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Sette vini della Romagna da scoprire, nelle Terre dello Spungone


Bertinoro, Predappio, Meldola, Castrocaro Terme e Terra del Sole. Centri nevralgici della “Romagna da mangiare” e “da bere”. Con la loro gastronomia e i loro vini “lenti”. Così lontani dalla frenesia della Riviera. Eppure così vicini al mare, semplicemente perché ce l’hanno dentro. O, meglio, sotto. Si chiama “Spungone” la formazione rocciosa composta da conchiglie e fossili presente nei vigneti situati fra il torrente Marzeno, nel Comune di Brisighella (RA), e Capocolle, frazione di Bertinoro (FC).

La parola d’ordine, nel calice, è “mineralità“. Una qualità dibattuta tra gli esperti, a colpi di ricerche e contro ricerche, più o meno scientifiche, volte a identificarne l’essenza. Fatto sta che i vini delle “Terre dello Spungone” risultano spesso rispondenti alla percezione di pietra bagnata e “zolfo”.

L’autoctona Albana – prima Docg a bacca bianca d’Italia, nel 1987 – e il rosso Sangiovese, presente con alcuni biotipi come quello di Predappio, sono accomunati anche da un’acidità piuttosto marcata. Caratteristiche legate proprio alla presenza di questa formazione, di natura calcarea.

In alcuni punti, lo spungone riaffiora dal terreno come uno scoglio. In altri si mescola alla terra, ormai polveroso, rivelando la sua natura friabile. Sopra a veri e propri “atolli” di spungone sorgono alcune tra le rocche più belle d’Italia.

Spettacolare, oltre alla nota Rocca di Bertinoro (sede del Museo Interreligioso), la Fortezza di Castrocaro, patrimonio comunale e “casa museo” allestita e gestita dallo studioso Elio Caruso. All’interno, ci si può immergere tra le pareti verticali di spungone: un’area che sarà inaugurate a breve, diventando accessibile al pubblico.

Eppure sono solo 7 mila i visitatori che ogni anno scelgono come meta la Fortezza di Castrocaro, a fronte dei 40 mila attesi dopo la ristrutturazione, avvenuta nei primi anni Duemila. “L’idea di dare lavoro ad alcuni giovani del posto è naufragata”, ammette Caruso.

Un progetto di valorizzazione che non è stato abbandonato, nel rispetto di un edificio costruito prima dell’anno Mille e ultimato in circa 700 anni. Un’eternità. C’è ancora tempo, insomma, prima di dare per persa la battaglia col turismo, dopo anni di incuria che hanno risparmiato una buona parte dell’imponente fortificazione.

A dare fiducia è l’imminente aggiunta del Comune sparso di Castrocaro Terme e Terre del Sole tra le tappe della Via Romea Germanica, tra i più suggestivi pellegrinaggi d’Europa, pensato alla fine del 1200 dall’Abate Alberto del Monastero Benedettino della Santa Vergine Maria di Stade, in Germania, che lo descrive in un’opera.

Ad annunciarlo è Vanessa Petruzzi, Tourism promotion Sales manager dell’ente romagnolo, che potrà così contare presto su un’altra gemma, da affiancare allo stabilimento termale oggetto di un imponente ampliamento e ammodernamento, proprio negli ultimi mesi.

Nelle “Terre dello Spungone”, vino, gastronomia e benessere fanno rima anche con la mobilità sostenibile, legata alla bicicletta. Lo sa bene Luigi Barillari. Col suo “Bike To” (www.biketo.it) si percorre in sella alle e-bike, le biciclette con la pedalata assistita, il Parco fluviale “Giovanni Falcone” di Castrocaro, lungo le sponde del Montone.

I quattro chilometri e mezzo di sentiero – “quasi tutto in pianura”, rassicura la guida – sono una perla per chi ama la natura. Per i più temerari la possibilità di raggiungere Forlì, proseguendo per altri 10 chilometri. In progetto per il futuro il collegamento del Parco fluviale di Castrocaro con Cervia, vera e propria porta verso Venezia.

