Beer Festival – Il Salone Internazionale della Birra Artigianale
Salone delle Fontane, Via Ciro il Grande 10-12, Roma (quartiere Eur)

EurHop! Roma Beer Festival 2022 seguirà i seguenti orari:

Venerdì 7: 17.00 – 3.00
Sabato 8: 12.00 – 3.00
Domenica 9: 12.00 – 24.00

(venerdì e sabato fine somministrazione alle ore 2.00)

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Vini al supermercato

Inizio luglio a tutta birra, ma il vino in promo non manca sui volantini Gdo

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Birra

Olivier Dubost nuovo Managing Director di Carlsberg Italia

Olivier Dubost assumerà l’incarico di Managing Director di Carlsberg Italia dal 1° luglio 2022. La filiale italiana del Gruppo Carlsberg, produttore di birra tra i leader a livello globale, sostituisce così Kaare Jessen.

Dubost avrà il compito di consolidare il business di Carlsberg in Italia, attualmente il terzo produttore nazionale di birra. Dovrà inoltre sviluppare ulteriormente i marchi e i prodotti dell’azienda, valorizzando i talenti del team locale e proseguendo nella declinazione della strategia di sostenibilità del Gruppo “Together Towards Zero”.

«Sono entusiasta di poter guidare il team italiano di Carlsberg – commenta il nuovo Managing Director di Carlsberg Italia – con l’obiettivo di consolidare ed espandere la strategia di crescita del business nel mercato locale, puntando sui nostri capisaldi di qualità, innovazione e sostenibilità dei prodotti, generando valore condiviso con gli stakeholder e l’intera comunità».

Attraverso la valorizzazione dei talenti di Carlsberg Italia, la nostra sfida è quella di crescere, continuando a produrre birra per un oggi e un domani migliori».

CARLSBERG ITALIA: LA CARRIERA DI OLIVER DUBOST

Olivier Bubost porta con sé più di 26 anni di esperienza commerciale sia in Europa che in Asia. Nel Gruppo Carlsberg da oltre 11 anni, prima della nomina in Carlsberg Italia, Olivier Dubost ha ricoperto il ruolo di General Manager di Carlsberg Singapore e di Presidente di MayBev, importante distributore commerciale di Singapore.

Non prima di aver trascorso quasi 2 anni a Hong Kong, come Vice President Commercial per l’Asia. L’ingresso in Carlsberg nel 2011, come Vice President Marketing di Brasseries Kronenbourg in Francia.

Prima ancora, Bubost ha lavorato per 13 anni in Colgate Palmolive e per 2 anni in Lvmh. Madrelingua francese, parla inglese e spagnolo e ha vissuto e lavorato nel Regno Unito, in Spagna, in Francia, a Hong Kong e a Singapore.

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Birra

Birra protagonista a tavola, la ricerca: «Italiani a caccia dell’abbinamento gourmet»

Il connubio tra birra e cibo è sempre più apprezzato dagli italiani, pronti a sperimentare abbinamenti anche inediti e sempre più gourmet tra la “bionda più amata” e nuovi piatti. Una tendenza in linea con le abitudini alimentari di un Paese per il quale cibo e bevande sono un piacere fondamentale. E l’attenzione alla propria alimentazione, senza rinunciare al gusto, è centrale.»

È così anche per la Generazione Z che, oltre ad essere incline a provare cibi nuovi abbinandoli alla birra, è quella che predilige maggiormente alimenti e bevande più leggeri e la cui produzione è sostenibile e tracciabile.

Sono queste, in sintesi, le principali evidenze che emergono dall’indagine condotta da BVA Doxa per il Centro Informazione Birra (CIB) di AssoBirra, la fotografia periodica sul mondo birrario italiano attraverso lo sguardo dei consumatori, dei principali player della filiera birraria e della stessa AssoBirra. Un appuntamento fisso che, in questa edizione, accende i riflettori sul legame indissolubile tra gli italiani, il cibo e le bevande.

SPERIMENTARE, CHE PASSIONE

Per la maggior parte degli intervistati da BVA Doxa per il CIB di AssoBirra, il cibo e le bevande sono un piacere da condividere: l’88% dei beer lover parla delle proprie preferenze con coetanei e amici, scambiandosi anche suggerimenti e consigli su nuovi possibili assaggi (84%).

