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Benvenuto Brunello 2022: punteggi Brunello 2018, Riserva 2017 e Rosso di Montalcino 2020, 2021

Benvenuto Brunello 2022 punteggi Brunello 2018, Riserva 2017 e Rosso di Montalcino 2020, 2021
Gli assaggi di winemag.it a Benvenuto Brunello 2022, con i punteggi a Brunello di Montalcino 2018, Brunello di Montalcino Riserva 2017 e Rosso di Montalcino della vendemmia 2020 e 2021, raccontano le ultime annate di alcuni dei vini icona del Made in Italy enologico. L’anteprima dell’annata 2018 del Brunello mostra vini di buona prontezza, senza rinunciare alla prospettiva. Un’annata giudicata forse troppo frettolosamente come “minore”, che dovrebbe essere in grado di dare buone soddisfazioni dal punto di vista del medio-lungo affinamento, almeno nella maggior parte degli assaggi.

Annate agli antipodi per caratteristiche come la 2017 e la 2018 – calda e secca la prima, piovosa la seconda – rivelano quanto i produttori di Montalcino abbiano ormai raggiunto un livello qualitativo medio superiore a molte altre regioni vinicole italiane (e internazionali). Giustificando, così, il successo e la tenuta sul mercato delle tre denominazioni toscane, anche in periodi di crisi e di congiunture economiche sfavorevoli.

BENVENUTO BRUNELLO: UN EVENTO INSODDISFACENTE

Ciò che invece è da rivedere, da capo da fondo, è il sistema di accreditamento della stampa all’annuale anteprima denominata “Benvenuto Brunello”, organizzata dal Consorzio di Tutela, presieduto da Fabrizio Bindocci e dal direttore Michele Fontana. A testate libere e indipendenti come winemag.it viene (letteralmente) impedito l’accesso, per lasciare il posto a numerosi “personaggi” e ai loro accompagnatori e accompagnatrici – soliti noti, neppure iscritti all’Ordine dei giornalisti, e il riferimento non è ai cosiddetti (spesso autoproclamatosi) “influencer” o ai blogger – che vengono spacciati per “stampa di settore“.

Quanto sono contenti i produttori di Brunello di questa gestione? A giudicare dai commenti giunti presso la nostra redazione, la formula attuale di Benvenuto Brunello è da rivedere per oltre il 90% delle cantine di Montalcino. C’è una bella differenza, del resto, tra un’anteprima riservata alla stampa di settore e una passerella, tra cui figura qualche giornalista in carne ed ossa.

Tornando al focus principale e scusandoci per una divagazione sul tema per noi più che mai necessaria – divagazione che accomuna, ahinoi, Benvenuto Brunello al sistema di accreditamento delle Anteprime Toscane, altro evento al quale non siamo evidentemente graditi – ecco vini e punteggi di winemag.it ai Brunello di Montalcino 2018, Brunello di Montalcino Riserva 2017 e Rosso di Montalcino della vendemmia 2020 e 2021 ricevuti in redazione.

BRUNELLO DI MONTALCINO 2018: LA DEGUSTAZIONE

 