Stratificata anche l’offerta della ristorazione nelle “Terre dello Spungone”. Per gli appassionati del buon vino o per chi è a caccia del selfie da incorniciare, magari al tramonto, la scelta non può che ricadere sul “balcone della Romagna” di Ca’ de Be, nel cuore di Bertinoro.

Il ristorante è accessibile dalla piazza che ospita la Colonna delle Anella, sede delle celebrazioni del Rito dell’Accoglienza, vera e propria parola d’ordine in tutta la regione del centro Italia.

E Ca’ de Be è solo uno dei progetti di “accoglienza enogastronomica” di Simone Rosetti, owner e sommelier di questo vero e proprio “place to be” romagnolo, per la cura della materia prima (farina da grano locale per la piadina e verdure dell’orto privato) oltre che per la location romantica, simbolica e rigenerante.

Stuzzicante e al limite del provocatorio, sempre a Bertinoro, la cucina dello chef Edoardo Zamagni a “La Svineria“, l’enoristorante di Lorenzo Rossi, ai piedi della salita che porta alla piazza principale del paese.

Ottima anche qui la materia prima, non sempre locale ma di certo selezionatissima. La affianca una carta dei vini di tutto rispetto, che spazia dalle vere e proprie eccellenze romagnole (con attenzione alle cantine di Bertinoro) a quelle nazionali, con particolare predilezione per i rossi della Toscana e del Piemonte.

Un tentativo, quello del giovane imprenditore e dell’altrettanto giovane chef, di alzare l’asticella in una Bertinoro che vive ancora di piatti (e impiattamenti) tradizionali e tradizionalisti. Un tocco di modernità distintiva, tutt’altro che pacchiana. Un “esperimento” da incoraggiare.

Più casereccia, ma proprio per questo meritevole di essere testata, la cucina della Vecia Cantena d’la Prè, a Predappio: tappa fondamentale dopo la visita alla casa di Mussolini, costruita appunto con lo spungone, e agli edifici che trasudano Razionalismo.

Qui il must – oltre alla visita delle cantine storiche che si dipanano nei sotterranei – è l’assaggio del Formaggio della Solfatara di Predappio Alta, destinato a diventare quantomeno De.Co. (Denominazione comunale).

A prepararne tra i 5 e i 6 quintali ogni anno è la Pro Loco locale, che si occupa dell’affinamento delle forme da 1,2 chilogrammi, nella cava di zolfo ormai in disuso a Predappio Alta.

La stessa solfatara ogni anno, sin dal 1982, diventa teatro di uno dei presepi più grandi della Romagna. Un altro motivo di attrattiva turistica, dal momento che i presepisti chiamati all’allestimento godono di grande fama. Il presepe 2019 sarà a cura di Andrea Fontana, artista “autoctono”, originario di Lugo di Romagna (RA).

Arte che diventa intrattenimento, sempre nelle “Terre dello Spungone”, a Meldola. Il paesino, caratterizzato dal bel Loggiato Aldobrandini, di epoca rinascimentale, sembra indicare la via per il Teatro Dragoni. Trecento posti a sedere e un loggione da 30 posti, spesso occupati con facilità, grazie a spettacoli dialettali e a una stagione che ha visto, negli anni, salire sul palco interpreti come Gaber.

Accanto al teatro, lungo la salita che conduce alla Rocca di Meldola, l’Arena Hesperia, costruita nel XIX secolo e oggi sede del Museo del Baco da seta “Ciro Ronchi”: “Le filande erano fiorenti e numerose – spiega il direttore Luciano Ravaglioli – e Meldola è l’unico Comune che vanta una razza di baco, che porta lo stesso nome, come testimonia la Stazione Bacologia di Padova”.