All’81% degli intervistati, infatti, piace provare nuovi cibi insieme a bevande come la birra. In altre parole, è tanta la voglia di cimentarsi in una nuova concezione del cosiddetto food pairing che tiene conto anche della birra.

Nel concreto, le preferenze a tavola degli intervistati convergono ad oggi sull’intramontabile accoppiata pizza e birra (90%), seguita dall’accostamento con hamburger (59%), taglieri per la degustazione di salumi e formaggio (47%), carne o pesce (37%), primi piatti (27%) e cibi healthy come insalatone, bowl e verdure (20%).

Ma se si rivolge lo sguardo al futuro, la fotografia cambia radicalmente. Infatti, a domanda specifica sui cibi che vorrebbero gustare insieme alla birra in futuro, gli italiani si dicono interessati a sperimentare in primis accostamenti tra la “bionda” e piatti gourmet (24%) e, per quanto riguarda i giovani, cibo etnico (24%) e sushi o, la moda del momento, i poké (24%).

BIRRA PROTAGONISTA AI PASTI

In questo contesto, la birra rafforza anche il proprio ruolo sulle tavole degli italiani. Secondo i dati di BVA Doxa per AssoBirra, infatti, i momenti di consumo della birra durante i pasti sono in aumento a giugno 2022 rispetto a luglio 2021, soprattutto durante la cena (74%), l’aperitivo (31%) e il pranzo (25%), sempre all’insegna della moderazione.

La conferma arriva anche da Filippo Saporito, Presidente di Jre – Jeunes Restaurateurs Italy, l’associazione internazionale di giovani ristoratori e chef under 42, che quest’anno spegne 39 candeline e che promuove l’alta cucina italiana attraverso formazione, charity e valorizzazione dei nuovi e giovani talenti.

L’abbinamento del menu degustazione con le bevande è sempre più importante e curato. Non solo vino, ma anche caffè, tisane, tè e naturalmente birre. Mi piace l’idea della scoperta.

Vengo da una generazione in cui si cercava di sdoganare il concetto dell’abbinamento birra e piatti della cucina italiana, in questi anni l’approccio è completamente cambiato perché abbiamo avuto la possibilità di conoscere il mondo della birra nelle sue peculiarità».

«Ormai – aggiunge Saporito – trovare una carta della birra o una scelta di birra nella carta dei vini è consuetudine. Quanto agli stili alimentari, stiamo assistendo a una grande riscoperta e valorizzazione dei cibi che arrivano dal mondo vegetale, con una maggiore sensibilità anche verso l’aspetto etico. In tal senso, lo “spreco” rappresenta un danno dal punto di vista etico e un problema da quello economico. Per questo, in cucina, si deve riuscire a utilizzare tutta la materia prima acquistata».

FOCUS GEN Z

L’indagine BVA Doxa per AssoBirra ha voluto poi tracciare il profilo di immagine della birra e scoperto che la bevanda da pasto per eccellenza piace davvero a tutti. Quanto ai giovani, il primo driver di scelta della birra è legato al mondo ricco di grande varietà., con tante tipologie e birre speciali da scoprire (32%).

A seguire il sapore inconfondibile (31%), il buon rapporto qualità-prezzo (32%), la bassa gradazione alcolica (21%) e i formati che ne consentono un consumo moderato (20%). Motivazioni che non sorprendono perché “Z” è la generazione più attenta a un’alimentazione equilibrata e anche sensibile ai profili di sostenibilità dei cibi e delle bevande che consuma.

La maggior parte dei rappresentanti della Gen Z intervistati da BVA Doxa è completamente d’accordo o d’accordo con le seguenti affermazioni: “Scelgo prodotti di aziende attente alla salvaguardia del pianeta” (80%), e “Bevande e cibi la cui tracciabilità è nota” (75%), “La cui produzione è sostenibile (80%)”, così come il packaging (77%).

«Come dimostrano le evidenze del CIB – commenta Andrea Bagnolini, Direttore generale di AssoBirra – negli anni, la birra ha fatto breccia nel cuore delle generazioni più giovani, confermandosi una bevanda che non ha età o distinzioni di genere. La grande attenzione della Gen Z verso la sostenibilità a 360 gradi rappresenta un forte stimolo a proseguire nel necessario percorso verso la transizione ecologica, pilastro della strategia associativa di AssoBirra».