VINO ANNATA CANTINA % ALCOL
Brunello di Montalcino Docg 2018 Villa I Cipressi 14
Bel granato, naso ampio, caldo, sul frutto rosso croccante e sulle erbe aromatiche, legno molto dosato, elegante speziatura che, con l’ossigenazione, vira sul balsamico. In bocca entra dritto, su note corrispondenti al naso. Tannino piuttosto fitto, in fase di integrazione, come normale. Centro bocca su frutto denso e ritorni di legno, prima di una chiusura asciutta, sapida. Vino che mostra una certa prontezza. 87/100
Brunello di Montalcino Docg “Zebras” 2018 Villa I Cipressi 14
Colore meno intenso del precedente. Naso elegantissimo, su piccoli frutti rossi e netti marcatori floreali (viola su tutti), oltre alla consueta macchia mediterranea. L’ossigenazione lascia spazio a note di cuoio e tabacco, liquirizia. Splendido al palato: la vena salina accoglie in ingresso di bocca e accompagna tutto il sorso. Il tannino è levigato, soffice, elegantissimo e va a braccetto con l’espressione del frutto, succosissimo, pur ancora croccante. 92/100
Brunello di Montalcino Docg 2018 Podere Casisano 14
Granato. Naso prezioso, floreale di viola, leggero accento di caseina sulla leggera speziatura e sulle venature di macchia mediterranea. In bocca premiata la morbidezza e la beva. Chiude asciutto, su ritorni garbati di frutto rosso maturo, stuzzicati da un tannino di buona morbidezza. Componente alcolica in fase di integrazione, respirabile in retro olfattivo.  89/100
Brunello di Montalcino Docg 2018 Bellaria di Bernazzi Gianni 14
Granato intenso, alla vista. Naso che si apre sul selvatico, sempre più integrato con l’ossigenazione. Resta tale la balsamicità e la profondità del naso, su tinte speziate scure che fanno da contraltare al frutto, denso, leggermente pastoso. Vino già piuttosto godibile, anche se il suggerimento è di attendere questo nettare, dal chiaro potenziale. 87/100
Brunello di Montalcino Docg “Assunto” 2018 Bellaria di Bernazzi Gianni 14
Granato intenso. Naso floreale, fruttato intenso, pienamente maturo: nettissima la ciliegia, croccante, succosa. In bocca si conferma un Brunello incentrato sul frutto, sulla sua pienezza. Il tannino, così come l’esuberanza alcolica, devono ancora integrarsi alla perfezione. Meglio attendere il vino: darà soddisfazioni. 89/100
Brunello di Montalcino Docg 2018 Fattoria La Fiorita 15
Granato luminoso. Naso sulla macchia mediterranea, oltre che sul frutto rosso (ciliegia) perfettamente maturo. Nota speziata scura, profonda. Terziari composti, sulla tostatura. In bocca conferma una certa densità, ben controbilanciata dalla vena sapida. Torna sulla ciliegia, così come sull’agrume rosso e sulla spezia per un palato già godibilissimo, che deve assorbire meglio solo l’esuberanza alcolica. Tannino elegante. Vino di sicura prospettiva. 91/100
Brunello di Montalcino Docg “No” 2018 Fattoria La Fiorita 15
Bel granato luminoso. Naso di buona stratificazione. Frutti rossi, floreale di viola, ma anche un ricordo goudron e di tamarindo: note che evidenziano un’inattesa e inaspettata prontezza, evoluzione. In bocca gran bella corrispondenza, con la freschezza che regala una beva sorprendente per la gioventù del nettare. Lungo, sapido, ritorna sul frutto rosso croccante prima della chiusura. Godibilissimo oggi, nel sapiente compromesso tra rusticità e piacevolezza, ma con grande potenziale di affinamento. 93/100
Brunello di Montalcino Docg 2018 La Gerla di Sergio Rossi 14,5
Bel granato luminoso, alla vista. Gran bella eleganza al naso, spezia scura, macchia mediterranea, tocco di zafferano, frutto croccante. Un naso di gran stratificazione, unico nella batteria. Sorso di gran masticabilità, eleganza, prospettiva. Frutto pieno, polposo, sapidità a fare da spina dorsale, controbilanciando le note dolci, dense, di liquirizia. Tannino soffice, che accompagna il sorso dal centro bocca alla chiusura, asciutta. Beva agilissima, nonostante il vino mostri un potenziale inesauribile. In definitiva, una grandissima prova. 95/100
Brunello di Montalcino Docg “La Pieve” 2018 La Gerla di Sergio Rossi 14,5
Bel naso ampio, di buona stratificazione. Alle note fruttate di ciliegia, arancia rossa, lampone, risponde una bella speziatura. In bocca è teso, elegante, senza rinunciare alla pienezza. Allunga sulla sapidità e gioca su un tannino elegantissimo per garantire, ancora una volta, una beva di prontezza eccezionale. Persistenza da campione. Vino, al contempo, dal grandissimo potenziale di lungo affinamento. Altra prova esemplare.  96/100
Brunello di Montalcino Docg 2018 Ridolfi 14