Sempre a Meldola, da non perdere il Museo dell’Ecologia diretto dallo studioso Giancarlo Tedaldi nella Chiesa sconsacrata della Madonna del Sasso. Un percorso ideale nella Romagna della biodiversità, con interessanti reperti storici e la presenza di animali imbalsamati, testimoni fedeli della fauna locale.

SETTE VINI DA NON PERDERE NELLE “TERRE DELLO SPUNGONE”


Romagna Doc Sangiovese Superiore Riserva 2016 Predappio di Predappio “Vigna del Generale”, Fattoria Nicolucci: 94/100

In assoluto il miglior Sangiovese degustato in tre giorni di tour nelle “Terre dello Spungone”. Un vino, questo di Alessandro Nicolucci (10 ettari totali per 90 mila bottiglie complessive) che ha tutto per competere a livello nazionale e internazionale con i grandi rossi.

Colore rosso rubino carico, mediamente trasparente. Frutto di grandissima precisione, con ricordi particolari di ribes, lampone. Accenni di inchiostro, riscontrabili anche in grandi Sangiovesi toscani, e richiami all’arancia sanguinella, succosa, matura. Leggera speziatura nera.

Al palato, oltre alla perfetta corrispondenza, il cru di Nicolucci rivela gran complessità, grazie a un utilizzo maestoso del legno e a una freschezza rigenerante. Tannino elegantissimo ma presente coi suoi rintocchi sabbiosi. Poi liquirizia e un accenno leggero di cuoio. In chiusura le erbe aromatiche e una vena sapidità che chiama il sorso successivo.

Romagna Doc Sangiovese Riserva Bertinoro 2014 “P. Honorii”, Tenuta La Viola: 92/100
Splendida esecuzione di Sangiovese romagnolo in un’annata non semplice. Una di quelle in cui i vignaioli hanno però occasione di dimostrare di che pasta sono fatti. Sorprendente l’equilibrato tra la componente fresca e la totale ed assoluta godibilità succosa del frutto, a sua volta colto nella sua piena ma perfetta maturità, senza la minima sbavatura.

Leggerissimo accenno selvatico che porta ancora una volta il confronto su toni alti, coi vicini della Toscana. Non manca il cuoio. Sempre al naso, la balsamicità data mentuccia e macchia mediterranea.

Corrispondenza perfetta per un palato che gode di una gran freschezza, di un tannino elegante e di prospettiva, che si diverte a fare da contraltare a un frutto di gran concentrazione. Lungo e fresco anche il finale, su accenni di macchia mediterranea e iodio.

Romagna Doc Sangiovese Superiore 2017 “Il Prugnolo”, Tenuta Villa Trentola: 91/100
Austero, “territoriale”, ha bisogno di tempo per aprirsi. Concederglielo è un dovere, perché poi lo fa benissimo e diventa uno splendore. Mora, ma ancor più lampone, oltre ad accenni precisi all’arancia sanguinella. In bocca, più che sul frutto, è un Sangiovese giocato sulle durezze, spiegate da un tannino elegante, che parla di prospettive future ottime. Non ne risente al momento la bevibilità, che non potrà che divenire sempre più agile col passare dei mesi.

Romagna Doc Sangiovese Predappio 2017 “Notturno”, Drei Donà: 90/100
Classico rubino mediamente trasparente. Frutto rosso di gran precisione: ribes e fragoline di bosco. Naso che gioca soprattutto su una gran profondità, su note di erbe aromatiche, timo, mentuccia e accenni di spezia nera.

In bocca una gran concentrazione e un tannino che, pur essendo ancora in fase di integrazione, si mostra in cravatta, su note di cioccolato. Corrispondente al palato, dove convince per la grandissima freschezza e parla ancora di una buona prospettiva futura.

Romagna Doc Sangiovese Superiore 2017 “Girapoggio”, Bissoni: 88/100
Avete presente l’estate e quella voglia che ogni tanto t’assale di versarti un rosso fresco “da frigorifero”, che sappia dissetare e, al contempo, far sorridere dalla gioia? Eccolo.