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Birra

La birra artigianale traina i consumi: vale 38 miliardi di dollari

Il mercato della birra riparte e la birra artigianale è il vero motore della ripresa. Secondo quanto riportato da MarketWatch, il segmento “craft” rappresenta un valore di oltre 38 miliardi di dollari nel mercato globale. E crescerà del 14,1% all’anno. Fino al 2027.

Sul mercato europeo, stando ai dati legati alla produzione dello studio di Technavio, si prevede che la quota del comparto della birra artigianale aumenterà di 666,34 milioni di litri entro il 2025 (+6,20%).

Buone notizie anche per la birra italiana, che secondo l’Annual Report 2020 di Assobirra, risulta tra quelle con migliore reputazione in Europa, terza in classifica, battendo tutti i paesi a grande tradizione birraria, inclusa la Germania, ad eccezione di Polonia e Romania.

E se Germania e Regno Unito rimangono i mercati con la più rapida crescita di mercato, l’Italia è al quarto posto in Europa per numero di birrifici artigianali. Meglio del Bel paese solo Regno Unito, Germania e Francia (fonte: Unionbirrai).

I MILLENNIAL E LA BIRRA ARTIGIANALE

Più in generale, il settore guarda al futuro con positività, in seguito al riconoscimento nella Legge di Bilancio della filiera brassicola, per cui ad oggi le filiere di orzo da birra e del luppolo sono certificate quali vere e proprie filiere.

Un riconoscimento  che certifica il valore del comparto della birra artigianale in Italia: il 4% del mercato nazionale, che produce in media 500 mila ettolitri l’anno e che fattura oltre 250 milioni di euro, dando lavoro a 7 mila addetti (fonte: Unionbirrai).

La birra artigianale convince sempre più famiglie e giovani, soprattutto nella segmentazione anagrafica Millennial. Il 60% si dichiara, infatti, un conoscitore attento delle varie tipologie di birra, da quelle delle bottiglie da collezione, alle profumate e variopinte (Istat).

Una popolarità che non può che lasciare soddisfatto chi produce birra artigianale italiana e la distribuisce attraverso una catena di food retail di successo, come Doppio Malto.

«Continueremo quest’anno ad aprire nuovi ristoranti in diverse città italiane ed europee – dichiara il fondatore e Ceo, Giovanni Porcu -. È questo infatti ad oggi il principale canale distributivo della nostra birra artigianale, mentre stiamo lavorando per approdare alla grande distribuzione nel 2023».

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Vini al supermercato

Fine giugno in Gdo: caccia al tesoro al vino in promo, tra un mare di birra

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Birra

Birra, Pratolongo: «Rincari materie prime e utility? Crescita compromessa»

«L’intera filiera brassicola conferma la preoccupazione già anticipata nei mesi scorsi per i rincari delle materie prime e delle utility, una vera tempesta dei costi che intacca la redditività delle imprese e rischia di comprometterne la crescita». Ad affermarlo è Alfredo Pratolongo, presidente di AssoBirra, l’associazione di Confindustria rappresentativa del comparto della birra e del malto in Italia.

Nel 2021 il settore birrario ha sofferto ulteriori mesi di chiusure che hanno prolungato la crisi del comparto, ma poi nel corso dell’anno è riuscito a recuperare i volumi persi nel 2020.

«La scorsa Legge di Bilancio – evidenzia ancora Pratolongo – ha portato in dote al comparto birrario una riduzione di 5 centesimi sull’aliquota delle accise e agevolazioni per i birrifici artigianali fino a 60 mila ettolitri, ma soltanto per il 2022».

Questo intervento estemporaneo non è sufficiente per recuperare le perdite subìte nel periodo pandemico e innestare un nuovo percorso di crescita, soprattutto in un momento di rincari generalizzati e diffusi come quello che stiamo vivendo.

Occorre prendere delle decisioni di lungo periodo che consentano alle imprese di tornare a investire sul proprio business e dunque a generare ricchezza per il Paese».

«Nel concreto – conclude il presidente di Assobirra – Governo e Parlamento devono continuare a intervenire sulla pressione fiscale, rendendo strutturali la diminuzioni richieste. Il mondo birrario vuole e può giocare un ruolo centrale per l’economia italiana ma può farlo solo se adeguatamente supportato dalle Istituzioni con le quali come AssoBirra continueremo sempre a mantenere un dialogo costruttivo».