Granato luminoso. Naso di grande eleganza, sul floreale e sul frutto croccante. Terziari presenti, ma composti. Ancor più marcata la spezia e la vena balsamica, fresca, mentolata. In bocca conferma la grandissima eleganza. In bocca ciliegia, terziari composti. Tannini distesi. Chiusura su frutto pieno e leggera esuberanza alcolica. Vino già molto godibile, ma il consiglio è quello di aspettarlo. 91/100
Brunello di Montalcino Docg 2018 Patrizia Cencioni 14
Granato luminoso. Tanta spezia al naso, ad accompagnare un frutto pienamente maturo. Terziari ben integrati (burro salato, crema). Tannini piuttosto levigati fanno il paio con un’ottima corrispondenza del frutto. Retro olfattivo sul bel gioco tra primari e terziari, col risultato di esaltare la beva. Vino già godibilissimo. 90/100
Brunello di Montalcino Docg “Ofelia” 2018 Patrizia Cencioni 14,5
Granato luminoso. Frutto e macchia mediterranea al naso, premiata così la speziatura, elegantissima. Elegantissimo al palato, giocato in prospettiva pur mostrando già una gran bella beva, con la polpa in grado di riequilibrare in maniera magistrale il tannino, ancora ruggente. Vino che, più di altri, evidenzia la maestria in vigna e in cantina di Patrizia Cencioni. 94/100
BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA 2017: LA DEGUSTAZIONE
VINO ANNATA CANTINA % ALCOL
Brunello di Montalcino Docg Riserva 2017 Ridolfi 14,5
Granato pieno, luminoso. Naso sul frutto, pienamente maturo, succoso. Floreale intenso, di viola. Bella speziatura, elegantissima. Terziari dosatissimi, perfettamente integrati. Al palato una perfetta corrispondenza. Vino di grandissima beva, godibilissima, con ampie prospettive di evoluzione. 95/100
Brunello di Montalcino Docg Riserva “Colombaiolo” 2017 Podere Casisano 14
Granato. Naso elegante, floreale e fruttato: ciliegia, lampone, arancia rossa. Note tostate. L’ossigenazione apre al cuoio, al tabacco dolce, al fumo dolce di pipa. In bocca una perfetta corrispondenza, per una Riserva di Brunello di grande immediatezza e, al contempo, prospettiva. Bel finale asciutto, ottima persistenza. 95/100
Brunello di Montalcino Docg Riserva “123” 2017 Patrizia Cencioni 14,5
Granato mediamente carico. Naso che si apre su un’elegantissima speziatura e sulle aromatiche della macchia mediterranea, che non nascondono comunque il frutto. Al palato una straordinaria prontezza: terziari di cioccolato e cuoio giocano sul frutto rosso (ciliegia) ancora croccante. Lunga persistenza, su tinte balsamiche. 94/100
ROSSO DI MONTALCINO DOCG 2020 E 2021: LA DEGUSTAZIONE
VINO ANNATA CANTINA % ALCOL
Rosso di Montalcino Docg 2020 Fattoria La Fiorita 14
Granato luminoso. Balsamicità e fiore, oltre al frutto e ai richiami alle erbe della macchia mediterranea. In bocca croccante, teso, fresco, lineare. Bel Rosso di Montalcino, tipico e godibile, morbido e gastronomico, con leggera esuberanza alcolica sul resto delle componenti. 89/100
Rosso di Montalcino Docg 2020 Bellaria di Bernazzi Gianni 14
Granato intenso. Speziatura regina all’olfatto, a disegnare un naso profondo, fresco, molto balsamico, quasi denso anche nella componente fruttata. In bocca ben si abbinano la “leggerezza” e la “leggiadria” del frutto, piuttosto concentrato, e i ritorni freschi, mentolati e balsamici anticipati dal naso. Vino piuttosto grasso, pieno, che chiama il piatto e rivela una costruzione enologica che guarda ai mercati internazionali. 88/100
Rosso di Montalcino Docg 2020 Ridolfi 14,5
Color rubino. Naso che abbina profondità di spezia e frutto rosso, unitamente ad eleganti note tostate dolci: ciliegia, fragolina di bosco, lampone, ancora croccanti. In bocca corrispondenza perfetta. Lungo, teso, fresco, leggermente sapido in chiusura: chiama il sorso successivo. Utilizzo del legno magistrale, sottolineato da un retro olfattivo golosissimo. 92/100
Rosso di Montalcino Docg 2021 Podere Casisano 13,5
Rubino. Naso elegante, pieno: frutto maturo, non solo rosso ma anche scuro. Speziatura equilibrata, fresca. In bocca esuberanza alcolica e frutto pienamente maturo disegnano i contorni di un vino incentrato sulla godibilità e sull’immediatezza, pur al cospetto di un tannino e di una componente alcolica futuribile. 90/100
Rosso di Montalcino Docg 2021 La Gerla di Sergio Rossi 14
Granato pieno. Ancora una volta il naso è nel segno della pienezza e della gradevolezza, come in tutti i vini di La Gerla. Lampone, ciliegia. Corrispondenza perfetta naso bocca, croccante, balsamico, speziato, fruttato. Lunghezza da campione per un vino di gran carattere e con potenziale di evoluzione. 93/100