“Girapoggio” è il classico vino che gioca con lo spazio: largo, per la componente data della frutta matura (lampone nettissimo, succoso), ma al contempo profondo al naso, con richiami di macchia mediterranea e spezia.

In bocca l’ingresso è morbido, ancora una volta largo, “piacione” e “femminile” per certi suoi versi sinuosi. Splendido appunto se servito con qualche grado in meno rispetto a quelli canonici per il vino rosso da uve Sangiovese.

Romagna Albana Docg 2018 “Frangipane”, Tenuta La Viola: 87/100
Giallo paglierino acceso. Biancospino netto, salvia, ma naso in generale non esplosivo o particolarmente generoso. La componente fruttata ricorda il melone giallo, giustamente maturo.

Il nettare poi si scalda e dà il meglio di sé. In bocca gran bella freschezza e verticalità. Chiusura che la alleggerisce, senza snaturarla, sempre sul frutto giustamente maturo (pesca gialla). Chiusura asciutta, pulita.

Pagadebit di Romagna Doc 2018 “San Pascasio”, Campodelsole: 86/100
Buona prova sulla Denominazione Pagadebit di questo colosso da 700 mila bottiglie che opera principalmente nella Grande distribuzione, con catene come Esselunga. Il Pagabebit di Campodelsole piace per la sua estrema godibilità, specie alla corretta temperatura di servizio. Il classico vino capace di chiamare il sorso successivo, in maniera “compulsiva”: semplice, beverino ma non banale. Ben fatto.

Giallo paglierino leggermente velato e naso di biancospino, con predominanza minerale. Accenni di nocciola tostata. La componente fruttata si decide su trame esotiche. In bocca sorprende per la gran sapidità e freschezza: caratteristiche che riescono a compensare molto bene (e a riequilibrare) la maturità “morbida” del frutto.

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Approfondimenti

Cinque appuntamenti per celebrare l’Albana, regina di Romagna

Da qualche anno in Romagna il mese di maggio (e in questo 2018 anche di giugno) è dedicato all’Albana. E ogni anno il Consorzio Vini di Romagna e i diversi Comuni coinvolti in questo processo di valorizzazione e promozione del vino simbolo di questa terra – insieme al Sangiovese – forniscono nuovi spunti e nuove possibilità di conoscenza agli eno-appassionati che partecipano ai vari appuntamenti. Dopo gli appuntamenti della scorsa settimana a Brisighella e Oriolo dei Fichi, il 3 giugno tappa a Dozza, Faenza il 10 giugno (a Casa Spadoni), Bertinoro il 16 giugno.

In tutte le location sarà presente un banco d’assaggio per dar modo al pubblico di degustare e apprezzare i 7 vini finalisti, selezionati “alla cieca” da una giuria tecnica composta da critici delle principali guide del settore, tecnici ed esperti enogastronomici, sommelier, commerciali vino. Dalla graduatoria della Giuria tecnica si andrà ad assegnare il premio “Albana Dèi” ai migliori Romagna Albana DOCG di tipologia secco.

Nelle date indicate, inoltre, il pubblico potrà votare i sette vini finalisti per eleggere “L’Indigeno del Cuore”– premio Valter Dal Pane e le Albane locali per eleggere l’Albana del Borgo (versioni secco e passito).

Il Consorzio Vini di Romagna presidierà tutti i banchi d’assaggio con “A scuola di Etichetta”, info-point sul Romagna Albana DOCG dove poter illustrare agli avventori il percorso e gli elementi di valore della Denominazione d’Origine Controllata e Garantita, vertice massimo della piramide della qualità dei vini italiani ed europei, avamposto di tutela e valorizzazione dell’italianità.

Le premiazioni avverranno entro la fine di giugno, in data e luogo da definire.