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Enoturismo

Chef Davide Oldani ci crede: «Cocktail, birra, sakè e infusioni? Nuovi modelli di business»

«Cocktail, birra, sake e infusioni a freddo con erbe sono nuovi modelli di business». Anche nei ristoranti stellati. A sostenerlo è lo chef Davide Oldani del ristorante D’O di Cornaredo (MI). Lo scorso 9 maggio, durante il talk ideato e promosso da Engine Gin a Milano Mixology Experience, Oldani ha sondato il terreno degli abbinamenti alternativi al classico “cibo-vino”.

A differenza di 15 anni fa – ha evidenziato – il mondo dei cocktail fa ormai parte inclusiva anche del fine dining. Soprattutto nel dopo pandemia, gli ospiti sono sempre più alla ricerca di un un’esperienza relativa non più solo al cibo, al vino o al cocktail».

«La tipologia di cucina moderna che ha preso piede in tutto il mondo – continua lo chef – è quella con più portate e più possibilità di degustazioni. E come abbinamento di un grande menu è naturale pensare al vino, perché è insito nella nostra cultura, ma è altrettanto bello spaziare con altre proposte come i cocktail, la birra, il sake o le infusioni a freddo con erbe».

DAVIDE OLDANI SUL PALCO DELLA MILANO MIXOLOGY EXPERIENCE

«Dalla cucina alla sala, al bar – ha aggiunto Davide Oldani – assistiamo all’introduzione di nuovi elementi che ci portano a intraprendere nuove strade e ad abbracciare nuovi modelli di business».

Dello stesso avviso Paolo Dalla Mora, Ceo di Engine, distilled gin (42% vol.) creato in modo artigianale dai maestri distillatori in piccoli lotti e imbottigliato a mano in un piccolo laboratorio dell’Alta Langa. La sua formula, legata alla cultura italiana e piemontese, rende omaggio alla tradizione dei rosoli e dei cordiali a base di salvia e limone. Tutti ingredienti biologici.

«È importante – ha sottolineato Dalla Mora – che oggi si faccia attenzione a temi come il cambiamento. Noi stessi dobbiamo essere parte di questa cultura e di questo cambiamento. Ci sono azioni da compiere subito, che non consentono dilazioni o ritardi. Con Engine abbiamo avviato un percorso per diventare la prima B Corp del mondo degli spirits in Italia. Un’azienda, cioè, che non mette il profitto al primo posto, ma che ama mettere il benessere dell’ecosistema attorno ad Engine al primo posto».

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Birra

Riduzione aliquota accise birra in Legge di Bilancio

In Legge di Bilancio la riduzione di 5 centesimi, per tutto il 2022, sull’aliquota delle accise. Uno sconto del 50% per i birrifici con produzione annua inferiore a 10 mila ettolitri, del 30% per i birrifici con produzione annua compresa tra i 10 e i 30 mila ettolitri. E del 20% per quelli con produzione annua superiore ai 30 mila ettolitri e fino ai 60 mila.

La misura è stata accolta con favore dal comparto. AssoBirra, Coldiretti e Unionbirrai hanno lavorato insieme e a lungo durante l’anno appena concluso per portare avanti la richiesta a Governo e Parlamento di intervenire sulla pressione fiscale da accise.

Una misura necessaria, «al fine di mettere il settore nella condizione di recuperare le perdite subìte nel periodo pandemico (-1,4 miliardi di euro di valore condiviso nel 2020), di innestare un nuovo percorso di crescita per tutte le aziende del settore e dare impulso ad uno sviluppo rilevante della filiera italiana della birra, anche dal punto di vista agricolo», riferisce Assobirra in una nota.

«BIRRA UNICA BEVANDA DA PASTO TASSATA IN ITALIA»

Il turbolento esame della Legge di Bilancio ha tuttavia colpito anche la birra. Dopo l’approvazione dell’emendamento di AssoBirra, Coldiretti e Unionbirrai in Commissione Bilancio, la Ragioneria Generale dello Stato è intervenuta nuovamente sollevando problemi di coperture. Determinando quindi una revisione della misura approvata limitandola al solo 2022.