 

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Benvenuto Brunello 2017 anticipato a Novembre 2021

Nuove date e collocazione autunnale per Benvenuto Brunello 2017. Già a partire da quest’anno, l’evento di anteprima del Consorzio del vino Brunello di Montalcino si sposterà in pieno autunno.

La 30a edizione, dedicata al debutto del Brunello di Montalcino 2017 e del Brunello di Montalcino Riserva 2016 è programma nel complesso monumentale di Sant’Agostino dal 19 al 28 novembre.

Una decisione, questa del Consorzio, che nasce «dall’esigenza di rivedere il progetto delle Anteprime di Toscana, già espressa alla Regione e agli altri Consorzi del territorio».

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Resveratrolo is the new senza solfiti: così Coronavirus ispira enologia (e marketing)

EDITORIALE – Altro che “tipicità” e “terroir”. L’emergenza Coronavirus sembra illuminare la strada verso una nuova enologia, legata a doppio filo alla salute delle persone. Resveratrolo is the new “senza solfiti aggiunti“, si potrebbe sintetizzare.

La moda del “biologico”, riversatasi con tutta la sua potenza nel marketing – tanto da spingere colossi come Pasqua Vigneti e Cantine a produrre un “vino naturale” (sic!) – è sfociata negli ultimi anni nella proposta sempre più massiccia di vini più “sani” (o meno “dannosi”, secondo i punti di vista), prodotti senza l’addizione di solforosa, uno dei conservanti del vino.

Con l’imperversare di Covid-19, produttori ed enologi sembrano aver trovato nei “livelli di resveratrolo” dei loro vini una nuova forma di comunicazione. Forse, addirittura, una nuova frontiera per la promozione e la vendita delle loro etichette.

Qualcosa capace di cambiare radicalmente il concetto stesso di vino, accostato (definitivamente?) al concetto di “benessere“. Peccato si ometta un particolare fondamentale: il resveratrolo è presente nella maggior parte dei vini rossi in quantità talmente ridicole da rendere inutile l’assunzione del nettare di Bacco “a fini salutistici”.

Berne tanto vino per “bere” tanto resveratrolo causerebbe altri problemi. Non ultimo l’alcolismo. Da qui, la domanda su cui potrebbe giocarsi una buona fetta del futuro dell’enologia internazionale: è possibile “creare” vini che facciano bene se consumati senza eccessi, concentrando scientificamente i livelli di resveratrolo?

LA RICERCA
È la grande sfida che si sono posti Roberto Polidoro e Antonella Spacone, marito e moglie, lui sommelier, lei medico dell’Unità Operativa Complessa Pneumologia dell’ospedale Santo Spirito di Pescara.

La rivista scientifica britannica EC Nutrition (Ecnu), specializzata in ricerche che mirano al progresso nel campo della nutrizione e delle scienze alimentari, ha ospitato il 26 febbraio 2020 i risultati dello studioIs moderate daily consumption of red wine a good solution?“, condotto dai due italiani.