Questi appuntamenti annuali sono l’occasione per il Consorzio Vini di Romagna per fare il punto sul vitigno autoctono e vino più identitario della Romagna, nell’intento di diffonderne la cultura affermandone la straordinarietà e il carattere distintivo, nella ricchezza d’interpretazioni dei produttori romagnoli. L’evento dedicato all’Albana, giunto alla sesta edizione, è curato da Carlo Catani e Andrea Spada.

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news ed eventi

Romagna Doc Spumante: se ne parla a Faenza

FAENZA –Bollicine e territorio: la Romagna si muove e chiama l’Unione Europea”. Questo il titolo dell’incontro alla Fiera di Faenza domani, lunedì 26 febbraio, alle 20.30.

La serata chiama a raccolta tutto il mondo vitivinicolo della Romagna con particolare riferimento ai produttori di sparkling wine.

Secondo i dati del Consorzio Vini di Romagna lo scorso anno sono stati imbottigliati 5,4 milioni di bottiglie di vini frizzanti Igt con indicazioni romagnole, 900 mila di spumanti sempre Igt, inferiori sono stati i numeri per i vini a denominazione di origine controllata (Doc Romagna): 12mila bottiglie frizzanti, e 38mila spumanti.

Il trend pare destinato a crescere ancora di più, all’orizzonte poi c’è l’aggiornamento della Romagna Doc Spumante. Un progetto (criticato da associazioni come Fivi, la Federazione italiana Vignaioli indipendenti) che nasce “dall’esigenza di traguardare la viticoltura romagnola nei prossimi 20 anni, cercando di generare valore aggiunto attraverso una qualificazione dei disciplinari”.

Sempre secondo il Consorzio, lo spumante Romagna Doc favorirebbe “un forte impegno nell’innalzamento qualitativo delle produzioni e un altrettanto forte impegno nella capacità di intercettare i trend ed i mercati, nazionali ed esteri, maggiormente remunerativi per i produttori”.

Un pensiero rivolto sopratutto alle varietà autoctone, con la seconda fase che dovrà essere dedicata al Sangiovese di collina. Il progetto è promosso dal Consorzio Vini di Romagna con tutti i produttori impegnati a livello di Consiglio di amministrazione, commissioni tecniche e valorizzazione, in stretta sinergia con il coordinamento vino di Alleanza Cooperative Agroalimentari.

Non è un caso, appunto, che all’incontro a Faenza prendano parte i principali protagonisti del mondo vitivinicolo della Romagna e non solo: Paolo De Castro (nella foto) Vice presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Stefano Bonaccini Presidente della Regione Emilia Romagna, Simona Caselli Assessore regionale all’Agricoltura.

Al convegno “Bollicine e territorio: la Romagna si muove e chiama l’Unione Europea” parteciperanno anche Ruenza Santandrea Coordinatrice settore vino Alleanza Cooperative Agroalimentare, Carlo Dalmonte Presidente Caviro, Marco Nannetti Presidente Terre Cevico, Giordano Zinzani del Consorzio Vini di Romagna, Mauro Sirri delle Cantine Celli di Bertinoro. Coordina la serata Antonio Farnè, caporedattore del Tg3 Emilia Romagna.