«La Legge di Bilancio recentemente approvata – commenta Alfredo Pratolongo, Presidente di AssoBirra – segna una svolta per il comparto italiano della birra. Come Associazione da anni ci battiamo per ottenere una pressione fiscale più equa sulla birra, una bevanda amata da tutti gli italiani, consumata prevalentemente a pasto e che negli anni ha dimostrato sempre maggiore apprezzamento anche dal punto di vista culturale e di radicamento territoriale e regionale».

«Tuttavia, ad oggi – ammonisce Pratolongo – la birra rimane l’unica bevanda da pasto tassata in Italia. La riduzione sul 2022 è importante, ma il comparto merita di più. Il nostro obiettivo è rendere questa riduzione strutturale e non più annuale. Alle imprese, siano grandi, medie o piccole, serve certezza e non misure a tempo che scoraggiano piani di lungo periodo».

LE ACCISE SULLA BIRRA IN ITALIA TRA AUMENTI E TAGLI

Le accise sulla birra sono un tema dibattuto da tempo. Dopo un aumento del 30% nel triennio 2013-2015, avevano goduto di una riduzione di 2 centesimi nel 2017 e di 1 centesimo unitamente ad uno sconto del 40% per i birrifici artigianali fino a 10 mila ettolitri nel 2019.

Piccole riduzioni che avevano dato un segnale di forte fiducia al comparto, che ha risposto con investimenti in impianti produttivi e nuovi prodotti. Nonché con la nascita di importanti realtà artigianali.

La cosiddetta “Primavera della Birra” ha subìto una battuta di arresto con la pandemia. La crisi e il blocco del canale Horeca. ha messo a dura prova il sistema produttivo e soprattutto quello distributivo.

La nostra richiesta in Legge di Bilancio era una riduzione strutturale triennale complessiva di 15 centesimi, oltre alle agevolazioni per i birrifici artigianali fino a 60 mila ettolitri. L’appoggio delle forze politiche in Parlamento, unitamente al Governo, è stato ampio e trasversale».

«Chiediamo che non si perda lo spirito della proposta originaria – conclude Pratolongo – dove anche la politica e le istituzioni hanno riconosciuto quanto la leva fiscale possa essere leva di crescita economica e si lavori da subito per rendere stabili le riduzioni approvate».

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Birra

Sicilia: sequestrate 800 bottiglie di birra al Cioccolato di Modica

I Reparti del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare hanno sequestrato 800 bottiglie di birra al Cioccolato di Modica Igp da 33 centilitri, per un valore di 3.200 euro. Il sequestro è avvenuto ai danni di un birrificio della provincia di Catania. La denominazione protetta era infatti in etichetta senza autorizzazione.

All’azienda siciliana è stata inoltre comminata una sanzione di 4 mila euro. L’operazione dei Carabinieri ha avuto lo scopo di «proteggere i produttori che seguono rigorosamente i disciplinari di produzione regolamentati a livello europeo, nonché i consumatori, in relazione alle loro scelte di acquisto di prodotti di qualità».

L’ASSENZA DI AUTORIZZAZIONE

Non è la prima volta che i carabinieri effettuano sequestri di prodotti come la “birra al cioccolato di Modica Igp”. Alcuni birrifici artigianali sono stati pizzicati dalle forze dell’ordine per via di etichette che facevano riferimento ad altri prodotti agroalimentari Dop o Igp, senza autorizzazione.

Alcuni birrifici, in passato, si sono visti comminare multe anche per la menzione di specifici vitigni, nella produzione di Italian Grape Ale. L’utilizzo dell’ingrediente, infatti, non è sufficiente a giustificarne la menzione in etichetta, in assenza di autorizzazione.

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Birra news news ed eventi

L’incredibile viaggio della birra senza accisa: da Padova in Germania, per finire ad Avellino

Un carico di circa 15 mila litri di birra sprovvisto dei documenti d’accisa e sottoposto a un incredibile viaggio da Padova alla Germania, con destinazione Avellino. È quanto hanno scoperto nei giorni scorsi i militari della Guardia di Finanza di Vipiteno, in provincia di Bolzano. Gli uomini delle Fiamme gialle si trovavano alla barriera autostradale dell’A22 quando hanno intimato l’alt e ispezionato un autoarticolato proveniente dalla Germania.