Proprio mentre Covid-19 iniziava silenziosamente a insinuarsi nelle case e nei luoghi di lavoro di tutto il mondo, senza risparmiare l’Italia, la dottoressa Spacone – assieme al compagno – toccava un tema caldissimo: “Il consumo quotidiano moderato di vino rosso è una buona soluzione?”.

“Sebbene lo sfruttamento delle proprietà antiossidanti del resveratrolo attraverso il consumo di vino non abbia valore scientifico – si legge sulla pubblicazione della rivista scientifica EC Nutrition – è lecito chiedersi se un consumo moderato di questa bevanda abbia effetti positivi sulla salute umana”.

“A questo proposito – continua la ricerca – non è possibile dare una risposta definitiva perché, partendo dal presupposto che l’alcol è una sostanza oncogenetica, alcuni studi hanno confermato i benefici del vino per la salute”. Sì, ma in che dosi?

“Per quanto riguarda il consumo di vino – risponde la dottoressa Spacone – sono stati fissati limiti ragionevoli di assunzione a basso rischio. In genere 24-30 g di alcol al giorno per gli uomini e 12-15 g al giorno per le donne, pari a 1-2 bicchieri di vino, ovvero 150-300 ml“.

“Proprio a questo proposito – spiega Roberto Polidoro a WineMag.it – le evidenze del nostro studio meritano ulteriore approfondimento, al fine di comprendere, in collaborazione con qualche cantina italiana o internazionale, se sia possibile concentrare le quantità di resveratrolo prodotte naturalmente dalla vite e ‘creare’ così dei vini che consentano di godere dei benefici del resveratrolo, senza i danni provocati dall’abuso di alcol”.

Non a caso, risale ai giorni scorsi la notizia di uno studio in corso all’ospedale di Napoli, dove due medici stanno somministrando un estratto dai semi della varietà di uva Aglianico ad alcuni pazienti affetti da Coronavirus: resveratrolo in aerosol. Uno studio che ha aperto le danze, in Italia, sulla caccia al vitigno coi livelli più alti di questo polifenolo.

In Puglia, diversi esponenti del mondo del vino (tra cui l’ex presidente di Assoenologi Puglia, Calabria, Basilicata, Massimiliano Apollonio) hanno rilanciato una notizia dell’edizione di Bari de La Repubblica risalente al 2011, in cui si lodava il vitigno Negroamaro per la “concentrazione della sostanza dalle proprietà antiossidanti e anticancerogene”.

“Dalle analisi – si legge nell’articolo – è emerso che nel Negroamaro esistono quantità di resveratrolo comprese tra 0.3 e 6,8 ng/ml e, considerato che la concentrazione di 1 ng/ml viene considerata già utile, è chiaro che i numeri del vino salentino sono molto positivi”.

Sulle proprietà “benefiche” del resveratrolo è intervenuto anche Stefano Cinelli Colombini, titolare della cantina Fattoria dei Barbi, in Toscana. “Ieri una amica, la professoressa Zinnai dell’Università di Pisa – ha scritto il produttore di Montalcino su Facebook – mi ha parlato di una loro ricerca: pare che il vino, forse grazie al resveratrolo o chissà per cos’altro, abbia un potente effetto contro i Coronavirus. Vorrebbe studiarlo come disinfettante per ambienti, e anche del cavo orale. E così mi è venuta in mente una cosa molto, molto strana”.

Benvenuto Brunello si è tenuto dal 21 al 24 febbraio, quando il virus già ben presente in Italia. Abbiamo avuto migliaia di ospiti da ogni parte del mondo, compreso un gruppo da Codogno (guarda un po’!) che dopo è venuto alla Fattoria dei Barbi”.

C’era una folla incredibile – prosegue sui social Cinelli Colombini – tutti appiccicati per giorni con vino sputato nei secchi e goccioline nell’aria a non finire. Considerando quanto è contagioso il Covid-19, ci sarebbe dovuto essere un massacro come quello della festa di Wuhan. Eppure nulla. Assolutamente nulla. È assurdo credere che in mezzo a quella folla non ci fosse almeno un contagiato, il virus già girava assai. Ma niente”.