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news ed eventi

Si riapre il caveau della Riserva Storica del Sangiovese

Verrà riaperta oggi, per un giorno, a Bertinoro,  la Riserva storica del Sangiovese che da cinque anni custodisce e si arricchisce ogni anno di vini pregiati, immagazzinati per andare a costituire una vera e propria banca del vino della regione. Per festeggiare la sesta immissione di vini è prevista una festa a base di musica ed assaggi di vino. Durante la festa si svolgerà anche il corteo che vedrà protagonista il carro storico custode delle casse di vino che verranno passate di mano in mano con l’aiuto del pubblico partecipante fino al caveau della Riserva Storica per essere messe a dimora. Il banco di assaggio sarà gestito da Ais e si svolgerà dalle 19 alle 24 in Piazza della Libertà.  I sommelier Ais, proporranno i vini destinati alla Riserva e anche l’Albana. Il Comitato Manifestazioni e Gemellaggi  si occuperà dalla parte gastronomica che accompagnerà le degustazioni. Dalle 21.30 la festa proseguirà con il concerto di Michela Grena, all’interno della famosa rassegna Donne Jazz in Blues del festiva Entroterre. Al termine del concerto, il carro storico con le bottiglie di vino degli oltre 40 produttori selezionati per far parte di questa edizione giungerà dalla Statua del Vignaiolo fino in Piazza della Libertà, dove con l’aiuto del pubblico si scaricheranno le cassette di vino con un passamano che sta a rappresentare proprio la collaborazione di tutti gli attori della Romagna del vino, dalle istituzioni, ai produttori, gli appassionati. La Riserva Storica costituita da 45 vini selezionati da Giorgio Melandri, giornalista e degustatore, sarà chiusa dal Presidente del Consorzio Vini Bertinoro e dal primo cittadino.

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Vini al supermercato

Sangiovese di Romagna Superiore Doc 2014 Campo del Sole

(3 / 5)Nonostante la menzione superiore in etichetta ed i suoi 13% di alcol in volume è un vino che si lascia bere con estrema leggerezza e senza postumi. Il Sangiovese Superiore di Romagna Doc, annata 2014, prodotto da Campo del Sole di Bertinoro, finito sotto la nostra lente di ingrandimento, è un vino al di sopra delle aspettative, con un ottimo rapporto qualità prezzo. Nel calice si presenta di colore rosso rubino, trasparente, molto luminoso. Di media struttura, al naso è semplice, vinoso e fruttato. All’assaggio è secco, si fa apprezzare soprattutto per la sua morbidezza e la buona freschezza con tannini ”dosati”. Il frutto si sente tutto, il finale sufficientemente persistente con finale amarognolo. Equilibrato e gradevole, è un vino a tutto pasto senza pretese. Si accosta bene ad antipasti a base di salumi, a piatti a base di carni rosse, arrosti misti e grigliate,  a parmigiano e grana stagionati e formaggio di fossa. Adatto a pietanze come brasato, selvaggina di piuma e faraona, si serve a 16 gradi.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve Sangiovese di diversi cloni allevate nelle vigne Ospedaletto e Colombarone che si trovano a 120 metri s.l.m, nel comune di Bertinoro. Le vigne sono esposte a est, sud-est, su terreni argillo calcareo con discreti contenuti di limo e sabbia che sono allevate a cordone speronato. La vendemmia viene fatta nella prima decade di ottobre, le uve sono raccolte a mano con attenta selezione e previo diradamento dei grappoli meno maturi. L’uva portata in cantina viene diraspata e pigiata, trasportata tramite nastrini nei serbatoi di fermentazione a temperatura di circa 28/30° con una permanenza sulle bucce per estrazione di sostanze coloranti e aromatiche di circa 10 giorni. Dopo la sivinatura e la fermentazione malolattica, il vino viene affinato in acciatio per 5/6 mesi. Prima dell’imbottigliamento viene effettuato un assemblaggio dei vini che provengono da diverse vigne con una presenza di circa il 60% di Sangiovese da vigneto d’età intorno all’ottavo anno, mentre il restante 40% da vigneti maturi. Campo del Sole si trova nello splendido borgo di Bertinoro, nella provincia di Forlì Cesena. Una cantina dalla forma particolare, risultato di un progetto che dedica organicamente ad ogni lavorazione lo spazio giusto. E’ ubicata ai margini di un’area di notevole pregio paesaggistico con la volontà di integrarsi con l’ambiente circostante. E’ realizzata su due livelli con una differenza di quota di quasi cinque metri si adagia su due curve di livello cercando di ottimizzare il dislivello naturale e renderlo funzionale al sistema produttivo. I loro vini, sono presenti, con diverse etichette nelle più importanti catene della gdo.
Prezzo pieno: 3,99 euro
Acquistato presso: Esselunga
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