Il mezzo, intestato a una società di spedizioni polacca, era condotto da un cittadino bielorusso. Alla richiesta del Documento di Accompagnamento Semplificato (Das) che attestasse l’avvenuto pagamento dell’imposta di fabbricazione (la cosiddetta accisa che grava sulle bevande alcoliche), l’uomo ha risposto di esserne sprovvisto.

IL LUNGO VIAGGIO DELLA BIRRA SENZA ACCISA

Dai successivi controlli è emerso quello che i finanzieri definiscono «un vorticoso giro di passaggi della merce». Alcuni dei quali, probabilmente, solo “cartolari”. In particolare, la birra è stata prodotta da una società padovana e, dopo un periodo trascorso all’interno di un deposito fiscale di Genova, è stata acquistata da una ditta rumena con sede in Germania.

Da qui, il carico è nuovamente partito alla volta dell’Italia, diretto a un commerciante all’ingrosso di prodotti alimentari della provincia di Avellino. Un viaggio che è stato interrotto dal controllo delle Fiamme Gialle di Vipiteno, che hanno constatato l’omesso pagamento dell’accisa. L’intera partita di birra – 15 mila litri suddivisi in 45 mila bottiglie da 0.33 centilitri – è stata posta sotto sequestro.

Il conducente del mezzo è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Bolzano per il reato di «Sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa» previsto dall’art. 43 del Testo Unico sulle Accise. L’uomo ora rischia la reclusione da sei mesi a tre anni, oltre a una multa dal doppio al decuplo dell’imposta evasa, per una cifra non inferiore a 7.746 euro.

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Enoturismo

Rosita Galletto e Birra apre a Milano il quinto locale ispirato alla Vallespluga

Rosita Galletto e Birra apre a Milano il quinto locale ispirato alla Vallespluga. L’inaugurazione si terrà giovedì 23 settembre, alle ore 19, in via Galvano Fiamma 10. Operativo già da diversi anni nel territorio brianzolo, il brand mira a diffondere con i suoi prodotti genuini «l’amore per la buona tavola e per il mangiare sano e italiano».

Il galletto della Vallespluga è appunto il focus principale della proposta gastronomica di Rosita. Cotto alla brace, speziato e leggermente piccante, accompagnato da verdure al forno o patate oppure ancora da un’insalata leggera.

L’offerta di Rosita Galletto e Birra comprende anche una selezione di hamburger – di Fassona, vegetariano e di parti nobili del galletto – una serie di taglieri con formaggi e salumi di produttori locali, baby menu e diversi dolci della tradizione.

Ad accompagnare la proposta food è la Birra Rosita, di produzione propria, disponibile nelle versioni “non filtrata”, “rossa” e “8°”. Dal lunedì al venerdì, da Rosita Galletto e Birra è disponibile inoltre un business lunch che comprendente mezzo galletto con contorno, acqua o bibita o birra piccola e caffè.

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Vini al supermercato

Da Iperal, Carrefour e Bennet è già Festa della Birra

Giocano d’anticipo Iperal, Carrefour e Bennet, proponendo a volantino la loro “Festa della Birra“. Appuntamento che solitamente trova collocazione nei primi giorni di ottobre, in concomitanza con l’Oktoberfest di Monaco. Kermesse anche quest’anno annullata a causa dell’emergenza sanitaria.

È Ipeal ad aggiudicarsi il premio per la più vasta carta delle birre. Un lunga lista di offerte che contempla etichette per tutti i palati. Dalle “bionde” più commerciali alle Belghe di corpo. Dalle IPA alle Trappiste.

Non manca un nutrito gruppo di Oktoberfest Bier, alcune birre artigianali italiane e una proposta analcolica per i sostenitore del “Low and no Alcool“.

Curiosa ed interessante la proposta “W l’Oktoberfest!” di Bennet. Accanto alle birre tedesche, l’insegna propone in abbinamento cibi tipici della tradizione bavarese.

Bier-Bratwürst, Rost-Bratwürst, crauti, panna acida, burro salato, weisswurste. E una selezione di formaggi da gustare insieme alla propria birra preferita. In fondo, anche la birra è adatta alla tavola. Ecco le valutazioni in cestelli della spesa, insegna per insegna.