“A pensarci bene, in tutta la catena delle Anteprime in giro per la Toscana ci sono stati tantissimi presenti e potenzialmente untori, ma nulla: non hanno portato la malattia. Tra i ‘vinicoli’ che erano a quegli eventi non si conta un malato. Strano, non è vero?”. Una curiosa provocazione, cui Stefano Cinelli Colombini ha dato un titolo: “Il paradosso di Benvenuto Brunello e del Covid-19. Un piccolo mistero”.

RESVERATROLO RECORD IN OLTREPÒ E MONFERRATO

Eppure, in Italia, esistono due etichette di vino con livelli di resveratrolo molto alte. Certificate. Si tratta del Bonarda dell’Oltrepò pavese Doc 2015 “Giubilo” di Giorgio Perego e del raro “Uceline2012, Monferrato Rosso di Cascina Castlet, prodotto col vitigno autoctono Uvalino.

Due vini che collocherebbero alla destra orografica del fiume Po l’epicentro del resveratrolo italiano, come dimostrano le approfondite analisi compiute dalle rispettive cantine. In particolare, il primato assoluto spetterebbe – almeno a livello storico – alla winery piemontese della famiglia Borio.

Gli studi sul nostro vitigno Uvalino – spiega l’enologo di Cascina Castlet, Giorgio Gozzelino – sono stati compiuti dal professor Rocco di Stefano, dal 1996 al 2000. Il suo pensionamento ha interrotto le analisi, riprese poi sulle annate più recenti del Monferrato Rosso ‘Uceline'”.

“Quella sulla vendemmia 2012, annata in commercio al momento, assieme alla 2013 – precisa Gozzelino – conferma i riscontri precedenti, con una presenza di resvetrarolo molto alta, pari a 16,2 mg/l, anche se il record assoluto fu registrato nel 2000, quando superammo i 30 mg/l“.

A provarlo è il rapporto del laboratorio d’analisi del Consorzio per la Tutela dell’Asti, datato 30 giugno 2017. Centoventi chilometri più a est, a Rovescala, in provincia di Pavia, si trova la cantina di Giorgio Perego, Mr. Croatina.

“Il discorso resvetrarolo nel vino – spiega il vignaiolo oltrepadano – mi ha sempre incuriosito. Così ho fatto fare delle analisi sul mio Bonarda ‘Giubilo’ 2015: i risultati hanno confermato i livelli altissimi di questo polifenolo, ben 18,90 mg/l. Trattandosi di un vino a base Croatina, credo sia corretto considerare questo vitigno, spesso sottovalutato, ancora più straordinario”.

Ma cos’hanno in comune questd due etichette? “Uceline” (25 euro) e “Giubilo” (18 euro) non subiscono filtrazionechiarifica. “Le analisi fatte sui polifenoli di un’altra etichetta che produco – spiega Perego – dimostrano quanto questo tipo di pratiche di cantina incidano negativamente sui livelli del vino finito”.

Si tratta inoltre di due vini rossi ottenuti tramite una lunga macerazione sulle bucce, dove si “annida” appunto il resveratrolo: “Ritengo tuttavia che l’estrazione di questo composto non necessiti di tempi lunghissimi – commenta l’enologo Gozzelino – ma non abbiamo a disposizione analisi relative a vinificazioni diverse da quelle con cui viene storicamente prodotto Uceline”.

È comprovata, invece, l’estrema variabilità dei livelli di resveratrolo, di annata in annata. “Più la pianta è sotto stress – spiega il vignaiolo Giorgio Perego – più ne produce, per difendersi soprattutto contro la Botrytis cinerea o la mancanza di acqua. Riuscire a concentrarlo sarebbe rivoluzionario per il mondo del vino italiano”.

IL PUNTO DI ASSOENOLOGI

Il discorso resveratrolo, di per sé, non convince appieno il numero uno degli enologi italiani, il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella (nella foto). “Non trovo corretto, o quantomeno un po’ fuori posto – dichiara a WineMag.it – sostenere che un vino piuttosto che un altro abbia qualità superiori“.