Volantino Bennet fino al 29 settembre, “Sconto 50%”
Paulaner Oktoberfest 1 litro (con boccale): 7,99 euro (4 / 5)
Paulaner Weiss 500 ml: 0,99 euro (4 / 5)
Löwenbräu 500 ml: 0,99 euro (4 / 5)

Erdinger Oktoberfest 500 ml: 1,39 euro (4,5 / 5)
HB Original 500 ml: 1,19 euro (3,5 / 5)
Spaten Hell 500 ml: 1,19 euro (3,5 / 5)


Volantino Carrefour fino al 27 settembre, “50 x 50”
Peroni 6×660 ml: 3,99 euro (3,5 / 5)
Moretti Baffo d’Oro 660 ml: 0,99 euro (3,5 / 5)
Angelo Poretti 3 Luppoli Non Filtrata 660 ml: 0,89 euro (4 / 5)
Warteiner 660 ml: 0,99 euro (3,5 / 5)

Ceres Strong Ale 3*330 ml: 3,69 euro (3,5 / 5)
Angelo Poretti 6 Luppoli 3×330 ml: 1,99 euro (3,5 / 5)
Peroni Gran Riserva 500 ml: 1,09 euro (4 / 5)
Birra Messina 3×330 ml: 1,95 euro (3,5 / 5)

Birra Del Borgo Lisa 500 ml: 1,29 euro (4,5 / 5)
Tourtel Analcolica 3×330 ml: 1,65 euro  (3 / 5)
Bavaria 8.6 330 ml: 1,09 euro (3,5 / 5)
HB Original 500 ml: 1,09 euro (3,5 / 5)

Franziskaner 500 ml: 0,99 euro (3,5 / 5)
Paulaner Weiss 500 ml: 0,95 euro (3,5 / 5)
Guinness Stout 4×330 ml: 3,59 euro (4 / 5)



Volantino Carrefour fino al 27 sembre, “50 x 50”
Moretti 3×330 ml: 1, 69 euro (3,5 / 5)
Beck’s Blue Analcolica 3×330 ml: 2.09 euro (2,5 / 5)
Corona Extra 3×330 ml: 2,99 euro (3,5 / 5)
Angelo Poretti 5 Luppoli Bock Chiara 3×330 ml: 1,89 euro (3,5 / 5)

Brewdog Punk IPA 330 ml: 2,19 euro (5 / 5)
Leffe Blond 750 ml: 2,89 euro (3,5 / 5)
Paulaner Hefe-Weissbier 500 ml: 0,95 euro (3,5 / 5)
Bavaria 660 ml: 0,79 euro (3,5 / 5)


 


Volantino Iperal fino al 28 settembre, “Imbattibili”
Beck’s 660: ml 0.95 euro (3 / 5)
Gimbergen Blond 750 ml: 2,65 euro (4,5 / 5)
Desperados 330 ml: 0,85 euro (3,5 / 5)
Lagunitas IPA 355 ml: 1,79 euro (4 / 5)

Chimay Première 330 ml: 2,00 euro (5 / 5)
Flea IPA 330 ml: 1,30 euro (5 / 5)
Birra Dello Stretto 330 ml: 0.80 euro (3,5 / 5)
Leffe Blonde 330 ml: 1,39 euro (4 / 5)

Erdinger Oktoberfest 500 ml: 1,29 euro (4,5 / 5)
Paulaner Oktoberfest 500 ml: 1,15 euro (4,5 / 5)
HB Oktoberfest 500 ml: 1,29 euro (4,5 / 5)
Löwenbräu Oktoberfest 500 ml: 1,19 euro (4,5 / 5)

San Miguel Especial 500 ml: 0,75 euro (3,5 / 5)
Kozel 500 ml: 1.09 euro (4 / 5)
61 Deep Pale Ale 500ml: 1,95 euro (4,5 / 5)
Paulaner 500 ml: 1,19 euro (4 / 5)

Blanche de Namur 750 ml: 3,75 euro (5 / 5)
Fischer 650 ml: 1,85 euro (4 / 5)
Blanche Bruxelles 750 ml: 2,60 euro (4,5 / 5)
Mastri Birrai Umbri 750 ml: 3,49 euro (4,5 / 5)

Ma.Ma 750 ml: 2,69 euro (4,5 / 5)
Bavaria Premium 3×330 ml: 1,29 euro (3 / 5)
Moretti La Rossa 3×330 ml: 1,99 euro (3,5 / 5)
Moretti La Zero 3×330 ml: 1,79 euro (2,5 / 5)

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