“In questo modo si cerca forse di accattivarsi il mercato – prosegue – portando alla nascita di contrapposizioni. Sostenere che un vitigno particolare, di un posto particolare, presenti più resveratrolo di un altro, è un’ipotesi che merita ancora il dovuto approfondimento scientifico”.

Il focus, secondo Riccardo Cotarella, dovrebbe restare sul vino. Tout court. “Secondo luminari delle medicina come Jennifer Hah, Thomas J. Sweet, Anna Teresa Palamara, Lucia Nencioni e Giovanna De Chiara – spiega Cotarella – il resveratrolo ha importanti proprietà antivirali e il vino rosso, in generale, lo contiene”.

È in grado, e cito sempre questi luminari, di interferire con la replicazione di virus erpetici come il cytomegalovirus, i virus influenzali, gli adenovirus e il virus respiratorio sincinziale. Svolge inoltre, sempre secondo questi medici, azione anti virale, anti infiammatoria ed è un potente antiossidante, superiore a vitamina C, E e betacarotene”.

Una premessa utile al presidente di Assonologi per esprimere un concetto più ampio: “Il vino, se fa bene, fa bene da sempre. Non a caso ha accompagnato la storia dell’uomo. Tanta letteratura medica sostiene il contrario, ed è per questo che nel numero di maggio della nostra rivista ‘L’enologo’ chiederemo ufficialmente all’Istituto superiore della Sanità di esprimersi in maniera univoca sull’argomento vino e salute”.

Sempre secondo Cotarella, Covid-19 non cambierà solo l’enologia o il marketing, ma tutta la filiera del vino italiano, dal campo al consumatore. “L’enologia cambierà radicalmente – dichiara il presidente di Assoenologi a WineMag.it – certi valori formali andranno a cadere: la bottiglia pesante, il tappo a volte più ‘lungo’ della bottiglia, le cantine architettoniche dalle luci psichedeliche… È finita e dico per fortuna”.

Cambieranno gli enologi, l’approccio dei produttori, delle guide, dei giornalisti, perché cambierà il consumatore. Fondamentale, in questo quadro, sarà anche la crisi economica che andremo ad affrontare al termine dell’emergenza”.

Cambieranno così anche i vini. “I vini che secondo me avranno più spazio – riferisce Cotarella a WineMag.it – saranno quelli dall’ottimo rapporto qualità prezzo, il che non significa che costeranno meno, o poco”.

Sarà il momento dei vini non ‘conditi’ o ‘incorniciati’ da materiali costosi, che incidono sul prezzo, come il vetro fantasia, la bottiglia pesante, la capsule laminata ‘d’oro’. Tutto ciò che è edonismo e superfluo andrà a cadere“.

La new wave del vino dopo Coronavirus, sempre secondo Riccardo Cotarella, “aumenterà l’interesse per il vino in sé, in senso assoluto”. “Noi enologi – spiega – saremo chiamati, come dopo lo scandalo metanolo, a dare una nuova svolta al settore, imparando a seguire le tendenze per dare vita a vini gradevoli, che si bevono bene, vini importanti, ben fatti, espressione del territorio e dell’uva, nonché dei proprietari delle cantine, ben assistiti da bravi enologi”.

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Sgarbi a Montalcino: “Oggi arte evolve nel vino più che tra sedicenti artisti”

MONTALCINO – “Una volta c’erano artisti come Michelangelo e Giotto, e i contadini facevano il vino: questi geni oggi non ci sono più e hanno lasciato il posto a sedicenti artisti”. Così, nella sua lectio magistralis “Un’annata ad opera d’arte” il critico d’arte Vittorio Sgarbi, ha aperto oggi a Montalcino la 4 giorni di Benvenuto Brunello, dedicata al grande rosso toscano e all’annata 2015.

“Per contro – ha aggiunto Vittorio Sgarbi a Montalcino – troviamo l’arte tra i produttori di vino, in una sorta di evoluzione psicologica e culturale di valori normalmente riferiti solo all’arte, ora espressi in maniera equipollente dal mondo del vino. Certi nostri prodotti sono universali e rappresentano un’unica identità di civiltà e di cultura”.

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